Come saprete, l’olio di cocco non manca mai nel nostro bagno, ed è davvero una coccola irrinunciabile spalmarlo su tutto il corpo dopo una doccia o un bagno caldo: la pelle si idrata, si ammorbidisce, senza tuttavia ungersi, e il risultato è una pelle liscia e morbidissima al tatto.

L’olio di cocco, insomma, è davvero un alleato della nostra bellezza e del nostro relax. Ma perché quindi utilizzarlo solo dopo la doccia o il bagno? Perché non sfruttarlo direttamente nella vasca per un bagno caldo rilassante e ancora più efficace?

Ecco quindi la nostra ricetta per le barrette da bagno all’olio di cocco, da preparare in casa e da sciogliere nell’acqua calda della vasca per un bagno rigenerante e profumatissimo.

Un bagno all’olio di cocco: la ricetta delle barrette da bagno all’olio di cocco e lavanda per una pelle idratata e morbidissima

 

No, non era stato pianificato. Ma la vita è ciò che accade mentre si è intenti a seguire il proprio programma definito, no? Ecco, accade anche questo. Accade che diventi una mamma casalinga anche se questo non era nei piani.

Diventare mamma era nei piani. Rinunciare a molte cose era nei piani. Ma il lavoro, quello no, non era nei piani abbandonarlo per stare a casa. Eppure ora è così, per molte mamme. E, volenti o nolenti, bisogna sempre trovare la bellezza della situazione, il lato positivo, il proprio posto nel mondo in un mondo che sembra sempre giudicare ogni scelta e ogni situazione.

Per te, mamma casalinga che non l’aveva pianificato: un articolo dedicato a tutte le mamme a tempo pieno

Non c’è un motivo prestabilito e non c’è un percorso univoco per tutte. Capita (troppo spesso) che ci si ritrovi senza lavoro perché i capi non permettono la maternità, con tanti stratagemmi che fanno accapponare la pelle e che mandano all’aria secoli di conquiste femminili. Capita anche che sia una scelta ponderata, perché per molte andare al lavoro significa pagare nido o babysitter, utilizzando tutto lo stipendio, e allora tanto vale stare a casa e godere noi i nostri figli, non un estraneo. C’è anche chi sceglie consapevolmente e volontariamente, perché, mai l’avrebbe pensato, fare la mamma a tempo pieno è ciò che riempie la sua vita.

Insomma, possono esserci tante motivazioni, ma il succo è che sono moltissime le mamme che decidono di fare le mamme a tempo pieno anche se non l’avevano pianificato. E questo cambia le cose.

Certo, c’è molta differenza tra l’averlo scelto e l’essersi trovate nella situazione, ma in ogni caso le cose cambiano e certi pensieri rimangono, così come certe dinamiche.

Una mamma a tempo pieno si trova innanzitutto a cambiare tutte le sue abitudini, tutta la sua vita. Stravolge tutto. Perché se prima il focus era su se stessa, ora è sui cuccioli di casa. Sulla casa. Sui cari a cui badare. Perché fare la mamma e la casalinga è un lavoro, e non ci si scappa.

Una mamma a tempo pieno guarda all’opportunità, e non a ciò che ha perso o rinunciato. Perché dopo l’eventuale scoramento iniziale, è normale guardare al bello della cosa: si è a casa con i propri bambini. Li si vive. Si gode del tempo di vera qualità con loro. E, come è stato difficile rinunciare al lavoro, sarebbe difficile rinunciare a questo, dopo che ci hai fatto l’abitudine!

Una mamma a tempo pieno ha sensi di colpa. Perché sente la pressione di una società che sembra non fare altro che giudicare e sputare consigli non richiesti. “Ah, ma allora fai tutto tu. Hai proprio rinunciato a te stessa”. “Ah, sei a casa tutto il giorno? Chissà che bello, chissà quanto tempo per te!”. “Ah, sei una casalinga? Io non potrei mai non lavorare”. Tutte frasi velenosissime che racchiudono insidie e violenza verbale che una mamma fa fatica ad accettare. Solo che a volte si cade nella trappola e affiorano sensi di colpa senza senso.

Perché “Stare a casa” non significa non fare nulla. Non significa non lavorare. Non significa non essere femministe (anzi: casalinga-femminista è un connubio possibile).

