Detto anche “chiama angeli”, il bola messicano è uno dei must have della gravidanza. Un accessorio carino, stiloso e soprattutto ricco di significato e di tradizione, un piccolo gioiello che lega fin da subito mamma e bambino attraverso un dolce e delicato suono che li accompagnerà durante e dopo la gestazione.
Ma dove comprare il bola messicano? In tutte le gioiellerie o nei negozi di bigiotteria, oppure online. Qui abbiamo preparato per voi una selezione dei migliori, per tutte le tasche e per tutti i gusti.
Se non volete spendere troppo, su Amazon trovate il ciondolo chiama angeli base, semplice e liscio, con una lunga catenina che si appoggia sulla pancia proprio come da tradizione. Lo trovate qui e costa 9,99 euro.
Sempre su Amazon, un bola messicano un pochino più elaborato, in acciaio e ottone, con degli intagli delicati e molto belli. È della marca Bluespirit e costa 29 euro. Lo trovate qui.
A 24 euro su Amazon trovate anche questo bola dell’attesa davvero carino: oltre alla classica pallina, presenta un piccolissimo ciuccio. In rame ricoperto d’argento, contiene il classico piccolo xilofono che produce il tipico suono dolce e cullante.
Anche su Etsy si trovano moltissimi ciondoli chiama angeli per la gravidanza, come questo classico, piccolo, tondo e lucido, a 24 euro.
Bellissimo anche questo bola su Etsy, a 29 euro, lavorato sula superficie e corredato da una piccola targhetta personalizzabile.
In questo negozio Etsy, infine, è possibile scegliere la catenina perfetta per il proprio chiama angeli (in questo caso classico, piccolo e liscio). La scelta è tra una catena semplice ed una finissima con piccole palline, molto elegante.
Foto di copertina: Etsy.
Il MUBA, il Museo dei Bambini di Milano, è sempre meraviglioso: tra mostre, laboratori ed iniziative ha sempre la proposta giusta per le famiglie, coniugando educazione e divertimento in maniera fenomenale e puntando sempre sulla sensorialità.
A settembre e ottobre tornerà il DidòLab: la Rotonda della Besana si trasformerà nuovamente nel luogo magico dove modellare con le proprie mani mondi fantastici. Le iscrizioni sono aperte, e ora vi spieghiamo tutto!
Il Museo dei Bambini di Milano si trova nella Rotonda della Besana, in un antico palazzo davvero affascinante che al suo interno ospita questo centro per lo sviluppo e la diffusione di progetti culturali dedicati all’infanzia, attraverso eventi che aiutano i bambini ad aprire il loro sguardo sul mondo con i cinque sensi, il pensiero, le mani e il divertimento.
A settembre e ottobre il MuBa riproporrà uno dei suoi laboratori più amati dai bimbi, la super esperienza in formato maxi DidòLab, con giornate dedicate alla più famosa pasta modellabile prodotta da F.I.L.A., con la quale il Mu.Ba collabora da vent’anni (tutta naturale, dato che è fatta con farina, acqua e sale!), durante le quali i bambini dai 2 ai 6 anni potranno sperimentare e costruire, modellare e sbizzarrirsi.
Nella cornice della Rotonda della Besana (in via Besana 12 a Milano) i bambini troveranno maxi vasche per una sperimentazione sensoriale unica e favolosa, un mondo incantato che è il sogno di ogni bambino: potranno così camminare a piedi nudi sulla pasta modellabile, provare e sperimentare con le impronte, le tracce e i segni, giocare “normalmente” con la pasta prelevandone piccole quantità e realizzando le forme che vogliono, creare opere d’arte come veri scultori grazie ai piccoli strumenti di lavoro in formato baby (forbici, trafile, matterelli e mirette)…
Il percorso è davvero divertente e meraviglioso ed è studiato ad hoc per stimolare le emozioni dei bambini attraverso la manipolazione e l’attività ludica e divertente.
