Lo sapete cosa ho notato di recente? Che tanti, tantissimi (forse troppi) genitori, davanti ai capricci dei propri figli rimangono disarmati. Vedi le loro facce vitree davanti alle urla per un giocattolo, boccheggiano se il loro pargolo si butta per terra per il gelato negato, sudano freddo al solo pensiero di doverlo portare a cena fuori da qualche parte. Non accettano il capriccio, non capiscono o forse non vogliono capire, che i bambini ci sfidano continuamente. Per capire sin dove possono spingersi, per metterci alla prova, per ripicca, perché sono stanchi, perché semplicemente il bambino deve rompere i coglioni per definizione.
I bambini fanno i capricci, motivati o meno, più o meno forti. E a volte il capriccio si esaurisce in pochi minuti, mentre a volte dura mezz’ora. Ma se lo decontestualizziamo, e lo osserviamo in maniera distaccata, resta sempre e comunque un capriccio. E invece noto che la tendenza è quella di voler a tutti i costi cercare una causa (scatenante o meno), quella di voler smontare quel bimbo riducendolo ai minimi termini per vedere “dentro cosa c’è che non va”. E via che si va dallo specialista. Ora, io non voglio entrare nel merito di diagnosi, non sono un medico, non sono una psicologa o una pedagogista, sono semplicemente una mamma, che osserva. E credo, forse sbagliando, che troppo spesso si parta per la crociata “andiamo dallo psicologo!”.
Ora. Sicuramente ci sono bimbi che hanno bisogno di uno specialista, per svariati motivi. Mia figlia per prima ha fatto logopedia, ma invece di dire “adesso tocca a me” diceva “adecco cocca a me” quindi la cosa era un attimino da risolvere. E lo abbiamo risolto in un annetto di terapia. Ma se mia figlia si butta per terra urlando perché vuole mangiare in piedi sul tavolo, io non corro sulle pagine gialle a cercare il numero di uno psicologo. Mia figlia diventa blu, poi viola e volendo anche verde, ma in piedi sul tavolo non mangia nemmeno se scende Gesù Cristo dalla croce! Se mio figlio, che ha 2 anni (e ho detto tutto) decide che ad agosto deve uscire con addosso il maglione di lana con le renne disegnate, o se mi tira dietro una ciotola di plastica perché non gli ho dato un altro cioccolato, io non vado su internet ad iscrivermi al gruppo “mamme disperate, la terapeuta risponde”.
Perché se poi io mi iscrivo, e la terapeuta mi risponde dicendomi che devo rafforzare il mio legame con lui, che devo abbracciare il suo dolore e il suo disagio, prendendomi la sua rabbia come se cogliessi un fiore brutto ma profumato (o cose del genere), il rischio è che io sta terapeuta la cerco e la riempio di sprangate. Perché loro rispondono così, danno consigli e spesso non hanno nemmeno bambini! E non avendo figli non sanno che un figlio ha la capacità di farti partire un embolo nel giro di 3 secondi. Non sanno che un figlio può passare da dottor Jekill a Mr. Hide in 5 minuti, perché i bambini devono prendere le misure, e crescendo devono capire come gestire le emozioni, belle e brutte. Devono capire cosa è giusto e cosa no. Devono semplicemente capire che non tutto si può fare, e che se io ti dico no, è no. Poi te lo posso pure spiegare perché ti dico no, te lo spiego diecimila volte se occorre, ma resta NO.
E il capriccio che a volte parte davanti al nostro divieto, è a mio avviso fisiologico e come tale va gestito. Stessa cosa per tutti quei bimbi catalogati come iperattivi…ora…anche qui alzo le mani, non voglio certo dire che tutte le diagnosi siano errate o inutili. Ma se guardiamo bene bene…noi genitori da soli possiamo provare a trovare una soluzione…con un pò di buon senso. E magari possiamo notare con molta serenità e senza alcun senso di colpa, che in 6 mesi lo abbiamo portato al parco due volte di numero (perché fa freddo, perché lavoro, perché è stato male, perché la macchina era dal meccanico, perché perché perché), e che se quel bimbo dentro casa diventa frenetico come un criceto sulla ruota, forse tutti i torti non li ha e non ce lo deve dire uno specialista. Probabilmente ci fa sentire a posto con la coscienza rivolgerci a uno specialista che per la modica cifra di 99,99 euro si prende al posto nostro la rabbia di quel bimbo incompreso.
Ma forse con quei 99,99 euro a settimana risparmiati, potremmo anche decidere di fare un week end al lago con i nostri bimbi e goderceli…giocare con loro…staccare un pò da tutto e riprendere il contatto con le cose importanti. Tenendo ferma e chiara nella nostra mente una cosa fondamentale: i bambini fanno i capricci, a tutte le età, chi più chi meno, ma li fanno. E se sento dire a una mamma “no sai oggi è nervoso perché mi ha vista che allattavo il fratellino…è geloso…fa i capricci per quello…domani sento la psicologa…” io mi permetto di dire a quella mamma “campa serena e piantala de dì fregnacce!” È nervoso perché allatti il fratello? Se la fa passare!”. Capite bene, non è che dico che il bimbo va ignorato, non va ascoltato o non va capito. Ma santa miseria entro certi limiti…sei nervoso? Vieni da mamma…ti abbraccio, ti faccio le coccole, ti dico che il fratellino deve mangiare…sei ancora nervoso e me tiri addosso 18 macchinine a raffica…ok ti riabbraccio e “mi prendo la tua rabbia” come se non bastasse tutto quello che ho da fare…sei ancora nervoso e provi a soffocare tuo fratello col cuscino? Apposto, ti coccolo ancora…e mi prendo un altro po’ della tua rabbia.
