L’economia domestica come materia? Sì, grazie. E no, non pensiamo che sia qualcosa di obsoleto, antico o retrogrado. Retrogrado lo è solo nel momento in cui queste materie vengono irrispettosamente insegnate solo alle bambine. Ma nel momento in cui l’insegnamento delle faccende di casa e dei lavori manuali viene impartito ad entrambi i generi, diviene materia preziosissima, poiché permette di dare ai nostri figli le competenze base che ormai, oggigiorno, si stanno perdendo.
E non solo a livello pratico. Già, perché l’insegnamento dell’economia domestica, quando ben fatto, porta con sé benefici anche a livello educativo, di crescita, mentale. Lo sanno bene in Finlandia, dove questa materia è importantissima.
Esatto, come leggete nel titolo, l’economia domestica dovrebbe essere reinserita nelle scuole. Certo, non come una volta: un tempo, infatti, ai maschi veniva insegnata la falegnameria, mentre alle femmine tutto ciò che serviva per occuparsi al meglio della casa e della famiglia. Ma basta scomporre e ricomporre questa impostazione per trovare una soluzione piena di benefici: basterebbe, infatti, reintrodurre l’economia domestica come materia per tutti, maschi e femmine.
L’economia domestica è quella materia scolastica nella quale si impara a cucire, stirare, lavare, pulire, costruire, tenere i bilanci della famiglia… Gli insegnamenti sono molti e vari, e sono tutti molto, molto utili. Soprattutto nella società odierna, nella quale ai ragazzi vengono impartire moltissime nozioni e pochissime tecniche e abilità.
In Finlandia, ad esempio, l’economia domestica è una materia come le altre, e viene insegnata già dalle scuole medie. Questa materia apparentemente retrograda insegna in realtà ai ragazzi moltissimo: li prepara alla vita, ai problemi pratici, ma anche alla collaborazione e alla responsabilità.
Non solo: insegnando a maschi e femmine tutti questi concetti e tecniche, si appiana naturalmente e in maniera efficace il divario tra i sessi, mettendoli entrambi sullo stesso piano, insegnando che la cura della casa, delle persone e delle cose è condivisa da donne e uomini.
Insegnare sin dalle scuole medie (ma anche prima, insegnando ai nostri bambini le faccende di casa fin da subito) l’economia domestica significa dare un nuovo equilibrio ai ruoli di genere, significa combattere alla radice gli stereotipi, significa dare alle ragazze la possibilità di imparare cose utile e ai ragazzi di fare altrettanto, dando ad entrambi le abilità necessarie per dividersi, da adulti, i compiti, dando la possibilità sia alle donne che agli uomini di scegliere la propria strada senza obblighi dovuti ad abitudini sociali sbagliate.
E poi, in ogni caso, l’economia domestica è utile a tutti: oggigiorno i nostri adolescenti non sono spesso in grado di cucinare una pasta, di fare un caffè senza la macchinetta, di fare una lavatrice senza chiedere aiuto a noi o a Google, di pulire un pavimento o di cambiare un pannolino ai fratelli, di piantare un chiodo nel muro o di usare una bolla per appendere i quadri, di calcolare il risparmio sulla spesa o di stare dentro ad un budget prestabilito. Sembrano frivolezze, ma le abilità tecniche e manuali servono per sopravvivere nel mondo, per crearsi una propria strada, per essere indipendenti e per stare con gli altri. E poi servono per capire le responsabilità, per avere competenze quando si tratta di dover risolvere problemi, per vivere al meglio la vita quotidiana.
Potremmo quindi cambiare il nome della materia: da Economia Domestica a Competenze per la Vita. Perché di questo stiamo parlando: di competenze che serviranno loro per sempre, in qualunque settore i nostri figli decidano di costruire la loro strada.
Se mi seguite, saprete già che l’educazione positiva è per me importantissima e imprescindibile. I “no” non mancano nel mio stile educativo: servono per crescere, per rendere indipendenti e responsabili i nostri bambini e per dare loro delle linee guida importanti per la vita, per insegnare loro a prendere la strada giusta.
Detto questo, è importante anche saper dosare questi no. O meglio: è importante sapere dire “no” quando va detto, riconoscendo tuttavia i momenti in cui sono i “sì” ad essere più educativi.
Perché quando un “sì” è consapevole è fortissimo. È dolcissimo, è potente, è uno strumento perfetto per rafforzare un legame unico!
