Molti di voi conosceranno già le cartelle dei comandi ideate da Maria Montessori. Il loro scopo, utilissimo, è quello di rendere la lettura non un mero esercizio fine a se stesso, ma un compito che ha uno scopo anche nella vita quotidiana. Utilizzando le cartelle dei comandi (che recitano esercizi come "vai alla lavagna e scrivi il tuo nome", "disegna la tua famiglia e regala il disegno ai tuoi genitori", "alzati in piedi e toccati la testa, poi siediti e toccati il ginocchio destro"), i bambini che stanno imparando a leggere iniziano ad utilizzare la lettura in maniera attiva, comprendendo il vero valore di questo insegnamento.

Per rafforzare questa convinzione importantissima per la loro vita e il loro apprendimento, le carte dei comandi di Maria Montessori si possono trasportare anche tra le mura domestiche, trasformando l'esercizio in un'attività divertente e allo stesso tempo educativa dal punto di vista affettivo.

Un gioco da creare per San Valentino: insegniamo l'amore con Maria Montessori

Vedetela un po' come una caccia al tesoro senza limiti di tempo.

Prendete dei bigliettini colorati, a forma di cuore, di stella, o semplicemente dei post-it. Non conta la forma, ma la sostanza! E questa sostanza è proprio l'amore da portare in casa (e possiamo sfruttare proprio questi giorni che precedono San Valentino, la festa dell'amore per eccellenza).
Su questi bigliettini scrivete le frasi che più vi piacciono, tutte riguardante l'amore da diffondere. "Abbraccia la mamma", "abbraccia il papà", "dai un bacio a tuo fratello", "chiama la zia e dille che le vuoi bene", "vai a trovare la nonna, che ha piacere a vederti", "regala un disegno a chi vuoi tu", "dedica una canzone a chi vuoi bene", "cucina dei biscotti insieme alla mamma per regalarli ai tuoi cuginetti". E così via, personalizzando il testo e il destinatario di tanto amore.

(foto 1 http://montessorimischief.com/acts-of-love/)


Come (appunto) una caccia al tesoro, sparpagliate questi bigliettini per casa, lasciando che vostro figlio li trovi durante la giornata. Nel cassetto della biancheria, vicino al dentifricio, nel piatto a cena, nel calzino che si sta infilando, tra i giocattoli con cui sta per giocare.
I bambini sono sempre curiosi, e decifrare il messaggio nascosto li divertirà moltissimo. Così come le attività che dovrà intraprendere! Non i soliti compiti e comandi un po' noiosetti (ma indispensabili, certo), ma atti di gentilezza e d'amore che certamente farà con entusiasmo.

E il circolo virtuoso si attiverà: vedere la gratitudine e l'amore negli occhi dei destinatari gli farà bene, vedrà cosa significa diffondere l'affetto, e continuerà a farlo anche senza la scusa di occasioni speciali. E altrettanto faranno tutti i membri della famiglia.
Perché quando inizi a diffondere l'amore, poi è difficile fermarlo, siete avvisati!

Sara Polotti

Le paure delle mamme sul sesso quando si è incinta

Lunedì, 01 Febbraio 2016 10:36

Durante gli incontri con le future mamme ed i futuri papà, un argomento spesso gettonatissimo è quello della sessualità in gravidanza: sul tema c’è curiosità, a volte timore, necessità di parlarne all’interno della coppia, voglia di confrontarsi con altri futuri genitori, e perché no avere anche il parere dell’ostetrica. In un modo o nell’altro, prima o poi si finisce sempre per parlarne, per fortuna!

Vorrei iniziare sfatando il mito secondo cui fare sesso in gravidanza sia pericoloso per il bambino. Nulla di più falso! In assenza di una reale minaccia di parto prematuro con contrazioni presenti e un accorciamento significativo del collo dell’utero e/o una rottura pretermine delle membrane amniotiche, non esistono condizioni che possano rendere pericoloso per il bambino il fare l’amore.