Ma ad un certo punto anche basta e se non ti passa te ne stai lì buono buono a riflettere e la tua rabbia impari anche a gestirla da solo. Senza psicologo, senza che debba arrivare qualcuno a rabbonirti con nuovi giocattoli, dolci o regali. Stai lì e impari che la vita è fatta anche di rinunce, a 5 anni, così come a 30. Rapportate all’età. Ho visto madri non prendere in braccio e non coccolare i secondi nati per non fare ingelosire i primi…ho visto mamme in corto circuito, cedere ad assurde richieste di bimbi inferociti “perché sennò porello si traumatizza a vita”. Il trauma glielo fate venire voi! Che passate le ore sul web a cercare cause e diagnosi, che comprate mille manuali, e ancora non avete capito che basta un abbraccio, basta fermarsi un attimo…basta solo guardare per 5 minuti il mondo con gli occhi di vostro figlio, provando a ricordare cosa si provava a quell’età…
Cinzia Derosas
Travaglio superato, siete arrivate alla fase espulsiva e il vostro bimbo è nato senza problemi. Il suo pianto acuto vi avrà aperto il cuore e i dotti lacrimali, e ora ve lo trovate sul petto guardando quella meraviglia per la prima volta. Ops, non è finita qui! Ma state tranquille, non c'è nulla di cui avere paura!
Chiaramente stiamo parlando di parto naturale, e non cesareo (in quel caso farà tutto parte dell'operazione). Dopo la fase espulsiva del bambino, insomma, c'è ancora un passo prima che tutto sia finito.
Il secondamento altro non è che il momento durante il quale fuoriescono dall'utero e dalla vagina la placenta e il sacco amniotico che hanno ospitato e nutrito per nove mesi il vostro bambino, insieme a tutti gi annessi fetali (il funicolo e le membrane amnio corali).
Solitamente avviene circa dieci-quindici minuti dopo la nascita del bambino, e viene annunciato da nuove, piccole contrazioni dell'utero. Queste contrazioni sono chiaramente più lievi e meno dolorose di quelle del parto vero e proprio, ma allo stesso modo servono per favorire la fuoriuscita del tutto, facendo distaccare e espellere la placenta e il resto, accompagnati da una piccola quantità di sangue (da tenere comunque sotto controllo per evitare emorragie).
Può darsi che dobbiate effettuare una piccola spinta, che l'ostetrica debba aiutarvi, ma è possibile anche non accorgersi nemmeno della fuoriuscita. Tutto varia da donna a donna. E se tutto non va come deve andare non preoccupatevi: se la placenta non fuoriesce del tutto l'ostetrica può tranquillamente provare ad effettuare una leggera pressione sul vostro ventre, per facilitare l'espulsione, oppure ricorrere all'ossitocina, iniettandola nel cordone ombelicale che così agisce direttamente sulla placenta.
Il medico o l'ostetrica si assicureranno quindi che la placenta fuoriuscita risulti integra. Può capitare che dei residui rimangano nell'utero, e questi residui potrebbero causare problemi come emorragie o infezioni. Per questo durante la visita dei 40 giorni vi controlleranno bene, e, se ci fosse bisogno, potrebbero prenotarvi un raschiamento per ripulire bene l'utero.
Dopo il secondamento il parto può quindi definirsi terminato: certo, se durante l'espulsione vi siete lacerate o hanno dovuto effettuare l'episiotomia è probabile che dovrete sopportare alcuni punticini di sutura, ma in quel momento la gioia e lo sfinimento faranno sì che sarà solo un fastidio, e non un dolore!
Ed ecco che quindi, terminato il parto, arrivano alcuni piccoli inconvenienti. Ma saranno davvero miseri, se confrontati con la grandissima felicità che state provando! Innanzitutto, potrebbe darsi che sentirete il cosiddetto "brivido fisiologico". Avete appena usato tutte le vostre forze e le vostre energie, quindi sarà normale sentire un pochino di freddo. Basterà coprirsi per fare tornare tutto alla normalità.
E nei giorni successivi al parto sarete invece "seccate" dalle lochiazioni, e cioè perdite ematiche dalla vagina simili a mestruazioni, di un colore rosso vivo che dopo i primi giorni si sbiadirà e diminuirà di intensità e quantità. Queste lochiazioni hanno la funzione di ripulire bene l'utero, non solo dal sangue ma anche dalla mucosa che l'ha ricoperto nei mesi precedenti.
Ricordatevi quindi di portarvi quei maxi assorbenti scomodi ma irrinunciabili: vi serviranno davvero! Tuttavia non concentratevi su questi fastidiosi dettagli: sono davvero insignificanti. Vostro figlio ha appena fatto capolino nel mondo, il resto sono inezie!
Foto Credits: https://commons.wikimedia.org/wiki/File%3AHuman_placenta_02.JPG
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Per la curiosa rubrica che indaga il diverso modo di diventare mamma nel mondo, questa volta ci spostiamo addirittura dall'altra parte del globo. Mettetevi a testa in giù e ascoltate le curiosità sull'essere madri in Australia!
Naturalmente parliamo delle grandi città, Sidney, Melbourne, Adelaide, Perth... L'Australia è infatti enorme, ma per la maggior parte del territorio non troverete che lande inabitate, naturali e ancora praticamente vergini. Quelle di cui parliamo sono città molto grandi, ma altrettanto costose: esatto, l'Australia, con i suoi dollari locali, sembra essere davvero cara. Certo, gli stipendi sono calibrati su questo costo della vita, ma resta comunque parecchio costoso: sono poche le famiglie che possono permettersi di comprarsi una casa; Sydney e Melbourne sono addirittura solo seconde ad Hong Kong nella classifica delle città dove le abitazioni sono più costose!
