Sapete sfruttare tutte le funzioni del vostro estrattore? Non pensate che le sue potenzialità si limitino a offrirvi ottimi succhi di frutta naturali e nutrizionalmente potentissimi! Con l'estrattore le ricette possibili sono davvero infinite. Vediamo insieme quelle perfette per il vostro cestello a maglie strette!

7 ricette con il cestello a maglia fine del vostro estrattore Estraggo Pro: dalla granita alle gelatine di frutta, le pietanze super estive che potete preparare con il cestello a maglie strette

 

- Le gelatine di frutta: sono semplici epure d'effetto, ma soprattutto ogni bambino le ama, grazie ai loro colori e alla loro stramba consistenza. Prendete una vaschetta di fragole (oppure due pesche, per variare il gusto) e una barbabietola e frullatele nell'estrattore. Scaldate poi il composto in un pentolino con due cucchiaini di agar agar in polvere e uno di zucchero di canna integrale. Versate in bicchierini piccoli e lasciate in frigo per cinque ore!

- Ricetta deliziosa per gli adulti? La sangria! Versate nel cestello 250 grammi d'uva, 340 grammi di arancia e 200 grammi di pesca. Versate poi il succo estratto in una brocca e completate con 200 grammi di vino rosso, una stecca di cannella e del ghiaccio. Slurp!

- Se avete bisogno di una bomba antiossidante (o se semplicemente amate i frutti di bosco) questo infuso è ciò che fa per voi. Estraete il succo di 30 grammi di mirtilli, di 30 grammi di lamponi e 40 grammi di fragole. Dopodiché versatelo in una casseruola con 200 grammi di acqua e portate ad ebollizione per circa 10 minuti. Lasciate raffreddare, quindi versate tutto in una bella caraffa e, per addolcire, aggiungete un cucchiaio di miele d'acacia.

- L'estate chiama i ghiaccioli, non c'è dubbio. Tuttavia, quelli in commercio altro non sono che coloranti chimici ghiacciati. Meglio scegliere quelli fatti in casa, a base di vera frutta e super nutrienti, oltre che rinfrescanti (e così i bimbi mangeranno la frutta senza accorgersi di nulla!). Tra le opzioni per preparare i ghiaccioli in casa c'è quella che prevede l'utilizzo dell'estrattore e del suo cestello a maglia fine, con il quale potete realizzare ghiaccioli alla frutta che nascondono anche un po' di verdura!

Abbinate una verdura dello stesso colore del frutto che scegliete, e mantenete un rapporto di 1/3 a 1. Quindi, ad esempio, frullate nell'estrattore 200 grammi di fragole con 65 grammi di barbabietola; 200 grammi di arancia con 65 di carote; 200 grammi di mele con 65 di zucchine; e così via.

Basta estrarre il succo e poi utilizzare gli stampini; mettete in freezer per una notte e il giorno dopo rinfrescatevi!

Ecco qui alcune idee!

- Il latte vaccino lo sconsigliamo da sempre. Non è meglio quello di mandorla, naturale e saporito? Ecco come prepararlo con l'estrattore: gli ingredienti necessari? Solo l'estrattore e le mandorle (o, in alternativa, la frutta secca che preferite, dalle noci alle nocciole). Mettete in ammollo  200 grammi di mandorle (ottime quelle bio di Noberasco!) in acqua per almeno una notte, dopodiché scolate ed eventualmente sgusciate. In una ciotola versate le mandorle, un litro di acqua e un cucchiaio di dolcificante naturale, mescolando fino ad amalgamare il tutto. Con il filtro a maglia fine già pronto, versate nell'estrattore un cucchiaio di mandorle e acqua, mantenendo sempre una proporzione di circa 1 a 5.

- Negli Stati Uniti sono ormai un must: negli organic bar il succo di erba di grano è immancabile. Una spremuta d'erba, praticamente, che assicura energia vitalità grazie alla clorofilla, alle vitamine, agli enzimi e ai minerali contenuti in altissima quantità. Come il grano stesso, infatti, anche la sua erba è ricchissima. L'erba di grano la si trova in erboristeria in diverse forme (liofilizzata, in polvere, in compresse o come una bibita), ma sarebbe meglio coltivarla in casa (cresce in una settimana!) e spremerla con l'estrattore. Come? Con il vostro filtro a maglie strette ricavate il succo da circa 50 grammi di erba, insieme a 150 grammi di acqua o di succo a scelta. Un vero toccasana!

- Granita: ecco la nostra ricetta!

Pensando alla maternità in Cina la prima cosa che viene in mente è sicuramente la politica del figlio unico: per 35 anni i cinesi sono stati obbligati dal governo ad avere un solo figlio per coppia, pagando una multa esorbitante in caso di un secondo figlio o venendo forzatamente obbligati all'aborto. Per fortuna sta cambiando, e da quest'anno i figli ammessi sono due. Uno spiraglio di luce in una situazione davvero disumana. 

Tuttavia essere mamma in Cina non è solo questo, anzi! La Cina, paese antichissimo e dalle tradizioni molto belle, è un buon paese nel quale crescere il proprio figlio. Vediamo perché.

La maternità nel mondo: essere mamma in Cina

La prima curiosità, tuttavia, riguarda proprio la politica del figlio unico, o almeno le implicazioni che finora ha comportato. Le famiglie, essendo autorizzate ad avere un solo figlio (o due; in ogni caso un numero limitato), tendono a vedere (e chiamare) i bambini come “piccoli imperatori”: li coccolano, li viziano, sono loro a comandare in casa.

