Se ne sente parlare spessissimo: la storia dell’amianto è una storia molto triste. Triste e pericolosa. E, fondamentalmente, racconta di un minerale estratto ed utilizzato moltissimo in passato, finché se ne sono scoperti i pericoli per la salute, davvero tremendi.
Essendo così pericoloso, tutti dovremmo conoscere di cosa si tratta, le sue caratteristiche e i pericoli, nonché le misure preventive per far sì che questo minerale (o questa lega di minerali nel caso dell’Eternit) non influisca sul nostro organismo.
L’amianto, detto anche asbesto, è un minerale silicato presente in natura, di aspetto fibroso e a struttura microcristallina. Il suo nome deriva dal greco e significa letteralmente “eterno, perpetuo” (per questo è detto anche “eternit”). Esistono diversi tipi di amianto che rispondono a questo nome comune e che sono divisi in due gruppi: il primo è quello degli anfiboli, nel quale rientrano gli amianti composti da amianto blu, amosite e tremolite; il secondo è detto serpentino e comprende i minerali composti da amianto bianco sfrangiato.
Ma qual’è la storia dell’asbesto? Dobbiamo tornare indietro al 1901, quando l’austriaco Ludwig Hatschek brevettò questo nuovo materiale per l’edilizia formato da una lega di cemento e amianto, un minerale che si estraeva in cava o miniera (attraverso la frantumazione della roccia madre). Tra le cave di Amianto più grosse e attive ce n’era una italiana: si trattava della Amiantifera di Balangero, nel torinese, attiva dai primi anni del Novecento fino al 1990.
Dopo solo un anno dal brevetto di Hatschek si era già alla produzione industriale di vari manufatti creati con questo minerale e nel giro di un decennio l’Eternit (ormai conosciuto con questo nome che richiamava l’immortalità) era già impiegato per la realizzazione di tegole, lastre, vasche di raccolta di acqua e tubi.
La forma ondulata che conosciamo arrivò però negli anni Trenta, e da quel momento i tetti e i capannoni furono costruiti quasi unicamente con questo materiale. Addirittura, nel 1954 un designer svizzero, Willy Guhl, creò una sedia a sdraio utilizzando una lastra di Eternit.
Negli stessi anni, tuttavia, i primi sospetti sulla nocività dell’amianto vennero a galla: nel Regno Unito, in particolare, già nel 1930 studiarono e dimostrarono il rapporto diretto tra l’utilizzo dell’asbesto e l’insorgere di tumori, e nel 1943 la Germania riconobbe per prima il cancro al polmone e il mesotelioma come malattie legate strettamente all’inalazione di questo materiale (risarcendo anche i lavoratori malati).
Dagli anni Ottanta si iniziò quindi a capire sul serio che la fibrosità di questo materiale era pericolosissima, in quanto le fibre dell’amianto sono molto sottili, tendono a sfaldarsi dividendosi longitudinalmente, rimangono sospese in aria e vengono quindi respirate. Per capire la loro sottigliezza, basti pensare che se in un centimetro quadrato stanno 250 capelli, nello stesso spazio possono ammassarsi 335.000 fibrille di amianto.
La sua pericolosità tuttavia è ancor più tremenda poiché le malattie possono insorgere moltissimo tempo dopo l’inalazione, anche quarant’anni più tardi. Naturalmente esistono tipi più o meno pericolosi di amianto, e circostanze più o meno compromettenti. Ad esempio, è pericolosissimo quel tipo di asbesto (amianto friabile) che tende a rilasciare fibre quando soggetto ad ogni tipo di sollecitazione (vento, pioggia, sbalzi termici), mentre lo è molto meno quello compatto, che tende a non liberare mai le sue fibre.
Se respirate, queste fibre si depositano nei bronchi e negli alveoli polmonari, danneggiando irreversibilmente i tessuti. Dopo anni di silenzio, quindi, l’asbestosi si manifesta con una formazione di cicatrici fibrose che provocano ispessimento degenerativo del tessuto polmonare, portando ad una insufficienza respiratoria gravissima; oppure si trasforma in carcinoma polmonare o mesotelioma pleurico-peritoneale, e cioè un tumore del rivestimento dei polmoni
In Italia la legge che vieta l’estrazione, la produzione e la lavorazione dell’amianto risale al 1992, ed è conosciuta come legge n. 257. Ecco perché in questo momento gli unici professionisti a cui è permesso lavorare con l’amianto sono i deputati allo smaltimento e alla bonifica di questo. Naturalmente ci sono molte disposizioni riguardanti le norme di sicurezza per lavorarvi: dal vestiario alle maschere a doppio filtro.
La legge ha lo scopo di limitare l’utilizzo dell’amianto e di fornire una normativa di sicurezza in merito alla bonifica dei luoghi contaminati. Accanto ad essa, poi, sono stati emanati moltissimi decreti e circolari, per far sì che le regole siano sempre più rigorose.
Il problema però rimane: l’amianto utilizzato nel secolo scorso è ancora presentissimo in tutto il mondo. Tetti, case, scuole, pavimenti, magazzini, ma anche fioriere e guanti da forno: sono ancora troppi gli oggetti e le strutture caratterizzate dalla presenza dell’Eternit. La prevenzione, quindi, si limita ancora una volta alla segnalazione da parte dei privati, delle aziende e degli edifici pubblici della presenza di amianto: saranno poi ditte specializzate ad occuparsi dello smaltimento, avendo cura di rispettare le norme in maniera ferrea per evitare disastri peggiori.
