“Ancora un minutoooo!”. “Solo un attimo”. “Fammi passare il livello”. E via così, finché non passa un’altra mezz’ora. Lo sappiamo: spegnere i device è estenuante. Perché anche se siamo attenti al tempo che i nostri bambini passano con la tecnologia, anche i più abituati cercano sempre di strapparci qualche minuto in più. A volte ci va bene, altre, apriti o Cielo, fanno scoppiare nervosismo, capricci e pianti. E, soprattutto, le minacce non portano da nessuna parte.
Esistono però dei metodi per far sì che lo spegnimento degli schermi sia indolore, facile e veloce. Quali? Eccoli!
Così, non saremo noi a dovergli dire “basta”, e soprattutto l’avvertimento non arriverà all’improvviso. Basta impostare dei timer sul telefono o sul tablet, in modo che i bambini sentano quando sono passati dieci minuti, e poi venti, e poi trenta. Magari dovremo richiamarli ancora, ma perlomeno il nostro “Stop” arriverà che loro sono già preparati.
Spesso i bambini rimangono attaccati allo schermo perché dopo non hanno nulla di programmato, e il tempo a disposizione gli sembra infinito. Se, invece, gli permettiamo di giocare o guardare i cartoni mezz’ora prima di un’attività programmata allora, anche inconsciamente, non avranno più scuse, ma, anzi, sapranno che dovranno fare altro. E non necessariamente qualcosa di “obbligatorio”, come preparare la tavola o lavarsi i denti, ma, ancora meglio, un’attività insieme, come disegnare, dipingere, costruire con i mattoncini…
Innanzitutto, l’esempio va dato sempre, e non solo nel momento dell’esigenza. Detto questo, dal momento che i bambini ci prendono come guida, nel momento in cui chiediamo loro di staccarsi dal cellulare o dal tablet è bene che lo facciamo anche noi, se lo stiamo facendo. E possiamo farlo insieme, decidendo gli orari in cui nessuno userà il cellulare, o allestendo una zona tecnologia-free, con un sacchetto nel quale mettere i device di tutti.
Ovvero: al posto di dire “Solo mezz’ora”, possiamo chiedere ai bambini di guardare solo due episodi del cartone animato, o di giocare solo tre livelli del videogioco. In questo modo non verranno interrotti nel bel mezzo di ciò che stanno facendo e staccarsi dallo schermo sarà per loro più naturale.
Tra le creme più buone che si possano preparare c’è sicuramente quella al mascarpone! Sarà buona per farcire le torte con semplicità e gusto ma anche per accompagnare il pandoro o il panettone durante le festività natalizie.
Una ricetta tra le più semplici, che può dare vita anche ad un semplice e goloso dolce al cucchiaio che sarà irresistibile. Tra le ricette di FidelityHouse Cucina ho trovato una versione semplice e facilissima di questa ricetta che è davvero alla portata di tutti e che sarà perfetta per farcire un buon pan di spagna.
Questa versione con l’aggiunta di panna e della vaniglia sarà particolarmente adatta.
Il grano saraceno è un ingrediente molto sano e a differenza di ciò che potremmo pensare non è un cereale, ma una poligonacea: per questo motivo è naturalmente privo di glutine e quindi adatto anche a chi soffre di celiachia o a chi segue una dieta gluten free.
Il grano saraceno è anche consigliato a chi vuole ridurre il colesterolo, grazie al suo apporto di fitosteroli, è adatto ai diabetici ed è ricchissimo di fibre, oltre che di amminoacidi essenziali come la lisina, la treonina e il triptofano.
Oggi vi proponiamo dunque delle deliziose praline con biscotti di grano saraceno, semplicissime da realizzare e perfette per stupire gli ospiti, o come semplice sfizio da gustare in famiglia.
Questa ricetta (di velocissima realizzazione) prevede l’utilizzo dei biscotti di grano saraceno, un ingrediente dal basso indice glicemico che contiene molti minerali e vitamine, tra cui magnesio, potassio, selenio, zinco e rame, e vitamine del gruppo B (B1, B2, B3, B5, B6), del gruppo A e la vitamina J, che proteggono la pelle, gli occhi e il benessere generale dell’organismo, combattendo lo stress, le infiammazioni e gli stati di stanchezza cronica.
