Si, lo ammetto…adoro scagliare bombe di acqua gelida…e oggi ho deciso di imbarcarmi in un argomento deeeelicatissimo. Conoscete il proverbio “ogni scarrafone….”…sono certa di si. È un detto vecchio come il cucco, che sottende ad una tesi semplice e lineare: ogni bimbo, per la propria mamma, è bellissimo, meraviglioso, intelligente, simpatico, un adone degno di coroncina. Per la propria mamma…ma per gli altri? Partiamo dai neonati. Tu partorisci, e ovviamente in clinica si riversa tutta la settima generazione da entrambi i rami…tutti attorno alla culletta del poppante, o col naso incollato al vetro della nursery…tutti a sbirciare per ammirare finalmente l’ultimo nato…e…..taaaadah! Ecchetelo! La mamma sposta il lenzuolino con ricamati ornitorinchi blu, o l’infermiera lo acchiappa come ‘na pagnotta da mezzo chilo, e via! Si accendano i riflettori e l’occhio di bue…un coro di “oooooooooooooooohhhhhhhhhhhhhhhhhhh, ma quanto è belllllllooooooooooooo!!!!!!!!!!!”.
Ora…il neonato per definizione è tenero, morbido, ‘na palletta de ciccia, una miniatura perfetta, l’amore della nostra vita…ma siate sincere sincere sincere…è bello??? Lì per lì, noi mamme lo prendiamo in braccio, lo guardiamo negli occhi, e pensiamo “è perfetto, vedrai che lo prenderanno per il prossimo spot pampers”. A due ore di vita, lo immaginiamo già sulle passerelle di Pitti Bimbo, che sfila mentre tutti gorgogliano di ammirazione. Poi a un mese dal parto, in un momento di lucidità, scorriamo le foto sul telefono e…. “Amò, ma che ha partorito quell’amica tua cessa? Quella brutta brutta del liceo?”… “No amò, partorisce il mese prossimo, perché? “No perché ce sta ‘na foto de una co ‘n regazzino in braccio che nun se sa se è più brutta lei o il fijo…. “Amò…quella sei te co Lollo…la mattina che è nato…”
Trauma!!! Nella foto sei tu! E quella specie di tartaruga tutta rossa e grinzosa che hai in braccio non è un elfo, è tuo figlio! “Ma davero!!!! Madòòòòòòò! Ma così brutto era quando è nato!!!???”
La risposta è si! Era brutto, era inguardabile, ma ai nostri occhi, con tutti quegli ormoni in circolo, e dopo quella fatica immane, non poteva che apparire meeeeraviglioso! D’altro canto, invito ciascuno di voi a passare dentro un pertugio delle dimensioni, che so…di uno di quei tubi arancioni di plastica che si vedono nei cantieri edili, e a venirne fuori bello come il sole invece che tutto sudato, stropicciato e ammaccato. Ma appena partorisci, nessuno ha il coraggio di dirti che quel nanetto piccino picciò è tutto tranne che bello! Anzi…la nonna paterna esordisce con “madòòò pare tutto er principino George!”…dopo essere finito dentro un’impastatrice forse…e tutti, sulla scia della nonna, iniziano a cercare somiglianze (anche con l’idraulico ovviamente, per creare il momento simpatia, perché c’è sempre il coglione che deve mettere in dubbio la paternità suscitando grasse risate). “Guarda guarda, gli occhi come quelli de nonna Adele!”…che non si sa come fanno a vedere il colore visto che il neonato ha due specie di gelatine al posto dell’iride, tipo gli orsetti gommosi quando ne metti in bocca tre assieme, colore indefinibile. “Naaa….il sorriso de zio Peppino!”….ovvio…a 30 minuti dalla nascita, il neonato medio sorride già, di gusto e intenzionalmente. “Ma guarda come sta su, tiene la testa bella dritta, pare nonno Adelmo!”…tutti si guardano, e annuiscono in silenzio, perché nonno Adelmo era brutto come la fame, pareva un quadro de Picasso, ma nessuno ha il coraggio di dirlo a voce alta. E vabbè, insomma, la stanza della clinica è un echeggiare di frasi di ammirazione verso il nuovo membro della famiglia, e mamma e papà gongolano orgogliosi ammirando il loro piccolo capolavoro. Poi l’orario delle visite finisce, e tutti vanno via. Si allontanano dalla stanza lasciando finalmente soli i neo genitori…e il cugino, quello adolescente e cafone, è di solito il primo a parlare: “Mortacci sua quant’è brutto sto regazzino…speriamo che col tempo s’aggiusta!”. Segue coro di insulti, e tutti al bar a bere!
