Erano più semplici, senza tanti fronzoli. Eppure stimolavano molto di più la fantasia, la creatività e le competenze di base. Un paradosso? No. I giocattoli educativi e quelli di una volta a quanto pare sono la scelta migliore che possiamo fare per i nostri bambini e le nostre bambine, perché per quanto i nuovi giocattoli tecnologici promettano di stimolare al meglio lo sviluppo cognitivo, certi gesti restano il modo migliore per crescere e sviluppare la propria intelligenza.
Quando parliamo di giocattoli tradizionali parliamo soprattutto dei giocattoli in legno, delle bambole di pezza, delle palline di gomma, delle costruzioni, dell’argilla da modellare, dei pastelli… Insomma, di tutti quegli oggetti semplici e immediati, a misura di bambino, che grazie alle loro caratteristiche ludiche stimolano i bambini al gioco lasciando tuttavia spazio per metterci del proprio.
Sono i giocattoli che costano meno, peraltro, e che non prevedono né troppe parti in plastica, né apparati tecnologici sofisticati e complicati, colorati e luccicanti.
Rispetto ai giocattoli tecnologici, luminosi e iperstimolanti, i giocattoli più semplici, quelli di una volta, sostanzialmente non guidano il bambino, ma si lasciano guidare. In altre parole, con i giocattoli in legno, in stoffa o in materiali naturali i bambini e le bambine comandano il gioco, lo inventano e lo sviluppano, senza regole ferree imposte dalla specifica funzione di un giocattolo pensato solo per una particolare attività.
A dirlo è la psicologa dello sviluppo Kathy Hirsh-Pasek della Temple University, secondo cui i bambini e le bambine di base sono dei problem-solver creativi, degli esploratori atterrivi: lasciare che sguinzaglino la propria fantasia per giocare con giocattoli semplici è dunque una buona scelta. Le conseguenze? I bambini e le bambine non lasceranno semplicemente che il giocattolo “riempia” loro la testa, ma impareranno direttamente sul campo, agendo e mettendosi in gioco.
Dove trovare giocattoli di questo tipo? Ad esempio, su due siti web del network Sherwood Store, Giochinlegno.it e Mylearningtower.com. Network che ci piace anche perché porta avanti un progetto molto importante: il 5% del fatturato viene devoluto a progetti educativi per bambini, mentre un altro 5% alla piantagione di nuovi alberi.
Certo, anche i giocattoli di una volta avevano qualche difetto, ma possiamo migliorarli. Prima di tutto, la sicurezza: oggi i giocattoli in legno che prendono spunto dai giochi tradizionali sono molto più sicuri di quelli di una volta e non dobbiamo quindi preoccuparci di nulla.
E poi possiamo finalmente eliminare la distinzione “giochi da maschio” e “giochi da femmina”. Se le bambole in tela erano esclusivamente per le bambine e le ruspe in legno solo per i bambini, oggi è risaputo che non esistono gusti in base al genere e che, soprattutto, lasciare liberi i bambini e le bambine di giocare con ciò che vogliono è educativo e importante.
E non solo per l’empowerment femminile: ormai, per fortuna, si è capito che lasciare giocare le bimbe con le costruzioni, le ruspe e le palle da calcio sia normale e fondamentale per fare loro capire, crescendo, che non ci sono lavori da uomini e da donne, e che le competenze personali sono quello che contano. Ciò su cui bisogna spingere è lasciare che i bambini maschi giochino con ciò che vogliono. C’è infatti ancora moltissima resistenza, a causa della mascolinità tossica in cui la nostra società è immersa. Eppure giocare con le bambole è fondamentale per crescere adulti in grado di prendersi cura degli altri e per instillare il senso paterno e materno, e allo stesso tempo giocare con le costruzioni e le macchinine è necessario per sviluppare al meglio senso spaziale e scientifico (come spiega la professoressa Judith Elaine Blakemore). Sia per i maschi, sia per le femmine. E questo è solo un esempio.
Giocare è il lavoro del bambino. Una frase fatta che, per quanto vera e precisa, non basta a descrivere l'importanza dell'atto del giocare durante l'infanzia.
Ma sappiamo davvero tutto riguardo al gioco? Di studi e ricerche ne sono stati fatti numerosissimi, ed è quindi impossibile riassumere il gioco in poche frasi e pochi punti. Ma ce ne sono alcuni che sono essenziali ed eterni, ed è giusto tenerli a mente. In questo modo, consapevoli dell'importanza del gioco, saremo più stimolati ad incoraggiare i bambini, tanto nel gioco libero quanto nei giochi di società e in quelli con gli amichetti e amichette.