Per quanto riguarda lo stile di vita per prevenire le malattie legate all’esposizione all’amianto, la letteratura è un po’ carente. Il fatto che i problemi insorgano dopo così tanti anni rende il cancro dovuto all’asbesto praticamente imprevedibile. Tuttavia, come per tutti i tumori, il consumo di frutta e verdura fresche aiuta sicuramente moltissimo nel contrasto.
Una delle poche ricerche in questo senso è poi quella del dottor Cesare Gridelli, oncologo dell’ospedale Moscati di Avellino (città nella quale il mesotelioma da amianto è purtroppo diffusissimo). Nel suo libro “In cucina contro il cancro” parla in generale dell’alimentazione preventiva, ma ad un certo punto si sofferma proprio sull’amianto.
Secondo lui, infatti, esistono alcuni cibi che effettivamente potrebbero attenuare e contrastare gli effetti delle fibre di amianto respirate. Su tutti? Le cipolle e i carciofi. Sembra infatti che queste verdure ricche di quercina possano combattere gli effetti tossici dell’Eternit.
Non a caso due anni fa è partito uno studio proprio in questo senso: all’Istituto Tumori Regina Elena di Roma hanno infatti avviato un trial per dimostrare se gli estratti di carciofo possiedono effettivamente attività antitumorali. “L’obiettivo è dimostrare che l’estratto, realizzato in laboratorio semplicemente prendendo le foglie del carciofo ed “elaborandole”, impedisce che le cellule esposte ad amianto esprimano a pieno il potenziale cancerogeno, prolifichino e diano luogo a effettivamente un tumore” (http://www.corriere.it/salute/sportello_cancro/14_giugno_20/lavoratori-esposti-all-amianto-si-puo-prevenire-mesotelioma-coi-carciofi-9b193de4-f873-11e3-8b47-5fd177f63c37.shtml): le parole sono proprio dei ricercatori impegnati nello studio.
Speriamo quindi che la ricerca dia una speranza in un ambiente troppo terribile: le morti per inalazione di asbesto (circa 1000 all’anno solo in Italia) sono eccessive, inutili e paurose, ed è ora che la solfa cambi.
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
O mangi sta minestra… No, fermi tutti, stop. Siete sicuri che ai bambini non piacciano le minestrine? Forse è perché non gli proponete le minestrine giuste! Le minestre e i risotti sono un ottimo pasto per i bambini: sono a base di brodo, e il brodo è altamente rimineralizzante e ricco di tutte le proprietà della verdura, che qui si trovano concentrate.
Basta scegliere la ricetta giusta, in modo da avere ogni sera la possibilità di portare in tavola piatti diversi e gustosi, talvolta così colorati che i bambini non sapranno resistere. E, soprattutto in autunno e inverno, riscaldanti!
Unica regola: abbiate sempre il brodo vegetale fatto in casa pronto per l’uso!
(foto 1 http://www.tavolartegusto.it/2012/05/30/risi-al-pomodoro/)
(foto 2 mammapretaporter)
(foto 3 idem)
(foto 4: http://www.antoskitchen.com/beetroot-rice-a-tasty-beetroot-recipe/)
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Vi diciamo sempre che lo zucchero raffinato è da eliminare completamente dalle nostre tavole, e che il miele è un ottimo sostituto come dolcificante naturale: niente di più vero. Anche perché i benefici non si limitano all’essere meno dannoso dello zucchero: le sue proprietà sono note, a partire da quella disinfiammante che vede un cucchiaino di miele come rimedio contro la tosse.
Tuttavia è giusto anche essere informati sulle giuste dosi e sul rapporto di questo prodotto dell’alveare con i bambini, che come sempre hanno valori di riferimento differenti da noi adulti. Insomma, il miele fa bene, ma bisogna non eccedere, fare attenzione e soprattutto conoscerlo. Ecco quindi una guida dedicata proprio al miele e ai bambini.
Parliamo quindi proprio della tosse e delle infezioni dell’apparato respiratorio: i bambini ne sono soggetti davvero moltissimo, e non a caso la tosse è la malattia per la quale si portano maggiormente i bambini dal pediatra. Capita più volte durante l’anno, chi più chi meno, ed è quindi giusto non biasimare le mamme che preferiscono ricorrere a metodi alternativi di cura: assumere per troppo tempo farmaci e rimedi non naturali è deleterio per l’organismo.
Il miele, quindi, è da sempre utilizzato da mamme, papà, nonne e nonni proprio in sostituzione dei farmaci o in abbianmento a questi, come cura alternativa in caso di tosse o di infezione del tratto respiratorio superiore. Non è solo una diceria: in effetti il miele ha un potere calmante della tosse, e grazie alle sue proprietà antibatteriche può portare anche alla guarigione completa (senza essere soltanto cura palliativa).
Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità lo dice: il miele è un emolliente delle vie respiratorie, e per questo è da considerarsi una cura alternativa ed economica. Non parla di riscontro scientifico nella cura, questo no, però la scientificità c’è, e questa riguarda proprio la proprietà emolliente del prodotto, che disinfiammando la gola irritata dona sollievo sia alla gola sia alla tosse.