I DidòLab si terranno sabato 28 settembre, domenica 29 settembre, sabato 19 ottobre e domenica 20 ottobre 2019, in diversi turni (alle 10, alle 11.30, alle 14, alle 15.30 e alle 17). Il costo a persona (adulti e bambini) è di 7 euro. Le iscrizioni possono essere effettuate esclusivamente online, a questo indirizzo sul sito del MuBa.
Per il resto, il MUBA è aperto alle famiglie con visite organizzate a orari fissi di ingresso e a numero chiuso della durata di 75 minuti, dal martedì al venerdì alle ore 17, i fine settimana e le vacanze scolastiche dalle ore 10 con ultimo ingresso alle ore 17. La programmazione può subire delle variazioni. Vi invitiamo a consultare sempre il calendario su www.muba.it.
“Tutto bene”. “Niente”. “Ma sì”. “Boh, non so…”. Sono solo alcune delle declinazioni delle risposte alla fatidica domanda che ogni giorno facciamo ai nostri figli: “Com’è andata oggi?”. Che si tratti della scuola, dell’allenamento di calcio o della lezione di karate, o ancora della giornata passata insieme agli amichetti, non ci si scappa: spesso i bambini sembrano non volerci raccontare nulla. Svicolano, rispondono distrattamente, evitano risposte lunghe…
E noi ci rassegniamo, dopo un po’. E ci frustriamo, diciamocelo. Perché vorremmo strappargli tutto il possibile, sapere ogni dettaglio, ogni minuto! E non per mero controllo (o almeno non solitamente), ma semplicemente perché DAVVERO ci interessa la loro giornata.
Come fare allora per far sì che i bambini ci raccontino davvero com’è andata, che ci diano davvero una risposta? Ecco qualche trucco.
Esatto, aspettare, portare pazienza: a volte la nostra frenesia di sapere ci porta a chiedere “com’è andata?” non appena i bambini salgono in macchina fuori da scuola, o appena mettono piede in casa dopo la giornata dagli amici, o nello spogliatoio della palestra. Ma come noi adulti anche loro si rilassano un attimo appena le attività finiscono, e magari semplicemente non hanno la forza o la voglia di rispondere proprio in quel momento. Proprio come quando, ad esempio, usciamo dal lavoro dopo una giornata importante in riunione: se qualcuno ci chiedesse subito “com’è andata” risponderemmo inconsciamente un po’ svogliati, mentre dopo una doccia rilassante e davanti alla cena avremmo più voglia e forza di parlarne, con un po’ più di entusiasmo e con la mente un po’ più sgombra.
Come spesso accade, l’esempio è il miglior metodo di educazione, perché i nostri figli imitano moltissimo ciò che facciamo noi. Se quindi noi per primi ci mettiamo nella condizione di condividere, allora spesso anche loro seguono il nostro esempio. Prima di chiedere: “Com’è andata?”, proviamo quindi a raccontare la nostra, di giornata. “Sai, oggi ho fatto una camminata in pausa pranzo. Al lavoro è stata una giornataccia, ma mi ha fatto molto bene. Ah, e in ufficio si è inceppata la fotocopiatrice!”. Sono tutti piccoli dettagli insignificanti, ma dettagliati e specifici. Ma alla domanda “E la tua giornata invece com’è andata?” i bambini si sentiranno più coinvolti e ascoltati, condividendo in maniera bilaterale, non sentendosi “sotto interrogatorio”. Ed è un esercizio d’abitudine: pian piano capiranno che condividere i racconti in famiglia è piacevole, divertente, utile e depressurizzante (perché anche quando succederà qualcosa di brutto potranno parlarne tranquillamente).
A volte basta invece concentrarsi sulle domande specifiche e non sul generico e classico: “Com’è andata?”. “Oggi a scuola hai fatto le tabelline?”. “Ti sei divertito a dipingere con gli acquerelli?”. “Hai litigato di nuovo con Giulio oppure oggi vi siete divertiti e basta?”. E ancora: “Hai imparato qualcosa di nuovo oggi?”. “Qual è la cosa più bella della giornata? E quella meno piacevole?”. In questo modo impareranno anche ad esprimere (e codificare) le loro emozioni.
