Mettetevelo bene in testa: che la mamma incinta debba mangiare per due è assolutamente falso. Al contrario, bisognerebbe stare un pochino più attente per non eccedere nel peso. Un peso che, una volta nato il bambino, potrebbe essere difficile da perdere. Se questa del "mangiare per due" è una leggenda metropolitana, una frase fatta, quando di tratta di mangiare in gravidanza c'è un'altra verità che invece bisogna seguire attentamente. Parliamo dei cibi da evitare: ce ne sono, ed è importante seguire alla lettera i consigli del medico per non rischiare di fare male al bambino o a se stesse.
Ve lo diranno subito, alla prima visita: una delle prime cose da fare è fare un piccolo esame del sangue per accertare se siete o meno immuni dalla toxoplasmosi. La toxoplasmosi, chiamata per abbreviazione "toxo", è una malattia parassitaria che solitamente non dà nemmeno sintomi (potreste scoprire di averla già fatta senza esservene accorte) ma che se contratta in gravidanza può avere effetti negativi sul vostro bambino.
La si potrebbe prendere attraverso un parassita presente nelle feci degli animali selvatici, e di conseguenza attraverso la frutta e la verdura non lavate bene (soprattutto quelle che crescono sotto terra o appoggiate al terreno; la regola è sempre lavare molto bene e più del solito le vostre verdure e i vostri frutti, aggiungendo all'acqua un po' di bicarbonato) e mangiando carne cruda.
Ecco allora perché la carne cruda o poco cotta, se non siete immuni, è assolutamente vietata per tutti i nove mesi. Addio tartare e carpacci, insomma, ma anche bistecche al sangue e tutto ciò che non abbia una cottura totale.
Lo stesso discorso vale per i salumi non cotti: prosciutto crudo, bresaola, coppa, salame... Non preoccupatevi invece del prosciutto cotto, della mortadella o del salame cotto. Inseriteli in una dieta varia, saltuariamente e senza esagerare e non ci saranno problemi.
Ahinoi, è arrivato il momento di deludere tutte le fan della cucina giapponese: anche qui è verissimo, il sushi è offlimits durante tutta la gravidanza. Il pericolo deriva dal fatto che in un sushi fatto male (o poco controllato) potrebbe nascondersi il parassita Anisakis, pericoloso normalmente ma ancora di più se una donna è incinta. Tuttavia chi l'ha detto che non potete recarvi nel vostro ristorante giapponese preferito? Questi mesi possono essere l'occasione per sperimentare tutti quei (buonissimi!) piatti cotti che normalmente non assaggereste nemmeno perché troppo concentrate sul pesce crudo: riso saltato, udon, tempura, pesce alla piastra...
In generale, quando mangiate il pesce, evitate assolutamente quello affumicato e scegliete le specie che contengono meno mercurio (pericoloso in gravidanza): evitate quindi il pesce spada e altri pesci di grandi dimensioni.
La regola, insomma, è sempre quella della cottura: non a caso dovete stare attente anche alle uova. Fate attenzione a non mangiarne mai di crude o poco cotte: il rischio è la salmonella. La carbonara, l'occhio di bue, la maionese, il tiramisù... Prima di mangiare ragionate sempre, perché un uovo crudo potrebbe nascondersi davvero in moltissimi piatti senza che ce ne rendiamo conto (vedi la maionese)!
Non da evitare del tutto ma da assumere comunque con molta moderazione sono i formaggi molli: alcuni tipi, come i formaggi blu, il brie, la feta e i tomini freschi potrebbero contenere un altro batterio, quello che causa la listeriosi.
Per lo stesso motivo, tutto ciò che non è pastorizzato andrebbe eliminato: il latte appena munto, i succhi di frutta non pastorizzati... Basta leggere le etichette.
Un alimento che sembra innocuo ma che non lo è sono le tisane e i tè a base di estratti vegetali (e anche gli integratori): state sempre attentissime quando ne bevete. L'unica tipologia che potete assumere senza il consulto medico è il tè ma anche qui che sia decaffeinato (come il caffè, se proprio non riuscite a farne a meno).
Ovviamente, poi, evitate gli alcoolici e lo zucchero (troppo, sia bianco sia di canna, potrebbe innalzare la glicemia portando al diabete gestazionale).
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Il bello della frutta secca e disidrata è che oltre al nutrimento provvede a fornire all'organismo elementi necessari per la buona salute. Con le noci, le mandorle, le nocciole, i pinoli, buonissimi e amati da tutti, il corpo può infatti assicurarsi i grassi buoni vegetali di cui ha bisogno; con la frutta disidratata (mele, pere, zenzero...) sarà invece come mangiare la frutta fresca, in maniera più comoda e sfiziosa. Sono ottime merende, questo è certo, ma sono anche ingredienti ottimi per condire e completare i piatti di tutti i giorni. Come ad esempio le insalate. Come sapete noi abbiamo scelto Noberasco per la sua grande qualità e per le super offerte che si trovano sul loro sito che consentono di acquistare prodotti di grande qualità a prezzi accessibili.