Ci vorrà tempo, per aggiustarsi in questo nuovo ruolo. Ci vorrà tempo per trovare le proprie abitudini, il proprio tempo per se stesse, il proprio ruolo, la propria voce. Ci vorrà tempo per accettare le cose, perché non sempre tutto va secondo i piani, in nessun settore della vita. Ma il premio sarà dolcissimo, perché in ogni caso questa scelta è dettata dall’amore, dall’amore di una nuova vita che sta occupando un nuovo spazio in casa, e che noi siamo tanto fortunati da vedere crescere (ancora di più se il nostro lavoro è proprio a casa!).

Sara Polotti

Inquinamento domestico: un problema che sembriamo sottovalutare e che invece è particolarmente pericoloso. Già, perché si parla tanto di smog ambientale, quando allo stesso modo le nostre abitazioni sono contaminate da inquinamento e batteri.

La qualità dell’aria delle nostre città, insomma, è giustamente sotto la lente d’ingrandimento, e noi per primi, consapevoli, cerchiamo di dare il nostro contributo positivo, scegliendo uno stile di vita ecologico che ci permette di fare bene all’aria e stare bene noi stessi (come muoverci in bicicletta). Ciò che dobbiamo fare, però, è anche puntare i riflettori sulle nostre case: l’aria negli ambienti chiusi, infatti, è cinque volte più inquinata rispetto a quella esterna. E non è solo l’aria ad essere pericolosa (soprattutto quando in casa ci sono bambini): il 95% dei batteri degli spazi interni, infatti, vive sulle superfici degli oggetti, non nell’aria.

Ma come fare per rendere le nostre case più sicure a livello di inquinamento e batteri nocivi? Ecco i nostri consigli.

Consigli per purificare le nostre case da inquinamento e batteri: come combattere in maniera naturale l’inquinamento domestico e la proliferazione dei batteri cattivi

Come dicevamo, le superfici delle nostre case sono ricoperte di batteri. Ci sono quelli buoni, ovvero quelli che aiutano a mantenere l’equilibrio, ma ci sono anche e soprattutto quelli nocivi, ovvero batteri e microrganismi patogeni che si nutrono di cellule morte della pelle, di acari della polvere, di polline, di peli di animali domestici… A lungo andare, sono loro a formare funghi e muffe, e come sappiamo questi sono molto, molto nocivi.

Il primo consiglio è quello di mantenere sempre gli ambienti asciutti. L’umidità è infatti la prima causa di funghi e muffe. E non è presente solo in spogliatoi, palestre e docce: anche casa nostra può risultare umida. E per asciugarla, è bene riciclare l’aria ogni giorno aprendo almeno due finestre contrarie per un quarto d’ora al giorno, soprattutto in inverno.

Il secondo consiglio è quello di affidarsi ai batteri buoni, ovvero i batteri probiotici, che già convivono negli ambienti interni con quelli cattivi e che sono indispensabili per il nostro organismo (come già saprete: sono gli stessi che assumiamo per bocca per ristabilire l’equilibrio della flora intestinale). Assicurando alla nostra casa il giusto equilibrio tra batteri buoni e cattivi, ristabiliremo il benessere domestico. Ma come fare?

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In primo luogo, evitiamo di pulire casa con detergenti troppo aggressivi a base di cloro, candeggina e ammoniaca. Fanno più danni che altro: distruggono infatti indistintamente ogni batterio, e, addirittura, favoriscono la proliferazione di quelli cattivi, a causa del biofilm che depositano sulle superfici con tutti i germi che hanno ucciso. Lo stesso discorso vale per i purificatori di aria a ioni negativi, che depositano la polvere e gli allergeni presenti nell’aria sulle superfici, alimentando il ciclo vitale dei batteri patogeni (che è proprio ciò che vogliamo evitare).

La soluzione sono invece i diffusori di probiotici ambientali e il purificatore d’aria. Di cosa si tratta? Di una tecnologia (chiamata BetterAir) che permette di diffondere in maniera continua miliardi di Probiotici Ambientali che si depositano sulle superfici e sottraggono nutrimento ai batteri cattivi, riducendoli o addirittura eliminandoli.

