Omeopatia, questa sconosciuta!

Giovedì, 30 Giugno 2016 12:26

Gli omeopatici sono rimedi o medicinali?

Gli omeopatici sono medicinali veri e propri. Molto spesso in Italia sono chiamati “rimedi”, ma si tratta in realtà di medicinali a tutti gli effetti. Oggi che cosa sia farmaco e che cosa non lo sia lo stabilisce la legge. E la legge italiana, non certo tra le più permissive in materia di omeopatia, ha definito gli omeopatici come medicinali a tutti gli effetti.  Nel D.lgs. 219/2006 art.1d si legge infatti che: “Medicinale omeopatico è ogni medicinale ottenuto a partire da sostanze denominate materiali di partenza per preparazioni omeopatiche o ceppi omeopatici, secondo un processo di produzione omeopatico descritto dalla Farmacopea Europea o, in assenza di tale descrizione, dalle farmacopee utilizzate ufficialmente negli Stati membri della Comunità europea; un medicinale omeopatico può contenere più sostanze; […]”.

I medicinali omeopatici sono a base di erbe?

Succede molto spesso che i pazienti confondano l’omeopatia con la fitoterapia, quasi fossero la stessa cosa. La fitoterapia è un metodo terapeutico che utilizza sostanze di origine unicamente vegetale. I medicinali omeopatici sono invece a base di sostanze naturali, di origine vegetale, ma anche minerale, animale e chimica. Inoltre, la fitoterapia cura per mezzo di estratti di piante a dosi ponderali, mentre l’omeopatia con medicinali ottenuti da diluizioni della sostanza di partenza. Per quest’ultimo motivo, i medicinali omeopatici non hanno, a differenza di quelli fitoterapici, alcun effetto collaterale né tossicità chimica.

L’omeopatia funziona lentamente?

Mi capita spesso di smentire pazienti che non hanno mai usato i medicinali omeopatici perché pensano abbiano un’azione lenta, a prescindere dalla patologia per la quale vengono somministrati. La loro rapidità d’azione dipende, invece, proprio dal problema di salute considerato: per la cura di un sintomo acuto, l’azione è rapida e, a seconda delle situazioni, può andare da pochi minuti a qualche ora o qualche giorno. In caso di malattie croniche, invece, dove è fondamentale una visita da un medico esperto in omeopatia, il trattamento è necessariamente più lungo. Mi pare superfluo sottolineare come la rapidità d’azione dell’omeopatia dipenda anche dalla corretta scelta della cura consigliata.

L’omeopatia funziona solo per malattie lievi?

Un altro luogo comune che mi capita spesso di smentire riguarda la convinzione che l’omeopatia sia efficace solo per patologie lievi. Anche questo è falso. I medicinali omeopatici sono utilizzati con successo nella prevenzione, o per la cura di malattie croniche o recidivanti, ad esempio forme allergiche respiratorie o cutanee croniche, cistiti ricorrenti, bronchiti croniche, artrosi, osteoporosi, reumatismi, herpes…

Perché nelle specialità omeopatiche non c’è il foglietto illustrativo?

I medicinali omeopatici in vendita nelle farmacie italiane non contengono all’interno delle confezioni, né riportano sul packaging informazioni relative alla posologia e alle indicazioni terapeutiche. Si tratta di un’anomalia italiana legata a un decreto legislativo, per la precisione il 219/2006. Acquistando infatti lo stesso prodotto in altri Paesi europei, per esempio la Francia, le indicazioni terapeutiche sono presenti chiaramente sulle confezioni delle specialità omeopatiche. Un “gap” di cui si attende una risoluzione per garantire trasparenza e maggiore informazione sui medicinali omeopatici e rispettare così un’esigenza di molti consumatori, come emerso da un’indagine condotta da AstraRicerche: oltre 21 milioni di Italiani desidererebbero che in questi medicinali si riportassero le indicazioni terapeutiche, ma il  68% degli intervistati non sa neppure che l’assenza delle indicazioni terapeutiche è legata a una questione legislativa e non alla volontà delle aziende.

Testo a cura del dottor Donato Virgilio, medico di famiglia esperto in omeopatia a Brescia

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Disciplinare è un verbo che deriva dal latino e che significa insegnare. È la cultura che ha poi trasformato questa parola facendola rientrare in una sfera più punitiva. Meglio tornare alle origini, capendo bene cosa vuol dire disciplinare e come farlo al meglio senza ricorrere allo spettro della punizione.

La disciplina non significa punizione: tutto quello che c'è da sapere sulle punizioni

Ma allora cosa vuol dire disciplinare? Vuol dire insegnare ai propri figli il comportamento responsabile e l'autocontrollo. Vuol dire insegnargli cosa sono le conseguenze, la responsabilità. Vuol dire incoraggiarli a gestire le proprie emozioni e i propri comportamenti. Significa premiare i figli per i comportamenti appropriati e significa non incoraggiare quelli sbagliati. Significa dare un significato positivo al comportamento, insomma, senza focalizzarsi sui risvolti negativi in maniera punitiva.

E soprattutto disciplinare NON significa mai e non deve significare punizione fisica, corporale o verbale in maniera violenta. Uno schiaffo non risolve, semmai peggiora. Un urlo non calma la situazione, mette solo sterile paura.

Le conseguenze della punizione violenta fisica o verbale? Troppe. Dal danneggiamento del prezioso rapporto genitore-figlio alle ferite fisiche e psicologiche sul bambino; dalla distruzione della dignità, dell'autostima, del senso positivo di identità nel bambino alla mancata occasione di sfruttare il comportamento sbagliato per insegnare davvero qualcosa; dalla tendenza dei bambini a raccontare bugie solo per evitare la punizione alle conseguenze a lungo termine, quelle pericolose come la trasformazione in adolescenti e adulti bulletti, capaci solo di usare la forza, o al contrario pieni di paure nei confronti del mondo.

Se allora la disciplina corrisponde all'insegnamento dei comportamenti accettabili, la soluzione per evitare questo tipo di punizioni (anzi, la migliore alternativa) è sfruttare la capacità intellettuale del bambino, la cui mente nei primi anni assorbe tutto come una spugna: genitori, sfruttate i loro sbagli nella maniera più fertile, e cioè analizzandoli insieme, facendogli capire (anche con autorità) perché sono sbagliati, facendoli ragionare su quale deve essere secondo loro e secondo voi il comportamento da adottare. Insomma, fate da subito capire la differenza tra giusto e sbagliato.

