Chi non adora la pasta sfoglia! E' uno strumento davvero versatile e pratico oltre che buonissimo!
E' possibile acquistarla al supermercato (leggete bene gli ingredienti in modo che non contenga strutto e latte e derivati). In realtà le sfoglie pronte che si trovano in giro contengono tutte olio di palma e altri oli vegetali che sappiamo essere dannosi per il nostro corpo (oltre che per l'ambiente). Se abbiamo tempo quindi possiamo utilizzare questa ricetta, che ho provato personalmente e trovo davvero ottima.
E' tratta dal sito www.veganhome.it/ricette/preparazioni-base/pasta-matta-sfoglia/
Ingredienti:
300 g di farina di frumento tipo 0
150 ml di acqua
50 ml di olio extravergine d'oliva
un pizzico di sale
Preparazione:
Disporre la farina a fontana su un piano di lavoro, aggiungere il sale e l'olio ed amalgamare. Aggiungere l'acqua poco alla volta, l'impasto non deve essere appiccicoso, ma sodo. Continuare a lavorare per 12/15 minuti (se avete un robot impastatore è l'ideale).
Formare con l'impasto una palla, avvolgerla nella pellicola per alimenti e mettere a riposare in frigo per almeno 20 minuti.
Dopo il riposo risulta molto facile da stendere col mattarello, anche in sfoglie sottili.
Una volta che avete la vostra pasta sfoglia date sfogo alla vostra creatività!
Oggi ho usato un po' di ingredienti di reciclo della cena e pasta sfoglia pronta:
- Salatini alla pizzaiola:
Spennelliamo la nostra sfoglia (va bene sia rettangolare che rotonda) con del concentrato di pomodoro, poi spargiamo sopra un po' di origano e un pizzico di sale. Tagliamo a striscioline la sfoglia e arrotoliamola su se stessa (circa due giri), poi tagliamo e proseguiamo con gli altri rotolini. Inforniamo per circa 30 minuti a 190°.
Volendo prima di informare possiamo spennellare i nostri salatini sulla parte superiore con olio d'oliva e sale.
-Salatini al formaggio:
Eseguiamo lo stesso procedimento con del formaggio vegetale. Io ho usato il NO MUH AROMATICO di Vegusto.it.
- Salatini al pesto:
Facciamo lo stesso lavoro della precedente ricetta con del pesto vegetale. Io ho aggiunto del mopur avanzato tagliato a striscioline.
- Salatini con le olive:
Stesso procedimento ma inseriamo delle olive denocciolate.
-Salatini con le verdure:
Possiamo fare i nostri salatini con delle verdurine avanzate (io ho utilizzato le zucchine della sera precendente lasciate tutta la notte in frigorifero con uno spicchio d'aglio in modo da dar loro maggior sapore).
Giulia Mandrino
Alcuni giorni fa abbiamo postato una foto simile sulla nostra pagina facebook, bellissimo scatto della doula e fotografa canadese Morag Hastings (www.appleblossomfamilies.com).
Era simile all'immagine che vedete qui a lato ma ancora più netta.
Avevamo deciso di postare quest'immagine in risposta al messaggio di un papà che ci aveva consigliato di utilizzare immagini più delicate perchè la sensibilità di qualcuno poteva essere urtata da "tale violenza visiva".
Partirei da una premessa tecnica, spiegando che il corpo e in particolare le immagini veicolate all'interno dei canali culturali della nostra società sono costruzioni sociali non verità assolute: "comportamenti, morfologia e persino fisiologia dei corpi sono l'esito di un insieme di processi attraverso i quali ciascuna società agisce sui corpi (per tal via costruendoli, letteralmente). Detti processi sono in-formati in rappresentazioni (o modelli) sociali del corpo, di suoi aspetti o di sue funzioni: rappresentazioni quasi sempre implicite e condivise nei tratti fondamentali dei membri di una società, parte delle quali costruite e diffuse da attori sociali specializzati, che esercitano una funzione di normalizzazione. I medesimi processi sono all'opera nella vita quotidiana sotto forma di pratiche più o meno routinarie relative al corpo, e sono più politici nel senso più puro del termine per il loro essere volti al controllo della varietà sociale; in ciò riflettendo e rinforzando (o cambiando) la distribuzione di potere tra gli individui." (P.Borgna, Sociologia del corpo, 2005, Roma-Bari, Editori Laterza, pag. VI).
