Oltre alla spremitura manuale del seno che trovate spiegata dettagliatamente nel mio libro Il neonato e i suoi segreti, esistono alcune condizioni in cui può essere utile invece la spremitura del latte dal seno utilizzando un dispositivo chiamato tiralatte. Inoltre per alcune donne la spremitura manuale, soprattutto in alcuni momenti, può risultare una pratica difficoltosa, oltre che dolorosa: l’uso del tiralatte rappresenta invece una buona soluzione alternativa.
In commercio esistono due tipologie di tiralatte: manuale ed elettrico. La scelta deve essere strettamente legata all’utilizzo che si pensa di farne, ma in qualsiasi caso vi consiglio l’acquisto o il noleggio di apparecchi prodotti da aziende leader in questo settore.
Il tiralatte manuale è indicato per le donne che hanno la necessità di tirare il latte solo occasionalmente: è maneggevole, facile da usare e costa poco.
Diversamente, se dovete usarlo frequentemente nel corso della giornata per stimolare il seno e aumentare la produzione di latte, oppure perché il bambino non riesce ad attaccarsi al seno (per esempio bambino nato prematuro oppure ricoverato), vi consiglio la scelta del tiralatte elettrico.
Meglio ancora un tiralatte elettrico a doppio attacco, che permet- te di svuotare entrambi i seni contemporaneamente.
Qualora doveste riprendere a lavorare esistono in commercio dei piccoli tiralatte elettrici portatili che sono molto comodi e funzionano bene. Il tiralatte elettrico si può noleggiare anche in farmacia.
È bene ricordare due aspetti importanti dell’uso del tiralatte:
1. Se volete aumentare le secrezione di latte, se il neonato si attacca al seno poche volte oppure non si attacca (per esempio quando è prematuro), dovete usare il tiralatte almeno sei volte nelle 24 ore, per un tempo minimo di almeno 10-15 minuti a seno. Se invece necessitate di piccole scorte di latte, magari per riuscire ad andare una volta ogni tanto al cinema o per una cena romantica con il vostro compagno, potete spremere il latte anche una sola volta al giorno. Alcune mamme preferiscono tirare il latte di mattina, perché ne trovano molto; altre invece preferiscono tirarlo un’ora dopo la poppata del bambino; altre ancora di sera.
2. Prima di usare il tiralatte, sia elettrico che manuale, per estrarre il latteconmaggiorsuccessoèutilestimolareilriflessodiemissione. Per attivarlo potete effettuare un massaggio del seno oppure un impacco caldo (per il massaggio del seno vedi pagina 43 del mio libro).
Gli apparecchi per tirare il latte sono facili da usare, ma per imparare a sfruttarli al meglio vi consiglio di farvi aiutare, per le prime estrazioni, dalla vostra ostetrica.
Angela Dinoia, articolo tratto dal libro Il Neonato e i suoi segreti, Mental Fitness Publishing.
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Capita almeno una volta durante la gravidanza o i primi mesi del proprio piccolo di pensare se sia il caso di passare ai pannolini lavabili piuttosto che restare con gli usa e getta. Spesso il pensiero cade, e non ci si ripensa più. SI rimane incastrati con gli usa e getta, che nell'immaginario collettivo sono i migliori e i più comodi, senza sapere che in realtà quelli lavabili hanno dei vantaggi non indifferenti.
Se state pensando di fare questa importante scelta, siamo qui per voi!
1. Ecosostenibilità
L'abbiamo già detto nell'articolo di presentazione sui pannolini lavabili: spesso i genitori che optano per questa modalità lo fanno pensando all'ecologia. E fanno bene! Facendo un rapido calcolo, in media un bambino cambia nei primi tre anni di vita circa 6000 pannolini, che si traducono in una tonnellata di riufiuto indifferenziato. Pensate ai secoli per smaltirli! Con qualche accortezza durante il lavaggio (temperature non troppo alte, poco detersivo, lavaggi non esclusivi e asciugatura all'aria aperta) con i pannolini lavabili l'impatto sull'ambiente sarà ridotto di moltissimo!
2. Rifiuti smaltiti al meglio
Sempre in argomento sostenibilità, con i pannolini lavabili i rifiuti umani vengono smaltiti al meglio. La pupù viene buttata nel WC (e non insieme al pannolino nell'immondizia indifferenziata), unendosi alle acque nere, mentre la pipì viene lavata insieme al bucato, trasformandosi in acque grigie.