Se deciderete di trasferirvi lì, sappiate che non sarà tanto difficile abituarsi all'idea che le stagioni sono al contrario, ma vedere arrivare il Natale in piena estate un certo effetto lo farà sempre! Tuttavia una stranezza climatica ancora più difficile alla quale abituarsi c'è: gli australiani sono abituati a tenere sempre le finestre aperte, anche in inverno (anche perché non esistono inverni freddi come i nostri), così le case risultano sempre parecchio fredde e ci si deve vestire quasi il doppio rispetto a quanto si fa per uscire per non tremare!
Il bello di questo clima praticamente sempre abbastanza caldo è che crescere qui i bambini significa far passare loro la maggior parte del tempo all'aperto. Anche a scuola il tempo di fuori conta moltissimo, tanto che le divise, per contrastare il sole e i tumori alla pelle fin dall'infanzia (in Australia purtroppo sono molto comuni), includono sempre anche un cappellino, e la regola di giocare fuori solo se lo si indossa è seguita in maniera super ferrea.
Le città, sempre in questo senso, sono piene, pienissime di parchi e parchi gioco. Gli australiani tengono moltissimo allo sport, sono una nazione sempre in movimento, e il fatto di avere così tante zone per lasciare i piccoli giocare e muoversi ne è uno dei tanti esempi.
E per quanto riguarda la filosofia del sonno (ogni paese ha la sua nanna, l'avete notato?), in Australia c'è un fatto davvero curioso e abbastanza geniale. Il governo mette infatti a disposizione dei genitori dei corsi gratuiti sulla nanna dei bambini. Sostanzialmente, per insegnare a loro come dormire. Di cosa si tratta?
Si chiamano "sleep camp" e sono degli istituti che solitamente sorgono vicino agli ospedali e che sono diretti da infermiere specializzate nella nanna dei bambini. Le mamme la maggior parte delle volte vi si recano insieme ai loro bambini di sei o sette mesi d'età (ma anche meno, o più), ci stanno per cinque giorni e quattro notti e seguono, all'interno, un rigido programma di nutrizione, pisolini e nanna.
Questi centri sono pensati soprattutto per le mamme e i papà disperati con bambini che di dormire non ne vogliono proprio sapere. Addirittura, per i casi più difficili è prevista una prima notte durante la quale il bambino sarà seguito solo dall'infermiera, solamente per permettere alla mamma di avere una intera notte di sonno!
Dopo questa eventuale prima notte, la mamma segue il bambino insieme a queste professioniste del sonno, che la aiutano spiegando cosa è meglio fare caso per caso, spaziando con le varie tecniche conosciute, come ad esempio il pianto controllato.
Certo, una tecnica abbastanza discutibile, se paragonata alle altre molto più naturali e delicate come il cospleeping. Tuttavia la genialità sta nel fatto di avere un aiuto da un professionista: negli altri paesi, come in Italia, si può trovare moltissimo aiuto quando si tratta, ad esempio, di allattamento. Ma per quanto riguarda un argomento delicato come il sonno, che spesso porta a vere e proprie crisi, spesso le mamme si trovano completamente sole. Chapeau, Australia!
Le giornate passate bazzicando qua e là, leggendo, rilassandosi, facendo passeggiate in montagna o bagni al mare non possono prescindere dai momenti ludici. E quale gioco fa più famiglia delle carte? Piacciono a tutti, divertono, mettono un po’ di pepe alle giornate di ferie. Iniziare con i bambini fin da subito a giocarci è utile per stimolare le loro capacità cognitive, ma soprattutto è divertentissimo. E per i bambini più piccoli è uno stimolo all'allenamento di una manualità fine importante, che servirà anche per imparare a scrivere (perché tenere in mano le carte non è così semplice come sembra, le prime volte!).
Ci sono i classici Scala Quaranta e Machiavelli, ma anche quelli più moderni (che tuttavia sono già classici!) come Uno, o ancora i giochi che coinvolgono le carte e la creatività. Ecco una selezione di giochi di carte per tutta la famiglia davvero divertenti, coinvolgenti e stimolanti, per giornate o serate all'insegna delle risate (e della competitività!).
È un classico, e ci sarà un perché: le regole sono abbastanza semplici, le partite non troppo lunghe, ci si può giocare in quanti si vuole e alla fine tutti sono contenti. Giocate come fosse una scommessa, puntando invece dei soldi le conchiglie che trovate in spiaggia!
Deriva direttamente da Scala Quaranta, ma le partite sono moooolto più lunghe! Ma il bello è proprio questo: le regole sono poche (ogni giocatore - dai 2 ai 6 - ha 13 carte in mano, non si scarta mai, di devono fare tris e scale come nell’altro gioco e - divertentissimo - si possono sfaldare quelli già in tavola, avendo cura di avere sempre tris e scale corretti). Un consiglio: giocateci su un tavolo sgomberato e ampio, state certi che si riempirà fino agli angoli!
Ci abbiamo giocato anche noi da piccoli, e chi si scorda giù le partite all’ultimo sangue con amici e parenti? UNO è fatto per tutti, e per questo ci piace un sacco! Può essere acquistato qui.
L’avrete sentito nominare in molti film americani. E’ un gioco tipico per famiglie (e, infatti, in italiano si chiama “Famiglia”) e prevede la creazione da parte dei giocatori di poker di carte dello stesso valore, dopo aver distribuito tutte le carte del mazzo tra i giocatori. Quando è il proprio turno ognuno può chiamare un altro giocatore chiedendo la carta che gli serve, e se l’altro giocatore ha carte con quel numero le deve consegnare tutte. Al contrario, se questi non ne ha passa il turno a lui. E così via. Il gioco termina quando tutti i poker sono in tavola formati: il giocatore che ne ha di più ha vinto!