Ma non è solo l’OMS ad aver provato a testare scientificamente i benefici del miele. Nel 2007 un gruppo di ricercatori ha pubblicato su una rivista di divulgazione medica e scientifica (“Jama Pediatrics”) il proprio studio, intitolato “Gli effetti del miele, del dextrometorfano e di nessun trattamento sulla tosse notturna e sulla qualità del sonno nei bambini con la tosse e i loro genitori”.
Si trattava di un trial nel quale 105 bambini di età compresa tra i 2 e i 18 anni affetti da tosse (tosse dovuta ad una infezione del tratto superiore respiratorio) ricevevano in maniera casuale dosi di miele, di dextrometorfano (al gusto di miele) oppure nessun trattamento, in maniera tale da capire quale delle terapie fosse la più efficace contro la tosse (e, di conseguenza, quale influisse meglio sulla qualità del sonno, dal momento che la tosse spesso fa dormire molto male). Il dextrometorfano non è stato scelto a caso: è il medicinale contro la tosse più venduto in America in età pediatrica.
Il miele somministrato era quello di grano saraceno (ci sono moltissimi tipi di miele, e questo in particolare è molto scuro e ricco di fenoli), e veniva assunto, così come il trattamento al dextrometorfano, mezz’ora prima di coricarsi. I genitori, poi, dovevano riferire ai ricercatori l’andamento della notte e della tosse (parlando anche della qualità del sonno).
Alla fine dello studio l’esito è andato nettamente a favore del miele: è risultato infatti il trattamento più efficace. La frequenza della tosse diminuiva, così come la sua gravità, e già dalla seconda notte i miglioramenti erano riscontrabili.
L’aspetto più interessante, però, si è visto nel trattamento delle tossi più lunghe, quelle che duravano più di un paio di giorni. Con il miele, infatti, aumentavano i benefici con l’aumentare della malattia, mentre con il trattamento farmacologico essi diminuivano con il passare dei giorni, sottolineando come il corpo si fosse abituato agli eccipienti e quindi questi non facessero più effetto.
Questo risultato è dovuto al fatto che nel miele sono naturalmente presenti elementi antimicrobici e antiossidanti. Non solo: l’effetto dato dalle sostanze zuccherine degli sciroppi qui è presente in maniera naturale. Il miele infatti contiene saccarosio di per sé, e la sua dolcezza stimola la salivazione, che a sua volta seda e ammorbidisce la laringe e la faringe calmando anche la tosse. Inoltre, da non sottovalutare è la capacità del corpo di produrre oppioidi endogeni in seguito all’assunzione di sostanze dolci: mangiando miele, quindi, il corpo produce il suo naturale analgesico.
Naturale: ripetiamo spesso questa parola perché sta proprio qui la sua forza rispetto allo sciroppo da banco, che ha moltissime controindicazioni ed effetti collaterali (distonia, anafilassi e mastocitosi con dosi standard del farmaco; dipendenza, psicosi, mania, allucinazioni, sonnolenza e diabete e neuropatia periferica con dosi eccessive). Certo, anche il miele ha le sue avvertenze: assumerne eccessivamente può portare a casi di botulismo nei bambini più piccoli (una tipologia di intossicazione alimentare), a ipotensione e a volte disturbi cardiaci.
E poi c’è un’altra faccia nascosta della medaglia, sottile ma presente: il miele, infatti, rispetto agli altri due trattamenti (o non trattamenti) è risultato essere causa in alcuni casi di iperattività, nervosismo e insonnia.
Queste controindicazioni sono però casi rari, e soprattutto per quanto riguarda gli effetti collaterali più gravi si tratta di conseguenze di un’eccessiva assunzione (come tutto, vale la regola della moderazione).
In conclusione, lo studio dei medici americani ha fatto emergere soprattutto una considerazione generale: la tosse e le infezioni del tratto superiore respiratorio sono spesso e soprattutto di natura autorisolutiva , e cioè il nostro corpo è in grado di combatterle entro qualche giorno. Per calmare i sintomi e aiutare l’organismo nella strada verso la guarigione, tuttavia, è bene ricorrere al miele piuttosto che al solito sciroppo farmaceutico, poiché i benefici sono di gran lunga maggiori.
Ma quando possiamo iniziare a somministrare miele ai nostri bambini? Non prima dei 3 anni, e assolutamente non prima dei due.Le api infatti possono trasportare spore di botulino, che trovano terreno fertile nel miele per moltiplicarsi: il bambino al di sotto dei tre anni, avendo una flora intestinale ancora debole e poco sviluppata, rischia quindi di contrarlo. Nessun rischio invece per gli adulti e i bambini dai 3 anni in su.
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Sostituire lo zucchero raffinato con il miele è una scelta davvero ottima. Non solo perché fa bene ma anche e soprattutto perché è buono. Tuttavia sono moltissime le varietà di miele, e ognuna di loro si distingue per il suo particolare sapore, oltre che per le peculiarità benefiche e di fruizione.
Ecco che allora arriviamo noi in aiuto: prima di uscire per andare dal vostro apicoltore di fiducia, al mercato bio o al supermercato, leggete la nostra guida definitiva alla scelta del miele, per decidere quale vi piace di più e quale fa più al caso vostro e della vostra famiglia.
