Mi è venuta una riflessione, così, tra il chiaro ed il fosco, una folgorazione sulle Vie di Damasco, mentre stendevo le lenzuola in giardino e pensavo a cosa avrei scritto per questo sito. Non sempre è facile scrivere, specie se la tua vita non gravita intorno ad avventure nel Sudan e spedizioni in Groenlandia.
Io vi dico la mia, è più una riflessione che altro, questo sito mi piace, anche se non sono mamma, a mio parere chi ci lavora dietro (me esclusa) sono brave cavoli, poi ti può piacere o meno, poi puoi condividere o meno, ma si capisce quando qualcuno parla e/o scrive di un argomento che conosce, per cui ha studiato e si è informata, che ama ed in cui crede e chi non ascolta e ne parla comunque, magari con pregiudizio e vaneggia nel suo cazzismo cosmico mentale.
Tutte noi abbiamo delle qualità e qualcuna è davvero brava in quello che fa, magari qualcuno ricama con mani di fata, alcune cucinano manicaretti da ristorante stellato, altre preparano e decorano torte da vetrina, alcune scrivono in prosa ed in rima, altre hanno un sesto senso con i bambini che la Montessori e Mary Poppins sembrerebbero a confronto della incompetenti, magari qualcuna dipinge come Monet… ma quante di noi hanno imparato l’arte e l’anno messa da parte? Quante di noi a fine giornata hanno avuto modo di esprimere e far apprezzare il loro vero talento? Quante di noi hanno lavorato con il loro dono, lo hanno esternato al mondo, ma soprattutto: quante di noi portano a casa la pagnotta facendo quello che davvero gli piace?!
Si deve essere le persone giuste, nel posto giusto ed al momento giusto e con la luna calante, Saturno contro, nell’anno bisestile… oppure basta avere le capacità, lavorare su se stesse, crederci senza mollare… cazzate bisogna avere due cose: conoscenze e culo.
Poi di blog, ad esempio, ce ne sono tanti quanti i fili d’erba in un prato, qualcuno davvero valido e magari poco seguito perché non lo si conosce, poi c’è chi si riesce a far conoscere e magicamente, qualunque cosa posti diventa “virale”, seguita e fa ridere, è bellissima, interessante e tanto altro solo perché… lo ha scritto lei/lui. E se poi mandi un commento su qualcosa che non ti piace… apriti cielo, vieni tartassata perché no chi gestisce quel blog è talmente seguito che lo rende inattaccabile.
Così di libri; lo scrittore che scrive romanzi o gialli o saggi, il libro best seller, tu lo leggi e ti piace, molto, comperi il secondo, poi il terzo ad un certo punto boh, ti pare che anche lui abbia il blocco dello scrittore, ti pare che gli argomenti siano sempre quelli e che le emozioni che ti trasmette non siano più paragonabili alle prime; ma vende e come se vende… certo lei/lui é… Vabbé chi se ne frega, anche a loro sarà capitato di scrivere una cagata no?... scherzi a loro non può capitare, hanno vinto il premio… E allora?
I cantanti? Storico, lo segui da sempre, sei stata a moltissimi suoi concerti, poi ad un certo punto, sarà che canta da trent’anni e pure la sua fantasia se pur sconfinata, le idee se le è passate tutte… ma se lo dici è come un tabù… non può essere, impensabile.
Questa riflessione mi è partita da un sito che seguivo, lo trovavo molto carino davvero, sarcastico e divertente, leggero ma pieno di spunti, poi ad un certo punto con tanti che ti seguono, i libri che vanno a ruba, i continui (e solo quelli) elogi senza mai una critica, va a finire che la persona inizia a cambiare direzione, l’argomento per con cui il sito era stato inizialmente aperto inizia a scemare, si parla di tutto, ma io non ci trovo più quella passione di una volta, tra le righe non vedo più la grinta di farsi conoscere ma il piacere di trovare nei luoghi comuni il consenso e l’accondiscendenza degli utenti; ed è così che il blog continua ad andare avanti, seguitissimo, in cui però ormai la persona che ci scrive ha perso (a mio parere) l’obiettivo, ma in compenso con i soldi che ha fatto viaggia tra Africa ed Australia, UK ed Italia, Giappone e Malta, con il minimo sforzo, le basta postare le sue foto delle vacanze e tutti lì a mettere un “mi piace” via l’altro. Ma mi piace cosa? Mi piace che tu ogni tre mesi vai ai caraibi? Mi piace che scrivi post tipo “le regole fondamentali per come rilassarsi alle Maldive” … grazie perché sai davvero io se fossi a Santo Domingo non saprei proprio come sfuggire allo stress…, ma quante di voi si rispecchierebbero in quello che viene scritto?