Ogni scarrafone è bello a mamma sua! Ma non solo bello…si sa…per noi mamme i nostri figli sono anche intelligenti, educati, gentili, il top del top. E soprattutto simpatici. E invece, mo me ne direte di tutti i colori già lo so, ma ce stanno certi ragazzini che porca miseria so simpatici come le spine sugli alluci in spiaggia. Chi di voi non ha mai incontrato al parco “la bambina gne gne”?....Dai su, la bambina quella che c’ha la madre spocchiosa e altezzosa, tutta “ce l’ho solo io”…come può essere la figlia di una così? Ve lo dico io com’è…’na rompicojoni! E voi direte “ma no, non è possibile, ma è un bimbo, i bimbi sono tutti tenerosi e morbidosi e dolci e amorevoli!”…mentite sapendo di mentire!! Ci sono bambini che fanno venire voglia di andare a picchiare i genitori…e la bambina gne gne è una di queste. È quella bimba con la vocina melensa e lagnosa, quella che dice le cose piagnucolando, oppure che le dice facendo la vocina da sotuttoio “perché tu non puoi giocare coi miei giochi, perché la mia mamma ha detto che sono di legno buono fatti in un paese lontano e che non devo farli toccare a nessuno…e tanto noi a Natale andiamo a sciare perché mio nonno c’ha la baita in montagna e mia mamma ha detto che noi possiamo perché siamo ricchi perché papà tanto adesso lavora in un posto che gli danno tanti soldi…e gne gne gne!”. Dai, una bambina così è simpatica? Una volta mia figlia è stata presa di mira da una così…e dopo aver subito per una decina di minuti sapete come l’ha zittita? Sapete cosa le ha detto? Giuro, ha risposto così “mia madre ha un fratellino in pancia e la tua no”. Ha alzato i tacchi e l’ha mollata sotto al sole. Che dire…mia figlia si che è simpatica…come vi dicevo…ogni scarrafone è bello a mamma sua! ;-)
Cinzia Derosas
Sono dei sentieri realizzati con pachwork di materiali differenti dove i bambini possono giocare e percepire sensazioni diverse e talvolta contrastanti come il liscio e il ruvido, il morbido e il duro, il tondo e lo spigoloso... Negli asili Montessori di tutto il mondo sono un must e in generale sono molto diffusi in Nord Europa perchè, come sappiamo, il primo settennio del bambino è prevalentemente sensoriale, quindi il piccolo ha la necessità di scoprire il mondo prevalentemente con i suoi 5 sensi piuttosto che con astrazioni. Se per i più piccini del nido e della materna queste proposte di gioco sono davvero perfette, pensiamo quando potrebbe essere efficace per i ragazzi delle scuole primarie avere un sentiero sensoriale in giardino per imparare l'inglese, acquisendo non solo i termini di oggetti come pigne, farina, grano, avena, cereale, legno, erba, legno, pietre... ma anche soffice, duro, morbido, duro...
Crearli è davvero semplice: basta accostare in sequenza materiali che differiscono tra loro in maniera importante così da creare un forte contrasto tattile. Possono essere realizzati su terra quindi all'aperto, oppure su semplice cartone di reciclo come abbiamo fatto noi.
1. Ho voluto realizzare un sentiero sensoriale per la nostra taverna con materiali che avevamo in casa: ho scelto come base del cartone che abbiamo ritagliato e poi incollato per ottenere un rettangolo lungo. Abbiamo poi cercato insieme materiali come spugne, stoffe, specchi che potessero fornirci sensazioni diverse una volta che ci si camminasse all'interno. Ho fatto si che i bimbi lo facessero da soli quindi il risultato non è esteticamente dei migliori ma l'obiettivo non era quello di creare un oggetto decorativo...
2. Se con i bambini più grandi si può realizzare un sentiero insieme, apprendendo nuovi concetti e parole come liscio e ruvido, morbido e duro etc... con i più piccini chiaramente non è possibile: meglio quindi creare prima il nostro sensory path e poi proporlo a loro, aiutandoli a esplorare con mani e piedi la proposta di gioco.
3. Chi l'ha detto che un sentiero sensoriale non possa essere un elemento d'arredo? Con lana colorata, pon pon e juta è possibile realizzare questo meraviglioso percorso tattile!
https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/originals/54/bd/2e/54bd2ebf29cbee6756ae06d12f1265c5.jpg
4. All'aperto possiamo davvero sbizzarrirci e creare, come in questo caso, delle sensory road fisse: assi in legno e all'interno materiali naturali come paglia, lenticchie, fagioli, farine... Bellissima idea per le scuole!
4.
http://www.play-scapes.com/play-diy/barefoot-parks-and-sensation-paths/?utm_source=feedly
5. Ecco un'altra proposta di sensory road all'aperto.
http://apassportaffair.com/2014/09/25/barefoot-walks/
6. Per i più piccini l'uso delle mani è essenziale: così unendo vasche o bacinelle di plastica contenenti materiali differenti è possibile fare un sentiero sensoriale, una stazione di travasi ma anche una vasca per travasi. Perfetto per gli asili nido ma anche per la scuola materna!
https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/474x/52/84/ba/5284baef9f2458abc2b7e7aa188a6d1a.jpg
7. E non dimentichiamoci dell'acqua: prendiamo spunto da queste maestre che hanno pensato all'acqua come ciliegina sulla torta del loro sensory path! Svolge la funzione sia di strumento per lavare i piedi, ma anche come ulteriore stimolo sensoriale.
8. Come per i teppeti in casa, all'esterno i sensory path possono essere non solo un gioco ma anche un decoro bellissimo: ecco alcuni esempi strepitosi che troviamo nel web
-
https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/474x/84/53/55/845355446c92605eb92141b1db0bda5d.jpg
https://s-media-cache-ak0.pinimg.com/originals/8b/d4/a6/8bd4a640a3563e6ccd39784517ace059.jpg
Dopo quelle alle vie aeree, le infezioni alle vie urinarie sono purtroppo quelle più frequenti tra i bambini e i neonati. Se nei primi mesi di vita ad esserne colpiti sono perlopiù i maschietti, successivamente la situazione si ribalta, e per la conformazione genitale sono le femmine ad essere soggette. Ma analizziamo queste infezioni in maniera più profonda per capirle un po' meglio!
