Sicuramente vi hanno chiesto tutti, ma proprio tutti, se il vostro bambino è "buono".
Cosa vuol dire?
Buono di odore? Sicuramente, tutti i piccoli odorano di latte e non c'è niente di più dolce!
Buono di sapore? Non ho mai provato a mangiare una coscia di bambino, ed essendo vegetariana non ho intenzione di provare!
Buono di...?! Non si capisce. Esistono bambini non buoni? Cattivi? Antipatici?
Abbiamo delle categorie e, a quanto pare, un bambino può essere più o meno "buono" (mmmbahhh!!).
Dunque vediamo un po' insieme le caratteristiche di questo "bambino-buono":
• "È buono se dorme di notte!" CARISSSSSIMI vi ricordo che molto molto probabilmente voi da bambini avevate gli stessi identici ritmi di questo ipotetico bambino-non-buono che, stranamente, si sveglia di notte. Motivazioni del risveglio notturno? Infinite. Vediamo un po'... fame, innata forma di istinto di sopravvivenza di richiedere attenzione alla figura parentale, fastidio, voglia di giocare, un brutto sogno (per i più grandicelli), tante nuove scoperte che possono disturbare il sonno. Sono abbastanza? I risvegli notturni non si possono punire o sgridare. Sono fisiologici quindi meglio accettarli e cercare di capirne il perché!
• "È buono se mangia a orari regolari" allora io non sono buona. Io mangio quando ho fame, guarda te che cosa incredibile! E i bambini? UGUALE! Mangiano quando hanno fame. E vi dirò di più, lo stomaco di un piccolino non è come il nostro (in termini di capacità s'intende) ergo non si può certo pretendere che un bambino mangi da subito 4 volte al giorno e stop! Tra l'altro il latte di mamma ha composizioni diverse a seconda del momento della giornata, dell'età del bambino, del momento della poppata stessa. Insomma, non vi sembra un po' riduttivo l'orario regolare?!
• "È buono se non piange" OOOOH! Questa è la mia preferita e di solito rispondo sorridendo "Adesso gli chiediamo di scrivere cosa c'è che non va, così non piange più!". Comunicazione di servizio: il pianto è una forma di comunicazione. Mai notato che i bambini piangono in maniera diversa a seconda del bisogno? Adesso che lo sappiamo possiamo fare uno sforzo e provare a capire. Non è facile, nessuno dice che lo sia! Fare il genitore non ce lo insegna nessuno, si diventa genitori facendo errori e provando soluzioni che possono essere poco adatte, ci si deve mettere in gioco!
• "È buono se rimane nella sua culletta" già. La culletta. Entità senza braccia che avvolgono e contengono, spesso fredda (perché inanimata), senza voce di mamma, senza dondolio, con un affaccio alquanto noioso. Vi piacerebbe rimanere ore sdraiati da soli quando vorreste avere vicino a voi il vostro amato? Ecco che la culletta non fa proprio al caso nostro, non di tutti anzi. Il vostro bimbo sta bene vicino a voi, da buoni portati quali siamo (ne scriverò!).

Ergo, i vostri bimbi... NUOOOO sono tutti cattivi?! Sul serio?!
Scherzi a parte, non esistono buoni o cattivi.
Esistono i bambini che hanno bisogni fondamentali.
Esistiamo noi adulti che non abbiamo ancora del tutto chiaro cosa significhi per un bambino svegliarsi di notte, stare in braccio, mangiare spesso, comunicare un disagio.
Esistono genitori e bambini che si conosceranno piano piano e troveranno la loro dimensione, i loro ritmi, i loro spazi per non cadere nella categoria del "bambino buono" o del "bambino cattivo".

Silvia Bianchi
www.acasaconte.com

Voglio trovare il dott. casa

Mercoledì, 05 Novembre 2014 15:24

Il Dottor Casa (Dr. House) ha spopolato (fin troppo) sui teleschermi di tutto il mondo, ora pare che la stra (prima) amata serie tv sia poco e niente seguita, il perché: abbiamo capito che è una bufala!

A parte rari casi, ne sono capitati anche a me, in cui trovi un professionista serio e capace, la maggior parte delle volte pare che dopo aver studiato medicina diventino tutti egittologi.

Perché i dottori scrivono tutti alla cavolo?

Hanno sempre quella zampa di gallina striminzita, quella scrittura spigolosa un po’ buttata lì che a volte il farmacista ti guarda come se gli chiedessi di interpretare le scritture cuneiformi mesopotamiche.

Mi sa che c’è proprio un corso universitario di scrittologia incomprensibile.

Poi, fateci caso, non è mai il loro campo.

Vai dal tuo medico di base, che magari è specializzato in disturbi del legamento costacoracoide o in acidemia propionica ma è meglio consultare uno specialista del raffreddore.

E via con una trafila di esami e visite che ti svenano o, ora anche hai finito tutto, ti è passato quello che avevi oppure manco ti ricordi più cosa avevi di preciso.

