Nasello più carota più finocchio: un accostamento davvero perfetto per una prima pappa per lo svezzamento a base di pesce, ingrediente che assicura ai nostri bimbi il giusto apporto di acidi grassi Omega 3 già a partire dai sette mesi.
INGREDIENTI:
una carota
mezzo finocchio
50 grammi di filetto di nasello
PROCEDIMENTO:
Inseriamo gli ingredienti (tagliando le verdure) nel cestello del nostro cuocipappa Easymeal e cuociamo al vapore per circa mezz'ora. Una volta che gli ingredienti saranno morbidi, versiamoli nel boccale ed omogeneizziamoli. Versiamoli quindi nel piatto e condiamo con un cucchiaio di farina di avena e un pochino di olio evo a crudo.
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Una ricetta davvero semplice semplice a base di frutta fresca di stagione e mandorle: quella dei ghiaccioli al latte di mandorla, facilissima e dal risultato sempre gradito!
Come preparare con l'estrattore dei ghiaccioli sfiziosissimi, partendo da ingredienti naturali come il limone, il tè nero, la barbabietola e lo zenzero.
Non sarà una novità, perché pare scontato. Ma il bene che fanno le vacanze ai bambini è davvero innegabile, e anche scientifico! Pensate al benessere che proviamo allontanandoci per qualche giorno da casa. Ecco. I bambini lo provano in maniera accentuata, e i benefici si ripercuotono su tutta la loro persona!
Chiaramente, non tutti possono ogni anno organizzare una super vacanza al mare, in montagna, al lago, in una città straniera... Tuttavia non serve molto per ricreare la giusta atmosfera e il giusto clima. Basta spostarsi anche solo di qualche chilometro, magari campeggiando, oppure trovando hotel o bed&breakfast economici ma carini! L’importante è che ci siano natura, cultura e spazio divertente per i bambini, a cui basta davvero poco per sentirsi in vacanza!
Detto questo, sappiate che i benefici dello staccare la spina allontanandosi un po’ dalla vita quotidiana sono moltissimi.
Non parliamo solo del legame familiare che si rafforza. Quello è solo la punta del bellissimo iceberg di effetti positivi delle vacanze sulle persone! Andare in vacanza insieme, piccola o grande che sia, è uno strumento efficacissimo per riannodare i legami, per dedicarsi alla famiglia e per creare nuove emozioni! E per sentirsi più felici!
Detto questo, i bambini ne sapranno trarre benefici ancora più concreti e importanti per la loro crescita personale, e non solo familiare. Pensiamoci bene: da cosa è dato il benessere che proviamo in vacanza? Dal rilassamento e dalla lontananza dallo stress, che fanno sì che il nostro cervello produca ossitocina, dopamina e oppiacei endogeni, sostanze naturali che abbassano ancora di più lo stress (è quindi un circolo virtuoso!) e che fanno provare quello stato di grazia tipico dei giorni di ferie lontani da casa.
Accanto a questo senso di benessere certamente positivo di per sé, il cambiamento d’aria e di ambiente è incredibilmente favorevole per i bambini, che vedono stimolata l’attività del loro lobo frontale, area che influenza positivamente lo sviluppo del quoziente intellettivo.
Anche la creatività ne esce rafforzata e stimolata, poiché lontani dai compiti e dalle attività quotidiane i bambini si trovano liberi: di giocare, di muoversi e di sperimentare la loro curiosità innata. I nuovi luoghi e le nuove esperienze sono poi uno stimolo ancora maggiore! Soprattutto quando i bambini si trovano immersi nella natura.
La natura, quindi, è assolutamente protagonista di questi benefici. Già, perché è vero e dimostrato che passare del tempo nel verde e nell’ambiente naturale (anche solo per 20 minuti!) migliora la capacità di concentrazione. Una skill, questa, che va sempre allenata, e che i bambini si ritroveranno rafforzata alla fine della vacanza.
Come dicevamo, andare in vacanza in famiglia, con i bambini, è quindi una buonissima abitudine. Al di là delle possibilità economiche, il bello di vivere oggigiorno è che si possono trovare soluzioni per tutte le tasche! Basta scegliere un portale, come ad esempio quello che utilizziamo sempre noi, HomeToGo, che raccolga le proposte di case vacanze per tutti i budget: in Italia, in Europa, al mare, in montagna, al lago, con la neve, con il sole, nel verde, in città d’arte, vicino o lontano... E poi partire, con la positività nel cuore e la certezza che la nostra famiglia ne uscirà ancora più felice di quanto già sia!