La causa più frequente di infezioni alle vie urinarie sono innanzitutto i batteri, che attaccano la zona genitale in maniera facile facile a causa della vicinanza con la zona del retto. Più rare, ma non impossibili, sono le infezioni causate dai virus, come ad esempio la cistite emorragica, e ancora più rare lo sono quelle dovute a funghi.
Il sospetto nasce nelle mamme grazie ad alcuni sintomi che le annunciano: le urine maleodoranti che sanno in maniera pungente di ammoniaca; una febbre senza apparente motivo; la pollachiuria, e cioè l'emissione frequente ma scarsa di pipì, fenomeno che capita anche in età adulta e che spesso è seguito da pianto durante la minzione.
Nel lattante tuttavia è bene fare più attenzione, perché spesso i sintomi sembrerebbero non correlati: disturbi gastroenterici, scarso aumento di peso, arrossamento dell'interno coscia o ittero (in particolare nei neonati).
Le infezioni possono quindi manifestarsi sotto due differenti forme: quella che colpisce le vie urinarie inferiori (cistite acuta) e quella che interessa quelle superiori, o pielonefrite, che si distingue per i sintomi come la febbre e i dolori addominali e al fianco che si sommano a quelli tradizionali della cistite.
Nel caso in cui si sospetti un'infezione alle vie urinarie è quindi bene contattare subito il pediatra. Per diagnosticarla ci si basa inizialmente sui sintomi, ma per avere la certezza è necessario un esame delle urine.
L'urinocoltura e l'esame delle urine completo sono sempre da fare prima di iniziare una terapia antibiotica, troppo spesso abusata anche nei casi in cui non ce n'è bisogno. Se tuttavia il problema è un pochino più importante il medico potrebbe procedere con l'ecografia renale (necessaria quando le infezioni sono alle vie più alte e quando il bambino è troppo piccolo) o con la cistografia, sempre per quanto riguarda le vie più alte, per escludere il reflusso vescico-uretrale.
Ma quali sono le terapie? Esse variano in base alla casistica.
Le infezioni delle vie urinarie basse a volte sono trattate con un ciclo breve di antibatterici, molto meno invasivi e potenti degli antibiotici, che hanno chiaramente effetti collaterali e alterano la flora batterica.
Quelle alle vie più alte sono invece da trattare con l'antibiotico, e in maniera tempestiva (previa conferma del tipo di batterio che ha causato l'infezione tramite urinocolutura): prenderle troppo tardi significa rischiare di danneggiare i reni.
Decideranno i medici se preferire il ricovero o la terapia a casa, e in ogni caso alla guarigione dovrà seguire un ripristino della flora batterica buona, quella che normalmente mantiene intestino e vie urinarie sane e funzionanti.
Cosa fare quindi?
- Recarsi in pronto soccorso se si sospetta una cistite nel neonato
- Recarsi dal pediatra se si tratta di un bambino
In attesa dei risultati dell'esame delle urine e nel caso in cui il risultato sia negativo ma sussista un leggero bruciore durante la minzione, per prevenire ulteriori infezioni delle vie urinarie, dopo un ciclo di antibiotici o ancora quando le urine sono maleodoranti ecco i rimedi naturali consigliati:
- LD1 Named: sono i fermenti lattici (probiotici) che consigliamo sempre per i bambini. Una flora batterica sana è fondamentale per il benessere delle vie urinarie.
- Mercurius 6 Ch: il rimedio che il mio omeopata unicista Carlo Casu mi consiglia in queste situazioni.
- Cranberry: ormai la letteratura ha confermato che il mirtillo rosso americano (o Cranberry) è un efficacissimo rimedio per contrastare e prevenire le infezioni delle vie urinarie. Chiedete consiglio al vostro farmacista per la somministrazione. E' importante sottolinare che non ha senso assumere succhi di cranberry o di mirtillo dolcificati ma tinture madri o capsule, o succhi ma privi di zucchero.
- Acqua: chiaramente bere acqua naturale è di fondamentale importanza.
Gli alimenti benefici per contrastare la cistite
Una delle cause principali della cistite è uno squilibrio dello stato di benessere dell'intestino: in particolare i cibi da evitare in caso di infezioni delle vie urinarie o semplici infiammazioni che si percepiscono durante la minzione sono generalmente latticini, pomodori e sopratutto zuccheri: evitiamo quindi qualsiasi cibo che contenga zucchero e limitiamo un po' la frutta. Come anticipato per i bambini il probiotico che noi consigliamo è LD1 della Named che contiene tra l'altro anche Cranberry, per noi mamme invece perfetto Femelle della Bromatech.
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
L'abbinamento dolce-salato non è una novità: lo si sperimenta da sempre, anche in piatti semplici e tradizionali come, ad esempio, il pane e cioccolata, no? E se vi proponessimo di aggiungere alle vostre insalate estive (e non solo!) la frutta? Non solo le arance, spesso abbinate ai finocchi e alle verdure, ma anche frutti più insoliti come i lamponi, le fragole, le pesche... Provateci: vi assicuriamo che non ne farete più a meno!
