Per molti bambini il momento di lasciare il cuccio e' veramente frustrante e difficile da accettare. Da quando sono nati questo oggetto ha rappresentato per loro la consolazione nei momenti di sconforto, la conciliazione al sonno, la soddisfazione orale che naturalmente richiedono i neonati. Arriva però il tempo in cui è necessario accompagnarli alla consapevolezza che dovranno fare a meno di questo strumento rassicurante. Sarebbe bene che ciò avvenisse intorno ai tre anni, prima dell' inserimento alla scuola dell'infanzia , ma è importante che non coincida con altri cambiamenti importanti per lui, come il togliere il pannolino o l'inizio della scuola stessa. Nel corso degli anni si sono inventati e provati diversi metodi per togliere il ciuccio ai bimbi, dai più duri ( il ciuccio viene buttato via e si lascia il bambino piangere finché ha lacrime da versare), ai più morbidi ( si "fa la prova" di farlo sparire finché il bambino non piange disperato e allora glielo si ripropone), ai più fantasiosi e, permettetemi, crudeli ( lo si taglia, lo si cosparge di sostanze fastidiose al palato, gli si arrotola sopra una ciocca di capelli!).
Vi propongo di seguito un metodo che accompagna il bambino a questo distacco, tenendo in debito conto le sue emozioni e i suoi vissuti, in modo da fargli vivere questa esperienza nel miglior modo possibile.
Vi racconto la storia di Ciucciolo, un folletto del bosco che dedica la sua vita a creare ciucci per i bambini appena nati. Ne deve produrre tantissimi tutti i giorni e per farlo ha bisogno della collaborazione dei bambini che hanno già usato il ciuccio per tanto tempo ( non i bambini grandi! ). Ciucciolo passa a raccogliere i ciucci usati che i bambini gli vogliono donare, li porta nel bosco, li mette sotto terra , bagna la terra e fa crescere gli alberi dei ciucci che poi porterà ai bimbi appena nati. È così riconoscente nei confronti dei bambini che gli donano il proprio ciuccio usato che lascia ad ognuno di loro un dono.
Raccontate questa storia al vostro bambino, aggiungendo particolari avvincenti se credete, comprategli un piccolo regalo che sapete possa piacergli e insieme a lui lasciate il ciuccio sul davanzale della finestra. Poi, in assenza del bambino, sostituite il ciuccio col regalo in modo da fargli vivere l'emozione positiva della sorpresa. Una volta tolto, è fondamentale che il ciuccio non torni, anche se il bambino dovesse poi richiederlo.
È verosimile che i primi giorni saranno comunque un po' faticosi per lui; il consiglio è di supportarlo con coccole e parole d'affetto, possibilmente creando un rituale sostitutivo al ciuccio ( leggergli una storia, sdraiarsi abbracciati a lui nel letto, offrirgli un altro oggetto da tenere con se' in fase di addormentamento). Dopo pochi giorni avrà sviluppato nuove competenze auto consolatorie e il ciuccio sarà un bel ricordo!
Dott.ssa Monica Contiero
I pancake sono davvero la mia ricetta del cuore per la mattina, per cui cerco di sperimentare nuove ricette. La farina di canapa è un dono prezioso: infatti come troviamo scritto sulla farina di Canapa dei Prodigi della Terra, azienda che ho scelto per i miei alicamenti "La Farina di semi di Canapa è un alicamento perfettamente bilanciato nella composizione dei suoi nutrienti. Le proteine della canapa forniscono uno spettro di amminoacidi funzionale ed un valore nutrizionale superiore a quelli della soia e contribuiscono ad una dieta completa e bilanciata, soprattutto per l'alimentazione vegetariana o vegana.Gli 8 amminoacidi essenziali sono nutrienti fondamentali per il nostro organismo indispensabili per la sintesi proteica; grazie alla presenza per il 28% di proteine la Farina di semi di Canapa contribuisce all'apporto nell'organismo di tutti gli 8 amminoacidi essenziali, una risorsa totalmente naturale. La farina di semi di Canapa ha tutte le proprietà dei semi di canapa, è dunque un alicamento ricco di omega 3 e omega 6, acidi grassi importanti per il nostro organismo per le loro proprietà antiossidanti, che però non vengono sintetizzati nel nostro corpo ed è dunque fondamentale integrare con una corretta alimentazione. Una dieta sana dovrebbe prevedere l'apporto di acidi grassi in proporzioni bilanciate, infatti il rapporto il rapporto raccomandato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità fra omega 3 e omega 6 è di 1:3. Le abitudini alimentari odierne spesso portano ad un sbilanciamento, con la conseguente carenza soprattutto di omega 3."
