Preparare un frosting o una crema a base di cream cheese quando si è intolleranti al lattosio o quando si vogliono evitare i latticini è davvero molto difficile. Ecco perché ho pensato a questa alternativa più sana e più light per guarnire in maniera altrettanto gustosa e bella i nostri dolci senza rinunciare a nulla!
Frosting sano per cupcake e torte: come preparare la copertura perfetta dicendo "no" al lattosio
La barbabietola non è solo molto buona e saporita, ma è anche perfetta per abituare i bambini ai colori più disparati, in questo caso il rosa tendente al rosso. Se amate l'hummus, questa è una ricetta interessantissima per proporre in tavola la barbabietola. Ed è buonissima con le verdurine fresche tagliate, da inzupparci come un pinzimonio!
Tra le salse più iconiche e amate tanto dai grandi quanto dai bambini c'è certamente il ketchup. Effettivamente è una salsa equilibrata e se proviamo a farla in casa, in maniera super semplice perché non è prevista cottura, otterremo un ketchup davvero sano, buono e senza conservanti, aromi e coloranti! Ecco la nostra ricetta, che siamo certe amerete moltissimo.
Imparare l’inglese è per i nostri bimbi ormai fondamentale. Sono moltissimi i genitori che scelgono di insegnare la seconda lingua fin da subito, per vari motivi, primo su tutti l’opportunità di imparare l’inglese in maniera più naturale, fin dai primi anni di vita, periodo nel quale la capacità ricettiva di un bambino è molto alta.
Per farlo, non serve necessariamente parlare tutto il giorno in casa l’inglese, soprattutto se i genitori non lo conoscono. Possiamo infatti sfruttare vari strumenti che fanno al caso nostro, come la tivù e i cartoni animati in inglese e, soprattutto, i libri per bambini in lingua inglese.
Usborne è una casa editrice britannica indipendente specializzata in libri per bambini che ha fatto della qualità dei propri titoli il suo marchio distintivo. I suoi libri sono coinvolgenti, semplici ma efficaci, e vanno da quelli per neonati a quelli per pre-adolescenti che cominciano a leggere in inglese cose un pochino più corpose. Il bello di Usborne è che non la troviamo solo nel Regno Unito: c’è anche il sito internet italiano con il catalogo completo, sul quale possiamo trovare i loro libri in inglese a seconda dell’età, così come una pagina Facebook dedicata, curata da Ms. Martha Santeramo, un'insegnante montessoriana che organizza anche fiere di libri in inglese per bambini nelle scuole.
Come ad esempio “Fat cat on a mat and other tales”, una raccolta di racconti speciale e dolcissima, un perfetto primo libro di storie della buonanotte in inglese!
“Fat cat on a mat and other tales” (che potete acquistare qui) fa parte delle Usborne Phonic Stories ed è scritto e illustrato da Phil Roxbee Cox e Stephen Cartwright. Si tratta di una raccolta di dodici storielle in rima con suoni fonetici ripetuti che i bambini amano moltissimo perché davvero coinvolgente e familiare. È studiata apposta per aiutare i più piccoli a sviluppare le capacità di lettura in inglese e le principali skill linguistiche, proprio grazie alle ripetizioni continue che coinvolgono (esattamente come le rime, che i bambini amano) e allo stesso tempo aiutano e preparano.
il “Fat cat on a mat”, il grasso gatto sul tappeto, è solo uno dei carinissimi protagonisti di questa raccolta di brevi racconti. Ci sono la “Fox on a box” (la volpe su una scatola), “Big pig on a dig” (il grande maiale che scava), “Sam sheep that can’t sleep” (Sam la pecora che non riesce a dormire”), l’orsetto Ted che ama il rosso…
Ogni storia è un’avventura diversa, scritta con poche parole che descrivono benissimo tutto, accompagnata da dolcissime e complete illustrazioni che permettono di visualizzare alla perfezione, fin nel dettaglio, ciò che si è appena letto. E in molte pagine i bambini scoprono delle alette da sollevare, sotto cui si nascondono altri bellissimi dettagli e parole.
Le ripetizioni, spesso in rima e ricchissime di assonanze, come dicevamo aiutano i bimbi a prendere confidenza con la lingua, a ripetere le parole e i concetti più velocemente e ad acquisire una sempre più corretta pronuncia inglese. Sembrano un po’ degli scioglilingua ed è proprio quello il concetto alla base.
Non sono però solo le parole e il loro suono ad essere al centro dell’attenzione: i bimbi imparano anche i numeri (come nella storia della gallina con dieci nuove penne per colorare), i verbi, i nomi degli oggetti, i colori, il tutto accompagnati dai nuovi compagni di viaggio, gli animali protagonisti dei vari capitoli che tuttavia saltellano qua e là, di storia in storia, ritrovandosi e facendo quindi sentire i bambini in una nuova famiglia!
