Il nido può essere un'esperienza davvero eccezionale per il proprio bambino: ma noi mamme abbiamo sempre paura che ci sfugga qualcosa, temiamo di non cogliere segnali di malessere o che semplicemente non sia la struttura giusta per lui.
Ecco allora le tre domande che si pongono le mamme con bambini al nido: i campanelli d'allarme del bambino che non sta bene al nido
La risposta a questo spinoso dilemma arriva dalla psicologa clinica Monica Contiero nel libro Mamme pret a porter, il primo anno insieme edito da Mental Fitness Publishing "il fatto che pianga quando lo salutiamo, all’inizio è normale. Solitamente la situazione migliora dopo un periodo di ambientazione. I campanelli d’allarme che ci devono portare a considerare l’ipotesi che il bambino provi un reale disagio emotivo sono per esempio: il fatto che pianga tutto il tempo dopo il periodo dell’ambientamento, che si svegli di notte agitato o che pianga spesso sognando, che non mangi, che mostri comportamenti aggressivi o comunque di disagio mai avuti prima. In questo caso è bene confrontarsi con l’educatrice per cercare di interpretare il suo disagio ed eventualmente valutare la possibilità di pensare di ritirare il bambino dal nido."
In altri casi i bambini hanno delle reazioni completamente diverse per cui non piangono quando vengono lasciati, anzi a volte sembrano non girarsi neppure per salutare la mamma:
"Non è detto che tutti i bambini piangano al distacco dalla mamma" spiega sempre la dott.ssa Contiero nel libro Mamme pret a porter. "Alcuni non lo fanno semplicemente perchè sono già stati abituati ad essere gestiti da persone diverse, oppure perché hanno un temperamento estroverso e sono molto incuriositi dalle novità di gioco proposte dal nido. In alcuni casi le crisi di pianto sopraggiungono dopo diversi mesi, quando finisce l’effetto sorpresa. In ogni caso, non c’è nulla da temere. Non dipende dalla nostra capacità materna e men che meno dall’insensibilità del nostro bambino! Lui ci ama così come noi amiamo lui e ci saranno momenti in cui sentirà la nostra mancanza. E’ possibile però che abbia una predisposizione caratteriale tale per cui gli risulti più facile di altri bambini crearsi una distrazione, dedicarsi al gioco e farsi completamente assorbire da esso."
Giulia Mandrino