Ecco una ricetta super semplice per creare gustose gallette di riso, cioccolata e tanti ingredienti a vostra scelta!
Starà mangiando abbastanza? Ogni quanto devo allattarlo? Il mio latte basterà?
Neomamma, non preoccuparti: è difficile, a volte, non scoraggiarsi di fronte alla bilancia che dichiara che il tuo bimbo non prende peso, o non agitarsi pensando che non nutri abbastanza il tuo bebè. Soprattutto nei primi giorni di ritorno dal reparto maternità. Ma stai tranquilla: sarà lui a farti sapere quando è l'ora della pappa.
I bambini piccoli, in età da poppata, non muoiono di fame: ci hai fatto caso? Be', se non ti è ancora chiaro, è così. Perché quindi preoccuparsi più del dovuto in situazioni assolutamente normali che sarebbe meglio, e più piacevole, vivere con serenità?
I bambini sanno quando mangiare. Cioè, quando ne hanno bisogno. Ogni circa due o tre ore il loro pianto significa proprio questo: è ora della poppata.
Certo, allattando naturalmente è più difficile calcolare la quantità di latte ingerita dal neonato, rispetto al biberon, quindi in effetti il peso è il miglior indicatore, nei primi giorni di vita. Lo controllerà anche il pediatra, e se ci sarà qualcosa di sospetto provvederà a capire il problema. Solitamente, però, è tutto in regola, anche se in certi periodi, magari, il vostro bambino faticherà un pochino di più ad acquistare peso, o ne prenderà troppo rispetto ai coetanei.
Nei primi giorni di vita, appena tornati a casa dall'ospedale, i neonati perdono un po' di peso, dal 5 all'8% di quello alla nascita. È normale e fisiologico. Tutto questo accade nella prima settimana di vita; nella seconda, invece, riacquisteranno il peso perso.
Crescendo, piano piano, nelle settimane successive il peso dovrebbe aumentare in maniera abbastanza omogenea. Pesato ogni giorno alla stessa ora (meglio se a digiuno) il bimbo dovrebbe prendere ogni settimana dai 150 ai 200 grammi, suppergiù.
Indicatori di buona crescita sono anche i pannolini: di media, nei primi mesi di vita dovrete cambiare 5/6 pannolini sporchi di pipì, e un paio di pupù (ancora molto liquida, fino allo svezzamento).
Detto questo, le variabili sono moltissime, ogni bimbo è diverso e ogni mamma idem. Ogni poppata è differente per portata e durata, l'afflusso di latte non è sempre costante (e variano anche i nutrienti in base al momento: il latte più ricco e grasso, più denso, arriva verso la fine della poppata!), ogni bambino si attacca e si stacca quando vuole, facendo le pause che più ritiene opportune.
Insomma, stai tranquilla: sarà il tuo bambino a dirti quando è ora di mangiare. Non sei tu, non è il pediatra, non è quella mamma dell'amichetto del fratellino "che ti ha detto che le hanno detto", non è nessun altro al di fuori del tuo bambino a decidere quando e quanto deve mangiare: sarà lui che saprà autoregolarsi, sarà lui ad avere i suoi ritmi, sarà lui a farti capire, di mese in mese, di quanto dilatare i tempi tra le poppate. È naturale, ed è istintivo.
Lui si fida di te. Tu fidati di lui.
La redazione di mammapretaporter.it
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Nel Berkshire, contea dell'Inghilterra sud-orientale, centinaia di scuole primarie hanno introdotto nei loro programmi delle ore di meditazione per i piccoli studenti. Stranezza? Innovazione?
Queste scuole inglesi hanno deciso di introdurre la meditazione allo scopo di aiutare i bambini con la loro concentrazione, il loro comportamento e il contenimento dell'ansia e dello stress. Un proposito davvero ammirevole: oggi più che mai i bambini sono costantemente esposti a situazioni che potrebbero compromettere il loro rendimento a scuola e la loro personalità. Perché allora non provare uno strumento già efficace sugli adulti?
Modificando naturalmente le modalità e adattandole alle esigenze dei bambini in età scolare, la meditazione può avere benefici evidenti.