Ecco allora tutto quello che dovete sapere sul sesso in gravidanza: scopriamo insieme  

Rischio infettivo

In assenza di condizioni che durante qualsiasi momento della vita – anche al di fuori della gravidanza - richiedano una sospensione dell’attività sessuale durante la terapia per il benessere della coppia (si pensi ad un’importante infezione ai genitali maschili o femminili), è da escludersi la necessità di astenersi per salvaguardare il nascituro da possibili infezioni

Parto prematuro

E’ vero, l’ossitocina che il nostro corpo mette in circolo in condizioni di piacere, e specie durante l’orgasmo, attiva l’utero con delle contrazioni...che non sono però le contrazioni del travaglio! Via libera dunque, il vostro bambino nascerà a tempo debito

Toccare il bambino, fargli del male

Il vostro cucciolo è ben protetto all’interno della casa-utero... Il collo dell’utero ne chiude l’uscita, serrata grazie anche alla presenza del tappo mucoso (ulteriore barriera anche per le infezioni); è poi comodamente adagiato nell’utero della mamma, dentro il sacco amniotico, immerso nel liquido amniotico...ora di arrivare, ne passano di protezioni!

Fare sesso in gravidanza, dunque, se condiviso dalla coppia, non è pericoloso ma anzi fa bene al nascituro. In che modo? Semplice: mettendo in modo una cascata di ormoni buoni e positivi, tutto quello che fa star bene la mamma, fa star bene il bebè!

Ostetrica Eleonora Bernardini

www.acasaconte.com 

I bambini non sempre hanno giocato liberamente. Prima del ventesimo secolo, si iniziava a lavorare molto presto, e le occasioni di gioco erano ridotte; poi, con l'avvento del Novecento e il cambio di direzione, assicurando ai più piccoli il diritto all'istruzione questi tempi di gioco, fondamentali per la crescita si sono dilatati. I nostri nonni e i nostri genitori ne hanno beneficiato a lungo e in grande quantità, nella maniera più salutare. Ma oggi, con una scuola che prende sempre più tempo alle giornate e gli hobby e gli sport guidati dagli adulti il gioco ha preso una direzione diversa: giocare a calcio, suonare il flauto, disegnare e molte altre attività non sono più impostate come gioco, ma quasi come un prolungamento del tempo scolastico, con insegnanti al pari dei maestri.

Ma, lo sappiamo, il gioco per i bambini è un'attività fondamentale, importante tanto quanto il tempo passato tra i banchi di scuola. Attraverso i giochi di ruolo, le bambole, le macchinine, le piccole cucine in miniatura, gli strumenti musicali e i disegni i bambini iniziano a interpretare il mondo e a ottenere gli strumenti per destreggiarsi nella vita di tutti i giorni. E imparano anche così, è chiaro!

Ecco quindi perché i bambini giocano sempre meno e perché è necessario invertire la rotta: lasciamo più spazio per il gioco libero e i benefici saranno davvero tantissimi

Colazione, poi scuola, poi pranzo, poi scuola, poi lezione di clarinetto, poi nuoto, poi compiti, poi cena, poi tivù, magari un po' di tablet, poi letto. E dove sta il tempo per giocare ai giochi veri? Nel weekend? No, perché anche nel weekend c'è qualche compitino lasciato indietro, poi la gara di ginnastica, e poi si va in gita (e chissà se anche lì si giocherà...).
Meglio frenare un attimo!

I bambini hanno bisogno di imparare a staccare un momento, a scollegare la spina, a togliersi quella patina stacanovista. Non sono adulti, e quindi è inutile che riempiamo le loro giornate tanto quanto le nostre. Non preoccupatevi, l'oretta "buca" non li annoia: troveranno certamente qualcosa da fare, divertendosi e sgomberando un attimo la mente (e riempiendola di pensieri perlopiù felici!).

Oltre ad essere educativo in quanto aiuta i bambini a comprendere il mondo, ad affrontarlo e a capirne le dinamiche secondo i loro tempi e le loro predisposizioni, questo tempo "morto" è importantissimo perché insegna naturalmente ai bambini a gestire la noia, e quindi le emozioni: saper convivere con la noia, e saper riempire questo spazio temporale in maniera produttiva, è fondamentale per diventare persone in grado di affrontare i problemi, risolvere le situazioni e pazientare.