Ecco dunque le 10 cose da sapere riguardo al gioco, attività fondamentale durante la crescita dei nostri bimbi e delle nostre bimbe.
Niente di più vero: lo sviluppo del bambino e della bambina avviene esattamente attraverso il gioco, che altro non è che il mettere in circolo l'imitazione, la fantasia e la coordinazione.
Il gioco stimola infatti tutto: la comprensione del mondo, la logica, il problem-solving, la coordinazione occhio mano, la fisicità, le abilità sociali, l'interazione, la parola... Tutto, quindi, ne beneficia.
Se è vero che trovare il tempo per giocare con i nostri bimbi e le nostre bimbe è fondamentale, è altrettanto necessario imparare a farli giocare da soli (in solitaria o con gli amichetti e amichette). Solo così i bambni e le bambine possono mettere in atto la loro indipendenza, la loro fantasia, provare a ricreare ciò che osservano tra gli adulti e imparare a risolvere i problemi con le loro forze!
I bambini corrono. Non camminano, corrono. Ci hai fatto caso? Sono questi infatti gli anni della formazione non solo cognitiva, ma anche fisica. Lasciarli giocare significa dare loro la possibilità di svilupparsi a livello muscolare, osseo e di coordinazione, restando allo stesso tempo in forma secondo la conformazione del proprio corpo. Il movimento fa infatti bene a tutte le età ed è fondamentale per la buona salute!
Non solo a livello muscolare, ma anche per quanto riguarda il sistema immunitario. Prima di tutto, quando si gioca all'aria aperta - anche in inverno! - le difese ne escono rafforzate. E in generale venire a contatto con gli altri e con diversi oggetti aiuta a sviluppare e rafforzare le proprie barriere immunitarie, che proteggeranno poi da allergie e malanni stagionali.
L'atto di giocare è per i bambini non solo divertimento e apprendimento, ma anche riduzione dello stress e dell'ansia. Anche loro, come noi adulti, soffrono di questi disturbi (anche se spesso tendiamo a dimenticarlo o a sottovalutarlo) e giocare li aiuta a sfogare l'ansia, lo stess e a gestire meglio le emozioni, crescendo più armoniosamente da questo punto di vista.
Ancor prima di parlare, il gioco è una delle espressioni umane. Giocando, in altre parole, si comunica con il mondo esterno e con i genitori.
Creatività e fantasia sono stimolate direttamente, concretamente e fortemente dal gioco. I bambini e le bambine, soprattutto durante il gioco libero, possono e devono inventare mondi, ruoli, situazioni... E anche quando non stanno giocando, si ritrovano spesso a inventare attività. Giocare o pensare a cosa giocare è quindi essenziale per la vita.
Giocando da soli o giocando ai giochi da tavolo, ai puzzle e alle attività in compagnia si mette alla prova la propria concentrazione, che è un'abilità necessaria per la vita, sia a scuola sia sul lavoro.
L’Italia è un Paese che abbonda di attrazioni, avendo un patrimonio storico e culturale ricchissimo. Ma è anche un Paese che sa offrire molte occasioni di divertimento: i parchi a tema presenti nella Penisola sono infatti sparsi in regioni diverse, consentendo a tutti di accedervi senza alcun problema relativo agli spostamenti. Per un’organizzazione perfetta in casi come questi, però, è sempre meglio informarsi con il giusto anticipo riguardo ai prezzi e agli orari dei biglietti dei treni, consultabili online su siti come Omio.it, ad esempio; in questo modo si potrà scegliere la soluzione migliore per la famiglia e limitare anche le spese (cosa da non sottovalutare, dato il costo dei biglietti d’ingresso previsto per i vari parchi divertimento).
Andiamo quindi alla scoperta dei parchi divertimento italiani da non perdere e da visitare almeno una volta con tutta la famiglia.
Impossibile non iniziare da Mirabilandia, che si trova a Ravenna ed è una delle tappe imperdibili per chi ama il divertimento. Il parco è facilmente raggiungibile da qualsiasi zona d’Italia, dato che è ben collegato grazie alle diverse tratte ferroviarie che coprono il territorio nazionale. Mirabilandia è nota soprattutto per alcune giostre in particolare, come nel caso dei roller coaster iSpeed e Katun. Il consiglio, per chi ama i brividi, è di visitare anche la casa degli orrori Legends of Dead Town (da provare magari la notte di Halloween), mentre per chi preferisce gli show c’è la sfida Hot Wheels. Da non perdere anche i percorsi a tema West o dinosauri, insieme ai simulatori di guida, adatti anche ai più grandi.