Gli esercizi che le scuole propongono sono molto semplici e rilassanti: concentrarsi sul proprio respiro, lasciare andare i pensieri più brutti e pesanti, ascoltare le sensazioni del corpo, gestire emozioni e comportamenti. Il tutto all'interno di un ambiente rilassante e intimo, che fa sentire a proprio agio il bambino, libero di esprimersi e di ascoltare.
Il programma ha avuto inizio lo scorso anno: si iniziò con tre classi (quelle più "grandi"), per passare quest'anno a tutte quelle primarie, dai 5 agli 11 anni, dopo aver notato un netto miglioramento della concentrazione dei bambini e dei loro comportamenti. Le tecniche sono quelle tipicamente orientali, e mirano a dare ai bambini una consapevolezza su se stessi che li aiuti nel percorso scolastico e nella vita.
Basta una mezz'oretta a settimana inserita tra le altre materie, assicurano, e i benefici sono tantissimi. Oltre a stimolare positivamente le cellule cerebrali e a migliorare l'autocontrollo, la meditazione affina l'auto-consapevolezza, fondamentale per la crescita: fa sì che il bambino capisca la sua unicità, e l'unicità di ogni suo simile, sviluppando quindi anche un'empatia fortissima verso l'altro.
Nel mondo sono molte le scuole che propongono programmi di meditazione. In Connecticut, in una scuola superiore (la New Haven Accademy), hanno reso obbligatorio lo yoga tre volte a settimana per le classi prime: il risultato è stato una significativa diminuzione del cortisolo nel sangue degli studenti, un ormone responsabile dello stress. Questo anche grazie al fatto che, indipendentemente dal caos esterno, entrare nella palestra per iniziare la lezione di yoga implica lasciare tutto lo stress all'esterno.
A Dubai un college privato, il Dubai College, propone da tempo un corso per imparare la meditazione, affiancandolo ai corsi tradizionali di studio. Lo scopo è quello di gestire attraverso questa tecnica la gestione di stress e ansia che durante il periodo del college rischiano di compromettere la salute. È il periodo peggiore per loro: è quello che precede le iscrizioni all'università, e gli esami rischiano di essere corrosivi se presi per il verso sbagliato. Ma le lezioni di meditazione, insegnando il distacco dal mondo, ridimensionano le preoccupazioni e aiutano a guardare i problemi e le sfide dalla giusta prospettiva.
A San Francisco una scuola partecipante dal 2007 al programma "Quiet Time" (che prevede 15 minuti di meditazione al mattino e 15 nel pomeriggio) ha ottenuto una riduzione del 45% di sospensioni già nel primo anno, per arrivare ad oggi con il 98%.
Un bel risultato no?
Sara Polotti
La Candida albicans è un fungo che si manifesta con chiazze biancastre in varie parti del corpo: può comparire sulla lingua e sulle guance, ma può essere anche la causa della candidosi vaginale o l'evoluzione di una dermatite da pannolino. Spesso sono segni di un deficit immunitario, per cui potete valutare con il vostro pediatra l'utilizzo di acerola in polvere, ottima quella del Prodigi della terra: il mio consiglio è di assumerne un cucchiaino da caffè in 250 ml di latte vegetale una volta al giorno a partire dagli 8 mesi di età. Con la vitamina C non abbiamo rischio di sovraccarico in quanto l'eccesso viene automaticamente eliminato dal corpo.
1. Bagno aromatico:
- 1 cucchiaio di olio vegetale (mandorle, jojoba, germe di grano)
- 2 gocce di lavanda ibrida
- 2 gocce di tea tree
Mescoliamo insieme l'olio e gli oli essenziali, poi ggiungiamo questa miscela all'acqua del bagnetto
2. Crema per il sederino:
- pasta all'ossido di zinco da 250 g
- 8 gocce di tea tree
- 8 gocce di lavanda vera
Mescoliamo molto bene prima del suo utilizzo. Il mio consiglio è sempre quello di testare prima i prodotti sull'avambraccio del bambino in una zona circoscritta, attendere circa due ore e se non emergono eruzioni cutanee o prurito procedere con l'utilizzo della crema in zone più estese.
Giulia Mandrino
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Le tradizioni di Natale sono tante. L'albero, Babbo Natale (o Santa Lucia in alcune zone d'Italia), il calendario dell'avvento, il presepe, la Befana. Perché non inaugurarne un'altra, quest'anno?
