Per chi ama i dolci, non solo degli aridi e confezionati biscottini che se scagliati contro qualcuno rischiano di provocare una contusione, ma di pannosi, golosi morbidi e freschi pasticcini, una tappa da Ratatouille a Torino non può mancare. Qui troverete un'ottima selezione di prodotti per la cucina naturale, da cereali a tisane a formaggi veg (alcuni davvero introvabili in Italia nei tradizionali negozi bio) ma sopratutto un'enorme vetrina di pasticcini freschi totalmente privi di proteine animali (trovate anche la panna spray vegana direttamente dalla Germania che nel mio frigo è durata ben 8 ore). Che dire, un sogno. Apre alle 10 del mattino e credo sia l'unico bar in cui ho trovato la fila di persone per entrare a far colazione; ho trovato numerose signore a far colazione che dicevano: "meno male che apre alle 10 e non dopo perchè altrimenti non resisterei e andrei a prendermi una brioches in un bar normale". Credo infatti che questa pasticceria sia ottima non solo per vagani o simpatizzanti tali, ma anche per donne attente alla linea e intolleranti al latte e derivati.
Ho comprato anche le uova di Pasqua artigianali fatte con cioccolato al latte (di riso) per i miei figli che oltre ad essere esteticamente stupende erano buonissime!
Ratatouille è una pasticceria, un ristorante (ottima la pizza), un take away,un biomarket con alimentari e non (detersivi alla spina, borse in canapa, t-shirt, cosmetici...), forniture per gruppi d'acquisto, catering, scuola di cucina, vendita online, consegne a domicilio insomma, servizi a 360° per il mondo vegano e per la cucina naturale.
Da provare!
Ratatouille
C.so Tortona 2 - 10153 Torino
Tel. 011.0362693
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
www.ratatouille.to.it
Nel centro di Milano e precisamente in Via Marco d'Oggiono 7 (Corso Genova metro S. Agostino - S. Ambrogio) si trova un luogo splendido, dove non solo è possibile acquistare tè e tisane molto speciali e raffinati, ma anche fermarsi a degustarli in una deliziosa saletta. Da amante del tè mi sono sempre chiesta come mai si trovano un po' ovunque bar con l'insegna "sala da tè" e poi all'interno nella migliore delle ipotesi ti propongono 4 bustine in croce di tè che si trovano nel supermercato dietro l'angolo. Chà Tea Atelier invece è un vero e priorio tempio del tè, uno spazio dove si vive questo feccezionale rito in tutte le sue varietà di sapori e di tradizioni.
Chà Tea Atelier nasce nel Novembre 2010 dalla grande passione per il mondo del tè, coltivata negli anni, dalla titolare, Gabriella Lombardi. Ex pubblicitaria, decide di cambiare vita e di aprire uno spazio dedicato al tè. Nasce così Chà Tea Atelier, il primo negozio a Milano con sala da tè specializzato nella vendita di tè pregiati, pensato come un vero e proprio laboratorio dove poter apprendere tutti i segreti e le tecniche di preparazione di questa antica bevanda. Chà Tea Atelier vende oltre 100 tipi di tè puri, inclusa una vasta selezione di tè biologici, provenienti dai migliori giardini di Cina, Giappone, Taiwan, India e Sri Lanka.
Già dal sito www.chateaatelier.it potete capire l'ampia offerta non solo a livello di vendita ma anche "culturale" del locale: nella homepage potete persino utilizzare un motore di ricerca per trovare i tè in tutte le loro provenienze e qualità.
Questo luogo lo trovo ottimo per un momento di relax con le amiche, per organizzare un compleanno alternativo tra donne: infatti Gabriella organizza corsi e degustazioni personalizzati, fornendo anche un tea catering per aziende, istituzioni e privati, creando scenografie, piatti e una selezione di tè adatti alle esigenze.
Questo locale è anche adatto a colazioni e merende con il vostro bimbo per fargli provare un'esperienza diversa e dargli la possibilità di scoprire l'affascinante mondo del tè: Chà Atelier infatti propone anche sfiziosi accompagnamenti dolci e salati, preparazioni artigianali e di pasticceria, da accompagnare al tè dalla colazione all'aperitivo perchè da Chà è sempre l'ora del tè.
