Ricordate i libri Usborne, i meravigliosi libri per bambini per imparare l’inglese e per appassionarsi alla lettura? Non mi stancherò mai di dire che leggere è un dono che facciamo ai nostri bimbi, e scegliere libri di qualità è fondamentale.
Usborne lavora in tutto il mondo, e in ogni paese ha i suoi rappresentanti. Mamme, insegnanti, appassionati di libri: tutti possono diventare independent Usborne organiser, per organizzare book party, fiere del libro nelle scuole e molto altro, guadagnando ma soprattutto diffondendo il piacere della lettura tra i più piccoli.
Diventare un independent Usborne organiser e unirsi a questo business dedicato alla lettura guadagnando e diffondendo cultura è davvero semplice. Funziona così: pagando una quota di £60 si riceverà a casa una scatola di libri del valore di £150 (ma per il mese di settembre il valore sarà di £200!).
Dopodiché, entro la dodicesima settimana dalla data di registrazione sarà obbligatorio fare un ordine di libri del valore di £120 (unico obbligo).
Tramite Usborne l’organiser potrà così ordinare diverse offerte speciali che non si trovano altrove, partecipare agli esclusivi saldi a gennaio e a giugno, vedere in anteprima i nuovi titoli di ogni mese e, soprattutto, acquistare i libri con uno sconto del 24% rispetto al prezzo di copertina.
Su ogni ordine che supererà i £120, poi, ci saranno altri vantaggi. In primis ricevere dei libri in omaggio per il 20% del valore, un titolo in omaggio da scegliere tra tre titoli suggeriti dalla casa editrice e avere l’opzione di acquistare un titolo nuovo (uscito in quel mese) a metà prezzo (scegliendolo dalla sezione “New Titles”).
Diventando un independent Usborne organiser, poi, sarà possibile organizzare book party, fiere dei libri nelle scuole, nelle ludoteche e nei luoghi più disparati, donare libri alle biblioteche… Un’opportunità interessantissima, dunque, per tutti coloro che lavorano con i bambini, prima di tutto per gli insegnanti, e per chi si occupa di lettura!
Qui sotto nell’immagine ecco dunque un esempio di tutti i libri che chi deciderà di diventare Independent Usborne Organiser riceverà a settembre: sono davvero tantissimi, tutti belli e interessanti, pensati per diverse fasce di età. E, appunto, spendendo £60 si riceveranno libri per un valore di più di £200! Un’occasione unica.
E per chi volesse sbirciare i libri in anteprima, l’independent Usborne organiser Carolina Palumbo sarà presente al Milano Family Village presso il Parco Esposizioni di Novegro a Segrate (MI) il 14 e 15 settembre, grande evento per tutte le attività operanti nel mondo dell’infanzia e della famiglia di Milano e provincia.
Gli album per bambino da colorare sono amatissimi dai bambini, è vero, ma non tutti i genitori li amano, perché oltre allo stimolo della manualità non aiutano molto altro: colorare nei bordi non stimola infatti la creatività e soprattutto fanno sentire spesso i bambini in difetto, perché, appunto, escono dai bordi e “rovinano” il disegno, dato che in qualche modo sentono di dover rispettare una richiesta, un compito.
Ma allora cosa possiamo dare loro in alternativa ai disegni da colorare? Qualcosa che li stimoli e li diverta. Come queste alternative ai disegni da colorare.
Invece di un disegno già definito, meglio partire da zero. I bambini possono disegnare delle linee astratte, colorando poi l’interno del disegno e trovando facce, forme, oggetti… In questo modo stimoliamo sì la manualità (anche qui devono stare in qualche modo dentro ai bordi), ma spronando allo stesso tempo la creatività e la fantasia e lasciando carta bianca sul risultato.
https://artfulparent.com/why-i-dont-buy-coloring-books-for-my-kids/
Un elemento che io ho utilizzato moltissimo e che i miei figli hanno amato sono le tovagliette di carta su cui in ogni momento, anche a colazione, potevano disegnare e colorare. In questo modo i bambini possono esprimere la creatività nei momenti più disparati, allenando la manualità ma sprigionando la fantasia.
