Cosa scriveresti alla tua patata?

Venerdì, 01 Aprile 2016 10:16

Avete presente quella pubblicità del deodorante che scrive una lettera alle ascelle? Dove vengono definite “proprio sfortunate” perché depilate, nascoste e poco curate...
Io personalmente la trovo carina, quantomeno le donne nella pubblicità sono davvero persone dalla faccia comune e lo stile dello slogan è semplice e logico: con una parte di crema idratante sarete più morbide, due più due fa quattro.
Perché la verità è che mi indispettiscono quelle che pedalano sotto il solleone per andare al lavoro con tailleur e camicia di seta ma non sono preoccupate, anzi lo fanno apposta, perché il loro deodorante sotto le ascelle si trasforma da puzza di cipolla stufata in fresca brezza alpina; quelle che giocano a pallavolo con la maglietta rossa tanto non la stingono con l’acido ascellare perché il borotalco le rende traspiranti ed asciutte per settantasette ore...

Ora però la cosa che vorrei dire è questa: se le ascelle vi sono sembrate abbastanza sfortunate da meritarsi una lettera, cosa pensate se parliamo della gibigiana? La patata, gnocca, farfallina, natura, gimbarda, cozza, bernarda e chi più ne ha più ne metta... quella si meriterebbe un poema!

“Cara la mia patata, sei nata veramente sfigata, so già che a confronto essere ascella ti sarebbe sembrata una passeggiata di salute.
Diciamocelo, come prima cosa, anche a te ti depilano, ti riempiono di cera bollente e non ti danno mai la giusta importanza e in più tutto questo per essere sempre nascosta; alla fine le ascelle bene o male la luce del sole in certi periodi dell’anno o in certe situazioni se la godono, tu sei sempre al buio, come una creatura delle tenebre, vivi perennemente nell’ombra.

Alla fine le ascelle si meritano creme, deodoranti, profumi, talchi... a te lavano e bona, vieni incremata solo quando proprio non ne puoi più dal bruciore!
Le ascelle hanno un nome, magari non bello, ma hanno una loro identità, tu hai mille nomi, scientifici o meno, tutti uno più brutto dell’altro.
Nessuno si imbarazza a parlare delle ascelle, sono lì, in salute e non diventano mai oggetto né di disquisizioni né di scherni.
L’aspetto poi... manco in questo sei stata fortunata. Le ascelle sono una conca che congiunge il braccio alla spalla, tu assomigli ad una cozza sia dentro che fuori (il nero, il peloso e il frutto all’interno del guscio...).
Le visite poi alle ascelle non sono certo così fastidiose, anzi ma chi visita le ascelle?

Passi la tua vita nascosta, pannolinata, irritata e dolorante: da piccole abbiamo il pannolino, poi l’assorbente dall’età dell’adolescenza fino alla mezza età (praticamente nel fiore della nostra vita) e da anziane nuovamente il patello (se ci va di figa... sfiga appunto).
E tra tutte le vicissitudini sei anche un “centro di accoglienza e di espulsione”. Se si diventa mamme solitamente da lì si passa (... centro di espulsione) e poi sei complessa, dentro più che fuori.
La parte che può essere piacevole (centro di accoglienza) è il sesso, però diciamocelo, noi donne siamo cervellotiche anche lì: se non siamo in pace con noi stesse e con il mondo non ci riusciamo, proprio perché accogliamo, dobbiamo essere libere nella mente, rilassate nel corpo ed in pace nello spirito, al contrario saremmo rigide e diciamocelo in quel momento una contrattura è l’ultima cosa auspicabile.

Quindi cara la mia patata, ora quando qualcuno ci darà delle fighe (cosa se ci capita spesso... ) sapremo che non è una questione di bellezza (senza offesa sai ma proprio bella non sei) ma vorrebbe dire essere giudicate delle dure, delle figure che pur vivendo nell’ombra hanno una rilevanza assoluta, un soggetto da cui può nascere e passare (fisicamente il rapporto è melone / limone) una vita, una che non si lamenta, una che può passare inosservata ma che se si fa sentire son dolori (provate ad avere male ad una ascella e paragonatelo al male che potreste avere alla gimbarda), una che può risollevare in un attimo l’umore di una persone e non solo risollevare quello e come dice il detto “tira più un pelo di fi... che un carro di buoi” ... sìììì perché tu cara hai un potere assoluto, potresti dominare il mondo... ed un po’ lo fai. Sei anche fonte di economia: a confronto dei deodoranti paragonate una crema per le zone intime, una lavanda specifica, gli assorbenti, i pannolini, i contraccettivi... cazzo sei un mutuo! (Non apriamo il capitolo aggeggini, completini, giochini, balletti, localini particolari...)
Quindi da domani care ascelle statevene buone buone sotto il braccio e non lamentatevi, credetemi c’è chi sta peggio di voi ... con affetto. Elena”

Elelna Vergani, autrice di Il mondo è bello perchè è variabile 

"Nidi" è già dal nome un bellissimo progetto: è design per bambini, è accessori per rendere le camerette luoghi unici, è grandi e piccoli spazi per i piccoli abitanti di casa. Un Nido moderno, dunque, una tana costruita pensando espressamente a loro.

Anche quest'anno (dopo aver presentato tre anni fa la collezione all'interno del Salone del Mobile) l'azienda trevigiana mostrerà i suoi lavori nel più frequentato ambiente off-fiera italiano, il Fuori Salone di Milano, che parallelamente al Salone porterà per le vie meneghine il design contemporaneo più innovativo e all'avanguardia.