Un po' come per il calendario dell'avvento, si possono utilizzare questi piccoli elfi per tutto dicembre, per accompagnare l'arrivo del Natale e di Babbo Natale.
L'idea è quella di fare trovare due o tre elfetti (magari quelli così carini di stoffa che avete trovato al mercatino di Natale l'anno scorso, o le decorazioni per l'albero a forma di folletto natalizio!) in giro per casa ai vostri bambini. Ogni giorno, al loro risveglio, li troveranno in posti inaspettati, sempre diversi: un mattina in bagno, il giorno successivo sulle mensole della cucina, quello dopo ancora sulla scrivania in cameretta.
Peculiarità degli Elfi della Gentilezza sono i messaggi che portano con loro. Ogni giorno, su un bigliettino che li accompagna, gli Elfi propongono al bambino, per prepararsi bene a questo importante periodo dell'anno, un suggerimento per esercitare una virtù fondamentale che spesso viene lasciata al caso o, ahinoi, all'oblio: la gentilezza.
Vedendoli suggeriti da questi simpatici elfi, i bambini eseguiranno i compiti assegnati volentieri, con gioia, in maniera giocosa, ed eserciteranno la loro gentilezza. Non solo: attraverso questo "gioco" (che gioco non è) vedranno quanta felicità può portare un piccolo gesto, e si abitueranno a compierne anche durante l'anno. Gentilezza e compassione implementeranno nel loro cuoricino, è assicurato!
I messaggi possono essere di ogni tipo. Dopo aver fatto la loro comparsa nei primi giorni di dicembre, accompagnati da una letterina in cui spiegano cosa ci fanno lì e qual è il loro compito, nelle mattinate successive gli Elfi della Gentilezza porteranno messaggi come "portare un sorriso ad un anziano", "preparare dei biscottini per i nostri vicini di casa", "donare dei giocattoli all'ospedale pediatrico", "esprimere la nostra gratitudine a qualcuno".
Se il compito della giornata è preparare della marmellata per gli anziani della casa di riposo, ad esempio, gli Elfi potranno comparire sul tavolo della cucina accanto alla ciotola della frutta, o dentro ai barattoli per confetture, esclamando "Ehi! Perché oggi non facciamo un po' di marmellate da portare ai nostri amici più anziani che vivono nella casa di riposo del paese? Porteremo loro una cosa deliziosa e loro ci regaleranno un sorriso e un ricordo!"; quando i bimbi si troveranno a dover "leggere un libro insieme alla sorellina che ancora non sa leggere", sarà perché hanno trovato gli Elfi proprio su quel libro aperto; oppure, quando li troveranno accanto ai loro dentifrici e spazzolini, sarà perché gli Elfi staranno dicendo loro di "lavarsi i denti in maniera perfetta finché non brillano: oggi è la giornata giusta per portare SORRISI a tutti coloro che incontreremo!".
Non datevi regole precise: il compito degli Elfi è quello di stimolare gentilezza e compassione, non quello di fare sentire i bimbi obbligati a svolgere compiti noiosi. Usate la fantasia e la conoscenza del vostro bambino, quindi, e provate, a volte, a lasciare messaggi riguardanti il giorno prima, oltre all'attività per la giornata. Sarà bellissimo per i bambini leggere ciò che gli Elfi pensano di loro, ad esempio di quanto fossero contenti nel vederli, il giorno prima, fare la buona azione: "è stato bellissimo vedervi donare i vostri vecchi giocattoli a qualcuno più sfortunato di voi - avete portato un sorriso a un bambino, ed uno al giocattolo: anche lui si sentiva stufo di non essere più utilizzato"!
Ecco dei bigliettini stampabili gratis con idee di gentilezza che potete far trovare ai vostri bimbi.
Se i vostri bambini vorranno scrivere a loro volta dei messaggi agli Elfi, lasciateli fare: anche loro possono suggerire ai piccoli amici attività che piacerebbe loro svolgere.
Ecco, funziona un po' così. Una tradizione semplice, divertente, commuovente ed educativa, fattibile con pochissimo e dai risultati meravigliosi.
C'è un gruppo di genitori, su Facebook, che ha creato la pagina "Bimbi sani in un mondo sano". Preoccupati per la salute del mondo che influisce su quella di noi stessi e dei nostri bimbi, hanno deciso di confrontarsi e condividere esperienze, dubbi, consigli e punti di vista.