Attraverso l’action art per bambini, i piccoli artisti possono sperimentare le opportunità che tutto il corpo ci dona, provando anche movimenti diversi dal solito colorare con i pastelli. Con alcuni strumenti cinetici o attraverso il corpo, i bimbi vengono stimolati a livello sensoriale, ma anche a livello di creatività.
Basta comprare un bel quaderno da disegno (come ad esempio questo). Primo passo: dedicare una giornata al disegno (e non al colore!), disegnando ciò che vogliamo, astratto o concreto, bello o brutto: l’importante è che siano i bimbi a decidere e inventare. Dopodiché gli resterà un bellissimo album di disegni da colorare realizzato interamente da loro! Il risultato è strabiliante, caotico e bellissimo.
E se proprio vogliamo “stare nei bordi” ecco una magnifica idea: su un mega foglio di carta disegniamo delle finte cornici. I bambini le coloreranno e al loro interno disegneranno ciò che vogliono (ritratti, paesaggi, arte astratta…), colorando come gli pare. Risultato? Una bellissima parete piena di cornici e opere d’arte meravigliose.
Vediamo bambini nel passeggino intenti a guardare il loro cartone animato preferito su YouTube durante le passeggiate in centro. Li guardiamo picchiettare sullo schermo di un tablet e ci chiediamo “Ma come fanno?”. Ridiamo e scherziamo, dicendo che sono già praticamente più bravi di noi con la tecnologia (ed è verissimo: da nativi digitali cresceranno disinvolti e preparatissimi, digitalmente). Ma questa abitudine è parecchio deleteria, soprattutto se si cominciano a dare in mano ai bambini i device tecnologici prima dei tre anni.
Perché? Perché interferiscono con la loro crescita e con le esperienze reali che devono fare per crescere bene. E a dirlo sono gli stessi pediatri, sia quelli di Uppa (Un pediatra per amico) che quelli della Società Italiana di Pediatria, attraverso un documento ufficiale pubblicato sull’Italian Journal of Pediatrics.
Che i bambini prendano confidenza con la tecnologia non è un male. La tecnologia ci aiuta, ci rende la vita più comoda, ci insegna moltissimo. Ed è giusto che i nostri bambini ne crescano consapevoli, dal momento che sono prima di tutto nativi digitali e dal momento che, non ultimo, vivranno in un mondo tecnologico e molto digitalizzato. Detto questo, c’è un tempo per tutto. E il tempo per avvicinare i bambini alla tecnologia non deve arrivare prima del compimento dei tre anni, almeno.
Diciamoci la verità: come la televisione, ormai smartphone e tablet sono considerati dei babysitter in scatola. Moltissimi genitori li utilizzano per calmare i bambini, per distrarli o semplicemente per tenerli occupati in un momento particolarmente frenetico. Questo diventa però un problema in due casi: quando questo “babysitter” diviene una costante (ovvero: se ne abusa) e, soprattutto, quando si comincia a mettere i bambini davanti agli schermi prima dei tre anni.
Nel documento ufficiale citato prima i pediatri italiani hanno così studiato la situazione e le conseguenze dell’abuso. La premessa è semplice: il progresso tecnologico sta portando i bambini a vivere in un ambiente saturo di schermi che trasmettono cartoni, giochi o videogames e l’età media di utilizzo si sta abbassando, dato che moltissimi genitori cominciano a mostrare questi device e questi schermi a partire dai 6 mesi di età. Di conseguenza, i bambini già in età prescolare si ritrovano ad utilizzare i device, a guardare trasmissioni e a giocare a giochi interattivi (spesso senza nemmeno la guida dei genitori, che lasciano che i bambini imparino da soli).
In un articolo apparso su Uppa i pediatri sono però fermi sulla loro opinione, ovvero: meglio evitare smartphone e tablet prima dei tre anni. Perché? A rispondere è Paola Cosolo Marangon, consulente ed educatrice del centro Psicopedagogico di Piacenza, che senza demonizzare le nuove tecnologie (come noi, anche lei le ritiene utili, se utilizzate in maniera corretta e se approcciate ad un’età consona!), parla chiaro.