- Se i frutti di bosco sono il vostro piacere proibito, provate a metterli tutti insieme in un'insalatona, insieme ai soliti ingredienti come la verdura, le cipolle, le noci e la feta. Tanti gusti diversi tra loro che incredibilmente si sposano benissimo!
(foto 1 http://www.carlsbadcravings.com/berry-feta-spinach-salad-with-creamy-strawberry-poppy-seed-dressing/)
- Ma le fragole stanno benissimo anche da sole: aggiungetele, con alcuni gherigli di noci, all'insalata mista che state per mangiare, condendo il tutto con un dressing composto da olio, aceto, miele, lime e sale (mettete tutto in una ciotolina e mischiate, quindi versatelo direttamente sul piatto).
(foto 2 http://wishesndishes.com/strawberry-arugula-salad-honey-lime-vinaigrette/)
- Ancora le fragole, ancora un'insalata davvero completa e irresistibile: abbinatele agli spinaci e all'avocado (uno bello maturo tagliato a dadini), quindi spolverate con qualche lamella di mandorla e condite con olio, aceto, sale e semi di papavero.
(foto 3 http://www.gimmesomeoven.com/avocado-strawberry-spinach-salad-with-poppyseed-dressing/)
- Pesche e fichi per un'esplosione di sapore: entrambi dolci, entrambi di consistenza inaspettata per un'insalata, completano la misticanza insieme alle mandorle (dopo averli pelati e tagliati a fette). Il condimento può essere a vostra scelta, ma vi consigliamo l'aceto balsamico: si sposa alla perfezione!
(foto 4 http://www.floatingkitchen.net/almond-crusted-goat-cheese-peach-and-fig-salad/)
- Le pesche si abbinano benissimo anche con i mirtilli, ma soprattutto con il formaggio: verdura, mirtilli, pesche pelate e tagliate a fette (provatele anche grigliate!) formaggio cremoso (feta, alpigiana, tofu: decidete ciò che più vi aggrada) e mandorle per un piatto delizioso, completo e sano.
(foto 5 http://www.twopeasandtheirpod.com/grilled-peach-blueberry-and-goat-cheese-arugula-salad/#more-17438)
- Solitamente le si mangia insieme ai finocchi, quando non da sole. Ci sarà un perché! Be', il motivo è che le arance stanno proprio bene con i finocchi! Tagliate quindi qualche fetta di finocchio e utilizzatelo come ingrediente aggiuntivo della vostra insalata base, insieme a qualche spicchio di arancia. Spolverate poi con della granella della frutta secca che preferite e condite con dell'aceto balsamico, un filo d'olio e sale.
(foto 6 http://anoregoncottage.com/orange-almond-salad/)
- Questa insalata piacerà ai vostri occhi tanto quanto alle vostre papille gustative: combina la verdura (ad esempio le foglie di cavolo, o anche gli spinaci) con le noci, l'avocado, una manciata di quinoa bollita e soprattutto i mirtilli.
(foto 7 http://kaleandchocolate.com/recipe/kale-quinoa-blueberry-avocado-salad/)
- Per concludere un frutto tropicale che piace praticamente a tutti: il kiwi. Unitelo, a cubetti, ad un mix di cipolla rossa tagliata, prezzemolo tritato, cetrioli a cubetti e un peperoncino jalapeno a fettine sottili, condendo poi con limone (o, ancora meglio, lime) e sale.
(foto 8 http://jerryjamesstone.com/recipe/simple-kiwi-salsa/)
Forse il vostro bambino ha quattro mesi, forse sta già iniziando a manifestare il tipico fastidio gengivale che porterà alla comparsa dei primi dentini. O forse ne ha sei, oppure sta andando verso il compimento dell'anno. Non c'è una data precisa quando si parla dei denti da latte (detti anche decidui, primari o temporanei, per la loro natura che li vuole cadere andando verso l'età adulta) che spuntano: dai quattro mesi all'anno, diciamo.
Tutto ciò che c'è da sapere sui denti da latte: quanti sono e quando spuntano, perché a volte è un processo doloroso e come fare per alleviare i sintomi
Intorno ai sei mesi quindi (ma non preoccupatevi se è prima o se avviene più tardi) inizierà a spuntare il primo dentino da latte. Solitamente si tratta di un incisivo inferiore, e cioè "i denti davanti", quelli che stanno nell'arcata inferiore della bocca. Nei due mesi successivi dovrebbero spuntare quindi i due incisivi superiori, quelli esattamente paralleli. Dopodiché si passa agli incisivi laterali (sopra e sotto), ai primi molari, ai canini e quindi, infine, agli ultimi molari. Il tutto nell'arco di circa un anno e mezzo, partendo dal primo arrivando all'ultimo. Mancano, rispetto ai denti adulti "definitivi", i premolari (e cioè quelli più in fondo) e gli eventuali denti del giudizio.
(foto 1 http://www.studilama.it/prestazioni-e-servizi-studio-dentistico-bologna/odontoiatria-pediatrica/)
Non c'è una regola precisa: ci sono bambini che ne soffrono moltissimo, altri che quasi sembrano non accorgersene nemmeno. Non ci sono prove mediche e scientifiche parlando di questi disagi, ma alcune medicine integrate associano il dolore con un più generale stato infiammatorio, che per alcuni bambini è conseguenza naturale del troppo fastidio.