Vorrei quindi soffermarmi su due concetti:
1. il primo è quello di "immagine" della maternità: le immaginbi veicolate (e quindi attese) sono immagini alla Anne Geddes, con bambini dormienti in posizioni statiche, mamme con grandi pancioni e un grande sorriso, mamme con bambini in braccio belle e felici. Ma la maternità non è questo: come ben descritto dalla mia collega Cora Erba nel suo articolo "La maternità che mi ha cambiato", essere mamma, in particolare essere mamma in maniera piena e consapevole, è un'esperienza ricca di grandi gioie ma anche di grande sofferenza, abnegazione, stanchezza estrema. Tutti questi lati non vengono espressi, con il risultato che ti guardi allo specchio e ti senti l'unica al mondo che attraversa questa fase, perche lo standard di normalità veicolata e le aspettative ad esso connesse sono quelle appunto alla Anne Geddes. Se diventare mamma è sicuramente la gioia più grande, è giusto anche accogliere e far sapere che esistono delle emozioni e degli stati fisici e d'animo meno felici.
2. il parto non è violenza, è sicuramente un lato forte della maternità. Per una società come la nostra molto "psicologizzata" ma con scarsissima consapezza corporea, l'immagine di un evento che raffigura come il nostro corpo naturalmente faccia uscire dalla nostra vagina un bambino facendoci provare nella stragande maggioranza dei casi il dolore più forte che proveremo è per molti inaccettabile. Se è legittimo per una donna nutrire timore per il dolore, è forse da ripensare il termine "violenza" associato ad eventi naturali: daltronde "occhio non vede cuore non duole" e "il più in fretta e velocente possibile, al poi ci pensero" sembrano essere i motti della nostra società. L'essere umano e nemmeno il pianeta terra funzionano così facilmente purtroppo. Personalmente credo che la violenza sia ben altro: violenza è un bambino tirato fuori con strumenti impropri solo per la non preparazione di alcune strutture sanitarie che continuano a incollare le donne sui lettini durante il travaglio e farle partorire in posizione ginecologica quando spesso basterebbe solo rispettare i tempi e la necessità di movimento della donna, violenza è strappare il bambino dalle braccia della mamma dopo il parto per "tenerlo sotto osservazione per qualche ora" (l'OMS Organizzazione Mondiale della Sanità sconsiglia vivamente questa pratica), violenza è quella subita dalle neomamme quando i loro capi le obbligano a tornare a lavoro. Violenza è quella che tutti i giorni subiscono gli animali: pur consapevoli che si possa vivere (anche meglio come sostengono ormai numerosi oncologi) con un'alimentazione a base vegetale, noi continuiamo a uccidere per altro in maniera barbara e estremamente violenta non solo animali ma anche i loro cuccioli; violenza è una catena di montaggio che trita vivi i pulcini maschi perchè non servono per fare le uova, è un'oca a cui vengono strappate le piume (guardate i video su youtube per vedere se è così piacevole e naturale); violenza è un piccolo di mucca separato dalla sua mamma dopo il parto perchè il suo latte è destinato a noi e non a lui. Evolviamo nella medicina, nella tecnologia e in tutte le scienze, ma non nella violenza, che continuiamo a perpetrare perchè nel circa 10% del tempo in cui l'uomo è presente sulla terra sfrutta gli animali, quindi ci sentiamo legittimati a mangiare e far mangiare ai nostri figli un bel spiedino di agnello ma non quello di cane, perchè non possiamo neanche pensarlo. Non bisogna fare nulla, non si è obbligati a fare nessuna scelta: possiamo però non chiudere gli occhi e scegliere con la vista, con il pensiero e anche con il cuore ciò che secondo noi è giusto e ciò che invece non lo è, fidandoci per una volta delle reazioni del nostro animo a ciò che vediamo.
I cambiamenti non si verificano mai con violenza, ma maturano dolcemente, come dei piccoli germogli.