Il gioco libero, soprattutto quello di ruolo, è basilare inoltre per lo sviluppo dell'empatia. Travestendosi, giocando di ruolo con gli altri bambini e immedesimandosi in situazioni disparate il bambino impara a vedere da altri punti di vista diversi dal suo. Impara a vivere situazioni differenti, potenzia le sue competenze sociali e le attività relazionali.

Giocare liberamente, con quei giochi un po' "antichi" e semplici (come i mattoncini, le scatolette di cartone riciclate, i fustini del detersivo, i mestoli e le pentole della mamma, i suoi vestiti, le scarpe del papà, eccetera...), è inoltre decisivo per stimolare la creatività dei bambini e la loro inventiva, una skill fondamentale che gli verrà in aiuto per tutta la vita, nelle situazioni scolastiche, in quelle quotidiane e soprattutto durante quelle lavorative.

Non serve fornirgli quindi giocattoli estremamente complicati, già montati, pronti all'uso e utilizzabili secondo regole già definite. Anzi, è molto meglio lasciare loro la possibilità di sfruttare e allenare la fantasia, l'arte, la creatività. Li stimolerà maggiormente e li divertirà altrettanto, evitando di lasciarli fossilizzare in schemi precompilati.

Perché è così: ormai il rischio è che la vita dei bambini viaggi proprio attraverso questi schemi precompilati dagli adulti, binari già costruiti che portano in un'unica direzione senza possibilità di fermata. Un rischio che si corre mettendogli di fronte giocattolo tecnologici con un unico scopo e un unico utilizzo, ma anche impostando le loro giornate e riempiendole di attività sì divertenti e sì educative, ma troppo imbalsamate e troppo "adulte".
Non incorrere in questo pericolo, però, è possibile. Il primo passo è superare l'idea che quella "istruzione-divertimento sia una dicotomia". Non sono antagoniste, queste due parole, ma complici!

Dobbiamo iniziare a pensare che l'istruzione non passa solo dalla scuola o da attività dirette dagli adulti, come la musica in accademia o lo sport di squadra; e il divertimento non è così lontano dall'istruzione. L'apprendimento passa infatti tanto dalla scuola quanto dal gioco. La scuola per vie teoriche, il gioco per esperienza diretta.

La redazione di mammapretaporter.it

Questa è una ricetta sperimentata per molto tempo e finalmente posso dirvi che sono soddisfatta del risultato: amiamo prepararla in inverno, magari preceduta da una bella vellutata di zucca che ben si sposa con le spezie contenute nelle polpette. 

Sicuramente non è una ricetta velocissima, ma devo dire che in 40 minuti siamo tutti a tavola a mangiare, per cui è assolutamente fattibile nei week end. 

Ecco allora la ricetta delle polpette svedesi con salsa e marmellata: come realizzare a casa le famose polpette svedesi in versione più sana

Un primo semplice, completo e buonissimo: basta scegliere un cereale precotto al supermercato (ottimi farro, avena, orzo e grano saraceno per questa ricetta) e in 20 minuti possiamo servire questo delizioso piatto. 

Ecco la ricetta dell'avena pesto e piselli: come preparare un piatto sano di legumi e cereali integrali che sia davvero buono 

Perchè comprare il pesto quando in pochissimi minuti possiamo farlo noi in casa ottenendo un sapore eccezionale e una freschezza incomparabile?

Grazie all'unione dei pinoli Noberasco bio, pecorino e basilico fresco otterrete un risultato davvero strepitoso. 

La ricetta per preparare il pesto fatto in casa: come realizzare un sugo veloce e buonissimo

Te l'hanno detto che la mamma perfetta non esiste vero?