Chà Tea Atelier
Via Marco d'Oggiono 7 (Corso Genova) - 20123 Milano
Telefono: 02-89415371
Come raggiungerci:
Metro: S. Agostino - S. Ambrogio
Tram: 2 - 14
Orario:
lunedì 15.30-19.30
martedì - sabato 11-14 e 15.30-19.30
Nel cuore di Milano si trova un luogo speciale: non può essere definito con un solo termine perché è un’erboristeria, un negozio di piante e fiori, un ristorante e un bar. Capoverde è anche un luogo di progetti ed eventi, ma soprattutto passione per il mondo della natura a 360°.
Capoverde si trova a poche centinaia di metri da Piazzale Loreto (MM 1 e MM2), ed è come un’oasi di relax e di verde non solo per acquisti all’interno dell’erboristeria o nel negozio di fiori, ma anche per fare un aperitivo o una cena: nel cortile esterno infatti, circondati da piante e fiori, ci sono tavolini da giardino dove e' possibile pranzare in relax o per godersi un buon aperitivo mentre all’interno di una vecchia serra si trova il ristorante. La cucina è adatta anche per vegetariani, vegani e celiaci.
Spesso vengono effettuati anche laboratori green per i bimbi, iscrivetevi alla newsletter per ricevere le info. Locale super adatto a feste di compleanno per bimbi dai 6 anni in su se si ha piacere di organizzare laboratori di giardinaggio e beneficiare di una merenda gustosa e curata ma naturale e originale.
CAPOVERDE
via Leoncavallo 16
20131 Milano
fax 0226820470
Negozio fiori e piante
tel. 02 26820460
Ristorante
tel. 02 26820430
ORARI PIANTE E FIORI
Lunedì: dalle 15.00 alle 19.30
Martedì/Sabato: dalle 10.00 alle 13.00
e dalle 15.00 alle 19.30
Domenica: chiuso
ORARI ERBORISTERIA
Lunedì/Venerdì: dalle 15.00 alle 19.30
Sabato: dalle 10.00 alle 13.00
e dalle 15.00 alle 19.30
Domenica: chiuso
A PRANZO NEL VERDE
Da Lunedì a Sabato:
dalle 12.30 alle 14.30
Ecco il nostro calendario dello slattamento da scaricare e da appiccicare sul frigo, consegnare all'asilo e/o ai nonni.
Buon slattamento a tutti!
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Risponde l'Ostetrica Gabriella Di Gregorio
“In quanto Ostetrica mi sento di particolarmente coinvolta in questa domanda, la più semplice ma aimé la più dibattuta negli ultimi decenni…”Rischioso”: questa parola tanto utilizzata suona a me quasi stonata quando si parla di un contesto fisiologico quale quello del parto spontaneo. Cito una definizione che mi piace tanto, tratta da un manuale sul parto fisiologico: “Il parto spontaneo è un evento fisiologico che avviene con i soli meccanismi naturali, non presenta complicanze e ha un inizio, un decorso e un esito che non necessitano di interventi medici.”
Occhio però, non stiamo parlando di “Parto”, ma di “Parto spontaneo e fisiologico”!!! Questo per rassicurare tutti quelli che sono ormai convinti che esista un modo più sicuro per venire al mondo : quello chirurgico.
A tutti noi è capitato certamente di sentire racconti più o meno romanzati del parto, vissuto in prima persona o meno e non mi sento di escludere certo che in alcuni casi si verificano episodi che si allontanano un tantino da quella che è la nostra idea di parto fisiologico…ma da qui a sostenere che il taglio cesareo è più sicuro del parto spontaneo beh, io ci andrei cauta.”