I bambini non hanno infatti questa comprensione del giusto e dello sbagliato. Fino ai tre anni il loro comportamento riflette solo i loro bisogni, quindi non preoccupatevi se dovrete ripetere le cose un milione di volte. Sono troppo piccoli per capire! Successivamente però i loro sbagli sono legati ad altro, ci sono altre ragioni, come ad esempio la frustrazione e le arrabbiature, lo stress (nuova scuola, problemi in famiglia...), la sensazione di non essere ascoltati, quella di non essere abbastanza indipendenti...

Al di là di ogni ragione dovete però tenere a mente che ci sono alternative alla punizione, e che queste alternative devono diventare un'abitudine, in modo da diventare per il bambino qualcosa di vero e concreto. 

Innanzitutto piuttosto che punire per un comportamento sbagliato, parlate del comportamento "giusto" che vorreste vedere; chiarite le ragioni per le quali quel comportamento è sbagliato e quelle per cui quell'altro è meglio; non ridete quando sbagliano qualcosa (lo sappiamo, a volte sono buffi...); abbiate routine quotidiane di buoni comportamenti (mangiare tutti insieme a tavola, non guardare la tivù per più di tot, non mangiare schifezze) ma lasciate un giorno nel quale la trasgressione è concessa (sempre nei limiti); evitate di "premiare" con caramelle o altro i comportamenti buoni, che devono al contrario essere considerati normali; e infine, alla giusta età, provate a stendere insieme al bambino le regole di casa, in modo da coinvolgerlo, un'altra occasione per ragionare in maniera leggera sui comportamenti giusti e su quelli sbagliati.

Combinate Flower, parola inglese per fiore (e quindi per natura), e Montessori. Il risultato è Flowerssori, il marchio di mobili di design che incontrano i precetti della pedagogista italiana!

Vi presentiamo Flowerssori, i bellissimi mobili ecologici Montessori: di design, amici della natura e dei bambini, gli arredi ispirati al metodo montessoriano

I consigli di Maria Montessori non si limitano all'insegnamento a scuola, lo sappiamo, ma anche e soprattutto alla crescita in casa e all'indipendenza del bambino (http://www.mammapretaporter.it/educazione/montessori/i-consigli-montessori-per-una-casa-a-misura-di-bambino), che passa anche attraverso mobili pensati apposta per lui, in modo da lasciare libertà di movimento e capacità di raggiungere tutto ciò di cui ha bisogno.

I mobili ispirati al metodo Montessori devono quindi essere fondamentalmente bassi, raggiungibili anche dai più piccoli, e naturali, realizzati con materiali liberi il più possibile dalla plastica evitando i colori sgargianti, preferendo i toni più tenui ideali per la calma e la concentrazione.

Finalmente un marchio italiano ha pensato bene di coniugare tutto questo con il design più accattivante. Il risultato è una serie di irresistibili mobili per la cameretta (http://www.mammapretaporter.it/strumenti/lettini-e-camerette/10-camerette-montessori-a-cui-ispirarsi), belli e pensati per la crescita armoniosa dei bambini!

Flowerssori (www.flowerssori.it), azienda non solo italiana ma addirittura di Chiaravalle, città della nota pedagogista, ha pensato così di creare un perfetto mix tra il design italiano e l'educazione montessoriana, utilizzando il legno più pregiato ed evitando al 100% il ferro e la plastica e utilizzando artigianalità e tecnologie nostranissime. Come? Sfruttando le curve!

La curva, linea morbida e sicura durante tutta la crescita del bambino, si presta infatti al disegno dei più svariati mobili. Dai tavoli alle seggiole fino ai lettini è sempre un'unica curva di legno semplice e lineare a definire le forme.

L'idea è nata dalla lacuna nell'arredamento per l'infanzia, mai propriamente rivolto ai concetti montessoriani, ma solo alla riduzione in scala dei mobili per adulti. Flowerssori non riduce infatti meramente le dimensioni, ma pensa ai mobili e alle forme in maniera tale da assecondare la crescita e l'indipendenza dei bambini, mantenendo sempre la sicurezza necessaria per i loro movimenti, studiando tanto l'ergonomia quanto la sensorialità.

Le sedie sono armoniose, impilabili, ci si può scivolare sopra, sotto, di lato; i tavoli possono essere vissuti e sperimentati da tutti i lati e sono studiati partendo dalle proporzioni fisiche del bambino, seguendo anche la loro crescita grazie alle differenti dimensioni.

(foto 1 flowerssori.it)

Ma sono soprattutto le librerie, le cassettiere e i letti ad essere assolutamente perfetti.

Le librerie e le cassettiere, dal design assolutamente innovativo, sono pensate come espositori per tutto ciò di cui il bambino ha bisogno, dai libri ai giocattoli fino al vestiario di tutti i giorni. Possono essere sfruttate per dividere lo spazio (evitando di montare lo schienale posteriore), essere assemblate in libertà e ed essere utilizzate secondo le più differenti esigenze. E, come sempre con Flowerssori, le dimensioni variano in base all'altezza del bambino.

(foto 2 flowerssori.it)

Ed ecco il protagonista della pedagogia d'arredamento montessoriana, metafora di tutti i mobili e di tutti i concetti: il lettino dev'essere basso, consentendo al bambino la più totale libertà di movimento senza pericolo di cadute.

I lettini Flowerssori sono, inutile dirlo, esteticamente bellissimi, e allo stesso tempo sono studiati ponendo l'attenzione sui materiali naturali e sulla struttura pensata mettendo al centro il bambino. Il baricentro è molto basso, sta a 20 centimetri da terra; le tipiche curve permettono di viverlo sensorialmente  in mille modi differenti, scivolandoci anche sopra; i fori laterali permettono al materasso una respirazione naturale e lo rendono facile da trasportare nella stanza in base ai cambiamenti durante la crescita.

E il bello è che il letto cresce con il bambino, ma non solo fino all'adolescenza. No. Una volta grande diventerà anche letto matrimoniale, unendone un secondo, e il ciclo della vita potrà essere interamente vissuto insieme a Flowerssori!

(foto 3 flowerssori.it)

I benefici dei frutti rossi per mamme e bambini

Mercoledì, 29 Giugno 2016 09:02

Esatto: i frutti rossi non fanno bene solo agli adulti. Mamme e bambini possono trarre enormi benefici dal consumo della frutta rossa! E se pensiamo che i bambini apprezzano particolarmente queste bacche piccole e succose, beh, è bene approfittarne inserendole nella dieta in maniera ragionata.