Primo: lo smartphone-babysitter sta togliendo ai genitori la capacità di interagire con i bambini, e soprattutto di educarli, di farli stare buoni, di calmarli e di fargli esprimere le emozioni in maniera salutare. Zittire il bambino con un cartone animato o alleviare la sua noia con un tablet è la soluzione?
In secondo luogo, è importante capire i pericoli della tecnologizzazione dei bambini in età troppo precoce. Dargli in mano device digitali prima dei tre anni gli preclude infatti (o quantomeno limita) la possibilità di entrare in contatto con il mondo reale, con la vita vera, quella fatta di sensazioni, tatto, gusto, olfatto… I bambini per crescere hanno un bisogno naturale e fondamentale di esplorare il mondo con il loro corpo, toccando, annusando, leccando, sporcandosi, e, soprattutto, ascoltando le proprie emozioni e le proprie reazioni, che vengono invece inibite nel momento in cui “guardano” e “toccano” lo schermo.
Soprattutto, i device azzerano la relazione con l’altro (che siano gli altri bambini o che siamo, soprattutto, noi genitori), fondamentale per la crescita.
Il nostro consiglio è semplice: dal momento che noi genitori siamo il primo esempio dal quale i bambini prendono ispirazione, almeno a casa cerchiamo di staccare un po’ la spina, spegnendo il telefono la sera o comunque nei momenti dedicati ai bambini. In questo modo anche i bambini si sentiranno meno attratti da questo oggetto, e i benefici saranno innumerevoli, per tutti, anche per noi grandi ormai schiavi (nel bene e nel male) di questi aggeggi.
Mamme, papà, ai blocchi di partenza: settembre è il mese del ritorno a scuola (che sia materna, elementare, medie o superiori!) ed è un gran casino! Tutto bellissimo, certo, ma gli impegni ricominciano ad aumentare, sommandosi alle incombenze del ritorno a scuola vero e proprio, con tutti i materiali da preparare e tutte le agende da incastrare.
Ecco allora come affrontare al meglio il back to school, risparmiando tempo e facendo sì che tutto sia più ordinato e rilassato!
Prima dello zaino dei bambini, pensiamo alla nostra borsa, che in questi giorni si riempirà e svuoterà di moltissime cose nuove per far fronte a tutti gli impegni. Per essere sempre pronte, dovremmo avere cinque borse, vero? Quella dell’ufficio, quella per la spesa, quella per portare i bimbi a scuola, per portarli a basket… La soluzione è prenderne una bella grande con tanti scomparti, in modo da dividere gli oggetti in base a quando ci serviranno, evitando così di fare venti cambi borsa durante la giornata!
Ci sono moltissime app che possono venirci in aiuto. I calendari condivisi sono il primo passo: creando un account di famiglia possiamo inserire sia noi che i partner gli impegni, dividendoli per colore, per ora e per data, in modo da avere sott’occhio tutto e non dimenticarci nulla.
I primi giorni di scuola sono un tumulto. Poi tutto si sistemerà e diventerà routine, ma settembre è sempre un mese frenetico. Non vorremo, quindi, trovarci a dover fare la spesa cinque volte in una settimana perché ci siamo dimenticati gli snack, e poi la verdura, e poi la carta igienica… No, non c’è tempo. Facciamo quindi una bella spesa maxi prima dell’inizio della scuola, affidandoci poi a servizi come Cortilia e simili per avere a casa le verdure fresche e la frutta una volta a settimana. Un pensiero in meno!
Alle prossime lavatrici, facciamo mente locale: almeno per i primi giorni, possiamo piegare i vestiti dei bambini dividendoli già “a pacchetto”, con jeans+maglietta, uno scamiciato, gonna+top+giacchetta, mettendoli nell’armadio dei bambini già divisi. In questo modo le mattine frenetiche saranno un po’ meno frenetiche!
“Centro di comando” sembra militaresco e fa ridere, ma è molto utile! In cucina, all’ingresso, in salotto… Appendiamo un calendario, incolliamo la scheda di divisione dei compiti in casa, esponiamo il poster della routine della mattina dei bambini… Appendiamo, insomma, tutto ciò che ci sarà utile per l’organizzazione delle settimane, in modo che tutta la famiglia abbia sott’occhio il planning.
