3 ricette di pappa dolce

Martedì, 30 Luglio 2019 08:12

La pappa dolce è la soluzione ideale per cominciare ad introdurre il sapore dolce durante lo svezzamento, evitando invece i classici biscotti e dolcetti per bambini, pienissimi di zucchero e dunque non esattamente sani. Al contrario, la pappa dolce è naturale e delicata e per trovare la dolcezza si affida semplicemente al sapore naturalmente zuccherino degli ingredienti, come la frutta o le spezie più dolci, senza aggiungere zuccheri.

Ecco dunque tre ricette di pappa dolce per cominciare ad abituare i bambini al sapore dolce durante lo svezzamento.

3 ricette di pappa dolce: come preparare al bambino una pappa dolce durante lo svezzamento

Pappa alla mela

Scaldiamo in un pentolino 150 ml di latte di riso o avena, quindi aggiungiamo un po’ di farina di riso o di semolino a pioggia, regolando la densità della pappa (deve risultare un po’ densa, non liquida). Alla fine aggiungiamo anche 100 grammi di mela cotta frullata, mescolando molto bene. Serviamo tiepida, non troppo calda.

Pappa con crema di mais e tapioca

La crema di mais e tapioca è un ingrediente che si utilizza moltissimo durante i primi periodi dello svezzamento e, successivamente, può essere utilizzata anche per la pappa dolce.

In un pentolino scaldiamo 150 ml di latte di riso o di avena, dopodiché, mescolando bene e versandola a pioggia, versiamo la farina di mais e tapioca, come prima, ottenendo una crema densa e senza grumi. Alla fine aggiungiamo un frutto grattugiato o frullato (ottime le mele e le pere, ma in base alla stagione possiamo usare la prugna, la banana, la fragola…).

Pappa dolce alla banana, pera e cannella

Come dicevamo anche le spezie sono utili a inserire nello svezzamento il sapore dolce, e la cannella fa davvero al caso nostro.

Per preparare la pappa dolce banana, pera e cannella scaldiamo in un pentolino 70 ml di latte di riso insieme a 80 grammi di banana tagliata a pezzetti e a 80 grammi di pera sbucciata e sminuzzata. Scaldiamo a fuoco basso per un quarto d’ora, mescolando ogni tanto, quindi aggiungiamo un po’ di farina di riso mescolando bene (dovrebbero bastare 30 grammi) e un pizzico di cannella (facoltativa). Frulliamo tutto con un frullatore a immersione e serviamo!

Possiamo naturalmente sostituire la pera con la mela. Assicuriamoci sempre che la frutta sia biologica e di stagione!

I 3 prodotti top per l’idratazione

Martedì, 30 Luglio 2019 07:37

Cominciare ad idratare la pelle: non è mai troppo presto! Se infatti pensiamo che la cura della pelle sia una prerogativa di noi donne, dobbiamo sempre tenere a mente che la cute è un organo vitale importantissimo, e che la sua idratazione non va mai sottovalutata durante tutta la vita, anche nei bambini piccoli piccoli. Non solo attraverso i prodotti per il bagnetto e l’igiene, ma anche con creme specifiche da utilizzare fin dai primi anni di vita.

Ecco perché l’ideale quando compriamo i prodotti da tenere a casa e in bagno è scegliere creme adatte a tutta la famiglia, dai neonati a noi adulti, per assicurare un’idratazione ottimale. E allo stesso tempo questi prodotti devono essere delicati, naturali e sicuri, proprio come la gamma di preparati originali Fiocchi di Riso, che come saprete sono da sempre i nostri preferiti e che si trovano, sull’e-commerce Fiocchi di Riso, nelle migliori farmacie e nei migliori negozi di puericultura.

Il latte corpo Fiocchi di Riso

Il latte corpo è un prodotto davvero fenomenale per i bambini: grazie a questo balsamo nutriente la loro pelle resta idratata e morbida.
Il latte corpo Fiocchi di Riso è quindi la crema che consigliamo: sicuro e atossico, questo preparato è a base di olio di riso e olio di Argan biologico ed è ideale per tutti i tipi di pelle, anche la più sensibile, diventando un prodotto perfetto tanto per i nostri bambini quanto per noi. E poi la pelle ne esce non solo morbida e bellissima al tatto, ma anche rafforzata, poiché gli oli alla base di questo latte corpo aiutano le normali difese della cute.

