Che siamo in zona rossa, zona arancio, zona gialla o zona rosa shocking non fa differenza. Deve entrarci in testa: DOBBIAMO STARE A CASA.
Se in tutta Italia hanno chiuso le scuole per il coronavirus Covid-19 un motivo c’è. Perché rischiare di allungare potenzialmente in maniera esponenziale il contagio solo per non privare nostro figlio della compagnia degli amici o di una festa di compleanno?
Le scene di ragazzini accalcati nei centri commerciali a vedere il loro idolo, di partitelle al parco tutti sudati, di feste di compleanno non rimandate e di inviti a casa per fare i compiti tutti insieme fanno riflettere. Non sono scelte innocue, anzi.
Si tratta di una situazione di EMERGENZA. Non è la normalità. E per un po’ possiamo anche resistere, per il bene di tutti. Anche di noi stessi.
Perché in questo momento dobbiamo stare a casa e dire di no alle festine e alle uscite con gli amichetti: la situazione CoVid-19 è pesante, ma dobbiamo seguire le regole
Le scuole sono chiuse in tutta Italia. Certo, è un disagio. Non sappiamo dove lasciare i bambini, non sappiamo come lavorare, e allo stesso tempo non sappiamo cosa accadrà a livello culturale e istruttivo, se resteranno fermi per troppo tempo. È una situazione assurda e gigantesca. Ma proprio perché è così assurda dobbiamo capire che è serissima.
Se le scuole hanno chiuso è per un motivo semplice: i bambini sono uno dei veicoli più efficaci di germi. Non hanno, come noi adulti, il senso dei confini. Si toccano, stanno vicinissimi, si soffiano il naso e si stringono le mani, starnutiscono senza mettere la mano davanti nonostante il migliaio di volte che glielo abbiamo ripetuto… E questo virus, non bastasse, è molto ma molto più contagioso di molti altri, e non abbiamo né difese né vaccini.
Perché, quindi, organizzare feste di compleanno, gruppi di studio e giornate di gioco a casa degli amichetti? Così vanifichiamo totalmente il lavoro delle istituzioni. Che non ci stanno obbligando a tenere i bambini a casa perché gli va, ma perché degli ESPERTI ci stanno mettendo in guardia. Molto seriamente.
La festina potremo farla a situazione sotto controllo. I gruppi di studio saranno consigliatissimi quando il virus sarà sconfitto. Ma in questo momento il gioco non vale la candela.
Ognuno di noi pensa di essere una goccia nel mare, di non fare la differenza. Pensa di non essere contagioso perché non ha nemmeno un sintomo. Ma basta una persona, bambino o adulto, anche asintomatica, a scatenare una catena di contagi potenzialmente enorme, anche senza rendersene conto. E a quel punto la situazione non tornerà più alla normalità, no? Stare a casa, al contrario, significa poter spezzare questa catena e tornare mooooolto più velocemente alla tanto amata routine, alle tanto agognate festicciole e - a quanto pare - ai tanto adorati gruppo di studio.
Non solo. Si parla sempre di “anziani” e “persone già compromesse”. Ma è giusto dare un volto a queste persone, anche in maniera egoistica. Si tratta dei nostri genitori, dei nostri nonni, dei nostri amici che stanno passando o hanno passato brutti periodi a livello di salute. Cosa accadrebbe se nostro figlio tornando da una festicciola, pur asintomatico, attaccasse il virus a loro? Ecco.
Le regole sono semplici e chiare, basta seguirle senza trovare cavilli. Perché i cavilli non fanno bene né a noi né agli altri, alla lunga. “Le rinunce che si stanno facendo per l'emergenza sono per il bene di tutti. Seguiamo le regole e l’Italia si rialzerà”, ha dichiarato proprio nelle scorse ore il premier Giuseppe Conte.
Cerchiamo di stare a casa. È difficile, è vero. Ma non impossibile. Stare a casa significa cercare di non uscire e cercare di vedere solo le solite persone che vivono con noi. Bisognerebbe evitare di vedere anche i nonni, soprattutto quelli più anziani, per il loro bene. Le soluzioni sembrano non esserci, ma ci sono, e anche quando è inevitabile uscire e andare a lavorare fuori casa, cerchiamo di lasciare i bambini con i nonni o con gli zii, o comunque con persone vicine, senza cambiare troppo spesso.
Evitiamo poi di uscire se non è necessario anche a livello extra lavorativo. Si può uscire con i bambini, certo, ma solo per recarsi in zone aperte e con poca gente. Sì, quindi, alle passeggiate in montagna in zone non troppo battute, ma no alle passeggiate in centro o - soprattutto! - nei centri commerciali. Ci saranno anche degli eventi non cancellati, ma è assolutamente sconsigliato andarci. È lì che il pericolo di assembramento è al 100%.
Laviamoci molto spesso le mani ed evitiamo di toccarci il viso.
Cerchiamo di stare sempre ad un metro di distanza dalle altre persone.
Cerchiamo di uscire per fare la spesa solo se necessario, e quando lo facciamo stiamo attenti, cercando anche di andarci in orari non di punta, se possibile. Stiamo ad un metro dagli altri, non tocchiamoci la faccia, laviamoci le mani prima e subito dopo…
Quando incontriamo qualcuno che conosciamo, anche se è difficile (siamo italiani!), non abbracciamoci, non baciamoci e non stringiamoci la mano. Sarà strano e imbarazzante all’inizio, ma vale davvero la pena.
Chi ha la febbre, anche bassa, deve necessariamente stare a casa. Punto. Anche se non si è entrati in contatto con persone positive al Coronavirus. Potrebbe essere semplice influenza, ma potrebbe anche essere Covid-19. E se anche non fosse Covid-19, se è in corso un’influenza le nostre difese immunitarie sono più basse e potremmo prendere il Coronavirus più facilmente, con un decorso clinico più difficile.
E i nonni? Facciamoli stare a casa. Per molti sarà difficile non uscire per la passeggiata o non andare al bar con gli amici, ma è per il loro bene. E, sì, sarà estremamente difficile, ma è meglio non abbracciarli né baciarli.
Se invece temiamo di avere contratto proprio il coronavirus, atteniamoci alle disposizioni della nostra Regione e del governo, chiamando sempre il 112 e non andando direttamente in Pronto Soccorso, telefonando al numero unico per le informazioni (1500) oppure contattando i numeri verdi che variano di regione in regione:
LOMBARDIA: 800.894.545
VENETO: 800.462.340
PIEMONTE: 800.192.020
EMILIA ROMAGNA: 800.033.033
TRENTINO ALTO ADIGE: 800.751.751
FRIULI VENEZIA GIULIA: 800.500.300
TOSCANA: 800.556.060
CAMPANIA: 800.909.699
MARCHE: 800.936.677
CALABRIA: 800.767.676
VALLE D’AOSTA: 800.122.121
UMBRIA: 800.636.363