Sabato, 30 Gennaio 2016 07:03

Anni di ricerca, oppure in un lampo ecco che abbiamo visto comparire quella seconda linea sul test... Positivo! Sono incinta, siamo incinta, aspettiamo un bambino! La gravidanza è passata, di mese in mese, tra alti e bassi, momenti di dubbi e paure (“Andrà tutto bene? Sarò in grado? E’ normale tutta questa nausea? Ma il sushi lo posso mangiare? E se mi viene la febbre come faccio a curarmi con i farmaci, cosa posso prendere?”...), ma anche gioie ed emozioni fino a quel momento inimmaginabili e ancora oggi indescrivibili (“Ricordo benissimo la prima volta che ho sentito il tuo cuore battere...e quando ti sei presentato facendomi sentire nettamente un movimento...e quella volta in cui ti ho sognato per la prima volta”...). Tutti mi parlavano della gravidanza come di una fase idilliaca, una sorta di paradiso in terra, in cui mi sarei sentita giorno dopo giorno sempre più bella, forte, e dolce... Certo, le cose meravigliose non sono mancate, ma ricordo bene la difficoltà dei primi mesi di arrivare a fine giornata, quando mi addormentavo subito dopo cena sul divano, e al mattino mi trascinavo in ufficio viaggiando tra la scrivania e il bagno...

Faticavo a digerire ogni cosa, a volte persino l’acqua mi provocava la nausea! Ma dicono sia normale, e allora siamo andati avanti, insieme. Poi è arrivato il secondo trimestre, in effetti ho ripreso a stare meglio: l’appetito era tornato, e anche le forze, le energie sembravano riesplose. Ma ho iniziato ad avere pensieri, dubbi, paure sul nostro futuro, a chiedermi se stavi bene, se crescevi nel modo giusto, se la mia alimentazione e il mio stile di vita andassero bene anche per te. Mi interrogavo allo specchio chiedendomi se avrei saputo essere una brava mamma, ogni tanto anche il pensiero del parto si affacciava e l’idea del dolore e delle contrazioni mi soffocava di paura... Poi gli ultimi mesi, tu sempre più grande dentro la mia pancia, era una gioia sentirti crescere e muovere ma, tesoro mio, quante notti insonne! E ricordo i pianti disperati davanti all’armadio, più la mia pancia diventava grande più mi sentivo diversa, goffa e lenta, non sapevo mai cosa mettere...mi chiedevo “Piacerò ancora a tuo papà, anche in versione tondeggiante?”.

E poi un bel giorno hai deciso di arrivare davvero, il travaglio è partito e caspita, non me lo immaginavo che sarebbe stato così forte, dirompente e potente, non avrei mai immaginato di scoprirmi in grado di attraversare un’esperienza tanto grande come quella di metterti al mondo...e di riuscirci, per giunta! Magari non è andato esattamente come me lo immaginavo. Ricordo adesso le parole dell’ostetrica al corso preparto, “E’ normale avere dei desideri per il proprio parto, informarsi e scegliere l’assistenza più affine alle vostre aspettative...ma siate pronte ad abbracciare quello che verrà, lasciando andare l’attaccamento al risultato. Siate pronte ad accogliere la nascita del vostro bambino, che non possiamo programmare né organizzare”. Ci ripenso, e credo avesse ragione, anche se non è stato facile mettere in pratica il suo consiglio.