Un altro parco divertimenti molto amato in Italia è il MagicLand (ex Rainbow MagicLand), per le sue numerose attrazioni pensate per i giovanissimi. Anche in questo caso raggiungere il parco non sarà difficile, poiché si trova a Valmontone, città a pochi chilometri di distanza da Roma.
Tra le attrazioni principali troviamo le rapide e i giochi acquatici in generale, insieme a giochi interattivi come Huntik 5D. Anche al Magicland si trova una casa degli orrori, ed è una delle più divertenti in Italia, dato che è stata realizzata utilizzando sia animatroni sia attori in carne e ossa. Per quel che riguarda le aree tematiche, non perdetevi Nui Lua, con il suo spettacolare vulcano. Tonga, invece, è l’area perfetta per chi ama immergersi in un contesto con ambientazione a tema giungla.
Se si parla dei migliori parchi divertimento in Italia, non si potrebbe non citare il famoso Gardaland, una vera e propria istituzione conosciuta anche a livello internazionale. Il parco si trova sul lago di Garda e ha ben 50 anni di attività, con attrazioni apprezzate da generazioni: ne sono degli esempi i roller coaster come Blue Tornado, insieme a Raptor e Mammut. Gardaland, fra le altre cose, offre ancora oggi uno degli spettacoli più belli organizzati da un parco divertimenti, ovvero Magic Elements.
La Penisola ospita tanti altri parchi che meritano quantomeno una rapida segnalazione. In questo elenco si trovano ad esempio Movieland (sempre sul lago di Garda) e Fiabilandia a Rimini, insieme al Cavallino Matto, situato a Marina di Castagneto Carducci, in provincia di Livorno. Non potremmo non citare poi anche il parco divertimenti numero uno del Meridione: Etnaland, famoso per le sue attrazioni per i bimbi e per i suoi favolosi giochi acquatici. In conclusione, quindi, dal Nord al Sud l’Italia offre un’ottima scelta in fatto di parchi divertimento adatti alla famiglia e tutti da scoprire.
"Una buona notte di sonno": luogo comune? No, medicina. Gli studiosi da sempre mettono in correlazione il buon sonno notturno con il benessere. Dormire bene e senza troppi risvegli durante la notte è insomma benefico e dormire a sufficienza è necessario per stare bene e in salute. Un discorso che non si riferisce solo agli adulti, ma anche ai bambini e alle bambine. Soprattutto, possiamo applicarlo anche ai neonati e alla nanna dei primi mesi.
E anche se i primi mesi di vita di un bambino o di una bambina sono caratterizzati da un sonno irregolare (a cui si accompagna quello dei genitori che devono seguire i nuovi ritmi), non significa che dormire tutta la notte sia irrilevante. Anzi: più un neonato o una neonata dorme la notte, più si abbassa il rischio di sovrappeso durante l'infanzia.
Cosa c'entrano le due situazioni? A spiegarlo è uno studio condotto all'interno del Brigham and Women's Hospital e del Massachusetts General Hospital, che suggerisce come il sonno dei neonati sia strettamente correlato con la tendenza o meno a diventare sovrappeso durante i primi anni di vita.
I risultati dello studio a cui ci riferiamo sono stati pubblicati sulla rivista Sleep e sul sito sciencedaily. La ricerca voleva capire se la correlazione tra carenza di sonno e sovrappeso, già stabilità per gli adulti, valesse anche per i bambini e i neonati.
Lo studio è stato così condotto: la dottoressa Susan Redline (medica all'interno della Division of Sleep and Circadian Disorders al Brigham Hospital) e i suoi colleghi e colleghe hanno preso in considerazione 289 neonati e neonate nati all'interno del Massachusetts General Hospital tra il 2016 e il 2018, osservando e monitorando la loro nanna. Per analizzare i pattern hanno utilizzato degli orologi da caviglia, strumenti fatti apposta per individuare e misurare gli schemi del sonno e l'attività generale durante la notte e durante le giornate prese in considerazione. Allo stesso tempo, hanno chiesto ai genitori di tenere dei diari del sonno registrando gli orari della nanna e il numero degli episodi di risveglio.