(foto 1 http://www.thecreativebite.com/honey-goat-cheese-endive-bites/)
(foto 2 http://thecookspyjamas.com/roasted-beetroot-goats-cheese-walnut-salad/)
(foto 3 http://fitfoodiefinds.com/2012/07/youre-so-plummy/)
(foto 4 http://www.carrieelle.com/grape-walnut-salad)
(foto 5 http://www.cookingclassy.com/2015/12/cranberry-almond-spinach-salad/)
(foto 6 http://minimalistbaker.com/pear-salad-dried-cherries-candied-walnuts)
(foto 7 http://somedayilllearn.com/ahi-tuna-salad/#_a5y_p=5397445)
Un momento unico e indimenticabile, pieno di emozioni, paure, dubbi, felicità, sensazioni strane. Alcune donne lo sanno senza bisogno di conferme, altre se lo sentono ma non ne sono sicure, altre ancora sentono mille sintomi, oppure nemmeno uno e fino al momento del test non se ne rendono nemmeno conto. Sta di fatto che alcuni campanelli d'allarme possono esserci, chi più chi meno. Di certo è differente se una donna sta cercando la gravidanza – e quindi ha le antenne ben rizzate su ciò che riguarda il suo corpo – o se la notizia arriva inaspettata. Ma come accorgersi? E a quale test affidarsi?
Innanzitutto, potreste sentire tutti i sintomi, nessuno o solo alcuni. I più comuni? Non tanto la nausea, che solitamente arriva qualche settimana più in là, quando probabilmente siete già a conoscenza del vostro stato. Piuttosto qualcosa di più leggero e apparentemente insospettabile, che però spesso annuncia proprio la gravidanza!
Innanzitutto la mancanza delle mestruazioni: l'amenorrea (è il termine scientifico) è il sintomo più visibile e spesso certo, soprattutto nelle donne che hanno cicli regolari come orologi svizzeri. Solitamente si aspetta qualche giorno per fare il test, potrebbe essere un ritardo dovuto ad altri fattori (stress, clima...). E nel mentre potete provare ad ascoltare il vostro corpo.
Alcune donne sperimentano una strana sonnolenza, molto forte, che colpisce nei momenti più strani. Potreste sentirvi assonnate durante il giorno, oppure rendervi conto che la sera vi viene voglia di andare a letto molto prima, oppure trovarvi ad addormentarvi davanti alla televisione quando prima non vi accadeva mai.
Sintomo apparentemente contrario ma che prova il lavoro che gli ormoni stanno facendo sul corpo della donna è l'insonnia. E' normale, non preoccupatevi: è l'organismo che sta cambiando e che deve calibrarsi!
Anche la pipì può essere un sintomo: lo stimolo di farla ogni cinque minuti, o comunque molto più spesso, è normale. Potrebbe essere una cistite (occhio!) ma anche la gravidanza porta con sé questo fastidio: l'ormone HCG fa affluire molto sangue nella zona pelvica, e questo stimola l'afflusso di pipì. Uno stimolo che non farà che aumentare: con l'allargarsi dell'utero nelle settimane successive, infatti, la vescica si troverà sempre più compressa.
Il seno potrebbe poi dolere più del solito. Un segnale, questo, che può essere confuso con quello – esattamente identico – della sindrome premestruale, ma che continuerà a persistere per i giorni successivi alla presunta data di comparsa del ciclo. Il seno, soprattutto quello delle primipare (e cioè le donne alla loro prima gravidanza) sta maturando come prima non ha mai fatto, preparandosi già all'allattamento.
Tra gli altri campanelli fate attenzione alle perdite (non quelle rosse, ma quelle acquose o biancastre, dovute all'aumento degli estrogeni), al mal di testa (ormoni, stress, cambiamento dei cicli di sonno), bruciori di stomaco, nausea (sì, a volte capita fin dai primi giorni), fastidi agli occhi e vista in calo... Sono tutti piccoli sintomi che potrebbero annunciare davvero una gravidanza!
Ma allora quando fare il test? E quale fare?
Solitamente, dicevamo, si attende almeno qualche giorno (almeno una settimana) dalla presunta data del ciclo prima di procedere al test, solitamente in stick. Questo perché potrebbe essere un falso allarme e le mestruazioni potrebbero arrivare con un pochino di ritardo (evitando così di farsi inutili illusioni), ma anche per il fatto che gli aborti spontanei nelle prime settimane sono davvero molto frequenti (e spesso la donna non se ne accorge nemmeno).
In realtà i test in commercio sono attendibili già dal primo giorno di ritardo. Se risultano positivi state tranquille: siete incinte! Se invece sono negativi potrebbe essere che ancora non avete in circolo molto ormone HCG (magari per un'ovulazione avvenuta in ritardo e quindi per una gravidanza iniziata qualche giorno successivo rispetto ad un ciclo normale). Ripetetelo dopo una settimana se il ciclo ancora non si fa vedere!
Il test di gravidanza fatto in casa si basa sulla presenza dell'ormone Beta HCG, in questo caso nelle urine. In farmacia o nei supermercati ne troverete di varie marche e tipologie: potete scegliere quello che preferite. L'importante è sapere poi come leggere, attraverso le istruzioni, il risultato. Alcuni attraverso lineette, altri direttamente con una scritta diretta.
Probabilmente il vostro medico, dopo che il test casalingo è risultato positivo, vi consiglierà di fare un esame in laboratorio per essere sicure della gravidanza. L'esame del sangue ricercherà di nuovo le Beta HCG (Gonadotropina Corionica Umana): quando l'ovulo fecondato si è impiantato all'interno dell'utero inizia a produrre la placenta, che a sua volta produce questo ormone riversandolo nel sangue.
