Oggi è il 17 marzo. E il 17 marzo è la giornata mondiale del sonno. Il World Sleep Day vuole essere un’occasione per soffermarsi un attimo su alcuni problemi che spesso non consideriamo ma che influenzano moltissimo la vita e la salute: quelli del sonno, che troppo spesso non è trattato con il giusto rispetto nonostante le difficoltà che adulti e bambini provano in questo senso.
I disturbi del sonno: tutto ciò che c’è da sapere sui problemi del sonno nella giornata mondiale dedicata a questo argomento
Non pensiamo che sia un problema marginale: a soffrire di insonnia solo in Italia è una persona su tre. Ma non è solo l’insonnia: sono vari i casi in cui il nostro corpo non riesce a riposare bene a causa di alterazioni del normale ritmo sonno-veglia. Il problema è che sballando questo ritmo le conseguenze sono pesanti, poiché il nostro organismo ha davvero, davvero bisogno di riposare.
Il sonno serve infatti tanto al corpo intero (che così si riposa e riacquista le energie spese nella giornata) quanto al cuore (che si prende una pausa dallo stress e dalle angosce) e al cervello (che sistema la memoria e organizza i ricordi in base all’importanza e all’utilità: ecco perché è verissimo il detto “dormici sopra”!).
I fattori che portano agli squilibri sono molti, e si va dal metabolismo all’età, da una dieta ricca di certi alimenti (come caffeina o spezie) alle necessità personali di ognuno (c’è chi ha bisogno di nove ore per sentirsi riposato e a chi bastano cinque ore, ad esempio...).
Detto questo, i problemi del sonno si dividono in:
- insonnie: e cioè la difficoltà ad addormentarsi o a dormire in maniera continuativa. Può capitare con eventi transitori (e cioè come una forma di reazione del nostro cervello ad un evento - positivo o negativo - importante, come un esame, un lutto, un matrimonio...), a breve termine (che solitamente compare in seguito ad una brutta notizia e scompare dopo poche settimane) oppure può essere cronica (dovuta a moltissimi fattori: psicologici, drammatici, ambientali, fisiologici, ma anche a causa di stress o di dipendenze, come quelle da caffeina, da alcool o da droghe di vario genere).
- parasonnie: ovvero i comportamenti disturbati durante il sonno. Capitano ad adulti e bambini e si caratterizzano per strani comportamenti durante la nottata di cui non si ricorda nulla durante il giorno. Parliamo quindi di sonnambulismo, per intenderci, ma anche di bruxismo (e cioè il “digrignare i denti”, che spesso ha cause psicologiche legate allo stress oppure ad una cattiva occlusione dentaria; in questo caso la persona interessata potrebbe soffrire, durante il giorno, di emicrania o mal di testa), di incubi frequenti (che sono normali, ma quando accadono troppo spesso possono essere indice di qualche squilibrio), di terrori notturni (vere e proprie crisi di paura che si manifestano con tachicardia, urla, angoscia e difficoltà di respirazione), di sonniloquio (e cioè il parlare durante il sonno - molto frequente sia negli adulti che nei bambini e che diventa preoccupante solo se abbinato a sonnambulismo e a terrori notturni) e di sindrome delle gambe senza riposo (una sensazione di formicolio o stanchezza nelle gambe che spinge a muoverle continuamente, e che spesso è causata da artrite reumatoide o da disturbi più gravi come Parkinson e patologie renali).
- ipersonnie: quando il normale periodo di sonno non basta e aumenta fino al 25%. La forma più conosciuta (anche se rara) è probabilmente la narcolessia, ossia un attacco di sonno durante la giornata, così potente da non resistergli. Tuttavia più spesso si tratta di un disturbo del ritmo circadiano, e cioè del nostro orologio biologico. Ecco perché capita spesso in momenti di stress o dopo lunghi viaggi (jet lag), ma anche in periodi di forte stress o depressione.
Quelli che invece NON sono definibili come disturbi sono quelli dei bambini nei primi mesi di vita (i famosi risvegli notturni), anche in realtà fino ai 3 anni. Questo perché il loro organismo è fisiologicamente programmato per avere risvegli durante la notte come possiamo leggere nel libro I cuccioli non dormono da soli.
Dopo i 3 anni è comunque normale che il bambino abbia qualche risveglio, sopratutto in caso di problemi di digestione, intolleranze, mal di gola, raffreddore e influenza, tosse , ambiente (troppo chiuso e non ventilato). Da tenere sempre in considerazione fattori psicologici: da semplici momenti di difficoltà a scuola o in famiglia, avvenimenti importanti come l'arrivo di un fratellino o un trasloco, o veri e propri traumi. Tutti questi elementi possono inficiare la qualità della nanna. Le coccole e la vicinanza fisica e psicologica con mamma e papà sono nella maggior parte di questi casi il miglior rimedio. Non ci stancheremo mai di dire che il mammifero è un animale biologicamente programmato per non dormire da solo in un determinato luogo.
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