Il sale rosa dell'Himalaya non è fatto solo per la tavola e la cucina (anzi, dato che dovremmo sempre diminuire il consumo di sale per il bene del nostro corpo e del nostro sistema cardiocircolatorio!). Io lo utilizzo anche per la bellezza, dal momento che ha proprietà utili in ambito cosmetico. Avete mai provato, ad esempio, a fare un bagno con sale grosso dell'Himalaya? È davvero molto rilassante e detossinante, proprio come ogni altro sale da bagno.
Recentemente ho quindi provato a declinarlo anche in un altro modo, sfruttando anche la sua consistenza, per creare in casa uno scrub efficace e dal profumo delizioso, homemade e quindi super sicuro e naturale.
Questo scrub è a base di sale rosa dell'Himalaya, lavanda e olio di cocco. Lo preparo, lo metto in piccoli barattoli di vetro e lo tengo in doccia o sulla vasca da bagno, per poi utilizzarlo una volta a settimana su tutto il corpo, sfregandolo e risciacquandolo con l'acqua calda. L'effetto è una pelle morbida e liscia, libera dalle cellule morte. E lo consiglio molto anche per il pre-depilazione, dal momento che aiuta ad estrarre i peli incarniti!
E poi è una ricetta perfetta anche per i regali!
Se mi seguite, saprete che la cucina è molto importante per me. Ma non solo a livello di alimentazione: quello che amo è pensare alla cucina e al cucinare come ad un rito in famiglia, per prenderci cura gli uni degli altri, passare del tempo insieme, legare e divertirci.
Ecco perché preferisco le ricette semplici, veloci e leggere, ed ecco perché scelgo sempre ingredienti tradizionali che si sposino bene con quelli più inusuali ed etnici: è bello sperimentare e metterci in gioco!
Qualche tempo fa Galbani mi ha coinvolto in un’esperienza bellissima (e deliziosa!): insieme a mio figlio siamo stati ospiti degli stabilimenti in cui preparano la Certosa, la crescenza per antonomasia!
È stata una giornata interessante, in primis perché ho potuto vedere con i miei occhi il processo di produzione di altissima qualità (dal momento che il latte è rigorosamente piemontese e che gli standard di controllo sono molto meticolosi), ma anche perché hanno fatto vivere a mio figlio un’esperienza favolosa, che rientra appieno nella mia idea di educazione naturale: gli hanno infatti insegnato a preparare il formaggio, e da quel giorno (ovviamente!) ne va ancora più matto.
Perché? La risposta è molto semplice: i nostri bambini spesso non sanno nemmeno da dove arrivano i cibi che trovano in tavola o in frigorifero, e vedere come vengono prodotti e provarlo con le proprie mani è super educativo, interessante e costruttivo. Allo stesso modo è importantissimo lasciare che ci aiutino in cucina: preparare i pasti insieme è divertentissimo e i legami si rafforzano, innanzitutto, ma è fondamentale anche per la crescita mentale e fisica dei bambini (che raggiungono l’indipendenza e rafforzano la coordinazione occhio mano) e per insegnare loro l’importanza del cibo.
E poi vi svelo un segreto: quando cucinano, i bambini sono anche più inclini ad assaggiare e a mangiare, quindi diventa una sorta di terapia anche per quei bimbi che mangiano poco o che sono estremamente schizzinosi! Perché una volta che preparano loro con le loro mani il cibo, come fanno a non provarlo?
Soprattutto le prime volte che si cucina insieme, è bene scegliere ricette semplici e veloci, simpatiche e coinvolgenti. Ad esempio, a noi in famiglia piace moltissimo cucinare queste coccinelle di polenta con crescenza. La ricetta è super semplice: con la polenta avanzata, facciamo con le formine dei piccoli cerchi, li grigliamo, spalmiamo la Certosa e appoggiamo pomodorini e olive. Bellissime (e buonissime!), no?
Scegliendo ricette veloci e ingredienti semplici e facili (anche a livello di gusto, dato che piacciono praticamente a tutti! Proprio come la Certosa!) ci si diverte insieme, ma soprattutto, anche quando si cucina velocemente, si creano piatti nutrienti e gustosi, equilibrati, e si risparmia del tempo, da trasformare in tempo di qualità da passare in famiglia.
Un luna park senza elettricità? Possibile? Sì, grazie all’Osteria ai Pioppi, che in provincia di Treviso ha avuto la magnifica idea di costruire un parco divertimenti per la famiglia completamente senza elettricità, analogico, in mezzo alla natura!