3. Economia
I pannolini lavabili sono ottimi per le nostre tasche. Non siamo tirchi: siamo realisti. I 6000 pannolini di cui parlavamo prima si traducono in soldoni: sono circa 1500/2000 euro che i genitori spenderanno nei primi anni di vita del bambino (e pensate ai gemelli o a fratellini di età ravvicinata!). Con i lavabili si arriva a spendere al massimo 400 euro in materiale (i primi tempi servono circa 18/20 pannolini, poi 15/16, più gli eventuali strati assorbenti in base alla tipologia), più, se vogliamo essere pignoli, circa 150 euro tra lavaggio e detersivi (lavaggi e detersivi che, lavando i pannolini con il resto del bucato, si sarebbero comunque spesi).
4. Salute
Essendo prodotti con materiali naturali (dal cotone al bambù) o comunque trattati in maniera salutare (senza profumi o altre sostanze chimiche - come gli usa e getta), i pannolini lavabili riducono fortemente le irritazioni e le allergie dei bambini più sensibili!
5. Comodità
Sì, COMODITA'. Tra i dubbi delle mamme, questo è ai primi posti. Ma ve lo assicuriamo: per il bambino il pannolino lavabile è molto più comodo e confortevole rispetto agli usa e getta. Vi piacerebbe indossare tutto il giorno, tutti i giorni, della plastica e della carta a contatto con la pelle? No, e non piace nemmeno ai bambini. I tessuti dei pannolini lavabili sono molto più confortevoli e hanno il vantaggio di non far sedere il bambino sulla sua pipì per troppo tempo: con i pannolini usa e getta che sembrano al tatto asciutti (ma non lo sono! L'urina semplicemente si cristallizza) non si capisce sempre quando è ora di cambiare il piccolo; ma con i lavabili questo salta subito all'occhio, e una maggior frequenza di cambio si traduce in maggior salute e maggior confort.
Non solo: la comodità si riflette anche sui genitori, non costretti a rimettere pannolini rovinati dalle manine dei bambini che tentano di strapparseli di dosso. Primo: sono comodi, quindi capiterà di rado che ne sentano l'ingombro; secondo: sono molto più difficili da slegare o togliere, e quindi il bambino quasi certamente non riuscirà nel suo intento!
6. Meno perdite
Esatto, meno perdite, avete sentito bene! Ecco uno degli altri dubbi delle mamme. Se indossati nella giusta maniera, con i pannolini lavabili si notano meno perdite (anche in caso di disastri liquidi!) rispetto all'utilizzo di quelli usa e getta, spesso allentati. Gli elastici nei giusti punti fanno il loro dovere, fidatevi.
7. Perfetti per i maschietti
Altro vantaggio spesso taciuto è quello per le parti intime dei maschietti, che grazie ai tessuti molto più traspiranti e ad un fitting assolutamente anatomico non si surriscaldano e non rischiano quindi danni permanenti (come un basso numero di spermatozoi da adulti)
8. Il passaggio al vasino è facilitato
Grazie al materiale dei pannolini lavabili, il bambino è molto più consapevole di ciò in cui sguazza (come dicevamo, viene anche cambiato più spesso perché al tatto si sente meglio tutto), e quindi la voglia di passare al vasino verrà anche a lui, senza drammi!
9. Colorati e adorabili
Vantaggio vanitoso: i pannolini lavabili esistono di ogni colore e con mille pattern e grafiche. Sono bellissimi, i bambini nelle loro mutandine sono adorabili e il cassetto in cui li riporrete sarà fantastico, colorato e libero dalla plastica dei pannolini usa e getta, così tristi e bruttini.
10. Meno puzza
Rullo di tamburi, il dubbio più gettonato tra le mamme può essere finalmente smontato: no, utilizzare i pannolini lavabili non significa sporcizia o puzza per casa. Anzi! La pupù, come detto, viene gettata nel WC e non rimane nel pannolino per giorni come capita con gli usa e getta (che, anche se nella spazzatura, lasciano quella scia terribile). La pipì viene invece lavata. Basta tenere le pezze sporche in una cesta dedicata, e lavarli quando serve. Ma, ricordate, non puzzeranno come gli usa e getta: buttare subito la pupù è miracoloso, sapete?
Foto Credits: https://www.flickr.com/photos/50684853@N02/8665109773
Il muco è una delle spade di Damocle che affliggono tantissimi bambini nei primi anni di vita (e anche le loro mamme): ci sono alcuni bambini che sono grandi produttori di muco, altri che invece ne sembrano praticamente immuni. Molto dipende dal miasma del bambino, ma anche dall'alimentazione e dalle condizioni di stress a cui esso è sottoposto: in particolare appena il bambino inizia ad avere raffreddore è utile secondo noi naturopati diminuire latte e derivati e non eccedere con la quantità di proteine animali che incrementano lo stato infiammatorio e che dovrebbero essere sostituite il più possibile con proteine vegetali. Inoltre in questi giorni il bambino dovrebbe assumere tanta verdura cruda e frutta (ottimi gli estratti) oltre che chiaramente bere molta acqua.