Se possedete come noi un estrattore come il nostro Estraggo, allora potete prendere l'occasione per preparare un delizioso e nutriente latte di canapa a partire dai suoi semi, ricchissimi di acidi grassi omega 3 e omega 6, oltre che di vitamine, sali minerali, calcio e magnesio.
Il periodo dello spannolinamento è un momento molto delicato e importante nella vita di un bambino. È uno dei primi grandi cambiamenti, e rappresenta un piccolo passaggio verso l’indipendenza. Passare al vasino può essere quindi più o meno complicato, perché ogni bambino ha i suoi ritmi, che sono assolutamente da rispettare!
Detto questo, ci sono moltissimi libri che possono tornare utili in questa fase. Leggendo i bambini capiranno pian piano di cosa si tratta, e con i loro tempi riusciranno a sopravvivere a questo cambiamento!
1) “Il Vasino della Principessa” di Melanie Williamson (dell’editore Giunti Kids) e il suo corrispettivo maschile “Il Vasino del Pirata” sono libri carinissimi che introducono ai bambini pian piano e in maniera divertente l’oggetto-vasino. Prima di parlare quindi direttamente della necessità di abbandonare il pannolino, questi libri sono davvero utili perché parlano ai bambini di questo strumento misterioso. Dopodiché, ecco introdotto anche il concetto di dover abbandonare il pannolino per diventare grandi! La principessa non potrà essere principessa se non passa al vasino, e il pirata non potrà solcare davvero i mari fino a che non lo farà anche lui. Attraverso una storiella semplice nella quale i bimbi con la fantasia possono identificarsi (chi con le principesse, chi con i pirati), questi libri aiutano così a fare capire ai bimbi che del vasino non bisogna avere paura, e che è un passaggio dal quale tutti, ma davvero tutti, devono transitare! E sono anche interattivi: vedrete che risate quando i bimbi premeranno i pulsanti per fare il tifo ai loro eroi!
2) “Posso guardare nel tuo pannolino?” è scritto da Guido Van Genechten è ancora più divertente. La storia parla di questo topino super curioso che guarda sempre dentro a tutte le cose. Inizia così ad esplorare anche i pannolini dei suoi amici animali, trovandoci le varie cacche, quelle a forma di pallina, quelle più grosse e quelle più strane (anche qui da scoprire in maniera interattiva, con delle alette che si sollevano!). Alla fine si scoprirà che lui, invece, nel pannolino non ha nulla, perché ha imparato a farla nel vasino! E così insegna anche a tutti gli altri questa pratica.
3) Pauline Oud ha scritto invece “Sara usa il water”, della serie di Sara che “fa cose”. Una volta imparato ad usare il vasino, infatti, i bimbi possono intraprendere anche la strada del water, una cosa ancora più “da grandi”. Seguendo la storia di Sara, che all’inizio fa fatica e che pian piano riesce sempre meglio, capiscono che basta un po’ di sforzo per imparare a fare tutto come si deve, imparando a riconoscere lo stimolo.
4) Infine, ecco “Basta pannolino!”, libro di Manuela Nava illustrato da Desideria Guicciardini che come si può intuire dal titolo parla apertamente e direttamente del togliere il pannolino con decisione! Anche qui ci sono casini di tutti i tipi, per fare prendere confidenza ai bambini con questo strano strumento sconosciuto; e ci sono le difficoltà! Difficoltà che tuttavia con costanza e impegno, e anche un po’ di divertimento, si possono superare, imparando benissimo a farla “come i grandi”.
Per altri consigli su come affrontare il passaggio dal pannolino al vasino, qui trovate il nostro articolo dedicato allo spannolinamento naturale.
Fare arte con la natura, fare arte con il riciclo, fare arte con tutto ciò che abbiamo a portata di mano. E poi fare arte con il corpo. Ma soprattutto: fare arte con il corpo imperfetto, che è sempre e comunque perfetto in ogni sua forma.
Se infatti le smagliature, soprattutto quelle sulla pancia che emergono in seguito ad una gravidanza, sono considerate dalla società inestetismi, a noi piace pensarle come segni (a volte) indelebili di una grande amore.
Lo stesso ha pensato Cinta Tort Cartró, artista che ha pensato di trasformarle in qualcosa di unico ed emozionante.