In questa ricetta oltre ai biscotti di grano saraceno ci sono il cacao amaro e il cioccolato fondente (che non fanno male quanto quello al latte, ma che, anzi, sono molto consigliati in una dieta sana) e i pistacchi, per un abbinamento davvero gustoso e delizioso, oltre che nutriente, e quindi molto adatto anche alla merenda dei bambini (e alle festicciole di compleanno, ai party natalizi o ad ogni festa con gli amici).
Sono semplicissimi da realizzare, perché basta impastare gli ingredienti in una ciotola e poi assemblare il composto in piccole palline, che riposte in frigorifero solidificheranno, formando così delle praline molto eleganti, belle da vedere, comode da mangiare e deliziose al palato.
Le feste di compleanno sono sempre una buona idea! Non solo perché i bambini si divertiranno un sacco, ma anche e soprattutto perché diventeranno ricordi indelebili di momenti passati in famiglia e con gli amici.
Non sempre, però, è possibile organizzarle, soprattutto quando non possiamo o non vogliamo spendere troppo. Ma in realtà nessuno ci vieta di organizzare una festa per bambini senza spendere un capitale!
Ecco quindi alcuni consigli per organizzare la festa di compleanno senza spendere troppo.
Eh sì, questa è la prima cosa, ma non deve significare rinuncia. Significa che gli invitati saranno selezionati, la festa sarà più semplice e intima ma il divertimento non ne risentirà! Basta selezionare gli invitati più importanti, quelli proprio irrinunciabili. Una decina di bambini, credeteci, fa comunque super casino!
Pensate a ciò che già avete in casa: le decorazioni di Natale (i festoni color argento, ad esempio, o le lucine bianche), i palloncini rimasti da quest’estate, le decorazioni per le torte, i coriandoli e le stelle filanti dello scorso carnevale, della carta di riciclo… Con un po’ di fantasia diventeranno le perfette decorazioni anche per la festa, senza dover comprare nulla
No, non serve prenotare un ristorante, fare la festa nel fast food vicino a casa o spendere per la location. Se abbiamo un giardino, facciamola lì. Se abbiamo un salotto abbastanza capiente, facciamo una festa casalinga. Se vogliamo uscire, scegliamo un parco pubblico con dei tavoli in legno. Ci sono davvero moltissimi spazi che possiamo sfruttare senza spendere nemmeno un euro!
Scegliamo un orario lontano dai pasti. È un piccolo trucco, ma notevole per il portafoglio: fare una festa intorno a mezzogiorno o verso l’ora di cena ci porterebbe a dover servire cibo più corposo. Se scegliamo invece la merenda o l’aperitivo, possiamo offrire snack veloci, anche fatti in casa, e bibite, senza strafare.
No, non chiedendo esplicitamente aiuto, ma sfruttando la situazione. Ovvero: se scegliamo un tema, tutti gli invitati arriveranno già vestiti per quel tema, colorando in maniera spontanea la festa! Oppure chiediamo a tutti di portare i loro peluche per un peluche-party, i cuscini per un divano-party…
Ad una festa i bambini si divertono con poco, senza che noi adulti diamo un indirizzo. Se, tuttavia, vogliamo improntare la festa in maniera diversa dal solito, possiamo scegliere un’attività che ad un certo punto proporremo loro. Stiamo però sulla semplicità! Possiamo fare un cine-party con un film per bambini e tanti popcorn; oppure un Lego party, tirando fuori tutte le costruzioni che già abbiamo; o, ancora, una sorta di discoteca, semplicemente con qualche luce qua e là e tanta musica su cui ballare!
Purtroppo le stoviglie usa e getta non fanno male solo al portafoglio, ma anche e soprattutto all’ambiente. Per la festa possiamo quindi scegliere di utilizzare le stoviglie normali, quelle di tutti i giorni. Certo, sarà più faticoso alla fine, ma l’ecologia costa qualche sforzo. E comunque se avremo limitato gli invitati (come detto al primo punto!) non sarà una tragedia. E alla fine saremo super soddisfatti di questa scelta verde ed economica.
Sulla scia di “Storie della buonanotte per bambine ribelli”, sta prendendo piede una bella tendenza: quella di dare ai propri figli un nome denso di significato dal punto di vista umano, ispirandosi, quindi, a personaggi della storia (più o meno recente) che hanno, con la loro vita, passato messaggi di speranza, che hanno dato significativi contributi alla scienza o che hanno semplicemente rappresentato un esempio lodevole.