Partiamo dal presupposto che l'aerosol nella stragrande maggioranza dei casi non solo non sortisce alcun effetto, ma peggiora la situazione. Così come spiega il nostro pediatra Luca Roasio l'utilizzo di farmaci a meno che non ci sia una reale infezione batterica valutata con esami diagnostici (che possono essere effettuati comodamente in studio dal pediatra) sono da non prendere neanche in considerazione.
In particolare:
- Farmaci locali ad azione vasocostrittrice come spray e gocce: ne è vietata la somministrazione in età pediatrica prima dei dodici anni vietati sotto i 12 anni dal 2007 dopo che è stata verificata una correlazione in alcuni soggetti tra l'utilizzo di questi farmaci e convulsioni.
- Cortisone: il cortisone è un immunosoppressore, per cui se viene somministrato senza effettiva necessità (è il muco al naso non lo è) peggiora lo stato di salute del bambino, rischiando di tramutare un semplice interessamento delle alte in qualcosa di più profondo a livello dei bronchi.
- Mucolitici: già nel 2010 l'Agenzia del Farmaco ne sconsigliava l'utilizzo in età pediatrica. Pensate un po'.
- omeopatia: il rimedio che io utilizzo quando i miei bimbi hanno un inizio di raffreddore è sulfur 6ch della Unda, due granuli ogni ora per un giorno. Se migliorano continuo con sulfur ancora un paio di giorni diradando la somministrazione, altrimenti se la situazione peggiora e magari arriva qualche linea di febbre uso silicea 6 o 12 ch sempre della Unda, due granuli ogni 30-40 minuti circa. Generalmente, se riesco a essere costante dopo un giorno il raffreddore si è risolto.
- aromaterapia: inserisco nel diffusore gli oli essenziali di eucalipto e balsamo di copaiba. Per capire se questi oli essenziali sono adatti all'età del vostro piccolo consultate l'articolo dedicato all'aromaterapia per bambini.
- umidificatore: se l'ambiente di casa vostra è secco consiglio l'utilizzo di un umidificatore, in particolare nelle ore notturne.
- lavaggi nasali: almeno 3 volte al giorno lavo il naso dei miei bambini con soluzione fisiologica. Quando erano piccoli usavo anche l'aspiratore, ora li invito a soffiare il naso ogni mezz'ora
- unguento: per aiutarli a respirare spalmo sul collo il mio unguento balsamico.
- pazienza: è l'ingrediente più importante, perchè non possiamo avere l'aspettativa che un raffreddore si risolva in poche ore. Il nostro corpo ha bisogno di tempo per ristabilire l'equilibrio, così anche i nostri piccoli.
- acerola: è un frutto che contiene dalle 30 alle 50 volte il quantitativo di vitamina C presente negli agrumi. Io ne somministro un cucchiaino nel biberon di latte vegetale del mattino quando i piccoli hanno affezioni delle alte vie.
Giulia Mandrino
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
I nostri figli sono nativi digitali, è impossibile nascondere la testa sotto la sabbia. Ciò significa che vivono in un mondo nel quale gli strumenti tecnologici saranno loro indispensabili, e impareranno ad utilizzarli molto presto (e meglio di noi). Significa anche che i bambini, in un momento storico dominato dalle immagini, stanno ormai prendendo la strada del "non spiegarmelo, mostramelo": i video, quindi, sono diventati strumenti d'apprendimento fondamentale.
Su YouTube e Vimeo ormai si trova di tutto. Di tutto! Non è un'esagerazione, e anche voi lo sapete. La ricetta per i biscotti alle mandorle perfetta? C'è. Come imparare a cucire un orlo con o senza macchina da cucire? Un tutorial spiega come. Quello spezzone di Non è la Rai che tanto vorremmo rivedere? Esiste!
Perché allora non sfruttare questo contenitore senza confini e metterlo al servizio del nostro bambino, in maniera sicura e con un proposito istruttivo piuttosto che di mero intrattenimento?
L'importante è creare playlist o gruppi di applicazioni apposta per i piccoli della famiglia, che potranno accedervi quando vorranno senza rischiare di vagare senza meta nel mondo dell'internet.
Su Youtube troverete tantissimi canali (ovviamente non montessori ma comunque utili) dedicati al mondo dei più piccoli e rivolti proprio a loro con video sì divertenti ma anche studiati per l'apprendimento. Il canale "Coccole Sonore", ad esempio, propone canzoni (anche in diverse lingue, e anche pezzi "antichi" che i genitori apprezzeranno, dal Coccodrillo come fa alla Bella Lavanderina!), lavoretti, balletti, e chi più ne ha più ne metta.