Se tutti si stanno rilassando il pomeriggio può essere noioso. Insegnate ai bambini i solitari con le carte che conoscete, così quando non sapranno cosa fare potranno cimentarsi da soli in questi giochi divertenti, molto educativi e stimolanti pur nella loro quiete.
Non solo le classiche carte: anche quelle da Briscola sono perfette per i giochi. Briscola può essere da grandicelli, ma le carte permettono altri giochi carinissimi. Avete mai provato Straccia Camicia (o Brucia Camicia)? E’ perfetto per i bimbi che iniziano ed è preferibile giocarlo in due. Le regole sono semplicissime: dividete il mazzetto di quaranta carte tra i giocatori, quindi iniziate il gioco. Ognuno ha il suo mazzetto, con le figure non visibili. A turno si scarta una carta, e quando escono l’Asso, il Due o il Tre l’altro giocatore è obbligato a scartare il numero di carte corrispondenti. Se tra quelle non esce un altro Asso, un Due o un Tre allora il mazzetto degli scarti passa al primo giocatore, che le metterà sul fondo del suo. E così via: vince chi rimane con le carte mentre l’altro finisce il suo mazzetto!
Un classico per i bambini e per i gruppi che vogliono davvero divertirsi è l’Uomo Nero: giocato con le carte regionali, oppure con quelle da Scala, è perfetto per i gruppi da 2 fino a 8 persone. Le regole sono semplici, per adulti e bambini, e alla fine chi rimane con in mano l’Uomo Nero (e cioè il fante di picche o di spade) è il perdente che deve pagare la penitenza!
Quando non sapete a che gioco giocare ma avete in mano molte carte provate a realizzare un memory di emergenza: non con carte fatte apposta con disegnini o figure, ma con le carte regionali. Un pochino più difficile, certo, ma stuzzicante e stimolante!
E alla fine senza pretese potete passare al gioco più giocato al mondo: quello dei castelli di carte! Sul tavolo o in spiaggia (quando non c’è vento!) create insieme ai bambini le casette di carte più bizzarre, alte o larghe, e magari fate una gara a quella più bella.
I datteri sono un alimento dalle mille proprietà: vengono conosciuti solamente per il loro apporto calorico ma i benefici sono davvero importanti, e ancor di più lo sono per i bambini. Hanno infatti proprietà antinfiammatorie, e sono ricchi in proteine, vitamine A, B1, B2, B3, B5, B6, C, E, K e J; non solo, contengono minerali quali magnesio, zinco, potassio, fosforo, selenio, ferro e manganese.
Sono un alimento che fornisce grande energia a lento rilascio anche grazie alla loro ricchezza di fibre: sono perfetti sono solo per chi pratica sport ma anche per i bambini: spesso però la loro consistenza non li rende particolarmente appetibili a questi ultimi. Per questo motivo potete realizzare un frullato ricco di vitamine, minerali, proteine ed energia a base di datteri e banane. Il dattorade consente un importante riequilibrio di liquidi che lo rende particolarmente adatto in estate quando le alte temperature richiedono necessaria una buona integrazione di liquidi.
No, non la propoli o il miele, che con il polline c’entrano comunque eccome. Stavolta parliamo della base di tutto: il polline, l’alimento più completo mai creato in natura, un super alimento che contiene in sé tutti i nutrienti per una vita sana!
Come la propoli e la pappa reale il polline è un prodotto degli alveari, che tuttavia si differenzia dai primi per non essere prodotto direttamente dalle api, ma per il fatto di venire prelevato dalle stesse in natura per tutte le loro produzioni.
Lo si conosce da sempre, e in effetti è considerato un ricostituente da secoli: le sue proprietà e i suoi benefici sono così tanti da renderlo essenzialmente un alimento perfetto. Perché? Perché contiene praticamente tutto: proteine, amminoacidi, acidi grassi insaturi, zuccheri, carboidrati, vitamine, acqua, enzimi, sali minerali e flavonoidi.
Questa polvere gialla finissima è costituita dalle cellule germinali maschili dei fiori, e nel nucleo delle sue cellule racchiude molecole DNA e RNA che stabiliscono le funzioni vitali di tutte le cellule. Ecco il motivo per il quale il polline nutre profondamente e rafforza l’organismo, combattendo i fastidi e rafforzando le difese naturali.
Essendo ricco di carboidrati, il polline è un ottimo energizzante. Motivo per il quale questa polvere è perfetta per coloro che necessitano di riserve d’energia. Su tutti, i bambini e gli sportivi.
Non solo: contiene molto ferro, che lo rende perfetto contro l’anemia e per venire incontro ai problemi di crescita dei bambini, anche per il calcio e le vitamine.
Gli amminoacidi, poi, sono fondamentali: nel polline si trovano tutti quelli essenziali, importanti tanto per l’attività metabolica quanto per quella celebrale, essendo che agiscono direttamente sul sistema nervoso centrale. Il metabolismo ne esce perciò migliorato (il polline è davvero un alleato per le diete dimagranti, purché equilibrate), così come le attività intellettive.
Da non sottovalutare è poi l’azione antiossidante del polline, che contrasta tanto l’invecchiamento delle cellule quanto l’insorgenza dei tumori, delle malattie cardiovascolari, del colesterolo. Tutto questo grazie ai suoi flavonoidi, che (sembra strano a dirsi dato che il polline è responsabile di molte allergie stagionali) possiede un’azione immunodemodulante utile per la cura di bronchiti, asma, raffreddore e sinusiti. E lo fa molto meglio rispetto agli antibiotici: il polline non attacca infatti gli agenti patogeni esterni ma agisce dall’interno stimolando direttamente il sistema immunitario, normalizzando anche la flora batterica buona (con benefici molto più a lungo termine).