Noi lo adoriamo: perché permette ai bambini di vedere concretamente come anche la vita senza tecnologia sia divertente, perché grazie a loro si può passare una giornata diversa ed entusiasmante tutti insieme e perché in qualche modo ci aiuta a riconnetterci con la natura in maniera ludica e appassionante!
L’Osteria ai Pioppi è un delizioso ristorante che si trova a Nervesa della Battaglia, in provincia di Treviso. Qui Bruno Ferrin e Marisa Zaghis più di 45 anni fa hanno fondato la loro osteria, dedicandosi poi, piano piano, alla costruzione di giostre nel boschetto adiacente (un bosco di pioppi naturalmente!), per donare alle famiglie ospiti dell’osteria un’attrazione diversa e magnifica.
Andando dunque a mangiare all’Osteria ai Pioppi gli ospiti hanno gratuitamente la possibilità di accedere al favoloso luna park “analogico”, composto da circa 40 attrazioni completamente costruite a mano (dal signor Bruno Ferrin!), omologate, che a differenza di tutti i parchi divertimento funzionano senza motore. Ogni anno ce ne sono di nuove, ed è davvero bellissimo tornare ogni volta per meravigliarsi ancora di più!
Costruito dal signor Bruno nel corso di più di 40 anni, il parco si estende su tutto il terreno dell’Osteria ai Pioppi, con giostre pensate per tutti, dai piccini ai grandi, che hanno a disposizione in maniera gratuita le attrazioni automaticamente quando clienti dell’osteria. Insomma: per una giornata diversa dal solito, si può organizzare un bel pranzo all’osteria, passando poi il pomeriggio sulla loro famosa Contraerea, sulle campane, sul giro della morte, sullo scivolo con salto, sulla rulliera curva, sulle gabbie, sulla ballerina ispirata al Tagadà (esatto, proprio il Tagadà!)…
Le attrazioni sono super divertenti (e sicurissime: sono omologate da un ingegnere e sottoposte a continua manutenzione) ed è bellissimo giocarci, anche per l’ambiente circostante, verde e immenso, nella pace del bosco!
Quest’anno il parco ha riaperto il 24 marzo, e in generale resta aperto dalla primavera all’autunno, chiudendo i primi di novembre. Dopo l’apertura, l’Osteria con cucina e il parco sono aperti tutti i sabati e le domeniche, comprese le feste infrasettimanali, e per tutti i giorni nel mese di agosto, dalle 10.30 del mattino con orario continuato fino a cena.
Tutte le foto sono tratte dalla loro pagina Facebook, a cui potete mettere “Mi piace” per restare sempre aggiornati: Ai Pioppi Osteria.
Estratti di riso, sesamo e malva biologici, un profumo adorabile e leggero, una vera coccola per la pelle: il Detergente Corpo e Capelli di Fiocchi di Riso viene consigliato da dermatologi e pediatri per l’utilizzo fin dal primo giorno.
Questo preparato originale di Fiocchi di Riso è ideale per i primissimi bagnetti e ora vi spieghiamo perché. È un preparato originale che si prende cura dei capelli e della pelle del neonato: la sua formulazione con ingredienti dermoaffini, infatti, supporta la formazione del mantello acido e ne aiuta il ripristino dopo il bagnetto.
Il momento del bagnetto è tra i nostri preferiti. Il contatto che si crea con i nostri piccoli è insostituibile: è un momento prezioso per noi e super rilassante per loro. Nel bagnetto, tuttavia, dobbiamo mettere le stesse attenzioni che mettiamo, ad esempio, durante il cambio del pannolino, utilizzando tutta la delicatezza possibile e, soprattutto, scegliendo prodotti rispettosi che si prendano cura della pelle delicatissima dei neonati.
Come tutti i preparati Fiocchi di Riso, anche il detergente corpo e capelli è frutto di un’accurata selezione di principi attivi nutritivi naturali e dermocompatibili. In particolare questo preparato è composto da un purissimo complesso nutritivo di oli vegetali ricchi di acidi grassi omega 6 (linoleico), ceramidi e colesterolo, studiato per supportare la formazione del mantello acido e aiutarne il ripristino post bagnetto con olio di semi di sesamo, di semi di cotone ed olio di oliva proveniente da agricoltura biologica.