Ma sei nato, nel modo in cui desideravi sei venuto al mondo, ed eccoti qui. Piccolo, delicato e forte allo stesso tempo. Quanti mesi ti ho atteso... Ma non sapevo che mi sarei sentita così. Nessuno me l’aveva detto. Ti raccontano delle notti insonni, “Dormi adesso che dopo vedrai...” mi ripetevano tutti in gravidanza. Amici e parenti vengono a trovarci, in ospedale e ora a casa, sorridono, sono felici per noi. E’ una cosa carina, io li capisco. Mi chiedono come stai. In pochi mi chiedono come sto io, è come se fossi sparita. Tu stai bene, penso tu stia bene...anche se a volte non sono certa neanche più di questo. Ho tante domande e tante responsabilità. Mi sento investita di un ruolo che a volte non so da che parte afferrare. Non trovo il libretto delle istruzioni. Forse l’ho smarrito insieme alla garanzia di qualcosa che ha comprato tuo padre. Mi scivola tutto dalla memoria, solo tu occupi tutto il mio spazio. Sei nato, sei fuori da me, ma mi invadi ora più di prima. Come si fa a non perdere la rotta? Come si fa ad essere una mamma perfetta? A volte mi sento sopraffatta da tante emozioni. Non pensarmi disinteressata a te, sono qui per te e non vorrei essere in nessun altro luogo. Non pensarmi triste o ingrata, sono felice di poterti baciare, non sai quanto ho desiderato questo momento. E’ solo che non me la immaginavo così. Non mi riconosco, fatico a capirmi. Mi hanno raccontato del baby blues, quella malinconia mista a voglia di piangere delle neomamme...forse non ci ho creduto fino in fondo. Non riesco a trovare un senso alla mia confusione, ora che dovrei solo gioire della tua presenza. Di cosa dovrei lamentarmi? Sei bellissimo, sano e forte, il parto non è andato male, eppure...
Eppure il tempo scorre in modo strano ora che i nostri occhi possono finalmente incontrarsi. Adesso siamo a casa, sei qui con me, tra le mie braccia, attaccato al mio seno da circa un’ora credo. Ed è bellissimo coccolarti. In questi momenti, il tempo sembra volare... Altre volte, certi minuti sembrano dilatati all’inverosimile, attimi come infiniti momenti di smarrimento. E’ così quando piangi, piccolo mio. E’ così quando non so che pesci prendere, da che parte girarmi, a chi chiedere aiuto e come uscire da questo vortice di domande.
Vorrei godermela di più. Vorrei godermi di più la tua presenza, vorrei sorridere di più quando papà torna a casa la sera e ci aiuta con il suo essere calmo e dolce. Ti ho mai detto che hai un papà meraviglioso?
Vorrei dirti tante cose, bambino mio, ma c’è tanta confusione nella mia testa. Si può essere insieme felici e tristi? Si può essere insieme colmi d’amore, e avere voglia di piangere? E’ questo che provano tante mamme dopo il parto? Come si fa ad essere una mamma perfetta?

***

Quello che avete appena letto è un perfetto esempio di neomamma perfetta. Felice e triste, dubbiosa, che si interroga, piange e non sa sempre cosa fare.
La neomamma sempre sorridente, in ordine, con la casa sistemata, i capelli a posto e il trucco impeccabile SEMPLICEMENTE NON ESISTE. E’ un falso prodotto della nostra società, è una copertina patinata di qualche rivista di moda che vuole venderci un prodotto, un’immagine, un’idea. Se pensate che questa sia una mamma perfetta, bene: sappiate che allora la mamma perfetta non esiste.

Ostetrica Eleonora Bernardini

http://www.acasaconte.com/

L'abbiamo detto, il disegno e l'arte sono fondamentali per la crescita del bambino.  Lo sviluppo cognitivo, emozionale, sociale e manuale passa anche e soprattutto attraverso l'arte. Anche per questo è importante dare il giusto peso agli strumenti e agli spazi che il bambino utilizzerà per le sue attività creative.

A volte basta un tavolo bello ampio, o un cavalletto appoggiato in un angolo della cameretta con tutti i pennelli e i colori a disposizione; ma è molto meglio se lo spazio dedicato a queste attività è fisso e pensato appositamente per questo scopo.

Se state pensando di trovare un angolo della vostra casa e trasformarlo in uno spazio creativo tutto per il vostro bambino, beh, state pensando bene. Con uno spazio dedicato esclusivamente a questo proposito, il bambino sarà stimolato a mettere in pratica più spesso le sue inclinazioni creative e sentirà di poterlo fare in libertà (senza l'incombenza di dover per forza riordinare subito, lasciando quindi anche a metà i lavori per completarli in un secondo momento).

9 idee per realizzare spazi artistici per bambini in casa: alcuni consigli per trasformare un angolino in un piccolo atelier d'artista, un bene per il vostro bambino

Innanzitutto, la scelta è meglio ricada su uno spazio illuminato naturalmente: vicino ad una finestra, accanto al balcone. La luce naturale non stancherà gli occhi del piccolo.