I “no”, dicevamo, sono necessari all’educazione. Da genitori sappiamo quando dirli, quando evitarli, quando impuntarci per far sì che i nostri principi vengano trasmessi ai nostri figli. Ed è giusto così: siamo le loro guide, e anche i nostri “no” li indirizzano sulla strada della vita e li aiutano a prendere le decisioni giuste.
Ma a volte troppi no scombussolano le carte. Ci rendono più stanchi, ci stressano, ci allontanano, ci frustrano (sia noi genitori, che loro). Lo saprete, ad esempio, se vi è capitato di dire quel “no” mille volte, per poi concedere un “sì” consapevole che rende tutto più leggero, piacevole e costruttivo.
Qualche esempio? Pensate a quelle volte in cui abbiamo intimato ai nostri figli “Non piangere”. Quel “no” è proprio inutile, proprio come se lo dicessero a noi mentre abbiamo un momento di nervosismo. Inoltre così facendo rinneghiamo le loro emozioni, facendoli sentire “fuori posto”. È invece quando arriva il “sì”, il “ti capisco”, il “parlami”, il “sono qui per te!”, che le cose cambiano, che prendiamo in mano la situazione rendendola un’occasione per imparare qualcosa, per leggere le proprie emozioni, per fare capire ai nostri figli che ci siamo sempre per loro.
Pensate a quelle volte in cui abbiamo deciso di utilizzare l’empatia al posto delle nozioni lette su un libro in gravidanza! A volte ci affidiamo agli esperti, ed è giusto che sia così, ma solo vivendo capiamo che ogni famiglia è diversa, che la nostra famiglia è unica, e a volte quei “no” di cui tutti parlano non vanno affatto bene per noi, perché i nostri figli sono più sensibili, o più riflessivi, o più agitati nel comprendere il mondo rispetto a quelli scritti sulla carta.
Pensate a quelle volte in cui ci siamo lasciati andare, lasciando da parte le regole ferree, per concedere ai nostri figli (e noi stessi!) una giornata diversa, fatta di divertimento, libertà e pazzie. Un “sì” a un pomeriggio lavorativo passato invece al cinema con un pacchetto di caramelle da condividere è un “sì” ricchissimo!
E poi ci sono quei “no” impostici dalla quotidianità, dalla società, dallo stile di vita contemporaneo. I “no” detti perché non abbiamo tempo, perché ci troviamo sempre a rimandare. Ma alla domanda “Giochiamo?”, “Guardiamo un film sul divano tutti insieme?” o “Posso cucinare con voi?” sono i “sì” che dovremmo sempre dire. Perché insieme ai “sì” educativi, questi sono i momenti perfetti per creare un legame, per rafforzare il rapporto, per alimentare un amore fatto anche di momenti divertenti insieme.
Questi sono i valori che vengono espressi nella campagna di Fruittella “Il potere di un sì”, che con le sue caramelle con succo di frutta, senza coloranti artificiali con solo aromi naturali e senza glutine promuove da sempre gioia, amore, positività e complicità, condivisione e spensieratezza. Vi va di sapere qualcosa di più? Basta visitare il sito!
Post in collaborazione con Fruittella
Quando si parla di esperimenti scientifici si pensa subito ai bambini delle scuole elementari. Certo, è un dato di fatto che spesso per imparare cose nuove gli esperimenti sono il miglior modo, e i bambini delle elementari stanno imparando moltissimo. Ma perché non estendere questo concetto anche ai bambini della scuola materna?
Anche i bimbi più piccoli, quelli che frequentano l’asilo, possono fare un sacco di esperimenti scientifici. Basta che siano alla loro portata. In questo modo, anche loro impareranno qualcosa, cominciando a mettere basi (semplici ma pur sempre basi) per i concetti che impareranno più a fondo in futuro.
Ecco dunque 7 esperimenti per i bambini della scuola materna, per imparare la scienza divertendosi!
Il vulcano di sabbia è uno degli esperimenti che più divertono i bambini. Insieme a mamma e papà possono quindi costruire un vulcano con la sabbia, che erutterà schiuma coloratissima. Costruite una bella montagna attorno ad una bottiglia di acqua in plastica. Lasciate scoperto il buco dell’apertura della bottiglia. Versateci quindi 3/4 di acqua tiepida, un goccio di detersivo per piatti, qualche cucchiaio di bicarbonato di sodio (aiutandovi con un imbuto) e una tazza di aceto di vino (se volete, potere colorarlo con del colorante alimentare): ecco che il vulcano esploderà e si riempirà di lava!
I bambini possono riempire una bottiglia e ricreare così un piccolo oceano, nel quale osservare la vita marina: l’esperimento lo trovate qui (https://www.mammapretaporter.it/educazione/gioco-stimoli-mb/l-esperimento-dell-oceano-in-bottiglia) ed è davvero semplice e divertente.