I benefici dei frutti rossi per mamme e bambini: la bontà di fragole more, ribes e mirtilli fa bene alle mamme e ai bambini

Certo, è sempre bene non esagerare: i bambini possono infatti sviluppare certe intolleranze! Tuttavia una porzione di circa 30 grammi ogni due giorni non può che fare bene (sempre dopo i 12 mesi: prima, se il bambino è predisposto alle allergie, possono provocare reazioni piuttosto importanti).

I frutti rossi, in particolare la fragola, la mora, il ribes, il mirtillo, le ciliegie e il lampone, sono conosciuti tra gli adulti soprattutto per le proprietà antiossidanti. 

Cosa significa? Vuol dire che grazie all'alto contenuto di polifenoli, essi sono in grado di contrastare naturalmente nell'organismo la comparsa dei radicali liberi, molecole di scarto che provocano in maniera aggressiva l'invecchiamento precoce delle cellule. I frutti di colore rosso, quindi, tengono sotto controllo questi radicali, che si accumulano particolarmente in seguito allo stress, all'esposizione al sole e a causa di un'alimentazione povera di frutta e verdura.

Per questo motivo, cioè l'”invecchiamento”, si ritiene, erroneamente, che la frutta rossa sia particolarmente adatta solo agli adulti, che ne possono guadagnare in “giovinezza”. Niente di più falso: l'invecchiamento delle cellule riguarda tutti, anche i bambini, che dai polifenoli possono trarre altrettanti benefici, su tutto il corpo e in particolare sul cervello (la memoria migliora! Utile per i bambini in età scolastica e per le mamme smemorine). Le loro cellule non hanno bisogno di invecchiare, no? Bene. L'energia e la salute non si coccolano mai troppo presto.

Un'altra loro particolarità è quella di essere naturalmente poveri di zuccheri complessi (anzi, sono ricchissimi di zuccheri semplici), di proteine e di calorie. In compenso la loro notevole quantità di fibre e di altre proprietà nutrizionali importanti li rende perfetti per una dieta bilanciata.

Queste fibre, poi, sono ottime per i bambini, in particolare quando c'è bisogno di riequilibrare le funzioni intestinali: in caso di stitichezza o diarrea, quindi, largo a ribes, lamponi e fragole!

Ma vediamo nello specifico le proprietà di ogni frutto utili a mamme e bambini.

Le mamme che soffrono di disturbi della vista possono fare affidamento sui mirtilli: essi aumentano la finezza visiva! Anche i bambini possono comunque farne tesoro: la loro vista si rafforzerà, e da grandi incorreranno meno nei disturbi più comuni come miopia e astigmatismo.

Le more hanno una potente funzione depurativa: mamme stressate, assumetene ogni giorno. E fatene assumere anche ai vostri bambini nei periodi in cui la dieta, magari, è stata trascurata e risulta un po' pesante.

Il melograno (sì, anche lui è un frutto rosso, nonostante non venga quasi mai menzionato!) oltre alle classiche proprietà antiossidanti è un efficacie antibatterico. In caso di infezioni o di malanni leggeri può essere quindi assunto, e oltre alla bontà tutta la famiglia ne ricaverà protezione.

E la vitamina C? Si pensa che solo gli agrumi ne contengano quantità rilevanti. Non è così. Il frutto (quasi sempre) preferito dai bambini (ma anche dalle mamme!), la fragola, è un alimento in grado di apportare all'organismo un'elevata quantità di questa vitamina, oltre al suo naturale contenuto di ferro, calcio, fosforo, magnesio, potassio (tutti minerali fondamentali per il corpo, che ne guadagna così in energia e tonicità: le mamme si sentiranno più in forma, i bambini potranno sfruttare la loro forza vitale ancora meglio).

Tutti i frutti rossi, poi, hanno potentissime qualità antinfiammatorie. L'azione depurativa e diuretica associata a questa proprietà accelera notevolmente la guarigione negli stati infiammatori, ma potete sfruttare questo beneficio anche in estate, per tutta la famiglia: in caso di scottature solari, infatti, potete frullare i frutti e utilizzarli per fare impacchi rinfrescanti e guarenti.

Lo stesso discorso vale per l'acido folico: i frutti rossi ne sono ricchissimi. Ma se pensate che solo le donne in stato di gravidanza ne hanno bisogno vi sbagliate. Sì, la mamma e il bimbo nella pancia ne hanno forte necessità, ma l'acido folico è importante anche per grandi e piccoli: è anche grazie ad esso che l'organismo si protegge dalle malattie cardiovascolari e mantiene una buona salute del cervello!

Li possiamo acquista freschi al supermercato, oppure sfruttare la qualità e la praticità di Noberasco: 

-  i mirtilli rossi Noberasco: ricco di fibre, antiossidanti, vitamine è utilizzato per la prevenzione e la cura di cistiti grazie alla presenza di proantocianidine (PACs) che interferiscono con l’adesione di batteri uropatogeni alla mucosa vescicale.

- frutti di bosco e bacche di goji: sono chiaramente il mix perfetto perchè contengono tutti i frutti di bosco insieme con le preziose bacche di goji. 

Sara Polotti e Giulia Mandrino

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

La dinamica tempo nella cucina della famiglia

Mercoledì, 29 Giugno 2016 08:08

Chi meglio di noi, donne e mamme, sa quanto sia critico il concetto di tempo in cucina? Rientrate a casa dopo il quotidiano giro tra scuola, merenda, palestra, piscina, catechismo, spesa… la tentazione di ordinare delle pizze d’asporto per cena è fortissima. STOP! Fermiamoci: urge trovare soluzioni pratiche e buone per ottimizzare ogni gesto, risparmiare e soprattutto pensare alla salute della nostra famiglia. Vi suggeriamo cinque utili passi per diventare patrone del vostro tempo, anche in cucina!

I consigli di mammapretaporter.it per gestire la dinamica tempo in cucina: la spesa, il planning e gli strumenti per una cucina sana in poco tempo

1. Pianificare la spesa

All’inizio della settimana ritagliamoci una mezz’oretta per fare il punto sui pasti principali che svolgeremo in casa, e su quante volte mangeremo cereali, pesce, legumi e verdure. Sulla base di ciò sapremo quali prodotti acquistare freschi e quali surgelati ed eviteremo sprechi. Una volta al mese facciamo la “spesa grossa” per rifornire la dispensa di prodotti a lunga scadenza (pasta, scatolame, condimenti, semini, zuppe surgelate). Con una lista della spesa ben pensata, eviteremo di vagabondare per le corsie del supermercato e comprare cibi a caso per la frenesia di andarcene. Ovviamente quando un prodotto finisce… ricordiamoci di segnarlo su una lavagnetta come promemoria!