Lo stesso discorso si applica sulle aspettative che i genitori cinesi hanno sui loro figli: sono altissime, naturalmente! Il sintomo è anche il vedere per strada o in giro pochissimi bambini al di sopra dei sei anni: tutti studiano moltissimo, investono il loro tempo solo nell'educazione. Se infatti nei paesi occidentali (ma non solo) la preoccupazione delle mamme si rivolge alla sicurezza dei bambini, qui le città sono così sicure (pochissimi rapimenti, armi contro la legge...) che non è assolutamente un pensiero. Pensiero che così si rivolge alla volontà di stabilità per i bambini!

Ma il bello per le mamme cinesi sapete qual è? Non è come da noi. Qui, nei paesi occidentali soprattutto, sulle mamme pende una spada di Damocle pesantissima: ok, sono ben volute e trattate benissimo, ma dall'altra parte ci si aspetta da loro che facciano tutto in maniera impeccabile, crescendo i figli, mantenendo la casa e lavorando pure. 

In Cina no: in Cina è un fatto stabilito che le mamme hanno bisogno di aiuto, che non possono fare tutto loro, che vanno rispettate! Ecco perché quasi tutte le famiglie hanno una tata, chiamata “zietta” e parte integrante della famiglia. Non solo: anche i nonni aiutano moltissimo con i bambini, e allo stesso tempo mamma e papà si prendono cura di loro, finanziariamente. La famiglia è al primo posto!

Questa tendenza al rispetto e all'aiuto alle madri la si nota sin dai primi momenti della maternità: quando un bambino nasce, le neomamme vivono un mese di “confinamento”. Come una quarantena, ma intesa in maniera positiva. Ci sono strutture che accolgono le mamme, che in questo momento hanno bisogno di concentrarsi sul bambino ma anche su se stesse, mangiando cibi speciali e seguendo regole apposite. La gente cerca insomma di sgravare dai pesi le mamme, che possono così riposarsi e “guarire” dai postumi della gravidanza.

Credenza diffusa è poi quella di tenere sempre al caldo i bambini per evitare che si ammalino. Secondo la tradizione cinese, se i bimbi hanno piedi e dita scoperte sicuramente si buscheranno un malanno.

Dall'altra parte, fa sorridere, hanno la cultura della libertà dal pannolino: viene da ridere, ma i piccoli indossano pantaloni aperti sul sederino e fanno i loro bisogni in terra. Ciò significa imparare prima a “farla nel vasino”, anche se il passaggio è completamente differente rispetto al nostro. Se noi insegniamo ai bambini a farla nel loro vasino, in Cina insegnano a farla praticamente dovunque, dove trovano!

Se vi capiterà di andare in Cina, in particolare a Shanghai, vi accorgerete che i parchi giochi sono davvero pochi. Ma questo non è un problema per i genitori cinesi: ogni città ha moltissimi parchi verdi e giardini zen, all'interno dei quali i bambini possono giocare, correre e sfogarsi, proprio come fosse un parco giochi, con il beneficio della tranquillità degli spazi verdi di questa cultura.

Non solo a scuola: se scegliete per i vostri figli gli istituti steineriani significa che ci tenete alla loro crescita attraverso il metodo Waldorf. E chi l'ha detto che certe attività e certi stimoli non possano essere portati anche tra le mura domestiche per creare una continuità perfetta a beneficio dei bambini?

Ecco 10 modi per portare il metodo Waldorf in casa: i precetti di Rudolf Steiner valicano le mura scolastiche per entrare in quelle domestiche

  • Il primo passo? Sicuramente spegnere la TV. Rudolf Steiner lo sosteneva sempre, e anche per noi un po' di televisione in meno non può fare male. Perché? Il motivo è semplice: le ore passate davanti allo schermo precludono alla mente del bambino la possibilità di svilupparsi autonomamente, di fare scelte e di creare percorsi mentali. Ma questo non vuol dire rinunciare alla fiction e allo spettacolo: proponete ai bambini delle recite e delle scenette!
  • E sempre nello spirito della fiction, della cultura e dello spettacolo, piuttosto che alla tivù affidatevi ai libri, al racconto di storie e alle fiabe. Ma non a quelle edulcorate della Disney: troppo finte, troppo irreali. Puntate piuttosto sulle favole e sulle fiabe antiche, tradizionali, nelle quali il lieto fine (quando c'è) è preceduto da situazioni davvero drammatiche, spaventose e inquietanti. Lo sono ai nostri occhi, ma i bambini le accettano tranquillamente, prendendo il buono e facendo proprio il concetto che la vita sì, sarà difficile, ma sta a noi renderla piacevole, sopportabile e di successo.
  • Pilastro fondamentale è poi il gioco libero. Adottatelo tantissimo a casa, lasciando liberi i bimbi di sperimentare situazioni, creare e risolvere problemi, calarsi nei panni di qualcun altro...
  • E un altro precetto insostituibile è quello del tempo passato all'aperto. Non lasciate che siano solo gli insegnanti a proporre le uscite e le ore nel verde. Scegliete questo atteggiamento anche a casa, spendendo il maggior tempo possibile all'esterno, scoprendo la natura, sfogandosi negli spazi ampi, giocando in libertà.
  • Libertà che significa anche fidarsi dei bambini, lasciarli esplorare senza la paura che si facciano male. Sia all'esterno sia all'interno: insegnategli come usare forbici, fiammiferi, il gas della cucina, i coltelli. Non precludete loro la possibilità di imparare cosa sono il pericolo e l'attenzione!
  • Un aspetto della vita quotidiana dei bambini che è fondamentale (e che a scuola è seguito per forza di cose) è la routine. La quotidianità scandita da tappe ripetute, da ritmi prefissati dà loro sicurezza.
  • Se i vostri bambini seguono una scuola materna Waldorf lo saprete già, lo avrete notato fin dai primi disegni portati a casa: le maestre insegnano a riempire tutto il foglio con disegni e colori prima di passare ad un altro. Instillate quindi questo senso di “pieno” nei bambini, e oltre a disegni bellissimi guadagnerete bambini con uno spiccato senso di costanza, pazienza e continuità.
  • I bambini imparano in ogni momento della giornata, sono spugne. Ricordatevi quindi di assecondare sempre ogni loro domanda e di rendere ogni attimo un momento per imparare qualcosa. Soprattutto cercate di rendere concreti i concetti astratti come la matematica attraverso gli esempi che la vita permette!
  • Non pensate mai alla creatività, allo sport, al canto e alle attività “secondarie” come mero tempo libero: è anche e soprattutto attraverso esse che si sviluppa la mente!
  • E infine ricordatevi sempre una delle regole principali della pedagogia steineriana e fatela vostra: i bambini sono individui a sé stanti, con una loro personalità e una loro autonomia. Rispettate sempre la loro unicità, incoraggiate le loro tendenze. Ricordate che ora sono bambini, ma saranno presto adulti e non apparterranno che a loro stessi!

