Ecco dei biscottini davvero deliziosi, morbidi, leggeri e ricchi di fantastici nutrienti come le mandorle, grande fonte di calcio. Sono perfetti anche per chi è celiaco o segue una dieta senza glutine. 

La ricetta dei biscotti senza glutine alla farina di mandorle: come realizzare dei biscotti senza farina al profumo di limone

Il re delle merendine, quelle che nelle pubblicità fanno impazzire i bambini (e anche tanti adulti): è il latte condensato, ingrediente che non manca mai negli snack confezionati per bambini. Si trova anche al supermercato ed è composto da latte vaccino e zucchero bianco, ingredienti che uniti insieme danno una merenda pessima. 

Ma una buona notizia c'è: possiamo preparare facilmente il latte condensato a casa con ingredienti sani e freschi.

Ecco come realizzare il latte condensato sano e naturale: la ricetta e gli ingredienti del latte condensato senza latte vaccino e derivati

Giocare con il contagocce e gli acquerelli

Lunedì, 16 Maggio 2016 11:38

Ricordate l'effetto hippy delle magliette psichedeliche di mille colori arcobaleno? Forse è passato di moda, ma l'accozzaglia e il miscuglio di colori sono super affascinanti per i bambini! Con gli acquerelli e la carta cucina è possibile ricreare l'effetto arcobaleno astratto e un po' psichedelico. Ci proviamo? È divertentissimo!

Giocare con il contagocce e gli acquerelli: con qualche colore e della carta cucina un'attività artistica per stimolare la manualità fine dei bambini

Dotatevi di acquerelli liquidi (o, in alternativa di acqua mischiata a coloranti alimentari naturali) e di un bel rotolo di carta cucina, e appoggiatevi su un piano da sporcare (magari coprendo con dei sacchi della spazzatura aperti il tavolo della cucina: gii acquerelli lasceranno un po' di colore sotto ai fogli, quindi preparatevi!).

Lo strumento principale saranno poi i contagocce, piccoli o grandi che siano: in questo modo i bimbi alleneranno anche la loro presa e la capacità di spremere, un esercizio davvero utile per la loro coordinazione!

Già, perché l'attività è semplicissima (ma d'effetto): sistemate sul piano i fogli di carta cucina e, dopo aver riempito alcuni barattoli (oppure degli stampini per muffin da forno) con gli acquerelli liquidi, i bimbi potranno raccogliere i colori con i loro contagocce (una tonalità per contagocce), per poi spremere le pompette lasciando gocciolare i colori sui fogli di carta cucina, che grazie alla loro tessitura li assorbiranno in maniera pazzesca.

(foto 1 http://teaching2and3yearolds.com/watercolor-painting-on-paper-towels/)

Via via che le gocce si mischieranno l'effetto sarà sorprendente: i colori si combineranno, mantenendo comunque la conformazione a macchia, creando un pattern disordinato ma vibrante.

(foto 2 http://casamarias.blogspot.it/2012/02/abstract-art-effect-created-by-pipettes.html?m=1)

I disegni così ottenuti possono diventare poi la base per altre attività, oltre che bellissima opera d'arte da appendere alle pareti della cameretta. 

Ad esempio, lo studio dei colori primari e secondari può diventare così un esercizio divertente e non solo teorico: il mix che viene a crearsi quando due colori si toccano fa sì che si ottenga un altro colore. Provate quindi con i bimbi ad utilizzare solo i tre colori primari, rosso, blu e giallo, per osservare come tutti gli altri colori si formino.

(foto 3 http://casamarias.blogspot.it/2012/02/abstract-art-effect-created-by-pipettes.html?m=1)

Oppure, solo per gioco, insieme ai piccoli potete utilizzare i fogli di carta assorbente così decorata come base per altri lavori.

