Molte persone adulte (moltissime!) ancora condividono fake news come se fossero notizie vere e verificate. I problemi sono due: la mancanza di consapevolezza, ma anche la precisione con cui queste notizie vengono diffuse. Sono sempre più verosimili e graficamente ambigue. Non stupisce, quindi, che anche i ragazzi - nativi digitali ma non per questo attrezzati - non siano in grado di riconoscerle.
È molto pericoloso: se i ragazzi e le ragazze non imparano a riconoscere le notizie false, il rischio immediato è che diventino facili prede della disinformazione. Credere a informazioni sbagliate può portarli a fare scelte dannose per la loro salute, come affidarsi a cure non scientifiche o cadere in truffe online. I social, poi, amplificano il problema: più interagiscono con contenuti falsi, più gli algoritmi continuano a proporglieli, chiudendoli in una bolla che rafforza convinzioni errate e li allontana dalla realtà.
Nel lungo periodo, la mancanza di pensiero critico può renderli più vulnerabili alla manipolazione, limitando la loro capacità di analizzare le informazioni in modo autonomo. Una generazione che non sa distinguere il vero dal falso rischia di alimentare il dilagare di teorie del complotto e di discorsi d’odio, influenzando non solo le proprie vite, ma anche il futuro della società. Se la maggior parte delle persone non sa più riconoscere una fonte attendibile, il dibattito pubblico si trasforma in un caos di opinioni infondate, dove chi urla più forte ha più visibilità. Questo mina la fiducia nelle istituzioni, nella scienza e nel giornalismo, mettendo in crisi la capacità collettiva di affrontare problemi complessi.
Informarsi sui social
Per questo è essenziale insegnare fin da subito a verificare le fonti, a porsi domande e a non accettare passivamente tutto ciò che compare sullo schermo. Essere informati nel modo giusto non è solo una questione individuale, ma una responsabilità che riguarda tutti. Anche perché sempre più giovani usano i social come fonte principale di informazione, ma senza strumenti adeguati. Secondo una ricerca condotta da Ipsos, Osservatorio giovani dell’istituto Toniolo e Parole O_stili, il 31% dei ragazzi e delle ragazze mette like a notizie non verificate e il 51% utilizza i social per informarsi.
Lo studio ha coinvolto oltre 4.800 studenti di scuole secondarie e ha rilevato che la maggior parte dei giovani crede di saper riconoscere una fake news, ma molti continuano a interagire con contenuti falsi senza verificare le fonti. Il tempo passato sui social è un fattore chiave: chi li usa più di tre ore al giorno condivide molte più fake news rispetto a chi li utilizza meno.
L’80% dei ragazzi e delle ragazze ritiene che la scuola dovrebbe insegnare come riconoscere le notizie false, mentre solo un genitore su tre affronta il tema dell’uso consapevole di internet in famiglia. Questo lascia molti adolescenti senza una guida adeguata nel gestire l’informazione online.
Educare alla verifica
Il fenomeno delle fake news non riguarda solo i più giovani: anche chi ha maggiori competenze digitali può cadere in errore. Per questo è fondamentale insegnare a tutti l’importanza della verifica delle fonti, promuovendo un uso più consapevole dei social e dell’informazione online.
Educare alla verifica delle informazioni significa fornire strumenti pratici che aiutino a distinguere il vero dal falso. Non basta dire ai ragazzi e alle ragazze di "non credere a tutto", bisogna insegnare loro come farlo, con metodi semplici e applicabili nella vita quotidiana.
Insegnare il dubbio come abitudine
Il primo passo è sviluppare un atteggiamento critico verso le notizie. Davanti a un titolo sensazionale o a un post virale, è utile chiedersi: Chi lo dice? Dove l’ho letto? Perché mi sta venendo mostrato? Queste domande aiutano a capire se un’informazione merita fiducia o se serve approfondire.
Usare fonti affidabili
Bisogna insegnare a riconoscere le testate giornalistiche serie e i siti istituzionali, distinguendoli da blog poco attendibili o pagine social senza alcuna credibilità. Un buon esercizio è confrontare la stessa notizia su più fonti: se viene riportata solo da siti sconosciuti o da chi ha un chiaro interesse a diffonderla, c’è un problema.
Verificare le immagini e i video
Molte fake news si diffondono attraverso contenuti visivi manipolati. Strumenti come Google Immagini o siti di fact-checking (come Bufale.net o Facta) permettono di controllare se una foto è stata modificata o se un video è stato decontestualizzato.
Capire come funzionano i social
Le piattaforme mostrano contenuti basati sugli interessi dell’utente, non sulla loro veridicità. I ragazzi e le ragazze devono sapere che ciò che vedono non è sempre rappresentativo della realtà, ma è selezionato da algoritmi per catturare la loro attenzione.
Sperimentare la verifica in classe e in famiglia
A scuola, si possono fare esercizi pratici di fact-checking su notizie virali. In famiglia, può essere utile discutere insieme delle informazioni trovate online, mostrando come verificarle. L’obiettivo non è solo proteggere i più giovani, ma renderli capaci di difendersi da soli dalla disinformazione.