Voglio incontrare il Dr. House e HR o quelli di Grey’sAnatomy, loro sì che sono bravi, non mangiano, non dormono, stanno sul pezzo fino a che non hanno risolto il caso (o il paziente è morto), non hanno nemmeno una casa, tanto fanno sempre volentieri i doppi turni, a volte si offrono per i tripli, dormono nelle salette in ospedale e (spesso) folleggiano in corsia.

Loro sanno tutto, anche di quel morbo raro che, da recenti studi scientifici, non ancora noti, si è sviluppato centotrenta anni fa su Marte, a loro balza subito alla mente quella mezza voce di corridoio e … tac, fatto il collegamento, trovata la cura!

Loro, che ti operano d’urgenza in mezzo al parco mentre fai jogging usando solo nastro adesivo, una forcina per capelli ed un chewingum.

Loro, a cui non interessano gli orari, le festività, le ferie, loro sono sempre reperibili.

Loro che non hanno un appartamento, ma un bugicattolo dove vivono tutti insieme a turno come nelle fabbriche dei cinesi.

Loro, che vengono a casa tua per verificare ogni possibile fonte di contagio, avvisano i tuoi parenti e sono emotivamente vicini a tutti.

Loro che non mangiano e non bevono per giorni, al massimo sbocconcellano qualcosa alle macchinette o si fanno nutrire tramite flebo per risparmiare tempo.

Loro, che bando alle minime norme di igiene e di buon gusto, si accoppiano dove capita e con chi capita, sono immuni da ogni malattia pur stando a contatto diretto con la peste virulenta, sono giovani, belli e si voglio bene tra loro, non sono un semplice gruppo di lavoro, sono uno la famiglia dell’altro.

Loro che non esistono, ne sono certa, ma che se esistessero avrebbero anche una bella calligrafia.

 

Elena Vergani, autrice di Il mondo è bello perchè è variabile

 

immagine tratta da www.ruraldr.com.au

Dieta mediterranea in crisi, intervalli e merende a base di junk food, bambini sempre più a rischio obesità e incapaci di riconoscere i prodotti ortofrutticoli perchè assenti dalle loro tavole. Gli ultimi dati elaborati da Ipsos per Save the Children indicano una chiara tendenza: in Italia sempre più bambini e adolescenti consumano meno frutta e verdura. Se infatti nel 2012 il 37% di loro diceva di mangiare prodotti ortofrutticoli ad ogni pasto, questa percentuale oggi è scesa al 35%; lo stesso vale per chi introduce nella propria dieta alimentare frutta e verdura una volta al giorno, con una percentuale scesa dal 39% al 35%. Sale inoltre il dato di chi ammette di non consumare mai ortofrutta o di farlo al massimo due volte a settimana: dal 25% al 31%.

Anche uno dei più grandi studi condotti dall'Unione Europea (l'IDEFICS study pubblicato nel luglio 2014) su un campione di 16.220 bambini dai 2 ai 10 anni ripartiti tra Belgio, Cipro, Estonia, Germania, Ungheria, Italia, Spagna e Svezia, ha rilevato due dati preoccupanti: i bambini italiani sono i più obesi e in sovrappeso del campione preso in esame e i peggiori consumatori di verdure in quantità. In Italia infatti oltre il 20% dei bambini è in sovrappeso e l'11% addirittura obeso.

Scelte alimentari sbagliate sono alla radice di questa situazione, scelte che ancor più in questo particolare momento economico potrebbero venir cambiate ritornando ad una dieta più indicata per la salute dei bambini e per il portafoglio dei genitori.

«Dare a bambini e adolescenti frutta e verdura di stagione li aiuta ad avere un regime alimentare sano perché equilibrato e vario. Le numerose sostanze contenute in questi prodotti, inserite all'interno di un regime alimentare corretto, favoriscono certamente il mantenimento della salute di ogni individuo, soprattutto in occasione degli stress dovuti ai cambi di stagione – afferma Massimo Brusaporci, direttore di Alimos-Alimenta la Salute, la cooperativa che coordina il progetto Fruitylife "Frutta e verdura, sana e sicura" istituito per la promozione del consumo di ortofrutta comunitaria, co-finanziato dall'Unione europea insieme al ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali e condotto con la partecipazione di cinque importanti realtà produttive italiane (Alegra, Apofruit Italia, Conor, Naturitalia e Orogel Fresco) – La natura è saggia e ci offre i suoi gustosi frutti e le sue freschissime verdure nei tempi giusti per il nostro organismo. Utilizzare questi alimenti rispettandone la stagionalità è un modo per prendersi cura di sé. E poi, frutta e verdura di stagione, non solo fanno bene alla salute dei bambini, ma anche al portafoglio dei genitori. I loro prezzi al chilo sono enormemente più bassi delle classiche merendine confezionate».
Ad aiutare i genitori in questa sfida alimentare verranno incontro anche i distributori automatici presenti nelle scuole che, come dal recente protocollo d'intesa firmato dai 20 assessori regionali all'agricoltura, non potranno più erogare "cibo spazzatura". Spazio quindi per frutta e verdura, fresca o disidratata, tal quale o di IV gamma (mondata e tagliata a pezzetti e in pratiche confezioni monodose) acquistata dalla macchinetta o portata da casa, da mangiare durante l'intervallo per una giornata scolastica da affrontare con il giusto apporto di vitamine, fibre e sali minerali. Dalle mele ai mandarini, dalle castagne alle carote, ai succhi freschi sino alle torte salate realizzate con spinaci ed altre verdure: largo all'immaginazione per una merenda sana e nutriente.

