Quante volte i nostri figli trasformano il momento di lavarsi le mani in un vero e proprio allagamento del bagno? "Ma possibile che non puoi mai fare le cose come si devono fare e devi sempre pacioccare tutto?" dice la zia Ignazia (e anche a me ogni tanto viene proprio da dirlo).
Purtroppo per noi e il nostro bagno, i travasi di materiale destrutturato, quindi acqua, sabbia, farina, pastina etc..., sono un'attività importantissima per lo sviluppo non solo fisico ma anche cognitivo del bambino. E loro sono istintivamente portati a farlo non per qualsivoglia vizio, ma per il loro naturale sviluppo.
Il travaso infatti è un’attività che serve a perfezionare il movimento della mano: si prende una sostanza liquida, ma anche solida, e la si sposta da un contenitore all’altro con l’ausilio di strumenti come cucchiai, recipienti o contagocce. Nel metodo Montessori, questa operazione è considerata di fondamentale importanza per aiutare il bambino nella coordinazione dei movimenti e per acquisire sicurezza nelle situazioni pratiche della vita quotidiana.
Secondo la pedagogia del metodo Montessori, il travaso è un’attività completa e importante che aiuta il bambino nella coordinazione di suoi movimenti e ad acquisire sicurezza nelle attività pratiche e quotidiane in cui può trovarsi.
In sostanza, si prendono delle sostanze liquide o solide e si procede a trasferirle da un recipiente all’altro con l’aiuto di strumenti come cucchiai o contagocce. L’attività, in sé, può sembrare semplice e quasi banale, ma in realtà è molto importante per insegnare al bambino ad avere sicurezza nei suoi movimenti.
Per i bambini piccoli è fondamentale, infatti, stabilire la giusta coordinazione e rafforzare le abilità muscolari attraverso uno sviluppo motorio che passi attraverso i sensi. Secondo il metodo Montessori bisogna offrire al bambino i giusti stimoli, ma anche i mezzi, in grado di invogliarlo a mettere in moto l’energia corporea mediante esercizi che possa svolgere in autonomia.
Il travaso è uno di questi e, oltre a stimolare il corpo e la coordinazione, è anche un ottimo esercizio per lo sviluppo intellettivo del bambino di età compresa tra i tre e i sei anni. Attraverso diversi tentativi, e anche sbagliando, il piccolo sarà in grado così di acquistare sempre maggiore sicurezza nei movimenti e di gioire dei suoi successi.
Secondo i principi del metodo Montessori è importante definire metodo e tecnica e aspettare pazientemente i risultati dell’attività che il bambino si accinge ad affrontare. Non bisogna quindi partire da preconcetti sulla buona riuscita, o meno, e lasciare libero il bambino di affrontare con calma i suoi progressi.
I materiali che si possono usare per questa attività sono ciotole, vasi, brocche o imbuti. Il travaso può essere fatto con sostanze liquide, quindi con l’acqua che è l’elemento più semplice da utilizzare, oppure con sostanze solide, come la farina o i semi. I recipienti devono essere fragili, o comunque non pesanti, perché il bambino riceva uno stimolo a controllare eventuali errori.
Secondo il metodo Montessori quest’attività si suddivide in due periodi ben distinti; in un primo momento bisogna creare un contatto tra il bambino e i materiali che dovrà usare per il travaso, spiegando le caratteristiche degli oggetti e cosa dovrà fare. Il secondo momento è l’attività del travaso vera e propria; non correggete continuamente il bambino, ma lasciatelo sperimentare e anche sbagliare, se serve. Tutto quello che dovrete fare voi è tenere a portata di mano una spugna e una bacinella per rimediare a eventuali danni e all’acqua versata sul pavimento.
La redazione di mammapretaporter.it
Le persone a cui non piacciamo ... e solitamente è reciproco, quella sensazione a pelle di non giusto, quel qualcosa che non va e fino in fondo, quella persona non ti finisce.
Le persone che proprio non tolleri, che ti stanno (e di solito a cui stai) fortemente antipatica, quelli che non ti vanno giù e quando le incontri senti uno sfreguglio allo stomaco, ti ribolle il sangue nelle vene e combatti tra la voglia di mandarcele a quella di menargli.
I motivi sono tanti: una discussione, un diverbio, un episodio critico o semplicemente una sensazione.