Giulia Mandrino
immagini tratte da:
http://www.appleblossomfamilies.com/blog/
http://www.nhancephotography.com/
In omaggio per tutte le visitatrici shopper Weleda e campioncini degli sponsor.
Per prenotazioni e info Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 349.1979114
http://happyfamilynova.blogspot.it/
Non ho la colf. Non ho la tata. Non ho quasi mai nonni a cui lasciare i bambini quando vado a fare la spesa. E nonostante mio marito pensi che lavorare da casa significhi guardare la tv sgranocchiando noccioline e ogni tanto buttare l'occhio a mio figlio piccolo di 2 anni e mezzo mentre gioca, in realtà le cose sono ben diverse. La spesa la faccio con i miei figli un paio di volte la settimana in quando prima di andare a prendere la mia grande a scuola guardo il piccolo, lavoro al pc, pulisco e cucino, mi smazzo bollette e burocrazie varie che la creatura maschile ossia mai "lui lavora" e in ufficio non può permettersi tra una pausa siga e un'altra caffè di telefonare a Sky per il suo abbonamento di sport.
Fare la spesa con due bambini significa venir meno a tutti i precetti pedagogici MUST della mamma natural:
1. convincerli ad andare a fare la spesa: se non sei a pezzi provi a convincerli con immagini positive. Se non ci riesci o non ce la fai perchè sono 5 anni che non dormi vai sulla ricompensa eno-gastronomica: se vieni ti compro il lecca-lecca (ho provato una volta a farle guidare il carrello per coinvolgerla attivamente ma abbiamo avuto un scontro frontale con lo scaffale dei pelati senza contare la lotta su chi dei due doveva spingere il carrello). Se nenache così ci riesci partono i ricatti, che secondo me fanno male più a te, madre-natural-consapevole che si sente incapace di seguire la voce montessioriana che c'è in te MADRE DEGENERE! che a lui/lei, che se ne infischia.
2. entrare in macchina: dopo il "prima leghi me, no prima me", se è inverno devi risolvere il dilemma "lo spoglio o non lo spoglio?", e poi "non voglio essere spogliato" e poi "non voglio essere legato" ma alla fine riesci in qualche modo a partire, tirando un filo di sollievo e già nettamente provata. Ma sei fiduciosa.
3. non devi farli addormentare altrimenti la sera dovresti usare del gas nervino per metterli a letto: allora su a cantare, parlare... nel mentre hai il 70% di possibilità che si picchino, si lancino giochi, abbassino i finestrini se ti distrai un attimo a pensare a cosa dovrai comprare... e lì con le parole provi a farli ragionare ma normalmente passi alle minacce e a grandi inchiodate per la strada quando a dicembre trovi tuo figlio di due anni e mezzo con il finestrino abbassato senza citure.
4. arrivi al supermercato: scendi, prepara tutto, vesti i bambini, "prima io, no prima io, no prima tu, voglio portare la mucca carolina con me", "no la lasci in macchina", li fai scendere, esausta e sudata cercando di farli stare attaccati a te e non farli correre nel parcheggio, per poi arrivare al carrello. Qui hai diverse soluzioni, a seconda dell'età e del temperamento del bambino: i miei sono entrambi molto vivaci, sopratutto la femminuccia, per cui l'unica soluzione per me è metterli entrambi nel carrello.
5. cerchi ciò che ti serve: tra incontri di wresling tra i due da gestire, una pseudo lista mentale, una sorta di brainstorming su quello che puoi cucinare nei giorni seguenti e quello che hai già in casa magari da reciclare (TUA MADRE TI DICE CHE SEI UNA GRAN SPRECONA QUANDO VIENE A CASA TUA E APRE IL TUO FRIGO), provi a infilare qualcosa nel carrello, ovviamente loro la schiacceranno. Poi ci sono le loro richieste da mediare: "mamma voglio la merendina che ho visto mangiare a Silvia a scuola", "no amore, la mamma non ti compra le merendine con latte di mucca, conservanti e tanti coloranti, fanno male al pancino". Devo dire che nel 90% dei casi con la mia grande questa spiegazione basta (al maschio basta mangiare, non importa molto che cosa almeno per ora).