Sara Polotti

E' difficilissimo pensarlo: siamo sempre di corsa, sempre impegnati, con agende che rischiano di scoppiare. L'”anno sabbatico” è solo un'utopia, no? Come si può pensare di staccare da tutto e da tutti, dal lavoro, dalla casa, dalla famiglia? Be', non è detto che dalla famiglia ci si debba stancare.

Courtney Adamo, mamma statunitense, l'ha fatto. Si è presa un anno di pausa da tutto, ma non dalla famiglia. Tutti insieme, lei, il marito e i quattro figli, hanno deciso di partire, viaggiare, staccando la spina per un anno. Come? Ve lo raccontiamo, come lei lo ha narrato sulle pagine del Telegraph.

Courtney e la sua famiglia, un anno in viaggio senza rinunciare alla scuola: homeschool in viaggio per il mondo con la famiglia Adamo

La prima remora che ci si fa quando si pensa di prendersi un po' di aspettativa è il dover lasciare i figli. Lei e il marito Michael hanno deciso di non farlo. Sono partiti, hanno deciso di inseguire il sogno di una vita più libera dalle convenzioni, più selvaggia. E con loro hanno portato i bambini, con la speranza di avverare il loro sogno di trovare una dimensione più naturale e rurale nella quale crescere.

“Ok, basta, ci prendiamo un anno di pausa. Partiamo con i bambini, viaggiamo per il mondo e ci concentriamo sulla nostra famiglia”. Ecco la scintilla, seguita poi dai necessari pensieri sull'organizzazione. Come ad esempio la vendita della casa e della macchina per poter finanziare il loro sogno.

I loro figli hanno undici, otto, sei e due anni, e naturalmente si sono mostrati entusiasti all'idea di abbandonare la scuola per un po'. E Courtney e Michael non hanno avuto molti problemi, da genitori, a trovare la strada adatta per l'educazione “on the road”: l'America ha una lunga tradizione di home-schooling, e cioè di scuola a casa (sono i genitori in questo caso a insegnare ai bambini, mandando comunque sempre relazioni alle scuole di competenza e facendo sostenere gli esami che provano l'effettivo apprendimento); si trattava solo di adattare il tutto alla vita sulla strada.

In primis il viaggio in sé offre moltissimi spunti didattici: Courtney e Michael si sono quindi prefissati di interrogare ogni sera i bambini su ciò che si è visto durante la giornata e sul loro diario sul quale scrivono ciò che interessa loro. E soprattutto hanno deciso di integrare i programmi tradizionali dell'home schooling (che possono sempre trovare online) abbinandoli alla vita quotidiana (fare matematica andando al mercato, studiare la scienza guardando il mondo, capire le culture visitandole e conoscendole, la storia vivendo nei luoghi che l'hanno ospitata...).

Ed è così che è giunta a stilare un elenco delle attività perfette per assicurare ai bambini un'ottima educazione anche in viaggio, anche a casa, in ogni situazione della vita. 

Il primo passo è leggere moltissimo: è la lettura una delle responsabili dell'apertura mentale! E in quest'ottica anche il sedersi con i bambini e leggere loro ogni sera qualcosa è davvero produttivo.

Anche la scrittura (sia documentativa che narrativa) è un ottimo strumento, e incoraggiandola i risultati sono notevoli. Diari, appunti, taccuini: i bimbi possono essere stimolati in molti modi, basta trovare il più adatto a loro, quello che più li intriga.

La matematica, poi, può essere esercitata in ogni momento: tabelline in macchina come fosse un gioco, addizioni di prezzi al supermercato, le frazioni dividendo la pizza, i pesi misurando la frutta al mercato...

La cultura è fondamentale, non solo quella in cui si vive. Osservare le culture (soprattutto quando si viaggia, e in questo caso è proprio la situazione migliore!) aiuta a comprendere la civiltà, la storia, le differenze... E imparare una nuova lingua può aiutare proprio in questo processo.

La vita in viaggio diventa poi perfetta per studiare la geografia: i bambini possono usare le mappe, scoprire i continenti, gli stati, ma anche le montagne e i fiumi...