«Fruitylife trova questa iniziativa in linea con la propria campagna per la promozione del consumo di frutta e verdura – continua Brusaporci - consumo che è alla base di una corretta alimentazione e premessa irrinunciabile per il benessere di tutti, grandi e piccini. Con il progetto Fruitylife sosteniamo l'importanza di una dieta varia e di una nutrizione bilanciata, che tiene conto della stagionalità dei prodotti ortofrutticoli».

Oltre al calendario sulla stagionalità e ad informazioni sulla corretta alimentazione, sul sito www.fruitylife.eu si possono trovare pratiche e veloci suggerimenti per portare in tavola ogni giorno frutta e verdura con fantasia. Il sito fornisce inoltre risposte alle esigenze conoscitive dei consumatori sulla filiera europea, sulla garanzia in termini di sicurezza e qualità, sulla tracciabilità dei prodotti ortofrutticoli.

 

immagine tratta da agronotizie.imagelinenetwork.com

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

L'amore infinito delle mamme argentine

Martedì, 04 Novembre 2014 10:01

In questa rubrica, tra un articolo e l'altro si parla sempre della forza delle mamme, delle lotte delle mamme per i propri figli, e sopratutto del fatto che le mamme non cessino mai di lottare per salvaguardare i propri piccoli uomini.

Oggi vi voglio parlare delle mamme Argentine del movimento "Madres da Plaza de Mayo" (Mamme di Piazza di Maggio). Nel 1977 queste madri argentine si sono incontrate per la prima volta nella piazza di fronte alla sede del governo argentino, la "Plaza de Mayo", alla ricerca di informazioni sui loro figli scomparsi durante la dittatura militare (che durò dal 1976-1983). Bloccate dalle guardie, hanno trascorso giornate a passeggiare intorno alla piazza, utilizzando un panno bianco legato attorno alla testa per identificarsi. Al culmine della repressione, quando, disperate, hanno chiesto la conferma della sopravvivenza dei loro figli, hanno dovuto affrontare le forze di polizia, rischiando la vita e subendo il sequestro e in alcuni casi la tortura.

Dopo 37 anni dalla prima manifestazione, il movimento è cresciuto e si è organizzato, ampliando il campo di applicazione originale della loro lotta. Nonostante il divieto di riunioni pubbliche e di ogni evento, che potrebbe essere considerato "sovversivo", hanno superato la paura e si sono posizionate settimanalmente (fino ad oggi), di fronte alla Casa Rosada, alla ricerca della verità e della giustizia. Le Madri di "Plaza de Mayo" hanno vinto diversi premi internazionali e sono passate a far parte della piazza stessa - i panni bianchi che portavano sulle loro teste per richiamare l'attenzione ora segnano il terreno intorno alla piramide, una forma di omaggio dopo tanti decenni di lotta.

Con la fine degli anni di piombo, il gruppo ha cominciato a chiedere giustizia per i responsabili delle morti e delle sparizioni durante la dittatura e ha divulgato le crudeltà perpetrate dagli agenti della repressione. Nonostante le battute d'arresto e le differenze, l'obiettivo comune delle madri arhentine è rimasto. Se prima la richiesta era "il ritorno dei prigionieri spariti" con la fine della dittatura le proteste hanno guadagnato carattere più politico. Alcuni degli striscioni messi in vista nelle marce negli ultimi anni portava messaggi come: "Combattiamo contro l'oligarchia della ricchezza della terra", "Lavorare per la riforma agraria", "Vivere combattendo l'ingiustizia" e "Distribuzione della ricchezza". Una chiara dimostrazione di uno degli slogan del movimento: "L'unica lotta che si perde è quella che si abbandona." La dimostrazione é continuata anche quando le tre fondatrici sono state rapite, torturate e uccise da un gruppo di soldati nel dicembre del 1977. Non si sono fermati neanche durante i Mondiali del 1978, quando gli occhi del mondo erano sull'Argentina e la tensione politica è aumentata. E nemmeno dopo la fine della dittatura nel 1983.