Con NIDI il design per bambini approda al Fuori Salone 2016: dalle camerette alle carte da parati, le bellissime collezioni che coniugano funzionalità, estetica e sostenibilità

Dal 12 al 17 aprile recatevi al numero 117 di Corso Garibaldi: è qui che troverete gli allestimenti di camerette per bimbi e bimbe che vi stuzzicheranno fantasia e senso estetico. Nidi propone infatti soluzioni piccole e grandi per allestire gli spazi per i più piccini attraverso un nuovo approccio tra il creativo e il funzionale.

Azienda nata negli anni Cinquanta dall'idea di Alfredo Battistella (e ora portata avanti con la stessa passione dal figlio Mario), Nidi vuole rileggere la cameretta tradizionale, restando sempre al passo con i tempi e le novità del mondo dell'architettura e puntando sulla qualità, che si traduce anche in uno sguardo consapevole che si rivolge tanto al design dei prodotti quanto alla loro fattura: legno, ceramica e tessuti naturali sono in prima linea, materiali ideali per i bambini ed i ragazzi, che trovano negli ambienti per loro pensati l'ideale nido nel quale crescere.

Tutto è creato in maniera il più possibile naturale (e il marchio Ecolabel che certifica le loro vernici all'acqua e il sistema di laccatura opaca lo conferma), tentando un impatto ambientale minimo. I processi produttivi impiegati sono volutamente poco inquinanti e i materiali sono (quando possibile) sempre riciclabili (il sistema del Pannello Ecologico segue proprio questo principio: si reimpiega il legno rigenerato per evitare di abbattere inutilmente altri alberi!).

Non solo ambiente, però: grazie ad un accurato studio, le collezioni che Nidi presenterà al Fuori Salone sono perfette per i più piccoli: si adattano alle loro esigenze di comfort, studio e gioco, crescendo insieme a loro e combinandosi in disposizioni assolutamente innovative.

Nelle camerette Nidi si possono trovare letti (normali, a baldacchino - per principi e principesse super moderni - o a castello!), armadi, sedute, scrittoi, elementi contenitori, mensole ad altezza bambino (molto, molto montessoriane!) e complementi d'arredo davvero bellissimi, dal design che si infila tra il nordico e il moderno, tra il fantasioso e il rigoroso. E il tutto è condito dai tessuti, dalle carte da parati geometriche e colorate e dalle finiture che, con una gamma vastissima, permettono di personalizzare la camera in maniera pressoché unica.

Ma la serie Nidi conta tra le sue fila anche una selezione di imbottiti e tessuti davvero speciale: cuscini, materassi, pouf, biancheria per il letto e tappeti belli, naturali e colorati. Le finiture dai colori della terra potranno quindi abbinarsi perfettamente ai tappeti tondi e scuri, mentre per i bimbi più allegri non ci sarà limite agli abbinamenti di colore tra biancheria, ante degli armadi e testiera del letto.

Già, perché il design di Nidi vuole proprio stimolare il bambino e la sua personalità: grazie ai mobili e agli accessori allegri e spensierati (pur con il loro pensiero funzionale) la creatività, la fantasia e la curiosità dei piccoli di casa vengono stimolate e assecondate, in un ambiente ordinato, spazioso e assolutamente a loro misura.

Sara Polotti

Come i neonati amano le etichette, così, quando i bimbi crescono e compiono due, tre anni, inizia a prendere forma il loro interesse per gli elastici. In effetti sono colorati, strani, malleabili e buffi: i piccoli impazziscono, cominciano a metterci mano e a capire che questi fili colorati hanno potenzialità enormi.

Perché allora non sfruttare queste potenzialità? Gli elastici sono utilissimi per svariate attività: riconoscere i colori, giocare alla cucina (diventano immediatamente spaghetti), ma, soprattutto, allenare la coordinazione delle loro manine, che iniziano a fare tutto da sole.

Gli elastici, un gioco divertente e utilissimo: ecco le attività per sfruttare al meglio questi oggettini quotidiani, allenando la manualità dei bimbi.

- Elastici colorati su barattolo: sembra un'attività insignificante, ma credeteci se vi diciamo che i bimbi restano concentrati per moltissimo tempo! Proponetegli il gioco in maniera montessoriana, preparando una lattina di ceci in scatola su un vassoio, accanto ad una ciotola piena di elastici colorati. Mostrate al bimbo come fare per infilare gli elastici sul cilindro, e lasciate poi che si arrangi lui, giungendo piano piano al gesto giusto. Continuerà a infilare elastici su elastici, creando così una piccola torre colorata. E alla fine riordinerà in maniera elegante come insegna Maria Montessori, rimettendo gli elastici nella ciotolina.

(foto 1 http://handsonaswegrow.com/keep-kids-busy-fine-motor-activity/)

- Lo stesso gioco può essere svolto con tubi di diverse lunghezze e dimensioni: con un cilindro lungo e stretto di cartone, ad esempio, i bimbi realizzeranno una specie di totem, da riempire di elastici di tutti i colori allenando le loro manine a maneggiare oggetti più piccoli.