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L’olio corpo Fiocchi di Riso

L’olio corpo di Fiocchi di Riso è davvero ideale per il massaggio dei più piccoli: è pensato apposta per questo e per supportare il film lipidico necessario per farla stare bene. Grazie al massaggio delicato con le mani penetra in profondità e le pelli sensibili e secche, come quelle irritabili, ne traggono moltissimo giovamento.

A base di principi attivi di origine naturale come l’olio di riso e l’olio di jojoba, l’olio corpo rispetta ogni tipo di pelle, nutre e rispetta l’equilibrio dermofunzionale della cute. Ed è a rapido assorbimento: questo significa che non lascia assolutamente la pelle unta o umida, ma solo morbida e idratata in profondità, non solo superficialmente.

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L’olio emudermico Fiocchi di Riso

L’olio emudermico della linea Dermo-Cura di Fiocchi di Riso è indispensabile a casa per due motivi: primo, perché è indicato per prepararsi al parto, massaggiando il perineo e rendendolo più elastico, e dopo il parto, per supportare la ripresa fisiologica dei tessuti nei due mesi successivi. Secondo: perché è ottimo anche per la pelle dei neonati. Questo olio è infatti indicato per la tonificazione della cute, in particolare quella più sensibile (come appunto quella del pavimento pelvico e del neonato).

Gli ingredienti principali? L’olio di emu, elasticizzante, lenitivo e cicatrizzante; l’olio di riso da crusca, emolliente e protettivo; e l’olio di jojoba, antiossidante.

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Annusare la testa, poi i piedini, la pancia… Non solo dopo il bagnetto, ma ad ogni ora del giorno. L’odore di un neonato è inconfondibile: è il profumo dell’amore. Ma non è solo una cosa sdolcinata: è scienza. E la scienza dice che il profumo di neonato dà dipendenza. È come una droga. E ora vi spieghiamo perché.

L’effetto del profumo di neonato sul cervello di una mamma: una ricerca scientifica spiega perché l’odore di neonato dà dipendenza

Nessuna mamma e nessun papà potrà mai dimenticare il profumo della testa del proprio piccolo appena nato. Un odore sottile, morbido, unico, dolce. Un odore che crea connessione, perché diciamolo, annusare la testa del bebè dà una sensazione di connessione incredibile. E in effetti è così: anche l’odore crea e rafforza il rapporto tra un genitore e il suo bambino.

Sullo Smithsonian Mag è uscito in questo senso un articolo interessantissimo, intitolato “L’odore di un neonato stimola gli stessi sistemi di ricompensa che stimolano le droghe”. Insomma: crea dipendenza. Quando, infatti, una mamma annusa il proprio neonato, si accendono nel cervello quei percorsi della dopamina associati con i sistemi di ricompensa.

I ricercatori hanno assunto per lo studio trenta donne. Di queste, quindici avevano appena partorito mentre le altre quindici non avevano figli. A queste donne è stato chiesto di annusare odori misteriosi, tra i quali l’odore di un neonato (prelevato da un baby pigiama).

Gli scienziati hanno quindi analizzato il loro cervello mentre annusavano queste sostanze attraverso un elettroencefalogramma. In generale, anche quando non riconosciuto l’odore di neonato era catalogato e percepito da tutte le donne come piacevole, ma il cervello ha indicato molto bene una differenza tra le donne che hanno avuto bambini e quelle che non ne hanno avuti, con reazioni molto più forti da parte delle prime.

Quando annusavano i pigiami dei neonati, nel loro cervello i percorsi di dopamina associati con i sistemi di ricompensa infatti si accendevano, nello stesso modo in cui in altri soggetti si accendono quando soddisfatti da buon cibo, sazietà sessuale e voglia di droghe.