E il bello della scuola in viaggio sapete alla fine qual è? Non si sono orari, non c'è un luogo fisso come la classe. Quindi è possibile catturare l'attenzione dei bambini in ogni momento, evitando quando sono stanchi o poco ricettivi!

I travasi sono una delle attività montessoriane più utili ed efficaci: oltre alla presa tramite pinze, infatti, la manualità fine si sviluppa anche imparando a travasare liquidi e solidi, allenando di conseguenza l'indipendenza e l'intelletto del bambino, che nei primi anni di vita si sviluppa di pari passo ed è legato attraverso un filo strettissimo con lo sviluppo delle capacità fisiche.

Proporre attività di travaso ai bambini (economiche e semplici!) vuole quindi dire fornire alcuni strumenti per implementare le loro capacità fisiche e intellettive, attraverso esercizi ludici eppure educativi.

Vi proponiamo allora le stazioni dei travasi per stimolare manualità e intelletto: gli elementi per creare spazi dedicati al travaso montessoriano di liquidi e solidi

- Se inizialmente non vi fidate della manualità e pensate che liquidi o sabbia possano finire per tutta la casa, non c'è problema: iniziate con i pompon di tessuto o i batuffoli colorati di cotone! In un'ampia scatola dai bordi bassi (comoda per il bambino che la utilizzerà appoggiata a terra) appoggiate qualche bottiglia con differenti aperture (da larghe a strette), cucchiai, ciotole e tutto ciò che il bambino potrebbe utilizzare per spostare i batuffoli.

(foto 1 http://busytoddler.com/2015/11/pom-pom-pouring/)

- Passate quindi ai solidi fini (farina, sabbia, cereali...). Nella stessa scatola sistemate stavolta delle ciotole con i diversi materiali divisi tra loro. I bimbi potranno poi mescolarli spostandoli nei vari recipienti utilizzando imbuti, cucchiai, misurini, bottiglie...

(foto 2 http://busytoddler.com/2015/09/scooping-station/)

- Ed ecco che arriva l'ora di utilizzare l'acqua. Approfittate di questi mesi caldi e piazzatevi in giardino o cortile con la vostra solita ampia scatola, nella quale avrete appoggiato brocche d'acqua abbastanza grandi, bottiglie, imbuti, misurini, cucchiai, barattoli e bicchieri. Lasciate decidere al bambino dove spostare il liquido, quando versarne, cosa farne. Pian piano regolerà i suoi movimenti e vedrete che più passerà il tempo meno sprecherà acqua, grazie alla manualità implementata.

(foto 3 http://busytoddler.com/2015/09/pouring-station/)

- Per rendere più divertente ed accattivante il gioco provate a colorare l'acqua con del colorante alimentare naturale: oltre al travaso di bello c'è che i colori si mischieranno tra loro creando effetti ipnotici e interessanti dal punto di vista didattico (giallo+blu che colore fa?).

(foto 4 http://newyoungmum.com/craftsmessy-play/pouring-station-toddler-activities/)

-Più il bambino cresce e più prende confidenza con questo movimento delle mani che porta al travaso da un recipiente all'altro, più precisa e più in piccolo potrà divenire la nostra attività. A questo punto potrete fidarvi anche ad allestire una piccola stazione per il travaso in casa, sul tavolo: su un vassoio disponete una bella brocca e dei bicchieri, sempre più piccoli. I bimbi impareranno a gestire la precisione e a muovere le mani in modo da essere sempre meno pasticcioni!

(foto 5 http://sugarspiceandglitter.com/set-practical-life-invitation/)

- E un altro trucchetto divertente ed educativo può essere quello di dare al bambino, insieme agli altri elementi dell'attività, anche una spugna: capiterà di rovesciare o lasciare cadere qualche goccia. Con la spugna potrà raccogliere i liquidi persi e, strizzando (quindi un altro differente movimento), porli nuovamente nei recipienti.

(foto 6 https://www.flickr.com/photos/47745580@N08/23126999372)

13 idee per ricette super con la ricotta

Sabato, 09 Luglio 2016 18:48

Non ostinatevi a pensare alla ricotta come ad un formaggino da ospedale, una pietanza talmente basic da non meritare menzione tra gli ingredienti creativi! E' proprio il suo gusto delicato, insieme alla consistenza unica, a renderla versatile! Ricette dolci, piatti salati, merende, cene... E' ora di prendere la vostra ricotta dal frigo, perché abbiamo delle idee davvero fantastiche per voi!

Possiamo scegliere la tradizionale ricotta vaccina o meglio ancora ricotta di pecora o di mandorla (scopri qui come realizzarla)

13 idee per ricette super con la ricotta: come utilizzare in maniera creativa, sfiziosa e gustosa il formaggio morbido dal gusto delicato

  • Ok, partiamo dalla base: la ricottà sarà anche un cibo povero, ma il suo gusto è innegabilmente buono. Quando non sapete cosa mettere in tavola come contorno o cosa spiluccare all'aperitivo mettete un po' di questo ottimo formaggio in una ciotola, versate un filo d'olio extravergine e spolverate con un po' di sale, pepe e le vostre spezie preferite. E' buonissima sui crackers!

(foto 1 https://www.buzzfeed.com/lindsayhunt/delicious-ways-to-use-ricotta-cheese?utm_term=.hyQQwBbM3r&sub=4018500_6837675#.rnwzWjOgLA)

  • Se preferite un sapore più intenso, potete invece optare per la salsa di ricotta e spinaci, da servire con le tortilla: mischiate in una ciotola una tazza di ricotta, due di spinaci bolliti e tritati, mezza tazza di maionese fatta in casa, sale, pepe e dell'olio d'oliva.