Il Cartone dei Piccoli, invece, crea playlist di cartoni animati il cui protagonista, Leo il Camion Curioso, spiega il funzionamento e la costruzione dei mezzi di trasporto.
ABC Songs for Children ha invece l'obiettivo di insegnare le lettere ai bimbi attraverso canzoncine e personaggi dei cartoni animati, mentre Apprendi con Me - ABC 123 in italiano propone, una lettera per volta, l'alfabeto.
Per quanto riguarda le App, ce ne sono alcune ispirate specificamente all'approccio Montessori.
Prime Operazioni Montessori è dedicata alla scoperta delle addizioni e sottrazioni e si rivolge ai bambini dai 5 agli 8 anni, attraverso attività progressive e giochi interattivi davvero divertenti. Passo passo i bambini sono guidati alla scoperta delle operazioni e del concetto di pari e dispari, e prendono confidenza con essi.
Foto Credits: I-Tunes Store, https://itunes.apple.com/it/app/prime-operazioni-montessori/id627950311?mt=8
Rimanendo nell'ambito scientifico, Geometria Montessori, con una grafica davvero bella e attrattiva, è pensata per guidare il bambino attraverso il mondo della geometria, accompagnato da Tam e Tao, che gli mostreranno le diverse forme e lo aiuteranno a sviluppare il suo senso logico (con catalogazione, classificazione per grandezza e comprensione dell'importanza della geometria nella vita quotidiana).
Foto Credits: I-Tunes Store, https://itunes.apple.com/it/app/geometria-montessori-scoprire/id544726604?mt=8
Per imparare invece le lettere e la scrittura, questa App si presenta esattamente come un compendio di lettere magnetiche reali, ma in versione digitale. Attraverso lettere, numeri, simboli e figure il bambino prende confidenza con la parola scritta. Lo stesso vale per Letture per Bambini Montessori, app pensata per i bambini che iniziano a leggere praticando l'esercizio attraverso i semplici fonemi.
Foto Credits: ITunes, https://itunes.apple.com/it/app/letture-per-bambini-montessori/id999409921?mt=8
Le cause della stitichezza sono davvero numerose: da una alimentazione carente di fibra, all'assunzione di poca acqua a intolleranze alimentari per esempio. Come sappiamo anche lo stress gioca un ruolo fondamentale. La naturopatia indica che la via di guarigione è quella che si basa sulla ricerca delle cause prime del malessere e non di semplici cure del sintomo. Tenendo ben presente ciò, ecco la ricetta di una tisana che potete bere tutte le sere, almeno una tazza (io ve ne consiglio due) dopo cena e prima di andare a letto. Ottimo sarebbe anche riuscire a berne una tazza durante la giornata.
Quella macchia di colori sembra proprio una farfalla. "Ma no, mamma! Ho disegnato un pagliaccio!". E quella che sembra un sasso capovolto è una Tartaruga Ninja, nientemeno.
Capita a tutti i genitori. Soprattutto quando vostro figlio si sente super artista e dipinge tutto il giorno disseminando casa di disegni incomprensibili (ma sempre bellissimi!).
Alla fine ti ritrovi ad usare tutta la gamma di espressioni che ti evitano il momento di indovinare il soggetto. Del tipo: "Wow, quanti colori!", "Mi piace il modo in cui hai usato i pastelli a cera" o "Spiegami a parole tue il tuo bellissimo disegno".
Sì
- Sì alle domande riguardo al suo lavoro. Chiedigli di parlarti di come gli è venuta l'idea o quale tecnica ha utilizzato o rivisitato: lo farà sentire importante e stimolerà le sue capacità comunicative (fondamentali per un vero artista!).
- Sì ai commenti: parla apertamente della sua tecnica e cosa ti piace di essa. Ad esempio, di come sta venendo bene la mescolanza tra due colori, del suo modo di tratteggiare o di pennellare, di quanti bei pois sta mettendo nel suo disegno.
- Sì ai riconoscimenti: fai notare a tuo figlio il fatto che sei a conoscenza del duro lavoro che sta facendo, di come si sta impegnando e di quanta cura sta mettendo nei dettagli, o di quanto sia bravo a immaginare e creare.
- Si ai limiti:i travasi sono i travasi, il disegno è un disegno. Per cui poniamo dei limiti strutturali se i nostri piccoli invece che disegnare con le tempere vogliono solo spremere le confezioni: ciò significa che non hanno piacere di disegnare ma di effettuare attività più sensoriali e magari troveremo anche modo di coinvolgerli quando spremeremo un tubetto di dentifricio!
No
- No a commenti negativi: regola numero 1 mai disprezzare il lavoro dei vostri piccoli, ne uscirebbero con l'autostima a pezzi.