Secondo me al primo impatto non si sbaglia, la prima sensazione è quella giusta, se una persona non ti piace potrai cercare di conoscerla meglio per superare quello che ritieni sia un tuo pregiudizio ma alla fine il sesto senso l’avrà vinta, almeno per me personalmente è così, la prima sensazione non sbaglia mai.
Ma noi siamo ottimiste e vogliamo pensare positivo, vogliamo proprio vedere il bicchiere mezzo pieno quindi se alla fine dei conti le persone a cui non piacciamo e che non ci piacciono, causa forza maggiore, dobbiamo vederle per una forzata convivenza (parenti – specie se acquisiti –, colleghi di lavoro, amici di amici)... beh allora pensiamo che quelle persone ci fanno un gran bene.
E’ vero che gli amici uno se li sceglie ed i parenti no, ma ci sono persone che, appunto, dobbiamo “frequentare” comunque, io cerco di vederci il lato positivo, non sempre ci riesco ma lo faccio anche solo per non dar loro soddisfazione... ed è già una cosa che soddisfazione ne da a me, quindi prendiamoci la rivincita sulle antipatiche!
Loro ci odiano o comunque ci tollerano a malapena (e viceversa), giochiamo di astuzia e facciamo scattare in noi la voglia di:
- essere sempre felici, solari ed appagate (almeno all’apparenza) per non dar loro la soddisfazione di vederci infastidite né dalla loro presenza né da null’altro, la cosa le farà rosicare
- cerchiamo di non tenere il muso quando le vediamo, piuttosto ignoriamole in modo da non dar loro motivo di attaccar bottone e poterci sfregugliare, come loro intenzione, il cervello, l’anima e le palle
- non facciamo le asociali in presenza loro e di altra gente, cerchiamo di essere sempre superiori, moralmente inattaccabili ma ferme e ben educatamente pungenti
- cerchiamo in loro presenza e di altre persone di avere sempre una battutina pronta, una cosa spiritosa, in modo da sottolineare amabilmente quanto “noi sì che siamo simpatiche...”
- cerchiamo di carpire la debolezza dell’avversario, magari un argomento che sta a loro a cuore o di cui si interessano e di informarci su quello così quando sfoggeranno la loro finta saggezza davanti agli altri avremo la risposta pronta, breve senza sproloquiare ed addentrarci troppo nell’argomento ma facendo capire (o credere) che anche noi ne sappiamo... e quanto ne sappiamo
- facciamoci trovare, nel limite del possibile, sempre ordinate, un minimo di trucco, parrucco, abitino che esalta le nostre forme, giochiamoci tutte le carte che abbiamo
Beh, detto così si potrebbe pensare “tanta fatica per una persona che non mi va... fatica sprecata” ed invece no perché comunque questa cosa giova anche a noi, sarà un modo per amare noi stesse un po’ di più e prenderci cura di noi, sarà un modo per essere sempre vigili col cervello pronto attivo e scattante, aguzzare l’ingegno e non farsi mai cogliere alla sprovvista, cercheremo di farci nuove amicizie e ci impegneremo a farci volere un po’ più bene dagli altri.
Non siete convinte... sentite già questa mi sta sul culo e ci lavoro... abbiate almeno un po’ di cuore e datemi il contentino facendomi credere che possa essere un’idea, magari non ottima, ma sempre un’idea.
Elena Vergani, autrice di Il mondo è bello perchè è variabile
I nostri amici a quattro zampe portano amore e gioia nelle nostre case e questo non potrebbe essere più vero quando in casa c’è anche un cucciolo di essereumano.
L’alchimia che si crea tra un bambino o una bambina e il suo animale è davvero speciale, anche se spesso tanti neogenitori sono preoccupati per questa convivenza. Niente di più sbagliato!
A volte molti genitori, specie se alle prese con il primo figlio, temono già dalla gravidanza o dall'attesa che la vita del piccolo insieme all’animale domestico possa presentare dei problemi. In realtà non c'è alcun problema, e sarebbe sufficiente per i neogenitori, invece di farsi prendere dal panico, riflettere sui benefici che crescere con un amico a quattro zampe comporta!
Crescere con un cane, o un gatto, fa bene, non solo per la famiglia, ma soprattutto per il bambino che avrà la possibilità di crescere con il suo amico a quattro zampe vivendo un’esperienza unica che ricorderà per tutta la vita. E questo non solo vale per l’aspetto emozionale della faccenda, ma anche per quel che riguarda benessere e salute fisica.