Questo è un libro da sfogliare e vivere insieme, prima con mamma e papà che leggono ad alta voce, poi imparandolo a memoria e poi leggendolo da soli, sfruttandolo quindi non solo per imparare l’inglese ma anche per il riconoscimento delle lettere.
E non dimentichiamo due dettagli che rendono questo libro di racconti davvero speciale: il primo è la piccola duck, la paperella, presente in ogni pagina, che rende ancora più curiosa la lettura (dal momento che i bimbi possono anche semplicemente sfogliare il libro cercando di volta in volta il piccolo pennuto). E poi il CD compreso nel libro, che permette di ascoltare tutte le storie con una pronuncia esatta, lasciandosi coccolare dalle narrazioni e dalle assonanze piacevolissime, facendo entrare nelle orecchie la lingua in maniera estremamente naturale ed efficace.
Sara Polotti
In Italia l’hashtag che doveva cambiare le cose era #iocambio: un fantastico gruppo di papà aveva deciso, a partire da un avanguardistico (sì, purtroppo dobbiamo ancora chiamarlo così perché ce ne sono pochissimi) bar di Milano, di fare sentire la propria voce per spargere il concetto di parità di genere anche all’argomento dei fasciatoi.
Perché i fasciatoi sono quasi sempre e solo nei bagni delle donne? Non esistono forse papà che escono da soli con i bimbi e che si ritrovano a doverli cambiare?
A quanto pare la situazione è uguale in tutto il mondo, purtroppo, ed è quindi nato un nuovo hashtag per sensibilizzare tutti riguardo a questo argomento: #squatforchange.
Dunque, la situazione è semplice: quando un papà (o uno zio, o un nonno, o un babysitter) si trova in giro con i bambini e ha bisogno di cambiarli, il 99% delle volte non trova un fasciatoio. O meglio, lo trova, ma nel bagno delle donne. C’è chi ci entra, ma naturalmente obbligare a farlo è stupido. C’è quindi chi va nel bagno degli uomini e si arrabatta come può. Ecco da dove arriva l’hashtag di riferimento, #squatforchange, ovvero #accovacciarsipercambiare: dalle posizioni che i papà devono inventarsi per cambiare i propri figli (vedi foto qui sotto!).
https://www.instagram.com/p/BpZXVTiAZ3I/
Guardate questi papà: si accovacciano e trovano una posizione, per quanto scomoda, per cambiare i bimbi. È quasi umiliante e irrispettoso, ci viene da dire. Perché mai sono costretti a una cosa del genere quando la soluzione è più semplice di bere un bicchiere d’acqua?
Basterebbe che tutti i luoghi pubblici dotassero anche i bagni degli uomini di un fasciatoio. Non serve molto, no? Basta fare un giro all’Ikea, verrebbe da dire, dove si può trovare il fasciatoio più base che esista in maniera veloce ed economica. E piazzarlo poi nella toilette maschile.
https://www.instagram.com/p/BpvnABxlFcG/
Su Instagram l’hashtag #squatforchange va fortissimo ed è nata anche una pagina dedicata, con un sito internet specifico. Non ci sono solo immagini di papà intenti nell’accovacciamento a fine cambio pannolino o in posizioni assurde e anti-igieniche (come questa sopra), ma anche le foto di locali che finalmente hanno provveduto a mettere un fasciatoio nel bagno degli uomini e considerazioni generali sull’argomento. Come questo, che ci piace molto.
“Mio marito è andato nel bagno della nostra chiesa per cambiare il bambino, e ha notato che non c’era un fasciatoio. È andato subito dallo staff della chiesa e il nostro Pastore ha risolto la questione molto velocemente. Ci hanno detto che non ci avevano mai pensato. Quindi è così: sta tutto nella coscienza del problema. Un giorno alla volta!”.
Insomma: il problema dell’assenza di fasciatoi nelle toilette degli uomini non è nulla di insormontabile. Semplicemente, non ci si pensa. Ecco perché è necessaria la sensibilizzazione, anche semplicemente attraverso queste campagne social alle quali possiamo tutti partecipare postando le nostre esperienze e le nostre fotografie. Ogni persona che vedrà la foto si interrogherà sul problema, ci penserà anche se sarà la prima volta che si chiede questa cosa, e la consapevolezza del problema si diffonderà. Per i futuri gestori di negozi e locali pubblici sarà quindi normale pensare di dotare il bagno degli uomini con un fasciatoio, no?
Per partecipare alla campagna basta semplicemente scattare una foto con il proprio bambino accovacciandosi, mimando la posizione del cambio pannolino in luoghi scomodi. E taggare naturalmente con l’hashtag, #squatforchange. Ma anche con quello italiano, per sensibilizzare il nostro Paese! In questo caso, aggiungiamo anche #iocambio.
Giulia Mandrino
In questi giorni uggiosi di primo freddo non possiamo che riscaldare il nostro spirito affidandoci all’Hygge. Come sapete, amiamo moltissimo questa filosofia di vita danese che prevede di circondarsi di coccole, calore e confort per sentirsi bene in famiglia, vedendo il bello nelle piccole cose e godendosi anche le giornate più grigie.