Mi piace porre l’accento su quanto dobbiamo, secondo me, avere la mente aperta e questo significa non solo leggere di qualcuno che magari non è proprio conosciuto come Dario Fo, ma avere il coraggio di criticare chi, anche con una carriera rispettabilissima alle spalle, per una volta non ci è piaciuto: penso che (ad esempio, tanto per dirne una) anche ad Agatha Christie, sarà capitato di sentirsi dire “non n.c.s. non ci siamo, è una cagata”…
La morale non c’è di questa storia, forse è solo una psicocazzata che volevo condividere, sono certa che anche tra chi sta leggendo ora c’è qualcuno/a che sa di cosa parlo, che sa di avere delle qualità superiori magari a chi invece in quel campo è riuscito a sfondare per mille altri motivi, che a volte vanno ben oltre il solo merito o la sola bravura. A volte me lo chiedo, ma se questa idea che ho, se questa cosa che leggo scritta da un qualunquerrimo, se questo quadro non fosse stato dipinto da un’artista di strada, ma dal signor X o dalla Signorina Y, avrebbe una diversa valenza, cosa penserebbe il tal famoso se sapesse che c’è chi vive sul marciapiede ma balla come uno della Scala…
Nel frattempo tenetevi stretta le vostre qualità, sono comunque un dono, apprezzate il vostro lavoro quotidiano, già star dietro ad una famiglia e far girare tutti gli ingranaggi è un’arte, se poi riuscite a fare il bagno ai pupi mentre cantate come la Callas o ballate come la Fracci passando lo strofinaccio, beh tanto meglio.
Elena Vergani, autrice di Il mondo è bello perchè è variabile
Non essendo nativi digitali forse la prendiamo troppo sottogamba. Ma per i nostri bambini nascere circondati dalla tecnologia digitale la rende qualcosa di normale, a volte fin troppo. Ecco perché dobbiamo tenere conto dei pericoli di tutto ciò: si rischia che i bambini diventino ragazzi e adulti troppo dipendenti dalla tecnologia, da internet, dai collegamenti digitali.
Lo si vede ovunque, ormai: bambini, sempre più piccoli, che tengono in mano iPad, iPhone, smartphone e tablet a non finire. Quando eravamo piccoli tutto questo non esisteva, ma per loro è normale nascere e vedere ogni giorno gli adulti avere a che fare con queste diavolerie, e di conseguenza imparare fin da subito il loro utilizzo, in una maniera che a noi potrebbe sembrare irreale e pazzesca. Già: i nostri figli sono capacissimi di usare la tecnologia, fanno scorrere i loro ditini, allargano le fotografie (e che piacere hanno a rivedersi subito nelle immagini!), giocano ai loro videogame.
Ma sempre nuove (allarmanti) statistiche fanno drizzare le antenne e accendono qualche campanello di allarme: i giovani ragazzi sono sempre più dipendenti dai loro dispositivi mobili. Proprio come fosse una droga.
Lo dice anche la CNN, basandosi su ricerche ufficiali: il 50% dei ragazzi americani dai 12 ai 18 anni ha ormai sviluppato una dipendenza pesante dal proprio smartphone (o tablet: non fa differenza). Come lo si riconosce? Dal fatto che questi ragazzi preferiscono di gran lunga stare al chiuso e giocare con loro stessi, con i loro device, piuttosto che uscire con gli amici, andare a fare una passeggiata, mangiare un gelato in compagnia o andare al cinema. Sono sempre distratti, non partecipano attivamente alle discussioni in famiglia e quando lo fanno abbandonano subito tutto nel momento in cui il telefonino trilla per una notifica. Hanno sempre il naso abbassato sul loro smartphone, insomma.
Ma come prevenire questa dipendenza tipica del nostro secolo prima che sia troppo tardi? Be', i genitori devono mettersi d'impegno e iniziare sin dal momento in cui il figlio riceve il suo primo device (ormai è inevitabile, no?) a mettere qualche regola e paletto.
Innanzitutto, sarebbe bene alzare l'età in cui i ragazzi ricevono il loro primo cellulare personale. Lasciate passare almeno le scuole medie! E, una volta ricevuto, ecco che è giusto porre qualche limite. Ad esempio, non lasciate che lo portino a scuola, per evitare distrazioni davvero controproducenti. E, una volta che si sono abituati a farlo, se vi chiedono fiducia dategliela: basterà che vi promettano di non tenerlo acceso durante le lezioni.
Dopodiché passate alle regole a casa, che seguirete tutti per dare il buon esempio: una buona abitudine per tutta la famiglia è quella di spegnere il cellulare almeno durante i pasti, per godere tutti insieme della conversazione e della convivialità. E non preoccupatevi di diventare genitori antipatici: fate seguire la regola anche agli amichetti, quando sono invitati a pranzo o cena. Potrà sembrare strano e tirannico all'inizio, ma quando si accorgeranno dell'effettivo piacere di mangiare senza distrazioni si renderanno conto che è davvero una bella cosa!