A dirlo è anche uno studio pubblicato sulla rivista Pediatrics, condotto in Finlandia su 400 bambini, monitorati dalla gravidanza fino al primo anno di età. Il risultato? Tutti i bambini cresciuti insieme a un animale domestico si sono rivelati essere più sani, con più possibilità di non ammalarsi rispetto a chi non possiede un animale.
La ricerca ha infatti evidenziato che vivere insieme a un animale stimola il sistema immunitario e aiuta il corpo a combattere allergie e infezioni alle vie respiratorie.
Oltre a questo, come non sottolineare l’aspetto più tenero e amorevole della faccenda? Un bambino con un animale al suo fianco si sente più sicuro, sereno e rilassato e, inoltre, avere un animale domestico aiuta l’armonia familiare e il contatto con i bambini.
Portare a spasso il cane, per esempio, è una bellissima attività di famiglia che si può svolgere insieme, come occuparsi della preparazione del cibo per il pelosetto o della sua igiene personale.
Tutto questo significa più tempo passato insieme, più ore da dedicare al contatto con l’aria aperta e meno vita sedentaria davanti alla tv e ai videogiochi. Ultima, ma non per importanza, c’è la responsabilità che avere un animale viene trasmessa al bambino, secondo quanto ci spiega il metodo Montessori, che anche sull’argomento animali domestici ha molto da insegnare.
Avere un animale, e quindi occuparsi di lui, delle sue esigenze e dei suoi bisogni è un bellissimo modo per insegnare al bambino il senso di responsabilità e la capacità di relazionarsi agli animali, essere viventi che non hanno la parola e con i quali è necessario comunicare con amore ed empatia.
Ricapitoliamo brevemente, quindi, quali sono i benefici che derivano dalla vita con un animale domestico e da tutte le attività che si possono fare con lui:
- Avere un animale insegna al bambino e alla bambina il senso di responsabilità
- I bambini che crescono con un animale sono più sicuri, empatici e sereni
- Coccolare il proprio amico a quattro zampe riduce ansia, stress e solitudine
- Prendersi cura del proprio animale aumenta l’armonia in famiglia
- I bambini che crescono con un animale hanno un sistema immunitario più forte
- A contatto con un animale i bambini incorrono meno rischi di sviluppare allergie e infezioni alle vie respiratorie
- Giocare con un cane aiuta a tenere sotto controllo la pressione sanguigna
La redazione di mammapretaporter.it
Sei interessato a questo tema? Il libro per te è Un mondo di Pet Therapy!
"Negli adulti come nei bambini la bronchite è un’infiammazione della mucosa dei bronchi conseguente in genere a un raffreddamento. Può essere un episodio isolato (bronchite acuta) o ricorrente con frequenti ricadute (bronchite cronica).
La bronchite acuta può essere causata da virus o da batteri. Spesso è accompagnata da febbre e da tosse, e talvolta anche da un’infiammazione della trachea. In una prima fase la tosse è secca, per poi diventare produttiva. Essa può essere molto insistente e debilitante, provocando dolori muscolari e contratture a tutto il torace, ma assolve alla fondamentale funzione di aiutare ad espellere il muco e il liquido prodotti nei bronchi a causa dell’infiammazione.
L’osteopatia può offrire un valido aiuto nella cura della bronchite acuta. L’osteopata agisce su due aspetti fondamentali. Da una parte, stimola la circolazione sanguigna e linfatica, favorendo il drenaggio dei liquidi in eccesso che si accumulano a seguito dell’infiammazione. Dall’altra, agisce sulla muscolatura allentando le tensioni meccaniche che a livello toracico si sono create a causa della tosse. Ciò stimola il naturale processo di auto guarigione mettendo in grado l’organismo di reagire alla malattia senza il ricorso ai farmaci che, se ripetuti, tendono a rendere il sistema immunitario sempre più vulnerabile e incapace di rispondere alle aggressioni.
Al contrario, il trattamento osteopatico, se ripetuto, aiuta a fortificare l’organismo e a diradare gli episodi di raffreddamento e bronchite."
Siamo però abituati a vedere sul web video che spiegano l'osteopatia come una tecnica che utilizza movimenti abbastanza invasivi e violenti. Cosa ci può dire a riguardo?