6. DEVO FARE LA PIPì: ovviamente questo succede quando sei a metà della spesa, per cui corri alle casse, chiedi a qualcuno di guardare il carello e corri al bagno (dedicheò un articolo sui bagni pubblici italiani ad eccezione di Ikea).
7. pagare: qui il sudore si fa sentire perchè alla cassa i miei figli si scatenano, forse sentendo la mia agitazione, forse perchè il carrello è fermo. Mentre la grande di 4 anni mi aiuta a mettere la spesa sul rullo il piccolo immancabilmente si alza dal seggiolino, con enorme scandalo delle signore over 60 che vogliono elargire consigli di pedagogia. Qui, urla, minacce and co volano alla grande. POi ti trovi sempre quella bella donna-ragazza, truccata, con i capelli in ordine, magra, con la borsa abbinata che ti ricorda te in un lontano passato.
8. finalmente paghi, controllare lo scontrino è un ricordo lontano. Ti potrebbero raf pagare 90 euro 2 casse di latte ma tu sei solo focalizzata nel salvaguardare l'incolumità dei tuoi figli e terminare la spesa.
9. ti rendi conto di aver dimenticato la cosa principale per cui eri venuta a far la spesa ma non importa, hai fiducia nella tua fantasia per sostituirla.
10. carichi la macchina cercando di tenere fermi i bambini.
11. porti il carrello negoziando chi dei due lo infilerà della fila e chi prenderà la moneta.
12. ritorni in macchina: vedi punto 2
13. torni a casa: scarichi la macchina, se c'è tuo marito lui ti domanderà "hai bisogno?" e tu vorresti rispondergli "vedi tu" ma gli dici un flebile si, mettendo da parte l'orgoglio.
14: entri in casa e lui con grande aucompiacimento ti dice che ha già messo l'acqua al fuoco, caspita. Poi lui si riaccomoda sul divano, magari giocando un pochino con i bimbi e tu continui il tutto...
Non ci avevano detto che sarebbe stato così però...
Papavero 3
immagine tratta da
Non avevo mai sentito parlare delle bambole empatiche, così quando mi è stata svelata la loro esistenza sono subito andata ad informarmi ed, ovviamente, me ne sono innamorata! Sono l'idea perfetta per questo Natale!
Sono giocattoli? Sì e no. Sono strumenti per imparare a relazionarsi con gli altri, oggetti morbidi a cui affezionarsi ed anche cura per chi ha bisogno di rimanere agganciato ad una piccola porzione di sé.
Cosa vuol dire?
Facciamo un passo indietro, negli anni 90, in Svezia. La terapista Britt-Marie Egedius-Jakobsson capisce che la terapia della bambola o "dolltherapy", aiuta a migliorare il benessere delle persone che hanno difficoltà a relazionarsi con il mondo esterno, affette ad esempio da autismo, demenza senile o da alcune gravi patologie psichiatriche.
L'accettazione e l'accudimento di queste bambole, portava i suoi pazienti a migliorare il loro stato di salute, a gestire meglio i loro stati di stress ed a diminuire sensibilmente il ricorso ai farmaci.
Per questo motivo Britt-Marie Egedius-Jakobsson contribuì ad ideare la linea Joyk, costituita da bambole di diverse misure ma tutte con le medesime caratteristiche di base. Una lunghezza tra i 34 ed i 50 cm, un peso che varia dai 700 ai 1000 grammi, ben bilanciato su tutto il corpo, tanto da permettere alle bambole di stare sedute senza sostegno, una morbidezza che richiama quella della pelle di un bambino, tratti aperti e guance paffutelle, gambe morbide ed un po' arcuate che non intralcino in fase di abbraccio, capelli morbidi da accarezzare, mani con cinque dita che le bambole possono mettersi in bocca e organi genitali rispondenti al vero, nonché, nella versione "neonato" una testolina che necessita di essere sorretta. Il tutto fatto a mano, così che, pur nel medesimo modello, non ci siano due bambole perfettamente identiche, al contrario di quanto succede con le classiche bambole provenienti dalle catene di produzione.
