Shaken baby syndrome” (o “Abusive head trauma”) significa letteralmente “Sindrome del bambino scosso”, e già dal titolo suggerisce si cosa si tratti: si riferisce ad una pratica che molti genitori ritengono innocua, ma che in realtà rischia di causare danni importanti al bambino.

Ci riferiamo al gesto di scuotere, mentre lo teniamo tra le braccia, il bambino quando piange. Solitamente si ricorre a questi “scossoni” nelle situazioni in cui il pianto non pare placarsi, come ultima spiaggia o come tentativo.

Ma questa pratica è davvero pericolosa, e ora vi spieghiamo perché.

La sindrome del bambino scosso o shaken baby syndrome: perché scuotere il bambino per calmarlo è pericoloso e sconsigliato

Scuotere il bambino può sembrare, a parole, un gesto estremo, crudo e violento, ma purtroppo capita a moltissimi genitori (e nonni, e babysitter…), anche sovrappensiero, di compierlo, soprattutto quando prede dell’esasperazione perché un pianto apparentemente immotivato non si placa. Tuttavia, queste scosse “consolatorie” tra le nostre braccia sono davvero pericolose, soprattutto per i bambini tra le due settimane e i sei mesi di vita.

Ma perché? Prima di tutto, dobbiamo pensare al bambino come ad un essere umano che si sta sviluppando, che è debole, che sta rinforzando le ossa e la muscolatura. In particolare, il suo collo - fino ai due anni di vita - non presenta una muscolatura forte. Anzi, nei primi mesi i bambini non sono ancora addirittura in grado di sostenere la testa da soli, e sappiamo quanto è importante sorreggerla.

Per lo stesso motivo gli scossoni sono pericolosi. Quando il bambino viene scosso in maniera non lieve, la testa non viene “frenata” dai muscoli del collo, e di conseguenza il cervello viene sbattuto contro le pareti del cranio. Accanto a questo, ci sono il volume e il peso della testa in relazione al corpo, le caratteristiche della struttura ossea dei bambini (molto elastica), il basso tono muscolare e l’immaturità del sistema nervoso centrale, ancora molto “acquoso”, e della massa cerebrale, molto fragile.

Potenzialmente, le lezioni possibili sono gravissime, e può insorgere quella che, appunto, si chiama “Sindrome del bambino scosso”. E, purtroppo, bastano pochi secondi. Ad essere interessati da questa sindrome, dunque, sono il cervello e gli occhi. Il primo con delle emorragie, i secondi con delle lesioni della retina.

Per capire se il bambino è affetto da questa sindrome, come fanno sapere da Un Pediatra Per Amico possiamo osservare alcuni campanelli di allarme, come “vomito, inappetenza, difficoltà di suzione o deglutizione, estrema irritabilità, sonnolenza, assenza di sorrisi o di vocalizzi, rigidità nella postura, difficoltà respiratorie, difficile controllo del capo, fratture delle costole e delle ossa delle braccia”.

Evitiamo del tutto, quindi, di scuotere i bambini! Per calmare i pianti che non si placano esistono moltissime altre soluzioni. I giri in macchina nel seggiolino, ad esempio, oppure i bagnetti calmanti. Anche le coccole skin to skin favoriscono la calma, così come il riportare in braccio il bambino in posizione fetale. Molti bambini gradiscono anche il rumore della lavatrice, dell’asciugacapelli o dell’aspirapolvere.

Se il pianto non si placa, prima di tutto assicuriamoci che non sia a causa di problemi di salute del bambino (rivolgendoci al pediatra), e, non ultimo, lasciamoci aiutare da parenti e amici: a volte lo stress dei genitori si riversa sullo stato d’animo del bambino, come in un circolo virtuoso. Ma il benessere di tutti è ciò che garantisce la serenità, e di conseguenza non dobbiamo arrivare all’esasperazione, ma lasciare che ci arrivi una mano dall’esterno o dall’interno.