Innanzitutto, un breve riassunto su cosa è il miele: il miele è un alimento che deriva dalla produzione delle api, che lo preparano a partire dal nettare dei fiori (e - a volte - dalla melata). La sua composizione lo rende un ottimo dolcificante naturale, buono per la salute e soprattutto utile per chi soffre di diabete (ovviamente non bisogna abusarne, ma è bene sapere che ha i suoi vantaggi rispetto allo zucchero, come il fatto di non alzare eccessivamente i livelli di glicemia nel sangue).
Le varie tipologie di miele derivano quindi da differenti tipi di nettare: in poche parole, a seconda del fiore dal quale le api prelevano il nettare si otterrà un diverso tipo di miele, con sapori, odori, colori e proprietà particolari.
Partiamo quindi dal Millefiori, il miele forse più diffuso: piace molto per la sua consistenza e per il sapore, che tuttavia varia a seconda dei fiori presenti nella composizione (e anche a seconda della stagione). Questo perché appunto come dice il nome, il miele Millefiori deriva dal nettare di più specie floreali combinate insieme. E, così come per il sapore, a seconda dei nettari avrà una consistenza più o meno fluida e un odore peculiare. Detto questo, il Millefiori è versatile, e quindi consigliato praticamente a tutti, dagli sportivi che necessitano energia ai bambini. Anche nei momenti di influenza è un ottimo rimedio: il pizzicorio alla gola quando scende indica che sta agendo, disinfiammando le zone colpite. Non solo: i bambini ne trarranno moltissimo beneficio dal momento che questo miele aiuta il calcio a fissarsi nelle ossa, assicurando una crescita sana.
L’altro miele più diffuso è sicuramente quello d’acacia: la sua fama è dovuta alla consistenza, molto fluida e senza cristallizzazioni, ma anche al sapore, dolce e vellutato, quasi vanigliato, in abbinamento ad un profumo altrettanto delicato. Perfetto da spalmare oltre che da sciogliere nelle bevande, è utile assumere questo miele quando si è colpiti da mal di gola, quando si hanno fastidi dell’apparato digerente (oltre che sistemare la digestione e diminuire l’acidità di stomaco è un accertato lassativo nei periodi di stipsi - basta bere una tazza di tè con miele la mattina a stomaco vuoto) e quando ci si sente deboli: ha un effetto tonico e rinvigorente! Il consiglio è quindi quello di mangiarlo a colazione spalmandolo su fette integrali, oppure di abbinarlo dopo cena a dei formaggi (come la feta o la formagella nostrana).
Scuro e molto corposo (ma liquido), con qualche cristallo: così si presenta il miele di castagno, particolare e conosciuto per il suo sapore amarognolo e pungente (idem l’odore: il profumo è forte e riconoscibile, con un retrogusto balsamico). I bambini e gli anziani sono i fruitori principali di questo miele, che disinfetta le vie urinarie, favorisce la circolazione ed è antispasmodico. Oltre che utilizzarlo quotidianamente potete provare a inserirlo nelle vostre ricette dolci: nei biscotti, al posto dello zucchero, donerà un retrogusto davvero ottimo, senza eccedere nella dolcezza.
Scurissimo, quasi nero, è anche il miele di rovo, molto liquido e dal profumo intenso. Di gusto fruttato (di frutta matura, come una marmellata), deriva dagli arbusti delle Rosacee. Per i bambini è molto utile in caso di dissenteria: questo miele infatti contrasta le diarree infantili, ma aiuta anche in caso di infiammazioni in bocca, grazie all’azione antibatterica e antinfiammatoria. Proponetelo quindi nel latte caldo oppure nella camomilla serale.
Derivato dalle piante di limone, arancia, bergamotto e cedro è il miele di agrumi, un tipo di miele differente dai primi perché si presenta non liquido ma denso, quasi solido, e a volte con grumi sabbiosi. Pochi mesi dopo il raccolto, infatti, cristallizza da solo, prendendo un colore molto vicino al bianco. Derivando dalle piante di agrumi, il suo profumo ricorda subito quello dei fiori di arancio mentre il sapore mantiene l’acidulo tipico dei fiori da cui deriva, accanto a note floreali e fruttate. Come il miele di castagno, quello di agrumi è antispasmodico, ma ha proprietà tutte sue, come l’essere cicatrizzante per le ulcere e sedativo: utilissimo quindi è dolcificare la camomilla pre-nanna o il latte vegetale caldo (ottimo quello di mandorla, per il contrasto di sapori) con questo miele, per donare tranquillità agli stati d’eccitazione e per contrastare i periodi di insonnia.
Chi soffre d’anemia sarà contento di sapere che esiste un miele che può aiutare a recuperare salute: si tratta del miele di erica, pianta sempreverde mediterranea dalla quale deriva un miele ambrato dal profumo caramellato, che piace molto ai bambini proprio per il suo sapore di caramella mou, di creme caramel, di legno aromatico… Non preoccupatevi della limpidezza: la sua cristallizzazione lo rende spesso denso e irregolare, ma il suo sapore è davvero ottimo. Potete darlo ai bambini anche semplicemente con un cucchiaino, proprio come una caramella, oppure provare ad aromatizzare le vostre verdure in padella o il pollo a bocconcini spalmando a fine cottura un po’ di questo miele.