Alcuni modelli di Joyk hanno anche una taschina nel pancino nella quale inserire erbe aromatiche od un accessorio che riproduce il suono del battito cardiaco, per aumentare la sensazione di benessere che si percepisce tenendole in braccio e renderle ancora più simili a dei bambini veri.
Oltre alle Joyk, con le medesime caratteristiche possiamo trovare le bambole Rubens Barn, sempre svedesi e forse create più rivolte ai bambini che pensate per essere usate come bambole terapeutiche. Sembrano anche più “modaiole”, nel senso che dal loro sito emerge una maggior ricerca sull’abbigliamento delle bambole proposte nonché la disponibilità di vestiti di ricambio, ma il concetto è il medesimo, anche qui abbiamo neonati e bimbi più grandicelli. Sul loro sito, per ogni modello è possibile vedere “l’effetto che fa” la bambola in braccio ad un bimbo vero, così da poter percepire le reali dimensioni dell’oggetto che stiamo andando ad acquistare. Trovo che sia molto utile!
I prezzi sono abbastanza allineati tra le due aziende, si parte da un minimo di circa 40 euro per le bambole più piccole fino ad un massimo di 65 euro per le più grandi e pesanti. Non pochissimi, ma non distanti dai vari Cicciobello & co.
In che cosa può fare la differenza un giocattolo del genere in mano alle nostre bambine ed ai nostri bambini? Perchè dovremmo preferirlo ad altre tipologie di bambole?
Perché sembrano vere, mettono allegria, sono morbide e, soprattutto, aiutano i nostri piccoli ed esternare le proprie emozionied a meglio gestirei propri sentimenti. E questo è tanto utile in quei passaggi della vita già per loro complicati per via di un grande cambiamento, come l'arrivo di un fratellino, o nelle fasi come i "terribletwo", i difficili due anni (sia per loro che per noi genitori!). I piccoli si immedesimano nelle bambole più grandi e si prendono cura di quelle che rappresentano un neonato, arrivando istintivamente a capire concetti complicati da spiegare a parole.
Si tratta di una bambola pensata realmente per tutti, senza limiti di età né di sesso. Viene utilizzata sia dai piccolissimi che dagli anziani, da maschietti e femminucce, così come da donne o da uomini e tutti ne traggono beneficio, ciascuno a seconda della propria necessità del momento. Ci sono anche in Italia molti centri geriatrici che ne fanno uso con successo per i propri pazienti, così come migliaia di bambini che ci giocano quotidianamente e questa transgenerazionalità, così come la sua adattabilità alle esigenze del suo utilizzatore, rendono queste bambole uniche nel loro genere.
Ecco perché me ne sono innamorata e vi consiglio di pensare a questa alternativa la prossima volta che i vostri figli vi chiederanno una bambola.
So Mummy
articolo tratto dalla rubrica So mummy
Siete a caccia di giochi all'aria aperta da fare con i vostri piccoli? Basta solo avere un po' di fantasi, un po' di manualità e il gioco è fatto!
Bolle di sapone
Ingredienti
1 unità di sapone liquido per piatti concentrato
1/2 unità di acqua
1/3 di unità di glicerina liquida (rende le bolle più resistenti, ma non è necessaria)
Mettete tutti gli ingredienti in un recipiente e mescolate delicatamente con un cucchiaio, senza agitare. Chiudete il contenitore e lasciate riposare per almeno 2 giorni; maggiore è il tempo di riposo, migliore è il risultato.
Al termine del tempo di incubazione, si può travasare il liquido in un contenitore per le bolle terminato ed usare l'aggeggio apposito per soffiare le bolle.
Oppure potete fare la figata del secolo e produrre bolle giganti usando una gruccia di fil di ferro, tipo quelle che usano le lavanderie e di cui non sapete mai che fare perchè vi dispiace buttarle. Liberate il Giotto che è in voi e piegate la gruccia a formare un cerchio, immergetela nel liquido per le bolle e soffiate delicatamente o muovetelo con il braccio.