In questo caso, ciò che mettiamo in campo sono l’empatia e la disponibilità. Quando un bambino è visibilmente stanco e non ha voglia di parlare, cerchiamo di capirlo subito. Solitamente, è quando risponde a monosillabi. Facciamogli quindi capire che abbiamo compreso il suo stato: “Sei stanco, lo vedo, chissà quante cose hai fatto oggi. Me lo racconterai quando te la sentirai”. Semplice, ma efficace.
In tempi come quelli che stiamo vivendo è bene passare da consumatori “passivi” (che accettano senza fiatare tutto ciò che viene trasmesso dalla pubblicità) ad “attivi” (attenti a cosa compriamo e come). Sembra difficile e a volte una perdita di tempo, ma pensate solo che una spesa consapevole vi consente di risparmiare anche fino al 60%! I trucchi non sono poi così complicati una volta che ci si fa l’abitudine e di seguito troverete qualche consiglio utile.
Il primo passo per una spesa consapevole è quello di essere aggiornati sulle offerte, non solo del negozio o supermercato di fiducia, ma anche di quelli un po’ più distanti da casa o poco conosciuti. In questa maniera potreste scoprire che lo stesso prodotto comprato presso il solito rivenditore costa magari anche il 50% in più rispetto a quello venduto a pochi chilometri da casa, o semplicemente nel supermercato di fianco.
L’era digitale in questo ci viene molto in aiuto perché non serve più fare la ricerca dei volantini più disparati a casa di parenti o amici, ma basta collegarsi ad internet su siti come www.kupino.it, specializzati nella raccolta e fruizione online degli opuscoli pubblicitari dei maggiori rivenditori di beni di consumo (come supermercati e discount, arredamento, viaggi etc.). In questa maniera, scegliendo il brand che vi interessa o il prodotto che cercate, potete verificare comodamente da casa quelle che sono le offerte del periodo e scegliere consapevolmente.
Un altro consiglio è quello di non andare per forza solo sulle grandi marche conosciute, ma sperimentare anche i brand ufficialmente poco noti perché potreste imbattervi in piacevoli sorprese: spesso e volentieri i prodotti proposti, esteriormente diversi o facenti capo ad aziende differenti, sono in realtà realizzati negli stessi stabilimenti dei marchi più famosi.
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Ovviamente quello che cambia, anche in maniera sostanziale è il prezzo perché, a parità di materie prime utilizzate, nel prodotto famoso pagate anche tutti i costi di marketing dell’azienda. Potreste obiettare che non è detto che, sebbene realizzati nelle stesse strutture, l’azienda segua necessariamente gli stessi protocolli di sicurezza, però pensate a quanto costerebbe differenziare le linee di produzione per lo stesso prodotto finale. Forse per l’azienda il gioco può non valere la candela.
Il prossimo passo verso la spesa consapevole è proprio questo: abbiate il coraggio di non fermarvi all’aspetto esteriore di ciò che desiderate, ma ricordatevi di leggere sempre le etichette: tanto per gli ingredienti utilizzati (non sempre il nome famoso è garanzia di alta qualità), quanto per gli stabilimenti di produzione, le caratteristiche essenziali sono scritte tutte là anche se, lo concedo, a volte mascherate. Se volete avere maggiori informazioni, il sito Io Leggo l’Etichetta, con la collaborazione dei consumatori, ha creato una specie di vademecum che raccoglie tutti i principali prodotti delle marche secondarie specificando chi sia, a discapito del nome stampato sull’etichetta, il reale stabilimento di produzione.
Tra le varie catene che adottano questo sistema, la tedesca Lidl si pone in una situazione un po’ anomala, che potremo chiamare di soft discount: possiamo trovarvi, infatti, prodotti di marche sconosciute a prezzi molto contenuti, ma anche alimenti e beni legati a brand ben più famosi. Basta sfogliare le numerose offerte del volantino Lidl per rendersene conto. Grazie a questa posizione, la catena riesce a mettere d’accordo varie tipologie di clientela, dai consumatori più esigenti rispetto al rapporto qualità-prezzo a quelli più attenti al portafoglio.