2. Preventivare doppie dosi

Preparando piatti abbondanti potremo congelare le porzioni in eccesso: ci saranno utilissime nelle serate “a tempo zero” in cui dovremo solo scongelare le nostre cene. Quando siamo un po’ più libere, prepariamo cereali, verdure, legumi, lasagne, torte salate in abbondanza e congeliamoli in mono o bi porzioni: saranno più comode e igieniche da scongelare. Avremo così sempre pronte anche delle ottime soluzioni per le “schiscette” da portare al lavoro e inoltre eviteremo di mangiare la stessa cosa per giorni!

3. Privilegiare piatti unici

Per “piatto unico” s’intende l’accostamento di carboidrati (pasta, riso, farro, orzo, kamut), proteine (legumi, formaggio, uova, pesce, carne), verdure (pomodorini, zucchine a dadini, carote alla julienne). Preparandoli insieme riusciamo ad assumere tutti i nutrienti di cui necessitiamo nelle giuste dosi, a soddisfare qualsiasi palato, a concedere il bis ai più affamati perché si tratta di un piatto correttamente bilanciato.

4. Imparare a fare a meno della bilancia

Se impariamo le corrispondenze delle dosi delle varie ricette, ci libereremo della bilancia e saremo più veloci usando cucchiai, tazze, cucchiaini e bicchieri. Non solo! Potremo anche affidarci alla nostra mano per le dimensioni delle fette di carne o di pesce (120-150 g), a un pugno per quantificare panini, frutta, legumi, cereali, alle dita per le fettine di formaggio.

5. Utilizzare gli attrezzi amici

Mixer, frullatori, estrattori e tritatutto saranno fedelissimi compagni in questa gara contro il tempo! Altri strumenti “amici” utili in cucina sono: teglia per muffin, centrifuga, estrattore, setaccio per farina in acciaio, essiccatore, cestello di bambù per cottura a vapore, affettaverdure per spaghetti. Se poi abbiamo la fortuna di avere un robot da cucina… allora non abbiamo proprio più scuse per non impegnarci in una dieta sana ed equilibrata.

Dott.ssa Antonella Alfieri, biologo nutrizionista

Articolo tratto dal libro The family food, ricette naturali per famiglie incasinate, Mental Fitness Publishing

Gli oli essenziali sono uno strumento davvero efficace per grandi e bambini: se utilizziamo prodotti di elevata qualità e seguiamo i nostri consigli di sicurezza non potremo che trarne benefici

Dobbiamo partire dal presupposto che i risvegli dei bambini sono fisiologici e che il cucciolo d'uomo, come tutti i mammiferi non è programmato per dormire da solo come ci spiega la dott.ssa Alessandra Bortolotti. 

Ecco l'aromadiffusione per aiutare i bambini a fare la nanna: gli oli essenziali che facilitano il rilassamento dei bambini

Prima di elencare gli oli essenziali utili a talfine, voglio invitarvi a leggere attentamente il nostro articolo dedicato all'uso degli oli essenziali per i bambini: infatti non tutti gli oli che di seguito elencheremo sono adatti ai neonati! 

Lavanda
La lavanda è l’olio essenziale perfetto per l’aromadiffusione in una casa dove sono presenti i bambini: delicato e atossico quello di lavanda è considerato l’olio essenziale più sicuro. Dalle mille proprietà, l’olio di questa pianta è perfetto per l’aromadiffusione: basta inserire circa 10 gocce nell’acqua di un diffusore a ultrasuoni. E’ adatto anche ai neonati dopo circa 3 settimane di vita.
Camomilla
Nelle sue due varianti romana e blu, l’olio essenziale di camomilla è anch’esso adatto nei primi mesi di vita del bambino. La sua variante romana è utile quando i disturbi del sonno sono causati dalla dentizione o da dolori al pancino, mentre quella blu è perfetta in generale per rilassare il piccolo e in caso di stati infiammatori e febbre.

Bergamotto
Proveniente dal sud d’Italia, è famoso per dare l’aroma al te Earl Grey ma le proprietà del suo olio essenziale sono tantissime: facilita la digestione, diminuisce i livelli di infiammazione, è benefico contro la depressione, e lenisce gli stati ansiosi. Da utilizzare a partire dai 6 mesi in aromadiffusione.

Sandalo
I greci lo chiamavano il profumo degli dei, questo vi fa comprendere la potenza straordinaria di questo olio essenziale. In aromadiffuione il sandalo facilita il rilassamento e promuove uno stato di calma e pace (per questo è utilizzato da chi pratica meditazione). Da scegliere a partire dai 12 mesi in aromadiffusione.

Mandarino
L’olio essenziale di mandarino favorisce uno stato mentale di equilibrio grazie all’effetto calmante del sistema nervoso. E’ da considerare un riequilibrante per eccellenza di bambini iperstimolati o comunque che hanno difficoltà di rilassamento a causa di molti stimoli. Perfetto per contrastare ansia e nervosismo il mandarino è anche un antidepressivo, quindi per lenire i “capricci”, sopratutto quelli serali collegati a fattori di stanchezza. Ricordiamoci sempre che come tutti gli agrumi è fotosensibilizzante, quindi non deve mai essere usato direttamente sulla pelle. Può essere inserito in un diffusore a partire dai 3 mesi del bambino.

Arancio dolce
E’ un olio essenziale consigliato per combattere l’insonnia, gli stati ansiosi e l’iperstimolazione. Usato anche in alta pasticceria l’olio essenziale di arancio dolce è perfetto per l’aromadiffusione in ambienti dove sono presenti bambini a partire dai 12 mesi.

Rosa
La rosa è la regina del giardino, con il suo profumo ammalia, rilassa e ipnotizza quasi. E’ un olio essenziale molto caro perchè, pensate, per realizzare un litro di olio essenziale di rosa servono circa 4-5 tonnellate petali! La rosa ha effetti estremamente benefici sul sistema nervoso, allevia le tensioni, facilita il rinnovamento cellulare e favorisce il bilanciamento del sistema ormonale. Stimola l’autostima e un sonno sereno. Consigliamo di utilizzarlo a partire dai 4 mesi.

Ylang-ylang
Il “fiore dei fiori” o “fragranza delle fragranze” il suo nome deriva dalla lingua indonesiana dove i letti delle spose vengono cosparsi di questi fiori profumati. Il suo olio essenziale aiuta a rimuovere le paure, le tensioni fisiche e mentali, allevia la rabbia, la gelosia e quindi è perfetto per diminuire l’iperstimolazione. Questo profumo favorisce l’addormentamento e uno stato di pace. E’ consigliabile il suo utilizzo in aromadiffusione a partire dai 24 mesi.