Rispetto al test delle urine l'esame del sangue doserà in maniera precisa la presenza di questo ormone, rivelando così a che settimana è la gravidanza.
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Nei paesi anglosassoni non è nulla di eccezionale: spesso i genitori, per un motivo o per l'altro, decidono di non iscrivere i figli alla scuola pubblica (o a quella privata), ripiegando invece sull'home schooling, e cioè l'istruzione casalinga. Ma non sono solo i "comuni mortali" a fare questa scelta: cosa succede quando i VIP decidono di lasciare i propri figli a casa da scuola?
Emma Thompson: ve la ricorderete in alcuni classici del cinema britannico, da Love Actually a Harry Potter (era lei la professoressa Sibilla Cooman!). Ma Emma non è solo una grande attrice, è anche una moglie e una mamma molto attenta.
Tanto attenta che lei e il marito Greg Wise non ci hanno pensato due volte quando la figlia quindicenne ha espresso il desiderio di ritirarsi da scuola per seguire una via alternativa.
Il motivo? Nessuna polemica, nessuna scappatoia. Semplicemente, Gaia si è seduta con loro e onestamente ha espresso il suo parere riguardo alla scolarizzazione che finora aveva subito. Non è una ragazza svogliata, una studentessa incapace o una scansafatiche.
Al contrario: la decisione dei genitori ha tenuto conto proprio del fatto che Gaia a scuola era sempre andata abbastanza bene. Non era una "questione di voti". Cos'era? Stando alle parole della stessa ragazza, semplicemente "la scuola non faceva per lei", la vedeva come una fabbrica sforna-diplomi organizzata come una mera catena di montaggio. E se la scuola non fa per lei, non fa nemmeno per moltissimi altri bambini (bullizzati, con speciali necessità... i motivi sono svariati): si conta che tra l'Inghilterra e il Galles siano circa 60000 i ragazzi educati in casa.
Sì, Gaia è una grande lavoratrice, molto concentrata sugli studi, ma l'istituzione-scuola non le va giù. E così i genitori, che non hanno trovato nemmeno una piega nel suo discorso, hanno deciso di creare una stanza-aula scolastica nel giardino di casa dove la figlia potrà programmare il suo curriculum personalizzato e studiare. Non saranno loro, i genitori, a insegnare le materie (anche se spesso è così): Gaia avrà tutor che la seguiranno nel suo apprendimento.
Greg Wise supporta totalmente l'idea, anche se stanno ancora decidendo quali siano le materie più importanti, quelle su cui concentrarsi. Forse il latino, forse la danza (materie, in ogni caso, che aprono la mente e il fisico in maniera molto meno rigida rispetto a molte altre): per lui basterebbero quelle!
Ma una cosa ce l'ha ben chiara in mente: secondo lui la scuola a casa ha un fortissimo senso, soprattutto in questi tempi nei quali le professioni continuano a cambiare e certe materie non vengono nemmeno studiate sui banchi di scuola.
Insomma, il marito di Emma Thompson, anche lui attore, è convinto che l'educazione casalinga (soprattutto in Inghilterra, dove ognuno può seguire il programma che preferisce senza troppi dettami dallo stato) sia un'ottima opportunità grazie alla sua flessibilità: se pensiamo che il sessanta percento dei bambini che ci sono ora nelle scuole da grande farà lavori che non sono ancora stati inventati, la sua filosofia è davvero sensata!
Basta solo organizzarsi con costanza, con dedizione e con serietà, senza mai considerare un ripiego, una seconda (più semplice) scelta o un metodo per saltare ostacoli scomodi questa differente tipologia di educazione.
Sono incinta. E adesso? Ma soprattutto: com'è quel fagiolino che mi sto portando nella pancia? Se immaginare il bambino quando il pancione inizia a crescere è un po' più semplice (le sue fattezze si fanno di settimana in settimana sempre più simili a come si presenterà al momento della nascita), nei primi giorni e nei primi mesi è difficoltoso pensare al piccolino. Com'è? Quanto è grande? Ha già braccia e gambe? È come se fosse un umano in miniatura o è solo un ammasso di cellule? Domande naturali e legittime. Ma le risposte? Eccole!
Partiamo proprio dall'inizio, e cioè dalle settimane che vanno dalla prima alla quinta. O meglio, dalla terza alla quinta, dal momento che le prime due settimane sono quelle che succedono immediatamente all'ultimo ciclo e durante le quali avviene la fecondazione.
Insomma, dal momento della fecondazione in poi, e cioè nel primo mese di gravidanza, il feto si presenta grande quanto un chicco di riso. È proprio durante queste prime settimane che l'embrione umano inizia a svilupparsi, delineando tutto ciò crescerà man mano con il passare dei mesi. Già dalla quarta settimana, ad esempio, cominciano a spuntare gli abbozzi degli occhi, delle orecchie e degli arti.
Ed è proprio attorno alla quarta settimana che avviene quello che spesso è considerato il momento più emozionante, l'attimo in cui si compie il miracolo della vita: il suo cuoricino inizia a battere, velocissimo e aiutato dall'organismo della mamma.
È solo nella quinta settimana che invece si formano le fossette nasali, accompagnate dall'abbozzamento delle manine, che in questo momento di presentano a paletta.