Non dev'essere per forza situato in cameretta, questo spazio. Anzi, meglio se in salotto, o nello studio di famiglia dove tutti passano. Il bambino piccolo ha bisogno della vicinanza dei genitori, è naturale, ma anche quando cresce un po' lo stare insieme è molto importante e socialmente utile. E, non sottovalutatelo, ponendo questo suo luogo in uno spazio accogliente, dove tutti stanno, farà sentire il bambino in un ambiente più accogliente, non relegato in qualche angolino angusto! E poi non è bellissimo guardare tuo figlio all'opera, con tutti i ferri del mestiere come un piccolo Andy Warhol?

Basta trovare uno spazio adatto ad essere sporcato senza pericolo (se ci sono mattonelle in terra è l'ideale, ma per ovviare al problema basta mettere a disposizione dei giornali da spargere sul pavimento), magari dipingendo la parete di fronte con una pittura lavabile (o uno strato trasparente protettivo: in commercio ne esistono moltissimi, anche atossici). In questo modo non relegherete il piccolo nello scantinato, o in quell'angolo dimenticato che nessuno usa più e che, ok, chissenefrega se si sporca, ma vuoi mettere che noia disegnare tutto solo soletto?

Non solo. Avere uno spazio artistico in salotto, ad esempio, permette di stare sempre tutti insieme anche quando si svolgono attività diverse, per conto proprio, o quando si hanno ospiti a cena e i bimbi vogliono comunque giocare e farsi gli affari loro: disegnare diventa un'attività perfetta, svolta vicino agli altri ma senza disturbo (anzi, è proprio un piacere! Perché non fare una serata "ritratti degli amici di mamma e papà"? Pizza, divano e bimbi che regalano disegni a tutti!).

(foto 0 http://artfulparent.com/2013/11/studio-changes-again.html)

Quindi, luce e compagnia prima di tutto. E ora passiamo alla seconda cosa fondamentale: gli strumenti.

Per disegnare e creare il bambino ha bisogno di uno spazio che gli sia comodo. Un tavolo-scrivania in questo senso è la prima cosa fondamentale. Ma anche un cavalletto può fare al caso nostro, da tenere sempre aperto o da sfoderare all'occorrenza. (http://www.ikea.com/it/it/catalog/products/50021076/)

(foto 1 http://www.hellowonderful.co/post/TOP-10-TIPS-FOR-CREATING-AN-ART-SPACE-FOR-KIDS#_a5y_p=4148715)


Dopodiché si passa ai materiali, che varieranno in base all'età e alla fase artistica del bambino. L'importante è che questi materiali vengano disposti in maniera ordinata e comoda, disponibili al bambino ogni volta che ne vuole fare uso. Pastelli, tempere, acquerelli, pennelli, fogli di vari spessori, colla, forbici, argilla, timbri, materiali di recupero per collage: non c'è un limite (ma non significa spendere un capitale tutto in una volta: vedrete che i materiali si accumulano naturalmente, dopo qualche tempo!).
Le mensole sono l'ideale per tenere tutto ordinato, dividendo i vari materiali in barattoli, tazze, scatole. 

(foto 2 http://www.artbarblog.com/inspire/making-art-space-home/)


Anche un tavolino con cassetti per dividere tutti gli strumenti in sezioni è utile: salva molto spazio, permettendo di avere un piano di lavoro molto ampio e comodo.

(foto 3 http://www.ikeahackers.net/2012/11/toddler-desks.html)


Altra soluzione comodissima: un carrellino con tutto il necessario, da spostare dovunque i bambini vengano presi dall'attacco d'arte.

(foto 4 http://www.artbarblog.com/inspire/making-art-space-home/)


La lavagna è un altro supporto amatissimo dai bambini, e averne una in casa si rivela sempre un'ottima scelta: anche quando non hanno voglia di preparare fogli, pennelli, acqua e colori i bambini possono soddisfare la smania creativa! Non è necessaria una lavagna vera e propria: basta una vernice a effetto lavagna che potete acquistare nei negozi di bricolage per trasformare un piccolo angolo di parete in una lavagna con pochi euro. 