Colori a dita
Ingredienti
3 cucchiai di farina
acqua
olio evo (o di semi)
coloranti alimentari
Sciogliete la farina in mezza tazza di acqua fredda, facendo bene attenzione a non lasciare grumi. Aggiungete una tazza di acqua molto calda, 3-4 gocce di olio e mettete il tutto sul fuoco a fiamma bassa. Cuocete il composto mescolando continuamente fino ad ottenere una consistenza simile a quella dei colori a dita (piuttosto densa). Dividete il composto in vasetti ed aggiungete coloranti alimentari in gel o in polvere. In alternativa, potete farvi in casa anche i coloranti:
per il rosso: concentrato di pomodoro
per il giallo: curcuma
per l'arancione: curcuma + concentrato di pomodoro
per il marrone: caffè d'orzo solubile
per il fucsia: infuso di fiori di karkadè (addensato con fecola di patate)
per il viola: succo di mirtillo (usatene uno molto denso, non quelli acquosi)
per il rosa: infuso di rooibos e frutti rossi (addensato con fecola di patate)
per il verde: spinaci cotti e frullati
Ecco, per il verde chiaro non usate i broccoli frullati, come abbiamo fatto noi in mancanza degli spinaci: il colore nel vasetto è molto bello, ma l'effetto sulla carta è di uno spaciugo trasparente con sporadici pallini verdi...
N.B. I colori a dita fatti con i coloranti home made possono contenere zuccheri, quindi non sono adatti alla conservazione. (Vi risparmiamo la foto delle coltivazioni di muffe che abbiamo trovato nei vasetti una decina di giorni dopo la preparazione). Se non siete degli amanti delle muffe, vi raccomandiamo di preparare i colori un paio di giorni prima dell'utilizzo e conservarli in frigorifero.
Le bolle di sapone sono uno di quei giochi coinvolgenti, che incantano adulti e piccini e che coinvolgono come poche altre cose. Abbiamo già parlato di bolle di sapone nell'articolo delle ricette dei giochi estivi; ora vogliamo passare allo strabigliante, per cui... bolle giganti!
Immense, di diverse forme, volanti, inglobanti, con il fumo dentro.... insomma, ce ne sono davvero un'infinità.
Abbiamo intervistato allora Silvia Aller, poliedrica artista di Torino esperta proprio nell'arte delle bolle di sapone per farci svelare qualche suo segreto www.facebook.com/silvia.aller.754.
É possibile preparare una miscela per fare le bolle giganti in casa?
"Certo è possibile! gli ingredienti sono facilmente reperibili basta poi solo munirsi di ciotole graduate, eventualmente un mixer per miscelare bene il composto e in pochi
minuti è pronto...l'unica difficoltà, se così vogliamo chiamarla, è trovare la ricetta giusta, solitamente le migliori ricette, cioè quelle con cui veramente puoi fare bolle giganti elastiche leggere e resistenti. sono segrete...per un primo approccio alle bolle di sapone consiglierei alle mamme di acquistare i liquidi in commercio o provare a fare semplicemente del sapone aggiungendo al detersivo per i piatti oltre l'acqua della glicerina o colla da parati e zucchero. Una ricetta molto semplice ma efficace potrebbe essere questa:
1 unità di sapone liquido concentrato per lavare i piatti a mano
12 unità di acqua
1/3 unità di glicerina liquida in vendita nelle farmacie"
Dove si possono comprare i liquidi?
"I liquidi per bolle giganti o i loro concentrati sono in vendita in negozi ben forniti di giocattoli, attrezzature per giocolieri maghi e costumi o anche su internet si possono trovare prodotti italiani di ottima qualità con
tempi di consegna brevissimi."
Quali strumenti tu consiglieresti a una mamma che vuole fare le bolle giganti senza strafare?
"Una volta fatta la ricetta, si possono utilizzare anche gruccie appendiabiti in fil di ferro sono leggere modellabili per cui possiamo dare la forma che vogliamo...un semplice di un filo di spago con le estremità annodate, oppure con un po' più di pazienza con bastoncini o cannucce , lana pura, garza e tubi da elettricista si possono creare cerchietti e vari strumenti. Come il tristring che vedete qui sotto."
Invece tu Silvia cosa proponi normalmente nei tuoi spettacoli di bolle di sapone?
"Le bolle di sapone sono affascinanti e non solo per i più piccoli, giocando con le bolle si possono creare esibizioni per ogni età e per ogni evento.
