Quando si parla di bambini piccolissimi, un luogo comune - ma veritiero - che emerge è la loro capacità di imparare una lingua nuova. Si dice che i bimbi imparino "come spugne", e in effetti è così: assimilano il linguaggio davvero facilmente.
Partendo da questo presupposto, circa cinquant'anni fa Shinichi Suzuki, violinista giapponese, si è chiesto se applicando lo stesso principio alla musica, i risultati fossero altrettanto promettenti e positivi.
Il metodo madrelingua, o metodo Suzuki
Chi era Shinichi Suzuki? Shinichi Suzuchi, nato a fine Ottocento in Giappone, era il figlio di un fabbricante di violini. Crescendo con i suoi undici fratelli e sorelle era solito giocare vicino alla fabbrica di famiglia, osservando allo stesso tempo come gli strumenti musicali prendevano vita. Ciò che lo affascinava, era il processo che portava un pezzo di legno a diventare un oggetto che producesse suoni tanto armoniosi e ammalianti.
A diciassette anni circa, dopo aver ascoltato un pezzo di musica classica suonato da un violino ed esserne rimasto estasiato, portò a casa dalla fabbrica del padre uno di quei violini. Imparò a suonarlo da autodidatta, cercando di replicare, imitandoli, i suoni sentiti nei dischi e in radio. Fu a quel punto che si chiese se i bimbi piccoli, e non gil adulti, potessero imparare la musica appocciandosi ad essa come ad una nuova lingua. Sperimentò quindi quello che chiamò il "metodo madrelingua", che oggi prende il suo nome. Perché fu rivoluzionario? Perché all'epoca, verso metà del Novecento, la prassi era che i bambini e le bambine iniziassero a suonare uno strumento solo verso gli undici, dodici anni.
La musica non è innata, si impara come una lingua
Secondo il violinista, conoscere la musica non è un'abilità innata, ma qualcosa che può essere imparato e sviluppato con metodo. Così come imparano la propria lingua madre, quindi, i bambini e le bambine possono imparare la musica, sfruttando il loro potenziale fino in fondo.
A confermarlo è proprio il metodo Suzuki: quando iniziò ad applicarlo, la gente che ascoltava i suoi piccoli studenti restava affascinata, ritenendo che si trattasse di piccoli geni della musica. In realtà non si trattava di bimbi e bimbe prodigio, ma semplicemente di bambini e bambine ai quali Suzuki iniziò a insegnare la musica fin da piccolissimi.
Da allora, il suo metodo e soprattutto l'approccio alla musica sin dai primi anni di vita sono sempre più diffusi. Anche a casa, e non solo a scuola si possono peraltro avvicinare i più piccoli alla musica: sono diverse le attività quotidiane per abituarli ad ascoltare. Avete mai provato, ad esempio, a giocare con la musica classica?
Imparare la musica: non è solo una professione
Suzuki, di base, era convinto di un fatto: imparare la musica non è importante solo per le persone - grandi o piccole - che vogliono farne una professione o diventare provetti musicisti o cantanti. Secondo il violinista, la musica e la sua lettura, la sua conoscenza, possono essere uno strumento imprescindibile e importantissimo per aiutare i bambini e le bambine a sviluppare il proprio carattere e le proprie capacità (non solo musicali).
Addirittura, Shinichi Suzuki sosteneva che i piccoli studenti e le piccole studentesse possano crescere e diventare bravissime persone, perché più inclini a cercare la pace e l'ordine nelle cose, proprio come trasmette la musica. In ogni caso, la musica è certamente uno strumento importante per la vita e per lo sviluppo cognitivo.