Altro miele dall’aspetto compatto è quello di girasole: come gli altri cristallizza spontaneamente molto velocemente, e potreste trovarvi dei grumi a grana fine. Quando liquido, quindi, è di colore giallo intenso, ma una volta che raggiunge la sua consistenza diviene giallo spento, quasi panna. Ha un profumo di candela, di cera e di paglia, e allo stesso modo l’odore ha note erbacee, che ricordano il polline. Oltre che d’aiuto contro il colesterolo, il miele di girasole è perfetto durante gli stati febbrili, perché abbassa naturalmente la febbre. Scioglietene un cucchiaio in una tazza di tè verde per dolcificarlo e renderlo davvero gustoso.
Se amate i fichi o i frutti davvero zuccherini, il vostro miele è quello di lavanda: sapore e odore sono molto intensi, floreali, ed è davvero dolce, molto più di altre tipologie di miele. Di colore ambra chiara, e di grana fine, il miele di lavanda è antispasmodico e viene in aiuto quando si è colpiti da mal di testa, grazie alla sua azione analgesica naturale. E’ perfetto la mattina mischiato a dello yogurt naturale e biologico.
Compattissimo è il miele di eucalipto, dal sapore molto aromatico e dall’odore intenso e caratteristico. Come la pianta da cui deriva, l’eucalipto, questo miele è il più indicato quando si è in presenza di tosse: l’eucalipto è infatti espettorante, e il miele mantiene questa caratteristica (oltre che quella d’essere un antibiotico naturale). Proponete quindi contro la tosse una bella tazza di tè alle spezie e zenzero con un cucchiaio di miele di eucalipto, per un’azione rapida e un sollievo quasi immediato. Quotidianamente, invece, potete accompagnarlo ai formaggi magri, per dare una spinta in più ai sapori delicati.
Aromaticissimo è anche il miele di timo, dal profumo super intenso e floreale, quasi di erbe, proprio come il suo sapore. Originariamente è molto liquido e ambrato, ma cristallizza rapidamente e quindi lo si trova spesso più denso e color nocciola. Le sue proprietà sono innumerevoli: calma gli stati febbrili, è antisettico e tonico, e non affatica i reni di chi soffre problemi alle vie urinarie. Se vi piace il suo sapore pungente, potete mangiarlo ogni mattina su fette di pane integrale tostato, magari arricchendo con della frutta secca tritata.
C’è poi il miele di tiglio, dal profumo mentovato e dal sapore balsamico, tra il dolce e l’amaro. Come suggerisce il suo sapore (balsamico) è un ottimo espettorante, ed è quindi perfetto per dolcificare le tisane contro la tosse, quelle all’eucalipto. Ma non calma solo la tosse: anche i dolori mestruali. Preparatevi quindi una camomilla, tagliate qualche fettina di zenzero lasciandola in infusione e dolcificate con il vostro miele di tiglio. Il suo aspetto è giallo scuro, spesso liquido ma con qualche grumo cristallizzato.
Conoscete la colza? E’ un fiorellino giallo molto piccolo, che cresce nei paesi nordici. Da esso deriva il miele di colza, meno conosciuto, forse anche perché solitamente non lo si mangia da solo ma mischiato nel Millefiori: questo miele, infatti, possiede più glucosio che fruttosio e permette di stabilizzare la cristallizzazione degli altri mieli rendendo la miscela finale più cremosa. Ha un odore forte, di vegetali, e un sapore non troppo dolce. Insomma, da solo non dice nulla (anche se c’è da dire che è molto ricco di proteine vegetali), ma è fondamentale per la riuscita del miele più diffuso.
Altro arbusto poco conosciuto è il corbezzolo, e il suo miele è ancor meno conosciuto perché davvero difficile da reperire: i fiori della pianta, infatti, si schiudono verso la fine dell’autunno, e bastano una pioggia o uno sciame che non esce dall’alveare per rimanere a bocca asciutta. Detto questo, se lo trovate sappiate che è il miele forse più amaro. Il suo odore, oltretutto, ricorda quello dei fondi di caffè. Il suo colore tuttavia è giallo, e la sua consistenza è cremosa, comoda. Potete utilizzarlo quindi anche nei piatti salati se il vostro palato non gradisce il contrasto con il dolce: è davvero amaro! Tenete presente che anche questo miele ha notevoli proprietà, nonostante la rarità: è antispasmodico, depurativo, diuretico, antisettico e antinfiammatorio!
Dall’erba medica deriva un miele perfetto per gli sportivi, tonificante e antinfiammatorio: il miele di erba medica, molto compatto e con grossi grumi, è chiaro e ambrato e all’olfatto ricorda il fieno. Picca un pochino in gola, ma il suo sapore è delicato, tanto che è utile nei momenti di sforzo assumerne un cucchiaino. Come dolcificante è perfetto: provate a preparare una limonata alla menta, dolcificandola con questo miele per un sapore più morbido.
Morbido e cremoso è il miele di tarassaco, il fiore giallo dei nostri prati. Di un giallo vivo, ha odore e sapore molto forti, che spesso non piacciono. Tuttavia è perfetto per dolcificare le risate depuranti in quanto lui stesso è diuretico e depurativo, e la sua composizione ha una azione benefica sull’intestino e sui reni.