Guardate che carine le farfalle: potete realizzarle in tre differenti maniere, tutte utili per sviluppare la coordinazione occhio-mano e la presa delle manine dei più piccoli. Basta prendere un foglio della carta già pronta e avvitarlo al centro. Potete utilizzare delle cannucce (perfette perché hanno quella piega in alto per fare le antenne delle farfalle!) oppure, ancora meglio, degli scovolini flessibili o alcune chiusure per sacchetti (quelle in plastica con all'interno il filo di ferro pieghevole), in modo da arrotolarle sulla carta per fissare il tutto in maniera un pochino più stabile.

(foto 4 http://casamarias.blogspot.it/2012/02/abstract-art-effect-created-by-pipettes.html?m=1

E come sempre potete sfruttarli per creare originali e personali biglietti d'auguri, ritagliandone una porzione e incollandola su fogli ruvidi e spessi, da piegare e decorare.

(foto 5 http://www.splitcoaststampers.com/gallery/photo/2611532)

Sara Polotti

Da un paio d'anni a questa parte il consumo di bacche di Goji è cresciuto esponenzialmente anche in Occidente, e le si può trovare praticamente in tutti i supermercati e mercati: meglio! Le loro proprietà antiossidanti e benefiche sono ormai note, e il loro ruolo nella salute dell'organismo è innegabile! 

Ma faranno bene anche ai nostri figli? Se lo chiedono moltissime mamme, quindi eccoci qui a chiarire i dubbi e a svelarvi i vantaggi del consumo di questi piccoli frutti rossi anche per i bambini

10 benefici delle bacche di Goji per i bambini: i piccoli frutti rossi che aiutano la salute di grandi e piccini

Innanzitutto: cosa sono le bacche di Goji? Semplicemente si tratta di un piccolo frutto della famiglia dei peperoni, dei pomodori e delle melanzane che cresce naturalmente in piccoli arbusti in Mongolia, Nepal sull' Himalaya. Da sempre li si consuma nei loro paesi e nelle loro zone d'origine: le vitamine contenute, i minerali e gli acidi grassi essenziali li rendono un alimento assolutamente benefico, e molti popoli l'hanno sempre saputo.

L'abuso, come per tutto, può far male, ma rispettando le dosi ci si può assicurare tutta la salute che apportano: se per gli adulti significa consumarne trenta grammi al giorno, per i bambini ne bastano tre cucchiaini circa (o comunque circa metà della dose consigliata per gli adulti; 10 grammi sono perfetti!). Questi frutti sono un ottimo snack, ma possono essere anche integrati nelle ricette quotidiane (o nelle marmellate: golosissime!), quindi approfittatene mamme: i benefici sono anche per i bambini! La qualità è sempre fondamentale: scegliamo bacche di goji bio come quelle Noberasco bio. Possiamo darle ai nostri piccoli fin dallo svezzamento, un paio al giorno, per poi aumentare fino a 7-8 bacche a 5 anni e 10 a 10 anni.

1. Per prima cosa, è bene sottolineare l'alta concentrazione di carotene e luteina delle bacche di Goji: questi elementi sono fondamentali per la vista, che in questo modo ne esce rinforzata. Si prevengono così fin da piccoli le malattie oculari e si mantiene un buon livello visivo: utilissimo.

2. Le bacche di Goji contengono un'amplissima gamma di oligoelementi e microelementi naturali, come ad esempio il Cobalto, utile nel metabolismo del ferro.

3. Apportano moltissima energia senza per questo essere eccessivamente caloriche: un buonissimo compromesso per i nostri figli sempre in movimento! Ne basta infatti una manciata. Questo anche perché sono composte per metà da carboidrati lenti, quelli "buoni" che non concorrono ad aumentare troppo gli zuccheri nel sangue (glicemia sottocontrollo, dunque!).

4. E ne basta una manciata anche per un altro fabbisogno: quello di vitamina C (e di zinco). Già: le bacche di Goji ne contengono in quantità nettamente superiori rispetto alle (sopravvalutate) arance, e in caso di raffreddamento aiutano moltissimo l'organismo a superare la fase critica.