Con BetterAir  possiamo così creare in casa un microbioma ambientale equilibrato e sano che proteggerà il nostro sistema respiratorio e il nostro sistema immunitario, proprio come se assumessimo probiotici per bocca (i classici fermenti lattici).

La qualità dell’aria migliorerà in maniera super naturale (perché nei probiotici non vi è nulla di chimico, e sono privi di conservanti e additivi), si ridurrà il rischio di sviluppare le muffe e i funghi, i cattivi odori (che sono causati proprio dai batteri patogeni) scompariranno e l’inquinamento domestico di fatto sparirà.

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Il bello è che possiamo provare questa tecnologia prima noleggiandola e poi, una volta soddisfatti del risultato, comprandola ad un prezzo scontato sul sito di Paladin True, per un benessere costante e una vita più sana, anche negli ambienti chiusi!

Come organizzare l’armadio dei bambini

Venerdì, 11 Gennaio 2019 15:01

L’armadio dei bambini spesso fa impazzire le mamme e i papà. Già, perché i bambini crescono molto velocemente e con la crescita cambiano gli indumenti. Se da piccolissimi è l’armadio è pieno di tutine e piccoli abiti, man mano crescono gli abiti divengono più simili ai nostri, con magliette, pantaloni, gonne, biancheria intima… E l’armadio deve essere riorganizzato.

Ma bastano alcuni accorgimenti per rendere tutto più semplice, facendo sì che l’armadio cresca insieme ai nostri bambini.

Come organizzare l’armadio dei bambini: i consigli sull’organizzazione dei vestiti in base all’età del bambino

Per i primi mesi

I primi mesi l’armadio rischia di diventare il regno del caos della biancheria. Ci sono tute, tutine, magliettine… E lavandole così spesso non abbiamo nemmeno il tempo di rimetterle a posto. L’ideale, quindi, sono le cassettiere e, soprattutto, le scatole. Mettendo le scatole dentro all’armadio potremo dividere tutto per tipologia di capo, infilandolo una volta lavato e piegato e prendendolo poi con facilità.

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http://www.homemade-by-jade.com/blog/how-to-turn-a-bookcase-into-a-childs-closet

I bastoni

I bastoni nell’armadio sono davvero comodi e utili, soprattutto per avere sott’occhio tutti i vestiti dei bambini evitando lo spreco. Il nostro consiglio è quindi quello di scegliere armadi con bastoni modificabili e regolabili, in modo che crescano con il bambino. I vestiti dei bambini piccoli, infatti, non occupano spazio in altezza e potremo mettere più file di bastoni, dividendo così magliette, pantaloni e gonne e capispalla, tutto in perfetto ordine.

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https://www.pinterest.it/pin/366761963390840030/

Mano a mano che cresceranno, poi, potremo spostare i bastoni come più ci sarà comodo.

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https://somuchbetterwithage.com/kids-closet-organization-dollar-store-bins/ 

I cassetti

Anche i cassetti, come le scatole, sono molto comodi. Ecco perché l’ideale è avere un armadio che li abbia al suo interno, per non togliere spazio nella stanza del bambino con cassettiere aggiuntive. Possiamo comprare armadi già predisposti…

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Oppure creare dei cassetti con elementi diversi, come le soluzioni dell’Ikea con strutture bianche e scatole da infilare al loro interno.

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http://www.girlonthehudson.com/decor/2015/11/11/nursery-closet-organization 

Per i bimbi che cominciano le elementari

Comincia la scuola e i bambini cominciano ad acquisire sempre più indipendenza, anche in fatto di vestiti. Ciò che possiamo fare è far sì che l’armadio sia alla loro altezza, ovvero che abbiano tutto a portata di mano per poter sfilare i vestiti in autonomia. Anche se l’armadio è alto, non preoccupiamoci: basterà utilizzare i bastoni e i cassetti bassi per organizzare i vestiti che usano maggiormente, spostando sopra quelli delle altre stagioni (in modo, anche, da non dover fare un cambio armadi scomodo e stressante).

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http://www.laurenmcbrideblog.com/2016/09/tips-for-installing-removable-wallpaper/

I cibi che aumentano il senso di fame

Venerdì, 11 Gennaio 2019 09:16

Per dimagrire, ma anche e soprattutto per mangiare meglio e in maniera più sana, dovremmo puntare su quegli alimenti che aiutano il nostro senso di sazietà, ovvero quelli che ci fanno sentire più pieni e che ci evitano così di abbuffarci e di strafogarci quando in realtà il nostro organismo è già soddisfatto.