Passiamo quindi al secondo mese, e cioè dalla sesta alla decima settimana, periodo durante il quale potreste iniziare ad avvertire i sintomi negativi della gravidanza, dalle nausee al vomito vero e proprio fino al mal di testa. Da questo momento possiamo iniziare a chiamare il nostro bambino feto, e non più embrione. È grande circa un centimetro, e arriverà alla decima settimana a misurarne circa sei, come un fagiolino! Iniziano nel frattempo a formarsi le dita di mani e piedi, i padiglioni auricolari, il palato e le palpebre, e a sette settimane il senso del tatto del vostro bambino è già parzialmente sviluppato (pensate: è il primo senso ad essere percepito, quindi non sottovalutate mai l'importanza del contatto fisico!).
Verso l'ottava settimana, poi, il sesso, anche se quasi impossibile da rilevare con l'ecografia, è già formato. Mentre è durante la decima che si sviluppano il mento e il viso, dando finalmente al bimbo delle sembianze umane.
Dalle undici alle tredici settimane siamo nel periodo che precede l'entrata del secondo trimestre. Proprio a undici settimane il cordone ombelicale è completamente formato, portando il nutrimento al bambino, che ora ha fattezze praticamente completamente umane. E le dimensioni? A dodici settimane siamo intorno agli 8 centimetri di lunghezza (sono circa 60 grammi di peso).
L'utero della mamma comincia quindi ad allargarsi e a sporgere dunque, anche se solo leggermente, dalla cavità pelvica. Intanto il bimbo inizia a muovere la testa, ma soprattutto a bere il suo liquido amniotico. Non per nutrirsi: è così che allena i muscoli del viso in previsione dell'allattamento! Tuttavia, pur non nutrendosi, inizia a percepire i sapori (che ricalcano quelli della dieta della mamma), dal momento che stanno iniziando a svilupparsi anche le papille gustative. Anche il naso inizia ad "ascoltare" il sangue che gli sta attorno, che, di nuovo, odorerà dei cibi mangiati dalla gestante. Tutto questo è importantissimo: è proprio questo infatti il sapore di mamma che il bimbo riconoscerà appena uscito dall'utero (se correttamente messo sul petto della mamma), permettendogli di provare a scalare verso il capezzolo in prospettiva di tettare. Sarà proprio un continuum tra i sapori sperimentati nell'utero e quelli forniti dal latte materno.
Ma quanto "sentono" davvero questi sapori i bambini? Moltissimo, tanto che preferiscono il dolce al salato (lo si nota perché quando la mamma mangia qualcosa di dolce il feto inghiottisce molto più liquido, mentre tende a tenere la bocca chiusa con i cibi più amari!).
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Un ghiacciolo proteico, ricco di calcio e buonissimo? Si è possibile! Dall'unione del latte di mandorla e dei semi di chia ecco una merenda perfettamente bilanciata: ricchi di calcio, omega 3 e proteine vegetale questi pops sono davvero eccezionali.
Giulia Mandrino
Se per noi bere il tè con i biscotti è sinonimo di colazione, be', mettetevi il cuore in pace: è così praticamente solo da noi. Nel resto del mondo il tè ha una funzione molto più profonda, culturale, sociale e culinaria, ed è perciò trattato come si deve. Mica inzuppandoci i biscotti, innaffiandolo senza ritegno di limone o affondandovi dentro addirittura brioche o cereali!
Partiamo dall'Inghilterra. E come potremmo iniziare da altrove? Pensare al tè fa venire subito in mente la tradizione del tè delle cinque, no? In effetti è proprio così. Ciò che abbiamo in testa non è solo una parodia della cultura inglese, ma è la verità. Gli inglesi sono soliti infatti bere il loro tè proprio nel pomeriggio (si stima che ogni giorno ne consumino 120 milioni di tazze!), accompagnandolo con piccoli sandwich, pasticcini, torte e scones (simili alle nostre brioches).
Tuttavia la cultura del tè più antica non è di certo europea: la tradizione più conosciuta e più longeva è quella cinese. Fu proprio in Cina, infatti, che furono scoperte per la prima volta le foglie del tè e le loro potenzialità, e fu da quei luoghi lontani che queste partirono per essere scoperte in tutto il mondo conosciuto. C'è comunque un dato di cui tenere conto, ed è la grandezza di questo paese orientale. È enorme, è fatto di moltissime popolazioni, ognuna con la propria caratteristica, ed è per questo che ogni regione ha la sua tradizione in fatto di tè. Il dato comune è comunque molto carino: in tutta la Cina la preparazione del tè è importantissima ed è considerata un'arte a tutti gli effetti. Solitamente questa preparazione prevede anche un'atmosfera particolare, è lunga e precisa. Una vera e propria cerimonia durante la quale le foglie di tè vengono a contatto con l'acqua bollente per rilasciare il loro sapore, per poi essere servite in piccole tazzine ai commensali.
Ma anche il Giappone non scherza: qui ad essere diffusissimo è il tè Matcha, e cioè il tè verde in polvere che viene servito in piccole abitazioni di legno dei giardini dopo una preparazione che si basa su armonia, rispetto, purezza e tranquillità. La cerimonia dura addirittura quattro ore (ma viene anche servito un leggero pasto di sette portate) e prevede la preparazione del tè attraverso l'utilizzo di ciotole, contenitori per il tè, frullini di bambù e dosa-tè dello stesso materiale.