(foto 2 https://craftulate.com/2013/11/cardboard-tube-and-elastic-hair-bands-fine-motor-fridays.html)

- Un altro materiale che si rivela perfetto come base per il riempimento di elastici sono le pigne: il bimbo può tenerle in mano una alla volta in maniera stabile, e addobbare le loro creste con gli elastici in maniera fantasiosa, come gli viene.(Ed è anche una bella idea per le palline dell'albero di Natale, no?).

(foto 3 http://theimaginationtree.com/2015/01/pine-cones-elastic-bands-fine-motor-activity.html)

- Man mano che la manualità e la coordinazione occhio-mano si consolidano, si può passare a giochi più difficili, come il telaio fatto con i sottopentola di sughero e le puntine da disegno: disponendo le puntine sulla base si possono creare pattern fantasiosi, oppure percorsi per scrivere il proprio nome.

(foto 4 http://mamarecicla.blogspot.it/2013/10/geopla-geoplano.html?utm_source=feedburner&utm_medium=email&utm_campaign=Feed:+MamRecicla+(Mam%C3%A0+recicla)&m=1)

- E dopo aver imparato a scrivere il proprio nome (anche con gli elastici) è ora di imparare l'ordine delle lettere dell'alfabeto e di contare: sfruttate le piccole bande colorate per creare un "unisci i puntini" in tre dimensioni! Di nuovo puoi utilizzare i sottopentola (o le bacheche) di sughero e le puntine da disegno, sparpagliando le lettere e i numeri su un percorso a zig zag che il bambino dovrà ricomporre, elastico dopo elastico.

(foto 5 e 6 http://www.aneverydaystory.com/2014/06/03/number-letter-sequencing/)

- Per i bimbi più artistoidi potete invece creare un mattarello perfetto per progetti d'arte stravaganti: su un vecchio mattarello infilate una quindicina di elastici (anche di diverse dimensioni e spessori). In un piatto ponete tre strisce di tempere di diverso colore e passateci sopra il mattarello. Strisciandolo sul foglio si otterranno risultati psichedelici e divertentissimi, e ogni volta che lo ripasserete nella tempera i colori varieranno, mescolandosi tra loro.

(foto 7 http://www.kidsplaybox.com/art-activities-kids-rolling-pin-yarn-prints/)

Sara Polotti

Capitano i periodi in cui si sente la necessità impellente di disintossicare il proprio organismo: dopo le abbuffate natalizie o pasquali, in vista del matrimonio o semplicemente perché si avverte un senso di pesantezza e di impurità diffuso. Spesso si pensa che "detox" corrisponda a "dieta", o addirittura a "non mangiare" (scegliendo solo beveroni o centrifughe, oppure ricorrendo a diete drastiche che se fatte male causano più danni che benefici).

Ma disintossicare il proprio corpo significa prendersene cura evitando cibi troppo pesanti, grassi insaturi e assumendo alimenti e sostanze che lo aiutano ad espellere tutto ciò che non è necessario. Tanta acqua, prima di tutto; ma sapete che c'è un altro aiuto per un detox eccellente?

Eliminare le tossine e dimagrire con gli oli essenziali: la disintossicazione e la perdita di peso che passa attraverso le proprietà uniche dell'aromaterapia

Il modo migliore per sfruttare le proprietà detox degli oli essenziali è impiegarli in un bagno caldo: oltre a rilassarci aiuteranno l'organismo ad espellere le tossine e a rigenerarsi, e la combinazione relax-detox è davvero un toccasana!
Per beneficiare di un bagno disintossicante basta aggiungere una decina di gocce di oli essenziali in un cucchiaio di olio di mandorle (o altro olio vegetale) e poi versarlo direttamente nell'acqua calda, immergendosi e passandoci qualche minuto in tranquillità. E, al termine di questo momento super coccolante, risciacquatevi per un paio di minuti con dell'acqua tiepida (per lavare via tutte le tossine espulse e per chiudere i pori). E bevete molta acqua per reidratarvi!

Scegliere la menta piperita significherà dare al vostro corpo stressato e stanco dopo una giornata di lavoro un sollievo unico: questa pianta e il suo olio, infatti, alleviano i mal di testa e contrastano nervosismo e depressione. Mi raccomando però, basta una sola goccia in un cucchiaio d'olio, mai di più! 

Combinando invece gli oli di camomilla e di rosmarino il vostro bagno caldo si trasformerà in un rimedio davvero ottimo contro la cattiva circolazione (alleggerendo, di nuovo, il mal di testa e aiutando nella lotta alla ritenzione idrica).

Il bergamotto, invece, ha un'azione tonica, cicatrizzante, vitalizzante ed equilibrante.

Invece l'eucalipto è disintossicante, e particolamente utile per raffreddori e disturbi dell'apparato respiratorio, è quindi ottimo per ristabilirsi dopo periodi di convalescenza.

Obiettivo dimagrimento? L'olio essenziale di limone è ciò che fa per voi: unite 10 gocce di limone a un cucchiaio di olio di mandorle, poi versatelo nell'acqua del bagno. Ricordatevi sempre di non esporvi al sole dopo aver utilizzato oli essenziali di agrumi per avitare brutte soprese sulla pelle!

Per rendere il bagno agli oli ancora più performante, basterà aggiungere all'acqua un paio di manciate di sali di Epsom e un bicchiere di bicarbonato di sodio. Gli oli combinati a questi elementi creano infatti una ricetta perfetta per l'espulsione delle tossine dall'organismo, per ridurre gli ormoni dello stress e per ribilanciare il ph della pelle.