Ci sono però anche alimenti da evitare, ovvero quelli che, al contrario, aumentano il senso di fame, non ci fanno sentire sazi e di conseguenza ci portano a mangiare sempre di più. Sono soprattutto i cibi pieni di zuccheri, ma non solo. Vediamo quindi insieme quali alimenti togliere dalle nostre dispense per evitare che ci inibiscano il senso di sazietà.

I cibi che aumentano il senso di fame: quali sono gli alimenti che non ci fanno sentire sazi e che ci portano, così, ad abbuffarci

Innanzitutto, come forse già saprete, le bibite gassate e zuccherate sono il primo alimento da togliere dal nostro regime alimentare, non solo se stiamo cercando di dimagrire, ma in generale per tutelare la nostra salute. Oltre ad essere deleterie per lo stomaco e per il sistema cardiocircolatorio, sono pericolose anche perché, appunto, inibiscono il nostro senso di sazietà. Bevendole la nostra glicemia sale di botta, scendendo altrettanto di botta una ventina di minuti dopo e facendoci sentire così nuovamente affamati. Esatto: le bibite gassate fanno venire fame quasi immediatamente. Meglio bere sempre acqua naturale, o, in alternativa, un estratto (ma non solo di frutta, anche di verdura, proprio per evitare troppi zuccheri).

Anche le merendine e i biscotti da forno industriale sono un nemico della sazietà. Anch’essi sono pieni di zuccheri e farine raffinate e gli zuccheri contenuti fanno lo stesso effetto di quelli delle bibite gassate, perché vanno ad agire direttamente sulla glicemia.

Inoltre, questi prodotti, soprattutto quelli non integrali, sono molto poveri di fibre, e le fibre sono proprio quell’elemento che aiuta l’organismo a sentirsi sazio. Per questo al posto delle merendine e dei biscotti da supermercato sarebbe meglio puntare su quelli fatti in casa, preparati con meno zucchero e scegliendo la farina integrale al posto della 00 bianca.

Oltre allo zucchero, un altro elemento pericoloso per gli stessi effetti è lo sciroppo di glucosio, che troviamo in moltissimi prodotti preparati, dal ketchup allo yogurt, dalle merendine ai prodotti da forno industriali come i grissini o i cracker. Oltre ad aumentare il senso di fame, lo sciroppo di glucosio (così come il fruttosio) agisce sulla produzione della leptina, diminuendola, e scompensa così il metabolismo.

Altra abitudine dannosa e deleteria tanto per il nostro stomaco quanto per il senso di fame sono le gomme da masticare. Molti masticano il chewing-gum proprio per bloccare la fame, ma l’effetto è esattamente il contrario. Già, perché masticando a vuoto il nostro cervello viene ingannato, così come il nostro stomaco, che comincia a produrre succhi gastrici come se dovesse digerire qualcosa. Ma lui aspetta questo qualcosa da digerire, e, non trovandolo, ciò che arriva al cervello è un senso di fame improvviso.

Infine, meglio lasciare perdere i beveroni e le barrette dietetiche sostitutivi del pranzo. Spesso questi prodotti ci fanno sentire un immediato senso di sazietà, ma i carboidrati e gli zuccheri (o lo sciroppo di glucosio-fruttosio) contenuti agiscono proprio come dicevamo prima, facendoci sentire fame pochissimo tempo dopo. E, in più, ci danno pochissime calorie, facendoci così sentire poco energici e bisognosi di nutrienti. L’effetto, quindi, può essere il contrario, spingendoci ad abbuffarci a merenda o a cena. Meglio sempre bilanciare in maniera equilibrata tutto, con un pasto fresco e sano!

Essere mamma spesso significa venire assalite dai sensi di colpa. Sono sensi di colpa che arrivano un po’ dall’esterno, un po’ dall’interno. Da una parte la società impone standard e aspettative davvero impensabili. Dall’altra, la coscienza a volte scivola e fa sentire in colpa anche quando non facciamo nulla di sbagliato.

Rientra appieno in questa descrizione una sensazione che molte, moltissime mamme sentono prima o poi. Quella del rimpiangere la libertà. L’essere se stesse. Il non dipendere da nessuno e il non avere nessuno che dipenda da noi.