Restando in Oriente, c'è un paese che tratta il suo tè in maniera unica. Parliamo del Tibet e del suo tè al burro. Si chiama Po Cha, è molto saporito (non potrebbe essere diversamente, dato che prevede il burro) e si compone di una qualità di tè nero chiamata Pemagul, burro di yak, latte e sale. Il Pemagul viene sminuzzato, fatto riposare in acqua fredda, lasciato macerare per qualche ora e versato in una zangola, nella quale viene sbattuto insieme al burro, al latte e al sale. Viene consumato caldo, ed è un ottimo rimedio contro il freddo in queste terre montagnose!
l'India, come la Cina, è uno dei produttori mondiali maggiori di tè: in realtà la tradizione del tè è stata portata dagli inglesi agli inizi dell'800, in particolare nel 1830 quando venne effettuata una campagna mediatica per far sì che l'India stessa, oltre che produttrice, diventasse anche essa stessa consumatrice di tè. Hanno quindi coniato il temine "chai" per indicare un tè nero aromatizzato con spezie (il masala chai), ormai molto comune in India. In realtà la pianta del tè è presente da millenni in questa regione: la varietà camelia assamica della regione dell'Assam era considerata una delle piante medicinali dell'antica medicina ayurvedica, perciò era utilizzato non tanto come bevanda ma come medicinale. Ma in che cosa consiste il tradizionale tè indiano chai? Il tè chai è una bevanda a base di tè nero, spezie, zucchero, latte e talvolta zenzero fresco grattuggiato: viene servita caldissima, talvolta in bicchierini di vetro, altre volte in ciotole di terracotta.
Se siete state in Marocco concorderete che anche questo è un paese paradiso del tè. Soprattutto di quello di menta: è diffusissimo in tutta la zona ed è correlato direttamente al concetto di ospitalità del popolo magrebino. Ma di cosa si compone? Solitamente foglie di tè verde, foglie di menta e molto zucchero. Ed è servito attraverso una teiera tipica marocchina, il Barrad. Se quindi vi capiterà di essere ospiti in una casa marocchina non stupitevi se vi offriranno il tè, ma soprattutto se davanti a voi troverete tre tazze ciascuno: rappresentano rispettivamente l'amore, la vita e la morte, ed è buona educazione berle tutte e tre.
Anche in Russia il tè ha una sua posizione molto importante. E la preparazione prevede sempre, sempre l'utilizzo del Samovar. Cos'è? Una sorta di bollitore molto grande che contiene parecchi litri d'acqua calda o tè (e che oltre alla funzione di strumento per il tè è perfetto anche per scaldare l'ambiente famigliare!). Originariamente a scaldare il Samovar era un tozzo di legno (oggi la maggior parte sono elettrici), ed è per questo che il tè si chiama anche affumicato: veniva scaldato continuamente e in maniera costante, riducendosi e acquistando anche il sapore del legno!
Spostandoci dall'altra parte del globo, vi sarà capitato di imbattervi nel Mate argentino. Per gli argentini è un po' come il nostro caffè, da bere dopo i pasti o durante un break (ed è altrettanto - se non maggiormente - energico!). Si tratta di un'infusione di foglie dell'erba Mate, trattata proprio come il tè, e cioè seccata e sminuzzata. Ma anche il modo di berlo è assolutamente tradizionale: gli argentini bevono il loro mate molto molto caldo sorseggiandolo da una cannuccia di metallo infilata nel fiaschetto a forma di zucca!
E in Occidente? Il tè più rappresentativo non è sicuramente quello italiano, che è un mix tra quello inglese e la tradizione della colazione dolce. No. Quello più diffuso è tipicamente americano, ed è il tè freddo. Un bicchiere di tè zuccherato e ghiacciato: lo beviamo sempre anche noi, e forse lo diamo per scontato. Ma ricordate che se possiamo rinfrescare le nostre giornate torride con un sorso di ottimo tè è solo grazie alla tradizione più antica, quella cinese, che fortunatamente ha diffuso la scoperta delle foglie del tè in tutti gli angoli del mondo!
Il tema bagnetto è delicato: le mamme non sanno mai quali prodotti preferire ad altri, quanto sia importante il sapone, cosa preferire tra le varie marche. Premesso che il bagnetto del neonato deve essere un rituale e che spesso basta l'acqua (il bimbo non è sporco!), a volte saponi e shampoo servono; e anche quando il bambino sta crescendo, quando arriva il momento del bagnetto vero e proprio, in effetti è bene sapere su cosa è meglio orientarsi.
Ecco perché Cosm-Etica è perfetto per fare il bagnetto: dall'azienda naturale e biologica il doccia-shampoo perfetto per i bambini e per la loro delicata cute
Cosm-Etica si differenzia da tutti i marchi in circolazione per semplici e buoni motivi. Anche quando propone prodotti per adulti, la sua filosofia si basa sull'utilizzo di tecnologie a basso impatto energetico e sull'impiego di materie prime selezionate eco-friendly, che oltre che della natura si prendono cura della nostra persona.
Gli ingredienti proposti da Cosm-Etica sono quindi tutti di origine vegetale, marina e minerale (dunque tutti naturalissimi) provenienti da agricoltura biologica e spesso a kilometro zero, senza conservanti aggiunti e privi di sostanze tossiche.
E per quanto riguarda i bambini, le linee dedicate alla loro cosmesi si distinguono oltre che per la naturalezza per l'attenzione che l'azienda pone sui temi dell'ecologia e del naturale: la linea Baby Zoe è pensata apposta in questo senso, portando l'attenzione dei bambini sul cagnolino Ugo (disegnato da Carlotta Parisi), che parla loro di come rispettare ciò che ci sta attorno divertendoci.