Se siete a Buenos Aires di Giovedí (alle 15.30), le troverete in "Plaza de Mayo" - ora con i capelli bianchi, bastoni in mano ed età compresa tra 75 e 92 anni. Le "Madres de Plaza d Mayo" continuano la loro protesta e fanno vedere ciò che i dittatori hanno cercato di nascondere: il governo militare ha ucciso 30.000 giovani argentini. Il governo ha ucciso i loro figli. E loro non si sono dimenticate di tutto ciò, e insistono sul fatto che il mondo conosca, al fine di evitare che una cosa del genere si ripeta.

Quando il gruppo ha dato il 1700ª giro in torno alla piazza nel 2010, Hebe de Bonafini (pioniera del movimento), ha ammesso che l'età è già pesante per lei e le sue compagne: "Ci svegliamo alla mattina piene di dolore tra il male alle gambe, agli occhi, alle ginocchia, ai reni, al cuore... a tutto ", ha detto, aggiungendo: "Ma anche così, quando arrivano le 15:00, ci guardiamo allo specchio per mettere il foulard in testa e quando arriviamo in piazza non sentiamo più alcun dolore ", ha detto Bonafini.

Fu così che queste tenaci donne, mosse dall'indignazione, hanno insegnato nel corso degli anni che, nonostante il dolore che le accompagna, una resistenza permanente e pacifica può portare a risultati concreti: dal ritorno della democrazia nel 1983, centinaia di repressori sono stati e sono ancora condannati. Nonostante ciò non hanno rinunciato alla lotta. Continuano! Anche se probabilmente non rivedranno mai i resti dei loro figli, e non sapranno mai cosa è realmente accaduto a loro, non si fermarono!

"Una storia che, per molti versi, sembra ripetere. C'era una volta un paese, una città, una piazza, alcune madri ... Las Madres de Plaza de Mayo! Nel cuore della capitale Buenos Aires, sotto la violenta dittatura che ha segnato l'Argentina, tenevano dei cartelli con le foto dei loro figli scomparsi. Silenziose, con dei veli bianchi in testa, giraravano la Plaza de Mayo. Instancabili, hanno camminato per giorni, mesi, anni. Come nella canzone del poeta, hanno chiesto l'impossibile: volevano solo rivedere i loro figli. E sono state chiamate pazze. "(Renata Gonçalves)

Tathi Saraiva

L'amore infinito delle mamme argentine

Martedì, 04 Novembre 2014 10:01

In questa rubrica, tra un articolo e l'altro si parla sempre della forza delle mamme, delle lotte delle mamme per i propri figli, e sopratutto del fatto che le mamme non cessino mai di lottare per salvaguardare i propri piccoli uomini.

Oggi vi voglio parlare delle mamme Argentine del movimento "Madres da Plaza de Mayo" (Mamme di Piazza di Maggio). Nel 1977 queste madri argentine si sono incontrate per la prima volta nella piazza di fronte alla sede del governo argentino, la "Plaza de Mayo", alla ricerca di informazioni sui loro figli scomparsi durante la dittatura militare (che durò dal 1976-1983). Bloccate dalle guardie, hanno trascorso giornate a passeggiare intorno alla piazza, utilizzando un panno bianco legato attorno alla testa per identificarsi. Al culmine della repressione, quando, disperate, hanno chiesto la conferma della sopravvivenza dei loro figli, hanno dovuto affrontare le forze di polizia, rischiando la vita e subendo il sequestro e in alcuni casi la tortura.

Dopo 37 anni dalla prima manifestazione, il movimento è cresciuto e si è organizzato, ampliando il campo di applicazione originale della loro lotta. Nonostante il divieto di riunioni pubbliche e di ogni evento, che potrebbe essere considerato "sovversivo", hanno superato la paura e si sono posizionate settimanalmente (fino ad oggi), di fronte alla Casa Rosada, alla ricerca della verità e della giustizia. Le Madri di "Plaza de Mayo" hanno vinto diversi premi internazionali e sono passate a far parte della piazza stessa - i panni bianchi che portavano sulle loro teste per richiamare l'attenzione ora segnano il terreno intorno alla piramide, una forma di omaggio dopo tanti decenni di lotta.

Con la fine degli anni di piombo, il gruppo ha cominciato a chiedere giustizia per i responsabili delle morti e delle sparizioni durante la dittatura e ha divulgato le crudeltà perpetrate dagli agenti della repressione. Nonostante le battute d'arresto e le differenze, l'obiettivo comune delle madri arhentine è rimasto. Se prima la richiesta era "il ritorno dei prigionieri spariti" con la fine della dittatura le proteste hanno guadagnato carattere più politico. Alcuni degli striscioni messi in vista nelle marce negli ultimi anni portava messaggi come: "Combattiamo contro l'oligarchia della ricchezza della terra", "Lavorare per la riforma agraria", "Vivere combattendo l'ingiustizia" e "Distribuzione della ricchezza". Una chiara dimostrazione di uno degli slogan del movimento: "L'unica lotta che si perde è quella che si abbandona." La dimostrazione é continuata anche quando le tre fondatrici sono state rapite, torturate e uccise da un gruppo di soldati nel dicembre del 1977. Non si sono fermati neanche durante i Mondiali del 1978, quando gli occhi del mondo erano sull'Argentina e la tensione politica è aumentata. E nemmeno dopo la fine della dittatura nel 1983.