Neroli
Se l’olio essenziale di arancio dolce è estratto dalla scorza del frutto, quello di Neroli è estratto dai fiori d’arancio. La sua aroma deliziosa equilibra la mente il corpo, rilassando e donando sensazioni di gioia e serenità. Utilizzabile in aromadiffusione a partire dai 24 mesi.

 

Ecco la ricetta di alcune miscele che potete utilizzare con i vostri bambini: la base è sempre un aromadiffusore a ultrasuoni come questo;  

- aggiungiamo per i neonati fino ai 6 mesi solo 10 gocce di lavanda

- a partire dai 3 mesi in avanti 5 gocce di mandarino e 7 di lavanda

- dai 12 mesi 8 lavanda, 5 mandarino e 3 arancio dolce

- dai 24 mesi in poi ottima la seguente miscela: 5 gocce di neroli e 10 gocce di ylang ylang

 

Giulia Mandrino

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Come creare un ambiente rilassante per la nanna

Mercoledì, 29 Giugno 2016 03:39

È un'esigenza che nasce spontanea attorno ai cinque o sei mesi del bambino: nel momento in cui il ciclo sonno-veglia non è più strettamente legato alla fame e alle poppate ecco che per i genitori arriva il tempo di cercare di facilitare l'addormentamento del bambino, sempre seguendo i ritmi, i tempi e le esigenze della famiglia. 

Sappiamo infatti che le routine e delle attività semplici e non stimolanti sono fondamentali per un addormentamento sereno del piccolo, sia esso nel lettone con mamma e papà sia in camera sua. 

Ecco come creare un ambiente rilassante per la nanna: le routine serali che aiutano il piccolo ad avvicinarsi più serenamente al riposo notturno

Le regole da seguire per aiutare il bambino a capire che è il momento della nanna sono semplici ma a volte sottovalutate: il fargli eseguire attività rilassanti è una di queste (non è che stancandolo, come si crede, poi si addormenterà meglio!), idem l'abituarlo a certe routine e certi rituali serali, così come l'evitare bevande stimolanti che contengono caffeina o teina.

Ma quella principale, quella imprescindibile, è una: creare per lui un ambiente rilassante, inteso come un luogo nel quale i sensi del bambino non vengano sollecitati in maniera eccessiva.

La prima regola sono le fonti di luce, che non devono produrre una luminosità troppo forte. Gli occhi dei bimbi devono potersi rilassare, quindi optate per abat-jour e lampadine dai toni caldi e soffusi, magari regolabili, e per lucine da notte piccole e discrete da tenere nell'angolo della cameretta durante le ore della nanna.

Se la vista è il primo senso da rilassare, il secondo è certamente l'udito. No ai rumori eccessivi, è chiaro, quindi i genitori dovrebbero di tenere la tivù o la radio accese (o perlomeno mai a volume alto e percepibile) nelle stanze che affiancano la cameretta.

La voce tuttavia è un suono da non annullare come i rumori di fondo. Essa è uno strumento davvero rilassante, che può conciliare il sonno del bambino se utilizzato nella giusta maniera! Sussurri di dolci parole, lievi ninne nanne, versi melodiosi... 

Ricordate però che la nanna della notte è differente dalla nanna di giorno, e che quindi i rumori vanno trattati diversamente: il pomeriggio non è mai bene annullare tutti i rumori o fermare ogni attività in casa per paura di svegliarlo almeno nei primi mesi! Tenete quindi su almeno parzialmente la serranda, fate i mestieri: si abituerà più facilmente all’alternanza giorno notte.

La terza regola da seguire è quella della temperatura giusta della cameretta nella quale dorme vostro figlio. Il rischio, ricordate, non è mai il freddo. È il caldo! Pensiamo infatti che i bambini debbano essere coperti con strati e strati di coperte perché minuti e quindi frettolosi, ma non è così (pensiamo a quanto stanno bene i bambini lasciati a riposare nei passeggini in Norvegia, fuori dai negozi e dai locali, sotto la neve!).

Si rischia quindi di coprire davvero eccessivamente i bimbi, che avvertiranno moltissimo disagio, un disagio provocato dalla temperatura. E nei primi mesi non dimentichiamo che a volte questo troppo caldo può essere una delle concause che portano terribilmente alla SIDS, e cioè la rara sindrome della morte in culla, che sembra parzialmente prevenibile con alcuni accorgimenti (come appunto il mantenimento di una temperatura accettabile, mai troppo alta).

L'ideale? Non coprire troppo con coperte o cappellini, e mantenere la temperatura della stanza del piccolo trai 18 e i 20 gradi al massimo.

La calming box è sicuramente un aiuto importante prima della nanna. Qui puoi trovare tutte le informazioni per realizzarne una. 

Un bagnato rilassante è poi davvero un toccasana prima della nanna: ecco la nostra ricetta di bagno aromatico con oli essenziali che aiuta il piccolo a lasciare andare le tensioni. 

E dopo il bagnetto se volete davvero rilassare il piccolo potete proporgli un massaggio alle gambine, ricordandovi sempre che per scaricare è necessario eseguire movimenti che partono dall’addome fino ai piedini, e mai il contrario (quindi dal piede alla coscia, questo infatti è energizzante). Qui trovi la nostra ricetta per realizzare un olio rilassante.

L’aromadiffusione è poi incredibilmente efficace: puoi provare queste miscele di oli essenziali da inserire in un diffusore a ultrasuoni, oppure questo spray homemade da spruzzare sulla pelle

I Fiori di Bach sono poi un valido aiuto per i più piccoli se hanno difficoltà a lasciarsi andare: ecco la miscela che noi suggeriamo. 

Un rituale pre nanna davvero perfetto è la culla indiana: in questo articolo puoi scoprire come effettuarla a budget zero. 

Puoi seguire i consigli dell'Ostetrica Angela Dinoia per il sonno dei neonati nei primi 40 giorni di vita in questo articolo. 

Giulia Mandrino e Sara Polotti

Le aree, i pilastri, la divisione: quali sono insomma i punti principali dell'insegnamento della pedagogista Maria Montessori? Dal secondo dopoguerra ad oggi i suoi precetti sono ancora purtroppo poco applicati. La scuola dice che vede il bambino come un essere unico ma in realtà quello a cui purtroppo spesso si punta è alla performace, al voto, alla didattica più che una crescita armonica del bambino in tutte le sue sfere. 

