Una ricetta povera che a noi, da piccoli, piaceva moltissimo e che ora amiamo proporre ai nostri bambini. Basta avere in casa del pane raffermo del giorno prima e il gioco è fatto! Una delizia semplicissima che salva spesso la cena (e gli avanzi di pane).

Polpette di pane: la ricetta della cucina povera a base di mollica di pane per polpette vegetariane deliziose nella loro semplicità

 

Avete mai utilizzato, per i vostri dolci, il riso? È un'ottima soluzione per chi vuole diminuire il glutine nella propria dieta, per i celiaci e per chi ama il sapore del risolatte! Quella che otteniamo è una torta davvero semplice ma azzeccata per tutte le occasioni, dalla colazione al dessert.

Torta di riso dolce con crema: la ricetta del dessert senza glutine dal profumo e dal sapore irresistibile

 

I parchi divertimento più belli del Nord Italia

Mercoledì, 06 Settembre 2017 14:00

Non esiste solo Gardaland, cari genitori, anche se, be’, in effetti è divertentissimo andarci in famiglia. Il Nord Italia è pieno di parchi divertimento, parchi acquatici, parchi naturali e parchi avventura, quindi perché non cambiare ogni tanto?

Ecco dunque la nostra prima selezione di parchi divertimento, quelli del Nord Italia, ai quali seguiranno quelli del Centro e del Sud. Perché il nostro Paese è grande, bello e variegato, e le proposte per le famiglie sono bellissime dappertutto.

I parchi divertimento più belli del Nord Italia: quali sono i migliori parchi del Nord Italia per passare una giornata divertente in famiglia

Parco della Preistoria: se i vostri bimbi sono appassionati di dinosauri e se avete voglia di passare una giornata immersi nel verde, nel gioco e nella storia, perfetto è il Parco della Preistoria sulle sponde dell’Adda, a soli 25 minuti dal centro di Milano. A Rivolta d’Adda, in provincia di Cremona, c’è infatti questo meraviglioso parco naturale dedicato alla preistoria, con le ricostruzioni dei dinosauri, dei primi uomini e dei primi animali sparse nel verde, sull’area di un milione di metri quadri che ospita questo parco avventura. Bellissimo anche per organizzare un picnic alternativo all’ombra delle fauci del T-Rex!

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Fiabilandia: attorno al Lago Bernardo, a Rivazzurra (Rimini), ecco Fiabilandia, parco tematico diviso in diverse aree (il Far West, il medioevo, l’Oriente, la Baia dei Pirati e i Borgo Magico) che vuole avvicinare i bambini in maniera giocosa alla natura e alla fauna autoctona. Anatre, germani, tartarughe, pesci, pipistrelli, pettirossi, allocchi cince… Gli animali sono quelli che vivono naturalmente nell’area, dato che il Parco, per vocazione, ha voluto ricreare il loro vero habitat naturale, rendendo discreta la presenza dei visitatori. Insomma, per vivere la natura in maniera super rispettosa.

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La città dei bambini: Il gioco, la scienza, la tecnologia sono racchiusi tutti in questa struttura dedicata interamente ai bambini e alla loro curiosità. A Genova ecco la città dei bambini, un luogo nel quale 90 attrazioni interattive, esperimenti e oggetti svelano la scienza, i fatti già strani e i segreti della tecnologia ai bimbi dai 2 ai 12 anni.

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Cermislandia: Gratuito, si trova vicino al rifugio Baita Dosso Larici, a Cavalese, all’Alpe Cermis. Il fascino delle montagne attorno dona a questo parco sicuramente una marcia in più: i bambini e le famiglie si possono divertire correndo, camminando e giocando in questo parco immerso tra gli abeti e disseminato di prati, di laghetti e pendii. Ci sono una diga, un lago artificiale, giochi in legno, percorsi avventura apposta per i piccoli. Ma soprattutto c’è la natura, tutta per loro!