Se state cercando nomi da femmina, ecco dunque una selezione di nomi ispirati alle moderne eroine che hanno fatto la storia.
Amelia Earhart è un’eroina dell’aviazione e un simbolo del femminismo. Americana, ha saputo inseguire i suoi sogni, e, nonostante la sua scomparsa tragica e misteriosa (il suo velivolo, che stava compiendo un’impresa eroica, non è mai stato ritrovato) rimangono le sue parole riguardanti gli uomini e le donne, che secondo lei, senza differenza, possono fare ciò che vogliono.
Samantha Cristoforetti non ha bisogno di presentazioni: è la nostrana astronauta donna, che con il suo esempio sta mostrando a migliaia di bambini in tutto il mondo come le donne possano diventare davvero ciò che desiderano, fregandosene degli stereotipi.
Un nome che prende ispirazione da diverse donne, ma su tutte da Margherita Hack, astrofisica italiana tra le più importanti, da Margaret Bourke-White, prima donna americana che divenne reporter di guerra, e da Margaret Atwood, che con i suoi romanzi distopici sta diventando famosa a tarda età e sta scoperchiando i tabù del sessismo della società. Oppure Margaret Tatcher, che, al di là delle convinzioni politiche, è stata una delle prime fortissime personalità femminili della politica mondiale.
Marie Curie (il cui vero nome è Maria Salomea Skłodowska) è stata la fisica e chimica polacca che vinse il premio Nobel per gli studi sulle radiazioni. Un nome bellissimo, dai rimandi religiosi, che nasconde anche l’amore femminile per la scienza.
Non ha bisogno di spiegazioni: si ispira a Frida Kahlo, l’artista messicana dalla vita tormentata che negli ultimi anni è tornata alla ribalta. La sua vita e la sua arte sono profonde, toccanti e dure.
Da Madre Teresa di Calcutta, proprio lei, la suora delle Missionarie della Carità che con il suo esempio ha diffuso amore, gentilezza, altruismo, empatia e semplicità.
Un nome semplice, semplicissimo, e altrettanto bello, che ricorda subito quello di Anne Franck, la ragazzina ebrea morta in un campo di sterminio nazista che ci ha lasciato uno dei più bei diari della storia. Perché anche la penna è pericolosa, tanto quanto le armi, e il suo libro ha aperto un sacco di cuori e di menti.
Altro nome semplice che racchiude una grande personalità: quella di Rosa Parks, l’attivista statunitense che rifiutò di cedere il posto sull’autobus ad un bianco nel 1955, azione che diede il via ad un boicottaggio che portò allo smantellamento della segregazione.
Proprio come la nostra Rita Levi Montalcini, senatrice a vita ma soprattutto neurologa Premio Nobel per la medicina nel 1986.
Un nome pakistano, dalla sonorità meravigliosa. Malala Yousafzai è la ragazza che a 11 anni ha documentato le tirannie del regime talebano contro le donne, e ha vinto il Premio Nobel per la pace proprio per l’impegno a favore dei diritti civili.
No, non quella di Frozen, ma Elsa Morante, che nel 1957 fu la prima donna a vincere il Premio Strega e che scrisse “La storia”, uno dei romanzi più discussi, amati e letti della letteratura italiana.
Un nome antico, strano, ma denso: Nilde Liotti fu la prima donna a diventare Presidente della Camera dei Deputati. Era il 1979 e le donne cominciavano ad affermarsi, anche grazie a donne della politica come lei.
Che sia la Prima o la Seconda, entrambe le regine d’Inghilterra hanno fatto la storia, chi per la longevità, chi per la capacità di aver reso l’Inghilterra una potenza mondiale. E non sottovalutiamo il fatto che sono state regine in tempi assolutamente non sospetti, quando il femminismo ancora non esisteva.
Perché quest’anno, in occasione del Natale, non pensiamo a qualche regalo diverso per i nostri bambini?
Abbiamo chiesto consiglio alla dottoressa Giovanna Gulli, fondatrice del Nido e della Scuola dell’Infanzia Clorofilla di Milano, che ci ha indicato una lista di regali che, ognuno per motivi diversi, possano diventare occasione di gioco e condivisione. Il tutto prendendo spunto proprio dalla sua esperienza di educatrice e dal contatto quotidiano con i bambini e le famiglie.