" Purtroppo le persone collegano l'osteoptia a una delle tante tecniche che ha a disposizione un osteopata, quella dei trust che prevedono movimenti sicuri ma importanti. In realtà appunto questa è una delle numerossisime manualità che l'osteopata ha disposizione e certamente non viene applicata in gravidanza o in età pediatrica. All’inizio i genitori possono essere un po’ insicuri all’idea di avvicinarsi ad una terapia “sconosciuta” con un bambino neonato, questo capita fintanto che non si comprende come veramente si svolge una seduta di questo tipo; la mano professionale dell’osteopata “ascolta” le diverse parti del corpo del bambino, attuando le correzioni indispensabili con altrettanta dolcezza.
Una delle basi della medicina naturale è la PREVENZIONE... e allora perché non iniziare il prima possibile? Niente ci vieta di trattare un neonato a poche ore dalla sua nascita a questo proposito ci tengo a ricordare che in paesi come Francia, Belgio, Gran Bretagna, Spagna, Stati Uniti e Australia è abituale questo lavoro sui bimbi, sin dalle prime ore di vita, anche all’interno dei Reparti Maternità. In questo modo si possono evitare le cronicizzazioni di alcune patologie future, senza avere particolari sintomi nei primi anni e abbreviando così anche l’eventuale periodo di trattamento."
Dott. Elisa Billò, osteopata e osteopata pediatrico
348-9387149
(Milano, Monza e Brianza)
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
L’osteopatia è un sistema di diagnosi e trattamento che pur basandosi sulle scienze fondamentali e le conoscenze mediche tradizionali (anatomia, fisiologia, ect..) non prevede l'uso di farmaci né il ricorso alla chirurgia, ma attraverso manipolazioni e manovre specifiche si dimostra efficace per la prevenzione, valutazione ed il trattamento di disturbi che interessano non solo l'apparato neuro-muscolo-scheletrico, ma anche cranio-sacrale (legame tra il cranio, la colonna vertebrale e l'osso sacro) e viscerale (azioni sulla mobilità degli organi viscerali).
Inoltre l'osteopatia considera il sintomo un campanello di allarme e mira all'individuazione della causa alla base della comparsa del sintomo stesso.
In questo articolo vorrei soffermarmi soprattutto sull’efficacia dell’osteopatia in gravidanza e in età pediatrica.
Nello specifico in gravidanza, l’osteopatia:
- Aiuta ad alleviare alcuni dei dolori associati al cambio di postura, all’aumento del peso, alla alterata circolazione, ai cambiamenti viscerali, ecc
- Aiuta a preparare il corpo e il bacino al parto, ciò aumenta il comfort per il bambino che sarà libero di muoversi all’interno dell’utero e di posizionarsi facilmente per il travaglio.
- Migliorare la meccanica del bacino riduce inoltre i rischi del parto sia per la madre che per il neonato.
- L’osteopatia può aiutare nella gestione delle problematiche spinali e articolari pre-esistenti al fine di ridurre l’impatto di queste sul parto o che questi problemi peggiorino proprio a seguito delle variazioni imposte dalla gravidanza.
Per quanto riguarda invece in età pediatrica, l’osteopatia:
Utilizza un approccio naturale,dolce, non invasivo e privo di effetti collaterali, e va a correggere disfunzioni posturali evitando così problemi in età adulta. Rappresenta infatti un valido e prezioso intervento in disturbi ricorrenti quali:
- problemi respiratori (asma, allergie, infezioni alle vie respiratorie); otiti, riniti e faringiti; scoliosi, problemi posturali e loro conseguenze;
- disturbi del sonno; disturbi dell’apparato gastro-enterico (stipsi, rigurgiti neonatali, reflusso);
- ritardo nello sviluppo fisico e intellettuale;
- problemi urinari (enuresi notturna);
- disturbi comportamentali e difficoltà nell’apprendimento;
- esiti post-operatori.
L’individuo è analizzato nel suo complesso, risalendo alle cause (e non solo analizzando i sintomi) delle disfunzioni o dei disturbi, cercando d'intervenire su di essi in modo da ristabilire l’armonia e l’equilibrio dell’organismo.
Dott. Elisa Billò, osteopata e osteopata pediatrico.