Prendiamo una spugna naturale pulita, dei semi di crescione e un piatto. Mettiamo la spugna nel piatto e cospargiamola con i semini. Aggiungiamo un po’ di acqua nel piatto, e dopo un giorno i bambini potranno osservare i semini che cominciano a schiudersi. Nel giro di una settimana prima metteranno radici, e poi cresceranno le foglie. Un bell’esperimento per vedere come cresce la verdura, che una volta matura possiamo mangiare!
Questo esperimento creativo è bellissimo: prendiamo tanti pastelli a cera e un foglio di carta, infine una penna senza punta (quelle a clic, che si possono chiudere). Coloriamo il foglio di carta con tanti colori, facendo varie fasce come un arcobaleno. Dopodiché coloriamo tutto di nero, sopra. Con la penna senza punta i bimbi potranno disegnare rimuovendo il primo strato nero, lasciando così un bellissimo disegno-graffito.
Un primo approccio con l’elettricità può essere fatto attraverso questo esperimento: facciamo ritagliare al bimbo da un foglio di carta velina due ali e incolliamole su un cartoncino incollandole solo per il lembo interno. Gonfiamo poi un palloncino: avvicinandolo, le ali si solleveranno!
Bastano dei barattoli, dell’acqua, del colorante alimentare e dei fiori bianchi. In ogni barattolo mettiamo dell’acqua con qualche goccia di diverso colorante alimentare. I fiori andranno poi appoggiati ognuno in un barattolo e cambieranno, dopo qualche ora, colore dei petali! In questo modo i bambini vedranno che anche i fiori bevono!
Per mostrare ai bambini che la musica può essere fatta con qualunque oggetto, e anche per mostrare come, di base, gli strumenti musicali operano, bellissimo è questo esperimento. Di nuovo, prendiamo qualche barattolo e riempiamolo con acqua. Ogni barattolo dovrà avere un diverso livello di acqua. Mettiamo i barattoli in fila, dal più vuoto al più pieno: i bambini dovranno “suonarli” colpendoli con un bastoncino o una forchetta, notando così le diverse note che producono.
La micosi sono quei fastidiosissimi funghi dei piedi che colpiscono davvero moltissime persone. Sono in sostanza funghi della pelle che si manifestano sui piedi e sulle unghie dei piedi, essendo questi un luogo nel quale prolificano vari microrganismi patogeni. Questi patogeni si trovano esternamente, solitamente su piante e fiori, ma quando raggiungono la pelle vi si stabilizzano, causando la micosi (o dermatomicosi).
Il problema della micosi è che è di difficile risoluzione. I funghi sembrano sempre proliferare, faticano a sparire, e curarla richiede tempo.
Un valido aiuto è tuttavia l’olio di neem, un olio estratto da una pianta indiana conosciuto da secoli per le sue proprietà antibatteriche ed emollienti.
Come dicevamo, la micosi sono i funghi dei piedi e delle unghie. Questa malattia è facilmente prevenibile (basta fare attenzione ai nostri piedi, cambiando spesso scarpe, tenendoli freschi e puliti in ogni stagione, asciugandoli molto bene, anche tra le dita, dopo la doccia, e lavandosi molto bene dopo le giornate in palestra o piscina), ma difficilmente risolvibile, se non con antimicotici prescritti dal medico, ovvero dei medicinali che uccidono, appunto, i funghi.
Un altro strumento per combatterli è però l’olio di Neem (di cui vi abbiamo parlato in questo articolo), un olio vegetale estratto a freddo dalla spremitura dei semi di Azadirachta Indica, albero della famiglia delle meliacee, da secoli utilizzato in tutto il mondo (soprattutto quello orientale) per le sue proprietà antibiotiche, antibatteriche, antinfiammatorie e antiparassitarie, e viene utilizzato esternamente (mai ingerendolo!) applicandolo sulla pelle (o addirittura sulle piante, come antiparassitario naturale).
Essendo un antibatterico e antiparassitario, la sua applicazione aiuta dunque a uccidere definitivamente questa micosi dei piedi, soprattutto quando lieve (altrimenti è bene sempre consultare il medico curante). Ne bastano poche gocce (sotto consiglio del medico o dell’erborista, che sapranno indicarci le modalità di utilizzo in base al prodotto comprato).