È normale. Perché amare la maternità e amare i propri figli non significa necessariamente adorare tutto ciò che gli sta attorno, come la stanchezza, lo stress, le aspettative degli altri.

E quindi? Quindi dobbiamo smetterla di sentirci in colpa, abbracciando tutte le nostre sensazioni e i nostri pensieri. Perché anche questo fa parte dell’essere mamma.

Rimpiangere la libertà pur amando la maternità: essere mamma anche quando l’indipendenza e la libertà ci mancano da impazzire è un nostro diritto

Non si riesce più a fare docce decenti. Si diventa autisti specializzati. Non si prepara più un pranzo sul divano da mangiare in solitaria davanti alla tv. Si gestiscono pianti e urla, si fanno lavatrici senza soluzione di continuità, ci si vede con il proprio partner una volta al giorno, e pure di sfuggita. Ci si alza prestissimo, e a volte non si riesce nemmeno a fare una bella dormita di una notte intera.

La maternità è anche questo. E per quanto in primo piano ci siano la meraviglia dei propri figli, la bellezza delle scoperte di ogni giorno, le coccole, i giochi insieme, le risate e il tempo di qualità passato in famiglia, a volte è normale lasciarsi andare ad un sentimento di rassegnazione.

Sì, anche le mamme mollano, e, sì, anche le mamme possono pensare a quanto fosse bella la libertà di prima. La libertà di farsi un bagno caldo con un libro, di andare al cinema a guardare un film che non sia un cartone animato, di uscire con gli amici ogni volta che si vuole, di fissare i propri orari a seconda delle proprie necessità.

Non bisogna sentirsi in colpa. Perché è totalmente ok innervosirsi per le urla che arrivano dal salotto quando siamo sotto la doccia. È ok lamentarsi che il letto non venga mai rifatto perché non c’è tempo. È ok pensare che prima le faccende di casa fossero più semplici. È ok spazientirsi quando la tovaglia appena lavata si macchia di sugo. È ok voler passare del tempo con amici adulti che non parlino solo di Peppa Pig e pannolini usa e getta o lavabili.

Allo stesso modo, è ok ordinare la spesa a casa per risparmiare tempo. È ok ordinare il cibo da asporto. È ok stare tutto il giorno in tuta, o volersi truccare anche in casa per sentirsi belle. Non importa se a volte non riusciamo a cucinare un pranzo o una cena perfettamente sani ai bambini. Non importa se preferiamo giocare con loro a memory sul tappeto invece di lavare i piatti.

È ok, insomma, adottare tutte quelle soluzioni che ci facilitano la vita. E chissenefrega di quello che dice la gente, di quello che consiglia la zia Ignazia, di quello che vogliono fare passare in tv, della perfezione che vediamo su Instagram. Una mamma vera è una mamma di una famiglia vera, non di una famiglia perfetta. E la perfezione è solo sentirsi bene con se stesse e con i propri figli e il proprio compagno. È sentirsi libere di poter scoraggiarsi e rimpiangere la vita di prima, godendosi comunque appieno tutto ciò che di bello porta con sé la maternità. Non siamo robot e mai lo saremo. Siamo umane, e tutto questo è normale e legittimo.

Gli usi dell’olio di cocco

Giovedì, 10 Gennaio 2019 10:04

Quando lo scopri, poi diviene difficile abbandonarlo: l’olio di cocco ha così tanti utilizzi da essere praticamente un ingrediente preziosissimo a casa. Lo possiamo infatti utilizzare per le preparazioni alimentari, per la cura della persona, per la pulizia della casa… Spesso però non conosciamo tutti questi usi e rischiamo di sprecare un elemento che invece può diventare un alleato davvero insostituibile!

Ecco quindi la guida definitiva all’utilizzo dell’olio di cocco in casa, per il cibo e per la nostra bellezza quotidiana.

Gli usi dell’olio di cocco: dall’alimentazione alla cosmetica, dalla cura della casa a quella della persona, come utilizzare l’olio di cocco quotidianamente

Per l’energia: mixando l’olio di cocco con i semi di chia otteniamo un energizzante davvero efficace. Prendiamone un cucchiaio nei momenti di stress e fatica, come al pomeriggio, al posto del caffè o durante lo sport!