In estate i bambini allungano le loro giornate, andando a letto un po’ più tardi del solito. Con la scuola, invece, torneranno a letto un po’ più presto, per arrivare in classe ben riposati. I primi giorni di scuola, quindi, un problema potrebbe essere proprio questo: i bambini non vorranno andare a letto presto, lamentandosi, e perderemo un sacco di tempo inutile a convincerli. Un consiglio, quindi, è quello, nei giorni che precedono l’inizio della scuola, di ricominciare ad andare a letto presto, ma gradualmente, diminuendo di dieci minuti ogni sera l’orario della nanna.
La pasta ai broccoli è un classico della mia cucina (e di quella italiana in generale). La si prepara solitamente con le orecchiette fresche, bollendo le cime di broccolo in acqua bollente e facendole poi saltare in padella con olio, aglio e acciughe, ottenendo così un delizioso sughetto. Ma come fare per variare un po’ la ricetta e per rendere più sfizioso questo piatto a base di crocifere che fa molto bene?
Ecco le alternative di pasta con i broccoli.
Al posto dell’aglio, possiamo preparare il sugo di broccoli insaporendolo con dello zenzero: grattugiamo mezzo centimetro di radice (pulita) in padella cinque minuti prima della fine della cottura e mescoliamo molto bene.
Anche la feta è deliziosa se abbinata ai broccoli: basta tagliare questo formaggio a base di latte caprino e pecorino a cubetti e aggiungerli a fine cottura sulla pasta già condita, nel piatto. Anche visivamente è molto bello, e dà un buon apporto di proteine.
Per una pasta totalmente veg, eliminiamo le acciughe, ma soprattutto utilizziamo gli spaghetti di verdure al posto della pasta normale: li si prepara così e sostituiscono benissimo i carboidrati della pasta. E poi sono un modo alternativo e divertente per proporre le verdure ai bambini, anche a quelli che non le solitamente non le amano.
Nella classica pasta con i broccoli, i broccoli sono a pezzettoni. E sì, molti bambini non li gradiscono. Un’altro modo di proporla, quindi, è attraverso il pesto di broccoli, da preparare con i broccoli bolliti. Uniamoli, in un frullatore, a un quarto di bicchiere di olio evo, 40 grammi di pinoli, 40 di parmigiano o lievito alimentare in scaglie e un po' di sale, frulliamo e otterremo una cremina deliziosa, da mangiare subito o conservare per la prossima cena.
L’alternativa ideale alla pasta? Il riso. E quando lo prepariamo a risotto il risultato è sempre delizioso, e spesso piace a tutti i bambini. Per preparare il risotto ai broccoli facciamo in una padella un soffritto con del porro e dell’olio, quindi buttiamo a tostare del riso integrale e dopo un attimo aggiungiamo del brodo (aggiungendolo fino a fine cottura una volta assorbito). I broccoli bolliti andranno semplicemente aggiunti al risotto durante la mantecatura finale!
Non c’è solo il contatto fisico quotidiano, non ci sono solo le coccole, non c’è solo il gioco insieme. C’è un’altra possibilità per rafforzare ancora di più il legame tra mamma e bambino (o tra papà e bambino!), sfruttando i mesi di maternità oppure approfittando del fatto che può diventare un ritaglio di tempo insieme anche quando i tempi si restringono. Parliamo dei corsi per mamme e bambini, sportivi o rilassanti: ci si diverte, si conoscono altre mamme, si lega con il proprio bambino, si impara e si crea un momento davvero piacevole!
Di corsi per mamme e bambini ce ne sono moltissimi. Quale sarà quello giusto per voi?
Il primo corso che viene in mente è il nuoto per bambini e mamme, dal momento che moltissime neomamme iscrivono fin dai primi mesi i bimbi in piscina. Fortunatamente oggi quasi tutte le strutture offrono la possibilità di cominciare i corsi fin dai primi mesi, ed è bellissimo: l’acqua è un elemento naturale per i bambini, che dopo un primo approccio timido ci sguazzando divertendosi moltissimo. Il corso è naturalmente insieme, con la mamma che per tutto il tempo tiene in braccio il bimbo. Ed essendo così fisico, è un corso molto utile per rafforzare il legame, anche per chi, per esempio, non ha portato in grembo il proprio piccolo.