Un buono pacchetto di corsi di acquaticità neonatale
Presso Clorofilla c’è anche una piscina per bambini che offre corsi anche per i più piccoli, da 4 a 36 mesi. Una buonissima occasione per giocare, esplorare, conoscere un nuovo materiale e legare con mamma e papà!
Un biglietto per uno spettacolo
A Milano c’è il Teatro del Buratto, che organizza meravigliosi spettacoli per le famiglie e per i bambini più piccoli. Ma in tutta Italia ci sono realtà del genere, e regalare un biglietto a teatro per i bimbi più piccoli è un’idea bellissima. Perché non è mai troppo presto per appassionare all’ambiente teatrale!
I Pre-Libri di Bruno Munari
Bruno Munari, artista e designer eclettico, ha ideato una serie di 12 piccoli libri (della dimensione 10x10) pensati per i bambini che ancora non leggono e non scrivono, che si adattano alle loro mani e che sono realizzati in diversi materiali, colori e rilegature per stimolare la curiosità e la sensorialità.
Si chiama anche tavolo luminoso (lo troviamo qui) ed è un pannello retroilluminato per le attività artistiche e ludiche che stimola i sensi dei bambini attraverso il senso di meraviglia e facilita gli approfondimenti.
Una parete magnetica
Che sia una porzione di parete dipinta con della pittura magnetica o una bacheca magnetica, è un bellissimo regalo perché diviene uno strumento creativo e di gioco disponibile ogni volta che i bambini lo desiderano. Possono disegnare con i magneti, imparare le lettere, inventare nuove attività…
Un buono pacchetto per un corso di nuoto
Di nuovo possiamo scegliere i corsi di nuoto della piscina Clorofilla a Milano oppure in una piscina vicino a casa nostra. In ogni caso è un bellissimo regalo perché è uno sport, perché è un’attività che piace ai bambini e perché è stimolante ed educativo.
Un biglietto per uno spettacolo a teatro
Per i bambini più grandi ci sono moltissime proposte teatrali in giro per l’Italia. E non serve cercare solo gli spettacoli prettamente per bambini. Basta scegliere quelli adatti a tutta la famiglia, come ad esempio il Cirque du Soleil, lo Schiaccianoci (sempre in scena sotto Natale nei teatri cittadini), “Slava’s Snowshow”, i Momix, ma anche gli spettacoli di teatro-ragazzi.
Le costruzioni Kapla
Queste costruzioni sono un classico amato da grandi e bambini, super affascinanti e davvero versatili. Si tratta di piccole assi e tavolette in legno di pino, tutte uguali e precise, costruite seguendo la successione delle cifre 1,3 e 5. Grazie a questi mattoncini è possibile costruire infinite architetture! Le troviamo alla Città del Sole.
Una piccola pianta
Che sia una pianta grassa (più semplice da curare), una tropicale (rigogliosa e bellissima) o un piccolo sempreverde, un regalo-verde è davvero consigliato: i bimbi si sentiranno responsabili della loro piantina e se ne prenderanno cura nel tempo.
Un oggetto di design
Come per il teatro, anche l’amore per il design può essere trasmesso fin da piccoli, scegliendo oggetti di design dedicati all’infanzia. In questo nostro articolo ve ne abbiamo parlato, e potete prendere spunto.
Degli articoli per l’outdoor
Una bicicletta, un monopattino, un casco per la bici, dei paragomiti, dei pattini a rotelle, degli sci… Un regalone, che farà impazzire i bambini, e che non è solo un gioco, ma un’occasione per passare sempre più tempo nella natura e all’aperto facendo movimento tutti insieme!
Non parliamo solo dell’allattamento al seno, ma dell’allattamento in generale. Avere un bimbo piccolo e lavorare significa infatti anche preoccuparsi di un fatto: ce la faremo a conciliare il ritorno al lavoro con l’allattamento?
Certo, ci sono leggi e regole che fortunatamente ci consentono di farlo, ma comunque la preoccupazione rimane, perché naturalmente gli orari non saranno più come quelli del pre-maternità.