La pelle, tuttavia, può godere dell'azione degli oli essenziali anche in maniera più diretta (anche se il bagno caldo già di suo fa moltissimo). Se sentite di doverla purificare, ricorrere agli oli potrebbe essere una soluzione davvero ottima.

È sufficiente combinare 10 gocce dell'olio essenziale prescelto con 50 millilitri di olio vegetale (come quello di jojoba o quello di mandorle dolci): l'olio ottenuto va spalmato e massaggiato sulla cute; la sentirete subito più morbida (un altro vantaggio!). L'epidermide trarrà benefici da quelle piante i cui oli hanno un'azione riscaldante e diaforetica (che elimina le tossine attraverso la sudorazione), e quindi vi consigliamo di scegliere tra l'olio essenziale di bergamotto (se non dovete esporvi al sole), di camomilla, di basilico o di melissa.

Un'ultima abitudine per mantenersi sempre ben liberi dalle tossine è aggiungere un paio di gocce di olio essenziale di limone in un bicchiere di acqua alla mattina. Il principio è lo stesso del mezzo limone spremuto in acqua tiepida (aiuta il metabolismo, espelle le tossine e disinfetta), ma in maniera ancor più diretta. La vostra pelle sarà più bella, il fegato lavorerà meglio e le energie non mancheranno più. In questo caso chiedete consiglio al vostro medico prima dell'assunzione.

La redazione di mammapretaporter.it

 

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Una ricetta strepitosa tratta dal sito pasticciandonellamiacucina.blogspot.it/2013/04/la-pasta-brise-vegan.html. Noi la usiamo davvero per tutto: potete anche farla aromatizzata aggiungendo origano, rosmarino o anche basilico.  

Contemporaneo di Maria Montessori e affine alla pedagogista italiana per pensiero educativo e didattico, John Dewey è poco conosciuto in Italia, ma le sue idee piaceranno molto a chi trova il metodo montessoriano tra i più interessanti.
Veniva dagli Stati Uniti, e la sua filosofia iniziò a prendere piede negli anni Venti, proprio come avvenne per la nostra Maria nazionale. La sua pedagogia si fondava sul concetto di "esperienza", ed è anche grazie ad essa se i bambini hanno iniziato ad essere considerati protagonisti della propria educazione!

Ecco l'approccio pedagogico di John Dewey: il bambino deve costruire esperienze

Tra i meriti di Montessori e Dewey, sicuramente al primo posto sta la loro lotta per modernizzare e democratizzare la scuola pubblica (nella quale i bimbi erano sostanzialmente attori passivi in un ambiente in cui la star era l'istruzione in sé, non relazionata agli studenti). E da darwinista e pragmatista convinto, Dewey, alla stregua di Maria Montessori, ha voluto fondare questa democratizzazione della scuola (oltre che sulla convinzione dell'uguaglianza di tutti gli alunni) sul concetto di esperienza diretta del bambino, fautore delle proprie conoscenze attraverso il rapporto con il mondo circostante.

L'"esperienza" teorizzata da Dewey vuole far sì che il bambino costruisca il suo sapere attivamente, toccando con mano ciò che impara, in modo da lasciare indietro ciò che ha conosciuto teoricamente per tenersi stretto ciò che ha processato concretamente.

Questa esperienza, che si caratterizza anche come esperienza "sociale", deve fondarsi su tre fondamentali punti.

1. Il primo è la continuità: ai bambini deve essere infatti assicurata costantemente la possibilità di fare esperienza del mondo. Attraverso gli insegnamenti concreti, i piccoli creano delle abitudini e dei comportamenti continui che gli permettono di volta in volta di interagire con il mondo. Se l'esperienza viene interrotta, allora fallisce l'intento educativo, in quanto si rischia di rimanere bloccati solo sugli insegnamenti precedenti, che invece devono risultare come una concatenazione continua e costante.

2. Il secondo punto imprescindibile è la crescita. L'esperienza ha uno scopo, che è appunto il progresso. Quando l'esperienza crea un blocco, allora non ha senso. Gli insegnamenti devono essere sempre propedeutici a nuove esperienze (imparare a leggere e scrivere è la base per giungere a molti altri apprendimenti, ad esempio!), quindi è bene stare attenti a non creare comportamenti statici e inibitori che ostacolino nuove esperienze.

3. Il terzo punto riguarda l'interazione, che può essere intesa tra passato, presente e futuro e tra individuo e ambiente. Quello del "passato, presente e futuro" è un concetto che vuole far sì che l'educazione non neghi il suo passato: facendo esperienza del presente si può comprendere il passato per un futuro migliore; mentre il secondo, che vuole mettere in relazione individuo e ambiente, è pensato da Dewey come processo per armonizzare la psicologia individuale della persona (il bambino) e l'ambiente sociale che la circonda.

In concreto, quando si tratta di educazione, l'esperienza secondo Dewey deve essere assicurata dall'educatore attraverso una coniugazione tra il soggetto (il bambino) e l'oggetto (l'insegnamento); e questa coniugazione è possibile, appunto, solo tramite l'esperienza.

Essendo il bambino in costante interazione con l'ambiente che lo circonda, questo ambiente deve essere integrato nel processo educativo, che parte così dalle esperienze quotidiane che il bimbo vive ogni giorno. E pian piano ciò che i piccoli imparano sulla loro pelle può venire reso più prettamente scolastico, in maniera organizzata.