Solitamente questo olio non si utilizza puro: è molto forte, anche a livello olfattivo, e viene quindi diluito in altri oli vegetali come quello di mandorla o di karitè. Per combattere la micosi, tuttavia, è bene associarlo ad altri oli dalle stesse proprietà antibatteriche e antibiotiche, come ad esempio quello di palmarosa, disinfettante, o quello di tea tree.
A confermare queste proprietà anti-fungo dell’olio di neem non è però solo la credenza popolare. In particolare, ci sono due studi pubblicati nel 2009 e nel 2011 che sottolineano come effettivamente l’olio di neem aiuti a risolvere il problema della micosi e del “piede dell’atleta”.
Il primo studio è stato pubblicato sulla rivista Toxins e mostra come l’olio di neem intacchi realmente la crescita e la diffusione di diversi tipi di funghi. Gli studiosi non spiegano come questo olio uccida i funghi, ma si sbilanciano affermando che probabilmente nella sua composizione ci sono diversi elementi che li repellono.
Il secondo articolo è stato pubblicato sul “Journal of Microbiology” e mostra come l’olio estratto dalle foglie di neem sia efficace per trattare diverse tipologie di micosi quando associato a dell’etanolo organico. L’olio di neem, durante il loro studio, è risultato avere un effetto tossico su 19 funghi (su 22) che solitamente attaccano gli esseri umani, tra cui Aspergillus flavus, Aspergillus fumigatus, Aspergillus niger, Aspergillus terreus, Candida albicans e Microsporum gypseum.
Qualche tempo fa vi abbiamo parlato della pedagogia di Donald Winnicott e della sua teoria della mamma sufficientemente buona. Una teoria, quella di Winnicott, che si fonda sul rapporto tra genitori e bambini e sullo sviluppo emotivo e psicologico di questi ultimi, concentrandosi tanto sugli oggetti di transizione quanto sulla figura della madre.
Ma perché le sue teorie pedagogiche sono sempre valide e attuali? Beh, innanzitutto perché la sua teoria della madre sufficientemente buona è assolutamente in linea con i tempi attuali, e nonostante sia stata sviluppata nel secolo scorso sembra avere anticipato benissimo la nostra società.
Secondo Donald Winnicott, pediatra e psicoanalista statunitense, i primi mesi del bambino sono fondamentali per il suo sviluppo e la sua crescita, e ad essere importantissimo è il rapporto con la madre. La madre, però, non è la classica madre perfetta dipinta dalla società nella quale viveva: Winnicott sosteneva infatti che il bambino non ha bisogno di una mamma perfetta, ma di una madre brava, buona, che supporti i suoi bisogni.
La madre sufficientemente buona, insomma, è ciò di cui ha bisogno il bambino per crescere armoniosamente, avvicinandosi gradualmente alla sua indipendenza. Da solo non sarà mai in grado di farlo, anche se ne ha le capacità, ma una madre sufficientemente buona (e possiamo allargare il concetto ai genitori sufficientemente buoni) è fondamentale.
In questo senso, Donald Winnicott sembra avere anticipato i tempi: la perfezione non esiste, e questo è un concetto che fortunatamente oggi è conosciuto e rispettato. L’importante, dunque, non è aspirare alla perfezione, ma essere presenti per i propri bambini in maniera giusta e corretta, provvedendo ai loro bisogni.
La società odierna, dunque, non può che guadagnare da questa sua teoria: la madre casalinga che si dedica solo ai figli annullando se stessa non esiste più, e, anzi, è controproducente, poiché spesso questo ruolo imprigiona la donna in una gabbia che non la rappresenta, e questo porta a non essere serene, con conseguenze pesanti sulla famiglia e sui bambini.
Una donna, quindi, deve sentirsi realizzata, come persona, lavoratrice, mamma, moglie, ma in ogni caso sa che non può e non deve essere perfetta! Lo dicevamo anche in questo articolo: a volte essere una mamma felice è più importante di essere una mamma a tempo pieno (e non ci riferiamo solo al fatto di avere o meno un’occupazione professionale, ma anche allo spazio che ognuna si ritaglia per se stessa).
Attualissime sono anche le teorie attraverso cui Winnicott eleva il gioco ad attività principe dei bambini. Già lo psicanalista, infatti, parlava del giocare (soprattutto di ruolo e soprattutto attraverso la creatività) come al compito principale dei bambini, che attraverso il gioco esprimono la loro personalità, esplorano il mondo e imparano sulla loro pelle a vivere, grazie alla sospensione del giudizio di verità sul mondo. Una sorta di “simulazione”, insomma, attraverso la quale, senza le regole imposte dall’esterno, i bambini possono sperimentare creativamente la vita.