Il detergente Corpo e capelli contiene anche amido di riso per un’azione lenitiva ed estratto di malva biologico con proprietà emollienti, ammorbidenti e protettive. Una formulazione completa, senza profumi e senza oli essenziali, sviluppata per i più piccoli e ideale ideale fin dal primo giorno e per le pelli più sensibili. E’ quindi un prodotto che si presta ad essere utilizzato da tutta le famiglia.
Come si utilizza il Detergente Corpo e Capelli di Fiocchi di Riso? Semplicissimo: applichiamo una piccola quantità di preparato sul palmo di una mano e mescoliamo con un po’ di acqua tiepida. Distribuiamo, quindi, su tutto il corpo massaggiando leggermente, anche sui capelli e sul cuoio capelluto del bambino. Lasciamo agire e risciacquiamo con abbondante acqua tiepida.
Tutti i prodotti Fiocchi di Riso, ricordiamo, sono testati ad ogni lotto di produzione per il sottoprodotto 1,4-Diossano e per il Nichel.
Possiamo essere preparatissime, avere una borsa cambio perfetta, essere le maghe del cambio pannolino, ma a volte le emergenze capitano. Capita che ci troviamo fuori casa, o in viaggio, o a fare la spesa, e che il pannolino abbia proprio bisogno di essere cambiato, anche con la valigia, le borsine dello shopping in mano o quando siamo da sole.
L’importante? Prepararsi prima e seguire qualche trucchetto che ci renderà la vita, e il cambio pannolino, più semplice e senza pensieri!
Innanzitutto, le salviette usa e getta per l’igiene non dovrebbero mai mancare non solo nella borsa del cambio pannolino, ma anche in quella che usiamo tutti i giorni, o in macchina. Insomma, dovrebbero essere sempre a portata di mano. Scegliamole il più possibile naturali e dedicate e utilizziamole nelle situazioni scomode. Noi abbiamo scoperto le salviettine di Lillydoo che sono extradelicate e composte dal 99% d'acqua, con un tocco di olio di mandorle. E poi teniamone sempre una grande e in cotone per l’appoggio in tutti i luoghi, per costruire una sorta di fasciatoio.
Sugli App Store e su Google Play ci sono varie applicazioni da scaricare sul cellulare per geolocalizzare il fasciatoio pubblico più vicino (quelli presenti nelle strutture pubbliche o nei locali), come ad esempio “Baby Pit Stoppers”: in questo modo sarà molto semplice trovare quello più vicino a noi senza entrare nel panico!
Quando il pannolino sta scoppiando in aereo o in treno, la situazione si fa scomoda, poiché spesso in luoghi così piccoli non c’è il fasciatoio. Ecco allora che dobbiamo trovarne uno d’emergenza, fatto da noi: se abbiamo il passeggino a portata di mano, ribaltiamo lo schienale creando un piano d’appoggio. Sull’aereo, invece, cerchiamo la collaborazione di altri passeggeri o delle hostess e degli steward: basterà trovare due sedili vicini liberi e utilizzarli come un piano, stendendo un panno o la salvietta che portiamo nella borsa del cambio pannolino.
A volte l’emergenza pannolino è anche casalinga, ovvero: quante volte ci siamo ritrovati senza pannolini puliti in casa perché ce li siamo dimenticati o perché non avevamo tempo per uscire a fare la spesa? Con Lillydoo, ad esempio, possiamo sottoscrivere un comodissimo abbonamento cucito sulle nostre esigenze per ricevere a casa ogni mese la fornitura di pannolini di cui abbiamo bisogno, a un prezzo conveniente rispetto all’acquisto singolo. Se vi interessa, potete provare il pacchetto prova che Lillydoo mette a disposizione per provare i loro pannolini (belli, delicati e senza profumi!).
E quando la notte il pannolino sta scoppiando ma il nostro angioletto si è appena addormentato o sta sognando nella pace dei sensi? Svegliarlo e cambiarlo? Oppure rischiare che si riempia ancora di più e che sporchi tutto? Possiamo provare a cambiarlo, in questo caso, utilizzando tutta la delicatezza di cui disponiamo. E un trucco per rendere più dolce l’operazione è scaldarsi le mani prima di procedere all’operazione, sfregandosele bene o passandole sotto l’acqua calda, per evitare la sensazione di shock termico sulla pelle del bambino, spesso tra le prime cause di risveglio.