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L’innovazione in materia di istruzione è un aspetto molto importante: così come la chirurgia fa passi da gigante anche la pedagogia lo deve fare.
La scuola galleggiante, in Nigeria
Nel quartiere di Makoko sorge questa bellissima scuola galleggiante, intesa come spazio di apprendimento comune e come esempio per i futuri progetti di costruzione nelle regioni costiere dell’Africa. La scuola si estende su tre piani, è costruita in modo tale da resistere ai livelli dell’acqua della Laguna che la circonda, comprende un parco giochi, servizi igienici e numerose aule, ciascuna delle quali ospita fino a 100 studenti.
Orestad Gymnasium, a Copenaghen
Un po’ più vicino a noi, in Danimarca, sorge questa bellissima scuola a forma di cubo di vetro, all’interno della quale gli studenti delle scuole superiori trascorrono gran parte del loro tempo. La struttura, completamente aperta visivamente, è un modo per abituare i ragazzi agli spazi aperti e per collegare la scuola, e i suoi insegnamenti, al mondo reale al di fuori del cubo.
Big Picutre Learning, a Rhode Island
Il modello adottato da questa scuola è molto particolare e ha come obiettivo ambizioso quello di separare i muri tra istruzione e mondo del lavoro. Fin da piccoli, i ragazzi imparano che quello che conta prima di tutto sono le loro passioni e vengono affidati a mentori che li aiutano a imparare i rudimenti del lavoro che desiderano svolgere da grandi.
Egalia, a Stoccolma
Il sistema innovativo di questa scuola si fonda, invece, sulla parità tra gli studenti, senza distinzioni di genere o persone. Non esiste “maschio” o “femmina” in questa scuola e ogni bambino è chiamato per nome, senza contare che questa scuola promuove un approccio innovativo che mira a eliminare tutte le tipologie di discriminazione, di classe sociale, di età, di disabilità e orientamento sessuale.
AltSchool, a San Francisco
Qui in California si insegna ai bambini a pensare in modo flessibile, in modo che da grandi possano adattarsi a cambiare insieme al mondo in continua evoluzione. Sin da piccoli gli alunni imparano la tecnologia, la modellazione in 3D e l’informatica, con l’obiettivo di sentirsi sempre al passo con il futuro che verrà.
Sra Pou, in Cambogia
Questa bellissima scuola cambogiana è stata costruita dai membri della comunità locale con l’obiettivo di regalare ai bambini uno spazio per apprendere e trasformare le loro passioni in qualcosa di concreto a tutti gli effetti. Una ONG locale aiuta gli insegnanti in questo percorso e anche i genitori collaborano alla buona riuscita dei progetti che si svolgono in questo edificio.
P-TECH High School, a New York
Nel quartiere di Brooklyn dal 2011 esiste questa scuola molto particolare che attraverso stage e attività di tutoraggio mira a rendere molto più semplice il passaggio tra scuola superiore e università, periodo che in America è in genere preceduto da altri anni di formazione.
Steve Jobs School, ad Amsterdam
Una scuola che porta il nome del fondatore di Apple non può che essere innovativa e anticonvenzionale e così, infatti, è. In questa scuola non si seguono i rigidi schemi del sistema scolastico tradizionale ma si incoraggiano i ragazzi a intraprendere sfide sempre nuove di apprendimento personale e a scegliere diversi insegnamenti anche in base alle proprie preferenze. Tutti gli studenti ricevono un iPad personale, strumento indispensabile in questa scuola per guidare gli insegnamenti personalizzati.
Brightworks, San Francisco
Avete presente gli insegnamenti tipo come “non avvicinarti al fuoco” o “stai lontano dagli elettrodomestici in funzione”? Ecco, in questa scuola si fa proprio l’opposto, nel senso che gli insegnamenti partono proprio dalle cose più pericolose che i genitori intimano ai figli di non fare assolutamente: su questo si stabilisce un intero programma scolastico con l’obiettivo di inserire i bambini all’interno di un confine sociale preciso in modo attivo e consapevole.
Scuola Carpe Diem, nell’Ohio
Più che una scuola sembra un ufficio e, in effetti, si presenta come uno spazio che raccoglie 300 cabine, una per studente, all’interno delle quali ognuno può usare un pc che lo guiderà attraverso l’apprendimento delle materie. L’apprendimento è on line, ma ognuno ha a disposizione un tutor a cui rivolgersi in caso di problemi.
