Il pianto del bambino è il suo principale strumento di comunicazione. O meglio. Quello più immediato e riconoscibile. Ma se in effetti capiamo al volo che vuole dirci qualcosa, più difficile è il capire “cosa” in particolare. Vi avevamo già quindi parlato di quali sono i differenti tipi di pianto, come si riconosce il pianto da fame, quello da sonno, di come esistano posizioni in grado di prevenire il pianto inconsolabile e di cosa questo significhi realmente.
Ora però arriva un’altra tecnica. Una tecnica in realtà antichissima, la cui efficacia sulla sua capacità di calmare il pianto dei bimbi (che fanno impazzire i genitori, che non dormono più...) è stata dimostrata proprio recentemente. Parliamo dell’agopuntura, studiata in relazione al pianto dei bambini da un team svedese.
Contro il pianto del bambino è efficace l’agopuntura: uno studio svedese dimostra come l’antica tecnica orientale aiuti contro le crisi di pianto dei neonati
Essendo moltissimi i bambini che soffrono di pianti serali dovuti a coliche o ad altri motivi più reconditi, ed essendo che questi pianti sconvolgono le vite di molti genitori (che non riuscendo a dormire o a rilassarsi ne sentono tutto il peso), cercare una soluzione al problema sembra doveroso. Ma un team di ricercatori svedesi ha scoperto che questa soluzione non era da cercare in qualcosa di nuovo o in tecniche innovative. La risposta era dietro l’angolo, ed era una tecnica conosciuta da secoli.
Naturalmente, questo studio non voleva trovare una soluzione totale al pianto, poiché questo, come accennavamo, è l’unico segnale di comunicazione che possiedono i bambini, e di conseguenza azzerarlo è deleterio e non auspicabile. L’obiettivo, quindi, era quello di trovare una soluzione blanda ed efficace al problema in quei bambini nei quali le crisi di pianto sono effettivamente lunghe, frequenti ed esasperanti (più di tre ore al giorno).
L’agopuntura, insomma, non è una tecnica utilizzabile solo dagli adulti, ma anche dai più piccoli, che possono trovare sollievo a questo problema la cui causa risiederebbe nella presenza di piccole bolle di gas nell’intestino, difficili da individuare e davvero insidiose.
Quattro centri di salute infantile in Svezia sono stati quindi coinvolti nello studio, che ha visto porre il focus su 147 bambini colpiti da colica del lattante, tutti facenti parte della fascia d’età 2-8 settimane di vita. Divisi per gruppi, i bambini hanno così sperimentato come l’agopuntura praticata per due volte a settimana per due settimane (con pressioni per 2-5 secondi su un solo punto di applicazione il primo gruppo, per 30 secondi su 5 punti di applicazione il secondo) - oppure non praticata per niente - avesse conseguenze su questo pianto.
Come fisiologicamente ci si aspettava, al temine delle due settimane di trial per tutti i bambini il pianto diminuiva a prescindere che fossero trattati con agopuntura o meno (poiché le coliche tendono a diminuire con il passare del tempo), ma il dato significativo si è verificato proprio durante la seconda settimana di analisi, periodo nel quale i bambini trattati con l’agopuntura smettevano già di piangere, a differenza dei coetanei non trattati.
L’altro dato significativo si poi verificato una volta concluso il trial. Nei giorni successivi, infatti, i bimbi che avevano beneficiato dell’agopuntura tendevano a piangere meno dei loro “colleghi”, per i quali le crisi di pianto persistevano in maniera più massiccia.
Da dove proviene, quindi, questa efficacia? L’agopuntura, nello specifico, prevede l’applicazione di aghi su alcuni punti corporei e lungo determinate linee fisiche che, a seconda della patologia da trattare, toccano punti nevralgici adibiti alla produzione di endorfine. E queste agiscono spesso come antidolorifico (in questo caso sull’intestino del bambino). Per questo motivo, però, il trattamento sarà efficace probabilmente solo su quei neonati che effettivamente soffrono di coliche, e non di altri disturbi meno riconoscibili (come possono essere la difficoltà di comunicazione, il sonno o il bisogno di contatto).
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