Questo significa che per una mamma - spiegano i ricercatori - annusare la testa del proprio bambino dà lo stesso effetto della soddisfazione dell’appetito. Non si sa esattamente il perché. Potrebbe essere un effetto del cambiamento ormonale che le porta ad avere un picco di dopamina dopamina in questo modo, oppure semplicemente l’effetto dell’abitudine a questo tipo di esperienza.

Detto questo, è importante sapere questa curiosità perché ci permette di capire ancora meglio il rapporto che ci lega ai nostri bambini. L’aumento di dopamina, infatti, è una reazione chimica che, a ben vedere, ci porta a connettere ancora di più con i nostri figli e a volere - anche inconsciamente - stare sempre di più con loro, proprio come una droga.

A livello ancestrale e primitivo, quindi, è utile per la sopravvivenza dei bambini, che hanno sempre bisogno di noi, e a livello quotidiano è utile perché permette di rafforzare il rapporto e, non ultimo, a rilassarci in maniera naturale, proprio come una benefica droga. Tanto che in Svezia, addirittura, alcuni ricercatori stanno studiando se è possibile utilizzare il profumo di neonato per combattere la depressione.

Il primo bagnetto del bambino è un momento molto importante, ma anche una fase un po’ difficoltosa per una mamma. Questo perché non bisogna mai dimenticare che la cute di un neonato è molto delicata: la pelle non è ancora giunta alla maturazione, quindi si dimostra sottilissima e facilmente soggetta ad irritazioni. Ecco perché è necessario scegliere sin da subito i detergenti giusti, per evitare queste conseguenze e capire anche come comportarsi quando si cura l’igiene del piccolo.

La pelle di un neonato

C’è una differenza notevole fra la pelle di un bimbo e quella di un adulto: la prima, infatti, si dimostra sempre molto secca perché non produce ancora sebo ed è dunque sprovvista del film idrolipidico. Proprio la mancanza di quest’ultimo, quindi espone la pelle del bimbo all’azione degli agenti esterni, visto che si parla di una vera e propria protezione cutanea. In secondo luogo, non essendosi ancora formata del tutto, la pelle di un neonato si dimostra delicatissima a prescindere dall’assenza del film.

Come fare il bagnetto e che prodotti usare

Molte mamme non sanno che, nel corso dei primi giorni passati insieme al piccolo, nei primi bagnetti basta semplicemente l’acqua e non emerge la necessità di usare un detergente. Se però in questo modo non vi sentite sicure, è comunque possibile usare qualche prodotto particolare a patto che sia naturale e testato, come nel caso dell’amido di riso e dell’olio di mandorle: si tratta di soluzioni ottime per la pelle del bimbo per via delle loro proprietà idratanti ed emollienti. Ad ogni modo, mai usare prodotti contenenti profumi e altri elementi chimici, i quali si dimostrano molto aggressivi con la pelle a questa età.

Il cambio del pannolino

Anche durante il cambio del pannolino serve lavare e pulire la pelle del bimbo, e farlo nel modo corretto. Per prima cosa bisogna stare molto attenti agli ingredienti utilizzati: una buona idea, in questo caso, è usare i prodotti per bambino da farmacia, controllando anche online quelli che sono i più appropriati per la sua pelle in base all’età. Per fare un esempio, le creme all’ossido di zinco si rivelano ottimali per combattere gli arrossamenti da pannolino, mentre un sapone liquido e delicato è da preferire agli altri. Infine, non bisogna mai utilizzare dei prodotti contenenti elementi pericolosi come i petrolati e la paraffina liquida.

I prodotti da evitare assolutamente

Alcune delle sostanze proibite per l’igiene del neonato le abbiamo già viste in precedenza, eppure la lista è molto ampia e include anche alcuni interferenti endocrini come i parabeni. In linea generica, prodotti come gli shampoo e i bagnoschiuma dovrebbero essere evitati a prescindere, perché tendono a disidratare la pelle del neonato, già secca per sua natura. Anche le acque di colonia rientrano in questa black list, e lo stesso discorso vale per il borotalco e gli altri prodotti in polvere: queste piccole particelle, difatti, possono causare danni ai polmoni del bimbo a seguito dell’inalazione. Da evitare pure i prodotti disinfettanti: anche in questo caso infatti la pelle del bimbo non sarà ancora pronta per entrarvi in contatto.