5. Oltre alle vitamine, contengono sali minerali in grandi quantità, oltre a quattro polisaccaridi unici, gli LBP (Lycium Barbarum Polysaccharides), che aumentano i globuli bianchi e potenziano i fagociti, i responsabili della difesa dell'organismo (ricordate "Siamo fatti così"? Noi mamme cresciute negli anni Ottanta e Novanta sappiamo bene l'importanza dei fagociti!). Ecco perché le bacche di Goji sono perfette per rinforzare il sistema immunitario (fondamentale nei bimbi!) e per aumentare le difese in chi è indebolito.

6. Questi frutti, come accennato, contengono alti livelli di acidi grassi essenziali come Omega 3: il loro ruolo è importantissimo fin da piccoli, in quanto proteggono l'apparato cardiocircolatorio e abbassano di moltissimo i livelli di colesterolo cattivo, mantenendo quello buono.

7. I carotenoidi contenuti sono potenti antiossidanti. Il colore delle bacche dovrebbe subito accendere una lampadina: sono rosse, e quindi, esatto!, prevengono l'invecchiamento. Ciò non significa che si tratta di un beneficio utile solo agli adulti: prevenire l'invecchiamento vuol dire mantenere le cellule in perfetta salute e promuovere la crescita e la riparazione dei tessuti. Non è mai troppo presto!

8. Nei loro paesi d'origine sono consumate praticamente da sempre, e si è osservato che queste zone sono quelle colpite meno dai tumori al mondo. Per questo le bacche di Goji sono considerate il frutto della longevità! Se i bimbi prendono l'abitudine di consumarne tutti i giorni esercitano sul loro corpo un'azione preventiva dei tumori davvero efficace.

9. I nostri bambini crescono. Ad un certo punto, però, la crescita cessa e iniziano a insorgere i problemi legati al deterioramento delle cellule. Queste bacche favoriscono la produzione dell'ormone della crescita: assumerle vuol dire quindi aiutare il corpo a svilupparsi al meglio, mantenendo poi nel tempo la forza e la capacità di sviluppo.

10. Infine una carrellata di benefici digestivi: i bambini soffrono spesso di coliche, mal di pancia, piccole ulcere o irritazioni. Le bacche di Goji riducono questi problemi, prevenendo e attenuando le ulcere, le sindromi del colon irritabile e le coliche, così come aiutando l'organismo a depurarsi e disintossicarsi al meglio!

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Quando vorresti che il tempo si fermasse

Domenica, 15 Maggio 2016 06:51

Passano pomeriggi, giorni, mesi e anni in cui vivi nella gioia ma anche nella fatica più impensabile, quella che ti fa toccare con mano il tuo limite di sopportazione, anzi quella linea l'hai superata ormai da tempo immemore: così dopo l'arrivo del mio secondo figlio il mio corpo e la mia mente (e chi di voi è mamma bis con figli vicini di età lo sa) hanno sopportato periodi in cui sinceramente, se guardo indietro, non so come ho fatto a superare più o meno indenne. Non so davvero spiegarmi come ho fatto a superare giornate di totale solitudine, stanchezza e di esaurimento nervoso galoppante: la sensazione di non finire mai era imperante e spesso il buio occupava la mia mente, così come il senso di inadeguatezza e di "tutto fuori controllo". 

Ora sono passati 2-3 anni dai giorni bui e i miei figli hanno 4 e 6 anni e vedo quei giorni con la patina ovattata che il tempo dona: tra vuoti di memoria e flash improvvisi, ricordi di grande tenerezza e profondo amore ed ematia, visini addormentati e cremine profumose, quei momenti sono lontani. Ora perdo sempre pezzi qua e là, ma mi sento generalmente più in grado di sostenere la situazione ma sopratutto una cosa è cambiata: con loro, con i miei pupetti, sto proprio bene. Insieme coloriamo in ogni modo, facciamo la lotta, sperimentiamo l'arte in tante forme, ci riposiamo, ci immergiamo nella natura. Scegliamo insieme i giochi da fare ma condividiamo anche le incombenze quotidiane, dalle lavatrici alla spesa in un gioco tendenzialmente armonico. 