Piacevole è l’idea di girare il mondo attraverso speciali offerte internazionali: Spagna, Grecia, Germania, poi ancora Francia e Stati Uniti sono esempi dei Paesi toccati dai tour gastronomici pensati da Lidl. Una bella idea per appassionare il cliente attento al made in Italy, ma che non disdegna certo la possibilità di provare eccellenze anche di altri Stati senza spendere necessariamente una fortuna.
Per concludere, il mio ultimo consiglio è questo: ricordatevi che tutto è nelle mani del consumatore, quindi nelle vostre. Una spesa consapevole altro non è che un acquisto organizzato solo su quelle che sono realmente le vostre necessità, lasciando perdere quelle della grande distribuzione.
I nonni sono una delle ricchezze della vita. E non solo quando sono vicini (perché, sì, sono un aiuto incommensurabile e perché fare i nonni allunga la vita), ma anche quando sono lontani. Perché la figura del nonno e della nonna rappresenta un amore immenso, diverso da quello genitoriale, e il rapporto che lega un nipote ad un nonno è spesso unico. Coltivare questo rapporto è quindi fondamentale, a prescindere dalla distanza.
Ma quanto dimostriamo ai nonni la loro importanza? Quanto facciamo capire loro quanto gli vogliamo bene? Quanto li coinvolgiamo nelle nostre vite? Con questo servizio che abbiamo scoperto da poco queste domande trovano risposta. Perché a volte basta un pensiero così semplice ma così immenso a consolidare ancora di più il rapporto, a fare sentire la vicinanza (non solo fisica!) e a coinvolgere come si deve nella vita dei nipoti queste persone così importanti per la nostra vita. Insomma, viva Neveo! Ma di cosa si tratta? Ve ne parliamo subito.
In un’epoca nella quale viviamo costantemente con il telefonino tra le mani e in un periodo storico nel quale fotografare i nostri bambini è così semplice, perché non sfruttare la tecnologia per consolidare i rapporti e rendere i ricordi davvero indelebili? Perché se ci pensiamo, per quante foto scattiamo al giorno, in realtà ne stampiamo sempre meno. Capita così che gli scatti rimangano sul cellulare, che non vengano quasi mai riguardati e che i ricordi rimangano così intrappolati dietro allo schermo. Un’assurdità e un paradosso, non credete?
Bene, con Neveo tutto questo cambierà, senza fatica e con una semplicità incredibile. Neveo, infatti, è una applicazione semplicissima che possiamo scaricare sul nostro cellulare e che permette, periodicamente, di condividere le foto e i momenti che custodiamo nei nostri telefonini con i nonni dei nostri bambini.
Neveo si trova su Google Play per i dispositivi Android e sull’App Store per iPhone. Si tratta proprio di un album di famiglia sul quale caricare le foto che scattiamo ogni mese ai nostri bambini. Grazie all’app e a un abbonamento, poi, questo album mensile verrà spedito ai nonni, che riceveranno così un album cartaceo come quelli di una volta, bellissimo e personale, da sfogliare per scoprire cosa hanno fatto i bambini e da conservare per poter accedere ai ricordi (analogicamente!) ogni volta che si vuole.
L’idea dietro a Neveo è semplice: se noi viviamo una vita ormai digitale, le persone più anziane spesso sono sconnesse completamente, e per quanto ci venga da pensare che ormai ogni scatto e ogni ricordo siano condivisi, in realtà i nonni non hanno accesso a questi strumenti digitali e rimangono così all’oscuro di tutto. Questo divario, spesso inconsapevole e inconscio, porta nonni e nipoti (ma anche figli e genitori, perché noi per primi non ci pensiamo!) a staccarsi, anche quando vicini, con i primi che restano tagliati fuori. Ecco che allora Neveo è davvero un piccolo pensiero mensile prezioso e importante!