Un pensiero filosofico e pedagogico davvero all'avanguardia, pur con il suo secolo di vita, che se integrato con quello montessoriano può dare vita ad approcci pedagogici innovativi che si fanno prima di tutto garanti dell'individualità e dell'indipendenza dei nostri bambini.

Sara Polotti

C'è un video postato recentemente su Youtube che mostra una classe quarta intenta nello studio della matematica. Questa classe si trova in Finlandia, all'interno dell'University of Easter Finland, in un'aula di training per i docenti del futuro.

All'interno dell'università si trovano infatti una scuola primaria di primo grado e una secondaria di primo: i bambini sono parte interante del processo di educazione degli insegnanti, che imparano direttamente sul campo cosa significa istruire (e al contempo i bimbi ricevono una solidissima educazione). Basta guardare attentamente i fotogrammi per capire moltissime cose riguardanti il sistema scolastico finnico!

Ecco la scuola in Finlandia, rivoluzionaria e innovativa: attraverso i programmi personalizzati, i bambini finlandesi hanno accesso ad un programma educativo davvero speciale

Se la scuola "normale" diffusa in tutto il mondo è fatta di competizione, stress, valutazioni vincolanti e lezioni frontali alla lavagna, qui tutto è rivoluzionato: basta dare un'occhiata alla pianta della classe (non ordinatamente frontale, ma divisa a gruppetti di banchi che non guardano necessariamente verso il maestro) per capire che si differenzia totalmente dal nostro concetto di "scuola" (vedi anche la scuola san Giuseppe di Meda e le scuole senza zaino)

Nelle aule non troverete le classiche lezioni spiegate alla lavagna da un docente che tendenzialmente rimane seduto alla cattedra (o comunque in quei pressi). In Finlandia gli insegnamenti passano attraverso le passeggiate tra i banchi che i maestri compiono, spiegando personalmente ad ogni ragazzo i compiti e gli obiettivi, che, così facendo, si trasformano in traguardi educativi personalizzati e calibrati ad personam.

Non mancano le lavagne o le cattedre, certo, e nemmeno la tecnologia (che tuttavia si limita a casi particolari: i libri sono sempre preferiti), ma esse vengono utilizzate solo raramente, e sempre per simulare e spiegare concetti e lezioni personalizzate per ogni bambino.

Le classi sono frequentate dagli alunni e da alcuni giovani aspiranti insegnanti, oltre che dal docente vero e proprio: egli si occupa contemporaneamente dell'educazione dei pupilli e del training dei maestri, dedicando del tempo ad ognuno. In questo modo, tutti interagiscono con tutti! E i bimbi seduti al loro banco ricevono delle lezioni faccia a faccia, importantissime e molto più ricettive, con gli insegnanti che li accostano aiutandoli al loro fianco, in un rapporto davvero molto speciale.

Anche l'atmosfera è unica: guardando il video ci farete caso. Il mood è super rilassato, tranquillo, libero dallo stress. I bambini si concentrano, ma al contempo sbuffano, ridono, parlottano, senza essere rimproverati per questo. In questo modo non si sentono costretti e obbligati, non si innervosiscono e mantengono comunque le loro buone maniere.

Anche gli insegnanti si sentono un pochino più liberi, contribuendo a questa atmosfera rilassata: non gli viene infatti data una scaletta rigorosa e imprescindibile da seguire per educare i ragazzi e per insegnare loro le varie materie, ma possono, con il loro libero arbitrio e il loro buonsenso, scegliere i programmi da seguire tenendo conto di tutte le varianti che la classe offre. Possono innovare e sperimentare, possono tentare nuovi approcci oppure sceglierne di più tradizionali. Sta a loro!

Tra gli approcci nuovi, ad esempio, molti insegnanti scelgono sempre più le tecniche di auto-valutazione per i ragazzi, che sono spronati ogni giorno a stilare liste e racconti di ciò che hanno imparato e a darsi a vicenda consigli e feedback.

Quella dell'University of Easter Finland è solo un esempio: in questo paese ogni insegnante deve aver conseguito un master in ambito educativo, avere una specializzazione di ricerca e aver seguito una di queste classi-pilota, prima di poter prendere il ruolo in una scuola primaria. Non come in troppi angoli del mondo: spesso gli insegnanti hanno seguito solo qualche ora di tirocinio e non hanno una laurea. 

Insomma, per riassumere, una scuola che si basa sull'esperienza diretta degli aspiranti insegnanti, sull'educazione personalizzata di ogni bambino, sul rapporto speciale tra docenti e alunni e sulla centralità dei ragazzi, sempre protagonisti della scuola: e sopratutto non c'è prestazione, performance ma il desiderio di appassionare i bambini al piacere di imparare. 

La lezione frontale quindi, per intenderci quella dove i bambini sono seduti in classe al loro banco e l'insegnante alla lavagna che spiega, non esistono quasi: così le lezioni dure 45 minuti, dopo le quali ci sono 15 minuti di intervallo dove i bambini devono uscire dalla scuola. Queste pause frequenti all'aperto favoriscono la concentrazione e la motivazione dell'alunno, ma anche quella dell'insegnante.E anche gli sport sono ritenuti importantissimi: la corsa nel bosco, lo sci di fondo o il pattinaggio sono solo alcuni tra i moltissimi che le scuole finlandesi fanno praticare ai loro alunni.