Purificante è anche il miele di lupinella, ma la sua azione è diretta non tanto ai reni e all’intestino, quanto al fegato. La lupinella era un’erba da pascolo comune nell’Italia settentrionale che oggi si coltiva molto poco. Ecco perché il miele di lupinella, dal colore chiaro e dal sapore molto delicato e fruttato, oggi è abbastanza raro e prezioso. Tuttavia se lo trovate non lasciatevelo sfuggire: come dicevamo è benefico sul fegato, ma ha anche proprietà calmanti e sedative, antisettiche ed emollienti. Lo si può quindi utilizzare nelle tisane depurative e in quelle rilassanti, ma anche nel bagno caldo per rendere la pelle morbida.
Altrettanto delicato è però il miele di rododendro, non eccessivamente dolce né pungente, dal colore quasi bianco e dalla consistenza molto densa. Gli anziani ne riceveranno benefici, dato che contrasta l’artrite, ma è un ricostituente praticamente per tutti. Da utilizzare praticamente come dolcificante per tutto, al posto dello zucchero o dello sciroppo d’acero.
In Abruzzo, Molise, Calabria e Sicilia si trova la sulla, pianta foraggera, e da essa deriva l’omonimo miele. Anche questo miele è molto, molto delicato, dal sapore vegetale e floreale. Si presenta liquido e di colore chiaro, ma cristallizza dopo pochi mesi e assume così una tonalità vicina al bianco. Anch’esso, come quello di rododendro, si può utilizzare come delicato dolcificante naturale, e in questo modo si contrasteranno i difetti dello zucchero compensando con altri benefici: il miele di sulla è infatti ricco di vitamine (soprattutto A, B e C), è diuretico, disintossicante e corroborante.
All’inizio dell’articolo vi abbiamo parlato della composizione del miele, che viene prodotto dalle api a partire dal nettare. Tuttavia questo non accade sempre, ed esiste un miele realizzato a base di melata, una sostanza zuccherina presente sui vegetali, in particolare sulle foglie degli alberi. Ecco perché esiste il miele di melata di varie zone, come ad esempio quello della Foresta Nera, oppure quello di melata di determinate piante, come il miele di melata d’abete. Molto denso e scuro, il miele di melata ha un gusto giù amaro del miele, ma è comunque dolciastro. Ha un indice glicemico più basso del miele di nettare, è antibatterico, lenitivo (anche contro la tosse) e contiene moltissimi minerali. Essendo meno zuccherino degli altri tipi di miele, piace a chi non ama la dolcezza stucchevole: si può quindi usare sul pane tostato per iniziare al meglio la giornata, oppure per dolcificare in maniera meno potente tutte le bevande.
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Meglio dello zucchero, efficace contro i disturbi alle vie respiratorie, buono. Ma quanto conosciamo davvero il miele? Questo prodotto derivato dal lavoro delle api è effettivamente completo e benefico, ma forse non tutti sanno che i suoi usi e i suoi benefici sono molto più estesi delle solite quattro credenze popolari. Ricordatevi solo di preferire sempre il miele grezzo a quello raffinato: sicuramente ci sono produttori vicino a casa che ne vendono di fantastico!
1. Assumere un cucchiaino di miele grezzo prima di dormire aiuta il benessere del sonno: mettendolo in un bicchiere di latte di mandorla caldo aumenterete la melatonina nell’organismo, assicurandovi una bella dormita.
2. Vi abbiamo parlato proprio poco fa dell’importanza dei prebiotici, che sono una cosa differente rispetto ai probiotici ma che sono altrettanto importanti: il miele è naturalmente zeppo di questi prebiotici, sostanze non digeribili contenute in natura in svariati alimenti che aiutano la crescita di una o più specie di batteri all’interno del colon, in modo da sviluppare la microflora batterica probiotica. Insomma: utilizzare il miele al posto dello zucchero è sano anche dal punto di vista della flora batterica, che ne uscirà rafforzata.
3. Se utilizzato al posto dello zucchero con regolarità, il miele permette un maggior controllo del peso (avendo, a parità di peso, un po’ meno calorie, grazie al fatto di essere composto da più acqua). Ecco perché durante le diete dimagranti è utile sostituire lo zucchero raffinato con del miele integrale!
4. Il miele può essere anche cosmetico: la sua consistenza lo rende un ottimo esfoliante, e se aggiunto ad un bagno caldo (due tazze) rende la pelle morbida e liscia. Soprattutto durante l’inverno, quando la pelle è tendenzialmente più secca. Anche quella del viso: potete creare una crema idratante ed esfoliante mischiando un cucchiaio di miele grezzo con dell’olio di oliva e del succo di limone.
5. Altro beneficio cosmetico lo avrà chi soffre di acne: usare il miele come detergente (lavandolo poi con acqua) è utile a tutti i tipi di pelle, da quella grassa a quella più sensibile, ma, soprattutto in caso di brufoli il miele può diventare una soluzione: utilizzatelo come una maschera, spalmandone mezzo cucchiaino tra le mani e quindi sul viso, lasciandolo agire per dieci minuti e risciacquandolo con acqua tiepida.
6. Lo stesso discorso benefico vale per i capelli: il miele grezzo li rende più lucidi e splendenti. Basta lavarli una volta a settimana con un cucchiaio di miele e molta acqua, risciacquandoli bene e acconciandoli come al solito.
7. Se abbinato ad altri due alimenti antinausea il miele grezzo aiuta a tenerne sotto controllo i disagi, anche nei primi mesi di gravidanza: preparate una tazza di acqua calda con mezzo succo di limone, dello zenzero e un cucchiaio di miele grezzo. Gustoso ed efficace.