I bambini passano davvero molto del loro tempo dedicato alla nutrizione nelle mense dei loro complessi scolastici, spesso ingurgitando cibi non propriamente salutari.
Che senso ha quindi fare attenzione all'alimentazione casalinga quando la maggior parte delle volte le regole a cui i genitori tengono non vengono seguite o rispettate?
I genitori ideatori della petizione, leggibile e firmabile su change.org (https://www.change.org/p/ministero-della-salute-via-gli-alimenti-cancerogeni-dalle-mense-scolastiche), vogliono far pressione direttamente sul Ministero della Salute, le cui raccomandazioni a questo proposito sono parecchio obsolete e non tengono conto degli ultimi sviluppi in materia di alimentazione.
Ciò che il Ministero dovrebbe fare è adeguarsi alle linee guida più recenti per la prevenzione delle malattie croniche e del cancro, come quelle proposte dal Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro (WCRF), dall’European Society of Cardiology (ESC), dall’American Heart Association (AHA) e dall’OMS (WHO).
Queste linee guida prevedono:
- porzioni giornaliere di alimenti vegetali come cereali integrali, verdura e frutta fresca;
- eliminazione delle carni processate e limitazione dell'assunzione di grassi saturi, carni rosse e zuccheri semplici.
I rischi di un'alimentazione scorretta sono sotto gli occhi di tutti, e allarmano quando scopriamo che, alla luce dell'ultimo rapporto OCSE, un bambino italiano su 3 è in sovrappeso, mentre 1 su 10 è già dichiarabile obeso.
Ecco cosa recita quindi la petizione, a cui aderiscono anche una cinquantina di medici e nutrizionisti:
"Noi genitori chiediamo che nelle mense scolastiche italiane siano eliminati gli alimenti considerati cancerogeni, come le carni conservate, e ridotti gli alimenti di origine animale a vantaggio di quelli di origine vegetale
in ragione delle seguenti motivazioni:
— i ripetuti allarmi sulla situazione sanitaria dei bambini italiani, tra i più obesi in Europa;
— la consapevolezza che l’obesità predispone alle malattie croniche, come diabete e malattie cardiovascolari, e al cancro; e che troppi tra i nostri bambini mostrano già segni di queste malattie in età pre-scolare;
— i reiterati appelli a ridurre il consumo di carne delle Nazioni Unite e degli enti di protezione ambientale;
— le raccomandazioni degli esperti in nutrizione del World Cancer Research Fund, che esortano a:
- basare la propria alimentazione prevalentemente su cibi di provenienza vegetale, con cereali non industrialmente raffinati e legumi in ogni pasto e un'ampia varietà di verdure non amidacee e di frutta
- limitare il consumo di carni rosse ed evitare il consumo di carni conservate
e del Ministero dell’Ambiente, che sia al fine di tutela ambientale che della salute umana sottolinea l’importanza di:
- promuovere il consumo di alimenti vegetali in alternativa a quello degli alimenti di origine animale
Questo il testo e le richieste della petizione, consultabile al seguente indirizzo (https://www.change.org/p/ministero-della-salute-via-gli-alimenti-cancerogeni-dalle-mense-scolastiche) e firmabile attraverso un semplicissimo form sulla destra.
Ad ora 5.391 genitori e interessati hanno firmato. Manca però ancora qualche passo: restano ancora 2.109 firme per dare validità alla richiesta, che verrà quindi inoltrata al Ministero della Salute solo in seguito al raggiungimento del traguardo.
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Se la Peppa Mania, da quando la serie è sbarcata anche in Italia nel 2010, ormai è dilagata e costruirvi argini è impossibile, un motivo c'è. Anzi, più d'uno! Per noi grandi è difficile capire come questa maialina possa trafiggere tanti cuori bambini dai sei anni in giù. Ma per loro l'amore è talvolta inevitabile.
Se è Peppa Mania ci sarà un perché: la maialina più famosa del mondo è amata dai bambini per molti motivi, e noi vi mostriamo 5 punti per cui questo è positivo
I disegni semplici, stilizzati e piatti sono come i loro; il punto di vista, quello di Peppa, maialina cinquenne, è come il loro; i luoghi d'azione, da casa a scuola fino al parco, sono come i loro. Non solo: la brevità dei singoli episodi permette di mantenere la giusta concentrazione senza sforzo; la voce narrante rende semplici le situazioni, immergendo il bambino senza difficoltà nello svolgersi degli eventi; i comportamenti dei personaggi (i ruttini, lo sporcarsi) sono "vietati" nella vita reale, ma lì sono divertenti. E soprattutto si ride sempre.