Gli scienziati hanno poi raccolto i dati sulla crescita dei bambini e bambine, misurando altezza e peso e determinando l'indice di massa corporea, classificando come "sovrappeso" i bimbi e bimbe che risultavano sopra al 95esimo percentile della scala utilizzata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Ciò che emerso dalla ricerca è abbastanza chiaro: non solo meno ore di sonno sono direttamente correlate al sovrappeso in età infantile (nei primi sei mesi di vita), ma la stessa cosa accade nei bambini e nelle bambine che manifestano un alto numero di risvegli notturni.
Addirittura, una sola ora di sonno in più secondo i ricercatori e le ricercatrici sarebbe correlata ad un abbassamento del 26% del rischio di sovrappeso in età infantile. A questo si aggiunge il minor rischio di sovrappeso anche nei bambini che la notte registrano un minor numero di risvegli.
I motivi di questa correlazione in realtà non sono chiari, nemmeno a chi ha condotto lo studio. Si può solo speculare: probabilmente, dormire più ore e dormire un sonno migliore potrebbe essere benefico per la routine alimentare e per l'autoregolazione in termini di nutrizione.
A questa mancanza di spiegazioni si aggiunge il basso tasso di rappresentazione di alcune tipologie di famiglie (come quelle appartenenti ad un contesto socioeconomico più difficile e le famiglie afroamericane - dal momento che lo studio è stato condotto negli USA). Non solo: lo studio, per sua natura, non ha per ora preso in considerazione la durata e la qualità dell'allattamento (al seno o al biberon), fattore che potrebbe avere un impatto notevole sulla crescita dei bambini e delle bambine.
Gli studiosi e le studiose, quindi, hanno intenzione di proseguire con la raccolta di dati per capire meglio come i pattern del sonno influenzino lo stato di salute dei bambini, individuando poi i fattori chiave che impattano la correlazione sonno-peso.
Per i fan e le fan di Harry Potter è un periodo d'oro *se escludiamo le dichiarazioni transfobiche dell'autrice J.K. Rowling, che anche a noi non sono per niente piaciute*.
Per i vent'anni dall'uscita al cinema di Harry Potter e la Pietra Filosofale, infatti, sono previsti due appunatmenti IMPERDIBILI!
Na na, na na na, na na, naaaa! Mettiamoci comodi e iniziamo a entrare nel mood tenebroso, confortevole e magico di Hogwarts!
Di ieri è la notizia della reunion: dopo quella di Friends, ecco quella del cast di Harry Potter. Di nuovo, a regalare questo momento imperdibile ai fan della saga è HBO, che a inizio gennaio 2022 (proprio il giorno di Capodanno) manderà in onda uno speciale per celebrare i vent'anni dall'uscita di Harry Potter e la Pietra Filosofale nei cinema di tutto il mondo (la reunion è stata annunciata proprio il 16 novembre, giorno in cui Harry Potter and the Sorcerer's Stone uscì nei cinema statunitensi, dopo l'anteprima londinese l'8 dello stesso mese).
Non è ancora stato annunciato chi in Italia trasmetterà l'evento (se va come andò per Friends e per altri prodotti HBO, probabilmente si tratterà di Sky e NowTv), ma possiamo cominciare a impostare i Google Alert.
Alla reunion di Harry Potter parteciperanno - l'hanno già confermato! - Daniel Radcliffe (Harry Potter), Emma Watson (Hermione Granger) e Rupert Grint (Ron Weasley), ma non solo. Anche Bonnie Wright (Ginny Weasley), Evanna Lynch (Luna Lovegood), Helena Bonham Carter (Bellatrix Lestrange), Robbie Coltrane (Rubeus Hagrid), Ralph Fiennes (Lord Voldemort), Jason Isaacs (Lucius Malfoy, Gary Oldman (Sirius Black), Imelda Staunton (Dolores Umbridge), Tom Felton (Draco Malfoy), James Phelps, Oliver Phelps (i gemelli Fred e George Weasley), Mark Williams (Arthur Weasley), Alfred Enoch (Dean Thomas), Matthew Lewis (Neville Longbottom) e Ian Hart (Raptor). Infine, non mancherà il regista Chris Columbus.
Tutto il cast, insomma, tornerà ad Hogwarts. Ma non è l'unica notizia.
