Il lavoro si sta spostando sempre più verso lo smart working. E smart working significa anche creare un ambiente nel quale i lavoratori e i dipendenti si sentano bene, confortevoli, rilassati. Perché un ambiente esteticamente e funzionalmente appagante rende più produttivi, oltre a fare sentire meglio le persone.
E allora perché non cominciamo a pensare alla bellezza e alla funzionalità degli ambienti anche nell’ambito delle scuole materne? I nostri bambini non hanno altrettanto bisogno di piacevolezza, di sicurezza, di rilassamento e di funzionalità?
Uno studio giapponese di architettura un paio di anni fa ha progettato in questo senso uno degli asili che più amiamo, la Amanenomori Nursery, che coniuga gioco e verde in maniera perfetta.
La Amanenomori Nursery, l’asilo che coniuga gioco e verde in Giappone: perché dovremmo prendere esempio da questa scuola materna che punta sugli ambienti per i bambini
Il team di architetti che ha progettato la Amanenomori Nursery è quello dello studio di architettura Aisaka Architects' Atelier, in Giappone. Ciò che ci ha subito colpito è l’ampiezza degli spazi dedicati ai bambini in questa scuola materna e tutta la filosofia che ci sta dietro, perché a suo modo ricalca benissimo i principi stilati da Maria Montessori in merito all’ambiente di educazione dei bambini.
Secondo la pedagogista italiana l’ambiente nel quale un bambino cresce è importante alla pari dell’educazione che gli viene impartita. Ecco perché non dovremmo mai sottovalutare gli spazi delle scuole nelle quali mandiamo i nostri figli.
In questo caso lo studio giapponese ha ideato gli spazi della scuola materna basandosi su due principi: il gioco e il verde. Il gioco è infatti il cuore della filosofia architettonica alla base dell’asilo. Tutto deve ruotare attorno al gioco, attività principale e “lavoro” dei bambini in età prescolare, che proprio attraverso le attività ludiche scoprono il mondo, se stessi e le dinamiche sociali tra le persone. Il secondo principio è il verde, che qui ha molto spazio, e anche in questo caso la pedagogia montessoriana si trova benissimo, poiché Maria Montessori è tra le prime educatrici ad aver teorizzato e diffuso l’importanza del gioco libero nella natura per i bambini.
Esternamente la scuola materna si presenta bellissima, tra il moderno e il tradizionale con le linee più geometriche che si sposano benissimo con il legno e con il verde del cortile interno e delle scale che portano al piano superiore (che ricordano una montagna che i bambini possono scalare, volutamente!). Ci sono poi montagnette di terra ed erba, stagni, piccoli pontili, vasche della sabbia, scale e scivoli che collegano il piano a terra con i livelli superiori con le terrazze ampie.
Tutta questa ricchezza di ponti, scale, livelli, rampe e scivoli contribuisce a donare ai bambini e agli educatori un ambiente con moltissimi stimoli spaziali.
Internamente, invece, troviamo ampissimi spazi super luminosi e caratterizzati da materiali naturali, altra caratteristica degli istituti montessoriani, nei quali la naturalezza è sempre tra i principi. I colori sono pochi, in modo da risultare più rilassanti e in maniera tale da non distrarre troppo i bambini, ma anche per creare un ambente che sia il più confortevole e benefico possibile.
Un’ultima chicca? Le cucine della mensa, volutamente aperte e volutamente ad altezza bambino, per permettere loro di vedere con i propri occhi come vengono preparati i cibi che mangeranno a pranzo. Quei cibi che hanno coltivato con le loro mani, nell’orto sul tetto di questa scuola materna pazzesca.
(Photo credit: https://www.japan-architects.com/en/aisaka-architects-atelier-tokyo/project/amaneno-du-bao-yu-yuan)
Giulia Mandrino