(foto 5 http://theimaginationtree.com/2014/01/making-creative-arts-area-art-gallery-kids.html)


E se lo spazio è davvero poco? Beh, la soluzione è il carrellino di cui parlavamo, da portare accanto al tavolo della cucina o alla scrivania in cameretta, oppure da usare nel piccolo spazio creato apposta in cucina o salotto, quello salva spazio grazie alla soluzione "apri e chiudi" come questa:

(foto 6 http://www.homedit.com/creative-diy-wall-art-desk-for-kids/)


La "stazione creativa" che avete organizzato diventa anche l'occasione per esporre in maniera divertente ed esteticamente favolosa le opere d'arte che il vostro bimbo ha creato proprio in quel luogo, con la possibilità di cambiarle ogni volta che si ha voglia (chissà quanti disegni ha sfornato nel giro di due settimane...). Sul muro di fronte al tavolino potete quindi sbizzarrirvi e renderlo una piccola galleria d'arte del vostro artista personale. Cornici, fili e mollette, nastro adesivo colorato: la soluzione non è una sola, valutate voi in base alla tipologia di opere d'arte, allo spazio e al gusto!

(foto 7 http://childhood101.com/2011/08/kids-art-space-updated/)

(foto 8 http://theimaginationtree.com/2014/01/making-creative-arts-area-art-gallery-kids.html)

(foto 9 http://www.justrealmoms.com.br/35-inspiracoes-para-montar-uma-brinquedoteca-em-casa/)

Sara Polotti

Lasciate che i bambini credano nella magia

Sabato, 30 Gennaio 2016 05:56

Non vi chiedete mai "ma come facevo a credere a Santa Lucia? A Babbo Natale? Alle fate, agli gnomi, ai folletti del Natale?".

Ci credevamo, ve lo assicuriamo. Con tutti noi stessi!
Babbo Natale e Santa Lucia ne sono l'emblema: l'assurdità di un paio di vecchietti che portano doni in tutto il mondo in un'unica notte è inspiegabile ad un orecchio adulto, ma ad un bambino, fino ad una certa età, non passa nemmeno per l'anticamera del cervello di poter metterne in dubbio la validità.

Ma non pensate che siano solo frivolezze infantili: credere in qualcosa di soprannaturale non è solo un divertimento, ma parte integrante e importantissima della psiche dei bambini.

Lasciate che i bambini credano nella magia: l'importanza di fate, folletti, fiabe e Babbi Natale, parte integrante e insostituibile della crescita

Credere senza vedere è una prerogativa dei bambini. Gli adulti la perdono per diventare dei San Tommaso fatti e finiti: se non lo vedo non ci credo. Eh già. Questo atteggiamento lo dobbiamo al progresso scientifico (nelle culture arcaiche la magia era una forma di sapere). Ma lasciare che i bambini si rifugino nella magia non significa lasciarli in un mondo illusorio e un po' naif. No, la loro prospettiva non è quella di noi adulti, e continuare a credere nella magia non li farà risultare dei disadattati, degli ingenui, dei creduloni e dei sempliciotti agli occhi degli altri bambini. Semplicemente ne trarranno molto più beneficio!

Lasciare che credano in fate, folletti e gnomi senza strapparli brutalmente da questa loro fantasia significa semplicemente lasciare che sviluppino una sensibilità interiore importantissima per la loro crescita. Fiaba e magia sono fondamentali per la formazione culturale e psichica di ogni individuo.

Attraverso la magia i bambini studiano il mondo, lo analizzano secondo le loro logiche e, importantissimo, cercano di trovare delle spiegazioni a ciò che non comprendono o un senso più positivo a situazioni che spesso li sopraffanno. E questo da tempi immemori: l'uomo ha sempre avuto bisogno del soprannaturale per spiegare il mondo. E così anche il bambino.

Non esiste un'età ideale per strapparli da questo loro mondo. Il passaggio sarà naturale: inizieranno a fare domande, a porsi interrogativi più concreti, a capire che di magico nel mondo c'è ben poco. Ma ogni bambini ha i suoi tempi, e non è utile seguire l'esempio di altre mamme della classe che decidono, che so, che la terza elementare sia l'anno perfetto per svelare il segreto su Babbo Natale.