I bimbi si troveranno quindi di fronte a Ugo e ai suoi amici, che attraverso giochi e racconti didattici insegneranno loro a prendersi cura della propria persona rispettando la natura e crescendo consapevoli di ciò che li attornia, riconoscendo anche le caratteristiche dei prodotti che più si adattano a loro, piccoli fruitori.
Ed ecco che allora spunta tra i prodotti della linea Baby Zoe il bagno shampoo bio alla camomilla, al miele e al cotone, un detergente specifico per la pelle sensibile dei neonati e dei bambini, ricchissimo di estratti vegetali e biologici.
Oltre all'azione lavante, il bagno shampoo di Cosm-Etica si caratterizza per il suo potere lenitivo, che oltre a lasciare pelle e capelli setosi è perfetto per le pelli molto delicate o irritate, prevenendo al contempo gli arrossamenti cutanei.
Tra i principi attivi troviamo il miele, ideale per le pelli screpolate e secche grazie al suo potere emolliente e lenitivo (è ottimo dopo una giornata di sole!); l'estratto di camomilla, dalle proprietà lenitive e addolcenti; il cotone, un nutriente ricchissimo di vitamina E; e infine il Sodium PCA, un idratante naturale che grazie alle sue proprietà condizionanti rende i capelli dei bambini più facilmente pettinabili.
Insomma, un modo di fare il bagnetto in maniera sicura, naturale, completamente biologica e adatta a chi segue filosofie vegan.
Ma dove trovarlo? Ovviamente su Tatanatura (http://tatanatura.com/website/prodotto/bagno-shampoo-bio-camomilla-miele-cotone/), il rivenditore online più ecofriendly, naturale, sano e sicuro che ci sia!
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Quando sono rimasta incinta della mia prima figlia…beh, che dire, sono andata letteralmente fuori di testa, fuori dalla grazia del Signore. Se ci mettiamo che era pure femmina…vi lascio immaginare. I 9 mesi di gravidanza, tutto un fru fru di acquisti…merletti rosa, pizzo, scarpine confetto, lenzuolini con fatine e stelline, culla di vimini modello nuvola bianca…stava arrivando la principessa, prima figlia, prima nipotina da entrambe le parti. Ho tenuto diari quotidiani, con frasi del tipo “oggi la pesciolina mi ha dato tre calcetti, due a sinistra e uno a destra”…o ancora “visita dalla gine ok, la paccottella pesa quasi due chili!”…”oggi shopping per la nanetta, abbiamo comprato 134 paia di calzini tutti rosa, si sa i calzini non sono mai abbastanza!”…e via dicendo, tutte ste menate, chiaro segno che avevo davvero molto tempo libero. Mi sdraiavo sul divano ad ascoltare le mie canzoni preferite e le facevo sentire anche a lei con le cuffie…cioè se ci ripenso adesso me viè il diabete, se me fossi messa a dormì non avrei fatto un soldo de danno. Ma d’altronde non lo sai cosa ti aspetta dopo…vivi in un sogno e immagini che a casa ti arriverà un cicciobello. Invece poi nascono sti cuccioli e scopri che non hanno batterie, vanno a energia solare. Quindi o li tieni al buio finchè non si scaricano o so cazzi tuoi! Ma vabbè, dicevamo…ho passato la gravidanza della prima figlia in uno stato di estasi totale, tipo deficiente. Camminavo per strada sorridendo, e adesso capisco perché le mamme con figli al seguito che mi vedevano passare, guardavano la mia pancia enorme e si trasformavano nel Grinch: ghigno malefico che diceva “ridi ridi, che poi ne riparliamo quando ci rivediamo tra due mesi!”. E io nulla, nella mia meravigliosa bolla incantata, sognavo, creavo filmati mielosi con le sue foto in bianco e nero, piangevo mentre Baglioni riempiva la stanza con le note di “Avrai” e preparavo tutto affinchè la piccola arrivasse in un nido degno di lei. E poi è nata…cuore mio…una frugoletta tutta grinzosa con un guardaroba degno di una regina, con tre passeggini, tre culle, tre sdraiette, tre di tutto. A casa nostra sembrava fossero arrivati tre gemelli, ogni stanza era attrezzata per lei e noi scavalcavamo le “sue” cose chiedendoci se avevamo mai avuto casa cosi sottosopra. Gli anni passano, e alla princess arrivano 4200 regali e pensieri al mese, da parenti, amici, vicini di casa. “Sai passavo di qua e mi sono fermata per un saluto” e sbebem mezza giocheria dentro casa. “Oggi vengo a prendere un caffè cosi spupazzo la nanetta” e sbadabam 18 outfit per la primavera. E così continuamente…senza nessuna pietà…ti vedono che hai casa che trabocca e continuano senza ritegno a portare portare portare!
Fino quando…un giorno…stai a casa tranquilla a mettere a posto il bagno, acchiappi la scatola degli assorbenti e…rapido calcolo…non ne indossi uno da un pò di tempo…troppo tempo…via veloce in farmacia, fai pipì sul bastoncino e sulla finestrella esce scritto “te credevi che t’eri dimagrita eh! So affari tua! Questo è pure maschio, prenderai minimo 20 chili e non potrai usà nulla delle cose de quell’altra perché hai regalato tutto. Hai tenuto solo le tutine e i body rosa, che je potrai mette giusto la notte. Piripì! Ps. Si esatto, na botta na tacca! So cose che capitano!”