Solo così è possibile far capire ai bambini che il tempo passato davanti al computer, allo smartphone o al tablet è solo tempo accessorio, e che la vita vera, quella piacevole e divertente, è altro.
L'importante è che in famiglia si prenda tutti l'occasione per ridurre le ore passate connesse e per imparare a non stare in ansia per ogni singola mail ad ogni singola ora del giorno. Se i genitori danno l'esempio in maniera naturale, allora i figli cresceranno con la convinzione che sia davvero solo qualcosa di superfluo, accessorio e sì utile, ma non vitale.
Allora capiranno davvero che la vita vissuta realmente, sulla propria pelle, è molto meglio di un'avventura attraverso il personaggio di un videogame, e che una conversazione faccia a faccia è di gran lunga più piacevole di due chiacchiere senza spessore e senza anima nascondendosi dietro ad uno schermo.
Prevenire è meglio che curare, soprattutto se questa prevenzione gioverà a tutta la famiglia, individuo per individuo.
Fare il genitore si sa, è il mestiere più difficile: i figli sono il più grande dono che la vita ci regala, ma allo stesso tempo ci mettono davanti grandissime sfide quotidiane sia fisiche che psicologiche. Così la stanchezza, la frustrazione di non riuscire a fare tutto, le preoccupazioni, gli impegni e le loro richieste a volte ci sopraffanno: la nostra pazienza viene meno. Ci sentiamo davvero oltre le nostre capacità fisiche e mentali: sopratutto noi genitori che seguiamo un approccio più "consapevole" all'educazione, il perdere le staffe ci fa sentire davvero in colpa. Diciamo che ci sono giorni no, ci sono momenti in cui giustamente "sbrocchiamo", quello che non è giusto è che lo scaricare rabbia sui propri figli sia un modo di vivere permanente e costante giustificato dal fatto che siamo stanchi: in questo caso qualcosa nell'ingranaggio è da cambiare, limare o eliminare. E spesso basta davvero poco, basta inserire un tassello come quello del concedersi 5 minuti a non fare assolutamente nulla sul divano per far scattare grandi rivoluzioni: talvolta basta fermarsi, osservare e dire guardandolo negli occhi un "ti voglio bene, sei meraviglioso" e concedersi in un abbraccio lungo e intenso "per svoltare la giornata".
In questo portale cerchiamo di offrirvi gli strumenti che secondo noi sono fondamentali per vivere in armonia, in primis l'empatia e l'ascolto di sè, del proprio istinto, ma a volte un aiutino non guasta. Partiamo però dal presupposto che i fiori non sono la manna dal cielo che risolve i problemi della nostra famiglia: sono un aiuto per trovare l'energia necessaria per il cambiamento, anzi molto stesso sono l'aiuto che mette in moto questo. Talvolta dobbiamo prima risolvere conflitti dentro di noi, liberarci di fardelli del passato per trovare la combinazione giusta che rende tutto più semplice e gioioso. Così i bambini, estremamente sensibili, generalmente rispondono positivamente ai nostri imput, ai nostri cambiamenti, a ciò che succede di nuovo dentro di noi, come se ci leggessero dentro.
- Olive: per aumentare forza fisica e psicologica. Perchè tutto va bene, ma se hai esaurito forza fisica e mentale puoi fare poco.
- Chicory: per riuscire ad accettare serenamente la personalità del bambino e la sua naturale strada da percorrere
- Holly: per infondere maggiore senso di empatia con il bambino
-Impatients: per aumentare la pazienza, la calma e l'apertura all'ascolto del bambino
- Aspen: per diminuire le paure nascoste e il senso di ansia
Giulia Mandrino
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Durante la gravidanza uno dei pensieri più importanti e costanti riguarda la scelta della struttura nella quale partorire. Affrontare il parto deve essere quanto di più naturale e confortevole possibile, quindi ogni donna deve avere il diritto di scegliere la modalità che sente più adatta a lei. Ospedali, cliniche private, in casa (a domicilio, quindi). Ma c'è un'altra opzione, forse meno conosciuta: la casa maternità. Di cosa si tratta? Ve lo spieghiamo subito.
La premessa sempre necessaria quando si parla di scelta del luogo del parto è una: che ci siano le condizioni affinché la mamma possa scegliere senza per questo mettere in pericolo se stessa o il suo bambino. Di conseguenza significa che la gravidanza deve essere il più possibile fisiologica e che il momento del parto sia precedentemente ritenuto sicuro.
Detto questo, se la mamma e il bambino stanno più che bene, nulla vieta una scelta differente da quella dell'ospedale: molte gestanti ritengono infatti che la nostra società e la nostra epoca abbiano trasformato l'assistenza ospedaliera durante il parto in qualcosa di troppo medico e "commerciale". Una nuova vita che nasce è quanto di più naturale e magnifico esista, quindi se le condizioni lo permettono una scelta più accogliente e aperta è davvero consigliata.