Ecco le 5 aree dell'insegnamento montessoriano per una crescita armonica: come si sviluppa la pedagogia di Maria Montessori in una scuola materna ed elementare

Come accennato le aree principali della pedagogia di Montessori sono essenzialmente cinque: l'Area Sensoriale, l'Area della Vita Pratica, l'Area del Linguaggio, l'Area della Matematica e l'Area Culturale.

L'Area Sensoriale si concentra sui sensi dei bambini, che grazie alla stimolazione possono diventare più sensibili e consapevoli dei piccoli dettagli che stanno loro attorno, sviluppando una percezione e una concentrazione più sottili e imparando a notare le differenze. Ad essere scandagliate sono le qualità come il peso, i colori, le forme, le misure, i suoni, gli odori e i gusti.

In poche parole, gli esercizi dell'Area Sensoriale si concentreranno sull'allenamento dei cinque sensi, vista, tatto, olfatto, gusto e udito, giungendo anche a stimolare la manualità fine attraverso il movimento e il tatto.

L'Area della Vita Pratica è la più importante insieme a quella Sensoriale, poiché l'indipendenza del bambino è il pilastro su cui da sempre si fonda la pedagogia di Maria Montessori. I bambini in una scuola montessoriana imparano così ad utilizzare e allenare la loro manualità fine,  a espandere la loro capacità di concentrarsi, a prendere confidenza con le proprie capacità e a credere in esse. In questo senso la scuola montessoriana propone sempre attività che ricalcano un po' quelle quotidiane che il bambino può trovarsi di fronte in modo che poi possa essere in grado di far fronte alla situazione e arrangiarsi. Una capacità che serve fin da subito ma che si tradurrà in qualcosa di ancor più positivo nella vita adulta.

Le principali tematiche della Vita Pratica si dividono allora nella capacità di prendersi cura di se stessi, nella cura dell'ambiente circostante, nell'educazione e nella cortesia nei confronti di chi sta di fronte, nel controllo dei movimenti fini o meno fini, nella capacità di concentrazione e nell'indipendenza personale più generale.

La terza area è quella del Linguaggio. La scuola montessoriana incoraggia lo sviluppo delle capacità letterarie fin da piccoli, ancor prima della scuola elementare, attraverso l'utilizzo dei suoni fonetici. Fin da subito i bambini vengono quindi stimolati attraverso l'ascolto delle parole, per creare in loro una familiarità con i suoni. Il vocabolario viene arricchito, le capacità di ascolto implementate, le lettere iniziano in da subito ad essere riconosciute e scritte per raggiungere una forte capacità di scrittura, grammatica e lettura (soprattutto silenziosa).

Nella Scuola Montessori il bambino si troverà quindi ad imparare la forma delle lettere, tante nuove parole, la grammatica di base, la struttura delle frasi e la composizione dei periodi, in modo da creare una base davvero solida per il futuro.

C'è poi l'Area Matematica, che prevede l'uso di materiali concreti per riconoscere le quantità e i numeri, per imparare a capire come un simbolo stia ad indicare qualcosa di concreto. Praticamente, poi, i bambini sono incoraggiati a provare e riprovare fino a quando un concetto non è stato fatto veramente loro, per passare ad una nuova attività solo quando hanno individualmente compreso fino in fondo quella precedente.

Le attività si dividono quindi nel contare, nell'imparare il sistema decimale, nel lavoro di memorizzazione, nell'astrazione del concreto, nelle operazioni aritmetiche e nello studio della geometria.

 Ultima ma non per importanza, l'Area Culturale, che in una scuola Montessori non viene mai sottovalutata. Le materie studiate sono quindi la geografia, le scienze, l'arte, la musica, le lingue... Come in una scuola normale, ma sempre con un occhio di riguardo nei confronti della capacità della singola materia di aprire gli occhi e la mente, così come l'emozione.

Il Landscape Arboretum in Minnesota

Martedì, 28 Giugno 2016 04:34

Sbirciando qua e là nell'internet potreste imbattervi anche in lui. Chi è lui? Un magnifico giardino botanico, un arboreto del Minnesota. La sua particolarità però lo rende non solo affascinante per tutti, ma soprattutto per i bambini. Praticamente si tratta di un parco giochi tutto naturale, e noi ce ne siamo innamorate.

Vi presentiamo il Landscape Arboretum in Minnesota: un giardino botanico, un arboreto e un parco giochi naturale per stimolare il senso del verde nei bambini

Vi chiederete come mai ve lo stiamo descrivendo, e le ragioni sono sostanzialmente due. La prima è che se con tutta la famiglia vi trovaste a viaggiare in Minnesota, vicino a Chanhassen, be', il Minnesota Landscape Arboretum è una tappa obbligata con i bambini (ma non solo). 

Si trova proprio all'interno dell'Università del Minnesota, nella sezione dedicata al dipartimento di scienze botaniche. Nacque con intenti di studio, quindi, e dal 1907 ad oggi è cresciuto fino a raggiungere i 1200 acri di ampiezza e a ospitare più di 5000 varietà vegetali. Per capire meglio di cosa si tratta date un'occhiata al sito ufficiale di questo enorme parco pieno di risorse: http://www.arboretum.umn.edu/

Il secondo motivo è che ciò che c'è al suo interno può diventare tranquillamente spunto per parchi gioco dedicati proprio alla vita nella natura, allo studio nel verde, al divertimento all'esterno in sintonia con il mondo.

Il giardino botanico Landscape Arboretum è quindi composto dalle classiche passeggiate tra i filari di fiori e piante, tra i grandi alberi come fossero sentieri, da piccoli giardini nascosti e soprattutto da attrazioni per i più piccoli.

Passeggiando si possono trovare piante carnivore gigantesche nelle quali entrare per osservare la vita di questi curiosi vegetali; oppure enormi statue di insetti tra le quali giocare e sulle quali arrampicarsi per divertirsi e apprendere la diversità della vita.

Ma ciò da cui si può prendere direttamente ispirazione sono i piccoli parchi gioco in legno sparsi qua e là tra le piante, i fiori e gli animali. Sotto gli alberi, in piccole radure... Ci si può imbattere in piccoli villaggi dedicati ai bambini che sembrano ad una prima occhiata nati non per loro, ma gli elfi e le fate che abitano questi luoghi naturali, costruiti direttamente da loro e dai laboriosi gnomi.