Gli apicoltori sanno come raccogliere questo polline, che le api raccolgono per l’alveare in quantità molto maggiori rispetto a quelle necessarie per la loro alimentazione: con speciali reti nelle vicinanze dell’alveare, quindi, gli apicoltori “grattano” un po’ di questo polline dai corpi delle loro api, fornendolo così anche all’uomo.
Prendendolo direttamente dai piccoli apicoltori ci si assicura così un polline davvero ottimo, sottoforma di polvere fresca congelata, di polvere essiccata ad alta temperatura o deumidificata a freddo o a crudo (quindi grezza).
Si consiglia si prenderlo al mattino, a digiuno, secondo quantità raccomandate dal naturopata, dall’erborista o dal medico. Potete scegliere quindi la polvere, oppure, comprando il polline in erboristeria o in negozi specializzati, le compresse, le tavolette masticabili o le fialette.
Noi amiamo aggiungere il polline sottoforma di grani per guarnire i gelati!
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Gli ultimi anni sono caratterizzati da una tendenza sempre crescente: iperattività dei bambini. I fattori sono certamente due: il primo è la facilità e la leggerezza con cui questa diagnosi viene fatta, etichettando bambini anche solo un po' vivaci e con grande energia e intelligenza come "iperattivi". La seconda sono le condizioni ambientali e sociali del nostro tempo, che in effetti, costringendo i bambini a ritmi a loro non consoni e relegandoli troppo al chiuso, causa spesso disturbi del comportamento, dal deficit dell'attenzione, allo stress, all'ansia fino all’iper-eccitabilità, che può essere causata da una somma di questi fattori. Sulla diagnosi di iper-attività non ci pronunciamo, lasciamo la parola a neuropsichiatri. Quello di cui invece vogliamo parlare è di iper-eccitabilità e difficoltà di concentrazione, che caratterizzano davvero sempre più bambini.
Le mamme spesso si agitano e sono alla ricerca disperata di una etichetta che possa incasellare questo bimbo così impegnativo da gestire, e più si agitano più la situazione fatica a restare sotto controllo e soprattutto non riesce ad essere osservata dalla giusta angolazione. Prima di tutto, a meno che non ci sia una vera e propria diagnosi di iper-attività, la prima cosa da fare è togliersi dalla testa il famoso bambino bambolotto: come ogni adulto ha il suo carattere, così anche i bambini ce l’hanno. Così come se si mette un agente di commercio a fare il ragioniere seduto davanti a una scrivania questo avrà probabilmente grandi difficoltà, così alcuni bambini stanno seduti e composti senza alcun problema, mentre per altri è una vera tortura. Accettiamo la loro personalità e prendiamo iniziative che possano convogliare la loro grande energia.
Le cause dell'ipereccitabilità, che si manifesta in moltissimi modi (dallo stare sempre in movimento al passare da un gioco ad un altro senza sosta anche a 7 anni, dal lamento costante al pianto di insoddisfazione), sono moltissime, è vero: il fumo in gravidanza, l'inquinamento, l'ereditarietà, l'assunzione di aromi artificiali come l'E 102...
Una dieta sana e corretta spesso aiuta moltissimo (fate attenzione a limitare i latticini, la miscela tra arance e tartrazina spesso presente nelle bibite, lo zucchero bianco, merendine e alimenti raffinati). Come abbiamo spiegato in numerosi articoli lo zucchero bianco è l’alimento peggiore che possiamo fornire a bambini particolarmente sensibili su questo fronte: inizierà subito uno stato di dipendenza che li porterà a un picco di energia (generalmente incontrollabile) appena dopo l’assunzione, per poi un grande calo con conseguenti capricci, comportamenti oppositivi e richiesta di ulteriore zucchero nelle due ore successive. Provare per credere.
A peggiorare la situazione sono le scelte di fornire strumenti pseudo passivi per tranquillizzare il bambino come la tv: bene, con la tv il bambino, essendo una visione passiva che occupa solo la mente e non il corpo, il bambino accumulerà adrenalina per gli stimoli visivi percepiti, che poi al termine della visione dovrà essere “sfogata” anche fisicamente, così inizierà a correre come un pazzo, saltare su letti e divani e spesso cercare contatto fisico smodato con fratelli e amici.
Detto questo, non c'è da scoraggiarsi. Perché l'aiuto che serve arriva proprio dalla natura.
In primis i bambini ipereccitati e ipersensibili hanno bisogno di trascorrere molto tempo all’aria aperta e in mezzo alla natura: non è solo uno sfogo fisico, ma è anche un modo di riequilibrarsi dentro un ambiente armonico come lo è un parco o un bosco. Sono poi bambini che hanno bisogno di fare sport e movimento: giri in bici, corse, passeggiate, nuoto e spesso sport come lo skateboard li aiutano a veicolare in maniera proficua la loro grande energia.
Ed è proprio questo il concetto: non sono bambini problematici, sono bambini sicuramente impegnativi ma con una grande energia fisica e intellettiva e hanno bisogno di metterle in pratica per non sentirsi, giustamente frustrati e repressi nelle loro potenzialità.