Durante lo svezzamento, quando i bambini cominciano a passare dal latte materno o in formula ai cibi più solidi e variegati, la frutta è tra i primi alimenti ad essere inseriti nella dieta. Frullata, a pezzi o proposta in varie forme, è essenziale per lo svezzamento. Ma spesso i genitori pensano che i succhi di frutta possano essere una valida integrazione o sostituzione.
In realtà in un articolo pubblicato sul sito dell’accademia americana di pediatria gli studiosi mettono in guardia dai succhi di frutta in età pediatrica, sia sotto l’anno sia negli anni successivi. Ma vediamo meglio perché e cosa scegliere al posto dei succhi di frutta in età pediatrica.
L’articolo pubblicato su AAP lo dice chiaro e tondo: i succhi di frutta non hanno benefici nutrizionali per i bambini sotto ai 12 mesi e non dovrebbero essere inseriti nella loro dieta durante lo svezzamento. Questo perché, per quanto i succhi vengano percepiti dai genitori come un valido sostituto alla frutta fresca, in realtà essendo processati non danno ai bambini l’apporto necessario di fibre, ma, anzi, al contrario hanno troppo zucchero e troppe calorie.
Ecco perché sotto i 12 mesi di vita i succhi di frutta sono da evitare ed ecco perché anche quando i bambini crescono è sempre meglio scegliere la frutta fresca e limitare i succhi di frutta. Per i bambini da 1 a 3 anni, ad esempio, i succhi di frutta giornalieri non dovrebbero superare i 100 grammi. Per quelli dai 4 ai 6 al massimo 200 grammi. Per i bambini di 7-8 anni una tazza al massimo.
Anche l’abitudine di riempire i bicchieri e le tazze dei bambini con succo dovrebbe essere da evitare, secondo i pediatri. Portare nelle famose sippy-cup (i bicchieri in plastica chiusi da cui i bambini possono bere durante il giorno senza rovesciare i liquidi, portandoseli in giro) il succo di frutta è infatti un incentivo a bere il succo durante la giornata, dilazionandone l’assunzione, e questo non è solo dannoso per la salute a causa dello zucchero e delle calorie, ma anche per i denti, che rimangono esposti tutto il giorno allo zucchero e ai carboidrati.
Detto questo, le abitudini da seguire sono semplici. Non dobbiamo insomma pensare che rinunciare al succo di frutta sia un peso o una scomodità, ma dobbiamo semplicemente abituare noi e i nostri figli ad altre modalità di assunzione della frutta.
Innanzitutto, scegliamola sempre di stagione, in modo che sia fresca e non dannosa per l’ambiente, e in modo da assicurare le giuste fibre ai bambini.
Possiamo poi scegliere quella più comoda, in caso di pasti fuori casa, come i frutti rossi o le fragole in estate (che sono già “porzionati”), le banane, i mandarini in inverno…
Quando scegliamo il succo di frutta (perché naturalmente non è vietato berne), prendiamolo 100% di frutta, senza zuccheri aggiunti: non solo sono molto più salutari, ma sono anche più buoni, e una volta che il palato si abituerà a percepire meno zucchero tutto sarà più gustoso.
In estate, poi, possiamo puntare sugli smoothie fatti in casa al momento e sui succhi vivi, per rinfrescare, dare energia ai bambini e proporgli frutta comunque fresca ma in un formato più “divertente”.
E infine, in generale, abituiamo i bambini a bere sempre molta acqua naturale, e non le bibite: anche questo porta a cercare nei liquidi sempre più sapore!
Gli esperimenti scientifici sono sempre una buona idea, a casa e a scuola: i bambini, infatti, imparando attivamente acquisiranno meglio le nozioni alla base, perché le vedranno applicate concretamente e non solo in maniera astratta in un testo!
E poi sono super divertenti, no? Ecco quindi una selezione dei migliori esperimenti per i bambini delle elementari, da provare a casa o a scuola per imparare la scienza in maniera completa, divertente ed efficace.
Un esperimento semplice e veloce ma molto d’effetto, che piace un sacco ai bambini: sfruttando le diverse densità e i diversi pesi dei liquidi come acqua e olio, sarà infatti possibile ricreare in una bottiglia di plastica o di vetro trasparenti un oceano in miniatura, studiando poi sui libri di scuola l’ecosistema oceanico. Come realizzare questo oceano in bottiglia? Qui tutto il procedimento.