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Parc Animalier: ciò che ci piace di questo parco è il rispetto per gli animali. Non è uno zoo: è una semplice area protetta nella quale vivono gli animali autoctoni, che i bambini e le famiglie possono osservare rispettosamente nel loro habitat naturale. Lo stambecco, il camoscio, la marmotta, i rapaci, gli scoiattoli… E poi le specie floreali più disparate, tutte alpine. Un’occasione per immergersi in un micro sistema alpino unico e davvero magnifico. Si trova ad Introd, in Valle d’Aosta, e vale davvero la pena fermarcisi.

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Leolandia: 40 giostre, spettacoli, una fattoria didattica e un rettilario. Ma, soprattutto, l’Italia in miniatura. Questo parco divertimenti a Capriate, in provincia di Bergamo, è perfetto per le famiglie, perché coniuga il divertimento, la natura e la passione dei più piccoli per le costruzioni in miniatura! Non è aperto tutti i giorni, quindi è consigliabile consultare sempre prima il calendario.

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Italia in miniatura: non c’è solo in Lombardia, il “minitalia”. C’è anche a Rimini, ed è altrettanto affascinante. Qui ad essere riprodotte in scala sono sia l’Italia che l’Europa, in un parco che offre anche tante altre attrattive, come giochi acquatici o una monorotaia per fare un viaggio unico, il cinema 3d e i giochi adrenalinici per tutta la famiglia. Per le tariffe, ecco la pagina.

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Parco Avventura Mont Blanc: ad Aosta, vicino a Pré Saint Didier, ecco il Parco Avventura Mont Blanc, ai piedi del Monte Bianco (come si evince dal nome!). Un bellissimo e divertentissimo parco per famiglie situato in un bosco di pini e costituito da diversi percorsi avventura per tutte le età e per tutti i livelli (sempre in sicurezza e di semplice fruizione). La carrucola, le liane, i ponti nepalesi, i tronchi, le scale flottanti… Girare per il parco è un’avventura!

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Giulia Mandrino 

I migliori armadi Montessori per i nostri bambini

Mercoledì, 06 Settembre 2017 07:18

(Photo credit)

Poche regole, ma buone: che sia in materiale naturale, che sia sicuro e che sia accessibile ai nostri bambini. Un guardaroba montessoriano non deve essere niente di esagerato, ma deve rispettare questi principi della didattica di Maria Montessori.

Come il lettino, anche il guardaroba è un oggetto d’arredamento fondamentale nella cameretta del bambino, perché anch’esso è uno strumento per raggiungere naturalmente l’indipendenza: se i bimbi sono stimolati (dalla bellezza dell’armadio e dall’altezza a loro accessibile) a maneggiare gli appendini, a scegliere i loro vestiti, a sistemarli e a utilizzare in generale il guardaroba, la strada sarà infatti molto più semplice e divertente.

I migliori armadi Montessori per i nostri bambini: i guardaroba montessoriani più belli, sicuri e in linea con la didattica della pedagogista italiana

- Partiamo dagli armadi chiusi, quelli più classici, che richiamano le linee degli armadi “adulti”. Il primo che proponiamo è Camoscio, dell’azienda Anacleto, molto bella perché attentissima sia alle linee sia ai materiali. Il prezzo non è eccessivamente alto (290 euro) e la linea pulita e geometrica ricorda un po’ le camerette scandinave.

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(Anacleto)

- Su Etsy troviamo invece questo piccolo guardaroba basso e bianco, ottimo perché contiene un’asta porta appendini e ha una serie di ripiani laterali per piegare magliette e biancheria.

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(Etsy)

- Sempre su Etsy, carinissimo è l’armadio “house”, con una linea che richiama un palazzo e una serie di ripiani comodi e utili.

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(Etsy)

- Prezzo decisamente competitivo lo hanno come sempre i mobili Ikea, sicuri, belli e dalle linee nordiche. Questo armadio fa parte della linea Stuva ed è molto comodo perché è piccolo, dotato di asta appendiabiti e di cassetti inferiori.

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(Ikea)

- Lievemente più costoso (ma sempre molto economico) è il guardaroba Busunge, sempre di Ikea, dal disegno più morbido ma molto simile allo Stuva. Bianco candido, sta benissimo praticamente in ogni cameretta.