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Dove acquistare i lettini montessoriani

Giovedì, 24 Ottobre 2019 13:05


Se abbiamo deciso di optare per il letto Montessori per i nostri bambini, la scelta è molto ampia. A differenza di qualche anno fa, quando i mobili montessoriani e i giocattoli Montessori erano piuttosto costosi e si faticava a trovarli nei negozi, ora che la pedagogia montessoriana si è diffusa possiamo trovare letti montessoriani di moltissimi tipi e di varie fasce di prezzo. Ecco dunque una selezione di siti e marchi dove possiamo trovare il lettino montessoriano per la cameretta dei nostri bambini.

Dove acquistare i lettini montessoriani: i siti e i negozi che propongono letti Montessori per bambini per tutte le tasche e tutti i gusti

La prima scelta è l’Ikea. Anche se non esiste un lettino prettamente “Montessori”, molte famiglie scelgono il lettino Sniglar, segando poi le gambe e lasciandolo così ad altezza pavimento. Costa 55 euro, ha una spondina molto sicura e in effetti è una soluzione davvero ottima.

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Anche su Amazon troviamo un sacco di opzioni. Questo lettino si chiama Scoiattolo, costa 280 euro ed è davvero molto bello, con un design nordico semplice e pulito.

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Meno costoso è invece questo lettino che troviamo sempre su Amazon a 130 euro: è una struttura per lettino a forma di tenda, all’interno della quale, semplicemente, appoggiare il materasso.

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Anche Etsy propone vari lettini Montessori: basta visitare questa pagina per trovare soluzioni per tutte le tasche e per tutti i gusti, con letti montessoriani provenienti da tutto il mondo.

In questo articolo, invece, vi abbiamo parlato di ArgDesign, azienda di mobili che punta sul rinnovabile e sul naturale, che propone lettini montessoriani davvero graziosi e sicuri.

Famosi (perché bellissimi!) sono anche i letti montessoriani del marchio Woodly, che troviamo a questo link, a dorma di macchinine e quindi super divertenti in tutte le camerette. Ci sono anche in versione “normale” impilabile, e possiamo anche acquistare il materasso perfetto per i bambini.

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Infine, ecco i lettini artigianali BabyLodge, prodotti in Italia e fatti interamente in legno. Sul loro shop online troviamo due strutture, “Nuvola” e “Aria”, e in abbinamento (opzionali) il materasso e il kit estensione, utilissimo per estendere l’utilizzo del lettino fino a 10 anni di età.

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Il cambiamento climatico è realtà, e Greta Thunberg in questo senso ha un merito: avere avvicinato anche i più giovani a questo argomento. Ma non dovrebbero essere solo i ragazzi delle scuole superiori ad interessarsene. Sensibilizzare i bambini sulla salute del nostro pianeta e gli atteggiamenti da adottare per prendercene cura è un nostro dovere.

Come sempre, a venire in nostro aiuto sono i libri per bambini. Ecco dunque una selezione di letture per i più piccoli per introdurre e approfondire l’argomento dei cambiamenti climatici.

I libri per bambini per parlare dei cambiamenti climatici: le letture per sensibilizzare i bambini sulla salute del nostro pianeta e per fargli amare l’ambiente

10 cose che posso fare per aiutare il mio pianeta

Partiamo proprio dai lettori più piccini, con questo libro per bambini dai 3 anni che attraverso immagini di gesti quotidiani educa in maniera semplice allo stile di vita sostenibile. Imparando certe azioni da piccoli, i bambini cresceranno consapevoli e soprattutto abituati a certi gesti, senza dover aggiustare il tiro (in maniera super faticosa!) quando saranno più grandi.

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Uffa che caldo!

Il primo libro si intitola “Uffa che caldo!”, è edito da ElectaKids ed è stato scritto da Luca Mercalli. Parla ai bambini, attraverso testi e illustrazioni, di come le nostre azioni influenzino lo stato di salute della Terra, di come il surriscaldamento globale renderà le cose più difficili e di come fare per ridurre i rifiuti e adattare la nostra vita ad uno stile più sostenibile. Un libro imperdibile per i bambini dagli 8 anni.

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Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare

Questo piccolo romanzo di Sepulveda non parla direttamente dei cambiamenti climatici, ma in maniera poetica e romanzata mostra ai bambini come l’uomo può distruggere la natura (tremendo è vedere come il petrolio faccia del male alla gabbianella!) o possa salvarla.