Per realizzare questo album è tutto molto semplice: basta scaricare l’app e aggiungere le foto ogni volta che si vuole, in maniera super intuitiva. Alla fine di ogni mese, l’app raccoglie le fotografie caricate durante il mese e le inserisce in un vero album-foto cartaceo, che viene spedito a casa ai nonni e alle nonne.
Un regalo bellissimo, sentito e importante, che diventa una possibilità per tutti: per i nonni che in questo modo possono vedere le foto in una maniera a loro congeniale, per noi che possiamo sfogliare i ricordi in maniera non digitale e per i bambini che possono scoprire la bellezza dello sfogliare un album fotografico vero e reale. E che potranno, da grandi, sfogliarlo per vedere i ricordi tutti insieme, non scorrendo un feed ma toccando le foto con mano!
Un ciondolo semplice e bellissimo, che racchiude significati ed emozioni: il bola messicano è sempre più diffuso anche nel nostro Paese. Fateci caso: sono moltissime le donne in dolce attesa che portano questo lungo ciondolo a forma di piccola palla, di color argento, che dondola delicatamente ad altezza pancione.
Si tratta proprio del bola messicano, un ciondolo che in realtà è un piccolo sonaglio a forma di sfera e che viene anche chiamato “chiama angeli”. È ormai diffuso in tutto il mondo ma la sua origine in realtà è indonesiana (e non messicana come in molti credono).
Il bola messicano non è in realtà messicano. Questa usanza ormai diffusa in tutto il mondo ha avuto origine in Indonesia, a Bali, paese nel quale le donne in dolce attesa portavano per tradizione al collo questo ciondolo sferico tintinnante. Il motivo? Fare percepire al bimbo in grembo questo suono dolce e rilassante, familiare, per accompagnarlo durante i nove mesi in pancia e per farlo sentire al sicuro una volta nato, continuando a portarlo per qualche mese.
Il nome “messicano” deriva però dal fatto che oltre alle donne indonesiane anche quelle messicane sono molto, molto legate a questa tradizione. E da qui il nome del “chiama angeli” che tutti conosciamo.
Essendo così semplici ed essenziali, i chiama-angeli sono tutti simili tra loro: sono composti da una lunga catenina argentata (lunga abbastanza perché si appoggi al pancione, ad altezza ombelico), alla quale è appeso un ciondolo sferico che contiene una piccola pallina responsabile del suono (che ricorda quello di uno xilofono).
Solitamente, il bola è di piccole dimensioni: non supera il centimetro di diametro (anche se in commercio ne esistono anche di più grandi, ma mai più di tre centimetri) ed è molto confortevole anche da indossare, grazie alla collana così lunga. Dove comprarlo? In tutte le gioiellerie, su Etsy o su Amazon (come ad esempio questo semplicissimo con ciondolo e collana di 1m).
Il dolce rumore che produce il bola messicano accompagna così la giornata della mamma e del piccolo, che riesce a sentire (dalla 24esima settimana) i rumori dall’esterno. Questa tradizione non è dunque qualcosa di sciocco: gli studi hanno ormai dimostrato che i bambini nel grembo della mamma possono sentire, anche se in maniera attutita, i suoni attorno a loro, come le voci dei genitori, e di conseguenza questo rumore delicato potrebbe avere realmente l’effetto confortevole che ci aspettiamo.
In particolare, i rumori forti e improvvisi spaventano il feto. Il chiama-angeli diviene così un punto di riferimento uditivo per il bambino, che ne trae rilassamento e pace anche nei momenti più stressanti. E se la mamma sceglie di portare il ciondolo anche nei mesi successivi alla nascita, il neonato avrà di nuovo il suo riferimento sensoriale che contribuirà a rendere il passaggio dall’utero al mondo esterno più dolce, piacevole e meno pauroso.
In questo caso è possibile anche accorciare la lunghezza della collana: in questo modo, quando il ciondolo si troverà ad altezza gola-petto della mamma, il bimbo ne godrà nei momenti di coccola e di allattamento.