Tratto da Mamme pret a porter, Gravidanza, Trevisini Editore
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Risponde l'ostetrica Gabriella Di Gregorio
Ed ecco la tanto amata zia Ignazia….non conosco donna che non ne abbia almeno una, quella che ha sempre il consiglio al momento giusto (spesso gratuito e non richiesto). Ma che fare, ci tocca e lì, meglio giocare d’astuzia. Siamo ormai tutte donne emancipate, super tecnologiche, acculturate anche in ambiti che non ci competono come quelli dell’ostetricia, ma davanti ad una zia Ignazia tutte le nostre certezze crollano come un castello di sabbia. Non si sa perché, ma quando si parla di racconti del parto si rimane quasi affascinate e non si riesce a non ascoltare. Noi donne, quelle sane, forti come rocce, quelle che fanno mille cose insieme, che fanno le mamme, le donne in carriera, le casalinghe,mogli, le sorelle, le figlie, tutto insieme….alle quali sembra quasi essere richiesto tutto senza sconto di sorta, perché è dovuto, perché sei donna…beh, per noi quel parto, quel momento unico è davvero l’unico momento di protagonismo assoluto che cattura ancora l’attenzione di tutti, del papà che quasi lo ha dimenticato e allora perché no, glielo ricordiamolo ogni tanto e lo anticipiamo anche alla cara nipote che partorirà di lì a poco così da rinfrescare la memoria e decorarci di una medaglia che nessuno ci concederà mai per il grande lavoro che svolgiamo quotidianamente…ma che succede? Succede che si ricama un pochino perché altrimenti si rischia di cadere nel banale, nello scontato, e questo non ci piace.
Voi mi chiederete….si ma io volevo sapere se davvero il suo travaglio è durato 3 giorni!!! Ebbene NO, impossibile, mai visto, praticamente fuori da ogni schema. Nessuna donna può travagliare così a lungo. L’utero non ne è capace, non ha le risorse necessarie per sopportare 3 giorni di contrazioni, il nostro corpo non le reggerebbe e soprattutto non ha le risorse per alimentarle e il nostro cucciolo non le sopporterebbe mai senza, ad un certo punto, alzare la bandiera bianca dicendoci “mi arrendo… tiratemi fuori”. Restiamo con i piedi per terra, abbiamo letto quali sono le fasi del travaglio, capito anche senza leggere troppi numeri (che a me non piacciono affatto), che il travaglio ha delle fasi ben distinte, in cui ogni cosa accade al momento giusto e se non accade è perché il nostro corpo e il piccolo non sono pronti e allora si aspetta, vigile attesa la nostra, quella dell’ostetrica che seguirà il travaglio, che saprà come favorire alcuni meccanismi con metodi naturali, senza intervenire, osservandovi, ascoltandovi e consigliandovi se serve.”Siamo ormai tutte donne emancipate, super tecnologiche, acculturate anche in ambiti che non ci competono come quelli dell’ostetricia, ma davanti ad una zia Ignazia tutte le nostre certezze crollano come un castello di sabbia. Non si sa perché, ma quando si parla di racconti del parto si rimane quasi affascinate e non si riesce a non ascoltare. Noi donne, quelle sane, forti come rocce, quelle che fanno mille cose insieme, che fanno le mamme, le donne in carriera, le casalinghe,mogli, le sorelle, le figlie, tutto insieme….alle quali sembra quasi essere richiesto tutto senza sconto di sorta, perché è dovuto, perché sei donna…beh, per noi quel parto, quel momento unico è davvero l’unico momento di protagonismo assoluto che cattura ancora l’attenzione di tutti, del papà che quasi lo ha dimenticato e allora perché no, glielo ricordiamolo ogni tanto e lo anticipiamo anche alla cara nipote che partorirà di lì a poco così da rinfrescare la memoria e decorarci di una medaglia che nessuno ci concederà mai per il grande lavoro che svolgiamo quotidianamente…ma che succede? Succede che si ricama un pochino perché altrimenti si rischia di cadere nel banale, nello scontato, e questo non ci piace.
Immagine tratta da http://birthbuddy.wordpress.com/
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Il termine Chakra significa "cerchio, ruota, vortice": secondo la tradizione yogica e di medicina ayurvedica sono i sette centri energetici del nostro corpo. Sono collocati lungo la colonna vertebrale fino al nostro capo. In gravidanza è molto utile lavorare con visualizzazioni sui chakra, in quanto anche donne che non hanno mai lavorato su questi punti possono trarre grandi benefici con piccoli esercizi come questo che vi proponiamo.