Scommettiamo che anche voi avrete in casa qualche pigna. Bene, non utilizziamole solo per ornare casa con i lavoretti dei bambini, ma approfittiamone per un esperimento per capire perché le pigne si chiudono e si schiudono. È semplicissimo: serviranno tre barattoli in vetro (o bacinelle, a seconda della dimensione delle pigne). In una ci saranno le pigne, in un’altra dell’acqua calda e nell’altra ancora dell’acqua fredda. Con delle pinze i bambini immergeranno le pigne nelle bacinelle di acqua osservando quali si chiuderanno prima. Subito si chiuderanno quelle nell’acqua fredda, mentre quelle nell’acqua calda si rimpiccioliranno più lentamente. Rimettendole poi nella bacinella vuota, sarà interessante osservarle mentre pian piano si riaprono. La risposta alla domanda “perché si aprono e si chiudono?” è semplice: dipende tutto dall’umidità. Quando c’è caldo e asciutto le pigne in natura si aprono per rilasciare i pinoli, mentre quando c’è freddo e bagnato restano chiuse per proteggere l’interno.
Qui troverete le istruzioni per realizzare un affascinante tornado in barattolo, per studiare concretamente insieme ai bambini il principio che sta dietro alla formazione dei tornado, intensi e distruttivi coni d’aria che ruotano su se stessi.
Per capire come funziona il ciclo dell’acqua sul nostro pianeta, bastano una busta per la conservazione dei cibi e dell’acqua.
Prendiamo un sacchetto di plastica ermetico e disegniamoci sopra una nuvola, un sole e, in basso, la linea del mare. Riempiamo il fondo con poca acqua (circa due dita) e attacchiamo con dello scotch il nostro sacchetto su una finestra esposta al sole. L’esperimento si terrà lungo le stagioni, poiché i bambini potranno vedere come l’acqua si comporta nelle giornate di sole e in quelle grigie.
Andava super di moda negli anni Ottanta e Novanta: parliamo della lava lamp, la lampada che imita i movimenti della lava di un vulcano all’interno di un contenitore trasparente, con movimenti affascinanti e divertenti. Con i bambini possiamo realizzarla in casa, con un esperimento che coinvolge fantasia e creatività, oltre che scienza (perché poi potremo studiare il principio per il quale due elementi liquidi opposti e bipolari non possono mai diventare omogenei). Qui trovate materiali e procedimento.
Da mamme, vi sarete certo trovate nella situazione in cui il vostro bimbo, sfortunatamente, si ritrova a vomitare senza sosta e senza perché, o con una dissenteria che lo debilita moltissimo. In questi casi, un po’ di panico sale, soprattutto se la gastroenterite sembra eccessivamente forte e si dilunga nel tempo.
Molti non lo sanno, ma molte di queste gastroenteriti sono causate dal Rotavirus, che colpisce quasi tutti i bambini sotto i cinque anni, portandoli ad avere forte vomito e forte diarrea, che portano a importante disidratazione e, nei casi peggiori, al ricovero in ospedale.
Ma come riconoscere questo Rotavirus? E cosa fare per prevenirlo?
Vomito e diarrea sono disturbi molto frequenti nei bambini. Ma quando gli attacchi diventano gravie accadono più volte al giorno (possono arrivare fino a venti!), allora è importante agire per combattere questa situazione. La gastroenterite acuta, infatti, molto spesso è dovuta al contagio da Rotavirus e può diventare pericolosa, portando i bambini ad un grave stato di disidratazione e arrivando a dover richiedere l’ospedalizzazione (nei casi più gravi).
Ciò che dobbiamo sapere è che, essendo il Rotavirus molto contagioso, quasi la totalità dei bambini sotto ai cinque anni lo contrae (si parla del 95% dei bambini), e il primo contagio avviene solitamente già nel primo o nel secondo anno di vita. I lattanti, dunque, sono particolarmente soggetti a questo virus: fra i tre e i ventiquattro mesi, quindi, potrebbero manifestare i tipici sintomi, ovvero febbre, vomito e diarrea persistenti (che, in rari ma gravi casi, arrivano a interessare anche il sistema respiratorio, quello epatico, renale, linfodonale e neurologico).
Man mano che cresceranno, tuttavia, i bambini svilupperanno difese più efficaci nei confronti del virus e la gastroenterite, una volta contratta, risulterà via via meno potente. Di conseguenza, è bene sapere che la prima infezione da Rotavirus (in questi mesi) sarà la più grave.