Per i bimbi più grandicelli ci sono anche i corsi di danza per genitori e bambini insieme, un momento di gioco davvero bello e divertente che permette di sperimentare la bellezza del movimento ritmico, per esprimersi anche attraverso il corpo. Classica o moderna, ce n’è per tutti i gusti.
I corsi di yoga per mamme e bambini sono davvero bellissimi e interessanti e variano in base all’età del bambino. Per le mamme con i neonati esistono infatti corsi di yoga con bimbi in fascia, mentre per i bambini dai 2-3 anni possiamo scegliere quelli di yoga mamma-bambino, con le pose pensate apposta per entrambi, per incastrarsi e fare esperienza di uno yoga rilassante e ludico allo stesso tempo.
Sì, già dai primi mesi di vita possiamo, partecipare a corsi di musica per mamme e bambini, durante i quali gli insegnanti propongono l’ascolto di musica classica, guidano le mamme e i bimbi nel mondo della comunicazione musicale, propongono l’esplorazione degli strumenti musicali, dei canti e delle musiche… E come sappiamo la musica è uno strumento di comunicazione e di espressione davvero unico! Regalarla fin dai primi mesi ad un bambino è davvero magico.
Spesso questi corsi vengono offerti dai consultori territoriali e sono davvero utili, oltre che piacevoli: con i bimbi nei primi mesi di vita le ostetriche e gli esperti guidano infatti le mamme insegnando loro i segreti del perfetto massaggio per neonati, un gesto utile e soprattutto fondamentale per stringere il legame corporeo.
In alcune città esistono gruppi di mamme che camminano: ci si trova in un parco o in città con il bimbi nel passeggino o nel marsupio e si passeggia, magari anche sportivamente, creando legami tra genitori e abituando i bambini a stare all’aria aperta in maniera naturale e quotidiana (viviamo in un mondo nel quale passiamo troppo poco tempo outdoor, ricordiamocelo!).
Esistono deliziosi e bellissimi corsi di cucina per mamme e bambini, durante i quali le ricette vengono preparate a quattro mani! Basta fare una ricerca sulla propria città. E i corsi di cucina sono bellissimi, non solo perché si impara davvero a cucinare (un’attività parecchio montessoriana), ma anche perché queste skills potranno poi essere utilizzate a casa, creando una tradizione di cucina insieme che resterà nel tempo.
In ogni caso, esistono corsi per mamme e bambini di tutti i tipi, da quelli di cucito a quelli di arrampicata. Il consiglio è quello di tenere d’occhio le associazioni del proprio territorio per monitorare le proposte e prendere l’occasione per provare qualcosa di nuovo. Oppure, semplicemente, quando ci interessa un corso specifico l’ideale è cercare online il corso, indicando la propria città o il proprio paese.
La psoriasi è una malattia molto diffusa in Italia, anche se spesso sottovalutata. E purtroppo è importante specificare come anche il mondo dei bambini non è estraneo a questo disturbo, come fra l’altro sostengono anche i dati: secondo una recente indagine della SIPPS, è infatti emerso che nella Penisola un bambino su tre pare soffrirne. Proprio per questo motivo, risulta particolarmente importante imparare a identificarne sin da subito i sintomi. Ecco perché oggi scopriremo come riconoscere la psoriasi in un bimbo e come curarla.
Proprio come accade con gli adulti, anche i bambini possono soffrire di diverse tipologie di psoriasi, dunque occorre cominciare proprio imparandone a distinguere le diverse forme. Una delle tipologie più diffuse durante l’età pediatrica è la psoriasi da pannolino, la quale finisce per colpire le pieghe nelle zone intime, come nel caso dell’inguine ad esempio. Una seconda forma da citare in questa sede è la psoriasi guttata, che solitamente tende a manifestarsi sul tronco, ma che in realtà può presentarsi in tutte le zone del corpo. La psoriasi inversa, invece, si manifesta in certe pieghe specifiche, come nel caso delle ascelle e dell’ombelico, ma anche in zone come quelle intime e ancora una volta l’inguine.