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(Ikea)

- Altra soluzione è quella delle aste appendiabiti semplici, aperte, che stanno molto bene in cameretta. Certamente sono da tenere più ordinate, ma un po’ di disordine bambino non fa mai male. Ecco quindi questa disponibile su Etsy, per una cameretta da bambine, utile perché oltre all’asta per appendere i vestitini è presente un ripiano in stoffa inferiore sul quale appoggiare scarpe o indumenti piegati.

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(Etsy)

- Su Amazon troviamo invece questo appendiabiti in legno naturale, molto solido, che non ha il ripiano inferiore e che quindi può essere una utile soluzione da affiancare ad un classico armadio montessoriano.

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(Amazon)

- Infine, sempre su Amazon, un’altra asta, stavolta bianca ma sempre molto pulita e naturale. Questa presenta anche una comoda scarpiera inferiore, sulla quale appoggiare scarpe o scatole e contenitori.

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(Amazon)

Giulia Mandrino

A Bolzano la mostra sulla storia del rame

Martedì, 05 Settembre 2017 13:59

© Museo Archeologico dell’Alto Adige/Luca Guadagnini/Tiberio Sorvillo

I musei di storia naturale e di archeologia sono sempre bellissimi e piacciono molto ai bambini, che possono vedere, attraverso reperti e racconti apposta per loro, la storia dell’uomo, imparando vedendola dal vero. Già, perché la conoscenza attraverso l’esperienza diretta è molto più efficace di quella attraverso la mera teoria, e per questo noi amiamo portare i nostri bambini ad ammirare tutte le mostre più interessanti!

Fino al 18 gennaio 2018 è in programma, a Bolzano, “Heavy Metal, come il rame cambiò il mondo” e se non ci siete già stati vi consigliamo di programmare una visita: ne vale veramente la pena.

A Bolzano la mostra sulla storia del rame: perché portare i bambini a vedere la mostra sulla storia del rame presso il Museo Archeologico dell’Alto Adige

Sapete quando fu scoperto il primo metallo da parte dell’uomo? Addirittura più di 10000 anni fa. E fu proprio un pezzo di rame ad attirare la sua attenzione. Un metallo malleabile, che grazie al calore si poteva modellare. Ed ecco che da lì partì davvero la storia tecnologica dell’uomo. Solo grazie a questa scoperta si iniziarono infatti a fabbricare armi, utensili, gioielli e oggetti in metallo.

La mostra temporanea (inclusa nel prezzo del biglietto di ingresso al museo) presentata presso il Museo Archeologico dell’Alto Adige (in via Museo 43 a Bolzano, aperto tutto l’anno tranne 25 dicembre e l’1 gennaio, dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18. Ingresso gratuito per bambini fino a 6 anni e 9 euro per adulti) vuole quindi proporre al pubblico la storia di questo metallo così importante per gli uomini dell’età della pietra e fondamentale anche per la nostra vita di ogni giorno (pensiamo solo ai cavi dell’elettricità, alle monete o agli smartphone).

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© Museo Archeologico dell’Alto Adige/Luca Guadagnini/Tiberio Sorvillo

Si parte quindi con l’esposizione delle prime lavorazioni del rame rinvenute in Medio Oriente per arrivare fino ai gruppi di umani che stanziavano proprio in terra alpina, il cui rappresentante è il famosissimo Ötzi, l’uomo dell’età del rame rinvenuto tra i ghiacci della Val Senales insieme ai suoi strumenti (tra cui un’ascia di rame) e custodito dal 1998 proprio nel Museo Archeologico dell’Alto Adige di Bolzano.

La sua storia è davvero particolare e affascinante: il ghiaccio della Val Senales ha infatti conservato questa mummia in maniera straordinaria, dandoci la possibilità di capire un pochino di più circa le circostanze della sua vita e della sua morte. Circa 5300 anni fa, Ötzi (il cui nome deriva dal tenero appellativo datogli dal giornalista austriaco Karl Wendl, che lo chiamò così in onore del luogo in cui fu ritrovato, le Alpi della Ötzal) stava infatti attraversando questa valle quando venne ucciso. Visse quindi nell’ultima fase del Neolitico, utilizzando oggetti in pietra ma possedendo al contempo questa sua preziosa arma in rame.