Ecco dunque qualche consiglio per affrontare i più comuni problemi e le più comuni preoccupazioni per quanto riguarda il lavoro e l’allattamento.
Il primo possibile problema insorge quando abbiamo, sfortunatamente, un datore di lavoro non proprio accomodante. Questo è il primo pensiero di una neomamma, sfortunatamente. Non dovrebbe esserlo, ma purtroppo viviamo ancora in una società nella quale sentiamo continuamente storie riguardanti licenziamenti o mobbing a causa della maternità. Bene: che fare se il nostro datore di lavoro non sembra venirci incontro (per dirla in maniera edulcorata)?
La prima cosa da fare è consultare la legge, affidandoci ad un sindacato o a qualche persona esperta in materia. In Italia una madre ha il diritto di ridurre l’orario di lavoro per allattare il proprio figlio, e non sarà di certo il datore di lavoro a impedircelo. Basta essere preparate e mostrargli la legge che ci tutela, spiegandola in maniera semplice e senza arrabbiature. E se ancora non ne vuole sapere, possiamo anche fare notare che ormai lo smart working e il benessere sul posto di lavoro sono una realtà: quando un dipendente sta bene, è tutelato e si sente tranquillo al lavoro, è molto più produttivo. Perché quindi ostinarsi in una direzione contraria a quella del mondo?
L’importante è approcciarsi in maniera tranquilla, cercando di evitare nervosismi, ma con sicurezza: la legge è già dalla nostra parte, e l’empatia può essere la seconda arma a nostro favore.
La seconda preoccupazione di una mamma che torna al lavoro durante l’allattamento è la tranquillità del proprio bambino. Sarà felice lo stesso? Gli mancherò? Si innervosirà? Domande legittime, ma alle quali dobbiamo rispondere sempre tenendo a mente che la felicità di un bambino sta prima di tutto nella serenità dei genitori. Quindi, se dobbiamo tornare al lavoro e ce la sentiamo, perché non farlo?
L’importante è osservare i cambiamenti del nostro corpo e quelli del nostro bambino. Innanzitutto, produciamo ancora abbastanza latte? Il nostro bambino beve già dal biberon? La routine dell’allattamento, infatti, cambierà, ed è importante conoscerla e assecondarla, cominciando a “studiarla” qualche settimana prima. Così come il tempo passato con il nostro bambino, che da moltissimo si ridurrà.
Molte mamme trovano tranquillizzante, piacevole e soddisfacente mantenere l’allattamento al seno solo la mattina, appena svegli, e la sera prima di dormire. In questo modo stimolano la produzione del latte, e allo stesso tempo creano una nuova routine con il proprio bambino per legare a livello profondo e connettere in una maniera nuova.
Infine, il pensiero va certamente all’orario di lavoro. Quello di prima sarà compatibile con le poppate? L’allattamento può adattarsi all’orario di lavoro? Probabilmente l’unica cosa di cui possiamo essere sicure è il fatto che qualche aggiustamento sarà inevitabile. Basta non farsi prendere dal panico ma considerare la situazione.
Innanzitutto: posso sistemare l’orario di lavoro, magari anche grazie alla comprensione del mio datore? Perché non prendere una pausa pranzo più lunga per poter allattare? Oppure non farla del tutto e uscire prima per arrivare a casa in tempo per la poppata?
Oppure, ancora: è possibile allungare l’orario di lavoro e fare meno giorni, restando così a casa tre o quattro giorni con il bimbo (come in una sort di part-time verticale)?
E perché no? Non posso chiedere al capo di lavorare da remoto un paio di giorni a settimana? Viviamo in un’epoca in cui possiamo fare tutto online, perché quindi non sfruttare lo smartworking?
Le soluzioni potrebbero esserci, ma dobbiamo capire bene quali siano le nostre esigenze, quelle del nostro bambino e quelle del datore di lavoro. Il consiglio è quello di capire bene le nostre, dopodiché parlare con il capo, in maniera aperta, onesta e tranquilla, cercando insieme una soluzione, mostrando che la nostra produttività può essere influenzata positivamente da un orario di lavoro più flessibile.
Purtroppo, sono moltissimi i bambini che, nel mondo, nascono prematuri. Ed è bruttissimo, per le mamme e i papà di questi piccoli guerrieri, passare quelle settimane e quei mesi in terapia intensiva, osservando spesso solo da lontano i progressi dei piccolini.