Per celebrare i vent'anni di una delle saghe più amate (dai bambini? No, da tutti!) sono previste anche in Italia delle proiezioni speciali della pellicola: diverse multisale e sale proporranno infatti a inizio dicembre la visione sul grande schermo di Harry Potter e la Pietra Filosofale (che uscì in Italia il 6 dicembre 2001). Dal 9 al 12 dicembre, quindi, tenete d'occhio i cinema della vostra città: probabilmente avrete l'occasione di rivivere l'emozione di vent'anni fa e di fare vivere ai vostri bimbi e alle vostre bimbe un momento magico (forse irripetibile!).
Durante la gravidanza tra i problemi più comuni ci sono quelli riguardanti il tratto gastrointestinale e la digestione. I motivi risiedono negli ormoni in circolo in gran quantità nell’organismo, a cui si uniscono i cambiamenti fisiologici del corpo della futura mamma, che sta facendo spazio al bambino che, crescendo comprime gli organi circostanti.
Sopportare i disagi non è però obbligatorio, anzi. Stare bene in gravidanza è fondamentale per il benessere della mamma e del bambino e dunque anche nel caso dei disturbi digestivi è possibile cercare rimedi naturali che rendano la gravidanza più piacevole e meno difficoltosa.
Uno di questi è la scelta dell’acqua: non tutte le acque sono uguali, come sappiamo, e optare per un’acqua pensata tanto per la digestione quanto per il benessere del bambino è il primo passo per stare bene.
Ma facciamo un passo indietro. Perché la digestione risente della gravidanza? Tutto parte sin dalle prime settimane, quando l’aumento del progesterone nel sangue della donna provoca il rilassamento della muscolatura liscia. Tutta, non solo quella dell’utero. Questo significa che anche il tessuto che compone il tratto gastrointestinale si rilassa, portando a diversi disturbi. Questi disturbi possono essere i più svariati: l’aumento dell’appetito, la nausea, le difficoltà digestive, la stipsi, reflusso gastroesofageo con conseguente bruciore di stomaco…
Per regolarizzare tutto questo, facilitando la digestione durante la gestazione, ci sono alcuni consigli da prendere in considerazione.
Prima di tutto la scelta dell’acqua. Esistono alcuni tipi di acqua, come Fonte Essenziale, che aiutano a regolarizzare i processi digestivi. Soprattutto nelle ultime settimane di gravidanza, quelle caratterizzate dall’aumento di dimensioni del bambino, che spinge sugli organi circostanti. Le proprietà e i benefici di Fonte Essenziale sono addirittura riconosciuti dal Ministero della Salute e sono diversi gli studi condotti che dimostrano come quest’acqua sia efficace contro senso di gonfiore, pesantezza e stipsi, situazioni che colpiscono moltissime mamme in attesa soprattutto negli ultimi mesi.
Essendo ricca di solfati e magnesio, Fonte Essenziale depura infatti il fegato, stimola l’intestino e favorisce la corretta e regolare evacuazione, riducendo così il senso di gonfiore dello stomaco. Tutto questo grazie alla sua composizione e alla sua natura: Fonte Essenziale è infatti un’acqua naturale la cui sorgente si trova alle Terme di Boario, in Valle Camonica. Essendo un’acqua di origine termale, è ricca naturalmente di sali minerali di tipo solfato-calcico-magnesiaco. Come li ottiene? Attraverso un percorso di dieci anni durante il quale scorre attraverso le rocce del Monte Altissimo, purificandosi e arricchendosi dei minerali e oligoelementi che incontra sul suo cammino. E rimanendo allo stesso tempo povera di sodio.
Tra i sali minerali più importanti c’è invece il calcio, contenuto in alte percentuali. Questo rende Fonte Essenziale un’acqua utile per il corretto sviluppo delle ossa del futuro nascituro. Allo stesso tempo, è consigliata per recuperare il bilancio idrico corporeo prima e dopo il parto.
Per ottenere i benefici che vi abbiamo appena illustrato, è consigliato bere almeno due bicchieri di acqua Fonte Essenziale tutte le mattine a digiuno, a temperatura ambiente, ogni giorno. Se i primi effetti sono riscontrabili fin dalle prime assunzioni, è solo con un utilizzo costante che si potranno sperimentare tutti i benefici di quest’acqua davvero preziosa.
"Avventuroso" non significa spericolato. Significa "curioso", "coraggioso", "intraprendente". Significa, a livello ambientale, essere amante della natura. Significa avere voglia di sperimentare per scoprire.
La nostra epoca, tuttavia, punta molto sulla prudenza. Che è giusto, sia chiaro: la sicurezza è fondamentale! Ma allo stesso tempo essere troppo prudenti fa perdere un sacco di occasioni. Non solo di divertimento, ma anche di crescita, sia fisica sia psicologica. Anche perché frenandoli troppo, rischiamo di trasmettere loro il nostro senso di pericolo, la nostra ansia.