Attraverso gag e a tempo di musica gioco con bolle prima più piccole con trombette sparabolle , bolle fatte solo con le mani che divido riunisco e ci risoffio dentro, sempre con le mani creo una bolla che con piccoli tocchi posso dividerla in bolle più piccole, fino ad utilizzare cerchi sempre più grandi facendo per esempio una bolla media lasciarla attaccata al cerchio e soffiando dentro viene fuori una bolla ripiena di tante piccole bollicine, faccio dei lombrighi di bolle che poi faccio danzare, poi multibolle, bimbi vengono poi inglobati in mega bolle, bolle di fumo da far semplicemente volare spingendole in alto con ventagli o dalle quali faccio comparire fiori, e poi mi diverto su un tavolino luminoso a formare sculture di bolle che sembrano a volte quasi delle navicelle spaziali.
Tutto questo può essere fatto in casa o locali chiusi su moquette per far assorbire il sapone o all'aperto anche se spesso all'aperto tendo più a fare serpentoni di bolle giganti e altri giochi che all'aperto rendono meglio. I bimbi si esaltano durante le esibizioni fanno a gara a chi scoppia più bolle ma questo è il bello, attorno allo spazzio in cui mi esibisco metto spesso delle cordicine o tringolini in modo da poter fare tutto senza che i bimbi scivolino.
Personamente quest'anno propongo due esibizioni, una in stile Pin up "Bubble Rock" ed uno stile bambolina "Bubble Doll" per i più piccini."
Quanto costa in media uno spettacolo di bolle per una festa di compleanno?
"Il costo è sempre rapportato al tipo di esibizione, alla sua qualità, alla sua durata, non hanno mai un costo esagerato, gli spettacoli con le bolle di sapone anche semplici, incantano e ne vale sempre la pena, sono una garanzia!"
É possibile richiedere uno spettacolo di un artista delle bolle come te per esempio per un addio al nubilato o un compleanno speciale tra ragazze? Ci dai un'idea di costi e durate?
"Sicuramente è fattibile, per eventi di questo genere si possono creare sketch molto particolari ed è estremamente stimolante creare un esibizione anche di un'ora per serate per sole donne!"
Giulia Mandrino
Per contattare Silvia Aller potete scriverle un messaggio sulla sua pagina facebook https://www.facebook.com/silvia.aller.754
immagine del tristing tratta da
Mia zia diceva "Bambini e piccioni smerdano le case". Chiunque di noi ha un ricorso in mente ben impresso, una figura di m... fattaci fare dal nipote, figlio o sorella.
Mia mamma ne ha due in mente che credo non scorderà mai e che ogni tanto ci ripropone con gli stessi identici particolari, le medesime parole e che hanno come protagonista mia sorella.
La prima. Il 6 gennaio le viene regalata la tipica befana di pezza con attaccato un sacchetto di dolcetti, ingenuamente ma (come dice lei) a bassissima voce, rivoltasi a mio padre, mia mamma butta lì una frase tipo "cavoli questa befana è sdentata come la signora....". A distanza di un casso di mesi incrociamo la signora ..., la classica nonnina vecchia come una tartaruga che esce di rado e la si incontra ancor meno; scambio di saluti e lei, sempre tenerissima "ciao Greta, come sei bella, è tanto che non ci vediamo, cosa mi racconti?" e mia sorella "la mia mamma dice che sei sdentata come la befana di pezza"...... mia mamma ancora la mena...
La seconda. (senza entrare nel merito dell'argomento pellicce....) Mattina di Natale, tutti alla S. Messa e poi ci si accoda alle mille persone che si accalcano verso l'uscita, mia sorella al mio fianco, dietro mia mamma e mio papà; ad un certo punto mia mamma si accorge di strani movimenti sulla pelliccia di volpe argentata della signora che ci precede
"Greta cosa stai facendo"
"Tocco"
"Non si fa"
La signora si gira e le dice "Ti piace, è morbida?"
"Sì e non puzza"
"E perché dovrebbe puzzare?"
