Purtroppo, i giovani d’oggi non conoscono l’AIDS. Se noi millennial siamo cresciuti con i media che giustamente martellavano sull’importanza della prevenzione, avendo abbassato la guardia aumentano sempre di più i casi di HIV tra i più giovani. E lo stesso, purtroppo, sta accadendo con la droga. Secondo Ansa, infatti, il consumo di droghe tra gli adolescenti è in costante aumento e noi genitori non dovremmo chiudere gli occhi pensando “Ma sì, tanto non mi riguarda”.
Adolescenti e droga, aumentano sempre di più i casi: perché la prevenzione deve partire in casa
Dall’inizio della pandemia, a quanto pare, il costo delle droghe si è abbassato e il mercato è diventato sempre più capillare su tutto il territorio italiano, grazie, anche, alla vendita online che permette ai consumatori di approvvigionarsi da casa. E tantissimi di questi consumatori sono adolescenti e giovanissimi.
“L'allarme è emerso durante la Commissione Parlamentare per l'Infanzia e l'Adolescenza nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle dipendenze patologiche diffuse tra i giovani”, spiegano su Ansa. “A lanciarlo sono stati i presidenti della Federazione servizi dipendenze (FederSerD), della Federazione italiana comunità terapeutiche (Fict) e del Coordinamento nazionale dei coordinamenti regionali che operano nel campo dei trattamenti delle dipendenze (InterCear).
I dati ufficiali del 2018 parlano chiaro: 1 ragazzo su 3 (tra i 15 e i 19 anni) dichiarava di avere fatto uso di sostanze illegali e da allora l’età si sta abbassando e i numeri alzando. Ora anche i giovanissimi tra gli 11 e i 14 anni ne fanno uso.
Soprattutto, le sostanze continuano a cambiare, e alcool, analgesici oppiacei, benzodiazepine ed altri psicofarmaci vengono ormai assunti anche in mix, nel cosiddetto “policonsumo” pericolosissimo tra gli adolescenti.
Il problema è la mancanza di prevenzione, informazione e supporto. I centri dedicati a questo tema, in Italia, esistono, ma sono pochissimi i giovani che a loro si rivolgono spontaneamente.
La soluzione, dicono gli esperti a Ansa, sarebbe “agire sul territorio e costruire delle relazioni, ripensando i servizi classici in base a queste nuove tendenze giovanili e attivando percorsi di prevenzione strutturati specifici per minori con dipendenze”. In Italia ne esistono infatti pochissimi, nonostante i numeri dell’emergenza, anche a causa dell’inglobamento del fondo nazionale antidroga nel più ampio fondo delle politiche sociali nazionali.
Accanto a tutto ciò, è bene non abbassare la guardia nemmeno a casa. Come per l’AIDS (con i nostri genitori che ci spiegavano a fondo i rischi del sesso non protetto), come per la differenziata (che i ragazzi hanno cominciato a seguire quando è stata introdotta nelle famiglie): l’ambiente familiare è fondamentale quando si parla di prevenzione. E per farlo, c’è bisogno di dialogo, fiducia, chiarezza ed esempio positivo.