Ecco gli ingredienti:
130 g di farina di riso
55 g di farina di canapa
35 g di fecola di patate
200 ml latte di avena
2 uova
2 cucchiaini di lievito
1 cucchiaino di vaniglia in polvere
2 cucchiai di sciroppo d'acero
1 pizzico di sale
Mescoliamo insieme gli ingredienti solidi poi separiamo l'albume dal tuorlo: uniamo il tuorlo con lo sciroppo d'acero e mescoliamo bene, poi sbattiamo bene l'albume a neve e infine uniamo delicatamente i due composti liquidi e poi infine con quelli solidi. Possiamo sostituire le uova con l'egg raplacer, montandolo anch'esso a neve secondo le indicazioni contenute sulla confezione. Possiamo anche decidere di non montare a neve ma il composto risulterà più gommoso.
Cuociamo in padella con un filo d'olio.
Giulia Mandrino
Che cosa sono i latti in polvere, detti anche latti formulati o latti adattati? "I latti adattati sono alimenti di aspetto simile al latte (liquido e bianco) con una composizione che rispecchia quella del latte materno ma i cui nutrienti (proteine, grassi, zuccheri, vitamine, sali) possono derivare da svariati alimenti: le proteine dal latte vaccino, dalla soia o dal riso; i grassi dal cocco, dalla palma, dalla soia; gli zuccheri dal mais, dal saccarosio, dal lattosio" ci spiega il pediatra e chirugo pediatrico dott. Proietti di Torino nel suo libro Figli Vegetariani, edizioni Sonda.
Se optate per l'utilizzo del latte artificiale il nostro consiglio è quello di adottare latti formulati a bese vegtale (meglio a base di riso che di soia) e non a base di latte vaccino. Vivamente sconsigliati sono i latti di asina, capra ecc. così come le bevande a base di riso o altri vegetali: anche se vengono comunemente chiamati "latti", non possono assolutamente sostituire il latte di mamma o il latte formulato. "Non è consigliabile sostituire il latte materno o il latte adattato con i "latti"(cioè le bevande) vegetali di riso, di avena, di mandorla, di soia, in quanto sono in realtà delle bevande carenti, o squilibrate, di vitamine, minerali, grassi e proteine" spiega sempre il dott. Luciano Proietti nel suo libro.
I latti formulati, quindi in polvere, a base vegetale si trovano sia in molti iperstore che nelle farmacie: costano sicuramente di più degli altri ma i benefici sono davvero molte- plici! Ricordiamoci inoltre di utilizzare sempre il numero 1 di latte artificiale: mai passare al numero 2 o ai latti di proseguimento, in quanto il latte di mamma non segue i cam- biamenti di formulazione proposti dai latti con il numero 2 e di proseguimento.
Articolo tratto dal libro Mamme pret a porter, Il primo anno, insieme, Mental Fitness Publishing
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
La cura della pelle è prima di tutto questione di salute: la pelle è l'organo più esteso del nostro corpo. Possiamo prenderci cura dei nostri organi interni con un'alimentazione sana, facendo sport, facendo percorsi di crescita personale per la gestione dello stress e possiamo prenderci cura della nostra pelle, ponte tra interno ed esterno quindi veicolo che trasporta ciò che dal "fuori" porta al "dentro", con una cosmesi biologica e di qualità. La cosmesi bio non dovrebbe essere considerato un plus in quanto quotidianamente entriamo in contatto con circa 8 prodotti cosmetici, ognuno dei quali se non bio può contenere una quantità massima di sostanze tossiche per il nostro organismo. Se però moltiplichiamo queste sostanze tossiche "lecite" presenti in ognuno dei prodotti per tutti i prodotti con cui entriamo in contatto otterremo con una quantità di queste superiore alla soglia di tollerabilità in quanto si manifesta un bioaccumulo.
