Dipendenza da tecnologia, come riconoscerla

Uno dei mali dei nostri tempi è certamente la dipendenza da tecnologia. Che non riguarda solo i genitori, ma purtroppo anche i bambini, e in particolare i preadolescenti e gli adolescenti.

Da nativi digitali, i nostri figli sono cresciuti vivendo la tecnologia come una parte integrante della vita reale. E questo non è necessariamente un male: ci sono app educative, si imparano molte cose, i nostri bambini imparano fin da subito ad utilizzare strumenti che serviranno loro da adulti… Ma allo stesso tempo il rischio che sviluppino una dipendenza dai device è reale.


Ma come riconoscere questa dipendenza? E che fare per guarire i nostri figli?

Dipendenza da tecnologia, come riconoscerla: tutto ciò che i genitori devono sapere riguardo la dipendenza dai device tecnologici

Ciò che dobbiamo mettere in conto è che la dipendenza da tecnologia e internet è molto seria. È difficile da identificare e da misurare, ma spesso è correlata (e spesso ne è causa) di disturbi del comportamento come l’ADHD.

Questo perché la tecnologia ci porta ad essere multitasking a livello di concentrazione, a saltare di pagina in pagina, di immagine in immagine e di argomento in argomento, e questo ci porta a non essere più capaci di focalizzarci.

Quando un bambino fatica a ricordare le cose e quando fatica a concentrarsi, può essere considerato un campanello di allarme.

Altri sintomi più o meno chiari sono il bisogno di utilizzare sempre più spesso i device; la riduzione di interesse per ogni altra attività, soprattutto “reale” e non “virtuale”; depressione, ansia e stress (anche nei bambini); la difficoltà a dormire bene e a lungo.

E poi, non ultimo, una riduzione delle relazioni interpersonali e degli amici, unita a cambi repentini di umore e alterazione della percezione del tempo. 

Anche a livello fisico possono esserci dei sintomi, come il mal di schiena, il mal di collo e il tunnel carpale, a causa delle posizioni errate che i ragazzi assumono al computer, al cellulare o al tablet.

Innanzitutto, per limitare il rischio che i nostri figli sviluppino questa dipendenza dobbiamo per prima cosa dare noi l’esempio. Ciò significa limitare il tempo di utilizzo dei device in casa, evitando di portali a tavola e, soprattutto, cercando di evitare di utilizzarli quando stiamo con i bambini. Facciamoci caso: a volte lo smartphone ci cattura, è normale, ma diventa pericoloso nel momento in cui ci ipnotizza e ci troviamo a rispondere in maniera automatica e sovrappensiero a chi ci sta attorno.

Seconda regola: insegnare fin da subito il modo corretto di utilizzare la tecnologia, sottolineando i pericoli e le potenzialità, navigando insieme ai nostri figli, controllandoli e lasciando che imparino, ma sotto la nostra supervisione.

Non dimentichiamo poi di passare più tempo possibile all’aria aperta e facendo attività diverse, giocando, camminando, correndo, facendo sport… In una società nella quale le attività indoor hanno preso il sopravvento, lo spendere il tempo nella natura, insieme e facendo diverse attività è assolutamente benefico.

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Sara

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Cecilia

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