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© Museo Archeologico dell’Alto Adige/Luca Guadagnini/Tiberio Sorvillo

Una volta scoperto il rame, gli uomini del Vicino Oriente perfezionarono le loro tecniche di lavorazione, e attraverso il commercio e l’attività mineraria diedero slancio alle illimitate possibilità del metallo, diffondendolo in tutto il mondo.

Attraverso 300 metri quadrati d’esposizione, le famiglie possono quindi ripercorrere la storia del metallo ammirando dal vivo numerosissimi ritrovamenti archeologici fatti proprio in area alpina e italiana. Le audio-guide accompagneranno quindi i visitatori svelando segreti, curiosità e fatti storici per immergersi completamente in questa affascinante storia.

Giulia Mandrino 

Ve ne abbiamo già parlato: anche se il sesso una volta diventati genitori sembra impossibile, non dovremmo mai rinunciarvi. Già: non dovrebbe diventare una rarità. Ma a volte è così. E il motivo può essere molto semplice: un po’ la pigrizia, un po’ il non sapere come fare a ritagliarsi i giusti spazi.

Ecco perché vi proponiamo questi 7 consigli: sono semplicissime regole da seguire per non dire più addio al sesso una volta diventati mamma e papà!

7 segreti per non dire addio al sesso quando si è genitori: come ritagliarsi gli spazi di coppia quando i figli sembrano prendersi tutto lo spazio e tutto il tempo

1) Non lo neghiamo, i tempi si riducono: è verissimo. Ecco perché, una volta diventati genitori, innanzitutto dovremmo rivalutare anche i più piccoli gesti, apprezzando la sensualità anche dove prima ci sembrava non ci fosse. Iniziamo quindi godendoci i momenti più semplici: lo spalmarsi la crema a vicenda, i massaggi, i baci nel letto, le carezze, il toccarsi, il fare il bagno insieme (non per forza con un file sessuale). Questo manterrà i nostri sensi attivi e farà davvero molto, molto bene alla nostra sessualità, che non rimarrà sopita anche se il sesso si ridurrà. Perché è un circolo vizioso, il non fare sesso, e per trasformarlo invece nel circolo virtuoso dell’intimità che chiama intimità bastano a volte anche solo queste attenzioni.

2) L’arrivo di un bambino a volte può anche essere un toccasana per l’intimità. Ma solo se abbiamo la volontà di farlo: in troppi, infatti, prendono la scusa del bambino che dorme in camera o nel letto con loro per spegnere definitivamente il desiderio. In realtà il fatto che i bimbi dormano in camera con noi dovrebbe essere uno stimolo a fare qualcosa di nuovo: spostiamoci in salotto, in cucina, in ripostiglio, in garage! Se il problema è non svegliare il bimbo o sentirsi a disagio a farlo in quella stanza, non facciamolo diventare un problema ma trasformiamolo in un’opportunità piccantissima.

3) Un’altra occasione che il sonno del bambino ci può dare, è sfruttare i suoi pisolini. Certo, ci sarebbe da stirare, da caricare la lavatrice, da sistemare le bollette. Ma una volta ogni tanto approfittiamone, e rendiamo quella pausa il momento perfetto per l’intimità. Anche perché, diciamolo, la sera si è stanchissime!

4) Una buona regola sarebbe il provare a tornare alla routine intima di prima. Certo, non sarà più la stessa, ma non sarà per forza diversa in senso negativo. Ecco perché è giusto sforzarsi un po’, almeno all’inizio, per fare sentire il proprio partner ancora desiderato (nel caso della mamma, perché si sente fisicamente diversa e non più all’altezza; nel caso del papà, perché potrebbe sentirsi un po’ geloso e non più in primo piano): lasciate bigliettini allusivi, scrivetevi messaggi un po’ hot per preparare il mood. Una volta rientrati a casa e incontrati, verrà alla mente lo stuzzicarsi della giornata e si sarà più inclini a rotolarsi nel letto.

5) Fondamentale è anche prendersi spazio per se stessi come coppia. Non solo in senso genitoriale, passando il tempo in famiglia, ma anche in senso intimo. Ecco perché non dovreste farvi problemi a prendere la baby sitter qualche volta, uscendo a cena solo voi due: corteggiarsi, vestirsi bene, bere un bicchiere in più di vino.