Fin qui credo che siamo tutte d'accordo. Ma il problema principale che troviamo in Italia a livello di cosmesi bio sono i prezzi. Per questo alcuni mesi fa ho contattato Fantastika, azienda di biocosmesi e biomake up, 100% vegan certificata Skineco. Come blogger ho la fortuna di ricevere settimanalmente prodotti da recensire di vario tipo: per mia scelta etica e personale ho deciso di recensire solo prodotti che mi piacciono e che apprezzo in tutta la loro filiera di produzione; per me questo lavoro è una grande responsabilità, perchè so che vi fidate di me e non voglio deludere le vostre aspettative. Ho ricevuto così il pacco Fantastika: ho avuto modo di testare la crema corpo ed è emerso subito un profumo delizioso ma non fastidioso, poi la consistenza della crema mi ha conquistato letteralmente. E' una crema-burro estremamente nutriente che si spalma molto bene e si assorbe in tempi brevissimi e che rende la pelle del corpo davvero vellutata e setosa. Dopo aver testato anche altri prodotti ed essere letteralmente diventata pazza per il biogloss all'acido ialuronico (12 euro solamente!) ho deciso di diventare partner, quindi di vendere i loro prodotti oltre che usarli per me e la mia famiglia.
Oltre a utilizzare prodotti di qualità, non testare su animali, essere vegan, sostenere con un progetto bellissimo le donne con Cristina Comencini (Se non ora quando- Libere), Fantastika ha dei prezzi davvero abbordabilissimi, incredibili per la qualità che offre: detergente viso 12 euro, tonico viso 250 ml (non 150 come solitamente troviamo sul mercato) 12 euro, crema mani e piedi 12 euro. Il tutto confezionato in packaging 100% biodegradabile e dove serve con chiusura ermetica e privo di imballaggio secondario.
La base principale dei prodotti è l'olio d'argan, strepitoso a livello cosmetico perchè non è unto e contiene una elevatissima qualtità di vitamina E ed acidi grassi. Ma dove lo acquistano? In una cooperativa femminile in Marocco: questo olio infatti proviene dalla pianta dell'argania spinosa che si trova solo in una regione desertica del Marocco, diventata patrimonio dell'Unesco in quanto rischiava l'estinzione. L'ente internazionale ha deciso di affidare la sua produzione a cooperative femminili che hanno potuto dare lavoro a donne, consentendo loro si raggiungere una emancipazione, mandare i loro figli a scuola e creare e tramandare una grande professionalità: l'estrazione dell'olio d'argan è infatti un sapere antico del mondo femminile marocchino ma anche un segreto di bellezza. Dalla notte dei tempi infatti proteggeva la pelle delle popolazioni nomadi desertiche dal sole del deserto e dal suo impetuoso vento, così come rendeva luminose e lucendi le lunghe chiome delle donne arabe. E' un olio che possiamo anche usare in gravidanza e in allattamento sul seno: ottimo unito anche alla crema corpo supernutriente per potenziarne l'efficacia durante queste fasi così delicate della nostra pelle.
Altro prodotto presente nella cosmesi fantastika è il famoso acido ialuronico, componente naturale della nostra epidermide.
Fantastika quindi parte da materie prime femminili come l'argan, prodotte in maniera equa, per arrivare a noi donne attraverso altre donne: il sistema di vendita è infatti delegato a consulenti come me che devo dire con grande passione (e anche facilità dato il rapporto qualità prezzo) vendono alle proprie amiche, parenti, conoscenti e clienti. E' davvero un'azienda inoppugnabile sotto tutti i punti di vista, dalla qualità, ai prezzi equi, all'ecologia, all'etica e al sostegno del lavoro femminile.