Venerdì sera, dato che papà tornava dal suo viaggio di lavoro la mattina successiva, siamo andati a mangiare insieme una pizza ed è stato bello, semplicemente bello. E ho pensato: "Wow, vorrei che questo periodo durasse per sempre". E devo dire che non mi era mai capitato di voler farmare il tempo, di sentire il desiderio di rimanere in un periodo preciso della mia vita perchè per natura sono sempre proiettata nel futuro. Ma posso dire che è bello, che significa provare una sensazione di appagamento, pace e serenità notevole, mai percepita prima. Cercherò di organizzarmi al meglio per vivere al 100% questo dono, queste due meraviglie che la natura mi ha donato.

Questa era l'idea di maternità che io immaginavo, queste erano le mie aspettative, di certo non anni senza sonno, esaurimenti nervosi, pianti, crisi di fame nervosa e grande solitudine. Certamente ci sono stati momenti molto, molto belli ma, almeno nel mio caso, la stanchezza era a volte così forte che mi ha impedito di apprezzarli come meritavano. 

Ma credo che senza quelli non sarei in grado ora di vedere una pizza insieme ai miei pupi il momento più bello della mia vita. Perchè davvero, tutto serve, anche quando pensiamo di non essere troppo stanche, troppo sole, troppo sovraccaricate di ogni peso. 

Giulia Mandrino

Dopo un week-end di feste oppure semplicemente dopo una cena un po' troppo impegnativa, possiamo ricorrere ad alcune bevande che ci aiutano a smaltire le tossine accumulate. In primis il decotto di rosmarino, perfetto per sostenere i processi depurativi del fegato. Ma anche l'acqua aromatica al cetriolo, menta e limone è un valido alleato grazie alle proprietà depurative di cetriolo e limone ma anche a quelle tonificanti della menta. 

Vediamo insieme come preparare un'acqua detox cetriolo, limone e menta: la ricetta dell'acqua che stimola il metabolismo e i processi depurativi

“Fate la nanna”, credo uno dei libri più venduti in tutto il mondo. L’ormai celebre Estivill propone un metodo per far addormentare i bambini assolutamente criticato dalla stragrande maggioranza di psicologi, pedagogisti e neuropsichiatri infantili: nonostante molti studi scientifici siano fortemente contrari a questo approccio, il libro continua a essere venduto nelle librerie riscuotendo un grande successo.

Ecco 11 motivi per cui il metodo del libro "fate la nanna" è pericoloso per i bambini: perché il Metodo Estivill è rischioso secondo la dott.ssa Alessandra Bortolotti

1. “È quantomeno curioso che in fondo al libro non ci sia neanche un rigo di bibliografia e che, e dalla sua uscita a oggi, gli autori non abbiano pubblicato un solo studio scientifico che dimostri la validità del “loro” metodo.

2. Autorevoli associazioni mondiali hanno prodotto documenti ufficiali che mettono in guardia dai possibili rischi a esso collegati. Eppure il libro vende tantissimo, viene consigliato da molti corsi di accompagnamento alla nascita e regalato come strumento indispensabile per i genitori. “Il suo metodo, fra l’altro, è criticato da diversi studi solidamente documentati, e di recente, dopo una segnalazione dell’Associazione culturale pediatri in merito a una trasmissione televisiva che proponeva immagini molto forti di un bambino sul quale veniva applicato, si è espresso a sfavore di questo metodo anche il Garante per l’infanzia italiano.”

3. Da un punto di vista psicologico, ignorare il pianto significa privare di efficacia il segnale che i bambini utilizzano da sempre per comunicare con i genitori o con chi si prende cura di loro. Questo può alimentare un senso di inadeguatezza circa la loro capacità di esprimere paure e disagi e di ricevere in cambio regolazione emotiva dall’adulto, nel senso di rassicurazione e conforto.