Per friggere: l’olio di cocco ha un punto di fumo molto alto e questo si traduce in una elevata capacità di reggere le alte temperatura che le cotture fritte richiedono. Ottimo, quindi, anche in forno e in padella al posto del classico olio di semi.

Per le uova: spennellando il guscio delle uova con dell’olio di cocco, questo provvederà a chiudere meglio i pori del guscio aumentando così i giorni di conservazione delle stesse in frigorifero.

Negli smoothies e frullati: oltre a dare una consistenza più cremosa ai nostri frullati e smoothies, l’olio di cocco aggiunto nel mixer (ne bastano uno o due cucchiaini) aumenta la capacità di frutta e verdura di contrastare il colesterolo cattivo.

Come idratante per il corpo: sia sul viso che sul corpo, l’olio di cocco è un ottimo idratante. Non è grasso e unto come pensiamo, ma, anzi, si asciuga rapidamente e lascia la pelle morbida e liscia. Anche la consistenza aiuta: essendo quasi solido, a temperatura ambiente, come la crema si scioglie non appena lo sfreghiamo tra le mani.

Come struccante: possiamo usare l’olio di cocco anche prima di idratare la pelle, per struccarci dal make up. Utilizziamolo proprio come se fosse crema, sfregandolo sulla pelle del viso in movimenti circolari, quindi togliamolo con un panno morbido tiepido o con dell’acqua fresca.

Come lubrificante intimo: è antibatterico, antifungineo e antibiotico naturale e non contiene ingredienti chimici potenzialmente pericolosi. La sua consistenza, poi, è ideale per lubrificare. Ecco perché possiamo potenzialmente gettare tutti gli altri lubrificanti intimi e utilizzare semplicemente l’olio di cocco!

Contro l’acne: essendo, appunto, antibatterico e antibiotico naturale, l’olio di cocco aiuta contro l’acne. Basta utilizzarlo, combinato con olio essenziale di tee tree e miele, come detergente o come crema idratante.

Contro la cellulite: per le sue proprietà e per la consistenza, l’olio di cocco è utilissimo per i massaggi anticellulite. Mischiamo un cucchiaio di olio di cocco con 10 gocce di olio essenziale d’uva e massaggiamo con forza con movimenti circolari le zone colpite dalla cellulite. La buccia d’arancia ne trarrà davvero beneficio!

Come dentifricio: possiamo creare in casa un dentifricio naturale semplicemente mischiando una parte di olio di cocco con una uguale parte di bicarbonato di sodio, da spazzolare poi come un normale dentifricio. Possiamo anche aggiungere una goccia di olio essenziale di menta per rinfrescare del tutto il cavo orale.

Per l’oil pulling: per detergere ancora più a fondo la bocca e ottenere tutti i benefici della medicina ayurvedica, possiamo utilizzare l’olio di cocco per il nostro oil pulling quotidiano. E qui trovate il nostro articolo dedicato a questa pratica.

Come crema solare quotidiana: l’olio di cocco ha un naturale SPF di 4. Ecco perché quando lo utilizziamo come crema idratante agisce anche come protezione solare! Basta riapplicarlo più volte nel corso della giornata.

Per sbloccare le cerniere bloccate: essendo un lubrificante naturale, basta strofinare un po’ di olio di cocco sulle zip bloccate per renderle più scorrevoli.

Per rimuovere le gomme masticate da capelli e tessuti: non macchia e non unge, ma lubrifica. Quindi, l’olio di cocco è ideale per rimediare alle gomme da masticare appiccicate su capelli o tessuti: strofinandolo le renderemo più scivolose, e alla fine non lascerà macchie.

Per rinnovare le calzature: strofinandolo su vecchi stivali in cuoio o pelle (e anche sui gubbini!) otterremo un effetto lucido davvero naturale, non troppo shiny, e i materiali sembreranno rinnovati, come nuovi.

Per lucidare i mobili: al posto della cera e dei prodotti chimici, possiamo strofinare (aiutandoci con un panno) dell’olio di cocco sui mobili in legno, sul granito e sulle superfici in metallo per renderle più pulite e scintillanti.