Se siete a Buenos Aires di Giovedí (alle 15.30), le troverete in "Plaza de Mayo" - ora con i capelli bianchi, bastoni in mano ed età compresa tra 75 e 92 anni. Le "Madres de Plaza d Mayo" continuano la loro protesta e fanno vedere ciò che i dittatori hanno cercato di nascondere: il governo militare ha ucciso 30.000 giovani argentini. Il governo ha ucciso i loro figli. E loro non si sono dimenticate di tutto ciò, e insistono sul fatto che il mondo conosca, al fine di evitare che una cosa del genere si ripeta.

Quando il gruppo ha dato il 1700ª giro in torno alla piazza nel 2010, Hebe de Bonafini (pioniera del movimento), ha ammesso che l'età è già pesante per lei e le sue compagne: "Ci svegliamo alla mattina piene di dolore tra il male alle gambe, agli occhi, alle ginocchia, ai reni, al cuore... a tutto ", ha detto, aggiungendo: "Ma anche così, quando arrivano le 15:00, ci guardiamo allo specchio per mettere il foulard in testa e quando arriviamo in piazza non sentiamo più alcun dolore ", ha detto Bonafini.

Fu così che queste tenaci donne, mosse dall'indignazione, hanno insegnato nel corso degli anni che, nonostante il dolore che le accompagna, una resistenza permanente e pacifica può portare a risultati concreti: dal ritorno della democrazia nel 1983, centinaia di repressori sono stati e sono ancora condannati. Nonostante ciò non hanno rinunciato alla lotta. Continuano! Anche se probabilmente non rivedranno mai i resti dei loro figli, e non sapranno mai cosa è realmente accaduto a loro, non si fermarono!

"Una storia che, per molti versi, sembra ripetere. C'era una volta un paese, una città, una piazza, alcune madri ... Las Madres de Plaza de Mayo! Nel cuore della capitale Buenos Aires, sotto la violenta dittatura che ha segnato l'Argentina, tenevano dei cartelli con le foto dei loro figli scomparsi. Silenziose, con dei veli bianchi in testa, giraravano la Plaza de Mayo. Instancabili, hanno camminato per giorni, mesi, anni. Come nella canzone del poeta, hanno chiesto l'impossibile: volevano solo rivedere i loro figli. E sono state chiamate pazze. "(Renata Gonçalves)

Tathi Saraiva

Il manuale della brava partoriente: 1. E' stata brava, non ha neanche urlato

Venerdì, 31 Ottobre 2014 07:17

L'immaginario comune della scena del travaglio/parto potrebbe essere questo: una donna incinta con una bella pancia che fa supporre di essere proprio alle ultime settimane, che sta facendo qualsiasi cosa, magari shopping nei negozi. Una fitta all'addome, lei che si piega, uno "splash!" sul pavimento, "Mi si sono rotte le acque!", grida, movimenti concitati, baccano, scene rapide, una corsa al cardiopalma in ospedale, luci accesissime, lei sudata in volto che, supina sul lettino ginecologico, spinge a denti stretti e di tanto in tanto urla, e finalmente il bambino nasce.

Questo è quello che per anni la tv e i film ci hanno proposto. Vi torna?

Una caratteristica che mi ha sempre colpito di queste riproduzioni di scena del travaglio – tanto reali quanto reale sia il fatto che io sia Naomi Campbell – è la parte audio. Il sonoro. Le grida della donna. L'uso della voce. Reale o cinematografico che sia, nell'immaginario collettivo legato al momento della nascita c'è l'uso della voce. Si sa che la voce fa parte della nascita...tuttavia se ne ha paura, si spera di non urlare, di fare la brava. Di controllarsi.

Avete mai sentito la frase, specie riportata dai papà presenti in sala parto, "E' stata brava, non ha neanche urlato?"
Cosa significa essere brave, partorendo? Chi è la brava partoriente? Quella che resta composta, che non suda e magari non emette odore, che non si spettina e non si scompone, che così com'è entrata esce? La brava partoriente è quella che sta sdraiata, che non chiede ma esegue, che contiene il suo dolore? La brava partoriente è quella che non fa sceneggiate, che non urla e non implora, che non canta?

Bocca, collo dell'utero e vagina (ed in generale il perineo) sono strettamente collegati. Hanno stessa derivazione embrionale e funzionano all'unisono. Vi siete mai chiesti perché quando si fa l'amore, lo si fa con la bocca socchiusa o aperta, respirando anche dalla bocca, emettendo suoni? Mi rivolgo alle donne: sareste mai in grado di fare l'amore corrucciando la fronte, strizzando gli occhi e serrando la bocca? Mi rivolgo agli uomini: se mentre state facendo l'amore con la vostra compagna vedeste comparire sul suo volto un'espressione simile, pensereste di farle piacere o di averle fatto male?