Se tuttavia non siete del tutto convinte del parto in casa con un'ostetrica che vi segue direttamente nella vostra abitazione (per mille motivi, tra i quali, magari, la lontananza dall'ospedale più vicino) sappiate che esiste un'altra opzione: la casa maternità.
Le case maternità sono strutture non ospedaliere che solitamente vengono gestite da ostetriche che spesso si avvalgono della collaborazione di un ginecologo. Un ambiente e un personale assolutamente simili a quelli delle cliniche e degli ospedali, che tuttavia sono molto più demedicalizzati, con l'obiettivo di assicurare e favorire un parto naturale che abbia come caratteristica principale il rispetto della mamma e del bambino.
Spesso molte di queste strutture propongono alle mamme metodologie di parto differenti e più naturali: il parto in acqua, certamente, ma anche il Lotus Birth. Quest'ultima è una tipologia di parto davvero accogliente e delicata per il bambino, che non viene staccato dal cordone ombelicale prima che questo si stacchi naturalmente da solo. Il collegamento bimbo-placenta resta attivo quindi per qualche giorno, assicurandogli ulteriore nutrimento oltre a quello delle poppate.
Il bello è che rispetto al parto in casa nella struttura saranno presenti altre mamme: in questo modo viene valorizzata la dimensione sociale del parto e della nuova vita, oltre che incoraggiato il confronto tra le donne.
Di certo però qualche differenza rispetto al parto in ospedale c'è. Innanzitutto il prezzo: sicuramente è più alto (varia da clinica a clinica), anche se probabilmente un pochino più economico di quello del parto in casa, che mediamente può costare duemila euro.
Come per il parto in casa, comunque, i requisiti sono sempre gli stessi, e hanno in mente il benessere e la sicurezza: non tutte le donne possono infatti usufruire dei servizi della casa maternità, ma solo quelle che sono state ritenute a basso rischio.
Tuttavia questo basso rischio non basta: la casa maternità deve infatti obbligatoriamente non distare più di trenta minuti dall'ospedale più vicino, perché nel caso di necessità o urgenza deve essere assicurato un tempo breve per raggiungerlo in automobile o ambulanza.
Per maggiori informazioni sulle case maternità (e sul parto in casa) potete visitare il sito: http://www.nascereacasa.it/
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Estate: tempo di lago, mare, spiaggia, sole, compiti estivi, giochi all'aperto, passeggiate. Ma non nascondiamoci dietro ad un dito: è anche il momento in cui la pelle dei neonati e dei bambin subisce moltissimi attacchi esterni. Punture di insetti e di zanzare (fastidiosissime!), scottature accidentali (mai dimenticare la crema solare 50+ amiche mamme!), arrossamenti, irritazioni dovute al sudore, eritemi, graffi della sabbia...
In tutti questi casi l'ideale è ricorrere ad una crema lenitiva, che sia nutriente, emolliente e ricca di vitamina E, importantissima per la cute del bambino.
Che Cosm-Etica sia eticamente, biologicamente ed ecologicamente impeccabile lo sappiamo. E sappiamo che ha a cuore la pelle e la salute di tutti, dai grandi ai piccini. Proprio per i più piccoli ha infatti sviluppato la linea Baby Zoe, caratterizzata da ingredienti selezionati apposta per loro e pensata per avvicinare i bambini alla consapevolezza dell'importanza dell'ecologia e della sensibilità riguardo alle sostanze che vengono a contatto con la propria pelle.
Ci pensa infatti il cagnolino Ugo, insieme ai suoi amici animali, a proporre giochi e attività divertenti per sensibilizzare i bimbi in fatto di temi così importanti!
Oltre alla crema solare e al Bagno Shampoo delicato e naturale la linea Baby Zoe comprende quindi un prodotto irrinunciabile per l'estate (ma anche per tutto il resto dell'anno: le irritazioni non vanno in vacanza!): la crema lenitiva biologica pensata apposta per i bambini, fin dai primi giorni di vita, realizzata con aloe, miele e cotone.
Nel comodo flacone da 100ml, la crema lenitiva Baby Zoe, grazie alle proprietà dell'aloe e del miele abbinate a quelle della camomilla e del cotone, è davvero l'alleato migliore per la cute dei più piccoli.
La vitamina E, che, come dicevamo, è indispensabile e spesso miracolosa per i problemi della pelle dei bambini, viene fornita dal cotone, tra gli ingredienti principali di questa crema.
Troviamo quindi il miele, un naturale prodotto emolliente e protettivo ideale per le cuti screpolate, secche o sensibili (anche in caso di scottature o esposizioni troppo prolungate al sole - è un doposole perfetto); l'aloe, il portentoso lenitivo e dermoprotettore, idratante ed emolliente, perfetto per contrastare gli effetti delle punture d'insetto; la camomilla, altrettanto emolliente e calmante; il burro di Karité, idratante, antisecchezza e alleato contro le dermatiti e gli eritemi solari, le ustioni, la rugosità, le ulcerazioni, le irritazioni e le screpolature. E infine l'olio di soia selvatica, per aumentare ancor di più questa azione naturalmente emolliente.