Non dobbiamo quindi smettere di urlare i nostri classici "Fai attenzione!", "Sii prudente!", "Stai attenta!". Ma possiamo imparare a dosarli e, soprattutto, possiamo instillare nei nostri figli e nelle nostre figlie il senso dell'avventura in tanti modi diversi, insegnando allo stesso tempo la prudenza. Come possono convivere le due cose? Pensiamo, ad esempio, alle forbici: imparare a ritagliare è una skill fondamentale che tuttavia fa paura, perché lo strumento che si tiene in mano è pericoloso. Eppure farlo è necessario e imparando i gesti si imparano al contempo il senso del pericolo e della precisione, l'attenzione e la prudenza.
Ecco quindi come crescere figli e figlie avventurosi, che sappiano cogliere le opportunità che la vita e la natura offrono senza per questo rinunciare alla sicurezza.
A noi genitori certe attività fanno paura, come arrampicarsi sugli alberi o gli scivoli particolarmente ripidi, ma è anche facendo questo che i nostri figli e figlie imparano a gestire i rischi. Soprattutto, imparano ad affrontare le loro paure, che è una skill necessaria per la vita. Quando queste attività fanno paura anche a loro, quindi, cerchiamo di rassicurarli o rassicurarle: certo, fa paura, ma facendo attenzione i rischi sono bassissimi e mamma e papà non metterebbero mai in pericolo i loro bambini!
Lasciamo quindi che ci parlino delle loro paure e spieghiamo loro perché è normale avere paura, ma che questa si può superare, soprattutto quando ci siamo noi a supervisionare.
Un tempo era normale andare in bicicletta (o in moto, se è per questo!) senza casco. Se ci pensiamo oggi è impensabile! Sfruttiamo quindi tutti gli strumenti di sicurezza che abbiamo a disposizione (caschi, gomitiere, polsiere, ginocchiere...) e facciamoli indossare, abituando i nostri figli e le nostre figlie sin da piccoli. In questo modo si godranno le attività più serenamente e saranno allo stesso tempo sicuri.
Ci sono anche molti libri che mostrano la bellezza delle avventure. Non solo i classici (prendiamo "Il giro del mondo in 80 giorni", "Harry Potter"...), ma anche le nuove letture accattivanti, coinvolgenti e belle da sfogliare, come ad esempio Il libro delle avventure perdute, una sorta di manuale per vivere al meglio le avventure all'aperto.
No, non sarai un genitore sconsiderato se incoraggerai tuo figlio o tua figlia a fare quella cosa che fa paura, come ad esempio la carrucola al parco avventura. Puoi spiegare che la paura è sensata ma che, se non hai mai fatto quella cosa, è solo svolgendola che scoprirai davvero il grado di paurosità! Non bisogna quindi negare la paura (esiste, c'è ed è sensata!), ma accompagnarla e accoglierla. Soprattutto quando l'attività è sicura e testata, in un ambiente protetto.
Anche perché solitamente poi i bimbi e le bimbe vogliono riprovarci e farlo e rifarlo all'infinito, una volta che provano l'attività!
Detto questo, quando la paura è effettivamente troppa e provoca una forte ansia nei bambini o nelle bambine, è giusto frenare, calmarsi, parlarne ed evitare di insistere. C'è un tempo per tutto!
Dare l'esempio eseguendo noi per primi l'attività è sempre un'ottima idea. Per due ragioni: per prima cosa, si mostra ai bimbi e alle bimbe più timorosi che non c'è pericolo e che la paura è superabile; in secondo luogo si mostra loro (e anche ai bimbi e bimbe più avventurosi!) come fare quella cosa in sicurezza, mettendo le mani così o lanciandosi cosà...
Portare i bambini fin da piccoli a teatro (proponendogli spettacoli adatti alla loro età oppure il balletto, che piace sempre moltissimo!) è un'ottima idea. E se i bambini mostrano interesse per questo ambiente, o se semplicemente hanno la tendenza a fare delle piccole scenette e a organizzare recite in casa, potresti prendere la palla al balzo: esistono corsi di teatro per tutte le età, sia a scuola che extrascolastici!
Fare teatro è per i bambini un'attività estremamente stimolante e benefica, sia che si tratti di bimbe e bimbe introversi e timidi, sia che ci si trovi davanti a piccoli esuberanti. Il teatro, come un po' tutte le arti performative, porta con sé diversi benefici e qui ti spieghiamo i principali.