La psoriasi è una patologia che trova sempre alla sua base una particolare predisposizione genetica, ma va detto che esistono certe circostanze specifiche che possono scatenarne i sintomi. Si parla ad esempio di traumi per la pelle come possono essere gli sfregamenti, ma anche altre malattie come le infezioni batteriche, e la psoriasi guttata ne è un chiaro esempio. Un’altra possibile causa scatenante è l’assunzione di determinati farmaci, insieme ai fattori climatici e psicologici (come lo stress).
Ma quali sono quindi i sintomi della psoriasi dai quali possiamo riconoscerne l’insorgenza? Sebbene questi possano variare a seconda della tipologia, il più diffuso è la comparsa di chiazze eritematose e squamose, con gli arrossamenti e il prurito.
Per fortuna oggi esistono diversi metodi e trattamenti che possono aiutare un bimbo a guarire dalla psoriasi: una malattia che, tra le altre cose, a questa età tende poi a scomparire nel giro di pochi mesi. Si parte dai classici rimedi naturali, utilissimi per i casi più lievi, fino ad arrivare ai trattamenti farmacologici, certe volte necessari nei casi più avanzati. Fra i rimedi naturali più diffusi troviamo ad esempio l’aloe vera, dalle forti proprietà lenitive e idratanti, insieme ad altri come la mahonia, l’olio di indigo naturalis, l’olio di jojoba e l’olio di melaleuca. Per quanto concerne invece i trattamenti farmacologici, vengono spesso usati prodotti come le creme cheratolitiche, l’adalimumab e anche l’etanercept (farmaci TNF-Alfa bloccanti).
Per evitarne l’insorgenza, però, si può anche intervenire quotidianamente: meglio prediligere una dieta equilibrata e sana per il bambino, insieme all’attività fisica e ai trattamenti contro eventuali forme di stress e altri disagi psicologici.
Il porridge avena è una delle nostre colazioni preferite, soprattutto caldo o tiepido nei mesi autunnali e invernali. Lo si prepara direttamente la mattina, scaldando mezzo bicchiere di latte (anche vegetale) e mezzo bicchiere di acqua con 4 cucchiai di fiocchi d’avena e mescolando bene, cuocendolo fino ad ottenere una consistenza cremosa e morbida.
Le sue proprietà sono diverse e benefiche, ma su tutte sta l’apporto di fibre che dà al nostro organismo, poiché il porridge ne è molto ricco (soprattutto scegliendo un latte vegetale come quello di avena o di riso e comprando i fiocchi di avena integrali).
Ecco quindi 5 ricette di porridge per la mattina, dalla tradizione inglese alla tavola italiana.
Dopo aver preparato il porridge con la ricetta base descritta sopra, aggiungiamo nella tazza delle rondelle o delle fettine di banana, dei semi di chia e delle gocce di cioccolato fondente. Il porridge assumerà un sapore dolce e morbido, e le gocce di cioccolato aggiungeranno croccantezza.
Un’abbinata davvero buonissima perfetta nei mesi estivi (quando sono di stagione): le pesche stanno benissimo nel porridge, e basta tagliarle a fette e spolverare la superficie del porridge con il nostro muesli preferito.
In inverno per fare incetta di vitamina C non sfruttiamo solo le spremute: possiamo mettere le fette di arancia direttamente sul porridge, insieme a qualche pezzetto di kiwi e ad una spolverata di cannella, che addolcisce e rende tutto super invernale e hygge.
Per rendere più sfizioso il porridge possiamo ogni tanto fare uno strappo alla regola. Ma non con la Nutella, che è deleteria. Meglio quello di arachidi o di mandorle, magari fatto in casa con l’estrattore, o, se comprato, il più naturale possibile.
Per chi preferisce sapori più zuccherini, è possibile aggiungere al porridge (sulla superficie) un cucchiaino di miele, aggiungendo poi gli ingredienti preferiti, come la frutta secca (le noci e il miele stanno benissimo sul porridge), la frutta disidratata, quella fresca o i cereali misti.