Tutti gli ingredienti, come sempre quando si tratta di Cosm-Etica, sono di origine naturale (vegetali, marini e minerali), vegan, senza conservanti, biologici, ecologici e privi di sostanze pericolose quali petrolati, SLS, cessori di formaldeide, parabeni, coloranti e allergeni.
Fate un giretto su Tatanatura (http://tatanatura.com/website/prodotto/crema-lenitiva-bio-aloe-miele-cotone/) e assicuratevi la vostra dose di crema lenitiva bio! Non ne farete più a meno.
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Mettetevelo bene in testa: che la mamma incinta debba mangiare per due è assolutamente falso. Al contrario, bisognerebbe stare un pochino più attente per non eccedere nel peso. Un peso che, una volta nato il bambino, potrebbe essere difficile da perdere. Se questa del "mangiare per due" è una leggenda metropolitana, una frase fatta, quando di tratta di mangiare in gravidanza c'è un'altra verità che invece bisogna seguire attentamente. Parliamo dei cibi da evitare: ce ne sono, ed è importante seguire alla lettera i consigli del medico per non rischiare di fare male al bambino o a se stesse.
Ve lo diranno subito, alla prima visita: una delle prime cose da fare è fare un piccolo esame del sangue per accertare se siete o meno immuni dalla toxoplasmosi. La toxoplasmosi, chiamata per abbreviazione "toxo", è una malattia parassitaria che solitamente non dà nemmeno sintomi (potreste scoprire di averla già fatta senza esservene accorte) ma che se contratta in gravidanza può avere effetti negativi sul vostro bambino.
La si potrebbe prendere attraverso un parassita presente nelle feci degli animali selvatici, e di conseguenza attraverso la frutta e la verdura non lavate bene (soprattutto quelle che crescono sotto terra o appoggiate al terreno; la regola è sempre lavare molto bene e più del solito le vostre verdure e i vostri frutti, aggiungendo all'acqua un po' di bicarbonato) e mangiando carne cruda.
Ecco allora perché la carne cruda o poco cotta, se non siete immuni, è assolutamente vietata per tutti i nove mesi. Addio tartare e carpacci, insomma, ma anche bistecche al sangue e tutto ciò che non abbia una cottura totale.
Lo stesso discorso vale per i salumi non cotti: prosciutto crudo, bresaola, coppa, salame... Non preoccupatevi invece del prosciutto cotto, della mortadella o del salame cotto. Inseriteli in una dieta varia, saltuariamente e senza esagerare e non ci saranno problemi.
Ahinoi, è arrivato il momento di deludere tutte le fan della cucina giapponese: anche qui è verissimo, il sushi è offlimits durante tutta la gravidanza. Il pericolo deriva dal fatto che in un sushi fatto male (o poco controllato) potrebbe nascondersi il parassita Anisakis, pericoloso normalmente ma ancora di più se una donna è incinta. Tuttavia chi l'ha detto che non potete recarvi nel vostro ristorante giapponese preferito? Questi mesi possono essere l'occasione per sperimentare tutti quei (buonissimi!) piatti cotti che normalmente non assaggereste nemmeno perché troppo concentrate sul pesce crudo: riso saltato, udon, tempura, pesce alla piastra...
In generale, quando mangiate il pesce, evitate assolutamente quello affumicato e scegliete le specie che contengono meno mercurio (pericoloso in gravidanza): evitate quindi il pesce spada e altri pesci di grandi dimensioni.
La regola, insomma, è sempre quella della cottura: non a caso dovete stare attente anche alle uova. Fate attenzione a non mangiarne mai di crude o poco cotte: il rischio è la salmonella. La carbonara, l'occhio di bue, la maionese, il tiramisù... Prima di mangiare ragionate sempre, perché un uovo crudo potrebbe nascondersi davvero in moltissimi piatti senza che ce ne rendiamo conto (vedi la maionese)!
Non da evitare del tutto ma da assumere comunque con molta moderazione sono i formaggi molli: alcuni tipi, come i formaggi blu, il brie, la feta e i tomini freschi potrebbero contenere un altro batterio, quello che causa la listeriosi.
Per lo stesso motivo, tutto ciò che non è pastorizzato andrebbe eliminato: il latte appena munto, i succhi di frutta non pastorizzati... Basta leggere le etichette.
Un alimento che sembra innocuo ma che non lo è sono le tisane e i tè a base di estratti vegetali (e anche gli integratori): state sempre attentissime quando ne bevete. L'unica tipologia che potete assumere senza il consulto medico è il tè ma anche qui che sia decaffeinato (come il caffè, se proprio non riuscite a farne a meno).