Ma stavolta c’è una buona notizia per loro. Perché tra le mille preoccupazioni, quando un bimbo ce la fa rimane sempre quel pizzico di paura nei confronti del futuro: cresceranno bene? Avranno poi problemi? Secondo uno studio recente, no, non avranno problemi, nella maggior parte dei casi!
Lo studio a cui ci riferiamo si è svolto in Svezia ed è stato pubblicato sul Journal of the American Medical Association, o Jama. Si intitola “Prevalence of survival Without major comorbidities among adults born prematurely”, ovvero “Prevalenza di sopravvivenza senza grossi problemi tra gli adulti nati prematuri”.
Questa ricerca ha preso in considerazione un grande numero di adulti nati prematuramente tra gli anni Settanta e gli anni Novanta e che sono sopravvissuti, raggiungendo l’età adulta. Il risultato? La maggior parte di loro non presentava particolari complicazioni riguardanti la salute.
Gli adulti presi in considerazione avevano al momento dello studio un età compresa tra i 18 e i 34 anni e i ricercatori hanno esaminato il loro stato di salute, controllando anche lo stato del sistema cardiocircolatorio, la pressione del sangue, il diabete, i polmoni, i disturbi neuropsichiatrici…
Di tutti i nati prematuri presi in considerazione, il 55% di loro era vivo nel 2015, senza particolari problemi fisici o mentali (e tra i nati non prematuramente - perché anche loro sono stati presi in considerazione per una ricerca più completa - la percentuale era del 63%, quindi non troppo distante).
Il risultato mette in luce una cosa fondamentale, ovvero che, nonostante nascere prematuri aumenti il rischio di malattie croniche o gravi, la maggior parte dei bambini può in realtà vivere una vita in piena salute, normalmente.
Nascere prematuramente è di certo un pericolo, e su questo non si discute. Purtroppo molti bimbi non ce la fanno, e altri ne escono con serissimi problemi fisici, poiché uscire dal grembo troppo in fretta porta a non sviluppare al meglio i polmoni, gli occhi, il sistema digestivo… Tuttavia, grazie all’avanzamento della tecnologia e della ricerca, dagli anni Settanta ad oggi il rischio di morte e di malattie gravi si è molto ridotto.
E grazie a questo studio, condotto sul lungo termine, molti genitori di bambini nati prematuri che ce l’hanno fatta senza particolari problemi possono tirare un sospiro di sollievo, consapevoli che, quantomeno, le statistiche parlano chiaro: i piccoli guerrieri hanno buonissime probabilità di vivere una vita in salute, diventando adulti forti e sani.
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Il cambio pannolino è un’operazione che per i primi anni di vita del bambino dovremo compiere migliaia di volte. Ecco perché non dobbiamo darla per scontata ed ecco perché è giusto e legittimo cercare qualche strategia per renderla più comoda!
Ecco dunque una serie di consigli per rendere il momento del cambio del pannolino più semplice, comodo ed indolore!
… Ovvero, un mobiletto (ottimi quelli con le rotelle!) a più piani, nel quale infileremo tutto il necessario per il cambio pannolino per avere tutto a portata di mano, in maniera ordinata senza sforzo.
Non tutti ci pensano, oppure lo danno per scontato, ma l’altezza del fasciatoio è fondamentale per la comodità. Cambiare sul letto o sul divano può essere obbligatorio in certe situazioni straordinarie, ma sappiamo che poi la schiena ne risente. Quando prendiamo il fasciatoio, dunque, facciamo attenzione all’altezza!
Quando scegliamo la posizione del fasciatoio, se abbiamo spazio disponibile è meglio decidere di posizionarlo in bagno, vicino al lavandino. Questo perché in questo modo potremo velocemente e in semplicità lavare il sedere e le parti intime con l’acqua corrente (evitando così di sprecare salviettine umidificate, utili invece fuori casa). E, soprattutto, lavarci le mani prima e dopo, che è fondamentale!