La priorità di una famiglia? Certamente l’incastro. L’incastro di impegni, l’incastro del tempo di qualità tutti insieme, l’incastro dei compiti, delle lavatrici, della cucina… Già, della cucina: perché spesso pensiamo alla cucina come a qualcosa che toglie tempo agli impegni e ai momenti passati insieme. In realtà, cucinare è un momento importantissimo, un po’ per la cura che ci mettiamo (segno del nostro amore), un po’ perché diventa un’occasione per stare insieme a casa.
Spesso, però, intendiamo il cucinare come qualcosa di dispendioso a livello di tempo. Quando in realtà dovremmo concentrarci sui metodi che ci permettono di incastrare tutto, cucinare in maniera sana e non perdere attimi preziosi. Uno di questi metodi è certamente la cottura a pressione: versatili, comode e sicure, le pentole a pressione ci permettono di cuocere in meno tempo e con meno strumenti (e quindi meno stoviglie da lavare!), senza rinunciare al benessere della sana cucina.
Sapete, ad esempio, che con la pentola a pressione si può preparare un risotto in sette minuti? Proprio così! E non solo risotti, ma moltissime altre ricette che solitamente richiederebbero molto più tempo.
La nostra pentola a pressione preferita? Quella di Lagostina, storica, tradizionale, sicura e perfetta!
Risotti, pappe, minestroni, sughi, cotture lente che diventano veloci senza perdere sapore e nutrienti: scegliere di utilizzare la pentola a pressione è davvero un’ottima idea. Soprattutto nelle famiglie moderne, quelle che non si fermano mai e che cercano di incastrare tutto senza rinunciare alle cose vere e belle della vita.
Risparmiare tempo in cucina significa infatti guadagnarlo per altre cose importanti e piacevoli: come diciamo sempre, non è importante la quantità, ma la qualità, ma quando si cominciano a risparmiare trenta minuti in cucina, beh, le occasioni per stare insieme con i bambini iniziano a fioccare, e la qualità di vita familiare ne risente in maniera super positiva!
Lo dico per esperienza: da quando utilizzo la pentola a pressione Lagostina la mia vita è davvero cambiata. Se prima per un risotto impiegavo quaranta minuti, ora ne impiego una decina. Le pappe per i bimbi? Ci metto la metà del tempo. E anche quando preparo i miei sughi da congelare per averli pronti per i giorni più incasinati, non perdo tutta la mattinata del sabato come mi accadeva prima.
Cosa faccio con il tempo risparmiato? Carico lavatrice e asciugatrice (togliendomi l’impaccio di farle dopo cena), preparo insieme ai bambini un pinzimonio e facciamo un aperitivo insieme, organizzo i weekend in maniera più smart (appunto perché non mi ritrovo più a spadellare tutta mattina!), ne approfitto e gioco con i bambini una buona mezz’ora in più…
E le mie ricette preferite sono di certo quelle sane e gustose, come sempre. Perché utilizzare la pentola a pressione non significa rinunciare a qualcosa, ma solo guadagnare. Ad esempio, in famiglia adoriamo la vellutata di piselli arricchita con uova di quaglia, che è deliziosa anche in estate, lasciata raffreddare come un gazpacho verde!
Per prepararla bastano la pentola a pressione Lagostina, 400 grammi di piselli, 1 cipolla rossa, 1 patata, 200 grammi di pecorino grattugiato, sale, pepe, olio evo e acqua. E poi qualche ovetto di quaglia!
Tagliamo la cipolla finemente, quindi mettiamola a rosolare nella pentola a pressione con un filo d’olio, a fuoco basso. Aggiungiamo anche la patata sbucciata e tagliata a dadini, e dopo un minuto i piselli ben lavati. Saliamo e copriamo con l’acqua (la quantità varia in base alla consistenza che si vuole ottenere: se copriamo completamente i piselli uscirà più liquida, se li copriamo a filo un po’ più densa).
Dopodiché, chiudiamo la pentola a pressione, mettiamo la valvola aprendola a pressione 1 (che preserva le vitamine, fino al 35% in più rispetto alla cottura in pentola normale!) e cuociamo per dieci minuti.
Nel frattempo, cuociamo le uova di quaglia in modo che rimangano un po’ rosse (non troppo sode, quindi): basteranno 3 minuti in un pentolino con acqua bollente.
Togliamo dal fuoco e frulliamo tutto con un frullatore ad immersione, aggiungendo anche il pecorino e aggiustando con sale e pepe. Serviamo in un piatto completandolo con le piccole uova di quaglia sbucciate.