Così fin da piccini leggete loro libri per allenarli anche a stare fermi e veicolare loro energia intellettiva: anche se non riusciranno a stare molto fermi inizialmente non importa. Optate per i libri interattivi con le alette così che possano essere coinvolti anche a livello motorio. Chi se ne frega se la vostra amica legge libri con lunghi testi per 30 minuti con la figlia immobile: pace e bene a tutti, anche a loro. Ognuno è diverso. Meglio sempre leggere nello stesso momento della giornata, quindi per esempio prima di andare a letto. I bambini particolarmente soggetti a ipereccitabilità amano e hanno bisogno di routine per tenere sotto controllo la loro ansia: più c’è routine più si sentono al sicuro. Chiaramente la routine giornaliera deve prevedere momenti all’aperto e di movimento.
In generale meglio evitare luoghi troppo affollati, troppi stimoli visivi e in generale centri commerciali che hanno davvero un impatto negativo: le routine che includono molti momenti all’aperto e sport, con ritmi della giornata lenti e costanti sono come abbiamo detto prima una vera manna per tutti i bambini, in particolare per i piccoli con tanta energia.
Numerosi studi hanno mostrato una correlazione tra ipereccitabilità (talvolta vera e propria iperattività) e carenza di alcune vitamine fondamentali e di sali minerali importanti: vitamine del gruppo b in particolare B6, zinco, magnesio e manganese. Probabilmente anche perché l'ipereccitabilità solitamente è accompagnata da allergie e intolleranze.Ecco perché è utile valutare con il proprio pediatra l’assunzione di integratori, come ad esempio olio di borragine che diminuisce i livelli di infiammazione, oligoelementi, che favoriscono il riequilibrio di sali minerali.
E oltre agli integratori alimentari di vitamine, sali e grassi, fondamentale è come abbiamo detto l’alimentazione: eliminiamo tutto ciò che contiene zucchero bianco, non esageriamo con cioccolata, pomodori e patate e limitiamo al minimo i latticini. Fondamentale l’assunzione di grandi quantità di frutta e verdura, sopratutto quella a foglia verde (provate con gli estratti che generalmente i bambini accettano volentieri. Un esempio di estratto perfetto per loro può essere 1 zucchina, 1 mela e 8 spinacini). Attenzione alle eccitotossine: ecco quello che dovete sapere.
Anche alcune tisane possono essere un buon sostegno e un’idea di bevanda alternativa alle bibite gasate e zuccherate:
Se optate invece per i fiori di Bach la miscela che vi consigliamo è Impatiens, Vervain, Cherry Plum, Agrimony e Holly.
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Come ogni anno, con la fine dell’estate si ripresentano i primi malanni stagionali, complici la riapertura delle scuole, il ritorno al lavoro e gli sbalzi di temperatura che caratterizzano i mesi autunnali. Starnuti, naso chiuso, mal di testa, malessere generale e febbre sono i classici sintomi che accomunano influenza e sindromi influenzali, due patologie virali diverse che colpiscono l’apparato respiratorio e si diffondono con estrema rapidità. In genere, le fasce di età maggiormente colpite sono quella pediatrica e quella al di sopra dei 65 anni di età.
Secondo il rapporto InfluNet dell'Istituto superiore di sanità (Iss) la stagione 2015/2016 ha registrato circa 4 milioni e 597 mila casi di sindromi influenzali da ottobre 2015 ad aprile 2016. Se lo scorso anno l’influenza è comparsa in ritardo rispetto agli anni passati a causa dell’arrivo tardivo del freddo, per contro il clima altalenante che ha contraddistinto i mesi autunnali e primaverili ha facilitato la diffusione di virus simil-influenzali, responsabili delle sindromi influenzali, che si sono protratti per tutto il mese di aprile.
I vantaggi dell’omeopatia nella prevenzione di influenza e sindromi influenzali
Per ridurre l’incidenza di questi disturbi, è sicuramente utile adottare uno stile di vita sano e prestare attenzione alle scelte alimentari. Ritengo, inoltre, che l’omeopatia sia particolarmente indicata per un’adeguata prevenzione. Per questo motivo, a partire dal mese di settembre, consiglio l’utilizzo di medicinali omeopatici. Grazie alle loro alte diluizioni, questi farmaci non presentano generalmente tossicità chimica né effetti secondari, e non comportano rischi di interazione con altri medicinali. Possono essere quindi utilizzati da parte di tutta la famiglia, inclusi bambini piccoli e ragazzi in età scolare, donne in gravidanza e pazienti che stanno seguendo anche altri trattamenti farmacologici.
La terapia omeopatica in prevenzione da settembre ad aprile
Quale terapia omeopatica è quindi adatta in prevenzione? Secondo la mia esperienza, il medicinale omeopatico Oscillococcinum contribuisce a ridurre in modo significativo il rischio di contrarre influenza e sindromi influenzali. Come tutti i medicinali omeopatici, può essere assunto dai bambini, anche molto piccoli, che anzi dimostrano di rispondere in modo particolarmente significativo grazie alle caratteristiche del loro sistema immunitario, tendenzialmente più reattivo rispetto a quello di un paziente adulto.
In genere, suggerisco di iniziare un trattamento preventivo a partire dall’inizio del mese di settembre: un tubo dose di Oscillococcinum va assunto una volta a settimana per tutto il periodo di maggiore trasmissione di queste infezioni, ossia fino ad aprile. In passato la prevenzione durava fino a marzo; oggi, i cambiamenti climatici e il protrarsi dei virus simil-influenzali in primavera rende utile continuare la prevenzione fino ad aprile. A partire dal mese di novembre, suggerisco di associare a Oscillococcinum, Influenzinum 30 CH, 1 tubo dose al mese, a partire dall’autunno per tutta la durata dell’inverno.