Scuole Innova, in Perù
Queste tipologie di scuole sono la risposta del Perù a una grave mancanza di educazione standard per il paese. La scuola offre diverse lezioni, dai lavori di gruppo all’apprendimento on line, con l’obiettivo di proporre un’istruzione ai bambini che possa anche solo avvicinarsi a quella tradizionale.
Scuola Blu, a New York
In questa scuola della grande mela la creatività è la chiave vincente. È stata fondata nel 2006 per colmare il vuoto creativo che, secondo un gruppo di persone, mostrava la scuola tradizionale. In questo contesto i bambini si dedicano all’arte del riciclo, alla progettazione in 3D e si adotta un metodo di apprendimento dinamico e creativo.
La redazione di mammapretaporter.it
Il cestino dei tesori è un gioco davvero eccezionale per i bambini: con budget zero, quindi prendendo oggetti della casa, possiamo creare degli stimoli davvero interessati e utili alla sua crescita.
1. Monocolore: vengono creati con oggetti di diverso tipo accomunati dallo stesso colore
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2. In legno: il materiale naturale per eccellenza il legno ci consente di sfruttare mestoli, pettini e spazzole in legno che abbiamo a casa. Se il bambino non è in piena fase orale, quindi non ha lo stimolo forte di mettere gli oggetti in bocca, possiamo anche aggiungere pigne.
http://countingcoconuts.blogspot.it/2012/07/treasure-basket-wood-ii.html
3. In ferro: anche in questo caso la cucina è il posto ideale per recuperare oggetti. Pentole, cucchiaini, utensili vari venite a noi!
4. In plastica: sono semplicissimi da recuperare in quanto ormai ne siamo invasi. Da accessori per la cucina come mestoli, pinze, palette, ma anche palline, giochini, pottigliette, sacchetti, occhiali da sole, bracciali, contenitori, pettini, bottigliette dei cosmetici....
5. Con anelli: elastici, braccialetti, insomma, tutto quello di forma circolare.
http://countingcoconuts.blogspot.it/2012/06/treasure-basket-rings.html
5. Sonoro: strumenti musicali acquistati oppure creati come maracas fatte con bicchieri di plastica con all'interno semi di fagioli e sigillati con nastro adesivo, oppure bottigliette sonore.
http://countingcoconuts.blogspot.it/2012/07/treasure-basket-instruments.html
6. Con le stoffe: dal doudou, alle presine, agli strofinacci. Variamo in spessore, colore e forma: rechiamoci in negozi di tessuti per chiedere ritagli e scarti e arricchire il nostro cestino.
http://countingcoconuts.blogspot.it/2012/08/treasure-basket-soft.html
7. Con gli specchi: da specchi in legno a giochini contenenti uno specchio, a piccoli specchi portatili, l'importante è che siano robusti.
http://countingcoconuts.blogspot.it/2012/06/treasure-basket-rings.html
8. Bianco e nero: i bambini amano i contrasti dei colori primari. Ottimo quindi proporre cestini con contrasti forti come il bainco e il nero, il rosso e il blu, il giallo e il blu.
http://countingcoconuts.blogspot.it/2012/05/treasure-basket-black-white.html
9. Le spazzole: dalle spazzole per le unghie, alle spazzole per bambini, a spazzolini, a spazzole per capelli o spazzoline e pennelli di make up, o ancora pennelli per il viso o pennelli da pittura. Qui davvero possiamo variare tantissimo!
http://countingcoconuts.blogspot.it/2012/06/treasure-basket-brushes.html
10. Con forme sferiche: palline di ogni dimensione e forma. Attenzione solo alla possibile tossicità delle vernici e dei materiali!
11. Con oggetti ruvidi: spugne abrasive, grattugia a maglia stretta, carta abrasiva, ma anche fogli di carta ruvida. Interessante anche proporre un cesto dei tesori utilizzando materiali ruvidi e materiali lisci.
12: Con oggetti conchi: ciotole di plastica, legno, misurini americani a tazze, tazze di plastica e bicchierini. Il bambino sperimentarà con vista, tatto e spesso gusto, per inerirle poi una dentro l'altra o creare e poi distruggere torri.
13: Profumi: cannella, ma anche limoni, mandarini, sacchetti di lavanda, sacchetti di camomilla, ma anche di eucalipto, menta ed erbe aromatiche.