La scuola elementare non inizia a 6 anni ma a 7: dopo la scuola materna infatti il bambino frequenta un anno di prescuola (a mio modo di vedere un'idea geniale perchè consente al bambino di passare da una realtà di solo gioco a una di scuola) chiamato Eskari dove il bambino alterna attività al banco con gioco sul pavimento.

La scuola primaria invece prevede la divisione delle classi in due gruppi, che entrano alternativamente un'ora prima ed escono un'ora dopo. Quest'ora sfalsata serve per studiare matematica e finlandese (la lingua madre, quindi) in maniera più tranquilla, con la metà degli alunni che sono così seguiti molto meglio dall'insegnante.

Anche alle elementari il tempo all'esterno è molto importante: si sta senza scarpe in classe (alunni e maestri!), ma gli indumenti sono subito fuori dall'aula, a portata di mano per tutte le volte che si esce in cortile.

La mattinata prevede due ore di lezione, in seguito alle quali si fa una lunga pausa pranzo, in una mensa gratuita che insegna da subito il valore del non spreco ("prendi solo ciò che mangi" e "assaggia tutto" sono regole ferree), tenuta ordinata a turno dai ragazzi più grandi (aiutati comunque da tutti gli alunni, che sparecchiano il proprio posto).

Dopo una mezz'oretta di pausa per digerire, si torna a lezione. Queste lezioni prevedono libri, quaderni, penne e matite colorate come in tutto il mondo, ma la differenza è che in Finlandia il tutto è offerto dalla scuola.

La lettura è poi stimolata continuamente: i finlandesi tengono molto al fatto che i bimbi siano lettori, e ciò lo dimostra il "libro da banco" che tutti devono avere a portata di mano: una lettura per non annoiarsi quando si finisce un compito prima degli altri o nei momenti morti.

E i compiti a casa? Nei primi anni di elementari non sono praticamente previsti. Si tratta di brevissimi esercizi o riletture, che prendono pochissimo tempo dopo scuola e che i genitori non ricontrollano: sono gli stessi bimbi a correggerli, quando il giorno dopo a scuola l'insegnante (spesso maschio!) mostra loro i risultati corretti.

Quindi insegnamenti personalizzati, sport, ore all'aria aperta; ma anche la musica copre un ruolo importantissimo, anche se è prevista come "optional" scelto dall'insegnante (che spesso decide di includerla nelle lezioni).

Sara Polotti, Giulia Mandrino

Foto Credits: http://nepc.colorado.edu/blog/learning-absolutely-nothing-finland

Prendete una bella scatolina o una pochette da tenere sempre in borsa. Preparate tutto l'occorrente per le emergenze mediche, e tenetela a portata di mano. Ma no, non parliamo di cerotti e disinfettanti: stavolta vi proponiamo un kit assolutamente necessario, molto più piacevole di quelli zeppi di medicinali.

Ecco il pronto soccorso di famiglia con gli oli essenziali: il kit da avere a portata di mano per disinfettare, lenire e contrastare tosse, raffreddore, nausea e infiammazioni

Gli oli essenziali, oltre che perfetti per l'aromaterapia, sono un toccasana per moltissimi disturbi. Applicati diluiti o concentrati, essi aiutano nell'osteggiare moltissime condizioni avverse di salute, dalla nausea allo stress, dalle ferite infette alla febbre.

Vi sveliamo quali sono gli oli essenziali fondamentali, quelli che devi tenere a portata di mano e sfoderare immediatamente quando compaiono i primi sintomi di malessere (e quando in casa capitano piccoli incidenti domestici).

- Il Tea Tree: l'olio di malaleuca, conosciuto meglio come Tea Tree, è noto per le sue proprietà cicatrizzanti, antibatteriche, antiodore e antimicotiche. Per queste sua qualità, tenerlo nel vostro kit (già diluito con dell'olio vegetale, per evitare irritazioni: è davvero molto potente, e ne basta qualche goccia) è utilissimo per disinfettare le piccole ferite: spalmatelo direttamente sulla cute con un dischetto di cotone dopo aver lavato accuramente la ferita e averla disinfettata con acqua ossigenata. E potete usufruirne anche in casi meno "d'emergenza", come la comparsa di antipatici brufoletti.

- La menta peperita: se i vostri bimbi soffrono di mal d'auto, mal di mare o nausee occasionali, inalare l'olio essenziale di menta allevierà moltissimo questo fastidioso disturbo. Mettetene qualche goccia su un fazzoletto quando partite per un viaggio, oppure diffondetelo in casa attraverso un diffusore di oli essenziali.

- L'eucalipto: alla comparsa dei primi raffreddori stagionali, della tosse o di generiche infiammazioni dell'apparato respiratorio potete estrarre dal vostro kit miracoloso l'olio essenziale di eucalipto. Se inalato (di nuovo attraverso la diffusione con umidificatore o bruciatore, oppure inumidendo una pezzetta da tenere in tasca) questo olio è in grado di aiutare ad espellere il muco, di purificare l'aria, di contrastare l'influenza con la sua azione antibatterica (velocizzando anche la guarigione) e di aiutare a lenire la tosse. 