Quando si parla di bagnetto, bisogna fare molta attenzione, dato che la cute del bimbo soffre alcuni prodotti che noi usiamo nel quotidiano. Perché, essendo debole e sprovvista di film idrolipidico, è più soggetta alle irritazioni e alla disidratazione.

Come scegliere un omogeneizzato

Venerdì, 26 Luglio 2019 12:48

Fare l’omogeneizzato in casa è certamente la scelta migliore. In generale, comunque, c’è da dire che gli omogenizzati già pronti sono molto comodi. L’importante è non basare l’alimentazione dei bambini solo su quelli, ma utilizzarli solo ogni tanto.

Ma quale omogeneizzato già pronto scegliere?

Come scegliere un omogeneizzato: quali sono gli omogeneizzati migliori, biologici e senza sale aggiunto

Quando parliamo di svezzamento e di alimentazione dei bambini ci sono alcune regole base da seguire, che sono quelle del buonsenso. I genitori dovrebbero offrire ai bambini un’alimentazione equilibrata e sana, varia, che offra ai piccoli il fabbisogno energetico necessario alla crescita, i nutrienti giusti e le sostante protettive per l’organismo.

Ciò che dobbiamo tenere sempre a mente, in ogni caso, è che l’alimentazione fatta in casa e i cibi freschi sono sempre buoni e che hanno già al loro interno tutti i nutrienti di cui i bambini hanno bisogno. I prodotti che troviamo al supermercato e che gridano al “ricco di calcio”, “ricco di ferro”, “organico” non sono veritieri. O perlomeno non lo sono in relazione alla nostra percezione, perché sono sì ricchi di queste sostanze, ma questo non significa che l’alimentazione normale non ne sia provvista. Anzi: i cibi comuni sono adatti sì ai bambini, che già dai sei mesi sono provvisti di un intestino in grado di digerire praticamente tutto.

Ecco perché dobbiamo puntare su una dieta varia ed equilibrata anche quando parliamo di svezzamento.

Per quanto riguarda gli omogeneizzati, questi sono il “baby food” per eccellenza, soprattutto per la loro consistenza, che permette ai bambini di ingerirli senza pericolo. Preparare in casa le pappe è quindi consigliatissimo, poiché in questo modo introduciamo nella dieta del bambino i cibi più vari, e soprattutto lo facciamo non in maniera industriale, ma casalinga.

Detto questo, gli omogeneizzati industriali non fanno male. Sono semplicemente diversi da quelli fatti in casa, e contengono solitamente un po’ meno sostanze nutrienti, perché in una pappa comprata la carne, il pesce e le verdure non superano solitamente il 20 o il 30 percento della composizione. Quando li scegliamo, quindi, dobbiamo puntare su omogeneizzati buoni, biologici, con percentuali di verdure alte, senza sale aggiunto, senza zucchero aggiunto, con olio di oliva e non di palma o di cocco.

Un marchio davvero buono è Hipp, i cui omogeneizzati sono preparati con prodotti provenienti da agricoltura biologica e da allevamenti rispettosi e sostenibili e che non contengono sale aggiunto.

Anche Alcenero propone omogeneizzati prodotti con ingredienti italiani, carni scelte allevate in Italia, senza aromi, conservanti, coloranti e olio.

Per quanto riguarda gli omogeneizzati di frutta, gli omogeneizzati Holle sono tra i migliori: questo marchio utilizza frutta non acida e delicata, maturata con il tempo necessario e che conserva il suo sapore naturale, senza aggiunta di zuccheri. Ogni vasetto è realizzato con il 100% di frutta, tutta proveniente da agricoltura biologica.

Anche gli omogeneizzati di frutta Humana sono prodotti con quasi il 100% di frutta per ogni vasetto, proveniente da coltivazioni biologiche e senza conservanti chimici. Non ultimo, contengono solo gli zuccheri della frutta.