Chi ha figli adolescenti lo sa: se il problema quando erano piccoli era che non mangiavano o che disdegnavano le verdure, l’adolescenza porta con sé il problema del cibo spazzatura e della variazione delle abitudini alimentari. Perché per quanto quando sono piccoli riusiamo a tenerli abbastanza lontani dal junk food, i nostri figli crescendo ne rimangono sempre affascinati. E il mondo esterno non aiuta: al di là degli strappi alla regola (che ci stanno sempre!), ogni giorno è punteggiato da tentazioni qua e là ed è difficilissimo tenerli a bada.

Stefania Ruggeri è una mamma come noi, di due adolescenti, ed è anche nutrizionista. Per questo ha pensato di unire le due esperienze e di venire in aiuto di tutti noi, scrivendo il libro “Mamma, che fame!”, edito da Sonzogno. Il sottotitolo dice tutto: “Adolescenti: dall’acne al peso, i consigli pratici (e le ricette) della nutrizionista”.

“Mamma, che fame!”, per i genitori di adolescenti che non vogliono rinunciare alla sana alimentazione: il libro di Stefani Ruggeri per guidare le mamme dei teenager nel mondo del mangiare sano

Abbasso il cibo che fa bene”: questa era la filosofia delle due figlie della dottoressa Stefania Ruggeri in adolescenza. Anche lei, come molti genitori, si è trovata scoraggiata di fronte al nuovo atteggiamento delle ragazze, che non hanno attraversato una fase di ribellione solo in fatto di piercing e tatuaggi, ma anche riguardo al mangiar sano che la mamma aveva sempre cercato di trasmettere loro. Ma oltre allo scoraggiamento c’era anche la consapevolezza della delicatezza del periodo. Ovvero: per tutti gli scienziati e nutrizionisti, l’adolescenza è il periodo più importante e fragile in fatto di alimentazione, poiché è durante essa che gli esseri umani costruiscono gran parte del loro rapporto con il cibo.

Oltre a questo, la sua esperienza di mamma l’ha portata ad osservare alcuni comportamenti che gli adolescenti, in genere, adottano. Come quello delle fissazioni. Ci sono i figli di carnivori che diventano vegani, gli adolescenti che si danno alla palestra e riempiono le dispense di beveroni, i modaioli che mangerebbero ogni giorno sushi, quelli che, volenti o nolenti, si ritrovano a mangiare spessissimo fuori casa…

Ecco allora che Stefania Ruggeri in "Mamma, che fame!" analizza i fatti e propone strategie alternative, come quelle per limitare i danni dei frequenti pranzi e cene fuori (con ricette di piatti di recupero davvero interessanti!).

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Parla poi dei più frequenti problemi adolescenziali, primo su tutti l’alcool, al quale si affiancano l’amore per il cibo spazzatura e i dolci a tutto spiano, la dipendenza da bibite zuccherate e gassate o, al contrario, l’eccessiva attenzione verso le calorie (soprattutto da parte delle ragazze).

E anche per i genitori di adolescenti che decidono di diventare vegetariani o vegani la mamma e nutrizionista Stefania ha preziosi consigli. Già, perché in ogni caso il vegetarianesimo e il veganesimo sono regimi alimentari, sono diete, e come tali vanno trattati, stando attenti alle carenze di nutrienti. Anche qui ci sono ricette a iosa, e sono davvero golose e gustose, a partire dalle insalate fino ad arrivare ai polpettoni di verdure e alle torte.

Insomma, l’adolescenza pone moltissimi problemi anche in fatto di nutrizione, e non sono da sottovalutare, perché l’alimentazione va di pari passo con lo stile di vita.

Il libro è divertente, pieno di aneddoti personali che rendono tutto più leggero, e soprattutto è scritto con parole semplici e concetti che tutti possiamo comprendere, con la sicurezza che a scrivere è qualcuno che ne sa, di cui ci possiamo fidare.

Sara Polotti

Oltre alle frittelle, alle chiacchiere e alle ciambelle, il carnevale italiano ha davvero moltissime ricette di dolci golosissimi, che i bambini amano da impazzire. C’è però da dire che, naturalmente, i dolci di carnevale sono spesso pesanti, grassi e unti, e per questo in molti li considerano cibo spazzatura.

A volte, però, basta variare di poco le ricette tradizionali dei dolci di carnevale per renderle più leggeri e godersi così fino in fondo, senza sensi di colpa, questa festività amata da grandi e bambini.