8. Allo stesso modo, quando è in corso una indigestione è bene ingoiare un cucchiaio o due di miele per contrastarla: non fermenta nello stomaco!
9. Quando si ha il diabete, la dolcezza dei piatti è pericolosa. Ma utilizzare il miele al posto dello zucchero è consigliabile: previene infatti il diabete e lo tiene sotto controllo nel caso di malattia già presente, grazie al fatto di essere in grado di aumentare l’insulina abbassando al contempo l’iperglicemia. Naturalmente ogni caso di diabete è diverso dagli altri, e il diabetologo saprà consigliarvi la dieta giusta per voi. Per iniziare, però, potreste provare a utilizzare un po’ alla volta il miele al posto dello zucchero e vedere come il vostro sangue reagisce al cambiamento.
10. Anche i problemi di colesterolo possono trarre beneficio dall’utilizzo del miele al posto dello zucchero raffinato: riduce quello cattivo e al contempo abbassa il rischio di incorrere in malattie coronariche.
11. Per chi soffre d’asma o di problemi alle vie respiratorie il miele può essere un potente alleato. Proprio come per la credenza popolare che lo vuole perfetto rimedio per il mal di gola: in effetti il miele è un forte antinfiammatorio naturale. Quindi, se assunto in caso di problemi respiratori o di asma, può dare reale sollievo.
12. L’azione antinfiammatoria si applica anche al suo utilizzo sulla pelle: gli eczemi possono provare ad essere curati semplicemente spalmando il nostro miele grezzo sulla parte interessata.
13. Idem per le abrasioni, le piccole scottature, le botte o i graffi: spalmatelo direttamente sulla bua!
14. Oltre che antinfiammatorio il miele è antibatterico: ecco perché va bene spalmarlo sulle ferite, ed ecco perché fa ancora più bene nel caso di infezioni alle vie urinarie. Assumetene in caso di cistiti e compagnia bella: aiuterà l’organismo a depurarsi e a combattere i batteri cattivi (mantenendo al contempo la flora buona grazie all’azione prebiotica di cui parlavamo).
15. Ultimo ma non per importanza, il miele è uno tra i molti alimenti naturali vegetali in grado di contrastare i radicali liberi: il suo consumo regolare aiuta così il nostro organismo a rimanere sano grazie alle proprietà antiossidanti.
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Quando l'estate è praticamente finita e la terra ti dona gli ultimi pomodori che si incontrano con le prime zucche nasce questa vellutata, che a noi piace tantissimo.
Oggi una ricetta super mega golosa, perfetta per l'autunno!
La torta di pere e cioccolata: come preparare la torta vegana pere e cioccolata in pochi minuti
Oggi vi illustro una ricetta facilissima, che non manca mai nel nostro freezer: è uno dei miei sughi salva cena (o pranzo nel week end), apprezzatissimo dai bambini ma anche da mio marito.
Io ho una figlia femmina. Una ragazzina di quasi sette anni, che come tutte le sue coetanee si sente già grande, linguetta taglia e cuci, signorina so tutto io. E non vi nascondo che sto facendo una fatica immane a non metterla in lista per farla adottare. Scherzi a parte, crescere un figlio è sicuramente faticoso, ma crescere una femmina, Santo di quel Dio, è davvero una prova da guinness dei primati. Da quando la mattina mette i piedi per terra, io so già che dovrò arrivare a fine giornata sperando di vincere la battaglia senza troppi spargimenti di sangue.
La sua vocina dolce e impastata di sonno quando viene a svegliarmi e a darmi il buongiorno, dura circa 33 secondi. Poi si stropiccia gli occhi ancora assonnati, si guarda intorno e… “io oggi non voglio andare a scuola”. Ecco, apposto, nemmeno un caffè m’hai fatto prendere prima di iniziare a martellarmi i fianchi. “Ele, te prego, tanto lo sai che a scuola ci devi andare, ti scongiuro…non iniziare…”…e da li, un crescendo di lagne per tutto. “Cosa mi metto oggi?” “leggins e maglietta Ele” “mamma ma stai scherzando! Cioè tu mi mandi a scuola in leggins? In pantaloni? Io voglio andare in gonna, o con un vestito!” “Ele non hai gonne pulite, e nemmeno vestiti” “E allora prendili dai panni sporchi!” …e così inizia la giornata, una lotta per tutto.
Questo non me lo metto, non voglio lavarmi, mi fa schifo il dentifricio, voglio il latte coi cereali, i cereali si sono ammollati, voglio le gocciole, però levami i cereali ammollati, lo zaino è pesante voglio il trolley, tutti hanno il trolley, comprami il trolley, oggi c’è inglese la maestra urla troppo, io non voglio andare a scuola, ah mamma a proposito avevo un compito che non ho fatto, è meglio che resto a casa. E in un crescendo di ire di Giunone, restare calmi e non urlare diventa davvero difficile, se non impossibile. E se per i primi 10 minuti di capricci, la Montessori ti appare come la Madonna facendoti mantenere un contegno e una calma invidiabili…a 10 minuti e 1 secondo parte il cosiddetto microembolo! Parte la ciavatta, come dicono a Roma.