6) Soprattutto, cercate di mantenere tra di voi una dimensione adulta e di coppia staccata da quella di genitori. Siate genitori in tutto e per tutto, ma una volta a letto cercate di staccare la spina e di non parlare dei bambini, delle faccende di casa o delle bollette. Parlate piuttosto della giornata di lavoro, dei libri letti o di quelli che volete leggere, dei sogni, dei viaggi. Di tutto ciò che come persone, insomma, continua a interessarvi. In questo modo manterrete la dimensione personale e di coppia della pre-genitorialità, che vi aiuterà moltissimo nella ricerca della sensualità.

7) E infine un consiglio che parrebbe scontato, ma che non lo è: parlare. A volte non si fa sesso per motivi futili, o per incomprensioni, sempre in buona fede. Sono moltissimi i mariti che aspettano ad avvicinarsi alle mogli dopo che hanno partorito per mesi e mesi perché non vogliono fare pressione, e sono moltissime le donne che, di conseguenza, non si sentono più volute, perché credono di non eccitare più il partner. In realtà basterebbe solo parlare apertamente! E dopo averci riso sopra, il sesso sarà ancora più eccitante.

Giulia Mandrino

Mary Franzoni è una mamma come noi. Segni particolari: una passione sfrenata per i parchi gioco. Come noi, è un’accesa sostenitrice dell’educazione all’aperto e ama scovare i vari angoli del mondo i parchi giochi più belli e interessanti, che poi riporta sul suo blog, Playground around the corner, nella speranza che anche in Italia si faccia un pochino più d’attenzione a questi bellissimi strumenti per i nostri bambini!

Mary, la mamma che gira per parchi gioco in tutto il mondo: la nostra intervista a Mary Franzoni, per capire meglio la filosofia dei playground in giro per il mondo

Mary, leggendo il tuo blog quasi ti invidiamo un po’: sei sempre in viaggio con i bambini! Come fai a organizzarti?

Sono una libera professionista e spesso mi bastano un pc e uno smartphone per organizzare i miei lavori. Quando i bimbi non vanno a scuola, soprattutto in estate, viaggiamo molto e ogni viaggio è un'esperienza unica che insegna qualcosa a me e a loro.

Quali sono secondo te le differenze sostanziali tra i parchi giochi nel mondo e quelli in Italia? Quali sono meglio?

Nel mondo c'è molta più originalità in tema di parco giochi. Ho innumerevoli esempi da raccontare. Nell'ultimo viaggio a Stoccolma abbiamo trovato playground incredibili: un piccolo villaggio di marinai, un serpente gigante dove entrare e scivolare, colline colorate dove correre e saltare. Sul mio blog trovate tanti esempi di parchi giochi unici e molto creativi. In Italia, soprattutto in Trentino Alto Adige, ho comunque trovato playground altrettanto fantastici: in Alta Pusteria un mulino con scivolo, in Val di Fiemme la zattera sul lago.

Cosa si potrebbe fare per migliorarli?

Prestare più attenzione non solo alla loro manutenzione ma alla loro progettazione: un bel parco giochi non deve necessariamente costare oro, ma fare giocare insieme bambini di varie età e abilità, stimolando il gioco creativo e il desiderio di restare a giocare.

Qual è il parco giochi più favoloso, dal tuo punto di vista di mamma che ne ha visti davvero moltissimi?

Sono davvero tanti i parchi giochi meravigliosi visti finora e fatico a scegliere il più favoloso. In Danimarca, a Stoccolma, a Nizza, in Trentino Alto Adige, in Australia, a Nel York… Posso dirti però qual è il mio parco giochi del cuore. Si trova in Alta Pusteria, a Croda Rossa: qui si gioca con vista Dolomiti in un contesto davvero eccezionale.

In qualche modo il tuo blog promuove un argomento che ci sta molto a cuore, e cioè il gioco libero all’aperto: credi che i genitori lo stiano riscoprendo o che ci sia ancora molta strada da fare?