Il contatto occhi a occhi è uno dei più potenti: la comunicazione e il contatto risiedono quasi tutti lì! Lo sappiamo come adulti, perché l’esperienza di vita ci ha insegnato molto, ma spesso lo diamo per scontato. Soprattutto con i nostri bambini: appena diventiamo genitori, giustamente, pensiamo che la comunicazione con i nostri figli, almeno nei primi tempi, stia tutta nell’ascolto del loro pianto e del loro corpo. Ma gli occhi sono importantissimi!

Guardare il proprio bambino negli occhi non è quindi solo dolcissimo e tenero. È fondamentale per la comunicazione e per il contatto!

Guarda negli occhi il tuo bambino: solo così connetterai fino in fondo

Quando ci perdiamo nei loro occhi tutto è magico. Scambiarsi gli sguardi, tra genitori e figli, è meraviglioso, soprattutto nei primi mesi della loro vita, quando passeremmo ora ad osservarli. Ma la buona notizia non sta solo nella tenerezza di questo gesto: guardarsi negli occhi, infatti, è una forma di comunicazione potentissima, soprattutto con i bambini piccoli, che ancora non sanno comunicare a parole.

Oltre al pianto e al contatto fisico, e oltre all’ascolto dei bisogni toccando il corpo dei nostri figli, c’è quindi lo sguardo. E a confermare il fatto che la comunicazione ne giovi tantissimo è uno studio intitolato “Lo sguardo di chi sta parlando aumenta lo scambio di informazioni tra il cervello dell’adulto e del neonato”. Già dal titolo possiamo quindi capire il succo del discorso: guardare negli occhi il proprio bambino aumenta il successo della comunicazione.

I bambini, dunque, possono comunicare anche attraverso quei loro dolcissimi occhi, e non solo con il pianto. E il motivo è semplice: come nella comunicazione tra adulti, il contatto visivo rende più forte il messaggio.

Lo studio è stato condotto da alcuni ricercatori della University of Cambridge e della Nanyang Technological University di Singapore e mostra come il contatto visivo avvicini e metta in contatto il cervello dei due comunicanti, anche nel caso in cui uno di questi due sia un infante. E questo contatto tra i due cervelli è il primo passo per migliorare la comunicazione, sia nel momento presente sia nel futuro. Insomma: comunicare oggi con i bambini anche attraverso lo sguardo migliora la comunicazione che avremo con loro quando cresceranno.

Lo studio si è basato sull’osservazione di diciassette bambini di otto mesi attraverso un elettroencefalogramma mentre venivano mostrati loro dei video di adulti intenti a cantare filastrocche e ninna-nanne. Alcuni di questi video mostravano persone che guardavano direttamente negli occhi il bambino, mentre gli altri includevano adulti che non guardavano direttamente in camera, o comunque con lo sguardo non direttamente rivolto al bimbo.

Il risultato è stato che i bambini connettevano subito con i video che mostravano gli adulti che guardavano direttamente nei loro occhi, con il cervello che si attivava maggiormente. Quando gli occhi degli adulti erano rivolti altrove, la connessione era molto più debole.

La comunicazione, dunque, risulta più forte, perché i bambini pongono più attenzione nel momento in cui c’è contatto di sguardi. E il bello è che si attivano i neuroni specchio, con il cervello dei bambini e quello degli adulti che si trovano, per così dire, a metà strada, divenendo un po’ più simili tra loro per migliorare la comunicazione e la comprensione.

Il motivo sta un po’ nel messaggio che gli occhi portano: quando un bambino si trova di fronte qualcuno che lo guarda negli occhi, sa istintivamente che quel qualcuno sta cercando di comunicare con lui. E viceversa sa che per comunicare con qualcuno è necessario il contatto occhi a occhi.

Questa connessione non è una novità: da adulti sappiamo che quando vogliamo parlare con qualcuno con la certezza che il messaggio arrivi è bene guardare negli occhi la persona che abbiamo di fronte. E diversi studi in passato hanno dimostrato l’efficacia dello sguardo: quando due persone stanno comunicando e si capiscono vicendevolmente, le onde dell’elettroencefalogramma mostrano una sorta di sincronia.