4. La psicoanalista inglese Sue Gerhardt ha dimostrato l’effetto che il pianto prolungato dei bambini ha sul loro sistema endocrino: «L’essere costantemente ignorati quando si piange è particolarmente pericoloso perché alti livelli di cortisolo nei primi mesi possono anche incidere sullo sviluppo di altri sistemi di neurotrasmettitori i cui percorsi devono ancora essere stabiliti. Essi sono ancora immaturi e non pienamente sviluppati persino dopo lo svezzamento. Infatti il ritmo normale di produzione di cortisolo ha un picco la mattina al risveglio e ci vuole quasi tutta la prima infanzia (fino ai 4 anni circa) per stabilire un andamento adulto della quantità di cortisolo, alta la mattina e bassa la sera».

5. Al contrario, aggiunge, «si è scoperto che coloro che hanno avuto un costante contatto fisico, sono stati spesso tenuti in braccio e hanno ricevuto molta attenzione durante la prima infanzia, da adulti hanno un’abbondanza di recettori del cortisolo. Ciò significa che possono facilmente gestire lo stress».

Può inoltre incidere sui suoi ritmi fisiologici:

6. Alterando i cicli del sonno e le fasi Rem e non Rem.

7. Alterando la maturazione dei neuroni.

8. Inducendo una produzione di cortisolo in eccesso e protratta (stress).

Non solo, ma può generare anche disagi psicologici:

9. Il pianto smette di essere un segnale accolto dall’adulto.

10. Il bambino non ha più fiducia nella sua capacità di farsi capire, ascoltare e aiutare. Col tempo non chiama più anche se si sveglia, perché probabilmente si rassegna al fatto che nessuno risponderà al suo richiamo.

11. Un altro aspetto molto discutibile del libro è che contiene frasi appositamente inserite per persuadere il lettore ad aderire al metodo. Parallelamente alle sue regole da seguire, l’autore elabora infatti un vero e proprio programma di persuasione di cui il genitore-lettore, in quanto potenziale acquirente, è l’inconsapevole destinatario. Estivill punta a convincere perché sa che per natura, per istinto e per amore il genitore potrebbe sviluppare dubbi, difficoltà e reticenzeb a eseguire le sue istruzioni. Che cosa fa allora il nostro autore? Usa sapientemente le parole per indurlo a delegare a lui la questione, producendo disempowerment, rendendolo dipendente dal metodo stesso – che andrà ripetuto ove necessario – e facendolo sentire come uno dei pochi eletti che riescono ad applicarlo.”

Come fare allora per riuscire a dormire la notte senza essere svegliati dai propri figli?

Nel libro  “I cuccioli non dormono da soli” di Alessandra Bortolotti, ed. Mondadori, l'autrice ci spiega come funziona il sonno dei bambini e ci illustra possibili soluzioni: a noi spetta scegliere quella migliore per la nostra famiglia.

Giulia Mandrino e Alessandra Bortolotti

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

I germogli delle piante sono davvero benefici: essi contengono, in maniera più concentrata, le vitamine (sono ricchissimi di vitamina A e B12!), i sali minerali, gli enzimi, gli amminoacidi essenziali, gli oligoelementi, i carboidrati, le proteine, gli zuccheri semplici e le sostanze di riserva che servono per la crescita della pianta. Sono praticamente gli embrioni delle varie specie.

Se consumati, questi germogli (che crescono a partire dai piccoli semi) si rivelano davvero utili al nostro organismo, oltre che buonissimi! Tra le specie più apprezzate e utilizzate in cucina (in maniera davvero versatile per insaporire ogni piatto) troviamo i germogli di soia, dei fagioli, delle lenticchie, della rucola, dei broccoli, del trifoglio, della senape, del lino, del fieno greco, del crescione e di mille altre piante. E tutti hanno un sapore molto deciso!

Potete trovarli in commercio già pronti, ma c'è un uso ancora migliore: la germogliazione in casa! 

Vi presentiamo gli usi benefici dei germogli e del germogliatore: come coltivare in casa i germogli delle nostre verdure preferite a partire dai loro semi

Solitamente i germogliatori casalinghi si presentano in plastica o terracotta. Si tratta di contenitori più o meno grandi che permettono la crescita dei germogli di più specie di semi contemporaneamente, grazie ai cestelli sovrapposti o messi uno accanto all'altro.