Entrambi i medicinali si possono assumere senz’acqua versando l’intero contenuto di una dose direttamente in bocca e facendolo sciogliere preferibilmente sotto la lingua. Ai più piccoli si possono proporre sciolti in poca acqua oligominerale.
Oscillococcinum è utile anche ai primissimi sintomi quali stanchezza improvvisa, spossatezza, sensazione di malessere, sonnolenza, brividi, in quanto aiuta ad impedire l’evoluzione della malattia verso la fase acuta. Per evitare eventuali ricadute, suggerisco poi di continuare o di iniziare ad assumerne una dose alla settimana. Non è mai troppo tardi per iniziare la prevenzione!
Proteggersi da influenza e sindromi simil-influenzali, un’operazione quotidiana
Bambini e anziani sono in genere le categorie maggiormente a rischio. Per i più piccoli, in particolare, che hanno un sistema immunitario ancora poco sviluppato, l’asilo nido e la scuola materna sono i luoghi in cui più frequentemente avviene il contagio: i bambini sono a stretto contatto, in stanze riscaldate e quindi all’interno di un ambiente secco, il luogo ideale per il proliferare dei virus influenzali e simil-influenzali. Non è un caso quindi che le fasce di età maggiormente colpite siano quelle pediatriche, in particolare per quanto riguarda i bambini tra 0 e 4 anni. Una volta contagiati i bambini, è facile che si ammalino anche genitori e familiari che vivono a stretto contatto.
Esistono però alcune buone abitudini che possono aiutare a diminuire il rischio di contrarre l’influenza e le sindromi : innanzitutto è importante lavarsi con cura e spesso le mani con acqua e sapone, strofinandole per almeno 30 secondi. Un accorgimento che va insegnato anche ai bambini.
Visto che la trasmissione dei virus avviene per via aerea, per evitare di contagiare gli altri è bene coprirsi naso e bocca quando si tossisce o starnutisce.
Inoltre, i fazzoletti di carta vanno gettati via dopo il primo uso, anche qualora appaiano riutilizzabili.
Infine, è buona norma non lasciarsi intimidire dalla temperature rigide invernali e arieggiare la casa più volte al giorno.
LO SAPEVI CHE ...
Le basse temperature, gli sbalzi termici e lo smog riducono le difese immunitarie dell’organismo; nel contempo l’aria secca, favorita dal freddo, crea l’ambiente ideale per la proliferazione dei virus. E’ buona norma, quindi, mantenere la temperatura delle nostre case tra i 18° e i 21° e umidificare gli ambienti per evitare che l'aria dei locali diventi troppo secca.
Una buona igiene nasale evita che catarro e infiammazione del naso favoriscano infezioni delle vie aeree.
L’alimentazione gioca un ruolo importante nella prevenzione. Per rafforzare il sistema immunitario privilegia agrumi (contengono vitamina C), patate e carote (stimolano il sistema immunitario grazie al beta carotene) e mandorle (contengono vitamina E e antiossidanti). Scegli inoltre broccoli, cavoli e verza che rimuovono molti inquinanti dall’organismo.
Speciale bambini – prevenzione otite e virus gastrointestinali
Otite e disturbi gastrointestinali sono tra le affezioni più comuni che tendono a ripresentarsi con frequenza nei mesi più freddi, soprattutto nei bambini.
Ai piccoli che nella stagione invernale precedente hanno sofferto di infezioni recidivanti delle prime vie aeree (otiti, rino-sinusiti), consiglio di somministrare, oltre a Oscillococcinum 1 dose a settimana, anche il medicinale omeopatico Aviaire 30 CH, 5 granuli 1 volta a settimana, per i mesi invernali.
A chi ha la tendenza a soffrire facilmente di disturbi gastrointestinali (vomito, diarrea ecc.), in via preventiva suggerisco di assumere, oltre a Oscillococcinum 1 dose a settimana, Arsenicum album 30 CH, 5 granuli una volta alla settimana. Consiglio cicli di tre mesi sia in inverno sia in estate, periodi in cui i disturbi gastrointestinali sono più diffusi.
Assunzione dei medicinali omeopatici
L’assunzione dei medicinali omeopatici è molto semplice: i granuli e i globuli omeopatici, ovvero le forme farmaceutiche specifiche più diffuse dell’omeopatia, vanno lasciati sciogliere in bocca, preferibilmente sotto la lingua.
Per la somministrazione ai neonati e ai bambini sotto i due anni di età possono anche essere sciolti in un po’ d’acqua, preferibilmente oligominerale e a temperatura ambiente (meglio evitare la miscelazione con tisane o bevande aromatiche) e proposti in un bicchiere, nel biberon, o con un cucchiaino.
A cura del dott. Mauro Mancino, pediatra esperto in omeopatia a Pesaro
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Scegliere i fiori di Bach più adatti ad una determinata situazione non è difficile. Basta tenere a mente che ogni comportamento corrisponde ad un determinato fiore, e che si possono associare fino a cinque fiori per volta, meglio tre per i bambini come spieghiamo nel nostro articolo introduttivo sulla floriterapia di Bach.
Il bello è che la floriterapia è priva di controindicazioni, non avrà effetti collaterali ed è assolutamente naturale. Di conseguenza i fiori selezionati dal dottor Bach sono davvero adatti anche ai nostri bambini! Non solo per condizioni mentali, quindi, come ad esempio disturbi del comportamento o situazioni emotive difficili, ma anche per stati fisici che, ormai lo sappiamo, sono ampiamente influenzati da situazioni psicologiche.
Per facilitarvi la scelta abbiamo quindi creato per voi una selezione di comportamenti e piccolo disagi che possono essere sostenuti e trattati in maniera delicata con i fiori di Bach, associando quindi l’essenza adatta ad ogni comportamento, seguendo le solite regole per la somministrazione dei fiori ai bambini.