Io sono certa che se anche in Italia il parchetto dietro casa fosse creativo e stimolante, un luogo accogliente dove andare, i genitori avrebbero più voglia di uscire di casa e di portare il bambino a giocare al parco giochi. Certo, ricordiamoci sempre che i bambini giocano ovunque, anche con un legnetto e un torrente; ma il parco giochi sicuramente aiuta e se è ben realizzato è un luogo dove giocando si impara.

 

L’estate si sta in piedi. Ed è bellissimo! Senza orari, anche noi mamme e papà ci lasciamo andare e lasciamo che i pargoli crollino quando crollano. Il problema non sta lì. Il problema, a volte, arriva quando torna la scuola. Già, perché i bimbi si sono ormai abituati ai tempi dilatati e rilassati delle vacanze, e può capitare che vivano il momento dell’andare a letto come una privazione di libertà o come una costrizione.

Di certo si tratterà di pochi giorni, di quelle poche sere necessarie per tornare a ristabilire l’ordine delle cose. Ma se per caso foste preoccupati, o se i bambini non superassero proprio questa fase di pianti disperati e iperattività della mezzanotte, ecco qualche consiglio.

Abituare i bambini ad andare a nanna presto dopo le vacanze: come tornare alla routine serale scolastica dopo il relax delle ferie estive

Innanzitutto, proviamo a resettare gli orari non improvvisamente, ma gradualmente. È logico che se in estate il bimbo veniva a letto con voi alle 23, mandarlo a letto alle 20 sarà impossibile. E avrà ragione a lamentarsi! Vi è mai capitato di entrare nel letto e di rigirarvi per due ore? Non è fastidiosissimo? È la stessa sensazione che provano loro, il cui orologio biologico era ormai settato su altri ritmi.

Cerchiamo quindi di spostare la messa a letto di 15 minuti alla volta, con calma, arrivando nel giro di qualche giorno all’orario consueto. E facciamolo pure senza troppa ansia, anche nel caso la scuola sia già cominciata: non è una tragedia andare a letto tardi quando il giorno dopo c’è scuola, perché pian piano, comunque, il ritmo biologico dei bambini tornerà a quello più consono e a loro più comodo. Se sono stati alzati troppo, il giorno dopo saranno stanchi, certo. Ma è anche sicuro che la sera dopo, o quella successiva, crolleranno prima.

Per facilitare poi l’andare a letto ad orari più decenti, è bene anche preparare la cena un po’ prima del solito. È sempre preferibile lasciare un buon lasso di tempo tra l’ultimo pasto del giorno e l’addormentamento, in modo che la digestione faccia il suo corso. Mangiamo quindi un po’ prima, in modo da aiutare l’orologio biologico a ristabilirsi, inducendo il sonno prima del solito.

Altra buona abitudine, è tenere lo stesso orario per tutti i bambini, se non per tutta la famiglia. Anche se di età diverse, i bimbi è meglio che vadano a letto allo stesso orario, magari scendendo a compromessi, evitando così gelosie o tensioni. Se poi si sentono esclusi anche da parte di mamma e papà, i primi giorni potremmo andare a letto prima anche noi, magari approfittandone per leggere un libro appoggiati al cuscino, mostrando che tutti possiamo rilassarci un po’ prima del solito.

Una volta giunti all’orario ideale di messa a letto, manteniamolo. Le abitudini e le routine fanno benissimo ai bambini, che si sentono sicuri adattandosi alle buone regole.

Una buona regola, quindi, è quella di evitare di guardare la TV proprio prima della nanna. Non solo bandendo la televisione in cameretta, ma anche spegnendola un po’ prima, permettendo al bambino di risvegliarsi dall’ipnosi imposta dai programmi (eh, sì, sembrano ipnotizzati e non vorrebbero mai staccarsene, vero? E per di più la tv eccita tantissimo!). Meglio spegnere la tv, lavarsi i denti, mettersi in pigiama e entrare nel letto, leggendo un libro o facendoselo leggere dai genitori, facendola diventare un’abitudine imperdibile a cui i bambini anelano ogni sera!

 

10 abitudini che invecchiano la tua pelle

Lunedì, 04 Settembre 2017 13:48

Anche se stiamo attentissime alla nostra beauty routine, ci sono certi errori nei quali non incappare è davvero difficile. Già, perché sono abitudini radicate oppure considerate innocue che in realtà nascondono nelle pieghe insidiosi danni alla nostra pelle, che si trova così a invecchiare nonostante le nostre precauzioni naturali.