"Beh è una pelliccia di branzino"
Elena Vergani, autrice di Il mondo è bello perchè è variabile
Prima di tutto basta con le immagini patinate di pic nic vintage con teli perfettamente tesi, persone delicatamente sedute con vestitoni '60 e graziose paperine rigorosamente fuori dalla tovaglia, posatine a pois, mazzi di fiori generosi.
I pic-nic hanno per noi le seguenti caratteristiche:
1. teli rigorosamente attorcigliati E ARRUFFATI
2. non richiedono 2 giorni di preparazione
3. un bel pisolo post pic-nic ci sta tutto ma stato comatoso per aver mangiato solo immondizia no
4. w i tapperware, il trasporto da casa sarà perfetto
5. si mangia rigorosamente con le mani
6. la gonna '60 anche no, domani via di tacco 12 ma oggi take it easy
7. utilizziamo le cassette di plastica della frutta (vedi immagine) così potremo facilmente trasportare i tapperware invece che metterli nelle borse dove 87% delle volte si rovesceranno; dopo aver sistemato il telo potremo usare le cassette come base per appoggiare i cibi (chi fa pic-nic sa che in un attimo il terreno non piano genera disastri).
8. w i vassoietti con separatori e le vaschette del ghiaccio per servire con sfiziosità alcuni piatti, sopratutto ai bambini
9. invece di bandierine, candeline, pupazzetti, palle cinesi colorate, per decorare il vostro pic nic usate i colori: una ciotola con la ricetta di colore rosso pomodoro, poi blu mirtillo, l'arancio carota, i verdi spinacini decoreranno la vostra tavola dandole un aspetto invitante.
10. se la tovaglia si sporca, se i bambini si sporcano, se si mangia per circa 5 ore non importa, NEL PIC-NIC VALE TUTTO!
p.s. lascia perdere i fiori, attirano solo più api. Armati piuttosto di un buon olio di neem con olio essenziale di lavanda come repellente anti-insetti.
e...Buon Pic-nic!
Spesso le donne in gravidanza sono limitate, dalla società, dalla famiglia, dalle voci di corridoio e chi più ne ha più ne metta nella scelta del luogo di villeggiatura.
Vorrebbero ma non possono...
Ma davvero non possono:
-prendere l'aereo? I viaggi in aereo non sono controindicati in gravidanza dovete solo controllare la compagnia aerea scelta o il Paese di destinazione che richieste hanno. Generalmente è richiesto un certificato di buon andamento della gravidanza che indichi la data presunta del parto e di conseguenza se la data di partenza e quella di ritorno sono entro i limiti– rispetto alle settimane gestazionali - che la compagnia aerea stabilisce (diversi per le gravidanze singole o gemellari).
Piccolo trofeo personale: Easyjet scrive che il certificato può essere redatto dall'ostetrica o dal medico che ha in carico la donna. Evviva qualcuno al di fuori delle donne e di noi stesse ci riconosce la concreta possibilità di occuparci di una gravidanza.
-viaggiare in nave? Certamente la nave è un buon mezzo di trasporto per la donna gravida che può muoversi liberamente su di essa evitando quindi le temutissime zampogne al posto dei piedi.
Su ogni nave c'è un medico a bordo ... don'tworry!
-viaggiare in auto? I viaggi in auto non sono controindicati, per le lunghe distanze però è bene fare una sosta per sgranchirsi e andare in bagno, spesso il mancato svuotamento della vescica oltre che a fastidio e pesantezza può dare qualche piccola contrazione. Ricordate di indossare la cintura di sicurezza (nel modo corretto).
-viaggiare in treno/autobus/metro? Ebbene sì, nulla è vietato ricordatevi però tre semplici regole soprattutto per i mezzi pubblici:
1. Abbiate la sfrontatezza di farvi cedere il posto se nessuno ve lo offre.
2. Portatevi sempre dietro una bottiglietta d'acqua.
3. Tenete in borsa dell'uva sultanina (fonte di sali minerali).
L'unica cosa vera e ve lo dice una il cui marito ha ormai la moto customizzata con sopra 5 dita di polvere è che dal giorno in cui il test è positivo non è sano per la mamma e il bambino essere passeggeri o conducenti di moto o scooter.
Quindi viaggiate e godetevela!
Ostetrica Veronica Pozza
immagine tratta dal sito www.alitalia.com
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