I semi delle varie specie di piante si trovano in commercio, singoli o in mix già pronti, a basso costo (rispetto ai germogli già pronti, che invece hanno un prezzo piuttosto elevato). Una volta comperati, i semi vanno messi in ammollo (solitamente per una notte), scolati e successivamente vengono posti sui ripiani del germogliatore, da posizionare in un luogo della casa soleggiato ma non esposto ai raggi diretti del sole (che altrimenti brucerebbero i semi). Qui trovi i nostri consigli e i vari tipi di semi da far germogliare.

Non serve innaffiarli troppo: di solito basta una spruzzatina d'acqua ogni tanto, in modo da evitare eccessi di liquido che altrimenti formerebbero muffe e farebbero proliferare i batteri. L'acqua in eccesso, comunque, viene raccolta nella vaschetta alla base del germogliatore. Basterà vuotarla (ma senza buttarla: è ottima per innaffiare le altre piante!) e continuare la nostra coltivazione.

Giorno dopo giorno, i semini iniziano a schiudersi e a germogliare, formando un'erbetta davvero carina. Bastano pochi giorni: il trifoglio, ad esempio, è pronto già dopo cinque giornate! E in ogni caso i tempi di germogliazione sono davvero brevi.

Una volta pronti (raggiungono solitamente l'altezza di una decina di centimetri) sono subito consumabili. Anzi, prima li si mangia meglio è, anche se, una volta colti, possono tranquillamente durare in frigorifero (all'interno di una vaschetta di vetro con coperchio ermetico) per quattro o cinque giorni senza appassire. Meglio non lasciarli nel germogliatore: continuando a crescere perderebbero molte delle loro proprietà nutrizionali, diventerebbero collosi e acquosi e sarebbero quindi un pochino più indigesti.

E come si mangiano? Sempre meglio crudi: in questo modo manterranno tutte le proprietà della pianta. Li si può sfruttare per insaporire insalate e insalatone, sulle bruschette, nelle salse, insieme ai cereali come riso e farro, nelle zuppe e nelle minestre, nello yogurt o all'interno di polpette e ripieni.

Noi abbiamo scelto Germoglio, di Siqur Salute. Germoglio infatti è automatico, il che lo distingue nettamente dai germogliatori “normali”. Nella parte iniziale di questo libretto è spiegato abbastanza bene come funziona e trovate anche info utili sui germogli: https://issuu.com/siqursalute/docs/germoglio/1?e=24502617%2F30000297

Ecco le caratteristiche principali di Germoglio:

- è automatico, con un bassissimo consumo di energia annaffia tramite uno spruzzino i germogli ogni mezz’ora

- l’acqua raccolta nella vaschetta in basso viene rimessa in circolo per le annaffiature, cosa che evita da una parte il ristagno e la formazione di muffe, dall’altra fornisce ai semi la giusta ossigenazione

- non è necessario terreno né luce solare, grazie al colore della vaschetta che scherma la luce esterna creando l’”habitat” ideale

- le plastiche sono BPA free

- può essere educativo per i bambini osservare la crescita dei germogli!!! 

- il tempo per la “raccolta” oscilla di norma tra i 3 e i 6 giorni, a seconda dei semi

- la quantità di germogli ottenuta con Germoglio è notevole! una famiglia può mangiarne tranquillamente per una settimana

La redazione di mammapretaporter.it

 

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Cos'è il digiuno breve e come funziona

Sabato, 14 Maggio 2016 07:00

Il nostro corpo è una macchina efficientissima: esso sa regolarsi in base alle nostre esigenze, ma anche noi possiamo essere in grado di modificare le sue reazioni per avere benefici a lungo termine. Lo sapevate?