I giocattoli montessoriani sono molto e vari, e ce ne sono per tutte le età. Per i bimbi più piccoli, della scuola materna, ce ne sono di diversi, tutti utili per sviluppare tanto la manualità fine (che servirà per la vita e alle elementari per la scrittura) quanto le abilità tecniche per raggiungere l’indipendenza. Ecco dunque una selezione di giochi Montessori per i bambini che frequentano la scuola materna!
Come dicevamo in questo articolo dedicato ai giochi montessoriani che possiamo trovare da Ikea, la lavagna è un oggetto molto utile, che ai bambini piace perché permette di pasticciare e cancellare e che permette di sviluppare l’espressività e la creatività.
Con le mollette per il bucato i bambini possono fare davvero moltissimo: non solo stendere (gioco di imitazione della vita adulta molto importante), ma anche costruire sculture incastrando tra loro le mollette. Questi oggetti infatti hanno un meccanismo perfetto per allenare le dita e permettono di sviluppare in modi inaspettati la creatività.
Molto utile e divertente è il gioco del punteruolo, per ritagliare forme con una modalità nuova e diversa. Come per le forbici, il punteruolo (usato sotto la supervisione di un adulto) permette di sviluppare un’altra abilità, ovvero la comprensione del pericolo. I bimbi devono stare attenti, usare precisione, e imparare a non farsi male, attraverso un gioco semplice ed educativo.
Con tanti buchi e tanti nastri, la tavoletta della pazienza è un gioco, è un’attività creativa ed è uno strumento che calma i bambini facendoli concentrare a lungo.
“La mia casetta Montessori” presenta tanti ambienti disegnati nei quali posizionare i vari oggetti della casa. In cartone (materiale naturale), è davvero bella e divertente e i bambini allenano non solo l’indipendenza, ma anche l’osservazione e la coordinazione occhio-mano.
In vista della scuola elementare, i bambini possono imparare l’alfabeto grazie all’alfabeto tattile di Maria Montessori (qui trovate un alfabeto da realizzare insieme ai bambini), per imparare le lettere e la loro forma e allenare la mano ai percorsi che dovrà compiere con la matita.
Utile in questo senso è anche la tavola delle curve, una tavola di legno con fresature a curve nelle quali i bambini possono seguire il percorso con una sorta di matita di legno, allenando così le dita, la mano e il polso alla scrittura.
La maggior parte dei pannolini usa e getta, anche se non ce ne rendiamo conto perché non ci pensiamo, contengono davvero moltissime sostanze dannose. Non è un segreto: basta annusarli per capire che tra profumi e lozioni sono zeppi di elementi di cui ignoriamo la composizione e la provenienza.
Tuttavia, non dovremmo ignorare questo fatto, ma, anzi, dovremmo farci attenzione. Pensiamo solo a questo: i nostri bambini almeno per due anni della loro vita indossano un pannolino. Un pannolino che sta a contatto praticamente ventiquattr’ore su ventiquattro con la loro pelle, un organo di vitale importanza per il corpo umano. Proprio come l’abbigliamento, dovremmo quindi pensare a cosa mettiamo loro addosso.
Meglio evitare, quindi, i pannolini con certe sostanze dannose, come il cloro, i coloranti, i profumi, gli ftalati e le lozioni. Ma perché? E quali pannolini scegliere, in alternativa?
Qual è il pericolo del profumo nei pannolini? Semplice: spesso e volentieri, non ne si conosce la composizione, poiché sulla confezione è riportata la dicitura “Perfume”. Stop. E anche quando la composizione è nota, nella maggior parte dei casi si tratta di profumi realizzati con sostanze chimiche non esattamente delicate né sicure per il contatto con la pelle.
Anche quando sicure, tuttavia, non siamo al sicuro al 100%. Questo perché i profumi, naturali o chimici, sono spesso causa di irritazioni, dermatiti e problemi della pelle fastidiosi e difficili poi da debellare. Tanto più per la pelle dei neonati e dei bambini, molto più delicata della nostra, non abituata a niente, immatura e ipersensibile. Ma perché i produttori li utilizzano, allora? Semplice.
I profumi servono solitamente a coprire gli odori, tutto qua. Come per gli assorbenti femminili (altro prodotto che bisognerebbe comprare privo di sostanze e profumi), i pannolini per bambini vengono arricchiti con profumo per evitare che gli eventuali odori di pipì e pupù escano all’esterno. Ma è semplicemente una copertura, un arginare gli odori. Non si risolve il problema, lo si copre soltanto. Con il rischio, dall’altra parte, di irritare la pelle.