- No alle domande del tipo: "E questo cos'è?". Niente di più scoraggiante e demotivante. Ma come, cos'è? Allora significa che non è stato bravo abbastanza?
- No ai complimenti automatici e impersonali. Un "Com'è bello" detto impulsivamente, automaticamente e frettolosamente non porta a nulla. Lui capirà che non sei sincero!
Sara Polotti
Viviamo in un'epoca frettolosa. Non c'è dubbio: sembra quasi che la felicità sia un lusso per chi ha la fortuna di stare fermo, e il traguardo finale pare essere solo il raggiungimento di obiettivi lontanissimi.
Ma bisogna ricordarsi che è impossibile vivere momenti sereni se la famiglia non si prende attimi per riflettere sulle piccole cose, per godere di gesti apparentemente insignificanti e per, semplicemente, passare del tempo insieme. Il bambino ha bisogno di questi momenti, non di vivere nel mondo adulto sempre stressato, di corsa e insoddisfatto: se così non fosse, le conseguenze negative sarebbero devastanti, percependo lui tutto il pessimismo che lo circonda.
1. Insegnate loro a gestire le emozioni senza cancellarle
Troppo spesso i genitori tendono a minimizzare, o addirittura ad annullare, le emozioni negative che i bambini possono provare. Quando di fronte si trova un problema, al bambino viene spiegato che non è così importante, o addirittura viene nascosta la questione. A volte è giusto,e l'intenzione è comprensibilmente ragionevole. Ma i bambini provano ogni giorno una gamma di emozioni infinita, ed è giusto che ne facciano esperienza.
Il messaggio che deve passare il più spesso possibile non è quello di tapparsi occhi e orecchie e fare finta che i problemi non esistano o passino da soli, ma quello che ogni emozione è giusta, è ok, e va vissuta, essendo parte della vita.
2. Concentratevi sull'empatia
Spesso è difficile provare ad empatizzare con qualcuno, soprattutto nei momenti di arrabbiatura e di frustrazione, di orgoglio e di capriccio. Capita spesso quando sentiamo che gli altri non si aprano a te o facciano scelte solo per ferirti. I bambini lo provano spesso, ad esempio quando vengono scherzati (anche bonariamente), quando si sentono esclusi dal gruppo o quando vengono criticati da un adulto.
Certo, è difficile, ma i bambini devono imparare che dopo il primo momento di frustrazione arriva quello del processo di riflessione, ed è proprio lì che bisogna iniziare a pensare alle ragioni dell'altro e ad analizzare la situazione. Insomma, è bene, spesso, mettersi nei panni delle altre persone.
I bambini empatici diventeranno adulti capaci di prendere decisioni indipendenti, di prendersi cura degli altri e di difenderli quando necessario e di capire quando è bene non cedere alle pressioni.
3. Parlate della loro ansia
L'ansietà dei bambini è un fatto, e purtroppo è sempre in crescendo. C'è modo e modo di affrontarla: parlare delle ragioni per cui si sentono ansiosi o insegnare loro come far fronte a questo sentimento per tentare di ridurlo.
Aiutarli a capire la connessione mente-corpo è fondamentale. Se i bambini capiscono che il mal di stomaco è dovuto all'agitazione per una verifica, o il mal di collo alla tensione per lo spettacolo di fine anno, possono imparare a trovare strategie per sentire meno la pressione. Non solo: fargli capire che esistono emozioni felici ed emozioni tristi e nervose che possono prendere il sopravvento è molto utile, e insegnargli che farsi degli auto incoraggiamenti o dei discorsi interiori allevia le tensioni sarà per loro un grande aiuto.
4. Adottate misure per alleviare lo stress
Tornare alle origini è il miglior modo. Quando i componenti di una famiglia sono zeppi di lavoro, stressati e irascibili la soluzione è un'alimentazione sana, una buona dormita e ritagliarsi degli spazi di inattività tranquilla. Quando siamo troppo impegnati e dormiamo poco, beh, il nostro corpo e la nostra mente cedono.
La famiglia stressata deve fare un passo indietro per guardare il quadro generale. Ogni membro, sia gli adulti che i bambini, deve guardare alla sua tabella settimanale e decidere di togliere un'attività superflua che toglie solo tempo alla casa e al riposo. È bene prendere questa misura tutti insieme: la famiglia si sentirà unita e ognuno supporterà gli altri per il bene comune.
No ai troppi impegni, sì al tempo in famiglia!