Alcuni odontoiatri tuttavia ritengono che in realtà lo spuntare dei dentini non sia propriamente "doloroso". In realtà è più un fastidio che associato alla sensazione di novità provoca nel bambino tensione, stress e quindi dolore. Non a caso quelli che più provocano disagi sono i primi denti che spuntano, e cioè gli incisivi (novità di sensazione fisica assoluta), e i molari, che effettivamente essendo più grossi potrebbero causare fastidio.
Spesso, tuttavia, questa transizione dalle gengive spoglie ai denti porta con sé altri disagi, più tangibili: febbre e diarrea.
Anche qui ci sono due correnti di pensiero: la prima vuole che le due cose non siano correlate tra loro, ma siano una mera coincidenza. Il bambino nello stesso periodo in cui si trova con i primi dentini inizia a non essere più protetto dagli anticorpi della mamma, iniziando a produrre i suoi. Per la prima volta viene quindi a contatto con piccole infezioni, è indebolito, e quindi più predisposto al contagio o anche a semplici sindromi da raffreddamento. Non solo: la salivazione, ora nettamente aumentata, potrebbe essere la causa primaria della diarrea, dal momento che le feci vengono ammorbidite.
L'altra ipotesi vuole che sia proprio lo stato infiammatorio dovuto allo stress sentito dal bambino con maggiori fastidi a provocare i disagi fisici generali. Insomma, dalla bocca il fastidio provoca dolore e stress, che causano a loro volta stati febbrili e diarree, infiammazioni alle orecchie, salivazione maggiore, secrezione di muco abbondante e malattie più generiche.
In sostanza, probabilmente non sono i denti in sé a provocare febbri alte od otiti, ma in ogni caso il periodo della dentizione non è dei più piacevoli.
1. Per alleviare il senso di fastidio del bambino, via libera quindi ai massaggia gengive, i giocattoli masticabili in plastica atossica pensati proprio per questo compito: i migliori sono quelli refrigerabili, dal momento che il freddo eserciterà sulle gengive un leggero effetto anestetico. Questo, unito alla ruvidezza della superficie che massaggia la zona, distrarrà il bambino dalla sensazione di fastidio e disagio.
2. Ma un altro miracoloso metodo è quello più naturale e semplice: coccolate il vostro bambino, massaggiandogli eventualmente le gengive con le vostre dita. Si sentirà accudito, oltre che distratto, e il risultato sarà davvero efficace.
3. Molti sono i rimedi naturali che ci vengono in aiuto: in questo articolo trovate quelli che noi vi consigliamo
Foto Credits: By Chrisbwah - Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=15343120
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Si sa, quando si parte per un viaggio, in nave in aereo in treno…spesso si finisce per attaccare bottone con qualcuno che ci sta seduto vicino. Di solito si inizia a chiacchierare del più e del meno, frasi tipo “certo mamma mia che fila lunga per il check-in...”. “ Che carino quanto ha suo figlio? Maddaaai due anni e sette mesi come il figlio della cognata della mia vicina di casa”, che tu pensi nella tua testa “siamo miliardi di persone, vai in estasi perché due bambini hanno la stessa età, fatte vedè da uno bravo”! E insomma si chiacchiera di tutto e di niente, senza nemmeno presentarsi, e se ci dice bene di solito becchiamo gente normale, felice di andare in vacanza, che fa un po’ di conversazione senza troppe pretese e poi ad un certo punto smette e torna a fare la settimana enigmistica. Ma siccome io forse sulla fronte c’ho scritto “cagateme er c… , so sopportare bene”, il caso clinico lo devo sempre sempre sempre beccare io. Se c’è una persona logorroica nel raggio di duecento chilometri, è matematico che me la ritrovo accanto. Sapete quelle persone che parlano da sole, a voce alta, aspettando e sperando che tu commenti per iniziare la loro filippica? Ecco quel tipo di persona io la attiro come lo zucchero attira le formiche. E non imparo mai! Non dovrei nemmeno incrociare il loro sguardo, come si fa coi cani per evitare che ci saltino addosso con le zampe piene di fango. E invece porcaccia la miseriaccia ce casco sempre…alla fila per i controlli prima di imbarcare, una signora all’apparenza carina e premurosa, mi ha fatto passare avanti “venga venga, passi lei che ha i bambini”. Avrei voluto dirle “ho i bambini, non una malattia invalidante”, ma per non sembrare troppo acida l’ho ringraziata e sono passata avanti. Nello stesso preciso istante in cui ho accettato la sua gentilezza, ho firmato la mia condanna a morte…ha sciorinato in meno di 4 minuti tutto il suo odio e il suo rancore verso coloro che non agevolano nelle file i più bisognosi (ha detto proprio così, i più bisognosi, tanto che ho pensato “che faccia da morta de fame devo avè per attira’ così tanta compassione?”), e via, mi si è attaccata tipo cozza. “Viaggia da sola signora? No perché con due bambini non deve essere semplice”. “No signora mio marito sale con la macchina e noi a piedi, sa per i controlli antiterrorismo…”. “Oddio si, i controlli antiterrorismo, che gran cazzata, come se uno che vuole fare un attentato non può farlo anche senza macchina”. “Signora non credo sia questo il motivo per cui…”… “ No no guardi se lo lasci dire da me, che io queste cose purtroppo le conosco bene, i controlli al metal detector sono inutili! INUTILI!”. “Bene signora, lei allora cosa propone per controllare 500 persone? Vogliamo metterle tutte in fila e vedere se hanno armi infilate nel buco del culo come monetine nel salvadanaio?”.