(foto 2 https://www.buzzfeed.com/lindsayhunt/delicious-ways-to-use-ricotta-cheese)

  • Con le zucchine e la ricotta potrete invece realizzare un ibrido tra le lasagne vegetariane e i cannelloni: grigliate le zucchine a fette, quindi arrotolatele farcendole con una crema di ricotta, basilico e pepe. Infornatele quindi a 180 gradi per 25 minuti, appoggiandole in una teglia una accanto all'altra, versando sul fondo un pochino di passata di pomodoro e spolverando il tutto con del parmigiano.

(foto 3 http://reciperunner.com/zucchini-lasagna-rolls/)

 

 

  • La ricotta, grazie al suo sapore che non invade gli altri, si presta benissimo anche alla preparazione dei dolci. Ma non solo per la cheesecake. Provate a realizzare una mousse di ricotta e cioccolato: basta mischiare mezza tazza di ricotta con 1 cucchiaio di cacao amaro, mezzo cucchiaino di estratto di vaniglia e un cucchiaino di estratto di stevia per dolcificare. Mettete quindi il composto in bicchierini, fate riposare un'oretta e servite!

(foto 4 http://www.imaginegreatliving.com/heavenly-ricotta-chocolate-mousse-sugar-free/)

 

 

  • E invece dello yogurt provate ad utilizzare la ricotta per i vostri gelati gustosi e nutrienti: frullate la frutta che preferite (ad esempio 10 fragole), mischiate il composto con due tazze di ricotta, un cucchiaio di zucchero e un cucchiaino di succo di limone, quindi mettete negli stampini e lasciate ghiacciare!

(foto 5 http://www.mybakingaddiction.com/strawberry-ricotta-popsicles/)

 

 

  • Per un risultato più elegante e raffinato, provate anche con i fichi: tagliatene 4 a fette, quindi create un composto con della ricotta, del latte e dello zucchero (o, in alternativa, del miele. Mischiate tutto insieme e create i vostri ghiaccioli.

(foto 6 http://read.feedly.com/html?url=http://ladyandpups.com/2015/07/29/figs-and-ricotta-cheesecake-popsicle/)

  • Ma non solo ghiaccioli; un altro velocissimo dessert (d'effetto!) è la crema di ricotta con lamponi. Montate con le fruste 250 grammi di ricotta con due cucchiai di zucchero, mentre a parte montate 60 grammi di panna vegetale. Mischiate il tutto dal basso verso l'alto per incorporare l'aria, quindi servite in ciotoline guarnendo con dei lamponi (o con la frutta fresca che preferite).

(foto 7 http://blog.giallozafferano.it/paola67/crema-di-ricotta-con-i-lamponi/)

  • Tra il dolce e il salato è la merenda che potete proporre ai bambini: i toast con ricotta, banane e hummus alla cannella. Prima di tutto preparate il vostro hummus, mischiando 70 grammi di tahina con un cucchiaio di miele, uno di acqua e un cucchiaino di cannella. Tostate quindi alcune fette di pane integrale, spalmatele con della ricotta, appoggiateci sopra delle rondelle di banane e spennellate con la salsina.

(foto 8 https://www.donnahay.com.au/recipes/breakfast-and-lunch/ricotta-and-banana-toasts-with-cinnamon-tahini)

  • E finiamo con due classici, uno salato e uno dolce. Il primo? La pasta con la ricotta. Che significa semplicemente aggiungere a freddo la ricotta alla vostra pasta con le verdure (ma anche a quella semplice semplice aglio e olio!).

(foto 9 http://cooking.nytimes.com/recipes/1017463-summer-pasta-with-zucchini-ricotta-and-basil)

  • Il dolce? La crema di ricotta che riprende l'idea dei cannoli. Mischiate una tazza di ricotta, una di alpigiana, un cucchiaio di zucchero e mezza tazza di gocce di cioccolato fondente. Servite in piccole ciotole contornandole con dei coni per gelato spezzettati, et voilà!

(foto 10 http://www.somethingswanky.com/cannoli-dip/)

 

Viviamo in una zona climatica che vede il cambiare delle stagioni. Non diamolo per scontato: non tutti hanno questa fortuna! Una fortuna che può diventare anche occasione didattica e di crescita. Già, perché i bambini notano i cambiamenti, e giustamente si chiedono cosa stia accadendo. Possiamo allora approfittarne e organizzare attività giocose e allo stesso tempo educative che li possono aiutare nella comprensione dei naturali cambiamenti del clima!

Le stagioni attraverso le attività sensoriali Montessori: 6 giochi per i nostri bambini, per aiutarli a capire i cambiamenti climatici attraverso i sensi

- La prima attività è la più intuitiva e utile: per capire le stagioni potete realizzare una sorta di ruota. Dividendo un grande cerchio in quattro spicchi di differente colore, lasciate collocare al bambino alcune card con i mesi e con le stagioni (che avrete precedentemente realizzato) in modo da capire anche visivamente il calendario stagionale (ogni mese sarà caratterizzato da un disegno con un elemento che lo contraddistingue - neve, sole, foglie rosse...)