Sara Polotti
Negli ultimi 50 anni la famiglia ha attraversato delle trasformazioni importanti sia nel suo assetto sia nelle modalità di crescita dei figli. Il passaggio dalla famiglia allargata a quella nucleare ed i cambiamenti sociali ed economici che si sono susseguiti hanno cambiato profondamente il modo di allevare i propri figli, possiamo riscontrare infatti un passaggio da uno stile educativo definito “autoritario”, dove i genitori sono la legge, e definiscono regole severe e perentorie sono l’autorità indiscussa ad uno stile “democratico” dove i rapporti famigliari si sono ammorbiditi e sono diventati orizzontali, simmetrici, i genitori non si riconoscono più nel ruolo dell’autorità ed il bambino spesso è il centro indiscusso dell’equilibrio famigliare. Questo cambiamento sociale e di modalità relazionali porta al suo interno dei mutamenti evidentemente positivi ma in questa evoluzione c’è un lato d’ombra che è necessario evidenziare.
Ci si trova sempre più spesso ad affrontare un fenomeno sociale di assenza dei limiti che trova la sua radice anche in questa modalità educativa. Da circa un decennio sentiamo parlare di piccoli tiranni che crescono, bambini despoti che manipolano i genitori e che diventano i registi della vita famigliare e ritengo che le radici di questo problema si possano ritrovare nella modalità con la quale i genitori contemporanei affrontano il proprio ruolo educativo e nella loro difficoltà a mettere dei limiti non solo al comportamento dei propri figli ma anche ai loro desideri. La difficoltà a mantenere delle regole salde e coerenti è largamente diffusa ed il denominatore comune che ritroviamo nelle famiglie moderne è la paura di dire “no”ai bambini. La maggior parte dei genitori vorrebbe dire sempre si ai propri figli, il sì assume infatti il significato di amore incondizionato, dice implicitamente che tutto va bene, ma purtroppo non è così semplice.
Se analizziamo profondamente la reticenza a dire no ritroviamo spesso il timore di affrontare dei conflitti ed il si spesso permette di evitarli, almeno apparentemente ma in realtà troppi si pochi convinti, spesso estorti possono nuocere alla relazione genitore figlio. Utilizzando una visione più allargata sul funzionamento della famiglia rintracciamo nel no la vera risposta amorevole, è proprio attraverso il no che i confini vengono definiti e ricordati, infatti una delle prime parole che il bambino impara è proprio il no ed attraverso di esso impara a riconoscersi e a definire l’altro. La definizione dei limiti tra sé è altro è alla base dello sviluppo dell’identità personale e proprio su di essi si basa la relazione. Il genitore dicendo no non sta solo negando qualcosa al proprio figlio ma gli sta dicendo che esiste come persona e che deve tener contro delle proprie esigenze (senza dimenticare il figlio), questa è la base di una relazione paritaria, cioè che riconosce pari dignità a entrambe le parti senza considerarle però equivalenti. Una relazione di questo tipo è quella che caratterizza positivamente il ruolo di guida che il genitore è tenuto ad assumere.
La capacità di dire no e la costanza nel farlo è complicata dal compito primario di un genitore, soddisfare i bisogni fondamentali dei propri figli, vicinanza, sicurezza, cure alimentazione, vestiario e riposo, spesso però è difficile distinguere tra un bisogno ed un desiderio, i bambini all’inizio non distinguono ancora tra ciò di cui hanno realmente bisogno e ciò di cui hanno semplicemente voglia, proprio per questo è il genitore che deve avere ben presente questa distinzione e decidere quali desideri soddisfare in base ai propri valori profondi ed ideologie. E’ importante però ricordare che i bambini viziati o tiranni non sono quelli che “hanno troppo” ma quelli che non riescono ad accettare un no e la naturale frustrazione che ne deriva, quelli convinti che i loro desideri debbano essere soddisfatti all’istante e sempre. Come per le regole è fondamentale che il genitori si interroghi su quali competenze vuole aiutare il proprio figlio in funzione della naturale crescita che dovrà affrontare, la frustrazione è parte integrante del lungo percorso per diventare adulti e ritengo che il genitore debba aiutare il bambino a capire come affrontarla e ad aver fiducia nella sua capacità naturale di tollerare la frustrazione (intendo una frustrazione dettata dal non soddisfacimento di un desiderio momentaneo non di un bisogno primario). Dare al figlio ciò che desidera in quel momento non è di per sé dannoso, ma lo diventa quando il genitore ricorre a questo comportamento per evitare il conflitto, per la paura infondata di perdere l’amore del figlio o se facendolo ignora i bisogni e confini individuali di tutti i membri della famiglia.