Ecco, quindi, perché dovresti iscrivere tuo figlio o tua figlia ad un corso di teatro!
La skill più palese che il teatro porta con sé è la capacità di parlare in pubblico. Che non è fine a se stessa: rende i bimbi e le bimbe più sicuri di sé, gli dà gli strumenti giusti per organizzare le parole e la comunicazione e rende i loro pensieri più ordinati. Competenze, queste, che fanno bene non solo a livello personale, ma anche sociale.
Il teatro parrebbe aumentare la capacità di comunicazione dei bambini e delle bambine, migliorando il loro vocabolario e dando loro la possibilità di parlare con precisione, con self-confidence e con giudizio. Non a caso, esitono programmi di dramatizzazione e teatro proprio per aiutare i bambini ad espandere il proprio vocabolario. E questo beneficio non riguarda solo chi fa teatro, ma anche chi ci va.
Il teatro non è solo imparare a memoria le battute e recitarle di fronte ad un pubblico. Il teatro è fatto di immaginazione, creatività, flessibilità, prove... Non solo per calarsi nei ruoli o quando si improvvisa, ma anche per rendere il più verosimili le scene. E questo riguarda scenografia, costumi, movimenti...
Dire "bravi a scuola" è un po' riduttivo, lo sappiamo (le intelligenze sono moltissime!), ma in questo contesto è giusto segnalare che sono diversi gli studi che hanno mostrato come i ragazzi e le ragazze che fanno teatro a scuola o in orario extrascolastico performano meglio nei test standardizzati, che servono proprio a "misurare" gli obiettivi raggiunti a livello scolastico. Oltre a questo, gli stessi studi mettono il luce come chi segue un corso di teatro abbia migliore concentarzione in classe e sia più bravo negli esercizi di lettura.
Impegno e motivazione sono strettamente collegati e fare teatro lo mostra bene, mettendo in luce come la combinazione di questi due valori porti ad un risultato soddisfacente che emoziona e rende felici. Perché uno spettacolo riesca bene, infatti, c'è bisogno di impegnarsi davvero a fondo, con costanza e motivazione profonda.
Fare teatro richiede collaborazione, ma non solo tra gli attori sul palco. La cooperazione che si mette in atto per preparare uno spettacolo mette in relazione diversi dipartimenti: c'è chi si occupa delle luci, chi della scenografia, chi dei costumi, chi della promozione... E ognuno ha il suo compito, la sua abilità e la sua responsabilità. Una bella simulazione di come sarà il lavoro, una volta diventati adulti.
Giocare all'aperto non è solo educativo ed essenziale per la crescita armoniosa e completa dal punto di vista psicologico e fisico, ma è anche divertente e permette di creare tradizioni di famiglia davvero stupende. Soprattutto in autunno: la stagione non ancora freddissima e non più caldissima, con i suoi pazzeschi colori, è confortevole non solo tra le mura domestiche (molto Hygge!), ma anche all'aperto.
Tea castagnate e giochi con le foglie, ecco le attività d'autunno da fare con i bambini e le bambine, giochi tradizionali e naturali da non perdere in questa meravigliosa e coccolosa stagione.
In Italia sono molti i boschi in cui si può andare a fare una semplice castagnata in compagnia: portate con voi dei guanti protettivi (occhio a non pungersi con i ricci!) e un cestino di vimini e raccogliete le castagne. Dopodiché, una volta a casa si possono arrostire in padella o in forno e mangiarle davanti a un bel film sul divano!
Vi piace leggere? Piace farlo anche ai vostri figli? Bastano una coperta su un prato pieno di foglie e un bel maglione caldo: uscendo nelle ore di luce si può leggere all'aperto, un'esperienza tutta nuova super piacevole.
In inverno fa davvero molto molto freddo, mentre l'autunno è meno rigido: perché non provare a campeggiare in giardino? Basta coprirsi molto bene con sacchi a peli fatti apposta e piumoni e respirare l'aria frizzantina.
Anche i picnic, come il campeggio, non sono un'attività esclusivamente estiva o primaverile: coprendosi bene con maglioni caldi e calzature adatte si possono organizzare dei pranzi all'aperto davvero confortevoli e d'effetto. Ai bambini e alle bambine piaceranno un sacco. Menu? Tutte cose di stagione: zucca, castagne, cavolo nero...