Come sempre però non serve stravolgere le nostre giornate o le nostre abitudini e routine. Basta prendere qualche accorgimento e avere qualche attenzione in più per tornare sulla giusta strada contro l’invecchiamento della pelle.

10 abitudini che invecchiano la tua pelle: i 10 gesti all’apparenza innocui che in realtà velocizzano il processo di invecchiamento cellulare dell’epidermide

Fare la doccia molto calda: sembra un ragionamento stupido, o semplicistico, ma basta applicare il principio per il quale il freddo conserva i cibi anche alla nostra pelle. Sì, il freddo conserva, mentre il caldo fa deperire. E lo stesso fa l’acqua troppo calda alla nostra pelle. Evitare di fare la doccia troppo calda diventa così il primo passo verso una pelle più giovane, perché l’acqua tiepida e quella fredda non hanno i risvolti negativi di quella calda, e cioè la capacità di seccare troppo la pelle privandola dei suoi naturali oli e grassi difensivi.

Usare la stessa spugna o luffa: se sapeste quanti batteri si annidano nelle spugne vi verrebbero i brividi. Ma anche senza entrare in questi dettagli non propriamente piacevoli, sappiate che non cambiare spesso la spugna è una delle abitudini che accelerano l’invecchiamento cellulare, poiché i batteri, le muffe e i funghi contenuti sono davvero nemici della nostra pelle. Meglio quindi cambiarla frequentemente per evitare danni alla pelle quali irritazioni, infezioni o pruriti.

Legare stretti i capelli: una coda di cavallo è sempre quello che ci vuole per evitare di lavarsi i capelli troppo spesso. Tuttavia meglio non stringere troppo l’elastico, e evitare di lisciarsi chimicamente i capelli: queste cattive abitudini causano infatti la caduta dei capelli oltre a danni permanenti alla cute della testa.

Usare oli e burri sulla pelle asciutta: Il primo motivo? L’olio o il burro non penetra nell’epidermide, e così non la nutre, ma la unge solamente. In secondo luogo, su molti tipi di pelle l’olio crea semplicemente uno strato grasso, rischiando così di causare anche l’acne.

Lavarsi troppo spesso: il motivo è lo stesso della doccia troppo calda. Ossia: lavarsi troppo significa privare la pelle dei suoi oli naturali protettivi, quelli che la proteggono, la mantengono morbida e evitano le irritazioni (anche quelle provocate dai prodotti troppo aggressivi che talvolta utilizziamo).

Usare gli stessi trucchi per anni: non solo le spugne vanno cambiate spesso. Anche i trucchi. I pennelli, le spugnette, gli scovolini… E anche i prodotti, che hanno una data di scadenza e che se utilizzati dopo troppo tempo possono provocare irritazioni e danni.
Non sono solo però i prodotti che teniamo nella trousse ad andare cambiati. Anche quelli nuovi, quando è troppo che li utilizziamo. È normale affezionarsi ad una crema, ad un fondotinta o ad un rimmel. La pelle però si abitua e, soprattutto nel caso delle creme, sviluppa una sorta di resistenza che la rende immune ai principi attivi. Meglio quindi cambiare la crema idratante, quella protettiva e quella antirughe dopo un po!

Schiacciare i brufoli: mannaggia a noi, che non resistiamo. Le nostre dita sono inevitabilmente piene di batteri e schiacciando i punti neri e i brufoli introduciamo nei pori tutte queste schifezze. E anche quando le nostre mani sono pulite, rendiamo la pelle molto più vulnerabile, oltre che irritata.

Non struccarsi la sera: struccarsi significa lavare via dal viso germi, batteri, make up e polveri inquinanti (che, sì, si accumulano sulla nostra pelle). Andare a letto dimenticando questo passaggio è quindi deleterio, perché nei pori si accoccolano in grande quantità tutte le sostanze più nocive per la pelle, quelle che aumentano anche lo stress ossidativo che causa rughe e invecchiamento cellulare.