Le modalità per svolgere il difficile compito educativo che il genitore si trova ad affrontare sono infinite, non c’è un modo giusto o sbagliato, quello che è necessario fare è chiedersi profondamente che cosa si sta facendo e come, se si è o meno consapevoli del ruolo di guida che si ricopre ed in che modo lo si sta portando avanti, accettando i propri limiti e le proprie difficoltà. Non esistono genitori perfetti e nemmeno bambini perfetti ma entrambi possono affinare la propria competenza, il genitore può essere il più grande alleato del figlio in questo ma per fare questo è necessario che i confini tra i componenti della famiglia siano chiari, lo stile di comunicazione è importante e come per le regole quello personale è il più indicato (no, perche io.....).Ricordiamo inoltre che il no è sempre negoziabile, non ha molto senso in una relazione asimmetrica ma paritaria (come descritto prima) che il dialogo sia escluso. La negoziazione non è il tira e molla del bambino e del genitore fino allo sfinimento, ma un dialogo costruttivo con le modalità idonee all’età del bambino.
Definire i limiti attraverso il no è quindi molto importante per aiutare i propri figli a crescere, il genitore devo trovare il modo a lui più congeniale per farlo, ricordandosi profondamente che in questo modo non nega il proprio amore al bambino ma lo aiuta a distinguere tra bisogno e desiderio ed a capire che ogni persona ha dei bisogni e dei desideri cha vanno rispettati e che per farlo è necessario imparare a riconoscerli e capirli.
Associazione Eupsichia
Centro psicologico
Via Osoppo, 7
20148 Milano
Tel: 02-48702143
e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Anno nuovo vita nuova giusto? Bene, perchè nel 2016 si cambia la solfa e come dice il proverbio "prima di pensare di essere depresso assicurati di non essere circondato da stronzi". Ecco, proprio di questo voglio parlarvi. Perchè la vita ce la roviniamo spesso noi con le nostre mani scegliendoci come compagni e amici persone negative.
Ecco le mie 5 macrocategorie di persone da evitare:
1. Le vittime: sono quelli che ritengono di subire torti ogni giorno, che si sentono offesi e traditi anche dai pali della luce. Ci sono quelli più narciso (vedi il prossimo punto) che litigano anche nei parcheggi perchè sembra che tutti vogliano rubare loro il posto, altri che invece sono più sul compulsivo, vedono minacce, tradimenti e sopratutto piani macchinosi contro di loro e reagiscono cercando alleati sparlando come se non ci fosse un domani. Ecco, diamo un grande saluto a tutti questi personaggi e apriamo nuove porte!
2. Narcisi: io, io, io e poi ancora io. Tu esisti solo in funzione di me. Io sono così bravo che mi offendi se cerchi di darmi ingenumanete un aiuto, perchè io sono il top. Io ho bisogno di questo e se qualcosa non va non è colpa mia, ma un problema del mondo. Sono affascinanti e brillanti, ma senza ombra di dubbio ti faranno soffrire, perchè loro SONO, tu no. A loro non interessano i tuoi problemi, anzi li annoiano un po' a dirla tutta.
3. Le persone che non sanno litigare: ho avuto un colloquio illuminante con la preside della scuola di mio figlio la quale ha fatto emergere come le persone di oggi non sappiano più litigare. Se uno dei due ritiene di essere stato offeso e ferito chiude i rapporti con l'altro semplicemente: c'è timore di confrontarsi e in generale non ci sono più le capacità forse per una insicurezza di base dilagante. Si perdono rapporti ma anche possibilità di crescita perchè dal confronto, se rispettoso e finalizzato a far comprendere le proprie ragioni e propri limiti, si può crescere insieme.
4. Non hanno una mazza da fare: sono le persone più pericolose, perchè nostante si lamentino di essere sommersi dalle cose da fare non hanno una mazza da fare. E cosa fanno di bello tutto il giorno? Seghe mentali, scusate l'eufemismo. Quindi si inventano ogni sorta di telenovela su qualsiasi fatto della vita. Ti trascinano nei loro deliri facendoti perdere tempo e spesso anche lucidità di analisi dei fatti.
5. Gli insoddisfatti: il loro problema è che sono gelosi, gelosi del mondo perchè non si sentono soddisfatti e appagati, così cosa possono fare? Tirare giù di morale anche te e screditarti. Forza e coraggio, liberati di loro!
Un grande saluto a tutti questi cari personaggi e... un nuovo inizio limpido e positivo senza queste zavorre
Giulia Mandrino
Giulia Mandrino
Le attività per sviluppare l'educazione ai sensi sono nella pedagogia montessoriana assolutamente basilari. Attraverso i sensi il bambino (in particolare dai tre ai sei anni) amplia la sua percezione, e inizia così a sviluppare la sua intelligenza fondandola su una base più solida.
È infatti attraverso i cinque sensi che il piccolo esplora il mondo, acquisendo così gli strumenti necessari per affrontarlo e diventare indipendente.
Il principio è quello di utilizzare materiali raggruppandoli secondo la loro caratteristica sensoriale, e utilizzarli in attività o giochi che stimolino l'esplorazione.