Strapparli il più in là possibile da queste convinzioni è una maniera dolcissima per far sì che la loro sensibilità si rafforzi sempre di più, e a beneficiarne saranno la loro psiche, le loro abilità sociali e la loro empatia, e anche la loro intelligenza, stimolata più creativamente.

Nelle fiabe, la magia è spesso l'elemento risolutore delle situazioni critiche o di disagio. La trasformazione di Cenerentola, il bacio del principe, il tappeto volante che arriva in aiuto.
Ma nessuno dà nulla gratis, non preoccupiamoci: la magia arriva sempre con un prezzo o accompagnata da un insegnamento, mentre riporta la pace e l'ordine. E spinge comunque all'azione, non aiuta passivamente personaggi viziati che non alzano un dito. Fateci caso!

Le fiabe aiutano quindi, con la loro magia, a sviluppare nel bambino capacità fondamentali: il piccolo capisce che bisogna lottare e impegnarsi per ottenere qualcosa, che nella vita si devono superare ostacoli, che è importante conoscere se stessi, che le alleanza con gli altri sono importanti, così come la comprensione dell'altro. Le fiabe propongono quindi infinite linee guida per affrontare la vita!

E fate e folletti cos'altro sono se non creature gentili, amorevoli e altruiste? Se i bambini ci credono, significa che non mettono in dubbio l'amore e la bontà presente nel mondo. Perché strapparli da questo incanto?

Sara Polotti

Il tornado in un barattolo

Venerdì, 29 Gennaio 2016 14:23

Che c'è di meglio dello studio concreto attraverso piccoli esperimenti che incuriosiscono, divertono e fanno provare sulla pelle dei bambini gli effetti della scienza? Nulla! Quella degli esperimenti è una tecnica d'apprendimento davvero efficace perché, come per tutti gli insegnamenti, è diretta e quindi immediatamente percepibile dai bimbi, che capiscono in maniera concreta le teorie e difficilmente le dimenticheranno!

Stavolta studiamo un fenomeno naturale spaventoso, ma che per fortuna ci riguarda solo da lontano, vivendo noi in una zona poco soggetta ad esso: parliamo dei tornado, delle trombe d'aria, dei cicloni. Insomma, di quelle terribili colonne d'aria che spazzano via tutto ciò che incontrano.

Oggi vi proponiamo un esperimento per ricreare un tornado in miniatura: un piccolo ciclone in barattolo fatto con le manine dei nostri bimbi per studiare questo fenomeno naturale!

Il tornado è un gigantesco turbine d'aria che si presenta come un'alta colonna di venti che ruotano su se stessi, con all'interno una zona cava la cui pressione è ridotta della metà rispetto al resto della tromba d'aria. I tornado si formano in zone di bassa pressione, indicando una instabilità atmosferica elevata, e possono percorrere centinaia di kilometri.

Gli ingredienti per questo esperimento sono pochi e semplici:

- dell'acqua
- un barattolo dotato di tappo (che sia bello ermetico, per non perdere liquido)
- del sapone per piatti
- dei glitter (facoltativi, sono per renderlo più carino e più visibile!)

Riempite il barattolo d'acqua, in modo che sia pieno per circa 3/4. Aggiungete qualche goccia di detersivo per i piatti e una manciata di glitter. Ora chiudete molto bene con il tappo.
Capovolgete il barattolo a testa in giù tenendolo per il collo e fatelo girare velocemente con un movimento circolare per qualche secondo. Magari non al primo tentativo, ma presto si formerà all'interno il piccolo tornado di cui parlavamo!

La ragione della formazione del tornado è la forza centripeta: l'acqua ruota velocissimamente attorno al centro del vortice!
Per capire la potenza e la distruttività delle trombe d'aria, è possibile poi aggiungere piccoli oggetti nel barattolo: proprio come nel Mago di Oz, il tornado porterà con sé tutto ciò che trova sulla sua strada.

(foto http://frame.bloglovin.com/?post=2313265915&blog=12615351)

Sara

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Cecilia

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