Per scoprire tutti prodotti Fantastika vai sul sito www.fantastikaonline.com
Se sei interessata a provare i prodotti Fantastika puoi contattarmi a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Se sei interessata a diventare consulente Fantastika ed entrare nel mio team in tutta Italia puoi mandarmi un sms o wp al 346-0067230 e ti ricontatterò dandoti senza impegno tutte le informazioni.
Giulia Mandrino
Se siete qui in questo momento a leggere questo articolo probabilmente anche voi il senso di colpa ce lo avete. Lo smartphone ossia la più grande droga di noi mamme di oggi. Allattiamo mentre guardiamo Facebook, mangiamo e spesso vicino c'è lo smartphone che lampeggia e na sbirciatina va che te la butto, mi metto a fare il puzzle con il bambino e va che me lo porto dietro così nel mentre guardo se mi ha risposto la tizia su what's up; ci mette ne vita ad addormentarsi e nel mentre mi leggo qualcosa su internet e poi quando torno in sala (se torno) mi metto sul divano e vago un po' con la fantasia con Pinterest alla ricerca di luoghi incantati. Chi più chi meno siamo tutte credo abbastanza infognate con questa tecnologia che se non ben dosata ci rende dipendenti: ne parlo perchè io per prima lo sono e non riesco a limitarmi in quanto sono davvero "ingorda" di notizie e di informazione, ma anche talvolta di socialità che anche se virtuale a una mamma come me che da nomade è diventata forzatamente stazionaria in molti pomeriggiinvernali risulta un balsamo per il mio animo irrequieto.
Mia mamma mi guarda con sdegno. Ma quello si sa e ci sta. Quello che forse mi spaventa di più è quello che raccoglieremo da una generazione di figli che vedono i loro genitori relazionarsi più a un cosino rettangolare luminoso che con loro: quante volte ci parlano mentre noi stiamo facendo qualcosa con lo smarphone e gli diciamo aspetta? Oppure il tragitto in macchina e nel mentre una telefonata?
Non è sinceramente un articolo che da risposte ma vorrei davvero un confronto con voi su questa mia debolezza. Vorrei capire se anche voi siete drogate nei tempi morti di cellulare, di social, di internet, di relazioni. Credo che sia quella rete di cui spesso tanto si parla in questo portale, di quella dimensione di sorellanza insita nell'animo umano che una volta c'era nelle cascine e ora è scomparsa: quel ritrovarsi quotidiano per scabiare pensieri saperi ed emozioni la cui mancanza ci rende così vulnerabili come madri a mille teorie che pretendono di farci diventare le madri giuste per i nostri figli oppure a farci ricercare la dimensione della socialità e del confronto dietro a un telefono che non sazia mai alla fine. Se dopo un confronto con un'amica sei "sazia", appagata, forse perchè la relazione incorpora tutti i sensi ed esiste un setting, con i social tutto questo scompare e rimaniamo sole con le nostre domande e insicurezze, bombardate con una quantità di stimoli e domande ulteriori che ci portano in un vortice. Forse la tecnologia va troppo veloce ormai rispetto alla natura umana, creando non più beneficio ma danno se non viene contenuta?
Credo che sia fondamentale come madri riflettere su questo tema e forse eliminare in presenza dei nostri bimbi i telefoni per utilizzarli in altri modi e dandoci dei limiti di tempo ben precisi: pensare al viso dei miei piccoli che mi parlano mentre io sono al telefono è davvero doloroso sopratutto quando penso a loro adolescenti. Mi chiedo "se normalmente già un adolescente si chiude in se stesso o comunque chiude le porte con la famiglia immaginiamoci cosa può fare un ragazzo cresciuto con genitori smartphone dipendenti".
In conclusione credo che dovremmo spegnere più gli smartphone e trascorrere più pomeriggi, sere e week end con le nostre amiche e i nostri bimbi.