Ecco quindi una ricetta per un dolce di carnevale delizioso, leggero e buonissimo, che arriva direttamente dalla tradizione toscana.

Un dolce di carnevale leggero, i crostoli non fritti: la ricetta dei dolcetti carnevaleschi toscani e veneti al forno

I crostoli sono un tipico dolce di carnevale che viene dalla Toscana, ma che è presente anche in Veneto. Sono molto simili alle chiacchiere di carnevale (dette anche frappe o bugie a seconda della zona in cui ci si trova), e infatti si presentano come dei piccoli rettangoli di sfoglia dolce fragranti e gustosi.

Solitamente vengono fritti nell’olio bollente e per questo sono parecchio pesanti e poco salutari. Inoltre, al loro interno hanno del burro, che in molti preferiscono non utilizzare. Ma la nostra versione prevede la cottura dei crostoli al forno, oltre che l’utilizzo della margarina vegetale, in modo da renderli più sani senza tuttavia (ve lo assicuriamo!) perderne il gusto, la croccantezza e la golosità.

Igiene intima della donna, 4 errori da non fare

Mercoledì, 09 Gennaio 2019 10:26

Siamo adulte e di conseguenza la nostra routine di igiene intima è probabilmente ormai consolidata. Tuttavia ci sono degli errori abbastanza comuni che molte di noi ancora fanno e che purtroppo portano con sé spiacevoli conseguenze.

Non disperate: non è mai troppo tardi per cambiare e per cominciare a occuparci delle nostre zone intime come si deve, con tanta cura e con le giuste attenzioni.

Igiene intima della donna, 4 errori da non fare: quali sono le pratiche più comuni che compromettono la nostra igiene intima femminile

Lavarsi troppo

Lavarsi spesso non significa necessariamente essere più puliti, e soprattutto non significa essere più igienici. Soprattutto quando parliamo delle nostre zone intime: lavarsi troppo è controproducente poiché lavandoci troppo spesso alteriamo il pH della nostra vagina e soprattutto compromettiamo il suo ecosistema naturale. Questo accade soprattutto perché utilizziamo detergenti troppo aggressivi e non naturali. Meglio sempre scegliere qualcosa che rispetti il pH specifico della donna (e per le nostre bambine, invece, qualcosa di specifico per loro). Lavandoci troppo frequentemente e troppo aggressivamente, quindi, i rischi sono alti: dalla candidosi alla secchezza vaginale, fino alle infezioni croniche. E lo stesso vale per le lavande vaginali.

Detergersi e pulirsi nel verso sbagliato

Lo sappiamo, sembrerebbe più semplice e ergonomico, ma la cattiva notizia è che è assolutamente scorretto lavarsi e pulirsi dal basso verso l’alto. Dobbiamo sempre procedere dall’alto verso il basso, sia con la carta igienica che sul bidet, per evitare che i batteri e i germi della zona anale contaminino la vagina.

Non fare pipì dopo un rapporto

Fare pipì dopo un rapporto sessuale è assolutamente consigliato. Questo perché grazie all’urina riusciamo ad eliminare anche molti dei batteri che potrebbero essersi annidati nell’uretra, quelli che spesso causano le cistiti. Bene anche lavarsi, ma semplicemente con acqua calda (per evitare, appunto, di essere troppo aggressive ripetendo il lavaggio per più di una volta al giorno) e di nuovo dall’alto verso dietro.

Utilizzare intimo colorato e sintetico e non cambiare l’assorbente

Sembra scontato, ma l’intimo migliore che possiamo scegliere è quello in cotone organico, senza fronzoli o pizzi. Questo perché la maggior parte delle mutandine un po’ più frivole sono prodotte con filati sintetici che non lasciano traspirare le nostre zone intime e favorendo così la creazione di un ambiente batterico e micotico pericoloso, causa di infezioni e fastidi. E ricordiamoci di lavare sempre il nostro intimo ad alte temperature, in modo da disinfettare a fondo ed eliminare la maggior parte dei batteri.

Per lo stesso motivo (la creazione di un ambiente malsano) dobbiamo ricordarci di cambiare spesso l’assorbente (che sia interno o esterno) o la coppetta mestruale.

Sara

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Cecilia

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