Ecco perché possiamo tranquillamente affermare che guardare negli occhi il proprio bambino è assolutamente benefico per la comunicazione: i nostri cervelli cercheranno una lunghezza d’onda comune, ci si capirà meglio, il messaggio verrà recepito (vicendevolmente) meglio e i bimbi impareranno anche in maniera più efficace tutto ciò che vogliamo insegnare loro.

Quindi, no, mamme, non è solo una sensazione: quando guardiamo i nostri bambini negli occhi si crea DAVVERO una connessione profonda, che non è fatta solo di dolcezza, ma anche di forza. Guardiamoli quindi sempre negli occhi: a beneficiarne sarà la relazione con loro per tutta la vita.

Durante lo svezzamento i bambini cominciano a scoprire nuove consistenze e, soprattutto, nuovi sapori. È quindi consigliatissimo variare le pappe, per colore, sapore, ingredienti… In questo modo i bambini prendono confidenza con tutto, assicurandosi i giusti nutrimenti (naturalmente introducendo i vari ingredienti in base ai mesi del bambino, secondo le indicazioni del pediatra).

La pappa dolce, dunque, è in questo senso un alimento ideale per introdurre i bambini al sapore dolce, in maniera tuttavia “sana”, ovvero non puntando sullo zucchero, ma sul sapore naturalmente dolce degli ingredienti.

Come preparare la pappa dolce per lo svezzamento: le ricette della pappa dolce per abituare i bambini al sapore dolce in maniera naturale durante lo svezzamento

Per introdurre il sapore dolce ai bambini, come dicevamo, sarebbero da evitare i classici biscotti, lo zucchero e i dolcetti. Se i bimbi si abituano da subito al sapore dolce naturale, quello insito negli ingredienti naturali, allora anche le loro abitudini alimentari si regoleranno su quello, in maniera più salutare. Ma da dove prendere allora il sapore “zuccherino”? Dalla frutta, prima di tutto, e poi da tutti gli ingredienti naturalmente dolci, come il latte di mandorla, l’uvetta, la cannella…

La prima pappa dolce che vi proponiamo è quella classica, la pappa dolce a base di latte di mandorla, farina di riso, mandorle e uvetta. La ricetta è qui e il procedimento è davvero molto semplice. Vitaminica e nutriente, piace davvero moltissimo ai bambini.

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La pappa dolce della sera può essere preparata anche con una base di latte di roso o avena e di altre farine, anche in base alle intolleranze del bambino. Ecco dunque la ricetta della pappa dolce della sera, da introdurre al bambino con gradualità, anche in base a quando cominciano a tollerare il dolce anche nelle ore serali.

Anche la vellutata dolce di cannella e avena è davvero deliziosa per i bambini, ed essendo a base di avena è introducibile nello svezzamento anche prima del nono mese, grazie alle proprietà non infiammanti di questo cereale senza glutine. La ricetta è questa. Come vedrete, il dolce è dato da ingredienti davvero sani e buoni: la cannella, ma anche la mela e la zucca.

Infine, una pappa dolce molto colorata, quella rosa a base di fragola. Questa ricetta è più che semplice, semplicissima, ed è irresistibile anche per noi adulti. Solo un accorgimento: proponiamola ai bambini solo quando il pediatra dà l’ok, ovvero una volta che sono stati introdotti nella dieta i frutti rossi, potenzialmente allergizzanti e quindi da introdurre con cautela. Quando il bimbo non presenta allergie, invece, via libera!

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8 idee di risotto estivo con le verdure

Giovedì, 25 Luglio 2019 13:41

Chi l’ha detto che il risotto è un piatto invernale o autunnale? C’è chi lo ama tutto l’anno, anche in estate, e in effetti anche la stagione calda è ottima per preparare deliziosi risotti, soprattutto con le verdure (ma non solo!) che gli orti e i mercati estivi ci offrono.

Ecco dunque 8 idee per risotti d’estate deliziosi sfruttando le verdure di stagione.