(http://www.letthechildrenplay.net/2010/03/another-wonderful-natural-playspace.html?m=1)

Tutto è costruito con materiali naturali e le piccole casette hanno le tipiche forme della fantasia, con punte e gallerie, con rami che si piegano e si intrecciano dolcemente per diventare abitazioni accoglienti dentro alle quali i bambini possono trovare la loro dimensione.

E oltre alle casette questi rami e questi materiali presi dall'ambiente circostante diventano elementi di gioco bellissimi. 

Una tenda aggiunta ad un piccolo palco e ad un tetto crea il teatro dentro al quale realizzare spettacoli di marionette, un tronco tagliato diventa pretesto per mostrare i piccoli mobili degli elfi (in miniature di legno!), una rete appoggiata ad un ramo è una perfetta vetrina sulla quale appoggiare gli elementi naturali scoperti durante la passeggiata...

(foto 2 https://naturalearning.org/green-desk/Affordable-settings-and-elements)

(foto 3 http://www.letthechildrenplay.net/2010/03/another-wonderful-natural-playspace.html?m=1)

9 Mesi Di Follia

Lunedì, 27 Giugno 2016 11:49

E niente, ancora non sei in ritardo col ciclo, ma vai in farmacia e compri il test di gravidanza. Perché te lo senti dentro, in fondo alla bocca dello stomaco, che stavolta ci siamo. E infatti…è negativo. Vabbè dai ci si può sempre riprovare, tanto è la parte sicuramente più bella. E quell’unico mese in cui pensi di avere toppato alla grande, quell’unico mese in cui ingurgiti un moment dietro l’altro manco fossero zigulì, quell’unico mese in cui decidi che ti sbronzerai alla festa di compleanno della tua amica bevendo come se non ci fosse un domani, quell’unico mese…arrivi al giorno 40 e toh…forse è il caso di fare un test: quella finestrella colorata ti cambia la vita nello stesso istante in cui la vedi. Fine.

I neuroni iniziano a ballare il sirtaki nella tua testa, e in un crescendo di follia inizi a stilare liste su tutto ciò che devi fare per preparare “il nido”. Esatto. Noi donne, future madri, dobbiamo preparare il nido. E se Eva ha mangiato la mela del peccato, e partorirà con gran dolore, la par condicio vuole che tutta la progenie maschile paghi pegno per sempre, nei secoli dei secoli, assecondando la nostra follia. Lui, il futuro papà, ci prova a controbattere: “amore, sei incinta da appena 3 settimane, non ti sembra un pò prestino…”.

Ecco, un consiglio per voi maschietti. C’è un mondo a voi sconosciuto fatto di ormoni, tanti ormoni, che sta dentro la nostra testa, e che ci fa passare da Biancaneve a Grimilde in meno di un nanosecondo. E durante la gravidanza, questi ormoni centuplicano, si riproducono, e si modificano come i Gremlins. Se vi sforzate potete vederli sbavare e ringhiare…perciò non dite a una donna incinta che c’è tempo, che è presto o che non è il caso che lei faccia la qualsiasi cosa. Perché rischiate solo che vi accoltelli nel sonno. Quindi appena lei vi chiama, correte sull’attenti e assecondate la pazzia. Avrete poi tempo per dire “te l’avevo detto che tutta questa roba non serviva”. Voi avrete tempo. Ma la donna incinta sa che non ha tempo, deve fare tutto!

E deve farlo bene, senza lasciare nulla al caso. Deve pulire ogni angolo della casa, staccare le tende e lavarle, imbiancare le pareti, riordinare gli armadi, sbiancare le fughe con lo spazzolino da denti. Deve preparare il corredino! Non sa ancora la d.p.p. che ha già svuotato mezzo reparto fagottino all’Oviesse, comprando ovviamente tutto giallo (che colore demmerda) e verde acqua (peggio me sento). Che fai non li prendi una trentina di body? Scollo americana ovviamente, non sia mai che per levarglielo lo strozzi sto ragazzino! E le ghettine? Si perché ad un certo punto l’ospedale ti da la lista delle cose da portare per i giorni di degenza, e tu leggi ghettine e coprifasce.

E nella tua mente rieccheggia una sola domanda: cosa cazzo sono le ghettine? Vai su internet e digiti “ghettine”, perché pare brutto che telefoni alla clinica per sapere cosa vogliono dalla tua esistenza. E scopri che le ghettine altro non sono che stramaledetti pantaloncini con l’elastico! E a quel punto ti ricordi la canzone dell’elefante con le ghette, che se le cala se le cala e se le mette, e ti rendi conto che potevi arrivarci. I coprifasce però…ti lasciano perplessa. Perché un neonato non ha fasce. A meno che non te caschi per terra appena lo prendi in braccio, dovresti riuscire a portarlo a casa senza bende.

E allora arivai su google e scopri che i coprifasce sono dei giacchetti, che si indossano con la propria coordinata ghettina. E dovete morire tutti adesso voi che stilate le liste, perché esiste una cosa meravigliosa che si chiama tutina, unico pezzo di cotone con circa 103 bottoni, dentro cui impertugiare il poppante, senza lacci fronzoli o ricami.  Quindi anarchia, la lista dell’ospedale la butti nella differenziata e compri le tutine, in un numero variabile da 15 a 100 a taglie alterne, tipo i giorni di blocco per lo smog. Perché si sa, sfuggono subito, quindi non bisogna farsi cogliere impreparati. A due ore dal parto il neonato medio indossa la taglia 00. Il giorno dopo è già passato alla taglia 0. Si torna a casa che siamo già alla 3/6 mesi, “no perché sai ho tanto latte”. Suvvia!!! 

E la donna continua a comprare, riempiendo cassetti di pasta fissan, pannolini, salviettine, calzini, cappellini, guantini. E una volta che la casa è pronta, pulita e splendente, che il corredino essenziale e minimalista composto da 9800 pezzi è lavato stirato e piegato, che il trio edizione limitata con cristalli della montagna del re degli gnomi  è stato ordinato, che il seggiolino auto isofix è stato montato,  allora la donna inizia a preparare se stessa. Con quei 4/5 mesi di anticipo prenota estetista (depilazione totale, non sia mai che il medico di turno sia pure un bel bocconcino) e parrucchiere (tinta senza ammoniaca ovviamente, altrimenti il rischio è partorire un bimbo color semaforo). Poi prepara la borsa!