Provavo a troncare i discorsi, ma nulla, era partita per la tangente, tanto che ad un certo punto, disarmata da cotanta assiduità, le ho chiesto “signora mi perdoni, ma lei che lavoro fa?”. “Io sono bibliotecaria, quindi capisce bene che queste cose le conosco…”. A me ancora sfugge il motivo per cui una bibliotecaria è automaticamente un’esperta di antiterrorismo, ma evito di proseguire e inizio a girare per i corridoi della nave cercando un paio di poltrone dove accomodarmi. Trovato un posticino tranquillo dentro la sala giochi dei bimbi, mi sono messa seduta, esausta. E…taaac! Ecchetela! Mi ha raggiunta e si è messa seduta accanto a me, assieme al marito, un povero Cristo che faceva pena solo a vederlo. “Suo marito ancora non è salito? Eh beh con le macchine è un macello…facciamo bene noi che viaggiamo senza…ci vengono a prendere i nostri amici, sa noi mangiamo solo carne BUONA, non le zozzerie del supermercato e quindi ammazziamo una bella bestia ogni anno e poi ci dividiamo la carne con questi nostri amici, sa forse li conosce…di cognome fanno Porcu…li conosce? In sardegna vi conoscete tutti di solito! Hanno una casetta al centro di Pattasaserru, vicino all’alimentari di quella signora che ha il marito con una gamba sola!”
E BLA BLA BLA! “Signora non li conosco i suoi amici, non conosco Pattasaserru, non conosco la tipa dell’alimentari col marito che ha una gamba sola, non conosco nessuno, non voglio parlare con lei, mi sta sul cazzo, ha una voce fastidiosa come le emorrodi ad agosto, ha la fiatella, parla mentre mastica il panino col prosciutto e sta scatenando in me degli istinti omicidi che nemmeno pensavo di avere! Stia zitta la prego!”
Questo avrei voluto dire, ma accidenti a me sono una persona educata e mi sono limitata a rispondere “no mi spiace, non conosco. Mi scusi devo portare mia figlia a fare pipì”.
Ed eccola di nuovo. “Oddio non vorrà portarla nei bagni della nave! Sono sporchissimi!”. Attonito silenzio. “No certo che no, la porto a fare pipì sul ponte della nave, a prua, controvento e lei si mette vicino vicino ok? Ma di nuovo la mia buona educazione mi ha spronato a fare solo spallucce. Tornate dal bagno, è arrivato mio marito. Ha portato i bimbi a fare un giretto, e io sono rimasta da sola con lei…in mezz’ora mi ha raccontato di essere celiaca, che la nuora sa fare il pane come pochi perché ha il kenwood, che è meglio del bimby perché ha più accessori. Che lei surgela le cose solo dopo averle messe sottovuoto, che chi surgela senza sottovuoto è uno scriteriato, che il nipote mangia la bottarga anche se ha solo due anni, che il nipote parla meglio di mio figlio anche se ha solo due anni, che il nipote beve il latte di capra della zia, mangia ciambellone fatto con farine non raffinate, che il nipote sa cantare tante canzoni, che lei va una settimana in montagna solo se poi può andare una settimana in crociera a riposarsi, che in crociera lo scorso anno ha rischiato di morire (che perdita per l’umanità sarebbe stata, non posso capacitarmi), che ha tre frigoriferi, che il figlio lavora in sala operatoria, che hanno 4 macchine, tre seggiolini isofix e uno normale. E che lei e il marito hanno ancora una buona attività sessuale (questo confermato da lui, accompagnato da risatina simpatica e occhietto). Dopo questa mezz’ora, nella mia mente erano impilati come scatoloni mille pensieri sul suicidio e sulla morte dolce (per me eh, non per lei). Mi sono alzata dalla poltrona, rapido sguardo intorno a me…e vedo una coetanea, col pancione e una bimba sui 4 anni. Penso beh…magari è simpatica e mi salva…
“Ciao piacere, mi chiamo Cinzia! Che bella bimba! Almeno mia figlia avrà compagnia durante il viaggio!”.
“Ciao piacere mi chiamo Anna!”
La bimba pianta un capriccio perché vuole il gelato prima del pranzo. Io da mamma le sorrido “dai sarà stanca, sai il viaggio è pesante anche per loro…”
“No lei fa sempre così, non sa gestire le emozioni per via della su età…sai io queste cose le so, sai sono psicoterapeuta dell’infanzia…ti spiego….”………………………………..
…………………………………………………..
……………………………………………………
SIGNORE PORTAMI VIA ADESSO!
Buon viaggio a tutti e ricordatevi di portare occhiali da sole e cuffiette. Fingere di dormire ascoltando musica vi salverà la vita.
Cinzia Derosas
Le loro potenzialità sono altissime, ed il bello è che per ogni problema o disturbo (ma anche per aumentare semplicemente il benessere) esiste un profumo adatto allo scopo. Gli oli essenziali sono la parte più potente della pianta, contengono in altissima concentrazione i principi attivi e per questo sono davvero, davvero efficaci.