Quello che nei film non ci raccontano, è che nel parto c'è molto di sessuale. Basti pensare agli ormoni coinvolti, l'ossitocina per prima! E dunque, se un certo tipo di respiro, di movimento, l'uso della voce durante l'asso sessuale non solo è normale ma aiuta la donna all'apertura...perché durante il parto si richiede di tacere, di non gridare, di non far casino? La brava partoriente è quella che non rompe le scatole?

La brava partoriente è qualsiasi mamma che dà alla luce il suo bambino, passando dalla vagina o dall'addome: ogni mamma è stata una brava partoriente. Perché ogni mamma è una brava mamma. E se griderà, se userà la voce, se sentirà il bisogno in un qualche momento del travaglio o delle spinte di lasciar uscire qualcosa dalla bocca e se se lo concederà, allora potremo dire di aver avuto non una brava partoriente, ma una brava ostetrica e un bravo papà che le hanno trasmesso fiducia, che l'hanno accolta nel suo bisogno di gridare e di usare quella voce che arriva direttamente dal centro della Terra per esprimersi attraverso quella donna che sta creando la Vita. La voce è una delle cose più intime che possediamo: occorre fiducia in se stessi e nell'ambiente che ci circonda per lasciarla uscire. Così come per mettere al mondo il proprio bambino. Allora, non giudicare ma accogliere la voce di una partoriente sarà accogliere lei stessa come madre e quel bambino come figlio.

Ostetrica Eleonora Bernardini

www.acasaconte.com

immagine tratta da masscommtheory.com

 

L'immaginario comune della scena del travaglio/parto potrebbe essere questo: una donna incinta con una bella pancia che fa supporre di essere proprio alle ultime settimane, che sta facendo qualsiasi cosa, magari shopping nei negozi. Una fitta all'addome, lei che si piega, uno "splash!" sul pavimento, "Mi si sono rotte le acque!", grida, movimenti concitati, baccano, scene rapide, una corsa al cardiopalma in ospedale, luci accesissime, lei sudata in volto che, supina sul lettino ginecologico, spinge a denti stretti e di tanto in tanto urla, e finalmente il bambino nasce.

Questo è quello che per anni la tv e i film ci hanno proposto. Vi torna?

Una caratteristica che mi ha sempre colpito di queste riproduzioni di scena del travaglio – tanto reali quanto reale sia il fatto che io sia Naomi Campbell – è la parte audio. Il sonoro. Le grida della donna. L'uso della voce. Reale o cinematografico che sia, nell'immaginario collettivo legato al momento della nascita c'è l'uso della voce. Si sa che la voce fa parte della nascita...tuttavia se ne ha paura, si spera di non urlare, di fare la brava. Di controllarsi.

Avete mai sentito la frase, specie riportata dai papà presenti in sala parto, "E' stata brava, non ha neanche urlato?"
Cosa significa essere brave, partorendo? Chi è la brava partoriente? Quella che resta composta, che non suda e magari non emette odore, che non si spettina e non si scompone, che così com'è entrata esce? La brava partoriente è quella che sta sdraiata, che non chiede ma esegue, che contiene il suo dolore? La brava partoriente è quella che non fa sceneggiate, che non urla e non implora, che non canta?

Bocca, collo dell'utero e vagina (ed in generale il perineo) sono strettamente collegati. Hanno stessa derivazione embrionale e funzionano all'unisono. Vi siete mai chiesti perché quando si fa l'amore, lo si fa con la bocca socchiusa o aperta, respirando anche dalla bocca, emettendo suoni? Mi rivolgo alle donne: sareste mai in grado di fare l'amore corrucciando la fronte, strizzando gli occhi e serrando la bocca? Mi rivolgo agli uomini: se mentre state facendo l'amore con la vostra compagna vedeste comparire sul suo volto un'espressione simile, pensereste di farle piacere o di averle fatto male?

Quello che nei film non ci raccontano, è che nel parto c'è molto di sessuale. Basti pensare agli ormoni coinvolti, l'ossitocina per prima! E dunque, se un certo tipo di respiro, di movimento, l'uso della voce durante l'asso sessuale non solo è normale ma aiuta la donna all'apertura...perché durante il parto si richiede di tacere, di non gridare, di non far casino? La brava partoriente è quella che non rompe le scatole?