Ovviamente, poi, evitate gli alcoolici e lo zucchero (troppo, sia bianco sia di canna, potrebbe innalzare la glicemia portando al diabete gestazionale).
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Il bello della frutta secca e disidrata è che oltre al nutrimento provvede a fornire all'organismo elementi necessari per la buona salute. Con le noci, le mandorle, le nocciole, i pinoli, buonissimi e amati da tutti, il corpo può infatti assicurarsi i grassi buoni vegetali di cui ha bisogno; con la frutta disidratata (mele, pere, zenzero...) sarà invece come mangiare la frutta fresca, in maniera più comoda e sfiziosa. Sono ottime merende, questo è certo, ma sono anche ingredienti ottimi per condire e completare i piatti di tutti i giorni. Come ad esempio le insalate. Come sapete noi abbiamo scelto Noberasco per la sua grande qualità e per le super offerte che si trovano sul loro sito che consentono di acquistare prodotti di grande qualità a prezzi accessibili.
(foto 1 http://www.thecreativebite.com/honey-goat-cheese-endive-bites/)
(foto 2 http://thecookspyjamas.com/roasted-beetroot-goats-cheese-walnut-salad/)
(foto 3 http://fitfoodiefinds.com/2012/07/youre-so-plummy/)
(foto 4 http://www.carrieelle.com/grape-walnut-salad)
(foto 5 http://www.cookingclassy.com/2015/12/cranberry-almond-spinach-salad/)
(foto 6 http://minimalistbaker.com/pear-salad-dried-cherries-candied-walnuts)
(foto 7 http://somedayilllearn.com/ahi-tuna-salad/#_a5y_p=5397445)
Un momento unico e indimenticabile, pieno di emozioni, paure, dubbi, felicità, sensazioni strane. Alcune donne lo sanno senza bisogno di conferme, altre se lo sentono ma non ne sono sicure, altre ancora sentono mille sintomi, oppure nemmeno uno e fino al momento del test non se ne rendono nemmeno conto. Sta di fatto che alcuni campanelli d'allarme possono esserci, chi più chi meno. Di certo è differente se una donna sta cercando la gravidanza – e quindi ha le antenne ben rizzate su ciò che riguarda il suo corpo – o se la notizia arriva inaspettata. Ma come accorgersi? E a quale test affidarsi?
Innanzitutto, potreste sentire tutti i sintomi, nessuno o solo alcuni. I più comuni? Non tanto la nausea, che solitamente arriva qualche settimana più in là, quando probabilmente siete già a conoscenza del vostro stato. Piuttosto qualcosa di più leggero e apparentemente insospettabile, che però spesso annuncia proprio la gravidanza!
Innanzitutto la mancanza delle mestruazioni: l'amenorrea (è il termine scientifico) è il sintomo più visibile e spesso certo, soprattutto nelle donne che hanno cicli regolari come orologi svizzeri. Solitamente si aspetta qualche giorno per fare il test, potrebbe essere un ritardo dovuto ad altri fattori (stress, clima...). E nel mentre potete provare ad ascoltare il vostro corpo.
Alcune donne sperimentano una strana sonnolenza, molto forte, che colpisce nei momenti più strani. Potreste sentirvi assonnate durante il giorno, oppure rendervi conto che la sera vi viene voglia di andare a letto molto prima, oppure trovarvi ad addormentarvi davanti alla televisione quando prima non vi accadeva mai.
Sintomo apparentemente contrario ma che prova il lavoro che gli ormoni stanno facendo sul corpo della donna è l'insonnia. E' normale, non preoccupatevi: è l'organismo che sta cambiando e che deve calibrarsi!
Anche la pipì può essere un sintomo: lo stimolo di farla ogni cinque minuti, o comunque molto più spesso, è normale. Potrebbe essere una cistite (occhio!) ma anche la gravidanza porta con sé questo fastidio: l'ormone HCG fa affluire molto sangue nella zona pelvica, e questo stimola l'afflusso di pipì. Uno stimolo che non farà che aumentare: con l'allargarsi dell'utero nelle settimane successive, infatti, la vescica si troverà sempre più compressa.
Il seno potrebbe poi dolere più del solito. Un segnale, questo, che può essere confuso con quello – esattamente identico – della sindrome premestruale, ma che continuerà a persistere per i giorni successivi alla presunta data di comparsa del ciclo. Il seno, soprattutto quello delle primipare (e cioè le donne alla loro prima gravidanza) sta maturando come prima non ha mai fatto, preparandosi già all'allattamento.
Tra gli altri campanelli fate attenzione alle perdite (non quelle rosse, ma quelle acquose o biancastre, dovute all'aumento degli estrogeni), al mal di testa (ormoni, stress, cambiamento dei cicli di sonno), bruciori di stomaco, nausea (sì, a volte capita fin dai primi giorni), fastidi agli occhi e vista in calo... Sono tutti piccoli sintomi che potrebbero annunciare davvero una gravidanza!