Cinta Tort Cartró ha 21 anni, è spagnola (vive a Barcellona) e soprattutto è una femminista convinta. Ciò che detesta è lo standard femminile imposto da una società maschio-centrica. Che le donne non debbano avere peli; che le mestruazioni siano un tabù; che le smagliature e la cellulite siano considerate inestetismi da eliminare; che il corpo non sia considerato bello in quanto corpo, ma solo quando perfetto.
Attraverso la sua arte Cinta (che su Instagram si fa conoscere con il nome Zinteta) tenta quindi di portare l’attenzione su questi temi, mostrando la bellezza nella sua accezione più ancestrale, più pura e più rispettosa. Già, perché il rispetto è alla base di tutto: il rispetto per l’unicità di ogni corpo, e il rispetto dei difetti di ogni essere umano.
Uno dei suoi ultimi progetti si concentra quindi su un aspetto femminile molto delicato, spesso bistrattato. Le smagliature, in particolare quelle lasciate dalla gravidanza (ma anche quelle quotidiane che decorano il corpo della quasi totalità delle donne), quel segno, quel marchio che a volte fatica a passare e che troppe donne vogliono subito cancellare o nascondere perché impaurite dal giudizio estetico della società.
Cinta dipinge le smagliature. Senza inventarle, ne segue il tracciato con il suo tratto colorato, ispirato ai colori dell’arcobaleno. Le esalta, le rende più uniche di quello che sono, ne sottolinea la bellezza nascosta dal loro essere considerate imperfette.
Ogni corpo è unico, e così ogni smagliatura è unica. “Siamo tutte diverse, ogni corpo ha la sua forma, la sua essenza e la sua energia”, scrive Cinta. Nessuna donna è uguale ad un’altra, eppure dovremmo pensare sempre a quanto siamo simili, a quanto dovremmo unirci per fare fronte comune, in modo da poterci sentire uniche nelle nostre similitudini.
“Ci sono molti tipi di corpi, così come ci sono molti tipi di smagliature. Dipingendo Yacine, Mònica e Roser ho osservato dettagliatamente la pelle, la delicatezza, la bellezza e l’essenza di qualcosa che loro nascondevano”.
Interessantissimo, poi, anche il progetto dedicato alle mestruazioni. Con i suoi soliti colori sgargianti, arcobalenici e glitterati, Cinta rende il periodo rosso del mese qualcosa di esteticamente accattivante ed emozionante allo stesso tempo. Perché emozionante? Perché guardando queste sue piccole opere d’arte noi donne ci possiamo ricordare che in fondo siamo tutte simili, quasi esattamente identiche. E che nasconderci o vergognarci non dovrebbe fare parte del nostro modo di vivere.
L’importanza di giocare con il fango è innegabile. Attività da fare all’aperto, e quindi già di per sé molto educativa, il giocare nelle pozzanghere, nell’acqua, nella terra e nello sporco fa un po’ impressione, ma il divertimento che suscita nei bambini e i risvolti educativi che porta con sé rendono il fango uno degli elementi forse imprescindibili per la crescita.
Spesso le scuole evitano di portare i bambini fuori, convinte che i genitori non capiscano e si oppongano all’idea di “fare ammalare” i loro figli (anche se ormai lo sappiamo: i bambini più sporchi sono più sani, ma soprattutto non esiste cattivo tempo, esiste solo cattivo abbigliamento! Non abbiate paura). Oppure perché in difficoltà, non avendo gli spazi adatti. In realtà gli spazi si trovano, basta un fazzoletto di terra. E le attività sono moltissime. Tra queste il giocare con il fango, che dovrebbe essere sempre previsto. Basta essere pronti e avere a scuola a portata di mano gli stivali da pioggia!
Ecco perché abbiamo deciso di suggerirvi qualche attività semplice ma efficace per rendere le giornate piovose (ma anche quelle di sole: basta formare il fango con terra e acqua!) più divertenti ed educative!
1) La prima idea è offerta da un’occasione quotidiana che capita nei giorni di pioggia. Tutti i cortili e i prati, quasi sempre, hanno quell’angolino o quella scanalatura che si riempie di acqua quando piove, faticando a drenare. Appena la pioggia cala o cessa, è quindi il momento di portare fuori i bambini per intraprendere qualche gioco libero come ad esempio il preparare torte con la terra e l’acqua piovana! Ma anche lasciando liberi i bambini di sperimentare queste pozzanghere, troveranno certamente il gioco più interessante per loro.
2) Si potrebbero poi creare spazi adibiti esattamente per il fango. Se la scuola ha un bel giardino, basterà dissodare un po’ la terra in maniera disordinata, togliendo l’erbetta, e nei giorni di pioggia questo spiazzo si trasformerà in un perfetto spazio gioco con il fango.