Pensate solo alle persone diabetiche, che facendo attenzione a fare una corretta colazione possono regolare la loro insulina fino a cena! Ecco, allo stesso modo certi comportamenti alimentari possono stimolare alcuni aspetti del metabolismo per avere effetti positivi che durano nel tempo.

Il digiuno breve può essere considerato una pratica di questo tipo: non una limitazione prolungata all'assunzione di cibo, ma solo qualche mese al giorno. In questo modo i benefici sarebbero davvero ottimi, lontani dai danni causati dai digiuni di lunga durata.

Ecco cos'è il digiuno breve e come funziona: come l'assunzione limitata di cibo per qualche giorno al mese può dare una spinta reale al metabolismo

Il digiuno è da sempre una pratica conosciuta e diffusa. Molte religioni (come l'Islam con il Ramadan e il cattolicesimo con il venerdì di magro senza carne e alcolici, o i diversi giorni di astensione dal cibo previsti dall'ebraismo) lo prevedono, e non solo per le proprietà metaforicamente depurative: la depurazione è reale, e i suoi benefici sono provati. Così come il fatto che la restrizione calorica, ovvero un'attenzione più focalizzata sul non assumere troppe calorie, è causa di longevità rispetto a chi sceglie diete ipercaloriche.

Il digiuno breve si inserisce così in questa prospettiva, né più né meno, e vuole essere una pratica per migliorare l'organismo senza ricorrere alle solite diete iperproteiche che di fatto affamano in maniera pericolosa l'organismo.

La ricerca è stata pubblicata sulla rivista di settore "Cell Metabolism" ed è stata condotta dal dott. Valter Longo dell'University of Southern California di Los Angeles. In poche parole, il dott. Longo spiega come brevi periodi di digiuno possano avere effetti positivi sull'uomo.

I benefici si ottengono, praticamente, perché attraverso questi brevi digiuni distribuiti durante il mese viene stimolata la produzione di una particolare proteina, la FSP27, che favorisce lo scioglimento del grasso, modulando così le funzioni metaboliche. 

Si crea nel corpo una sorta di memoria metabolica, che con il digiuno agisce più velocemente rispetto a quando si mangia troppo, e che quindi dura di più (per questo bastano pochi giorni al mese!).

Il digiuno breve vuole puntare alla riduzione delle malattie legate alla sovralimentazione (come i tumori e i problemi cardiovascolari) e all'allungamento della vita.

Lo studio ha quindi preso in considerazione (dopo i test sugli animali, che hanno provato un miglioramento e un allungamento della vita: i topi che seguivano questa particolare dieta vivevano in media tre mesi in più rispetto ai compagni - e tre mesi, nella vita di un topo, sono parecchi) diciannove volontari che hanno provato per cinque giorni al mese a limitarsi all'assunzione di circa 700 calorie, mantenendo la dieta "normale" per tutti gli altri giorni.

In soli tre mesi i miglioramenti sono stati incredibili: il glucosio nel sangue è sceso (come la resistenza insulinica, che è diminuita), il grasso addominale si è ridotto, così come sono scesi i livelli di proteine responsabili delle malattie cardiovascolari e si sono ridotte le transaminasi. 

Il peso gradualmente scende, quindi, e insieme al dimagrimento il corpo ne guadagna in vera salute.

Non tutti possono effettuare il digiuno breve, è quindi fondamentale chiedere prima di tutto consiglio al proprio medico di fiducia. 

Ma come funziona il digiuno breve? Può essere effettuato secondo due modalità:

1. La prima prevede l'astensione dal cibo per un periodo di 16-17 ore eliminando il pasto serale: di giorno è assolutamente sconsigliato perchè il processo di eliminazione di tossine avviene la notte e l'accelerazione metabolica non si verifica se si salta la colazione o il pranzo. Durante queste 17 ore è concessa anzi obbligatoria l'assunzione di acqua e volendo anche tisane e un estratto di sola verdura e zenzero (ad eccezione di carote, zucca, zucchine e pomodori). 

2. La seconda modalità, illustrata in precedenza, è l'assunzione ridotta di cibo durante la giornata per un totale di circa 700 calorie. 