(foto 1 http://www.mamashappyhive.com/montessori-calendar-for-kids/)

- Sempre con un grande cerchio diviso in quattro spicchi colorati, il bambino può collocare in ogni spicchio gli elementi tipici di una stagione, classificandoli. Fornitegli quindi il cerchio e qualche oggetto per ogni stagione: un fiore, i guanti da neve, i semi per la semina, le foglie secche, un ombrello, una zucca, secchiello e paletta...

(foto 2 http://www.mamashappyhive.com/5-montessori-seasonal-activities/)

- La stessa attività può essere eseguita in piccolo, seduti a tavola: su un vassoio disponete quattro ciotoline sulle quali avrete appoggiato un'etichetta con il nome della stagione o con un disegno che la caratterizza (sole, neve, pioggia, fiori). Stampate poi qualche immagine che rappresenti le stagioni e mescolatele in una ciotola più grande. I bimbi dovranno dividere le immagini nelle ciotole corrispondenti, familiarizzando così con le differenze delle varie stagioni.

- Stampate quattro card uguali raffiguranti un albero spoglio e date ai bimbi dei colori a dita (come quelli che vi proponiamo fatti in casa ad esempio: http://www.mammapretaporter.it/educazione/gioco-stimoli-mb/come-creare-colori-fatti-in-casa). Dovranno quindi dipingere le foglie e il prato sotto l'albero in base alla stagione: verde chiaro in primavera, verde scuro in estate, arancione in autunno e bianco d'inverno.

(foto 3 http://plantingpeas.com/learning-about-seasons/)

- Realizzate insieme ai bambini delle bottiglie sensoriali dedicate proprio alle stagioni: riempitele con gli elementi che ricordano l'autunno (foglie rosse, piccole pigne, cereali di colore ocra...), l'inverno (cotone, del riso bianco, glitter rossi che ricordano il natale, rametti secchi e spogli...), la primavera (fiorellini, coccinelle, della pasta corta verde come fosse il prato) e l'estate (con il giallo del sole riprodotto dall'orzo, della sabbia, altri fiorellini colorati). L'attività sarà doppiamente divertente: la creazione insieme e il gioco d'osservazione una volta terminate le bottiglie, da guardare, scuotere e far rotolare!

(foto 4 http://www.sunhatsandwellieboots.com/2011/10/discovery-bottles-four-seasons.html)

- Anche gli abiti, i vestiti e gli accessori sono sintomo delle stagioni: insegnate ai bambini come ognuno sia caratteristico dell'inverno, dell'autunno, della primavera e dell'estate attraverso una classificazione per stagione! E se in casa avete molte bambole potete utilizzare direttamente i piccoli abiti in miniatura, magari dividendoli su piccoli stendini con delle mollette, per allenare allo stesso tempo la manualità fine e la presa precisa.

(foto 5 http://preschoolalphabet.blogspot.it/2012/04/and-then-its-spring.html)

Eh, già: le fanatiche della natura e delle tinte ecologiche tentano sempre di integrare nell'arredamento di casa gli elementi presi direttamente dal verde e dal mondo esterno. Non importa che il tuo gusto sia moderno, antico, shabby, vintage, classico, d'avanguardia. Il tocco rustico e naturale, se preso nella maniera giusta, è sempre d'effetto. Non solo sotto le feste, quando i rami secchi, le pigne e gli aghi di pino fanno il loro ingresso in casa. 

C'è infatti un oggetto, un pezzo naturale tradizionale, ecologico e presente praticamente in ogni dove che trova sempre spazio tra le pareti domestiche, rivelandosi in ogni stanza utile e versatile!

Unico accorgimento: utilizzare con moderazione per evitare l'effetto baita di montagna!

La natura in casa: arredare con i tronchi d'albero gli usi e la bellezza del tronco naturale in casa

Innanzitutto, non correte subito nei negozi di arredamento: se decidete di portare un tronchetto in casa la cosa migliore è sceglierne uno direttamente in natura, magari di un albero già tagliato, oppure da uno scarto in falegnameria. Chiedete poi ad un esperto di levigarlo sui lati e soprattutto sulla base e sul piano superiore, in modo da evitare schegge e protuberanze spinose e graffianti.

Fate attenzione quindi alla stabilità: sarà il falegname a levigare la base, non solo per la liscezza, ma soprattutto per la stabilità. Dopo averlo levigato procedete quindi con l'applicazione di feltrini sulla base (o in alternativa di un foglio di feltro tagliato esattamente della dimensione del tronco, in modo da renderlo ancora meno traballante). E se avete bambini in casa come tutti i tavolini fate attenzione che oltre che stabile risulti difficilmente ribaltabile, per evitare spiacevoli danni!

Ed ora potete decidere dove piazzare il vostro bellissimo tronco. In terra? Be', in ogni stanza può diventare protagonista.

Se optate per il soggiorno le possibilità sono davvero infinite. Tavolino davanti al divano, poggiapiedi, tavolino accanto alla poltrona su cui appoggiare tisane e biscotti...

(http://www.marthastewart.com/270888/tree-table)

Con qualche cuscino questi tronchi livellati alla base e resi innocui dalla levigatura si trasformeranno con facilità in comodi, utili e teneri sgabelli, da sfoderare quando arrivano gli ospiti inattesi per fare un figurone!

(https://diygiftworld.com/diy-stump-wood-stools/)

Ma non solo i tronchi più grossi; anche quelli sottili, tagliati in sezione, possono diventare tavolini/sgabelli: basta integrarli con delle vecchie basi in metallo, fissandoli con solide viti al centro.