Ma allora quando fare il test? E quale fare?
Solitamente, dicevamo, si attende almeno qualche giorno (almeno una settimana) dalla presunta data del ciclo prima di procedere al test, solitamente in stick. Questo perché potrebbe essere un falso allarme e le mestruazioni potrebbero arrivare con un pochino di ritardo (evitando così di farsi inutili illusioni), ma anche per il fatto che gli aborti spontanei nelle prime settimane sono davvero molto frequenti (e spesso la donna non se ne accorge nemmeno).
In realtà i test in commercio sono attendibili già dal primo giorno di ritardo. Se risultano positivi state tranquille: siete incinte! Se invece sono negativi potrebbe essere che ancora non avete in circolo molto ormone HCG (magari per un'ovulazione avvenuta in ritardo e quindi per una gravidanza iniziata qualche giorno successivo rispetto ad un ciclo normale). Ripetetelo dopo una settimana se il ciclo ancora non si fa vedere!
Il test di gravidanza fatto in casa si basa sulla presenza dell'ormone Beta HCG, in questo caso nelle urine. In farmacia o nei supermercati ne troverete di varie marche e tipologie: potete scegliere quello che preferite. L'importante è sapere poi come leggere, attraverso le istruzioni, il risultato. Alcuni attraverso lineette, altri direttamente con una scritta diretta.
Probabilmente il vostro medico, dopo che il test casalingo è risultato positivo, vi consiglierà di fare un esame in laboratorio per essere sicure della gravidanza. L'esame del sangue ricercherà di nuovo le Beta HCG (Gonadotropina Corionica Umana): quando l'ovulo fecondato si è impiantato all'interno dell'utero inizia a produrre la placenta, che a sua volta produce questo ormone riversandolo nel sangue.
Rispetto al test delle urine l'esame del sangue doserà in maniera precisa la presenza di questo ormone, rivelando così a che settimana è la gravidanza.
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Nei paesi anglosassoni non è nulla di eccezionale: spesso i genitori, per un motivo o per l'altro, decidono di non iscrivere i figli alla scuola pubblica (o a quella privata), ripiegando invece sull'home schooling, e cioè l'istruzione casalinga. Ma non sono solo i "comuni mortali" a fare questa scelta: cosa succede quando i VIP decidono di lasciare i propri figli a casa da scuola?
Emma Thompson: ve la ricorderete in alcuni classici del cinema britannico, da Love Actually a Harry Potter (era lei la professoressa Sibilla Cooman!). Ma Emma non è solo una grande attrice, è anche una moglie e una mamma molto attenta.
Tanto attenta che lei e il marito Greg Wise non ci hanno pensato due volte quando la figlia quindicenne ha espresso il desiderio di ritirarsi da scuola per seguire una via alternativa.
Il motivo? Nessuna polemica, nessuna scappatoia. Semplicemente, Gaia si è seduta con loro e onestamente ha espresso il suo parere riguardo alla scolarizzazione che finora aveva subito. Non è una ragazza svogliata, una studentessa incapace o una scansafatiche.
Al contrario: la decisione dei genitori ha tenuto conto proprio del fatto che Gaia a scuola era sempre andata abbastanza bene. Non era una "questione di voti". Cos'era? Stando alle parole della stessa ragazza, semplicemente "la scuola non faceva per lei", la vedeva come una fabbrica sforna-diplomi organizzata come una mera catena di montaggio. E se la scuola non fa per lei, non fa nemmeno per moltissimi altri bambini (bullizzati, con speciali necessità... i motivi sono svariati): si conta che tra l'Inghilterra e il Galles siano circa 60000 i ragazzi educati in casa.
Sì, Gaia è una grande lavoratrice, molto concentrata sugli studi, ma l'istituzione-scuola non le va giù. E così i genitori, che non hanno trovato nemmeno una piega nel suo discorso, hanno deciso di creare una stanza-aula scolastica nel giardino di casa dove la figlia potrà programmare il suo curriculum personalizzato e studiare. Non saranno loro, i genitori, a insegnare le materie (anche se spesso è così): Gaia avrà tutor che la seguiranno nel suo apprendimento.
Greg Wise supporta totalmente l'idea, anche se stanno ancora decidendo quali siano le materie più importanti, quelle su cui concentrarsi. Forse il latino, forse la danza (materie, in ogni caso, che aprono la mente e il fisico in maniera molto meno rigida rispetto a molte altre): per lui basterebbero quelle!
Ma una cosa ce l'ha ben chiara in mente: secondo lui la scuola a casa ha un fortissimo senso, soprattutto in questi tempi nei quali le professioni continuano a cambiare e certe materie non vengono nemmeno studiate sui banchi di scuola.