Niente di più semplice e imperdibile, nella stagione autunnale: i prati si riempiono delle foglie cadute dai rami degli alberi e, con la nostra famiglia, possiamo giocarci in mille modi! Ad esempio lanciandole, oppure facendo dei grandissimi montoni di foglie su cui lanciarsi.
Alcune aziende agricole organizzano la raccolta delle mele: è un'attività divertente, sana e utile anche per fare amare la frutta ai bambini e alle bambine!
Invece di giocarci, si può anche scegliere di raccogliere le foglie secche che si sono staccate dagli alberi, portandole poi in casa e trovando loro un nuovo ruolo. Ad esempio? Possiamo creare una ghirlanda con dello spago, oppure semplicemente usarle come segnalibro naturale e alternativo.
Perché è importante l'educazione sessuale e perché non deve spaventare? Perché, prima di tutto, avere consapevolezza sullo sviluppo psicologico, relazionale e sessuale di se stessi e degli altri permette di crescere più armoniosamente e serenamente, nella sicurezza di se stessi e degli altri. In Italia, però, purtroppo l'educazione sessuale a scuola non è prevista: un bel guaio, dal momento che educare sessualmente i ragazzi e le ragazze è di vitale importanza. Per evitare gravidanze indesiderate, certo, ma anche e soprattutto per conoscere meglio se stessi, per approcciarsi ad un aspetto naturale della vita con più consapevolezza e attenzione e per proteggersi dalle malattie sessualmente trasmissibili.
Come fanno sapere dal Post, l'Italia è tra i pochissimi paesi europei ad escludere l'educazione sessuale dai programmi scolastici (insieme a noi solo Cipro, Bulgaria, Lituania, Polonia e Romania). La decisione se farla o no è quindi demandata ai singoli poli scolastici e ai singoli insegnanti. I nostri ragazzi e ragazze, quindi, rischiano di arrivare all'adolescenza senza conoscere nulla del proprio corpo, della propria identità di genere, dei propri sentimenti, delle relazioni fisiche e affettive...
Che fare? First of all, dovremmo togliere i pericolosi tabù legati alla sessualità fin da quando bambini e bambine sono piccoli, chiamando i genitali con i loro nomi (vagina o vulva e pene) e parlando apertamente del corpo, delle relazioni e della sessualità con il giusto tono a seconda dell'età. In questo, come sempre, possono venire in aiuto alcuni libri di educazione sessuale, adatti a tutte le età.
Questo libro è ideale per introdurre l'argomento corpo e sessualità ai bambini e bambine dai 3 ai 6 anni: parla del fisico, delle emozioni, dei sentimenti... Per cominciare a togliere il tabù del "come nascono i bambini", parlando loro con un linguaggio semplice, consono ed efficace.
Fa parte della stessa serie del libro precedente ma si rivolge ai bambini e bambine un po' più grandi, in età da scuola elementare, per rispondere a tutte le loro domande, che si fanno un po' più pressanti, più precise e più personali: sono più consapevoli del loro corpo e degli altri, ed è giusto che li guidiamo.
Negli scorsi mesi era uscito per Il Castoro "Sex Education - Il viaggio", romanzo basato sulle avventure di Otis, Maeve e compagnia bella (dell'omonima serie tv targata Netflix). Ora c'è anche il manuale di educazione sessuale: si intitola "Sex education - Il sesso, l'amore e le relazioni spiegati bene", un compendio finalmente serio ma scritto con le parole e il tono giusto per gli adolescenti e i ragazzi, che possono trovare qui consigli, nozioni e spiegazioni alla loro portata. Senza tabù e con il massimo rispetto. Proprio come Jean Milburn fa nella serie (o come Otis, d'altra parte!). Si tratta quindi di un manuale scritto da esperti ma proposto ai ragazzi e alle ragazze con il giusto tono, senza paternalismo e senza censura, per scoprire davvero fino in fondo se stessi e gli altri.
Non ci sono solo l'anatomia e i consigli per prevenire gravidanze e malattie sessualmente trasmissibili. Ci sono anche consigli sulle relazioni e sul proprio stile: un manuale davvero completo per sopravvivere agli anni in cui il giudizio degli altri pesa come un macigno.
Libri fondamentali, a parere nostro: conoscere la propria sessualità significa mettere in pratica più facilmente il rispetto per se stessi e per gli altri, vivendo la propria vita affettiva e sessuale più serenamente, più consapevolmente e in maniera più equilibrata. In maniera più sana. Tanto a livello fisico quanto psicologico.