(http://diyjoy.com/diy-furniture-hacks)

Le viti e i fischer vi serviranno poi anche per creare bellissime mensole decorative: i tronchi in questo caso possono essere tagliati diagonalmente per un effetto tridimensionale (il tronco sembrerà spuntare dalla parete!).

(http://www.goodshomedesign.com/30-diy-rustic-decor-ideas-using-logs/2/)

Anche in bagno il vostro tronchetto della felicità potrà trovare un posticino adatto a lui, contribuendo a creare un'atmosfera rilassata perfetta per i bagni caldi d'inverno (e freschi d'estate!), profumati naturalmente con qualche goccia di olio essenziale. Utilizzatelo come sgabello su cui appoggiare l'occorrente: sali, oli, salviette e un buon libro!

(http://sublime-decor.com/2012/12/20/tree-stump-table-for-the-bathroom/)

Sia i grandi che i piccoli potranno poi godere della bellezza del tronco e della serenità che infonde scegliendo di utilizzarne uno come comodino accanto al letto. Guardate questo, decorato semplicemente con una mano di pittura color pastello. Non è delizioso?

(http://petitandsmall.com/14-kids-decoration-ideas-sticks-branches-logs/)

L'elemento principale che caratterizza la Norvegia quando si parla di crescita dei bambini? Strano a dirsi, ma è il fatto di avere un solo modo "giusto" di genitorialità, un solo modo di trattare i bambini. Come se ci fossero regole non scritte ma che tutti seguono: i bimbi vanno a dormire alle 19, mangiano le stesse cose per pranzo, indossano un sacco di stivali, vanno nello stesso tipo di asilo. Insomma, diversissimo dalle altre culture occidentali, che solitamente prevedono discorsi e discorsi sulle più svariate tematiche attorno alla maternità! Non credete?

Ma cosa significa essere mamma in questo nordico stato scandinavo?

La maternità nel mondo: essere mamma in Norvegia

Le differenze rispetto al resto del mondo cominciano sempre durante la gravidanza: qui le future mamme non sono abituate a vedere durante i nove mesi la loro ostetrica o il ginecologo di fiducia, ma se la gravidanza è fisiologica e senza problemi la prassi è essere seguite semplicemente dalla levatrice, senza troppe ecografie (solitamente è solo una!) ma con strumenti particolari e tradizionali come una specie di corno in legno attraverso il quale le levatrici seguono lo sviluppo del bambino attraverso i suoni nella pancia.

E le stranezze arrivano anche al momento della nascita: puoi scegliere l'epidurale, certo, ma gli ospedali prevedono reparti speciali dedicati alle mamme che non vogliono medicine. Intendendo proprio nessuna medicina, nemmeno gli antibiotici!

Una volta nato il bambino, il governo incoraggia le mamme a tornare al lavoro al più presto, dando comunque dieci mesi di aspettativa con paga al 100% (sia alla mamma sia al papà, che può scegliere). E' per questo che la maggior parte dei bambini inizia l'asilo già ad un anno di età. Asili naturalmente votati alla vita all'aperto: i bimbi scorrazzano fuori il più possibile, indipendentemente dalle condizioni atmosferiche: basta, come sosteniamo sempre anche noi, il giusto abbigliamento.

Tuttavia, il fatto di lavorare molto mandando i figli subito a scuola rende la Norvegia un paese povero di parchi gioco, essendo poco frequentati. Dall'altra parte però c'è da dire che l'orario di lavoro è minore rispetto agli altri paesi (solitamente 37 ore a settimana) e questo permette ai genitori di essere a casa presto, mangiando sempre tutti insieme intorno alle 17 o alle 18.

Questo mangiare tutti insieme è importantissimo (nonostante il cibo in sé non sia ritenuto qualcosa di fondamentale come per noi italiani), e riflette la filosofia di gruppo norvegese: qui infatti la gente stima moltissimo il tempo passato insieme, considerando il tempo da soli come non altrettanto di valore. La collettività è uno dei pilastri, e lo si vede già partendo dalla famiglia!

Ciò non significa invadenza o confidenza, anzi: i norvegesi in pubblico sono molto schivi, stanno per i fatti loro, non chiedono aiuto e quando lo ricevono restano scioccati. Il senso della collettività è quindi molto più ampio eppure intimo!

E le vacanze? Non è raro che i norvegesi piuttosto che il relax scelgano ferie in luoghi dispersi che in qualche modo sfidano la sopravvivenza. Ci sono un sacco di baite sperdute nel verde dello stato, ed è normale passarci del tempo senza tivù o internet. Sarà per il loro senso di sopravvivenza, chissà...

Cosa fare quando i nervi stanno per cedere

Giovedì, 07 Luglio 2016 19:15

Una domanda che sorge spontanea quando i nostri bambini non sembrano ascoltare più nulla, o – peggio! - comportarsi in maniera sfacciatamente sfrontata ignorando i nostri discorsi: come comunicare meglio con i nostri figli? Già, perché il comportamento è comunicazione, è uno specchio dei sentimenti, e capire meglio questi atteggiamenti significa fare un passo verso la comunicazione più efficace e quindi verso l'ascolto.

Cosa fare quando i nervi stanno per cedere: partendo dall'analisi dei comportamenti, il metodo migliore per far sì che ai genitori non sfugga la situazione di mano

Il primo consiglio è sempre quello di fare un passo indietro, analizzando la situazione da una prospettiva più distaccata e quindi più oggettiva. Solo con questa oggettività mentale potrete infatti capire cosa vostro figlio sta cercando di comunicarvi con il suo atteggiamento sbagliato, se ve la state prendendo troppo o se il comportamento è effettivamente sbagliato e quali solo le circostanze che hanno portato a quel determinato comportamento sfrontato, arrabbiato o eccessivamente strafottente.

