Si chiama didattica esperienzale o apprendimento esperienziale. Cos’è? È uno strumento didattico che si basa sulla esperienza, un processo attivo per imparare che parte dall’azione, dalla sperimentazione concreta di situazioni e dall’esperienza diretta dei concetti. In Italia è poco conosciuto, anche se molti insegnanti, anche senza rendersene conto, utilizzano strumenti che gli si avvicinano. Implementarli significa però dare ai ragazzi strumenti in più non solo per imparare, ma anche per crescere. Vediamo ...

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Rifiutare la realtà, accettare di buon grado, non capire fino in fondo cosa significhi, cercare informazioni a destra e a manca, non capacitarsi: ogni genitore e ogni famiglia reagiscono in modo differente alla diagnosi di dislessia del proprio figlio. Ma indipendentemente dal sentimento provato (che è sempre lecito e legittimo), la cosa da fare è una sola: attivarsi per aiutare il proprio figlio, che ha bisogno di sostegno in questo ...

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Cos’è un lapbook? Si tratta, semplificando le parole, di un materiale tridimensionale concettuale, un volume creato con le proprie mani per raccogliere le informazioni che stiamo imparando riguardo ad un determinato argomento che si trasforma in un libro pop-up e interattivo che percorre una sorta di mappa concettuale che tocca svariati argomenti. In altre parole, se vogliamo, è un metodo concreto per imparare, poiché i bambini, creando con le proprie mani ...

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Rispetto a qualche anno fa, è vero, sono aumentate a dismisura le diagnosi di disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) e di bisogni educativi speciali (BES). Certo: “una volta non ce n’erano così tanti” è una delle frasi più gettonate. Tuttavia è sbagliato pensare che ci sia un eccesso di medicalizzazione, o che ci sia un atto un fenomeno per il quale ci si approfitta della situazione. Il problema sarebbe invece che nonostante ...

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La scuola finlandese è tra le più all’avanguardia tra quelle di tutto il mondo. E non perché utilizzi metodi alieni o impossibili da comprendere, ma perché ha fatto di pochi e semplici pilastri la base sulla quale fondare l’educazione dei ragazzi, che stanno sempre al centro del discorso con i loro talenti, le loro capacità, le loro difficoltà e le loro esigenze. Nello specifico vi avevamo già parlato di come funziona ...

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Fare scuola inclusiva non significa solo ricorrere al Circle Time di tanto in tanto. Una scuola inclusiva significa una scuola che coinvolga tutti, che si soffermi sui reali bisogni dei bambini e che promuova la cooperazione, facendo sì che ogni bambino contribuisca con i suoi punti di forza e con le sue debolezze. In questo senso la casa editrice Erickson ha pubblicato molto recentemente quattro volumi utilissimi per chi vuole conoscere meglio ...

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Siamo abituati alle lezioni classiche, praticamente in tutte le scuole: lezioni frontali, compiti, verifiche, interrogazioni e voti. Quello che non sappiamo è che in realtà esistono metodi educativi e approcci didattici davvero innovativi. Sono numerosi, e gli insegnanti che stanno iniziando (almeno) ad integrarli nei loro programmi, affiancandoli alle classiche lezioni, sono fortunatamente sempre di più. Gli approcci a cui ci riferiamo sono innovativi perché mettono al centro il bambino e ...

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Oddio, è già in prima elementare. Oddio, è già in seconda. Ommioddio! È già in terza liceo! Gli anni passano veloci veloci, vero? E tutti i bei ricordi rischiano sempre di perdersi tra i quaderni scarabocchiati in cantina, tutti accatastati e mai più riesumati. Tuttavia ogni tanto riguardare i vecchi temi, i dettati, i compiti delle vacanze nei quali i bimbi dovevano raccontare la loro giornata preferita, le prime operazioni e ...

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Argomento scottante sul quale avevamo già detto la nostra: i compiti a casa. Non lo abbiamo mai negato: secondo noi, anche se non del tutto inutili, i compiti non sono davvero uno strumento efficace. O, almeno, non lo sono nel modo nel quale sono concepiti oggigiorno. Sono troppi, almeno alle elementari, e non ci stancheremo di dirlo. Se già le statistiche ci dicevano qualcosa in questo senso (e cioè che il ...

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Proprio qualche giorno fa vi abbiamo parlato di un libro che ci ha aperto gli occhi sull’importanza del gioco libero per i bambini. Il libro in questione è “Lasciateli giocare” di Peter Gray, uno studio dello psicologo che mette in luce come il gioco non supervisionato sia l’attività preferibile per i nostri figli, che in questo modo, liberi dalle regole e dagli schemi pre-impostati dagli adulti, possono finalmente imparare a ...

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Sara

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Cecilia

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