Quindi, ecco 5 motivi per cui Peppa Pig è un cartone positivo per i bambini.
1. La famiglia affettuosa e incoraggiante
La famiglia di Peppa è abbastanza normale: Peppa, il fratellino George, la mamma, il papà, i nonni (senza nomi: come per ogni bambino, il punto di vista è quello della piccola Peppa, che non chiama con il nome proprio i famigliari adulti). Tutto normale, ma, soprattutto, confortante. Peppa ha una famiglia affettuosa con cui passa moltissimo tempo. Il lavoro dei genitori è nominato davvero molto poco, perché, come tutti i bambini, Peppa non nota il tempo passato da loro a lavorare, ma solo quello speso bene con loro. Insomma, mamma Pig e papà Pig sono esempi da seguire: spendono tempo prezioso con i figli, li accudiscono e li supportano, trovando il modo di insegnare senza punire.
2. La caduta degli stereotipi
Famigliola felice, ok, ma facciamoci caso: non è assolutamente stereotipata, balzata fuori dagli anni Cinquanta o dal mulino bianco. I compiti donna/uomo non sono marcatamente separati come nelle trasmissioni di una volta. La mamma lavora al computer, il papà è spesso in grembiule. La signora Coniglio guida il treno e svolge lavori tipicamente "maschili", la maestra di Peppa ha un gruppo rock e Mummy Sheep ha un figlio senza una figura maschile al suo fianco. I bimbi che guardano il programma si faranno velocemente l'idea che ognuno può fare nella vita ciò a cui più è portato, e, soprattutto, che anche le figure femminili hanno del carattere. Molto moderno!
3. L'amore per l'ambiente
Spesso, all'interno delle puntate, buttate lì ma studiate per bene ci sono le scene dedicate all'ambiente. Se Peppa è consapevole e impegnata verso la natura, lo diventeranno anche i bambini che la guardano e che la amano. Peppa fa la raccolta differenziata, sta attenta ai rifiuti, fa molti picnic con la famiglia e gite in bicicletta godendosi l'ambiente. Niente di più salutare!
4. La multiculturalità e l'antirazzismo
Bellissimo è il messaggio che le diverse specie di animali presenti nel cartone mandano: ognuno è di una razza differente, visibilmente, ma tutti, tutti, tutti sono amici. Lupi, conigli, pecore, volpi, elefanti: tutti vanno a scuola insieme, sono vicini di casa, giocano e si trovano spesso tutti insieme. Certo, ognuno ha la sua caratteristica, come il verso o l'indole, ma tutti convivono con gioia e senza problemi (senza appiattire affatto le singole personalità e peculiarità razziali).
5. È un cartone animato lento, e questo è davvero, davvero positivo
Come accennato, le singole puntate sono abbastanza brevi. Ma, soprattutto, il fluire della narrazione è molto più lento rispetto ad altre trasmissioni. Oggi i bambini sono spesso alla mercé della velocità. Tutto è accelerato, ma i nostri figli hanno bisogno soprattutto di tranquillità. Peppa Pig, con il suo ritmo calmo e comodo, permette al bambino di concentrarsi senza difficoltà, senza stancarsi o sforzarsi più del dovuto, facendo proprio il cartone e inglobando quindi tutti i messaggi e i comportamenti positivi che, come abbiamo visto, Peppa Pig può infondere.
Ecco alcuni regali che trovate su Amazon inerenti al mondo di Peppa Pig
- Ospedale di Peppa
- Camper di Peppa
- Macchina di Peppa
- Razzo di Peppa
Sara Polotti
Ci sono storie, ancora poco conosciute, raccontate, che sono di una bellezza incredibile. Ci sono emozioni grandi, quelle di genitori ma anche di bambini e intere famiglie che hanno atteso quel momento per tanto, tanto tempo: la strada è stata dura per loro, hanno lottato molto, hanno sofferto e in alcuni momenti hanno pensato di non farcela. Ma alla fine eccoli qui, di ritorno a casa con il loro piccolo. Inizia una nuova storia, una nuova vita, questa volta insieme, mai più uno senza 'altro.