E’ di fondamentale importanza comprendere che i Fiori di Bach, così come gli altri rimedi di floriterapia australiana e californiana, non sono pozioni magiche ma promotori di cambiamento nell’ottica di ri-equilibrio: è fondamentale quindi interrogarsi e sviluppare un forte sentimento di empatia e ascolto nei confronti del proprio piccolo e generalmente modificare qualcosa a livello di comportamento e attitudine genitoriale. Mi spiego meglio: se il nostro problema è che nostro figlio non ci ascolta, la prima cosa da fare è chiedere se noi ci fermiamo ad ascoltarlo e gli dedichiamo il giusto tempo di qualità; inutile somministrate un Heather, Oak e Vine se noi non modifichiamo nulla nella nostra relazione con lui. Inutile pensare a un fiore per impedire a un bambino di un anno e mezzo di lanciare gli oggetti perché nella sua natura farlo, anzi, deve assolutamente farlo: magari invece lasciarlo scagliare il telecomando contro il televisore proponiamo lui una pallina di gommapiuma da lanciare contro l’armadio di camera sua, o sul letto.
Per maggiori informazioni in merito vi consiglio i seguenti libri da cui è stato tratto l'articolo:
- Sigrid Schmidt, Fiori di Bach per bambini, Tecniche Nuove
- Rossella Peretto, I Fiori di Bach per la Mamma e il Bambino, Biblioteca Olistica
- Barbara Mazzarella, Fiori di Bach per bambini, Xenia Edizioni
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Agosto è alle porte, e se non avete ancora deciso dove passare le ferie con i bambini non preoccupatevi: abbiamo per voi tre suggerimenti irresistibili! Già, perché l’Italia oltre che essere un paese stupendo per i suoi paesaggi e città è piena di strutture alberghiere pensate per le famiglie, organizzate in modo da rendere la vacanza al mare in montagna un’esperienza unica e indimenticabile immersi nelle bellezze italiane e addormentati in camere a tema che vi faranno sognare.
Partiamo dal consiglio perfetto per chi ama il mare, il profumo dell’acqua e la sensazione del sole sulla pelle. Se state pensando di andare nel Sud dell’Italia allora abbiamo l’hotel ideale per voi: il villaggio Club Baia del Sole di Ricadi (in provincia di Vibo Valentia - http://www.baiadelsole.com): il mare calabrese fa da cornice a questo meraviglioso albergo sul mare, appena ristrutturato e pronto ad accogliere i suoi ospiti grandi e piccoli.
Il bello del villaggio è che si può scegliere di riposare nelle camere distribuite all’interno del villaggio e collegate tra loro da carinissimi viali in pietra immersi nel verde delle piante, oppure nei bungalow vicini alla spiaggia (o, ancora, nella suite aragosta, con la sua vista unica e mozzafiato sul vulcano Stromboli, e nell’antico mulino arabo). In ogni caso la bellezza della sistemazione è assicurata: ogni camera ha un suo tema, dal quelle immerse nei fondali marini disseminati di coralli e sprazzi azzurri a quelle più etniche e moderne.
Il Club Baia del Sole si dipana all’interno di un grande e rigoglioso giardino botanico, pieno di fichi d’India, nespole, gerani, sterlizie… L’ambiente ideale per svegliarsi, respirare a pieni polmoni l’aria di mare e passeggiare, fare yoga, rilassarsi e rifocillarsi prima della giornata in spiaggia.
Ma l’aria buona non è solo al mare: l’estate è fatta naturalmente anche per la montagna, con le sue mille possibilità di divertimento con tutta la famiglia. A Bolzano, ad esempio, c’è un magnifico e carinissimo hotel, il Sonnwies (https://www.sonnwies.com/hotel-per-famiglie-p754.html): si trova a Luson, in Alto Adige, ed è fatto per immergere grandi e piccini in una favola.
Già, perché questo hotel rinnovato da pochissimo oltre alle sue bellissime camere (confortevoli, complete di tutto per bimbi e neonati, in legno naturale e corredate da moltissimi orsetti peluche, con zone separate per adulti e bambini in modo da garantire un perfetto riposo a tutti) vanta di uno spassosissimo aquapark con scivoli a tubo, a onde, altalene, funicolari e tappeti scorrevoli. L’ideale per passare una giornata diversa!
Il tutto naturalmente incorniciato nel quadro delle alpi più magnifiche, visibili praticamente da tutte le 45 camere dell’hotel.
Ma l’esperienza più strana e coinvolgente la si farà soprattutto a Vercelli, a Riva Valdobbia, dove sorge il Mirtillo Rosso Family Hotel (http://www.mirtillo-rosso.com), il primo Christmas Hotel italiano, pensato per riposare nell’abbraccio di renne volanti e foreste incantate.
Ogni camera immerge in boschi, sentieri di montagna, laghetti e torrenti, e stare all’interno coinvolgente quanto stare di fuori, nel verde delle montagne. Spazi di gioco, spazi per il relax, armadi super capienti, gli strumenti per prepararsi bevande calde e fredde nell’intimità della propria camera: il Mirtillo Rosso pensa proprio a tutto per far rilassare le famiglie prima delle escursioni giornaliere e delle passeggiate alla scoperta della zona, la cui cultura Walser (quella degli antichi abitanti delle valli delle Alpi) è assolutamente preservata e riproposta in maniera ecosostenibile all’interno degli ambienti.
Ovviamente il tutto è pensato a misura di bambino e famiglia, e tutte le camere sono dotate di letti con sponde, fasciatoi, scaldabiberon e vaschette per i bagnetti.