Crolli sul divano, e una lacrima scivola sul tuo viso…commozione? Gioia? No…nascerà a Gennaio, quindi il viaggio prenotato e pagato salta…ma porcaccialamiseriaccia! Poi tua figlia si avvicina, ti abbraccia e ti rendi conto che è grande…e che l’idea di un altro paccottello dentro casa ti piace! Si lo so, ve l’ho detto che siamo folli noi mamme! Basta sentire odore di neonato che diventiamo matte! Però io sono guarita…ho smesso anche di guardare dentro le carrozzine…
Ed ecco che inizia una nuova avventura…una nuova gravidanza…acchiappi il telefono e chiami la ginecologa, che appena sente la tua voce che dice “sono incinta” esulta pensando “ho le maldive pagate! yuppi!”. Prenoti la prima visita per il giorno N del mese, e poi torni a spicciare…poi arriva il giorno N e tu alla visita non ti presenti. Te la dimentichi! Ti chiamano dallo studio e…”signora buongiorno! Lei aveva il controllo fissato alle 12” e tu “io? controllo ? per cosa? “signora ha la visita del primo trimestre!”…buio totale!....attimi di silenzio…”aaaahhhhhhhhh siiiiiiiiiiiiiiii! Il bambino! Porca miseria! Arrivo!”
Tutta la seconda gravidanza sarà così! Quel bimbo, figlio della serva, non te lo inculi di pezza! E sai perché? Perchè il primo figlio ha infranto il sogno! Esatto! E adesso mi darete addosso, mi direte che sono una senza cuore, ‘na matta priva di sentimenti! Ma tanto in fondo lo sapete che è cosi…la seconda gravidanza non è magica come la prima, perché tu sai che cosa ti aspetta…sai che diventerai una balena nonostante tutti i buoni propositi, sai che il travaglio sarà una cosa atroce, sai che allattare ti manderà al manicomio, sai che la notte non dormirai (e nemmeno di giorno tranquille), sai che non avrai tempo nemmeno per respirare. Quindi…fai finta che non sia successo, non ci pensi e quando scalcia nella tua pancia te sta a dì “Ah ma! Nun fa finta de niente che tanto lo sapemo tutti e due che mancano tre settimane scarse!”. Vai a fare le ecografie, e te le imberti nella borsa…salteranno fuori tutte stropicciate il giorno del primo compleanno! Vai a comprare un pò di corredino, insomma stai all’ottavo mese e non hai preso nemmeno una tutina, pare brutto. E ovviamente non ci vai da sola, ma con la prima figlia, l’erede legittima che comanda tutti i tuoi neuroni. Che svaligia mezzo negozio, che parla ininterrottamente mentre tu provi a scegliere qualcosa per il fratello in arrivo, che deve fare pipì tremila volte in un’ora. Quindi torni a casa con due tutine taglia 18 mesi, acchiappate al volo e lei, la princess, con tredici vestitini nuovi, otto leccalecca, due gelati, 4 pizzette bianche, un paio di scarpe, un pony e un unicorno rosa parlante (vivo eh!).
È così, il primo figlio monopolizza la tua vita, la tua testa e il tuo portafoglio. E col secondo, un po’ non ci ricaschi memore della mole di roba inutile che hai comprato con la prima, un po’ non hai proprio tempo perché tra il lavoro, la casa e la sfracellacocones che hai messo al mondo ti avanzano pochi secondi al giorno che adoperi per lavarti e dormire. E un po’ pensi vabbè, riceverà tanti regali! Meglio non comprare troppe cose! E invece sapete cosa riceverà? Una beata minchia! Tu non te lo perculi, pensi che se lo perculeranno gli altri? Ma manco per niente! La gente farà proprio finta di nulla! Quando dalla clinica manderai il messaggio per avvisare che è nato, creando il gruppo su whatsapp “adesso siamo in 4!”, la prima risposta che riceverai sarà “e sti cazzi!” e la seconda sarà “Maria ha abbandonato il gruppo!”. A casa ti verranno a trovare i parenti stretti, che per il primo figlio hanno speso migliaia di euro, rosicheranno perché hai dato via tutto e te leveranno pure il saluto. Poi verranno a trovarti la prozia Alice con numero due bavaglini e la bisnonna che ha capito che hai partorito femmina e gli porterà un paio di babbucce di lana merinos numero 22, che ad agosto saranno perfette. Fine. Sto povero figlio te lo carichi in macchina e dopo aver lasciato la prima a scuola, lo porti a fare shopping. E pensi che la roba che gli compri la laverai col napisan, la stenderai al tramonto, la stirerai e la piegherai tutte bella ordinata? Assolutamente no! Si stacca l’etichetta e via, pronta da indossare! Nel delirio delle prime settimane cercherai lo sterilizzatore, lo userai due volte e stop. Se alla prima figlia cascava il ciuccio per terra, via! si buttava e si ricomprava! Se casca al secondo figlio, una ciucciata e glielo rinfili in bocca! Le foto? Alla prima figlia un book a settimana, al secondo “oddio facciamogli una foto che dall’ultima ha messo tre denti, ha iniziato a camminare e ha imparato a sillabare!”. È così…il primo figlio ti rimbabisce, il secondo ti riporta coi piedi per terra alla velocità della luce.