Insomma, il marito di Emma Thompson, anche lui attore, è convinto che l'educazione casalinga (soprattutto in Inghilterra, dove ognuno può seguire il programma che preferisce senza troppi dettami dallo stato) sia un'ottima opportunità grazie alla sua flessibilità: se pensiamo che il sessanta percento dei bambini che ci sono ora nelle scuole da grande farà lavori che non sono ancora stati inventati, la sua filosofia è davvero sensata!
Basta solo organizzarsi con costanza, con dedizione e con serietà, senza mai considerare un ripiego, una seconda (più semplice) scelta o un metodo per saltare ostacoli scomodi questa differente tipologia di educazione.
Sono incinta. E adesso? Ma soprattutto: com'è quel fagiolino che mi sto portando nella pancia? Se immaginare il bambino quando il pancione inizia a crescere è un po' più semplice (le sue fattezze si fanno di settimana in settimana sempre più simili a come si presenterà al momento della nascita), nei primi giorni e nei primi mesi è difficoltoso pensare al piccolino. Com'è? Quanto è grande? Ha già braccia e gambe? È come se fosse un umano in miniatura o è solo un ammasso di cellule? Domande naturali e legittime. Ma le risposte? Eccole!
Partiamo proprio dall'inizio, e cioè dalle settimane che vanno dalla prima alla quinta. O meglio, dalla terza alla quinta, dal momento che le prime due settimane sono quelle che succedono immediatamente all'ultimo ciclo e durante le quali avviene la fecondazione.
Insomma, dal momento della fecondazione in poi, e cioè nel primo mese di gravidanza, il feto si presenta grande quanto un chicco di riso. È proprio durante queste prime settimane che l'embrione umano inizia a svilupparsi, delineando tutto ciò crescerà man mano con il passare dei mesi. Già dalla quarta settimana, ad esempio, cominciano a spuntare gli abbozzi degli occhi, delle orecchie e degli arti.
Ed è proprio attorno alla quarta settimana che avviene quello che spesso è considerato il momento più emozionante, l'attimo in cui si compie il miracolo della vita: il suo cuoricino inizia a battere, velocissimo e aiutato dall'organismo della mamma.
È solo nella quinta settimana che invece si formano le fossette nasali, accompagnate dall'abbozzamento delle manine, che in questo momento di presentano a paletta.
Passiamo quindi al secondo mese, e cioè dalla sesta alla decima settimana, periodo durante il quale potreste iniziare ad avvertire i sintomi negativi della gravidanza, dalle nausee al vomito vero e proprio fino al mal di testa. Da questo momento possiamo iniziare a chiamare il nostro bambino feto, e non più embrione. È grande circa un centimetro, e arriverà alla decima settimana a misurarne circa sei, come un fagiolino! Iniziano nel frattempo a formarsi le dita di mani e piedi, i padiglioni auricolari, il palato e le palpebre, e a sette settimane il senso del tatto del vostro bambino è già parzialmente sviluppato (pensate: è il primo senso ad essere percepito, quindi non sottovalutate mai l'importanza del contatto fisico!).
Verso l'ottava settimana, poi, il sesso, anche se quasi impossibile da rilevare con l'ecografia, è già formato. Mentre è durante la decima che si sviluppano il mento e il viso, dando finalmente al bimbo delle sembianze umane.
Dalle undici alle tredici settimane siamo nel periodo che precede l'entrata del secondo trimestre. Proprio a undici settimane il cordone ombelicale è completamente formato, portando il nutrimento al bambino, che ora ha fattezze praticamente completamente umane. E le dimensioni? A dodici settimane siamo intorno agli 8 centimetri di lunghezza (sono circa 60 grammi di peso).
L'utero della mamma comincia quindi ad allargarsi e a sporgere dunque, anche se solo leggermente, dalla cavità pelvica. Intanto il bimbo inizia a muovere la testa, ma soprattutto a bere il suo liquido amniotico. Non per nutrirsi: è così che allena i muscoli del viso in previsione dell'allattamento! Tuttavia, pur non nutrendosi, inizia a percepire i sapori (che ricalcano quelli della dieta della mamma), dal momento che stanno iniziando a svilupparsi anche le papille gustative. Anche il naso inizia ad "ascoltare" il sangue che gli sta attorno, che, di nuovo, odorerà dei cibi mangiati dalla gestante. Tutto questo è importantissimo: è proprio questo infatti il sapore di mamma che il bimbo riconoscerà appena uscito dall'utero (se correttamente messo sul petto della mamma), permettendogli di provare a scalare verso il capezzolo in prospettiva di tettare. Sarà proprio un continuum tra i sapori sperimentati nell'utero e quelli forniti dal latte materno.
Ma quanto "sentono" davvero questi sapori i bambini? Moltissimo, tanto che preferiscono il dolce al salato (lo si nota perché quando la mamma mangia qualcosa di dolce il feto inghiottisce molto più liquido, mentre tende a tenere la bocca chiusa con i cibi più amari!).
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.