Voi cosa ne pensate?
Papavero3
Il succo di oggi ha come centro la verza, pianta davvero potente per le sue proprietà di detox e antiossidanti: è considerato un alimento antitumorale, benefico per l'ulcera peptica, antinfiammatorio, utile nella prevenzione dell'Alzheimer e della Cataratta. Siamo abituati a mangiarla cotta ma ogni tanto qualche foglia cruda ci farebbe proprio bene. Non so voi ma il solo pensiero di mangiarla cruda non è che mi allieti molto, per cui ho deciso di abbinare della frutta molto zuccherina e il sapore forte dello zenzero fresco.
Ecco la ricetta:
Il bambino nei primi anni di vita è tutto sensi, pura sensorialità: ama e deve sperimentare sensazioni visive, uditive, olfattive, tattili e di gusto.
Questo è un gioco davvero semplice che possiamo proporre ai nostri bimbi, finalizzato appunto ad affinare la pecezione tattile e la coordinazione piede-occhio. Raccogliamo in casa degli oggetti come teglie di alluminio usa e getta, spugne, mestoli, palline di tipo differente (ne trovate molte nei negozi Tiger a 1 euro o poco più), una mela, un'arancia. Corichiamo il nostro piccolo a pancia in su e sediamoci davanti a lui; appoggiamo poi sulla pianta dei suoi piedi un oggetto (un oggetto per volta su un solo piedino) e osserviamo la reazione. Poi allontaniamo l'oggetto di qualche cm e pian paino comprenderà la necessità di allungare la gambina per toccarlo; se non lo fa le prime volte guidiamolo a cercare l'oggetto.
Giulia Mandrino
Chi mi segue sa che amo Virya, azienda famigliare bolognese che prepara fitoterapici ayurvedici con materie prime italiane di altissima qualità. Io stessa utilizzo quotidianamente i suoi prodotti. Ecco quindi la mia selezione per pancine:
Per il supporto ed equilibrio nutrizionale:
Chayavanaprasa: Confettura aromatizzata di Amalaki
Antica preparazione della tradizione ayurvedica preparata con frutti freschi di Amalaki raccolti in Nepal, è nota come "nettare degli Dei". Gli effetti positivi si manifestano a tutti i livelli della fisiologia. Nutre armonicamente la mamma e il feto. Ottimo anche durante l'allattamento.
Virechan: decotto
Coadiuvante in caso di difficoltà nell'evacuazione quotidiana e nelle coliche gassose. Stimola e normalizza il movimento intestinale. Non provoca crampi addominali, è utile in caso di vomito ed è indicato anche in gravidanza, allattamento e particolarmente per i bambini. Non contiene conservanti, alcol e zucchero.
Rikhiya: compresse
Grazie alla sua azione antiossidante aiuta a ripristinare il metabolismo ottimale. Ha un'azione nutriente sui tessuti, aiutando a preservare la tonicità e l'elasticità corporea. Elimina le scorie metaboliche interne e l'eccessivo calore intestinale.
Per il supporto e l' equilibrio emotivo:
Tulsi: compresse
Il preparato è indicato per ottimizzare tutte le funzioni dell'organismo. Migliora la microcircolazione favorendo l'attività cerebrale (memoria, concentrazione) e le funzioni mentali (rilassamento, calma). Supporta la reazione allo stress, anche quello post-partum. Favorisce la normale funzione immunitaria, respiratoria e la qualità ed i ritmi del sonno.
Shanti: tisana rasserenante.
Assunta la sera, la tisana concilia il sonno fisiologico; bevuta durante il giorno contribuisce a calmare l'ansia, l'agitazione psicofisica e la tensione mentale della vita quotidiana. Allenta le tensioni viscerali indotte dallo stress quotidiano senza alterare i riflessi.