3) Le vasche tattili: anche il fango può essere un materiale sensoriale, quindi perché non appoggiare in giardino una vecchia vasca piena di terra che con l’acqua di trasformerà tranquillamente in fango? I bambini avranno così sempre a disposizione un piccolo spazio per le loro sperimentazioni fangose!
4) Certo che il fango è un gioco all’aperto. Nessuno però vieta di portare questo gioco anche all’interno, in maniera semplice e non così caotica e sporca come si potrebbe pensare. È sufficiente infatti portare in classe qualche vaschetta di fango preso da fuori e proporre ai bambini di fare arte con il fango. Pittura, utilizzando la terra come fossero colori. Oppure scultura, realizzando strutture aiutandosi anche con stuzzicadenti, legnetti o altri elementi presi dalla natura.
Detto questo, con il fango possiamo proporre ai bambini molte, moltissime attività. Innanzitutto, lasciamoli liberi di sperimentare, inventando loro giochi e situazioni. E poi, se vogliamo, stimoliamoli con sfide: chiediamo di preparare torte, muffin e piatti sopraffini con la terra (utilizzando anche vecchie padelle o vecchie muffin tin); di creare piste per le biglie; di realizzare plastici di città fangose e fantasiose; di creare un parco nel quale possano giocare i dinosauri, le automobiline, gli animali, le bambole... Non c’è limite alle attività, perché non c’è limite alla fantasia.
Una pasta che ci piace da impazzire, perché unisce il sapore e i benefici delle mandorle a quelli dei pomodorini confit, caramellati al punto giusto! Un piatto vegetariano la cui ricetta è davvero semplicissima e sfruttabile sempre, per le cene in famiglia e quando abbiamo ospiti!
Tra i vari lavoretti che vi proponiamo, ce ne sono sempre i che coinvolgono la carta, un materiale riciclabile che ci piace molto perché possiamo utilizzare gli scarti o comunque riciclare poi tutto ciò che realizziamo. Ad esempio? Le casette in cartone, l’con gli scatoloni di cartone, i giochi da realizzare con gli scatoloni di cartone, oppure i giocattoli a costo zero.
Quella che vi proponiamo oggi è un’attività davvero stimolante e divertente, perché oltre ad essere davvero interessante da realizzare è utilissima e buffa poi, quando la si tira fuori per giocarci, inventando facce e storie di fantasia! Vi spieghiamo subito di cosa si tratta.
Questi libri sono dei semplici album formati da tre fasci di fogli, ognuno dei quali presenta vari fogli contenenti occhi, nasi e bocche strane o differenti. Girando le pagine i bambini si divertono a comporre queste facce, inventandone di nuove di volta in volta, ridendo e provando ad immaginare le storie che ci stanno dietro.
Questo lavoretto rappresenta anche un esercizio molto utile per l’empatia: i bambini infatti imparano a decifrare le espressioni degli esseri umani, cercando di capire di volta in volta l’emozione che sta provando la faccia buffa che si trovano di fronte.
Per realizzare il libro, detto flip book, servono:
Del cartoncino pesante colorato per la copertina (30x20)
Foglietti rettangolari (circa 10x20) bianchi
Forbici
Perforatrice
Degli anelli richiudibili (come quelli dei portachiavi)
Pastelli, penne, pennarelli...
Ritagli di riviste
Partiamo innanzitutto dai fogli bianchi, dividendoli in tre gruppi. Su ognuno i bimbi dovranno disegnare (oppure incollare i ritagli di giornale, come un collage) gli occhi, i nasi e le bocche buffe che comporranno poi i volti.
Buchiamo con la perforatrice ogni foglietto, al centro e sulla sinistra (per infilarci poi gli anelli per girare il libro). Prendiamo poi i cartoncini colorati e pesanti che formeranno la copertina ed eseguiamo 3 buchi esattamente dove andranno a finire i buchi dei foglietti quando andremo a posizionarli all’interno del libro.
Uniamo quindi il tutto con gli anelli, avendo cura che i tre gruppi di foglietti siano in ordine (sopra gli occhi, al centro il naso e in fondo le bocche).
Decoriamo la nostra copertina et voilà! Il nostro libro delle facce buffe è pronto. Basta sfogliarlo in maniera disordinata per formare sempre nuove facce da raccontare, da esaminare e da prendere in giro per il loro essere così buffe!