Nei neonati, invece, i sintomi sono di solito modesti o quasi assenti, grazie alla presenza degli anticorpi materni. E i più soggetti? Sono i bambini sotto i 24 mesi (come accennato), i bambini nati prematuri e quelli nati con un basso peso, che si ritrovano più vulnerabili.
Il contagio avviene per via oro-fecale, ma anche per via respiratoria o per semplice contatto (tra persone ma anche con superfici e cibi contaminati, poiché il Rotavirus è molto resistente), ed è per questo che i bambini ne sono molto soggetti, essendo facile entrare in contatto con il virus.
Il problema della gastroenterite da Rotavirus è proprio la disidratazione a cui accennavamo, poiché vomito e diarrea, se non compensati, causano uno squilibrio idroelettrolitico che diviene pericoloso. Il trattamento clinico, dunque, è simile a quello delle semplici forme diarroiche: il bambino andrà reidratato efficacemente (per via orale o, se il bimbo è ospedalizzato per una forma grave di gastroenterite, per via endovenosa o con sondino naso-gastrico), affiancando anche probiotici e sali minerali (lo zinco).
Essendo un virus ed essendo così contagioso, la prevenzione del Rotavirus non è semplice, poiché l’igiene e la pulizia non bastano (come bastano, invece, per prevenire altre forme diarroiche). Aiutano, certo, ma non sono sufficienti.
Ciò che dobbiamo fare, dunque, è parlare con il medico, che saprà consigliarci come muoverci per evitare il contagio. Soprattutto, sarà necessario rivolgersi al pediatra nel momento in cui il nostro bambino manifesterà i sintomi del Rotavirus (malattia che, dopo un periodo di incubazione di due giorni, dura solitamente tra i 3 e gli 8 giorni), che sono i seguenti:
Febbre (anche a 40° o più)
Frequenti attacchi di vomito e di diarrea, abbondanti
Sonnolenza, dolore e irritabilità
Segnali di disidratazione come bocca secca, poca pipì, sete eccessiva e pianto senza lacrime.
A mio parere l’edicola è un luogo magico per i nostri bambini. Per due motivi, principalmente. Primo: perché mi piace da matti vedere i miei figli che scelgono le riviste che più amano, i fumetti che li appassionano e i giornalini che adorano leggere. Secondo: perché tra figurine e giocattoli, scoprono il mondo delle collezioni, che io da bambina ho amato moltissimo e che sono contenta stiano adorando anche loro.
In quest’ultimo anno mio figlio si è appassionato soprattutto ad una collezione: quella dei SuperZings, piccoli personaggi divertentissimi da raccogliere e da sfruttare in numerosissimi giochi (che il mio bambino ama inventare!). Ora però abbiamo scoperto anche i MojiPops, che mi piacciono perché attraverso il gioco e la collezione parlano ai bambini - in maniera super divertente - le emozioni!
Il mondo cambia, e i giocattoli con lui. Ma anche se cambiano d’aspetto, le emozioni di fondo non cambiano. Basta pensare al magnifico ricordo che tutti abbiamo delle sorpresine degli ovetti di cioccolato, o dei mostriciattoli e dei piccoli oggetti di cartoleria che trovavamo nelle merendine, no? Bene, anche i nostri bambini, figli di una generazione diversa, hanno le loro piccole collezioni, e quelle che a me personalmente piacciono di più sono quelle che troviamo in edicola.
Noi abbiamo un piccolo rituale: ogni domenica andiamo nell’edicola della piazza vicino a casa nostra e scegliamo una rivista per uno, per goderci la lettura in relax. Mi piace però anche fare sempre un regalino ai miei figli, lasciando che scelgano qualcosa di sfizioso. E guarda caso finiscono sempre sui SuperZings e sui MojiPops (che sono appena arrivati nelle edicole italiane, se vi state chiedendo cosa sono!).
I SuperZings forse li conoscete già: si tratta dei piccoli personaggi collezionabili, supereroi in miniatura intenti a combattere i supercattivi della città sui loro superjet. Dopo la serie 1 in questi giorni è arrivata la serie 2: inutile dirvi che siamo corsi in edicola.
Nella nuova serie ci sono 80 personaggi collezionabili, ed è possibile acquistare il classico pacchetto con un personaggio oppure i pacchetti con i nascondigli, con i superjet, la guida a fumetti … E come nella prima serie, i bambini possono riconoscere i buoni dai cattivi (sono tutti oggetti o alimenti quotidiani resi simpaticamente buoni o cattivi), giocando alla rivalità in maniera positiva e costruttiva, giocando con gli amici, creando scenari e scambiando le figure.