Nessuno di noi ama l’idea di dover cominciare a pulire casa quando arriva il bel tempo, eppure le pulizie di primavera sono un accorgimento assolutamente necessario. Questo soprattutto per una questione igienica, e dunque anche per poter garantire ai bambini di passare l’estate in un ambiente sicuro e salubre. Se organizzate al meglio, però, queste pulizie si dimostrano meno impegnative di quanto si possa credere: ecco perché oggi vedremo insieme alcuni consigli per sbrigare queste faccende in modo veloce ed efficiente.
Il primo step è la pianificazione delle pulizie, iniziando da una suddivisione stanza per stanza. In questa fase si consiglia di procedere per gradi: meglio prendere ogni macro-attività di pulizia e suddividerla in tante piccole attività. Vi permetterà di non impazzire, e di avanzare per obiettivi concreti e facili da raggiungere.
Quando si pensa alle pulizie di primavera, spesso si perde di vista la manutenzione degli elettrodomestici. Primo fra tutti il condizionatore, il cui ruolo si rivela essenziale per la pulizia e per il ricambio dell’aria quando in estate tendiamo a rintanarci in casa per sfuggire al caldo. Trattandosi però di un lavoro non semplice o alla portata di chiunque, si consiglia sempre di affidarsi a chi lo fa di professione. Se non sapete chi contattare, potete cercare su Internet i professionisti per ricaricare il condizionatore con Yougenio, che vi permetterà di valutare diversi preventivi. Nella manutenzione figurano pure le piccole riparazioni, quindi anche queste ultime vanno pianificate e messe in conto per preparare al meglio la casa all’estate. Da non dimenticare, infine, la pulizia e manutenzione dei caloriferi, che devono essere sistemati prima di essere spenti in vista della loro riattivazione invernale. Dopo aver controllato che non abbiano alcun problema, si consiglia quindi di pulirli e lucidarli a dovere per evitare che la polvere accumulata rimanga anche nella bella stagione.
Quando arriva la primavera, giunge anche il momento di sistemare il guardaroba e di fare il canonico cambio dei vestiti. Di conseguenza, gli abiti invernali vanno lavati, stirati e conservati in modo intelligente, ovvero imbustandoli sottovuoto piuttosto che mettendoli nelle scatole, in modo che occupino meno spazio. Nel mentre, approfittate di questa occasione e assicuratevi di fare anche un po’ di sano decluttering: tutto ciò che non usate più va buttato, per fare definitivamente ordine nell’armadio.
La primavera è il momento delle grandi pulizie, dunque bisogna pulire pure i divani, le tende e i tappeti. Ricordatevi che ognuno di questi complementi richiede un metodo di lavaggio che sia rispettoso dei suoi tessuti. Le tende, ad esempio, spesso possono essere lavate in lavatrice senza problemi, mentre i tappeti pregiati richiedono quasi sempre un lavaggio a secco. In genere esistono elettrodomestici come i pulitori a vapore che svolgono egregiamente qualsiasi compito, compresa la pulizia dei divani.
Meglio non dimenticarsi che, in primavera, anche i materassi vanno prima sbattuti e poi puliti e igienizzati. Di solito è possibile farlo usando il bicarbonato, un prodotto che si rivela molto efficace anche sui tappeti e sui tendaggi. Inoltre, se il materasso possiede un lato estivo questo è sicuramente il momento migliore per girarlo e fargli prendere un po’ d’aria, magari all’aperto esponendolo alla luce del sole per qualche ora.
I bambini hanno bisogno di un ambiente sano, ed è per questo che in primavera si rende sempre necessaria una fase di pulizia più profonda: a patto però di sapersi organizzare al meglio, per evitare di impazzire.
Il radicchio è una verdura invernale e primaverile che si presta a moltissime preparazioni. Declinarlo in nuove ricette è molto semplice, e a me piace molto proporlo ai bambini, che si abituano così al suo sapore amarognolo (che basta smorzare attraverso gli abbinamenti giusti). Ad esempio, loro adorano la vellutata di radicchio e patate, che propongo in tavola praticamente fino all'estate (la sera adoriamo sempre le creme di verdure!).
Ecco dunque la ricetta per una pasta con crema al radicchio, davvero semplice e gustosa!