Troviamo una posizione comoda, cerchiamo di sciogliere le tensioni che riconosciamo nel nostro corpo (possiamo immaginare un nodo che si scioglie o un tessuto infeltrito che noi distendiamo, aprendo le maglie). Poi concentriamoci sul respiro, inondiamo il nostro corpo di aria, inebriandoci quasi, poi espiriamo dal naso con forza (una sola volta). Ora concentriamoci su una respirazione lenta e profonda, a ogni espiro l’aria scende verso il basso, aiutando il nostro bambino a venir fuori; poi visualizziamo il primo chackra, quello situato sul nostro osso pubico: è di colore rosso intenso e lo possiamo immaginare come un fiore di loto sbocciato, con i petali aperti. Poi passiamo al centro del nostro addome, dove il colore diventa….
Poi passiamo alla bocca dello stomaco, dove il colore sarà l’arancione; visualizziamo dopo il centro del nostro petto, dove il colore sarà un mix, ossia una spirale verde e rosa , i colori non si mischieranno mai; poi visualizzeremo la nostra gola, dove il colore sarà un azzurro cobalto molto intenso; poi saliremo sulla nostra fronte, circa tra un sopracciglio e l’altro, un paio di dita più in alto e troveremo il nostro penultimo chackra: qui visualizzeremo il colore indaco. Infine, sulla sommità del nostro capo visualizzeremo una fortissima luce bianca, che ci inonda di energia da capo a piedi.
I colori devono essere visualizzati come flussi di luce che partono dall’esterno e vanno verso l’interno.
Ovviamente dobbiamo allenarci prima del parto a questa pratica: saremo così in grado di effettuare la visualizzazione in tempi brevi, quindi tra una contrazione e l’altra, senza perdere di efficacia per la fretta.
immagine tratta da www.mindbodygreen.com
Una pratica che sembra diffusa tra alcune ostetriche inglesi è il giardinaggio durante i prodromi e la prima fase del travaglio: munite di guanti ci si china nella posizione a farfalla e si travasa la terra, piante etc… la posizione velocizza ovviamente la dilatazione e si sfrutta a pieno la forza di gravità. Inoltre uscendo dalla struttura ospedaliera o dalla propria abitazione e svolgendo un’attività ci si concentra su un atteggiamento di “parto attivo” e non di passività al dolore. Come sappiamo l’atteggiamento mentale aiuta molto! Alcuni inoltre sostengono che la vicinanza con l’elemento terra aiuti la “discesa” del bambino. Per cui ecco un'ottima idea per fare qualcosa di utile durante la fase sei prodromi di travaglio: andiamo sul nostro balcone o in giardino e facciamo un po' di giardinaggio!
Siamo sicuri che l'ossessiva igiene abbia solo risvolti sani? Germofobi, forse abbiamo una cattiva notizia per voi. Che, in realtà, è una buonissima news per i nostri figli.
Non si esce più di casa senza una borsa preparata ad ogni sporca evenienza e si allestisce la propria casa in maniera sterile e asettica quanto un ospedale, ci avete fatto caso? Salviettine igienizzate, creme antibatteriche, disinfettanti. Ok, è giusto, a volte sono necessari. Ma forse bisognerebbe fare un passo indietro, in quei tempi passati in cui si giocava tranquillamente sul marciapiede sotto casa analizzando i movimenti dei millepiedi sulle proprie manine, quando ci si sbucciava le ginocchia e le si puliva con una passata di mano e si raccoglieva quel confetto caduto sul pavimento igienizzandolo magicamente con una soffiatina.
L'ha detto anche Mary Ruebush nel suo "Why dirt is good?", dal sottotitolo "Cinque modi per rendere i germi tuoi amici": quando un bambino si infila in bocca qualche oggetto esplora l'ambiente, e scaturisce in lui una reazione necessaria perché maturi in lui il sistema immunitario, benefica in quanto questo suo sistema immunitario inizia così a riconoscere cosa attaccare e cosa ignorare.
Alla nascita, il sistema immunitario è una lavagna bianca, un computer non programmato, uno smartphone ancora da riempire di applicazioni. Se il bambino non fa una genuina esperienza di questi batteri, il sistema non sarà più in grado di riconoscere i germi buoni e quelli cattivi, e le conseguenze saranno deleterie.