La brava partoriente è qualsiasi mamma che dà alla luce il suo bambino, passando dalla vagina o dall'addome: ogni mamma è stata una brava partoriente. Perché ogni mamma è una brava mamma. E se griderà, se userà la voce, se sentirà il bisogno in un qualche momento del travaglio o delle spinte di lasciar uscire qualcosa dalla bocca e se se lo concederà, allora potremo dire di aver avuto non una brava partoriente, ma una brava ostetrica e un bravo papà che le hanno trasmesso fiducia, che l'hanno accolta nel suo bisogno di gridare e di usare quella voce che arriva direttamente dal centro della Terra per esprimersi attraverso quella donna che sta creando la Vita. La voce è una delle cose più intime che possediamo: occorre fiducia in se stessi e nell'ambiente che ci circonda per lasciarla uscire. Così come per mettere al mondo il proprio bambino. Allora, non giudicare ma accogliere la voce di una partoriente sarà accogliere lei stessa come madre e quel bambino come figlio.

Ostetrica Eleonora Bernardini

immagine tratta da masscommtheory.com

 

Cuscino aromatico per l'influenza intestinale

Giovedì, 30 Ottobre 2014 15:19

Per creare una compressa aromatica o tampone aromatico per dolori all'addome causati dall'influenza intestinale dovremmo riempire una baccinella di acqua molto calda e aggiungere all'interno di essa 5 gocce di olio essenziale di lavanda e se possibile anche 5 di camomilla. 

Immergiamo l'asciugamano all'interno dell'acqua e lasciamolo un minuto in modo in modo da farlo impregnare bene poi strizziamolo e appoggiamolo sull'addome per 10 minuti. Ripetiamo l'operazione 3-4 volte aggiungendo se possibile dell'acqua calda per mantenere la temperatura dell'acqua elevata e le gocce di lavanda e camomilla che tendono a disperdersi nell'ambiente dopo poco. 

Qui trovi il nostro articolo con tutti i nostri consigli per prevenire e curare l'influenza intestinale in famiglia. 

Giulia Mandrino

immagine tratta da blog.freepeople.com

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

In gravidanza il nostro corpo è messo a dura prova, in quanto il pupetto che abbiamo in grembo letteralmente "risucchia" ciò di cui ha bisogno.

Alcune ostetriche e ginecologi consigliano l'integrazione attraverso prodotti specifici. Il nostro consiglio è di privilegiare una corretta alimentazione basata su frutta, verdura, cereali integrali, legumi e utilizzare integratori solo dopo aver consultato il proprio specialista di riferimento.

In caso di carenze accertate ecco una selezione di integratori di Named, azienda specializzata in Medicina Funzionale di standar estremamente elevati.

Ferronam: integratore a base di ferro, vitamina c e folato, utile in caso di carenze di ferro. 

Trialgal DHA: integratore di dha algale con vitamina E, da utilizzare su consiglio ostetrico o medico. Il dha è un costituente fondamentale delle cellule e in particolare dei neuroni, e secondo diversi studi aumentare l'introduzione di dha in gravidanza avrebbe effetti positivi a livello di sviluppo cognitivo e fisico del bambino. Gli omega 3 (il dha è un derivato metabolico degli omega 3) si trovano principalmente nei semi oleosi, in particolare nelle noci, nei semi di lino e nell'olio di semi di lino e di canapa. Possiamo sgranocchiare le noci durante la giornata (metà mattina e metà pomeriggio), opure aggiungerle in insalate di verdura o di pasta; i semi di lino possiamo gustarli nello yogurt vegetale tutte le mattine o come merenda al pomeriggio, oppure nelle insalate verdi; gli oli invece devono essere utilizzati solo ed esclusivamente a crudo e sono un ottima abitudine da mantenere tutta la vita. L'integrazione di dha non è necessaria in gravidanza ma se pensate di poter avere carenzea causa di un'alimentazione che scarseggia di tali nutrienti consultatevi con lo specialista che sta seguendo la vostra gravidanza. 

Sedanam: è un integratore a base di passiflora, melissa, avena sativa e valeriana. Per il rilassamento diurno si consigliano 20 gocce da una a 3 volte al giorno, oppure una compressa 1-2 volte al giorno. Mentre per il riposo notturno 60 gocce 30 minuti prima di coricarsi. Anche in questo caso è necessario chiedere il parere del proprio specialista di riferimento sulla sua assunzione. 

Mg 400: integratore di magnesio lattato, che fornisce la massima biodisponibilità quindi assimilazione del minerale. Le carenze di magnesio sono davvero frequenti in gravidanza e sono principalmente causate dalla scorretta alimentazione basata sull'assunzione di cereali non integrali e non in chicco, poca verdura, sopratutto a foglia verde e poca frutta. Una forma di acidosi metabolica causata da un eccesso di proteine animali e in parte da stress possono peggiorare significativamente la carenza di magnesio. Per aumentarne l'assunzione basta mangiare cereali integrali (con la raffinazione si perde circa l'80% di magnesio), mandorle e noci come snack. 

Probionam Cacao: 30 miliardi di fermenti lattici, fibra prebiotica di cacao e betaglucano. La profilassi prevede una bustina al giorno per circa un mese.