- La lavanda: il suo profumo è riconoscibile e apprezzato da tutti grazie alla sua delicatezza, e il suo olio è impiegato soprattutto in relazione alla sua proprietà antistress. Odorare l'olio estratto dai fiori di lavanda è rilassante, abbassa drasticamente lo stress e aiuta a stabilizzarci quando subiamo traumi emozionali. Tenetene anche qualche goccia diluita in olio base da poter utilizzare contro i dolori muscolari e addominali, applicandola dopo averla diluita in olio base sulle zone interessate. Perfetto da tenere sempre in borsa per tranquillizzare i piccoli in caso di piccoli traumi come cadute o anche semplici litigi ai giordinetti. Per maggiori informazioni sulla lavanda puoi leggere questo articolo. 

- La camomilla: di nuovo, i dolori addominali possono essere combattuti con un olio essenziale. Stavolta parliamo di quello di camomilla, che, anch'esso diluito in olio vegetale, se applicato direttamente sulle parti colpite da dolori può alleviare le brutte sensazioni. Ma esso è efficace anche contro la febbre e le infiammazioni: spalmatene qualche goccia su fronte e polsi per trarne beneficio. Per maggiori informazioni sull'olio essenziale di camomilla puoi leggere questo articolo. 

- L'arnica: conosciutissima e già largamente utilizzata dagli sportivi, l'arnica è il rimedio per eccellenza contro le contusioni. Non preoccupatevi quindi quando i bimbi sono coinvolti in capitomboli accidentali o se le ginocchia sono piene di botte: potete aiutarli applicando qualche goccia di oleolito di arnica (diverso dall'olio essenziale: è un macerato oleoso derivato dalla pianta fresca o essicata) direttamente sulla zona di cute interessata, dopo essere caduti o nei casi di lividi che causano piccoli dolori.

La redazione di mammapretaporter.it

 

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Per un bambino concentrarsi profondamente è una conquista, soprattutto quando qualcosa non gli piace. Ma imparare ad avere pazienza e a prestare la giusta attenzione è un'abilità fondamentale per il suo futuro di scolaro e di adulto. Beh, non disperate genitori: bastano piccoli stratagemmi e attività divertenti per allenare questa skill dei vostri bambini. E noi siamo qui per aiutarvi!

I nostri 10 consigli per aiutare tuo figlio a concentrarsi: oggetti e attività che pian piano possono aiutarlo a conquistare la capacità di attenzione

- Innanzitutto, pensare all'aspetto visivo di ogni attività è un passo necessario per aiutare i bambini a concentrarsi. Lo sapeva Maria Montessori, il cui insegnamento principe riguarda infatti la disposizione degli oggetti durante i momenti di gioco e le attività, che devono essere sistemati in maniera ordinata e circoscritta. Il bambino è attratto dall'ordine, e più si mantiene questo ordine più la sua attenzione non rischia di scemare. Così si propone un'attività per volta e verrà proposta in un vassoio

- Ordine: per un bambino piccolo è fondamentale quando gioca avere ordine intorno a sè. Così fin da piccino aiutamolo a utilizzare un gioco per volta e quando terminato è importante mettere in ordine. Chiaramente fino ai 6 anni per un bambino è molto difficile mettere in ordine da solo, ma possiamo mettere ogni caso al suo posto noi con il suo aiuto. I bambini imparano per imitazione, se noi mettiamo in ordine anche sarà poi in grado di farlo.

- Anche la musica ha un ruolo particolare per la concentrazione dei bimbi. Pensateci: nei primi anni di vita tendiamo a insegnargli molte filastrocche. Questo è un buonissimo esercizio, sia per allenare la loro memoria sia per insegnargli attività di routine. Se per esempio canteremo sempre con loro una canzoncina dedicata al lavarsi il viso, i denti e a vestirsi il bimbo ogni volta ricorderà meglio i passaggi delle azioni mattutine e farà molta più attenzione (e meno proteste!)

- E oltre al suo ruolo attivo per la memoria, la musica è un buonissimo rilassante, perfetto per le pause durante le attività più impegnative. Ascoltare una musica dolce, come quella del carillon, o cantare motivetti insieme è un ottimo modo per fare un break senza rischiare di allontanare del tutto l'attenzione da ciò che stavamo facendo.

- Il livello successivo è imparare attraverso la musicalità. Non solo le azioni quotidiane: tutto ciò che il bimbo ha bisogno di conoscere sarà più recettibile attraverso rime e musiche. E imparando a memoria (con piacere) le parole delle canzoncine si sforzerà molto meno rispetto a quando studia "normalmente", concentrandosi così più volentieri.

- Oltre alla vista e all'udito, stimolare il tatto è fondamentale per aiutare l'attenzione, ciò significa apprendere mediante l'esperienza. Imparare attraverso materiali diversi dalla penna e dal foglio (ad esempio, la matematica con i lego o i fagioli, la scienza attraverso gli esperimenti, la scrittura aiutandosi con tavole e disegni) è molto più divertente e quindi coinvolgente. Spesso viene richiesto ai bambini di apprendere mediante l'astrazione ma fino agli otto anni il loro canale privilegiato (e spesso unico) è proprio quello corporeo e sensoriale: inutile quindi insistere sul primo per poi dire "non riesce a stare fermo e aconcentarsi", forse non è il bambino, ma è il metodo di insegnamento il problema!

- Molte volte il disturbo dell'attenzione, anche se leggero, è dovuto al fatto di non sfogare il bisogno di movimento che è insito nella natura del bambino. Lasciate quindi giocare i vostri figli molto di più in spazi aperti e ampi, in particolare nella natura, a beneficio, poi, dei momenti di concentrazione.