Magari vi accorgerete che quello scatto di rabbia è solo una richiesta di attenzione, uno sfogo di energia repressa... Oppure è effettivamente un comportamento sbagliato senza motivo, che vi offrirà l'occasione di parlare insieme e imparare qualcosa di nuovo.

In ogni caso, i comportamenti sbagliati devono essere letti in una maniera differente dalla mera occasione di punizione: l'occasione c'è, ma è un'occasione di crescita, sia per i figli che per i genitori, che possono così calibrare le reazioni e capire insieme come è meglio comunicare tra loro.

Non importa se il tuo bambino è arrabbiato, infuriato, stressato, impaurito, insicuro. Dieto ogni azione c'è effettivamente un'emozione, ma è ognuna di queste emozioni che può portare ad un'analisi profonda! Soprattutto quando il vostro bambino non è abituato o non è in grado di esprimere ciò che sente.

Il momento di defiance può trasformarsi così in occasione per scandagliare queste emozioni, risalire insieme alla causa scatenante, parlare apertamente dei cambiamenti che magari fanno paura in quel momento...

Mostrare empatia, prima di punire, è quindi il passo giusto. Offrire il proprio orecchio per ascoltare, dire parole per fare capire al bambino che è il posto giusto ed è il momento giusto per parlare apertamente, aiutarlo quando non riesce ad esprimere un concetto. Quindi scusarsi nel momento in cui si capisce di aver reagito eccessivamente, di aver punito ingiustamente, oppure fare capire meglio gli sbagli commessi.

In ogni caso, i genitori devono mettersi nell'ottica di offrire al bambino un momento di crescita. Parlare insieme significa capirsi meglio, ma soprattutto capire dove sta il giusto e dove sta lo sbagliato.

Non solo: empatizzare e comunicare con sincerità offre ai genitori l'opportunità di insegnare al bambino in maniera concreta a gestire le proprie emozioni, valutando di volta in volta qual è la reazione giusta, qual è il comportamento da adottare nelle varie situazioni.

Quando i bambini si sentono al sicuro allora si sentono a proprio agio e si esprimono. Non è un processo breve o semplice, ma pian piano l'ambiente che si creerà adottando una filosofia di genitorialità gentile ripagherà. Perché l'obiettivo non sarà più controllare i figli, ma dare loro l'attrezzatura necessaria per affrontare la vita, per controllarsi, per capire i confini personali e interpersonali.

Capiterà allora che i bambini testino questi loro confini, ma starà a noi genitori capire ciò che è in atto, senza punirli o dare loro ordini, ma indirizzandoli verso ciò che è giusto e meritevole. I limiti servono, i bambini hanno bisogno di contenimento.

Perché i nostri figli sono piccoli esseri umani con emozioni, sentimenti, pensieri, bisogni, idee. E come esseri umani non sono perfetti. Sbaglieranno? Siate per loro delle guide. Si comporteranno male? Scegliete la comprensione e l'insegnamento, non la rabbia e la punizione fine a se stessa. Sarà un pochino più difficile, ma pensateci bene: alla lunga, sarà più efficace il castigo nell'angolo o la chiacchierata sulla responsabilità?

Partiamo poi dal presupposto che noi non siamo e non dobbiamo essere genitori perfetti: fortunatamente anche noi sbagliamo. La nostra forza? Perdonarci, accogliere le nostre emozioni e non aver paura di mostrarle ai nostri piccoli: così potremo spiegare loro come ci sentiamo in quel momento, frustrati, arrabbiati, tristi, ma allo stesso tempo anche stanchi e con voglia di piangere, o così arrabbiati che avremmo bisogno di dare un pugno a qualcosa per sfogare tutte quelle emozioni. E quello di espimere ciò che si prova e mettere in atto strategie positive per vivere l'emozione è il più grande insegnamento che possiamo offrire loro. 

Ecco alcuni step pratici che possono esservi d'aiuto: 

- dopo aver detto no all'azione di vostro figlio che non è corretta ditegli che avete bisogno di allontanarvi per un minuto

- andate in un'altra stanza e fate 3 respiri profondi

- ricordatevi che è tutto normale e che tutti i bambini testano i limiti che giustamente sono imposti dai genitori

- lo spavento non è proporzionale all'efficacia: non è vero che più si urla, minaccia, e punisce più il bambino rispetterà i limiti

- siate fermi nelle vostre decisioni: il "no" non deve mai diventare "si, per questa volta", perchè il bambino non conosce le vie di mezzo, creano ansia e confusione

- mettete pochi "no", chiedetevi se non stiate andando contro ai bisogni fisiologici del bambino. Non ha senso impedire a un bambino di due anni di lanciare, ma potete insegnare lui a lanciare non contro la tv ma sul divano per esempio

- come noi possiamo avere una giornata no, anche i nostri figli possono avere un momento o un periodo di ansia e spesso c'è qualcosa sotto che non riescono ad esprimere

- chiediamoci che cosa evoca in noi questo momento, come ci sentiamo, cosa vorremmo fare, di cosa o chi avremmo bisogno e se il bambino ha più di tre anni esprimiamo le nostre emozioni senza paura

- ricordiamoci che la vita non è fatta di perfezione: possiamo scegliere di accettare questo o passare il tempo ad arrabbiarci con noi stessi e con gli altri

 

Sara Polotti e Giulia Mandrino

Sara

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Cecilia

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