Ma il secondo bimbo, proprio perché porta il titolo di secondo, è un’esperienza meravigliosa! Ti trova già pronta, sai cosa ti aspetta, ma sai anche che se ne esce, che si sopravvive! Sai che dopo un paio di settimane ciuccerà dalla tua tetta senza ucciderti di dolore, sai che le coliche a un certo punto passano, sai che prima o poi dormirà e dormirai, sai che parlerà, camminerà, accetterà l’asilo, smetterà di fare i capricci, toglierà ciuccio e pannolino, guarderà un cartone per un’ora filata permettendoti di fare una doccia. Sai che ti renderà una madre migliore, ancora più consapevole. E ti farà rendere conto che con la prima figlia, la paura ti ha impedito di godere di tanti attimi meravigliosi. Adesso guardi i tuoi due miracoli che giocano assieme, si abbracciano, e ti rendi conto che due bimbi sono esattamente i due rovesci di una meravigliosa medaglia! E siccome la medaglia ha due facce, diciamo che sto, sono a posto così! ☺
Cinzia Derosas
Sapete sfruttare tutte le funzioni del vostro estrattore? Non pensate che le sue potenzialità si limitino a offrirvi ottimi succhi di frutta naturali e nutrizionalmente potentissimi! Con l'estrattore le ricette possibili sono davvero infinite. Vediamo insieme quelle perfette per il vostro cestello a maglie strette!
- Le gelatine di frutta: sono semplici epure d'effetto, ma soprattutto ogni bambino le ama, grazie ai loro colori e alla loro stramba consistenza. Prendete una vaschetta di fragole (oppure due pesche, per variare il gusto) e una barbabietola e frullatele nell'estrattore. Scaldate poi il composto in un pentolino con due cucchiaini di agar agar in polvere e uno di zucchero di canna integrale. Versate in bicchierini piccoli e lasciate in frigo per cinque ore!
- Ricetta deliziosa per gli adulti? La sangria! Versate nel cestello 250 grammi d'uva, 340 grammi di arancia e 200 grammi di pesca. Versate poi il succo estratto in una brocca e completate con 200 grammi di vino rosso, una stecca di cannella e del ghiaccio. Slurp!
- Se avete bisogno di una bomba antiossidante (o se semplicemente amate i frutti di bosco) questo infuso è ciò che fa per voi. Estraete il succo di 30 grammi di mirtilli, di 30 grammi di lamponi e 40 grammi di fragole. Dopodiché versatelo in una casseruola con 200 grammi di acqua e portate ad ebollizione per circa 10 minuti. Lasciate raffreddare, quindi versate tutto in una bella caraffa e, per addolcire, aggiungete un cucchiaio di miele d'acacia.
- L'estate chiama i ghiaccioli, non c'è dubbio. Tuttavia, quelli in commercio altro non sono che coloranti chimici ghiacciati. Meglio scegliere quelli fatti in casa, a base di vera frutta e super nutrienti, oltre che rinfrescanti (e così i bimbi mangeranno la frutta senza accorgersi di nulla!). Tra le opzioni per preparare i ghiaccioli in casa c'è quella che prevede l'utilizzo dell'estrattore e del suo cestello a maglia fine, con il quale potete realizzare ghiaccioli alla frutta che nascondono anche un po' di verdura!
Abbinate una verdura dello stesso colore del frutto che scegliete, e mantenete un rapporto di 1/3 a 1. Quindi, ad esempio, frullate nell'estrattore 200 grammi di fragole con 65 grammi di barbabietola; 200 grammi di arancia con 65 di carote; 200 grammi di mele con 65 di zucchine; e così via.
Basta estrarre il succo e poi utilizzare gli stampini; mettete in freezer per una notte e il giorno dopo rinfrescatevi!
- Il latte vaccino lo sconsigliamo da sempre. Non è meglio quello di mandorla, naturale e saporito? Ecco come prepararlo con l'estrattore: gli ingredienti necessari? Solo l'estrattore e le mandorle (o, in alternativa, la frutta secca che preferite, dalle noci alle nocciole). Mettete in ammollo 200 grammi di mandorle (ottime quelle bio di Noberasco!) in acqua per almeno una notte, dopodiché scolate ed eventualmente sgusciate. In una ciotola versate le mandorle, un litro di acqua e un cucchiaio di dolcificante naturale, mescolando fino ad amalgamare il tutto. Con il filtro a maglia fine già pronto, versate nell'estrattore un cucchiaio di mandorle e acqua, mantenendo sempre una proporzione di circa 1 a 5.
- Negli Stati Uniti sono ormai un must: negli organic bar il succo di erba di grano è immancabile. Una spremuta d'erba, praticamente, che assicura energia vitalità grazie alla clorofilla, alle vitamine, agli enzimi e ai minerali contenuti in altissima quantità. Come il grano stesso, infatti, anche la sua erba è ricchissima. L'erba di grano la si trova in erboristeria in diverse forme (liofilizzata, in polvere, in compresse o come una bibita), ma sarebbe meglio coltivarla in casa (cresce in una settimana!) e spremerla con l'estrattore. Come? Con il vostro filtro a maglie strette ricavate il succo da circa 50 grammi di erba, insieme a 150 grammi di acqua o di succo a scelta. Un vero toccasana!
- Granita: ecco la nostra ricetta!