Parte l’urlo della madre, quell’urlo che richiama cani e delfini a chilometri di distanza, quell’urlo che fa ballare l’occhio, fa accelerare il battito cardiaco (non solo della madre ma anche di chi le sta vicino), fa tremare le pareti e i vetri, fa scendere la suocera per vedere che è successo. Quell’urlo che dice “adesso hai toccato il limite, io t’ho messo al mondo io te ce levo!” ed è di solito accompagnato da uno sciabattare frenetico, che solo il suono ti deve fare capire che anche basta, è ora di finirla. Di solito quando mi parte l’urlo, e la rincorro, nella mia mente si affollano e si sovrappongono vari scenari…mo la gonfio come ‘na zampogna, la chiudo in camera e butto la chiave, la mando a letto senza cena, le butto tutti i giochi…e penso, ora che arrivo da lei sarà sicuramente terrorizzata e mi chiederà scusa e mi abbraccerà e faremo pace e diventerà buona come una principessa. E invece arrivo e lei che fa? Ride!!!
Mi guarda e c’ha un ghigno in faccia che dice “tanto lo so che brontoli brontoli, ma non farai mai nulla di ciò che stai pensando, perché io so più furba de te e odoro ancora di neonato, e so toccarti le corde dell’anima come nessun altro al mondo”. E io la guardo, e rido…e torno indietro di 30 anni quando anche mia madre mi rincorreva con lo stesso istinto omicida e poi arrivata davanti a me mi minacciava col dito in alto e la risata in gola. Solo che adesso la capisco, e so che ci vuole tutta la salute mentale di questo mondo per non uscire di testa quando ti arriva un figlio. I figli riescono a farti tirar giù i Cristi dalle croci ogni due minuti. Riescono a farti andare il sangue al cervello con una maestria incredibile.
Ti portano sulle stelle con un abbraccio che scioglie il cuore, e subito dopo vorresti spedirli a calci nel sedere sulla luna, biglietto di sola andata per favore. Ma so anche che sono l’amore della mia vita, sono l’unica ragione che mi da la forza di dire “questo mondo non fa poi così schifo se ci siete voi qui con me”. E so che fare la mamma mi ha sconvolto la vita, in tutti i sensi. Quante volte ho pianto nel cuore della notte distrutta dalla mancanza di sonno, dall’angoscia di vederli ammalati, per la tristezza di averli troppo sgridati. Ma il mattino dopo, tutto lo sconforto era andato via, spazzato lontano dal loro sorriso e dal loro amore incondizionato. Quell’amore che tutto perdona, anche se spesso ci sentiamo genitori inadatti e impediti e sbagliati. Perché è così, e non ci si può far nulla. È l’amore, che divide il cuore a metà per il resto della nostra vita.
Quindi impariamo a non sentirci troppo in colpa, perché siamo madri non siamo Sante. Siamo esseri umani e non automi con pulsanti dietro la schiena che comandano le nostre emozioni. Preoccupiamoci piuttosto di saper chiedere scusa, di non mandarli a dormire senza dire ti voglio bene e aver fatto pace, di fargli sentire che potranno fare qualunque cosa nella vita, appoggiandoli e sostenendoli sempre. Ma non facciamoci mettere alla gogna perché urliamo o perché li sgridiamo. Non permettiamo a nessuno di giudicarci, soprattutto da coloro che sono stati genitori prima di noi, e che di solito hanno scordato tutto e non mancano mai di buttare quelle frasi distruttrici della nostra autostima “io non li ho mai sgridati, mai una sculacciata, mai una punizione, i miei figli erano sempre buoni e educati”. Perché questa gente mente sapendo di mentire, e adora i semplici moralismi.
Quei moralismi propri di chi giudica e poi però torna a casa e non deve combattere con bambini capricciosi. Quei moralismi di chi la notte dorme dieci ore filate. Quei moralismi di chi dovrebbe leggere tomi e tomi di pedagogia prima di metter piede nelle nostre vite di genitori. E ho detto tutto.
Cinzia Derosas
Autunno è foglie che cadono, primi cappellini, zucche e… uva! Se come noi amate la stagionalità non potrete fare a meno di gioire per la ricomparsa dell’uva al mercato. Verde, nera, americanina… Qualunque sia la varietà che vi sconfinfera sappiate che esistono un sacco di ricette per valorizzare questo piccolo frutto (senza nulla togliere naturalmente alla bontà dei chicchi spizzicati direttamente dal grappolo!).
(foto 1 http://theviewfromgreatisland.com/minimal-monday-homemade-grape-soda/)
(foto 2 http://www.eatwell101.com/goat-cheese-grape-balls-recipe)
(foto 3 http://www.donnemagazine.it/ricetta-marmellata-duva-dessert/)
(foto 4 http://www.savorystyle.com/cheesy-roasted-grape-pizza/)
(foto 5 http://www.grapesfromcalifornia.com/recipes/recipe.php?id=272)
(foto 6 http://www.semplicementelight.com/2014/11/insalata-di-farro-monococco-con-chicchi.html)
(foto 7 http://themoonblushbaker.com/2015/02/05/earl-grey-grape-pear-bread/)
(foto 8 http://www.thepinningmama.com/greek-chicken-salad-recipe-paleo-whole30-compliant/?m)
(foto 9 http://www.howsweeteats.com/2014/12/embarrassingly-easy-chocolate-covered-grape-skewers/#more-40773)