8 idee di risotto estivo con le verdure: come preparare il risotto in estate utilizzando frutta e verdura di stagione

Mirtilli e primo sale

Come dicevamo, non solo verdure: i risotti sono buonissimi anche con i frutti rossi e questa ricetta è davvero magica. Per preparare il risotto con mirtilli e primo sale mettiamo a scaldare del brodo di verdure, quindi tostiamo in una padella con un soffritto di cipolle e olio del riso integrale (la quantità varia in base alle persone). Nel frattempo, prendiamo due manciate di mirtilli bio e mettiamoli in un pentolino con un goccio di acqua, scaldandoli per dieci minuti. Trascorso questo tempo, frulliamoli Dopodiché, procediamo a sfumare il riso con il brodo, aggiungendo due mestoli di brodo alla volta e continuando ad aggiungere brodo ogni volta che il riso l’ha assorbito, fino a cottura ultimata (con la ricetta base del risotto, insomma). Durante gli ultimi cinque minuti di cottura aggiungiamo anche la purea di mirtilli e una bella fetta di primo sale a bocconcini, lasciando che si sciolga. Serviamo guarnendo con dei mirtilli in superficie.

Risotto al sugo verde di spinaci

Un sugo semplicissimo da fare, per condire pasta e risotto, a base di spinaci: qui trovate la ricetta. Dopodiché preparate il classico risotto base, e negli ultimi minuti aggiungete questo delizioso e verdissimo sugo!

Risotto alle erbette

Altro risotto assolutamente perfetto in estate è quello con le erbette, da realizzare con le erbe a foglia che preferite, quelle che avete nell’orto o che trovate al mercato. Ecco la ricetta.

Risotto con zucchine e curry di Madras

Le zucchine sono di certo le regine della verdura estiva. Per preparare il risotto con zucchine e curry di Madras (adatto anche ai bambini perché non troppo forte né piccante) prepariamo il nostro risotto normale, aggiungendo però le zucchine tagliate a dadini o rondelle subito nel soffritto iniziale, prima di tostare il riso. Prima di terminare la cottura, quindi, aggiungiamo anche due cucchiaini di curry di madras e, per completare con una mantecatura, del pecorino grattugiato.

Alle barbabietole

Se avete in casa delle barbabietole bollite, frullatele con un goccino di acqua: serviranno per rendere il classico risotto più gustoso e colorato. Basterà aggiungere questo succo durante la mantecatura del risotto!

Risotto ai fagiolini

Detti anche cornetti, i fagiolini piacciono molto ai bambini. Per preparare un risotto ai fagiolini basterà tagliarne qualcuno a pezzetti e aggiungerlo al soffritto di cipolla prima di buttare il riso.

Risotto bietole e robiola

Gnam! Un risotto davvero goloso. Per prepararlo, usiamo circa 300 grammi di bietole, da lavare bene e sbollentandole per pochi minuti. Scoliamole e teniamole da parte. Intanto prepariamo il nostro riso, mettendo a soffriggere mezza cipolla tagliata finemente in un goccio di olio. Versiamo il riso, tostiamolo, aggiungiamo il brodo e cuociamolo. Cinque minuti prima della fine della cottura aggiungiamo anche le bietole precedentemente sbollentate e tagliate grossolanamente, mantecando con 100 grammi di robiola.

Risotto lime e avocado

Sembra strano ma è semplicemente buonissimo! Soffriggiamo una cipolla tagliata finemente in padella, aggiungiamo il riso e il brodo e a metà cottura grattugiamo dentro la scorza di un lime. Lo stesso lime, nel frattempo, lo utilizziamo per preparare una crema di avocado, frullando la polpa di un avocado maturo con il lime spremuto. Questa crema servirà a metà cottura per mantecare il risotto!

5 idee di tende per bambini

Mercoledì, 24 Luglio 2019 13:18

Bambini e tende: un connubio davvero magico, e anche inevitabile. La tenda è infatti un luogo suggestivo, intrigante, necessario come il costruire per gioco tane e nascondigli!

Il campeggio in casa è dunque una bellissima idea: costruire tende bambini con coperte, tovaglie, lucine, cuscini e accessori trovati in casa è meraviglioso, economico, ecologico e semplicissimo! E mettere una tenda stabile in cameretta è ancora più bello: diventerà uno dei luoghi prediletti dei bambini, dove leggere, giocare, nascondersi, sbollire, rilassarsi…

Ecco dunque qualche idea-ispirazione se state decidendo di mettere una tenda per bambini in casa.