Li potete diffondere in casa solo per il loro profumo e per aumentare il buonumore, per conciliare la nanna dei bambini, per depurarvi... Ogni volta scegliendo il metodo di diffusione che più preferite.
Il più economico e facilmente reperibile è sicuramente il classico e tradizionale bruciatore a candela che noi VI SCOSIGLIAMO CALDAMENTE. Si presenta come una piccola casetta dentro alla quale è possibile adagiare una candelina e sulla cui sommità viene appoggiato il piattino per gli oli. Solitamente questi ultimi vengono sgocciolati in un po' d'acqua, dopodiché accendendo la candelina il loro profumo verrà sprigionato.
Se tuttavia da un lato è un metodo facile ed economico, dall'altro non è salutare, perchè gli oli, attraverso la combustione rilasciano sostanze tossiche. E' sempre meglio infatti non surriscaldare gli oli: se bruciati, infatti, sprigionino una sostanza tossica, il benzopirene, e inoltre diminuiscono in maniera importante la loro efficacia. Non sono poi il massimo della sicurezza: come sempre le fiamme libere, anche se piccole, in casa sono pericolose (soprattutto con i bambini).
Altrettanto semplice ed economica e molto utilizzata (ma solo in inverno, chiaramente) è la diffusione attraverso le vaschette dei termosifoni. Esattamente come quando si umidifica la casa d'inverno, nella vaschetta potete aggiungere insieme all'acqua qualche goccia di olio essenziale. Rispetto al bruciatore si evita quindi il pericolo di surriscaldare e bruciare le essenze, beneficiando al contempo dell'umidificazione dell'aria. Gli oli essenziali però perdono molto della loro efficacia con questo metodo.
Anche nei potpourri è possibile aggiungere qualche goccia di olio essenziale. Il profumo sarà meno intenso, ma passandoci accanto ne sentirete certamente gli aromi.
Tuttavia i metodi più efficaci sono altri due. Parliamo degli spray fatti in casa e, soprattutto, dei diffusori a ultrasuoni pensati apposta per questo scopo.
Gli spray fatti in casa sono essenzialmente diffusori manuali da utilizzare all'occorrenza. Il profumo sarà meno duraturo, ma sarà possibile diffonderlo quando preferiamo. In un contenitore a spruzzo mescolate 10 gocce di olio essenziale in una base alcolica (come la vodka, che è molto secca), diluendo tutto in mezzo litro d'acqua. La fragranza sarà delicata e la potrete utilizzare spruzzandola nell'ambiente semplicemente dopo aver agitato la bottiglia.
Ed infine ecco quindi il diffusore elettrico, il vero re dell'aromaterapia. Costruito apposta per questo scopo, esso rappresenta sicuramente il metodo più efficace e sicuro per diffondere i profumi in casa, tanto negli ambienti piccoli quanto in quelli più ampi. Ce ne sono di tutti i prezzi e di tutti i tipi (spesso sono bellissimi anche nel disegno e in casa fanno un figurone!), e oltre che online li trovate in tutte le erboristerie e nei negozi di elettronica. Alcuni hanno anche abbinata la funzione della cromoterapia: luci soffuse cambieranno colore durante la diffusione rendendo l'ambiente ancora più rilassante. L'efficacia è data dal fatto che l'olio non viene bruciato come nel bruciatore a candela, e viene mantenuto sempre ad una temperatura costante, venendo così diffuso in maniera perfetta e regolare e mantenendo tutte le sue caratteristiche e proprietà.
Io li acquisto su Amazon e mi sono sempre trovata bene: hanno un prezzo che parte dai 30 euro in su (ce ne sono anche da meno ma ve li sconsiglio vivamente). Io attualmente uso questo e mi trovo molto bene ma non posso che consigliarvi anche questo per la sua economicità e il suo buon funzionamento.
In questa sezione trovate molte informazioni dedicate all'aromaterapia e all'uso degli oli essenziali.
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Merenda perfetta, break fresco, colazione alternativa: la macedonia nella sua semplicità è così versatile che l'estate non ne si può fare a meno. Il bello è che potete scegliere sempre i frutti di stagione che i membri della vostra famiglia preferiscono, sbizzarrendovi e facendo venire l'acquolina in bocca con versioni e combinazioni sempre nuove e differenti.
Vogliamo provarci?
(foto 1)
(foto 2)
(foto 3)
(foto 4)
(foto 5)
(foto 6)
(foto 7)
(foto 8)
Il pianto è la prima forma di comunicazione del nostro neonato, che non ha altro strumento per comunicare i suoi bisogni. È vero. Ma non esiste solo il pianto per capire ciò che il bambino chiede e soprattutto per comunicare con lui in entrambe le direzioni: lui vi dice qualcosa, voi dite qualcosa a lui!
Non è assolutamente vero che non capiscono ciò che gli viene detto. Forse non capiranno le parole (che è comunque fondamentale usare per lo sviluppo completo!); tuttavia gli esseri umani non comunicano solo attraverso le parole, no? Bastano sguardi e gesti per capire le emozioni di una persona, il suo stato d'animo, ciò di cui ha bisogno. Le parole, anzi, sono solo un contorno! Ciò che rende efficace una comunicazione è proprio la comunicazione non verbale, fatta di espressioni facciali e movimenti del corpo, di toni, volume e velocità della voce. E questo immaginate quanto valga con i bambini!