14: Con oggetti della mamma (o del papà): cravatte, ciabatte, orologi insomma tutto quello che il bambino può collegare in maniera forte al proprio genitore.
15: Con le foto: per bambini non proprio piccini, ecco un cesto dei tesori particolare. Inseriamo all'interno del nostro cestino le foto della nonna, ma anche di lui stesso in situazioni diverse.
16: Con la carta: carta pacchi, nastri, nastrini, piatti e bicchieri di carta. Variamo in consistenze, spessori e luminosità.
17: Con la frutta e la verdura: stimoliamo i 5 sensi dei nostri bimbi con frutta e verdura di stagione! Saranno coinvolti sia a livello di olfatto, che di vista, che di tatto.
Giulia Mandrino
“Con tutti i giochi che ha, va a prendere le mollette!”. Quante volte abbiamo sentito dire o detto frasi di questo genere? I bambini si dimostrano molto più attratti dalle “cose di casa” che dai giochi che , in teoria, sono stati appositamente studiati per essere attraenti e adeguatamente stimolanti. Niente da fare. Molto meglio giocare con portachiavi, utensili di cucina, gomitoli di lana, carta da regalo....
Ecco allora il cestino dei tesori: un gioco semplice ed economico da proporre ai nostri bambini per stimolare la loro crescita sensoriale e cognitiva
"Il gioco consiste nel preparare oggetti presenti in casa al bambino all'interno di un cestino: ci sono oggetti da guardare , da toccare, da udire, da assaggiare, da annusare. Ci si può sbizzarrire nell’offerta dei materiali, ce ne sono moltissimi: più esperienze sensoriali si mettono a disposizione del bambino, meglio è. Periodicamente è utile sostituire gli oggetti contenuti nel cestino per riattivare l’interesse e offrire la possibilità di fare nuove scoperte. Soprattutto per i bimbi piccoli, questa è un ottimo strumento che consente di stimolare i canali sensoriali, percepire l’ambiente circostante, facilitare l’acquisizione di competenze come la concentrazione e la capacità di prendere decisioni. Infatti l’adulto fa solo da spettatore , non propone direttamente al bambino di osservare un oggetto anziché un altro, lascia che il bambino selezioni secondo le proprie inclinazioni" ci spiega la dott.ssa Monica Contiero nel libro Mamme pret a porter, il primo anno insieme, Mental Fitness Publishing.
Questo gioco è normalmente utile per bambini a partire dai sei mesi di età: basta selezionare i materiali da offrire al bambino che possono essere divisi a seconda del tipo di materiale, del senso che si vuole stimolare (olfatto, vista, tatto, gusto), della forma (sferico, concavo...).
Ecco alcune idee per creare cestini dei tesori di diverso tipo.
Possiamo altresì proporre un cestino dei tesori eterogeneo, quindi contenenti all'interno materiali e oggetti non classificati per tipologia. A seconda dell'età del piccolo si consiglia di sottoporre alla sua attenzione un materiale piuttosto che un altro: a un piccolo nel pieno della fase orale, quindi del mettere tutto in bocca, non sarà utile proporre un cestino dei tesori contenente materiale come pigne o stecche di cannella che non devono essere ingerite. Meglio puntare su oggetti di plastica o di legno non ingeribili.
Giulia Mandrino
Cosa fare per far giocare il bambino e farlo in un modo sempre più stimolante e creativo? Questa è un po’ l’impresa di tutti i genitori alle prese con i propri bambini e con la volontà di proporre attività ricreative sempre interessanti e utili.
Ecco allora 9 giochi da fare con i bambini tra i 6 e i 24 mesi: spunti per giocare con il proprio bimbo e superare indenni una giornata in casa
Si tratta di giochi semplici, che potete fare a casa senza dover costruire nulla, che presuppongono talvolta l’ausilio di oggetti, come lo specchio o la carta colorata, altre volte l’attività corporea, che in questo caso si trasforma in giochi divertenti da fare sul tappeto di casa.
Giocare con lo specchio
Una volta che il bambino avrà scoperto il suo volto nello specchio, avrete a portata di mano un gioco molto divertente: i bambini amano vedere la propria immagine riflessa e questa è un’attività che si può svolgere saltuariamente per circa 10 minuti ogni giorno.