Per maggiori info e per l'e-commerce potete visitare il sito www.virya.com
Giulia Mandrino
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Ci sono state e ci sono le volte in cui non ci penso, così un po' distratta, un po' superficiale ed approssimativa, un po' speranzosa "tanto per un momento" e poi invece Attila è passato e ha lasciato il segno, basta un attimo e dove passa non cresce più l'erba e sarebbe già poco, basta un secondo di distrazione ed il danno può essere irreparabile.
Io – Allora oggi ho beccato Cucciola dentro nel bidet, impariamo a tenere chiusa la tavoletta del wc, non possiamo permetterci che anneghi capovolta nel cesso...
Lui – Oggi ho beccato Cucciola nella doccia, impariamo a tenerla chiusa, si è mangiata tutto il silicone!
Io – Oggi stavo sistemando delle cose nell'armadio in camera, quando ho finito ho chiuso le ante e ho sentito un rumorino di "grattuggia" era Cucciola che si era infilata nell'armadio, stiamo attenti a quando chiudiamo le ante.
Lui – Ho sentito un leggero tonfo e uno zampettare strano, era Cucciola che era saltata nella vasca da bagno, non lasciare niente in ammollo altrimenti sarebbe come un salto in piscina per lei e non mettere niente nella vasca che sia commestibile... anzi non mettere niente nella vasca se non fatto di ferro!
Io – Stavo svuotando la lavatrice e se non la allontano veloce Cucciola mi salta nella lavatrice!
Lui – Stavo mangiando un biscotto ... Io – Ma non hai detto che eri a dieta come me? ... Lui – Stavo cercando di mangiare un biscotto ... Io – Grazie, bell'aiuto! ... Lui – Stavo cercando di rubare meschinamente e senza essere visto un biscotto, missione fallita, guarda dov'è..., non c'è privacy!
Sono sempre stata una bambina difficile nel mangiare, se una cosa non mi ispirava alla vista e/o all'olfatto
non c'era verso di farmela assaggiare. Ho sempre avuto un'alimentazione un po' limitata: niente formaggi
se non la mozzarella o la ricotta, niente carne se non polpette o polpettone, poche verdure, niente di
strano nel piatto, niente affettati se non il prosciutto cotto. Complici tempi e mentalità antiche e luoghi
comuni, senza voler colpevolizzare nessuno, mia mamma era una di quelle che aveva i suoi "cibi che ti
facevano bene per diventare grande" per poi dopo anni di mie e sue sofferenze capire che se il latte mi
metteva una giornata di diarrea a spruzzo forse se non lo bevevo la mattina era meglio. Odiavo quando
faceva certi cibi e la casa si riempiva di una puzza per me insopportabile; quando faceva il bollito che
detestavo poi mi propinava il risotto giallo fatto con il brodo di carne e io le dicevo "uffa no, ora devo
scartare tutti i pezzetti marroni nel riso" o il fegato, mi devastava... la cosa peggiore però era la lingua,
tornavo da catechismo e sentivo dalla strada quell'olezzo infernale, allora correvo in camera mia e piangevo
"no ti prego non la voglio", l'ora di cena arrivava come un supplizio, erano lacrime incessanti "dai che ti fa
bene, ti do la punta che è la parte più buona" "mi fa schifo" "non si dice schifo del cibo, si dice non mi
piace" "si ma a me fa proprio schifo, ti prego" e mi buttavo per terra a piangere. Per i miei genitori erano
solo capricci da bambina allora mi rimettevano a tavola, mio padre mi teneva la testa e mia mamma mi
ingollava il boccone e mi obbligavano a masticare, io lo buttavo giù intero con un bicchiere pieno di acqua...
"ti fa tanto bene" "ma come fa a farmi bene se poi ho mal di pancia?!", sì perché bastavano due bocconi,
forse tre e poi mi trasformavo in un idrante di vomito ininterrotto per almeno due ore. Alla fine hanno
capito che se la reazione era quella forse tanto tanto bene non mi faceva...!!!
Quindi arrivati all'asilo per me la cosa peggiore era la mensa. Ai miei tempi poi la scelta era limitata
davvero, giravano sempre quei tre cibi in croce e se non ti piacevano erano cazzi da cagare! (scusate il
francesismo!).