1. Owen aveva 20 mesi quando la sua mamma e il suo papà lo adottarono in Cina in un orfanotrofio. Photo by Brooke Collier Photography.
2.Olivia al suo arrivo in Virginia con la sua mamma e il suo papà. I suoi nonni la stavano aspettando in aereoporto. Photo by Three Continents Photography.
3.Callie al suo arrivo in Virginia con la sua mamma Grace, il suo papà Peter e il suo fratello maggiore Carson. Photo by Three Continents Photography.
4. Bella, orfana di Haiti, adottata da mamma Lisa e da papà Reade. Photo by Crystal Hardin
5. Maki, anche lui adottato da mamma Lisa e papà Reade. Photo by Crystal Hardin
6. Welly, anche lui orfano di Haiti, adottato Jennifer e Lance. Photo by MJW Photography.
7. Lisa in arrivo dalla Cina all'aereoporto di Atlanta dove l'aspettavano i nonni e tutti i parenti. Photo by Kristen Lee
8. Jillian con la sua nuova famiglia, anche lei originaria della Cina. Photo by Alyse French Photography
9. Annalee con mamma Rebecca, adottata in un organotrofio del Sud Corea. Photo by Chesley Summar.
10. Lindsay e Scott con il loro piccolo Zeke nel 2014. Photo by Jclaytor Photography.
11. Justice, adottata nell'aprile 2013 da Shelly e Jason. Photo by Tara Peddicord Photography
Scopri anche la storia di Rita, mamma adottiva.
La redazione di mammapretaporter.it
Questo ciò che dice lo psicologo Alberto Soler Sarriò, dopo aver udito in un supermercato due signore che commentavano: "devi vedere i giovani d'oggi come aiutano le mogli a tirar su i figli".
Dopo aver ascoltato questo discorso non potè far altro che mordersi la lingua e sorridere. Tornato a casa, però, decise di scrivere sul suo sito, ciò che avrebbe desiderato dire loro.
"questa è una situazione allettante per poter provocare e mettere in luce il mio lato "femminista".
Cosa avrei desiderato dire a queste signore? Probabilmente, come in altre occasioni avrei detto loro: mi scusi signora, ma la contraddico: non aiuto, né penso di aiutare mia moglie con i figli."
E proseguirei spiegandole il mio punto di vista a riguardo. "Prima di avere dei figli, non ero mai stato di quegli uomini che aiutano le proprie mogli nei lavori domestici, ma nemmeno mia moglie ha mai aiutato me. E quando sono arrivati i figli, le cose hanno proseguito nella stessa maniera: né ho aiutato con i figli, né con le faccende domestiche. Ci sarà qualcuno che non avendo intuito il tono del mio discorso, sarà ben felice di potersi appigliare a queste argomentazioni e starà pensando che sia una persona meravigliosa, compatendo mia moglie (poveretta che pena le è toccata).
No! Io non aiuto mia moglie con i figli perché non posso aiutare qualcuno con qualcosa che è mia intera e completa responsabilità. I bambini, come le faccende domestiche, non sono patrimonio di nessuno: non appartengono né all'uomo né alla donna. Come se non fossero i miei figli e non fosse mia responsabilità occuparmene. Faccio, con molto sforzo e molto gusto né più né meno quello che mi compete. Come del resto fa mia moglie."
Dopo di che, spiega perché abbiamo questa visione delle responsabilità ripartite, dicendo che:
"abbiamo ancora in mente un modello di educazione patriarcale, all'interno del quale ci sono delle distinzioni di ruoli molto nette: l'uomo è colui che procura il sostentamento, mentre la donna è colei che gestisce la casa (il che include i figli). Senza dubbio, negli ultimi decenni, la società è cambiata profondamente e questa distinzione di ruoli è passata, in molti casi, alla storia.
Oggi, la donna, seppure seguiti a subire discriminazioni, è responsabile delle sue scelte di vita. Può sviluppare le proprie capacità lavorative nello stesso ambito in cui le sviluppa un uomo, sebbene tutt'oggi le discriminazioni sociali siano profonde. Quando decide di dedicarsi alla cura dei figli, nella maggior parte dei casi, lo fa per scelta personale e non per mancanza di opportunità o diritti sociali.