Oddio si, la borsa per la clinica! I cambi per il poppante tutti divisi in bustine trasparenti col nome della mamma e del nascituro. Ma siccome spesso ancora non abbiamo deciso come lo chiameremo, noi donne scriviamo nomignoli tipo “cambio 1 per il cicciotto della mamma”, “cambio 2 per il morbidino” “cambio 37 per il nanetto di casa” e altre stronzate simili mielose. Poi tutto il necessaire per noi nei luuuunghi giorni di degenza. Sapone intimo con 22 tipi differenti di ph. Sapone per le mani. Shampoo e balsamo perché ancora non sappiamo che la prima doccia la faremo a circa un mese dal parto (e durerà 23 secondi). Spazzola pettine e vari ammennicoli. Le più coraggiose portano anche i trucchi, e poi si rendono conto che quando fai uscire una palla da bowling dalla Bernarda, il tuo primo pensiero non è truccarti, ma cercare su internet il nome del miglior contraccettivo sul mercato affinchè tutto questo non succeda mai più! E sistemato il beauty case, la donna si dedica all’abbigliamento da portare.

Ovviamente preparando la borsa al terzo mese di gravidanza, molte cose ci sfuggono. Ad esempio non pensiamo che quando saremo incinte di 40 settimane avremo i piedi grossi come quelli di Bigfoot e perciò le ciabattine color rosa pesco misura 36 andranno bene per fare entrare giusto gli alluci. Ho visto mamme ricoverate in clinica farsi portare le ciabatte del nonno, quelle tutte logore e belle larghe. Una tipa che stava nella stanza accanto alla mia aveva delle ciabattine blu col tacchetto, che accoglievano un terzo del suo piede. Il resto strabordava miseramente, uno spettacolo indecente e fastidioso. Poi le camicie per il parto e quelle per la degenza. Mutande usa e getta in rete di pescatori della Norvegia. E infine loro: gli assorbenti post partum, la fine della dignità della donna. Perché non sono assorbenti normali, sono enormi, e ne devi indossare due per volta per ottenere l’effetto 180 gradi. Quindi ecco perché le donne che hanno appena partorito camminano strano…non sono i dolori…sono questi maledetti attrezzi di tortura. Avete inventato pure il lactifless l’animaccia vostra.

Non ce la fate a inventare un assorbente post partum che non abbia lo stesso spessore dei materassini dei lettini da campeggio? Coraggio!...Bene,  abbiamo messo tutto? Mancano solo i calzini, rigorosamente bianchi. L’anestesista mentre mi faceva la spinale, ruotando quell’ago dentro la mia schiena, mi prendeva per il culo perché i miei calzini bianchi avevano dei cuoricini di strass. Ok lo ammetto, facevano veramente cagare, ed erano per bambini perché non li avevo trovati tutti bianchi da donna. Ma tu essere immondo di genere maschile, che nel miracolo della vita ci metti solo i tuoi 3 minuti e ‘na manciata de girini. Tu, taci! Non ti curar dei miei calzini, ma pensa piuttosto che so tre volte che infili st’ago e nun c’azzecchi manco pe nulla l’animaccia tua! E bon.

Tutto pronto, tutto sistemato, arriva il giorno del parto. Prima di andare in clinica un’ultima sistemata alla casa, la culla perfettamente allineata e parallela al lettone, asciugamani puliti in bagno, cucina splendente. Ma ahimè, noi mamme scordiamo sempre una cosa importante. E sapete quale? Dimentichiamo che staremo in clinica per minimo due giorni…e sapete bene che un uomo da solo in casa è in grado di vanificare in meno di due ore il lavoro di 9 mesi. La mattina in cui sarete d’uscita, lui prenderà tutto il casino che ha creato in 48 ore e lo schiafferà alla bene meglio dentro ai mobili. Butterà i chili di spazzatura composti da cartoni di pizza e cibo da asporto impilati sula tavolo della cucina. Passerà la scopa dopo essersi fatto la doccia e la barba, creando un impasto sul pavimento del bagno che non si staccherà mai più.

E arriverà da voi con un bel sorriso stampato in faccia, convinto che non vi accorgerete mai di nulla. Come no…e noi donne arriveremo a casa con già qualche decimo di depressione post partum e inizierà a ballarci l’occhietto…ma non potremo inveire in serbo croato, perché la casa sarà piena di gente, mamma papà suoceri fratelli vicini. In trenta secondi li avremo tutti addosso, che ci leveranno dalle mani buste e valigie, che ci chiederanno cosa vogliamo mangiare o se vogliamo dormire, o se desideriamo che mettano una lavatrice. I più coraggiosi ci diranno “vatti a riposare, al bimbo pensiamo noi…”. E in quel preciso istante ci renderemo conto che è tutto cambiato. Si, non appena entreremo dentro casa nostra col poppante al seguito capiremo che sta iniziando una nuova vita, diversissima…e cazzo se fa paura. Ecco vorrei dire alle future mamme, non appena vedrete colorarsi quella finestrella rosa, lasciate perdere tutto ciò che la testa vi dirà di fare e ascoltate il vostro cuore. Godetevi gli ultimi 9 mesi di vita da “non mamma”. Uscite col vostro compagno, con le amiche, guardate la tv, leggete…assaporate ogni secondo della vostra vecchia vita, perché non appena quel meraviglioso bimbo che portate in pancia verrà al mondo, cambierà tutto.

La nascita di un figlio è un miracolo, è meravigliosa, è l’emozione più grande che si possa provare. Ma anche stare svegli fino alle 3 di notte a vedere serie tv mangiando schifezze non è malaccio. E tante cose vi mancheranno…non dico che non le riavrete più, ma non sarà mai più come prima. Mai. Ed è inutile che vi facciate incantare da chi vi dice che ha continuato a condurre la stessa vita di prima, perché mente sapendo di mentire. Chi continua a fare la stessa vita di prima, delega la crescita del proprio figlio ad altri. Ma se vorrete essere genitori a 360 gradi, se vorrete crescere i vostri bimbi mettendoli al primo posto, dovrete fare delle rinunce. Quindi ci saranno poppate nel cuore della notte, e molto meno sesso.

Oh si… molto molto meno. Dovrete elemosinare una doccia e due ore di sonno. Il sorriso sdentato dei vostri nanetti vi ripagherà di tutto, certo. Un loro abbraccio e vi si scioglierà il cuore. Ma non passate 9 mesi a pensare solo al fagiolino, alla casa, al corredino…passate 9 mesi a riposare, a dedicarvi a ciò che amate, in previsione del fatto che poi dovrete mettere tutto in pausa per un bel po’. Per una buona causa certo, ma ricordatevi che il tasto rewind non c’è…

Cinzia Derosas

www.pazzamentemamma.com

Sara

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Cecilia

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