La frequenza con cui si è effettua questo digiuno non deve essere in nessun modo continuativa: gli esperti consigliano 2 giorni, 3 a settimana al massimo. Il resto del tempo è necessario seguire un'alimentazione sana a base di verdura, un po' di frutta, cereali integrali in quantità moderate, pesce e poca carne, uova e formaggio. Chiaramente evitare zucchero bianco, grassi ideogenati e bibite gasate. 

La redazione di mammapretaporter.it

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Cos'è il Chi, o Energia Vitale

Sabato, 14 Maggio 2016 06:52

C'è un termine, nella medicina tradizionale cinese, che in italiano viene tradotto con Energia Vitale. Si tratta del "chi", o "qi", ed è fondamentale per l'uomo.

Ma di cosa si tratta? Vediamolo insieme.

Ecco cos'è il Chi, o Energia Vitale: la forza che secondo la medicina tradizionale cinese sta alla base dell'universo

Esso è la forza primordiale di tutta la vita, dell'universo, dell'uomo. Costituisce tutto e da esso derivano trasformazioni e movimenti.

In sostanza, l'energia vitale nasce nel momento esatto della nascita dell'uomo, quando egli è ancora embrione e feto (essa si forma infatti dall'incontro tra seme maschile e ovulo femminile); cresce con lui e, alla morte, si disperde nel mondo.

Il chi è in questo senso il flusso continuo che lega i tessuti umani, gli organi, ma anche la persona all'ambiente che la circonda.

Tutto parte dall'ombelico: il bambino, ancora nella pancia della mamma, riceve proprio da lì i nutrienti e l'aria di cui ha bisogno, ed è per questo che per la medicina cinese esso è il punto di partenza dal quale si origina il flusso vitale. Questo flusso vitale, l'energia vitale o chi, è appunto l'insieme di tutte le energie e di tutte le sostanze indispensabili all'organismo per vivere in salute.

Questa energia vitale (che spesso si identifica nello ying e yang, energia mista calda e fredda, liquida e densa, o flusso di energia tra l'interno e l'esterno, tra il corpo e l'ambiente) si costituisce in due modi: prima della nascita, attraverso quella ricevuta dai genitori, e dopo la nascita, con quella costituita attraverso gli scambi con l'ambiente in cui si vive (che modifica la quantità e la qualità di energia iniziale a seconda dell'alimentazione e delle abitudini).

Alla nascita l'equilibrio era perfetto e nutriente: pian piano l'adulto perde questo equilibrio, ed è attraverso la meditazione taoista (o grazie ad altre pratiche dedicate proprio a questo scopo) che si può tentare di tornare all'equilibrio iniziale. 

Si ritiene che i canali che trasportano l'energia vitale agli organi e ai tessuti con il passare del tempo si ostruiscano, causando la stanchezza e la cattiva salute; in altre parole, lo stress della vita rende "cattivo" il flusso di energia vitale così perfetto nell'infanzia.

Se l'energia scorre libera senza ostruzioni, quindi, il corpo è in salute e l'ambiente in armonia; quando però il flusso si blocca l'organismo è soggetto a dolori e malattie, mentre all'esterno il tutto si traduce in tempeste e cataclismi.

Per ristabilire la buona salute è quindi necessario risanare i rapporti tra le forze ying e yang, che, fredde e calde, se unite di ritrovano tiepide. Il taoismo cerca quindi, in altre parole, di tentare di far tornare allo stato iniziale in cui si trovava durante la nostra infanzia il flusso energetico vitale che scorre nel nostro organismo, attraverso la meditazione o la respirazione.

Anche l'agopuntura si occupa di ripristinare il corretto ed equilibrato flusso di energia vitale, così come lo shiatsu, il reiki o lo yoga. E anche il feng shui si basa sullo stesso principio: garantire la migliore qualità energetica attorno a noi, nell'ambiente in cui viviamo, per far sì che ciò fluisca poi nel nostro corpo.

 

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Sara

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Cecilia

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