In un momento storico in cui abbiamo questa parità di ruoli, parlare dei figli come fossero responsabilità esclusiva della donna, è un retaggio del passato. Oggi giorno uomini e donne si dividono (o dovrebbero farlo) in modo equilbrato quei compiti che impegnano entrambi, come la casa ed i figli. E cosa significa impegnarsi in modo equilibrato? Questo equilibrio non implica in (quasi) nessun caso una ripartizione 50-50, bensì un adattamento flessibile di disponibilità tra membri della famiglia ed incombenze che si avvicendano."
Prosegue il Dott. Sarriò segnalando quali sono i compiti propri della madre e quelli propri del padre. "Possiamo dire che, a parte il fatto di essere biologicamente madre, quindi incaricata dell'allattamento, il resto degli innumerevoli compiti che sono connessi alla cura dei figli, non sono patrimonio esclusivo di nessuno e sono totalmente ed assolutamente intercambiabili tra madre e padre, naturalmente in funzione delle circostanze o delle preferenze (sia dei figli che dei genitori - Oggi vorrei dormire con papà/mamma -) o delle abilità di ciascuno.
Una buona suddivisione dei compiti genera comprensione e non instaura conflitti, permettendo un'organizzazione armoniosa della routine domestica."
Per concludere:
"Quindi, tornando al principio, NO SIGNORA, IO NON AIUTO MIA MOGLIE NELL'ACCUDIMENTO DEI FIGLI. TANTOMENO NELLE FACCENDE DOMESTICHE. Vado con loro al supermercato e mi accompagnano ovunque vada. Cambio loro i pannolini, faccio loro il bagno, li porto al parco o preparo loro da mangiare, non per aiutare mia moglie, ma perché sono miei figli, sono mia responsabilità e desidero che possano crescere con un modello di famiglia e di suddivisione di compiti differente da quello che è stato il mio ed il suo signora."
Traduzione e revisione del testo di Sara Donati (www.saradonatifilmaker.com)
La dieta del gruppo sanguigno è un regime alimentare che si ispira all’alimentazione dei nostri antenati. Secondo questo stile, le abitudini alimentari influenzano il sistema immunitario, migliorando la propria di salute. Il naturopata italo-americano D’Adamo, ideatore di questo stile alimentare, sostiene che i 4 gruppi sanguigni (A, B, AB, 0) si siano formati durante l’evoluzione della specie e che essi rispecchino le attitudini alimentari dei vari soggetti.
Il gruppo 0, il più antico, è il gruppo dei “cacciatori”, persone con un sistema immunitario molto reattivo, con un apparato digerente molto resistente e predisposte ad un alimentazione ricca di cibi di origine animale, verdure e legumi.
Il gruppo A, è il gruppo degli “agricoltori”, persone con un sistema immunitario molto sensibile alle infezioni, la cui alimentazione dovrebbe essere basata su frutta, verdura, pesce ed uova; carne rossa e latticini non sono bel tollerati.
Il gruppo B, è il gruppo dei “nomadi”, persone con un sistema immunitario suscettibile a problematiche autoimmuni; la loro alimentazione può essere molto varia, non prediligono il glutine come il gruppo 0.
Il gruppo AB, è il gruppo più recente, presenta caratteristiche affini al gruppo A e B; il loro sistema immunitario è molto resistente contro allergie e patologie generali, non sono adatti alla digestione di carne e glutine.
Se questo stile alimentare da un lato ci permette di avere delle indicazioni di massima su quello che dovrebbe essere lo stile alimentare delle persone, dall’altro non tiene conto delle variabili individuali, tra cui la maggior reattività individuale verso determinati alimenti (reazioni allergiche o intolleranze alimentari). Oggi ci si direziona maggiormente verso la personalizzazione della dieta e a questo proposito, risulta più appropriato e soggettivo effettuare un’analisi genetica, la Nutrigenomica. Questo approccio permette di studiare e valutare il proprio corredo genetico legato al metabolismo degli alimenti e pianificare al meglio il profilo nutrizionale, sfruttando i punti di forza dei cibi che meglio rispondono alle proprie caratteristiche genetiche, migliorando le funzioni globali dell’organismo.
Dr. Alessio Tosatto, Nutrizionista IMBIO
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.