La comunicazione non verbale con il neonato: come utilizzare al meglio il nostro corpo per "parlare" con lui
Il primo canale fondamentale di comunicazione è lo sguardo, in ogni situazione della vita. È solo quando si guarda direttamente negli occhi una persona che le parole dette hanno valore, sanno di sincerità e acquistano validità. Sviare lo sguardo spesso significa sentirsi in colpa e ammettere una menzogna, o alla peggio comunica un fortissimo distacco. La persona con la quale state parlando sentirà una lontananza inspiegata che la allontanerà da voi e dal discorso.
Guardare negli occhi conferma la comunicazione e crea maggiore relazione comunicativa, è un dato di fatto. Ecco che allora questo contatto visivo diviene il primo e fondamentale canale di comunicazione con il vostro bambino: guardatelo sempre negli occhi quando cercate di dirgli qualcosa!
Il secondo biglietto da visita della comunicazione non verbale è quindi il tono della voce, seguito dal suo volume. Un determinato concetto corrisponde ad un determinato tono della voce; se sto dicendo qualcosa con un tono di voce che non corrisponde a quel qualcosa la credibilità crolla. Non è possibile dire "ti amo" con un tono di voce arrabbiato senza risultare falsi, no?
Il come rende credibile il cosa, in poche parole. Ecco perché è importante essere sempre coinvolti e sinceri nei confronti di ciò che si comunica, prima che con colui al quale comunicate!
Lo dicono tutti gli psicologi e ci sono serie tv a bizzeffe che analizzano la postura e il linguaggio del corpo. Ovviamente questi concetti passano come "il linguaggio del corpo comunica se menti e se sei falso", ma è verissimo anche il contrario; il linguaggio del corpo e la postura servono dunque anche e soprattutto a confermare e comunicare qualcosa con più efficacia.
Se di fronte vi trovate una persona con braccia conserte, gambe accavallate e schiena rigida, magari con il corpo che guarda in un'altra direzione rispetto a voi, l'impressione sarà quella di chiusura e disinteresse e la comunicazione sarà davvero difficoltosa e stressante, limitata. Al contrario un interlocutore attento sarà colui che si mostrerà rilassato, con gambe e braccia libere e il busto orientato verso di noi, e così anche noi ci sentiremo a nostro agio e liberi di parlare.
I bambini notano a livello inconscio moltissimo questi dettagli posturali: facciamo quindi in modo di mostrarci sempre disponibili e accoglienti!
Il linguaggio del corpo non si ferma però alla postura, ma la sua comunicazione si manifesta anche e soprattutto attraverso la gestualità. Il movimento che il corpo fa, come si muovono le mani, a che velocità... Sono tutti piccoli dettagli che influenzano la percezione della mia comunicazione nell'altra persona. In questo caso, naturalmente, il bambino.
Ma qual è la prima, primissima forma di comunicazione che abbiamo utilizzato con il nostro bambino? Come ci siamo posti per la prima volta nei suoi confronti? Sicuramente è stato il sorriso (magari bagnato da lacrime, ma lacrime gioiose). Questo sorriso ci permette di introdurre la parte forse più importante della comunicazione non verbale con i bambini: la mimica facciale.
Le espressioni del viso dicono molto. Dicono tutto. Corrucciare la fronte significa perplessità o disagio, o anche che è ora di ascoltare e ubbidire; le sopracciglia inarcate comunicano l'arrabbiatura. E gli angoli della bocca alzati in un sorriso dicono al bambino che gli siamo vicini, che gli vogliamo bene, che stare con lui ci rende felici.
E, alla fine, ricordiamoci che un'altra comunicazione fondamentale che esprime e trasmette davvero moltissimo è il contatto fisico. Un abbraccio ha dentro di sé mille parole, le mani che accarezzano e toccano trasmettono un milione di altre sensazioni e parole. Nei due sensi di marcia: pensate a quando dà la sua manina che stringe il nostro dito!
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Cosa c'è di più nutriente, gustoso, fresco e sano dell'avocado? Praticamente nulla. Ma perché mangiarlo solo come un frutto o come base per le nostre salse come la guacamole? L'avocado ha una consistenza versatile e irresistibile che lo rende ingrediente immancabile e insostituibile per le nostre insalate insalatone estive. Noi non resistiamo, e voi?
(foto 1http://www.foodiecrush.com/avocado-caprese-salad-plus-5-crunchy-avocado-salads/)
(foto 2 http://wholeandheavenlyoven.com/2016/03/31/avocado-chicken-salad-lettuce-wraps/)
(foto 3 http://www.popsugar.com/fitness/Cucumber-Black-Bean-Corn-Tomato-Avocado-Salad-37842951)
( foto 4 http://littlespicejar.com/mexican-street-corn-salad-with-black-beans-and-avocados/)
(foto 6 http://qc-ne.blogspot.it/2012/07/insalata-di-farro-con-pesto-di-avocado.html)
(foto 7 http://ciaoflorentina.com/orange-avocado-salad-recipe-lime-dressing/)
(foto 8 http://www.lecremedelacrumb.com/2015/01/strawberry-avocado-spinach-salad.html)