Anche le lozioni sono meglio da evitare. Alcuni produttori di pannolini arricchiscono i pannolini con creme e lozioni per aiutare la pelle dei bambini a rigenerarsi, a non irritarsi e a proteggersi. In realtà, queste lozioni sono spesso ricche di profumi (e torniamo al discorso precedente), ma, soprattutto, non svolgono la stessa funzione delle creme e delle lozioni che mettiamo sulle parti intime dei bambini durante il cambio.
Essendo direttamente sul pannolino, le lozioni in questione stanno sempre esposte all’umidità e ai germi. Le creme, di regola, andrebbero messe sulla pelle asciutta e lasciate asciugare, prima di mettere il pannolino: è un controsenso, quindi, optare per un pannolino che al suo interno abbia lozioni, che, di loro volta, contribuiscono a rendere l’ambiente umido. E un ambiente umido è cosa di irritazioni, infezioni e problemi dermatologici, come sappiamo. Un cane che si morde la coda, insomma.
Quali pannolini scegliere, insomma? Semplicemente, quelli privi di lozioni e profumi, quelli certificati e sicuri e quelli comodi e pensati per il benessere vero del bambino. Caratteristiche che troviamo in toto nei prodotti del marchio Lillydoo, che produce pannolini bellissimi, comodi e sicurissimi, acquistabili con un abbonamento mensile versatile e super conveniente. Se non li conoscete, vi consigliamo il loro pacchetto prova: al suo interno si trovano i pannolini senza lozioni e senza profumazione, insieme alle salviette umidificate all’acqua.
Lillydoo è davvero una marca di pannolini ottima, che sa il valore della naturalezza dei pannolini, e per questo li produce il più semplici possibili e il più naturali possibili, offrendo la stessa delicatezza nei prodotti per la cura del bambino, quelli da utilizzare durante il cambio!
Meno lozioni nei pannolini, più cura durante il cambio: una filosofia che da sempre sosteniamo e che per sempre sosterremo.
L’olio di neem è un olio vegetale estratto a freddo dalla spremitura dei semi di Azadirachta Indica, albero della famiglia delle meliacee, da secoli utilizzato in tutto il mondo (soprattutto quello orientale) per le sue proprietà antibiotiche, antibatteriche, antinfiammatorie e antiparassitarie, e viene utilizzato esternamente (mai ingerendolo!) applicandolo sulla pelle (o addirittura sulle piante, come antiparassitario naturale).
Ma come lo si utilizza e quali sono le applicazioni più benefiche?
Potente e molto concentrato, l’olio di neem viene utilizzato diluito, sciogliendone poche gocce in oli vegetali più leggeri e delicati, come ad esempio quello di jojoba o di mandorle. La sua applicazione sulla pelle svolge un’azione idratante e ristrutturante nei confronti dei tessuti e tra le sue proprietà spiccano quelle antibatteriche, antibiotiche e antinfiammatorie. Così lo troviamo effettivamente in moltissimi prodotti cosmetici, dalle creme per la pelle ai prodotti per i capelli, dai dentifrici ai saponi.
Proprio per la sua azione antibatterica e per i principi attivi che contrastano funghi, virus e batteri, unitamente alla capacità di rigenerare la pelle, l’olio di neem è da sempre utilizzato sulla pelle per curare e contrastare i fastidi dermatologici più comuni.
Nello specifico, innanzitutto l’olio di neem viene utilizzato come antiossidante e antietà, quando viene aggiunto nelle creme cosmetiche e antirughe. Anche l’acne tuttavia ne beneficia, proprio per l’azione antibatterica dell’estratto di neem. Essendo l’acne causato spesso dall’azione dello stafilococco aureo, ed essendo l’olio di neem molto efficace nei confronti di questo ceppo, una crema a base di olio di neem può essere davvero risolutiva, oltre che lenitiva dell’infiammazione dei brufoli e dei comedoni.
La sua azione antibatterica, poi, può contrastare problemi quali la cistite o l’herpes labiale (ma non va mai comunque preso via bocca: in questo caso l’erborista saprà indicarci la forma migliore).
Essendo antinfiammatorio, esistono prodotti a base di olio di neem per risolvere molti problemi delle gengive, dei reumatismi, degli strappi muscolari e delle artriti.
Ha anche un’azione cicatrizzante: per questo motivo è utile in caso di acne, ma anche quando la pelle è affetta da psoriasi o da eczemi. In questo caso l’olio di neem cicatrizza e allo stesso tempo idrata e protegge la pelle, sfiammandola al contempo.