Giocare con l’acqua
Un altro modo divertente per giocare con il bambino è quello di fargli scoprire l’acqua, lasciare che la tocchi mentre scorre dal rubinetto o che la versi direttamente su un vassoio e dentro i giocattoli.
Giocare con la carta colorata
La carta colorata si può stropicciare e accartocciare in diversi modi: i bambini si divertiranno a sentire i suoni che la carta produce e ne rimarranno affascinati.
Giocare a ‘vola vola’
È il gioco più antico del mondo e consiste nel prendere il bambino in braccio, o sistemarlo sulle gambe, per mimare il movimento dell’areo, accompagnato a canzoni o a filastrocche. Il divertimento è assicurato!
Giochi sensoriali
Le attività sensoriali di ispirazione montessoriana sono perfette per aiutare il bambino a sviluppare i suoi sensi e possono essere svolte a partire anche da semplici bottiglie, riempite con qualcosa che provoca rumore, che i bambini possono divertirsi ad ascoltare.
Bolle di sapone
Le bolle di sapone sono un gioco senza tempo, sono divertenti, si possono anche realizzare a casa con del sapone e i bambini si divertiranno moltissimo.
Giochi da fare durante il bagnetto
Il bagnetto è un ottimo momento per giocare insieme al piccolo immerso nell’acqua con giochi come le paperelle e piccoli oggetti galleggianti.
Cestino dei tesori
Anche il cestino dei tesori è un’attività ludica di ispirazione montessoriana e consiste in una sacca, che può anche essere realizzata a casa con vari materiali, all’interno della quale inserire diversi oggetti; lo scopo del gioco è indovinare il contenuto della sacca aiutando il bambino a sviluppare il tatto.
Leggere libri
Leggere una fiaba al proprio bambino è un bellissimo modo per incuriosirlo verso il mondo della fantasia e verso la scoperta di qualcosa sempre di nuovo attraverso l’universo della lettura.
La redazione di mammapretaporter.it
Un forte contatto con la natura, con un panorama mozzafiato e con un’opera d’arte è in grado di garantire un maggiore benessere psico-fisico. È quello che dice una nuova ricerca americana messa a punto dall’Università di Berkeley, in California.
I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Emotion e contengono dati molto interessanti per quanto riguarda la correlazione tra il sentimento di stupore, derivato dalla contemplazione della natura, di un paesaggio mozzafiato o di un’opera d’arte, e il benessere psico-fisico della persona.
Secondo i dati raccolti, insomma, il contatto con l’arte e con la natura potrebbero aiutare il corpo a difendersi da infiammazioni e a proteggersi da malattie croniche. Secondo i ricercatori esiste una comprovata correlazione tra i sentimenti di timore, che l’arte e la natura affievolirebbero, e i marcatori del corpo che si attivano in difesa dell’organismo a seguito di un’infiammazione.
Stupore, meraviglia e sensazioni positive aiuterebbero invece non solo il nostro umore, ma anche il nostro corpo, mantenendolo più sano e forte. Sì, quindi, a più passeggiate in mezzo alla natura, al contatto con l’arte, con la musica e a tutto ciò che ha a che fare con il piacere inteso come esperienza di vita e di apprendimento.
Per spiegare i risultati a cui sono giunti, i ricercatori hanno deciso di pubblicare uno dei loro metodi di studio. Hanno suddiviso alcuni giovani adulti in gruppi e hanno chiesto loro di ricordare quando, e in quali circostanze, avessero vissuto sentimenti positivi come stupore, meraviglia e gioia.
Il risultato è stato a dir poco sorprendente; a tutti gli individui che hanno raccontato le esperienze vissute è stato poi prelevato un campione cellulare per analizzare i livelli di citochina presenti all’interno dell’organismo. Ne è emerso che nel corpo di chi ha raccontato esperienze gioiose e felici erano presenti bassi livelli di citochina, che aumenta, invece, in relazione agli stati infiammatori e patologici.
Cosa ne deduciamo da questa ricerca?
La risposta è più semplice di quello che si potrebbe pensare. Una vita sana, felice e a contatto con le cose belle, come la natura, i viaggi, i paesaggi e l’arte, aiuta il nostro corpo a vivere meglio e favorisce la nostra mente verso uno stato mentale sereno e più felice.
La redazione di mammapretaporter.it