Negli ultimi mesi di gravidanza il pensiero non va solo al parto, ma anche a ciò che arriverà dopo. Ecco che allora si comincia a fare la baby check list, ovvero la lista di cose imprescindibili per quando il nostro bambino arriverà.
Nella lista non potrà certamente mancare il cuscino per l’allattamento, uno strumento davvero utile tanto per le mamme che allatteranno al seno quanto per quelle che nutriranno il bebè con il biberon. Ma non solo: questo cuscino diviene infatti anche un aiuto validissimo per dormire più comode, o per avvolgere il bambino mentre dorme per evitare che cada dal divano o dal letto, proprio come un confortevole salvagente.
Ma quale scegliere? Ecco la nostra selezione.
Il primo cuscino per allattamento è più un supporto per il seno e per il bambino. Lo trovate qui e costa circa 20 euro. Si tratta di un accessorio che sostiene il seno durante la poppata e che permette di avere così le mani libere. Morbido e comodo, è utile anche per essere trasportato nella borsa del cambio pannolino quando usciamo di casa. Solitamente è consigliato alle donne con taglie di seno abbastanza alte, dalla terza in su.
Passiamo ora al cuscino di allattamento vero e proprio, quello a forma di “U”, grande e morbido. Questo è quello classico, un grande “salsicciotto” che può essere utilizzato come sostegno per il bambino mentre si allatta, per assicurargli la giusta posizione durante la poppata. Ma è utile anche per la mamma durante la gravidanza, per dormire di lato alleviando i dolori alla schiena e il peso della pancia, e per il bambino: allacciando le estremità, infatti, si crea una ciambella perfetta per accoglierlo quando dorme o quando sta sul divano.
Questo cuscino per allattamento è ancora più consigliato poiché imbottito in pula di farro biologica, molto traspirante e naturalmente antiacaro. La pula di farro è anche termoregolatrice, e grazie a questa sua proprietà permette di avere una temperatura ottimale sia in estate che in inverno. La fodera è completamente in cotone ed è sfoderabile, quindi lavabile in lavatrice.
Ecco poi il super cuscino per la gravidanza che diviene perfetto strumento per allattare il bambino da straiate, in tutta confortevolezza. Durante la gestazione aiuta a ridurre i fastidi del pancione nel letto, può essere sistemato come ci è più comodo, ed è utile per tutte coloro che vogliono dormire di lato sentendosi ancora più confortevoli. Questo cuscino aiuta a rilassarsi meglio, dormire sonni più profondi e tranquilli e migliorare così la circolazione. Inoltre è utile quando il nostro bimbo dorme nel letto perché diviene un ottimo paracolpi.
Infine, un piccolo cuscino per sostenere la testa del bimbo durante l’allattamento, pratico e maneggevole, da portare ovunque, anche fuori casa, per assicurare al bambino la giusta posizione e togliere la fatica del sostegno. Al centro è concavo (cosa che i cuscini normali non prevedono) e questo permette di disperdere uniformemente il peso della testa del neonato evitando così colpi e lesioni.
Foto di copertina: https://www.flickr.com/photos/thesleepjudge/29391856727
C’è qualcosa nei burro cacao che fa impazzire i bambini. Io li capisco: li ho sempre amati anch’io, un po’ per il profumo, un po’ per il colore, un po’ per la consistenza, e un po’ perché quando ero piccola mi piaceva spalmare il burro cacao con un fare da adulta! Detto questo, la maggior parte dei burro cacao in vendita sono spesso chimici e zeppi di ingredienti che solitamente evito quando si tratta di prodotti per i bambini.
Quindi mi sono chiesta: che fare? Che fare per lasciare ai bambini il piacere di usare il burro cacao (che è anche una buona abitudine per mantenere le labbra morbide, soprattutto in inverno e sotto il sole) senza rinunciare alla sicurezza?
Ho trovato quindi questa ricetta per realizzare in casa un burro cacao per bambini, un balsamo in barattolo che possono usare quando vogliono, profumato e, soprattutto, naturale!