Ciò non significa che sia raccomandato vivere nella sporcizia. Significa solo che sarebbe meglio evitare di utilizzare tutti quei prodotti "igienizzanti per le mani" ora così in voga che in realtà danno solo un effimero senso di sicurezza, e che oltre ad essere spesso troppo pesanti talvolta non hanno nemmeno efficacia: i germi e i batteri sono dappertutto - sulle nostre mani, nei nostri capelli, nelle nostre case, sui nostri animali - ed è giusto sia così! Lavarsi semplicemente con acqua e sapone è sufficiente e sicuro per evitare le conseguenze negative.
Lo stesso vale per l'ossessione per la pulizia: lavarsi troppo, soprattutto nei bambini, comporta la scomparsa della maggior parte di questi batteri, a volte buoni. Non negate ai piccoli di camminare scalzi, giocare all'esterno toccando ciò che vogliono (chiaro, in sicurezza), sedersi a tavola senza lavarsi le mani (se non estremamente sporche!): tutti questi gesti normali (da considerare finalmente non pericolosi) aiuteranno il bambino e il suo sistema immunitario senza comprometterlo come potrebbe accadere facendo un eccessivo uso di prodotti igienizzanti.
Non solo: uno studio americano condotto dall'Università di San Diego (capitanato dal dottor Yu Ping Lai) ha svelato che l'ossessione per l'igiene non fa bene nemmeno in caso di ferite cutanee. Capiterà che il vostro bimbo si graffi o tagli, e in quel caso senza pulire eccessivamente con prodotti che uccidono ogni sorta di batteri (buoni e cattivi) il suo corpo reagirà meglio, portando ad una guarigione più sana e veloce. Questo perché la presenza di stafilococchi nella microflora della ferita è causa di una miglior reazione della pelle, che guarirà così più in fretta.
Aiutare i bambini a sviluppare un sistema immunitario forte lasciandogli fare esperienza dello "sporco" avrà su di loro solo benefici: le allergie si ridurranno, le reazioni del corpo alle malattie saranno più contenute (perché i batteri saranno appunto già conosciuti) e l'ansia sarà ridotta (perché collegata alla salute interna del corpo), così come le malattie autoimmuni. E, pensateci: instillare nel bambino l'idea che ciò che è sporco è pericoloso, e che esplorare il mondo esterno può essere fonte di paura, può avere conseguenze sulla sua psiche. Un bambino a cui vengono limitate queste esperienze sarà infatti un bambino a cui sono estranee la curiosità, l'esplorazione e la scoperta (o comunque frustrato in questo senso). La fobia per i germi dei genitori può trasformarsi in un rapporto conflittuale del bambino con il mondo esterno, e ciò è di gran lunga più pericoloso di un paio di piccoli germi! Non credete?
Ma non preoccupatevi se avete vissuto fino ad ora ossessionati dall'igiene: non è mai troppo tardi per ridimensionare questo aspetto della vita. Iniziate mangiando più cibi fermentati (come lo yogurt di soya per esempio o il kombucha del quale vi parleremo nei prossimi giorni) o assumendo fermenti lattici (ottimo LD1 della Named per i bambini).
Ma, soprattutto, iniziate ad uscire a sporcarvi le mani insieme ai vostri bambini: niente di più efficace per costruire un sano, robusto e preparato sistema immunitario!
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
In questa rubrica, vi parlerò un po' dell'essere mamma nel mondo e delle mamme nel mondo. Anche se siamo cresciute dicendo che “le mamme sono tutte uguali”(e sappiamo che anche i nostri figli lo diranno), l'essere mamma è un esperienza differente in funzione del contesto e della cultura in cui si vive. E sono queste differenze e le curiosità che condividerò con voi in questo spazio. Per cominciare vi racconterò come viene tradotta la parola magica (Mamma) in alcune paesi del mondo:
Inglese: Mom
Spagnolo: Mamá
Portoghese: Mamãe
Francese: Maman
Tedesco: Mama
Irlandese: Mam
Russo: Mama
Indonesiano: Mama
Vedete come alla fine anche la parola Mamma è quase uguale in tutto il mondo?!
Alla prossima!
Tathi Saraiva