5 idee di tende per bambini: le ispirazioni per chi sta pensando di allestire una tenda in salotto o in cameretta

La prima è la classica tenda indiana per bambini: in tessuti chiari e naturali, realizzata semplicemente con dei bastoni circolari in legno legati tra loro e una copertura in lino, è davvero suggestiva e sognante.

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Credit: https://apairandasparediy.com/2018/12/diy-kids-teepee/

Questa, invece, ricorda proprio il campeggio all’aria aperta, per i bimbi che amano l’outdoor e che vogliono vivere avventure green anche quando stanno in casa.

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Credit: https://usa.forme.space/2019/03/12/image/ 

Stesso concetto per questa tenda da campeggiatori avventurosi che troviamo su Amazon: sembra fatta proprio per i piccoli esploratori (ed è favoloso metterla in cameretta, accendere solo qualche lucina e qualche torcia e leggere “Il libro delle avventure perdute” dell’avventuriero ignoto!).

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Da interno o da esterno, questa semplicissima tenda indiana è fatta apposta per i bambini (si trova su Amazon): la si costruisce, dopodiché la possiamo riempire con cuscini, coperte, libri, piccole luci a led…

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Infine, per il giardino, una tenda semplice e bellissima con all’esterno una piccola veranda, proprio come un vero campeggio da grandi. Se mamma e papà hanno manualità non serve molto: dei listelli di legno lavorato (per non avere schegge), del tessuto (anche riciclato!) e tanta inventiva.

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Credit: http://smallpea.squarespace.com/journal/2013/6/25/play-tent-with-canopy-for-kids.html 

Il gioco Montessori per imparare le tabelline

Mercoledì, 24 Luglio 2019 08:59

Dopo lo strumento montessoriano che aiuta i bambini a visualizzare meglio le moltiplicazioni, ecco un altro metodo per imparare le tabelline seguendo la didattica Montessori: si tratta di un gioco semplicissimo ma interessante e divertente che permette ai bambini di imparare le moltiplicazioni e le tabelline in maniera diversa, concreta, visualizzando al meglio la successione delle operazioni.

Il gioco Montessori per imparare le tabelline: come utilizzare la tavola delle tabelline di Maria Montessori per imparare la moltiplicazione

Questo gioco Montessori per imparare le tabelline (che possiamo acquistare qui) è davvero utile e divertente e si presenta in questo modo:

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Di Montessoriano ha l’ordine, il fatto di essere racchiuso in un perimetro ordinato e il fatto di essere in legno dipinto, un materiale resistente e naturale che, rispetto alla plastica e ai colori troppo accesi, permette al bambino di mettere in campo una concentrazione maggiore.

All’interno della confezione c’è un sacchetto con cento dadi. Su ogni dado è presente una moltiplicazione, dall’1x1 al 10x10. Sul retro di ogni cubetto c’è quindi la “soluzione” dell’operazione.

Ad ogni dado corrisponde quindi, sulla tavola, una rientranza. In ogni rientranza i bambini possono inserire il cubetto, andando per ordine, leggendo di volta in volta la moltiplicazione e i risultati e capendo, in questo modo, la successione e la logica dietro alle tabelline.

In un primo momento (in terza o in quarta elementare, anni in cui solitamente si cominciano a imparare le tabelline) i bambini possono inserire i cubi in successione, prendendo confidenza con la tabellina, via via, di un certo numero, per colonna e per riga. Dopodiché il gioco si fa più interessante, con i cubetti che possono essere estratti dal sacchetto e inseriti via via nella casella giusta, indovinando prima il risultato dell’operazione scritta sul dado.

Il fatto di essere un gioco manuale permette ai bambini di memorizzare più facilmente le tabelline, coinvolgendo manualità, abilità, esperienza diretta (e non astratta come nella memorizzazione classica delle tabelline) e visualizzazione.

Sara

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Cecilia

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