Non usare la crema contorno occhi fin dai 28 anni: a 28 anni ci sentiamo giovani, eppure è proprio in questo momento che dovrebbe iniziare la lotta alle rughe, dato che la nostra pelle comincia a lasciarsi andare (molto lentamente, ma lo fa). Non aspettiamo quindi di trovare la prima ruga: preveniamo e combattiamo prima!

Usare una crema viso scadente e non adatta al proprio tipo di pelle: questo sembra scontato, ma molte donne faticano a trovare la crema viso perfetta per la propria epidermide e quindi si adagiano continuando ad usarne una non propriamente adatta (oppure una scadente, senza un buon INCI, per più che benefici porta con sé danni). Le irritazioni, però, sono la conseguenza diretta, così come i brufoli causati dalle creme troppo idratanti per le pelli grasse.

 

Esfoliante naturale, ecosostenibile, naturale (è vegetale, non animale!)… Conoscete la luffa? Forse sì, ne avrete sentito parlare. Ma molto probabilmente non saprete che si tratta di un oggetto davvero curioso, perché si tratta di una spugna derivata da una cucurbitacea. Esatto, proprio come da un cetriolo o da una zucchina.

I buoni motivi per utilizzare la luffa, spugna completamente naturale: la spugna vegetale e naturale perfetta per detergere il nostro corpo, esfoliare e pulire le stoviglie

La luffa è una pianta che come dicevamo fa parte della famiglia delle cucurbitacee (e cioè quella dei cetrioli, delle zucchine e dei cocomeri). Il suo frutto, in effetti, ricorda molto una zucchina, ma la particolarità sta nel fatto che proprio questo frutto viene utilizzato per produrre delle spugne naturali perfette per la detersione.

Le solite spugne a cui siamo abituati, manco a dirlo, sono animali. Certo, sono morbidissime e piacevoli, ma la loro produzione prevede l’uccisione di piccoli esseri viventi marini e di conseguenza queste spugne non sono né sostenibili né etiche.

L’alternativa migliore è quindi la luffa, che si rivela anche molto più performante, essendo un perfetto esfoliante naturale per la nostra pelle. Come la si ottiene? Semplicemente, al termine della sua completa maturazione questo frutto si disidrata, perdendo quasi tutto il suo peso. Ne resta dunque un oggetto molto fibroso che diviene naturalmente una spugna in grado di raccogliere acqua, atossica, naturale e sostenibile.

Essendo così fibrose, le spugne di luffa (ottime anche perché non ammuffiscono) sono un efficacissimo strumento per l’esfoliazione quotidiana della pelle. Le si utilizza infatti come spugne normali nel bagno o sotto la doccia, riempiendole di acqua e sapone. In questo modo si otterranno tanto la detersione quanto l’effetto esfoliante per eliminare le cellule morte (e anche per evitare i tanto odiati peli incarniti delle cerette e delle rasature!).

Dopo averla utilizzata, la spugna di luffa è semplicissima da pulire, proprio come una normale spugna: basta infatti risciacquarla sotto un getto continuo strizzandola, per eliminare i residui di detergente e l’acqua in eccesso. Dopodiché si seccherà e la si utilizzerà alla doccia successiva. Il bello è che queste spugne naturali e atossiche durano moltissimo nel tempo, molto più delle spugne artificiali o di quelle marine.

Ma non solo per il corpo: la spugna di luffa è ottima anche come strumento per pulire piatti e stoviglie, al posto delle spugne del supermercato.

La luffa, quindi, può essere comprata nei negozi bio o in internet (noi su Amazon ne troviamo sempre moltissime, come queste vendute in pacchi di 5 o queste, molto comode perché già dotate di cordino per appenderle alla doccia).

Se però avete il pollice verde il nostro consiglio è quello di coltivarla in casa: basta comprare i semi di luffa cilindrica e piantarli in un vaso ben drenato sul fondo con argilla espansa. Bagnandoli e tenendoli bene al sole, nel giro di qualche giorno spunteranno i germogli, da curare fino a che la pianta non morirà. A questo punto i frutti si saranno disidratati, e basterà togliere la buccia e i semi per ottenere la propria spugna di luffa naturale e fatta in casa.

 

Sara

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Cecilia

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