Come dicevo, in edicola sono arrivati però anche i MojiPops, super carini e divertenti, per creare scenari, giocare, collezionare e scambiare, di nuovo dai creatori dei SuperZings (MagicBox). In Italia è da poco arrivata la serie 1 di questo magico mondo ambientato a Moji City, nel quale i MojiPops lavorano, si svagano e giocano.
I MojiPops sono interessanti non solo per le possibilità di gioco, ma soprattutto perché si fondano sul concetto dell’espressione delle emozioni attraverso i loro piccoli volti, con 12 facce che riflettono 12 emozioni. Si dividono in otto categorie e sono ispirati come i Superzings alla quotidianità (con gli oggetti della casa che diventano animati), agli animali, agli esseri umani, alle professioni…
I bambini possono partire dallo starter pack, un pacchetto nel quale troviamo la guida a fumetti per capire bene bene il mondo dei MojiPops e i giochi che possiamo fare con loro, oltre ad un primo pacchetto con tre personaggi e degli adesivi speciali.
Ci sono la gelateria, il campo da calcio, gli strumenti musicali, il mondo dello sport, quello dei videogiochi… E poi ci sono i PhotoPop, perché i MojiPops sono appassionati di selfie e di set fotografici, e i bambini possono divertirsi a creare questi set dove i MojiPops si maschereranno e scatteranno divertentissime e bellissime fotografie!
I SuperZings e i MojiPops si trovano, come dicevamo, in edicola, ma anche nei migliori negozi di giocattoli e ovviamente su Amazon!
No, non stiamo parlando di gioielli raffiguranti i personaggi Disney, quelli ce ne sono già a bizzeffe. Stiamo parlando di collane, orecchini e pendenti ispirati all’immaginario dei cartoni animati più amati!
Avete presente la magnifica collana di Jasmine? O quella di Aurora della Bella Addormentata nel Bosco? E i classici orecchini in cristallo che rendono Cenerentola una principessa a tutti gli effetti? Sono piccoli dettagli che hanno reso i personaggi Disney più amati le icone che conosciamo, i modelli - anche a livello di stile - ai quali ispirarci. Le principesse Disney si possono amare o odiare, insomma, ma questi dettagli sono davanti agli occhi di tutti e quante volte da bambini abbiamo sognato di indossarli? Ora è possibile, grazie a Diamond Treats!
Diamond Treats è un’azienda orefice del Regno Unito, la gioielleria online dello storico negozio Satyan Jewellers, che da più di 35 anni si occupa di gioielli in UK. Si trova a Londra, ma vende in tutto il mondo, e i i suoi gioielli sono davvero meravigliosi.
La novità nel loro catalogo sono proprio questi gioielli ispirati dai personaggi Disney. Il pensiero alla base è il fascino che i cartoni animati Disney suscitano in tutto il mondo da quando nel 1937 debuttò Biancaneve e i Sette Nani: le canzoni, i volti dei personaggi, le ambientazioni… Tutto oramai è entrato nell’immaginario comune, come per tutti i lungometraggi firmati Walt Disney.
Ma se ci pensiamo non sono solo gli abiti magnifici e le ambientazioni a suscitare fascino. Ci sono anche tutti quei piccoli dettagli, come i gioielli, che tutti abbiamo sognato. Io personalmente ricordo quanto amavo la collana di Jasmine di Aladdin, o gli orecchini a cerchio di Esmeralda del Gobbo di Notre Dame… E se mi avessero detto che un giorno avrei potuto indossarli, beh, prima non gli avrei creduto, e poi avrei subito fatto gli occhi a cuore!
Guardate ad esempio la famosa collana di Jasmine…
O quella di Aurora…
E poi ci sono gli anelli visti in Robin Hood…
La collana indiana di Pocahontas…
La tiara di Elsa (per la gioia di tutti i bambini della nuova generazione!)…
Gli orecchini della Regina di Cuori di Alice nel Paese delle Meraviglie…
Tutti sono meravigliosi e, soprattutto, assolutamente indossabili, e non carnevalate.
Per ora questi gioielli sono solo rendering 3D perfetti, creati dal team di designer della Diamond Treats. Per gli interessati, l’azienda spedisce i disegni in CAD su richiesta: basta inviare una mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o visitare il loro sito.