 

Fibramotil: integratore a base di Fibra di Guar Parzialmente Idrolizzata indicato per prevenire la stipsi in gravidanza. Anche in questo caso è necessario abbinare una corretta alimentazione con cereali integrali in chicci, grande varietà di frutta e verdura e legumi. 

Giulia Mandrino

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

I love Limone Weleda

Giovedì, 30 Ottobre 2014 14:09

Il Limone ha origini antiche: diffuso da secoli in Palestina e in India, fu conosciuto in Italia solo all'inizio dell'era cristiana.
La particolarità di questa pianta è la presenza contemporanea di fiori, frutti nascenti e frutti più maturi di un bel colore giallo: una prova evidenze della sua eccezionale ed energica vitalità.La sua coriacea buccia inoltre protegge la polpa succosa e ne preserva l'umidità.
Le qualità di questo frutto sono state da sempre utilizzate per i più svariati intenti terapeutici: esso è ricco di vitamina C ed è ottimo anche per disinfettare le piccole lesioni cutanee e per combattere influenza, raffreddori e mal di gola.
Il suo intenso profumo inconfondibile è una vera e propria sveglia per i sensi: l'aroma fresco del limone è stimolante proprio come il suo colore vivace e brillante.
L'albero del limone denota una traboccante vitalità poiché in qualsiasi stagione dell'anno fiorisce e fruttifera incessantemente; basti pensare che può arrivare a produrre fino a 100 chili di limoni.
Una caratteristica del frutto del limone è che, a differenza di altri frutti, non sviluppa con la maturazione la dolcezza: né caldo né sole possono attivare la formazione di zucchero, al contrario più a lungo matura più sarà acre di sapore. Esso è una vera e propria farmacia naturale: oltre ad essere ricco di vitamina C, è ottimo anche per disinfettare le piccole lesioni cutanee e per combattere influenza, raffreddori e mal di gola.
Un altro particolare che lo distingue dagli altri frutti è che il suo aroma inconfondibile è sprigionato da ogni parte della pianta: i preziosi oli essenziali si trovano non solo nei suoi piccoli fiori bianchi, ma anche nella buccia, nella polpa e nelle foglie.

Weleda se ne avvale nella Linea Corpo al Limone 100% naturale certificata, composta da Bagno rinfrescante, Doccia,Olio per il corpo, Crema fluida Trattamento Idratantee Deodorante.

Il Bagno e la Doccia cremosa racchiudono in sé la freschezza del frutto appena raccolto unita al calore del sole mediterraneo. Rinfrescano la pelle e sprigionano stimolanti aromi naturali. Entrambi infatti contengonoil prezioso olio essenziale di limone che stimola e vivacizza i sensi.

Il consiglio di Weleda: per un bagno energizzante consigliamo di versare 3-5 tappini di prodotto nella vasca già piena d'acqua per liberare i pregiati oli essenziali. Per la doccia, applicare una giusta quantità di Doccia cremosa frizionando dai piedi verso l'alto e dai polsi verso il cuore, per poi risciacquare con abbondante acqua tiepida.
Attraverso il bagno o la doccia i principi attivi del limone si esprimono davvero al massimo ed esercitano un effetto benefico sull'intero organismo.

Dopo il bagno o una doccia rigenerante non c'è niente di meglio, specie durante la stagione invernale, di un bel massaggio con l'Olio al Limone, leggero e di rapido assorbimento, lascia sulla pelle il velluto dell'olio di mandorle dolci e la delicata e stimolante fragranza dell'agrume.

Il consiglio di Weleda: applicarlo sulla pelle ancora umida con movimenti circolari (sempre in direzione del cuore); l'olio verrà subito assorbito dalla pelle e si creerà una sottile emulsione altamente emolliente.
Sen invece si preferisce un trattamento più cremoso allora la Crema Fluida è l'ideale. Formulata con puri oli vegetali, è ricca di sostanze benefiche per la pelle, grazie anche al gel di aloe vera dall'azione rinfrescante.Un vero cocktail di energia e di benessere!
Consiglio di Weleda: Applicare la Crema Fluida Trattamento Idratante dopo la doccia e ogni qual volta si desidera rinfrescare ed idratare il corpo. La fresca fragranza agrumata ed il gel di aloe vera la rendono adatta anche come doposole.
Il quinto protagonista della Linea Corpo Limone è il Deodorante. Per questo prodotto è quasi inutile spiegare quali siano le sue caratteristiche, perché è solo provandolo che ci si rende conto delle sue proprietà.
Basta infatti spruzzare un po' di prodotto nell'aria che subito si manifesta l'immagine di un limone appena tagliato. La sua piacevole e frizzante brezza rinfresca piacevolmente.
Tutti i prodotti della Linea Corpo Limone Weleda sono adatti anche per chi pratica una dieta vegana.

Giulia Mandrino

Sara

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Cecilia

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