Ora però abbiamo scoperto anche un’altra corrente di pensiero che ci piace altrettanto. La parola che la racchiude è “Fika” e in svedese significa semplicemente “pausa caffè”. Una pausa caffè che tuttavia non è solo una pausa caffè, ma molto, molto di più!
La Fika in Svezia è la parte migliore della giornata. È uno di quei momenti irrinunciabili che si attendono con trepidazione, un’abitudine consolidata che riesce a rendere ogni giornata, anche la più pesante, molto più piacevole. Soprattutto nei mesi freddi e invernali, dal momento che la Fika prevede, come ingrediente principale, il caffè (o in alternativa una bevanda calda).
Le bevande calde, come sappiamo, sono uno dei pilastri anche dell’Hygge, la filosofia danese del ricercare la felicità nei piccoli piaceri quotidiani. La Fika, tuttavia, è proprio un’abitudine specifica che prevede bere una tazza di caffè in compagnia ed è quindi basata proprio su una tazza di bevanda calda! Nasce in Svezia (che è tra i maggiori consumatori di caffè al mondo) ma ormai si sta espandendo dappertutto, anche da noi, proprio per la sua confortevolezza e la sua positività.
Ma ricapitoliamo. In poche parole, Fika in svedese significa “pausa caffè”. È una parola che deriva dallo slang ed è una metatesi che inverte le sillabe della parola “kaffi”, che in svedese antico significava “caffè” (oggi si dice “kaffe”).
La Fika è dunque quel momento quotidiano durante il quale ci si concede una bevanda calda (inizialmente era strettamente il caffè ma oggi la scelta è più estesa) accompagnata da un dolcetto in compagnia dei colleghi, degli amici o dei familiari (solitamente un paio di volte al giorno, a metà mattina e a metà pomeriggio). È in tutto e per tutto una pausa dallo stress quotidiano, ma molto più sentita e apprezzata, più consapevole. Esiste dall’Ottocento e in Svezia è molto radicata, soprattutto tra gli anziani, che sono dei veri esperti e offrono agli ospiti fino a sette tipi di torte o biscotti (come la tradizione iniziale prevedeva).
Per essere precisi, dobbiamo dire “fare fika”, perché per gli svedesi è proprio un’azione. Ci si prendono cinque minuti e in questi cinque minuti è obbligatorio rilassarsi, staccare la spina dai pensieri del lavoro o della casa, bevendo una bevanda calda coccolosa e concedendosi un piccolo dessert.
Tra le bevande che possiamo scegliere per fare fika ci sono naturalmente il caffè (ma preso un po’ più lungo, magari macchiato, oppure americano, come se fosse una bevanda più “lenta” del nostro espresso italiano), la cioccolata calda, un tè caldo, magari speziato, un glögg, il tutto accompagnato da piccoli muffin, scones, fette di torta o dolcetti (a noi piace andare all’Ikea e comprare i loro biscotti, tipicamente nordici e deliziosi).
In inverno la fika la si fa in casa, in ufficio, al bar, davanti al camino, godendosi la coccolosità dei maglioni il calore delle persone attorno. In estate, invece, nonostante le temperature salgano, la fika non viene abbandonata ma viene fatta anche all’aperto, nella natura, tutti insieme.
Perché ci piace questa tradizione svedese della pausa Fika? Perché permette di rallentare, di socializzare, di chiacchierare, di concedersi un momento per sé. Permette di stare bene con se stessi e con gli altri, rendendoci anche più produttivi (perché lo stress è controproducente!). E si sposa benissimo con la filosofia danese dell’Hygge che ormai fa parte delle nostre case.
Giulia Mandrino
Oltre alla classica purea di zucca (che in questa stagione adoriamo e che è la base perfetta per moltissime ricette), ormai non possiamo più fare a meno della nostra purea dolce di zucca. Una variante dolce e saporita, arricchita con le spezie più dolci, che diventa perfetta base per panini della merenda o per sbizzarrirsi in cucina!
La barbabietola rossa è un alimento molto impotante e ricco di proprietà. Molti però non amano il suo sapore "terroso" ma dolce, oppure semplicemente non sanno come cucinarla. In realtà è semplicissimo e con un po' di fantasia possiamo realizzare delle ricette facili e veloci come questo delizioso sugo!
Perché rinunciare alla dolcezza e al junk food quando possiamo renderlo healty food? Uno dei nostri passatempi è cercare di trovare la ricetta giusta per rendere i piatti più amati (ma poco sani) più salutari e benefici. E questa dei donut è davvero una bomba!
Spesso i vari tipi di pasta delle tradizioni regionali italiane sono a base di farine davvero sane e ricche di nutrienti: un esempio è la pasta di grano saraceno dei classici pizzoccheri valtellinesi.
A volte basta davvero solo cambiare il condimento per rendere questa pasta un po' più sana: qui l'abbiamo interpretato con dadolata di zucca, carote viola e mandorle e nocciole croccanti.