- Per lo stesso discorso, quando impegnato nelle sue attività (siano esse ludiche o didattiche) spesso il bambino si sente costretto se fermo in uno stesso luogo per troppo tempo. Incoraggiare i cambi di posizione e lasciare che scelgano la postazione prediletta è quindi consigliatissimo!

- Perché non sfruttare il potere dell'aromaterapia anche per aiutare i bimbi a stare più attenti e concentrati? A seconda del bisogno, potreste quindi effettuare dell'aromadifussione dell'olio essenziale di menta per aumentare l'energia e alleviare il senso di fatica, oppure fargli odorare della lavanda per un effetto super calmante. (nei prossimi giorni un articolo dedicato a questo tema!)

- Difficile concentrarsi se si ha intorno un uragano: evitiamo quindi di passare aspirapolveri e fare mestieri che proponiamo al nostro piccolo attività di concentrazione. Le pulizie di casa sono anch'esse un esercizio di concentrazione come ci insegna Maria Montessori: coinvolgiamoli quindi, senza forzarli, nelle attività domestiche fin da quando hanno appena un anno e chiaramente, in maniera indisciminata maschi e femmine. 

La redazione di mammapretaporter.it

Foto Credits: Di Kristina Walter da de.wikipedia.org, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=3081996

Domenica è vicinissima: sta arrivando inesorabile il momento dello scarto delle tanto amate uova di Pasqua da parte dei bambini! Che adorino o meno il cioccolato, alle sorpresine non resistono, ma i più piccoli sono attratti anche da qualcosa di diverso: gli incarti!

Sono grandi, colorati, hanno consistenze bizzarre che crocchiano se le si accartoccia: sono quindi uno stimolo perfetto per i piccoli esploratori del mondo. Aspettate dunque a gettarle via: con un po' di fantasia la carta che avvolge le uova di cioccolato può diventare un tesoro ludico e didattico!

Ecco i giochi e le idee per riciclare la carta delle uova di Pasqua: non sono solo le sorprese a fare felici i bambini, quindi approfittiamone!

- Con i figli più piccoli, fino ai due anni, non serve molto: basta lasciarli liberi di sperimentare attraverso i sensi questi imballaggi lucidi e accartocciabili. Li esploreranno con le mani, con la bocca, con l'udito (fanno un sacco di bei rumori, queste cartacce!), ci cammineranno sopra, li utilizzeranno come un lenzuolo per diventare fantasmini colorati. Non c'è limite a questi giochi, che li manterranno concentrati per un sacco di tempo.

- Per sfruttare ancora di più rumori e scricchiolii ipnotizzanti, le mamme possono cucire insieme (faccia a faccia) due panni di feltro o spugna, piazzandoci all'interno uno o due fogli di questa carta: diventerà la copertina preferita dai bambini.

- Di nuovo, un giochino semplice semplice senza troppe pretese, ma che ai bambini di due, tre e quattro anni piace moltissimo: con gli imballi di tutte le uova scartate durante le vacanze, create un tappetone colorato; sarà il loro spazio magico!

- E se in casa sono presenti più bambini, o se state organizzando una festa, un giochino simpatico è la pioggia di incarti. Fate cadere dall'alto i grandi fogli colorati e lasciate che i bimbi li prendano al volo. La confusione sarà variopinta e rumorosa, ma super spassosa.

- Quando arriva l'età dei travestimenti, approfittatene: questo materiale diventa immediatamente un mantello da supereroe, da re o da cavaliere.

foto 1 http://coolmompicks.com/blog/2014/09/08/handmade-custom-superhero-capes/

- Un piccolo aquilone è il lavoretto perfetto: lo si può realizzare tutti insieme e lo si sfrutta nelle giornate all'aperto. La carta delle uova di cioccolato viene così in aiuto: essendo leggera e colorata è ottima per volare. Bastano, oltre ad essa, delle cannucce e del filo bello robusto, come lo spago da cucina:

foto 2 http://onecreativemommy.com/bust-boredom-with-these-adorable-mini-paper-kites/

- Con la loro lucentezza, questi incarti si possono trasformare in corone da re e da principesse: incollatele sopra fogli di carta più spessa, ritagliate la forma della corona e chiudetela a formare un cilindro. Più glitterata è la carta più maestoso è il risultato (e non si sporcherà la casa a causa di tutti i brillantini che altrimenti si dovrebbero incollare - bellissimi ma a volte un po' scomodi!).

foto 3 https://www.bloglovin.com/blogs/a-subtle-revelry-2321906/glitter-twist-birthday-crowns-4345686202

- Dopo averci giocato, non buttate gli scarti rimasti: sono ancora sfruttabili per creare divertenti e colorati festoni per i party di compleanno dei bimbi, evitando così di comprare materiali nuovi di cui non abbiamo bisogno. Ritagliate e annodate sul filo, quindi appendete per rendere la casa ancora più briosa.

foto 4 http://www.blueistyleblog.com/2014/08/TissuePaperTasselGarland.html

- Se i vostri bimbi adorano esprimersi attraverso la creatività, ritagliate a pezzettini di varie forme la carta colorata (cerchi, cuori, esagoni, triangoli...), mettetela in una ciotola e lasciategliela a disposizione per creare collage variopinti, luccicanti e interessantissimi al tatto.

foto 5 http://www.artbarblog.com/create/easy-shapes-collage/

Sara Polotti

Sara

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Cecilia

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