L’abbonamento mensile per la fornitura di pannolini è quanto di più comodo possa esistere. I neo genitori sanno il fastidio che sale quando ci si ritrova, senza accorgersene e all’ultimo minuto, senza pannolini in casa. Ma con Lillydoo tutto è più semplice, perché possiamo abbonarci e ricevere a casa ogni mese la giusta fornitura di pannolini, della giusta misura (con un clic è possibile cambiare le opzioni nel momento in cui il bambino cresce), per non rimanere MAI senza pannolini a portata di mano. Per provare il servizio, basta ordinare il pacchetto prova.
A volte i bambini non sopportano il momento del cambio, o più semplicemente sono inquieti, e l’operazione si fa più difficoltosa. Possiamo dunque ideare qualche strategia ludica: cantare insieme delle canzoncine o filastrocche, mettere uno specchio accanto al fasciatoio (il bambino si distrarrà moltissimo e si divertirà osservandosi!), coinvolgere i peluche…
Quando il bambino compie un anno (suppergiù), o nel momento in cui riesce a stare in piedi in maniera stabile, possiamo adottare la strategia montessoriana per il cambio pannolino, ovvero il cambio in piedi. Il bimbo si appoggia alle nostre spalle e noi lo cambiamo “verticalmente”. In questo modo, il bambino si sentirà quasi “responsabile”, comincerà ad aiutarci alzando le gambe e rendendosi più attivo, e sarà molto più comodo rispetto al cambio da sdraiato.
La pasta protettiva non serve sempre: mi raccomando, è una cosa da sapere! E non tanto per una questione di praticità (anche se il fatto di non doverla sempre spalmare fa risparmiare tempo e mosse da acrobati), ma soprattutto per la salute della pelle del bambino, che, se non è arrossata, ha bisogno di respirare.
Si tratta di un panno-materassino rivestito in tessuto impermeabile e imbottito, che si può chiudere in maniera veloce, comoda e salvaspazio, da tenere nella borsa del cambio. Serve fuori casa, quando non abbiamo a disposizione un fasciatoio, e salva davvero la vita dei genitori, che utilizzandolo possono cambiare il bambino praticamente ovunque.
Natale è tempo di feste, di regali, di grandi mangiate in famiglia. Ma è anche occasione per sbizzarrirci con i lavoretti insieme ai bambini! Non serve strafare: la semplicità è spesso la chiave.
Ecco dunque una selezione di semplicissimi lavoretti di Natale che possiamo anche regalare a parenti e amici, un pensiero d’affetto fatto con le nostre mani.
Semplicissima, questa renna in feltro farà un figurone, e chi la riceverà potrà appenderla al proprio albero, ricordandosi di noi. Basta ritagliare la forma della renna su un foglio di carta spessa, che poi useremo come “cartamodello”. Dal feltro marrone ritagliamo poi le renne, annodiamo un nastrino rosso attorno al collo e facciamo un piccolo foro sulla testa, in modo da infilare il filo per appenderle.
Ormai non è una vera festa se non c’è un Photo Booth, ovvero un angolo provvisto di indumenti bizzarri e accessori per fare foto divertenti. Perché non farli noi, questi accessori? Basta utilizzare del cartoncino colorato da ritagliare nelle forme natalizie che preferiamo, da incollare poi su degli stuzzicadenti lunghi.
Armiamoci di piattini di carta (riciclabili!), cartoncino colorato e cotone. I bimbi potranno ritagliare il cartoncino rosa a forma di volto e quello rosso a forma di cappello, quindi incollarli sul piatto con della colla vinilica. Dopodiché sfibriamo il cotone, rendendolo spumoso, e sempre con la colla vinilica lo incolliamo a mo’ di barba e pompon del cappello.
Questi sono bellissimi da mettere sulla tavola imbandita a Natale! Servono delle pigne, della tempera (per colorarle di verde), dei vecchi tappi di sughero e una stellina di legno (o del materiale che preferite. Con la colla a caldo incolliamo il tappo di sughero alla base della pigna, e la stellina in cima.
Qui servono dei vecchi spartiti (ma anche dei vecchi libri ingialliti andranno bene!). Riciclando la carta possiamo realizzare questi alberelli: basta tagliare le pagine a forma di piramide, quindi piegarle a ventaglio. Dopodiché infiliamo un lungo stuzzicadenti bucando al centro ogni piega del ventaglio, e l’alberello resterà in piedi. Per dargli stabilità possiamo infilare la base dello stuzzicadenti in un supporto morbido ma stabile, come un tappo di sughero o della gommapiuma.