- La vista
La vista può essere stimolata attraverso attività di raggruppamento di colori, pattern e disegni simili tra loro. Si possono quindi creare dei giochi simili al memory, presentandoli sempre in maniera ordinata e montessoriana: ad esempio, colorando dei sottobicchieri a coppie di colori, il bambino potrà raggrupparli in quelli verdi, in quelli rossi, gialli, rosa, eccetera. Poi, una volta padroneggiati i colori, si passerà a disegni uguali (proprio come il memory) e, terzo step, a pattern ornamentali un pochino più difficili.
Oppure, si può creare una scatola dei colori fatta in casa (quelle ufficiali montessoriane sono un po' costose): il principio è quello di ordinare i colori per gradazioni e sfumature. Si possono quindi prendere una scatola per le bustine da tè e alcune card colorate (magari quelle per scegliere la tinta delle pareti con un sacco di sfumature) e il bambino potrà inserire in ogni scomparto un diverso colore, ordinandolo poi per gradazione dal più tenue al più scuro.
Foto Credits: http://livingmontessorinow.com/2011/08/01/montessori-monday-diy-color-tablets/
- Il tatto
La stimolazione del tatto deve avvenire per comparazione di oggetti secondo il tocco, la temperatura e il peso. Focalizzare l'attenzione su questi aspetti e decidere il posizionamento dei vari oggetti aiuta tantissimo il cervello del bambino a organizzare la struttura neurale!
Basta usare un cestino dei tesori: un piccolo cesto di vimini, o una ciotola capiente, contenente oggetti diversissimi tra loro. Il bambino dovrà separarli e identificarli a seconda degli oggetti ruvidi, morbidi, leggeri, pesanti, lisci, elastici, sferici, cubici, eccetera.
La seconda attività, super divertente, è la scatola misteriosa: una scatola tutta chiusa con un passaggio per le manine al cui interno si nasconderà un oggetto misterioso. Il bambino dovrà descrivere con più parole possibili l'oggetto che tocca, le sensazioni che gli suscita e le caratteristiche, e tentare quindi di indovinare di cosa si tratta. Utilissimo per sviluppare la memoria tattile!
- L'udito
Per prima cosa, sistemando su un vassoio coppie di oggetti che producono rumori differenti sbattendoli tra loro (per esempio due coperchi per pentole, due cucchiai di legno, due maracas, due giocattoli) il bambino inizierà a scoprire che diversi materiali producono diversi suoni.
Una volta presa conoscenza di questo fatto, si potranno sistemare e catalogare i diversi oggetti a seconda dell'intensità del suono, forte o debole (a sinistra i coperchi, a destra i cucchiai, eccetera).
Il livello successivo aiuta con le armonie: è il gioco dei bicchieri riempiti con acqua che producono suoni differenti. Basta riempire i bicchieri con diverse quantità di liquido: il bambino dovrà poi sistemarli in ordine crescente dal più basso al più acuto, prendendo dimestichezza con il concetto di armonia.
- L'olfatto
Con dei sacchettini di tela o dei barattoli di vetro riempiti con oggetti di profumo o odore diverso (e dal forte contrasto: ad esempio delle fette di arancia, del rosmarino, del sapone di Marsiglia, del caffè, del profumo, dell'aceto, della cannella...) il bambino potrà iniziare ad annusare i diversi odori. Successivamente, potrà dividerli per gradevoli o sgradevoli secondo il suo gusto, separandoli in due categorie e descrivendo le sue sensazioni a riguardo di ogni profumo.
Magari, nei giorni in cui il gioco lo interessa maggiormente, appendete i sacchettini con i profumi ad una mensola alla sua altezza: potrà annusarli quando vorrà ed esercitare questo senso sempre di più.
Passo successivo, e molto divertente, sarà quello di provare ad indovinare i diversi profumi ad occhi chiusi, con dei batuffoli di cotone imbevuti di oli essenziali e riposti in piccole scatoline di cartone!
Foto credits:http://www.rhythmsofplay.com/scented-cotton-ball-matching-game-for-kids/
- Il gusto
Il procedimento è lo stesso: anche qui il bambino dovrà (in maniera divertentissima!) riconoscere i tre sapori base, cioè l'aspro, il dolce e il salato.
Con tre piattini davanti a lui e una benda sugli occhi, dando una piccola leccatina ai diversi alimenti diversi tra loro (una fetta di mela, un limone, un tozzo di pane) dovrà dividerli per categoria, aspro, dolce o salato, a cui si potrà aggiungere poi l'amaro. Partendo da tre alimenti, si potrà poi passare ad un numero maggiore di assaggi (aumentando il grado di difficoltà di volta in volta con sapori simili tra loro ma comunque catalogabili in uno dei tre piattini).
Sara Polotti