Oltre ai fiori di Bach e a quelli australiani, c'è un altro tipo di floriterapia, che si basa sui medesimi principi filosofici e tecnici e che però prevede fiori colti in un'altra ben determinata zona: la California. Nello specifico, si tratta delle colture naturali della Sierra Nevada, ancora per lo più incontaminate e quindi molto più ricche di energia vitale rispetto ai campi coltivati dall'uomo.
Ecco la floriterapia con i fiori californiani: dalla Sierra Nevada il potere benefico del repertorio di floriterapia californiana
La prerogativa di questi fiori, come d'altronde di quelli che prevede la floriterapia australiana con i fiori della zona vergine del Bush, è il fatto di provenire da un territorio non ancora inquinato (o perlomeno abbastanza puro e non raggiunto dalla civilizzazione), fornendo così all'uomo una forza vitale ed un'energia impareggiabili.
Come tutti i filoni della floriterapia quella con i fiori californiani vuole essere per l'individuo un modo di risolvere i problemi fisici partendo dallo spirito, dalla mente, che grazie all'essenza delle piante possono purificarsi, liberarsi e riequilibrarsi per raggiungere una positività che investe poi direttamente anche il corpo.
Rispetto ai fiori di Bach, però, le varietà sono molte di più. Il dottor Edward Bach, infatti, ne selezionò trentotto. Qui parliamo di addirittura centotre specie floreali, ognuna dedicata ad uno specifico problema mentale e spirituale che può inficiare il buon funzionamento dell'organismo, esattamente come spiegato dalle scienze che indagano i problemi psicosomatici.
La cosa curiosa di questa floriterapia californiana è che i problemi a cui si riferiscono i fiori sono molto dettagliati, specifici e addirittura moderni e contemporanei. Un esempio? Rimedi contro le donne che rifiutano la propria femminilità (il giglio alpino), contro le radiazioni, contro la paura dell'affollamento metropolitano, contro la lingua troppo tagliente (la calendula). Tutti problemi, come anche quelli relativi ai disturbi dell'alimentazione come l'anoressia o la bulimia e come l'inquinamento, che al tempo del dottor Bach non erano ancora importanti o conosciuti, e che invece con i fiori californiani trovano un valido e alternativo rimedio.
Ma da dove viene la conoscenza attorno a questi fiori? Dobbiamo tornare indietro, alla fine degli anni Settanta, quando un gruppo di ricercatori con a caso Patricia Kaminski e Richard Kats, fondatori della FES (Flower Essence Society), iniziarono a studiare i fiori della loro terra per carpirne i benefici. Combinando la floriterapia con le scienze medico-olistiche, con la botanica e con la psicologia hanno osservato a fondo le piante e i fiori, l'ambiente circostante e i rapporti con i fiori, per giungere a definire esattamente quale fiore è adatto ad una particolare condizione.
La terapia è molto simile alle altre floriterapiche, e consiste cioè nell'assumere le gocce di essenze pure sulla lingua, due/quattro (a seconda dell'intensità desiderata e a seconda della prescrizione) per quattro volte al giorno, oppure delle sinergie.
Solitamente i fiori californiani si trovano in commercio in stock bottle da dieci millilitri. La miscela si prepara quindi mescolando le essenze scelte (fino a cinque) in una boccetta in vetro con contagocce (da trenta millilitri). Dopo aver versato sul fondo due cucchiaini di brandy si aggiungono quindi due gocce per essenza, riempiendo poi la bottiglietta di acqua minerale naturale.
Come ogni volta quando si tratta di floriterapia, potete stare sicuri: non vi sono controindicazioni, non è tossica, non si incorre in effetti collaterali. Ecco perché i fiori possono essere mischiati, ed ecco perché la terapia è indicata e consigliata anche per i bambini!
Su questo sito trovate l'elenco dei fiori californiani: http://www.scienzenoetiche.it/holos/defusione/fiori_californiani.php
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