Dove troviamo l’olio di neem? In erboristeria, ma soprattutto diluito in prodotti cosmetici naturali già pronti. Ad esempio, è presente nel Talco non Talco di Fiocchi di Riso, in questo caso non solo per la sua azione lenitiva e antinfiammatoria, ma anche per il profumo, che in estate allontana naturalmente le zanzare. Lo troviamo poi in alcuni shampoo e in alcuni preparati per i capelli, dal momento che calma il prurito alla testa e combatte la forfora. E, soprattutto, in molte creme per il viso e per il corpo, a diverse azioni in base alla nostra esigenza.
Un talco fluido che non contiene talco minerale e si presta a molti più utilizzi rispetto al classico talco in polvere: una formulazione che regola la sudorazione creando un aroma-barriera che preserva naturalmente dall’attenzione delle zanzare, senza l’uso di repellenti.
Esiste solo un Talco non Talco: l’originale Fiocchi di Riso. È unico, è insostituibile, è sicuro ed è utilissimo: Talco non Talco, un preparato in crema che nulla ha a che vedere con il talco al quale siamo abituati. Perché è molto più di un semplice talco!
I vantaggi? Sono davvero moltissimi: è un’emulsione fluida, facile da spalmare, che regola la sudorazione e gli odori donando una sensazione di freschezza insuperabile, creando un aroma barriera che protegge naturalmente anche la pelle dei più piccoli.
Il talco per bambini è un elemento che spesso troviamo tra i cosmetici da fasciatoio, poiché aiuta a contrastare l’eccessiva sudorazione, soprattutto in estate, e a mantenere la pelle asciutta, profumata e pulita.
Fiocchi di Riso ha ideato il preparato al quale ormai non possiamo più rinunciare: il Talco non Talco, nel suo formato originale e inconfodibile. Proprio come una crema, leggera, fresca e dermocompatibile, studiata scientificamente per rispettare la fisiologia della pelle del neonato e per regolare naturalmente la sudorazione.
Quando i nostri bimbi soffrono di eccessiva sudorazione, quindi, il Talco non Talco della linea Dermo-Cura di Fiocchi di Riso è davvero consigliatissimo: è a base di amido di riso, elemento naturale conosciuto da sempre per le forti proprietà assorbenti, che supporta la fisiologia cutanea in caso di eccessiva sudorazione e di pelle umida (spesso causa di fastidiose irritazioni).
La formulazione in crema, tuttavia, non si limita a mantenere asciutta la pelle proprio come il tradizionale talco ma dona alla cute una sensazione di freschezza immediata, lasciandola allo stesso tempo morbida e setosa e rispettando la fisiologica traspirazione cutanea, importantissima soprattutto in estate.
Come ogni prodotto Fiocchi di riso anche la formulazione di Talco non Talco è composta da principi attivi di origine naturale selezionati per rispettare ogni tipo di pelle, anche la più sensibile. È priva di talco minerale e viene testata ad ogni lotto di produzione per 1,4 Diossano e Nichel. I controlli di sicurezza e le materie prime di altissima qualità la rendono sicura per tutti i bambini, anche quelli con la pelle maggiormente soggetta a irritazioni. E non dimentichiamo l’altro ingrediente fondamentale: l’estratto di neem. Oltre alla funzione eudermica dell’amido, delle vitamine e degli emollienti contenuti nella formulazione, infatti, l’estratto di neem e la caratteristica profumazione contribuiscono a creare in prossimità della superficie cutanea un naturale aroma-barriera protettivo che preserva dall’attenzione delle zanzare, senza l’utilizzo di repellenti, che potrebbero essere aggressivi per la delicata pelle del neonato.
Proprio come il talco in polvere, il Talco non Talco di Fiocchi di Riso può essere applicato sulla pelle asciutta dopo il bagnetto, stendendo l’emulsione su tutta la cute con un massaggio fino a completo assorbimento. In situazioni di particolare esposizione e soprattutto in estate, è consigliata l’applicazione anche durante la giornata. Ideale per i bambini ma comodo anche per gli adulti perché risulta davvero efficace per la regolazione naturale della sudorazione, donando una sensazione di freschezza e creando un aroma-barriera protettivo.
Da giugno 2020 Talco Non Talco sarà disponibile in due nuovi formati, ancora più comodi e versatili: lo spray e il roll-on. Con la stessa formulazione sarà dunque possibile portare con sé il Talco non Talco in tutte le occasioni, scegliendo la versione più adatta alla propria famiglia. Per scoprire i formati disponibili, basta visitare la pagina dedicata.