Pasta al pomodoro: maccheroni così cotti che di aprivano in due e poi ci mettevano il grana e io lo odiavo,
ma non volevano mai darmela senza: chissà perché?! Bistecca impanata. Polpette. Insalata verde: era così
condita e unta che diventava molliccia e scura. Carote crude. Risotto giallo o bianco. Prosciutto cotto: a mio
parere viscido e pieno di grassino trasparente. La mela gialla o la banana. Cos'altro? Bastoncini di pesce e...
il tanto temuto petto di gorilla.
All'ora di andare in mensa tutti erano entusiasti, a me personalmente mi tremavano i baffi! Scendavamo le
scale che dal piano superiore portavano in refettorio, accompagnati dalle maestre e dalle suore, giù c'erano
tanti tavolini e la cucina dove si vedeva la cuoca che rimestava nei pentolini in acciaio formato caserma
militare. E qui si svolge il peggio pranzo mai fatto.
Quel giorno
Prima portata: minestra con tanto tanto grana... cazz... non lo voglio il grana, allora non lo mescolavo lo
toglievo mentre ancora galleggiava in superficie e lo mettevo nel tovagliolo senza farmi vedere.
Secondo: carote grattugiare e due fette di petto di gorilla.
Suore – Elena mangia tutto
Io – Non mi piace
Suora – Mangia che ci sono i bambini che muoiono di fame, io li conosco bene
Io – Vuoi portargli il mio piatto?
Suora – Non ti alzi finchè non svuoti il piatto
Io – Ho detto no e no è no!
Suora – Allora ti siedo nel tavolo dei cattivi finchè non hai finito
E mi siedono su un tavolino più piccolo degli altri, da sola (per non influenzare negativamente l'appetito
degli altri) sotto la scala che dal piano superiore scendeva al refettorio.
Fatto sta che alle 16.00 viene mia zia a prendermi all'asilo, il tempo passa, i bambini escono, tutti prendono
i loro cappotti e se ne vanno, mi cercano ma io non ci sono, le classi sono vuote, ma sull'appendiabiti resta
il mio cappottino. Alcune cose me le ricordo perfettamente, come gli odori che se chiudo gli occhi mi pare
di risentire, altre mi sono state raccontate; fatto sta dopo qualche momento di panico e concitazione,
ispezionate aule, bagni, giardino e sala giochi, pare che un po' di panico si sia creato, dopo circa trenta
minuti di ricerche le suore si guardano in faccia, si girano verso la mia maestre: "l'abbiamo dimenticata in
refettorio!".
Scendono di corsa, accendono le luci (ormai era buio, complice l'inverno e la poca luce che filtrava dalle
bocche di lupo) e seduta nel sottoscala mi trovano.
Non spaventativi e non inorridite, grazie al cielo penso a questa cosa con un sorriso, non ne sono rimastra
traumatizzata, né spaventata, non avevo e non ho paura del buio, non ho pianto, non avevo paura di strare
da sola, ero una grande, lasciatemelo dire: mi hanno trovata così, seduta, che non avevo pianto, non
spaventata, con le braccia conserte, il piatto pieno (!!) davanti e quando mi sono corse incontro per
abbracciarmi e scusarmi la prima cosa che ho detto alla suora è stata "visto, se dico no è no!" che mito!
Logicamente quando mia mamma lo ha saputo le mancava poco di ribaltare la suora a sberle e svenire per
la preoccupazione.
Indagando poi mia madre ha scoperto che il famigerato petto di gorilla era in realtà petto di tacchino di
quello che si affetta e si serve freddo, messe sul piatto una accanto all'altro... fantasiosa rivisitazione di una
bimba del primo anno di asilo.
Ora è la frase tipo di casa nostra, quando al ristorante o da qualche parte vediamo passare un piatto e non
capiamo bene cos'è subito qualcuno dice "sarà petto di gorilla?!".
Elena Vergani, autrice di Il mondo è bello perchè è variabile