Il sangue dal naso in gravidanza, detto anche epistassi gravidica, non deve spaventare subito. Chiaramente è bene contattare il proprio medico o ginecologo per assicurarsi che tutto stia andando per il meglio e che non ci siano problemi aggiuntivi, ma spesso e volentieri si tratta di deficienza di vitamina C. Altre volte si tratta di infiammazioni e di rinopatie gravidiche.
Avere perdite di sangue dal naso in gravidanza, quindi, è un disturbo piuttosto comune. Vediamo quindi le cause e, soprattutto, i rimedi naturali.
In gravidanza gli ormoni dell’attesa scombussolano un po’ tutto, anche le mucose, come quelle del naso, che a causa del progesterone si ritrovano più fragili del solito. Ecco perché in gravidanza è comune soffrire di sanguinamento delle gengive o dal naso (soprattutto se già in precedenza se ne soffriva).
A volte, dicevamo, si tratta di carenza di vitamina C, altre di rinopatia gravidica, ovvero un’infiammazione dei turbinati, elementi del naso che filtrano l’aria respirata e che in gravidanza si vascolarizzano più del solito, infiammandosi. Questo provoca difficoltà di respirazione e, a volte, epistassi (ovvero sangue dal naso).
In caso di sangue dal naso in gravidanza, come per il sangue dal naso nei periodi “normali”, è bene non rovesciare la testa indietro per diminuire il flusso, ma chinarla in avanti per non ingerire il sangue attraverso la gola. Evitiamo, poi, di soffiare il naso, per evitare di aumentare il flusso. Stringiamo, quindi, le narici con le dita per comprimere i vasi che causano il flusso e applichiamo del ghiaccio sulla fronte (o un panno inumidito con acqua fredda).
Queste sono le regole da seguire nel momento in cui ci troviamo di fronte all’epistassi. Per prevenirla, invece, possiamo affidarci ad alcuni metodi naturali.
Innanzitutto, è bene aumentare l’assunzione di vitamina C, con integratori come la rosa canina in polvere, ma anche attraverso l’alimentazione, ricordando che la vitamina C viene distrutta dal calore e che quindi è sempre meglio scegliere frutta e verdura fresche e crude. Via libera quindi al succo di arancia, ma solo se spremuto a freddo e se bevuto immediatamente (già dopo qualche ora la vitamina C se ne va) ed evitando di bere caffè subito dopo (la caffeina inibisce l’assorbimento della vitamina C). In estate sì alle albicocche di stagione e ai peperoni gialli e in inverno sì ai mandarini e agli agrumi di stagione spremuti al momento o mangiati a spicchi.
Altro accorgimento è, in gravidanza, mantenere l’interno delle narici e le mucose ben umidificate, per far sì che non si formino tagli e croste. Esistono burri apposta per il naso e lubrificanti da applicare più volte al giorno, soprattutto dopo essersi soffiate il naso.
Evitiamo, invece, gli spray nasali vasocostrittori, quelli anti-raffreddore, in primis perché non sono adatti in gravidanza e in secondo luogo perché potrebbero provocare proprio il sanguinamento.
In ogni caso, ricordiamoci di rivolgerci al medico ogniqualvolta il sangue dal naso in gravidanza si presenta abbondante e costante, quando il sangue arriva dalla parte posteriore del naso (con un flusso abbondante che scende direttamente in gola) e quando appare con frequenza, in modo da accertare che non ci siano cause più importanti da trattare in maniera diversa.
Un aperitivo o un antipasto sfizioso, molto colorato, che non propongo solo agli ospiti (fa un figurone!) ma anche ai miei figli quando prima di cena scalpitano perché hanno troppa fame. Invece di patatine e formaggi, preparo questa crema di radicchio, da spalmare su fette di pane tostato integrale oppure come salsa per il pinzimonio al posto del classico olio+sale o della guacamole e dell'hummus. Carote, zucchine e sedano tagliati a listarelle sono ancora più buoni quando inzuppati della crema di radicchio!