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La storia di Greta

Questa biografia non ufficiale di Greta Thunberg il cui sottotitolo è “Non sei troppo piccolo per fare cose grandi” introduce i bambini alla figura della ragazzina che sta cercando di cambiare il mondo in meglio, spiegando perché Greta ha deciso di combattere questa battaglia e di come noi per primi possiamo metterci in prima linea, cambiando pian piano le nostre abitudini.

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Insieme per salvare il mondo

La storia è quella di Sofia, una bambina impegnata come Greta nella lotta ai cambiamenti climatici, che accompagna i bambini in un viaggio che spiega le cause e le conseguenze del global warming. C’è il lieto fine, e questo ci piace, perché sprona i bambini ad andare in quella direzione.

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L’ecologia spiegata ai bambini

Questo libro per bambini dai 6 anni spiega in parole semplici e coinvolgenti il significato di “ecologia”, attraverso la storia di una volpe e di un pellicano, mostrando ai bambini gli effetti del surriscaldamento globale sul pianeta.

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Che cos’è il global warming?

Per capire meglio cosa sia questo famoso surriscaldamento globale, questo libro è perfetto. Pensato per i bambini dagli 8-9 anni, cerca di rispondere a tutte le domande in maniera semplice ma articolata.

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Il microbiota umano, perché è importante

Mercoledì, 23 Ottobre 2019 13:55

Il microbiota umano o intestinale è l’insieme di tutti quei microorganismi simbiotici che vivono all’interno del nostro organismo, senza danneggiarlo. In altre parole, parliamo dei batteri buoni, quelli benefici, che popolano il nostro apparato digerente e che svolgono funzioni benefiche, ostacolando anche la colonizzazione dell’intestino da parte degli agenti patogeni, batteri di ceppi diversi.

La funzione di questi microorganismi buoni è quella di sintetizzare alcune sostanze come le vitamine, digerire le molecole complesse e produrre nuove molecole, che verranno poi utilizzate dal nostro corpo.

Il microbiota umano, perché è importante: dall’alimentazione e dall’integrazione passa la salute del bambino

Come fanno sapere dalla Fondazione Umberto Veronesi, “Gli acidi grassi a catena corta prodotti dai batteri intestinali, sono utili a mantenere in salute l’intestino, proteggendolo dalle infiammazioni e dall’insorgenza di tumori. Inoltre, il microbiota mantiene in allenamento il sistema immunitario. Un microbiota ricco di batteri capaci di digerire e fermentare i flavonoidi contenuti nella frutta e nella verdura promuove la produzione di sostanze che hanno effetti protettivi sulla salute cardiovascolare. Cibi ricchi di acidi grassi saturi e alimenti molto calorici stimolano invece la proliferazione di ceppi di batteri che promuovono l’infiammazione”.

Da qui capiamo l’importanza di questo microbiota umano, e, di conseguenza, l’importanza dell’alimentazione e dell’integrazione. Anche nei bambini è importantissimo: nei primi 1000 giorni di vita i nostri figli formano la loro salute futura, e anche l’intestino gioca la sua parte. I batteri buoni nel suo intestino, infatti, insegnano da subito al sistema immunitario cosa combattere, lo educano, e di conseguenza fare attenzione all’apparato digerente diventa fondamentale per costruire le sue difese immunitarie, rendendo la salute solida.

Le ultime ricerche parlano proprio del ruolo del microbiota nelle malattie e come utilizzarlo per prevenire o curare determinate patologie. Le conclusioni parlano chiaro: arricchire il microbiota intestinale di batteri buoni (a scapito, dunque, di quelli cattivi) aiuta a costruire un buono stato di salute.

A questo proposito la scorsa settimana abbiamo partecipato ad un evento divulgativo promosso da Guna, azienda farmaceutica italiana, con il Dott. Franco Vicariotto, Ginecologo e Ostetrico dell’ospedale Humanitas/S.Pio X di Milano e la Dott.ssa Pediatrica Eleonora Lombardi Mistura. I due medici hanno spiegato molto bene come costruire un microbiota sano nel bambino, partendo già dalla gravidanza.

In gravidanza mantenere una corretta alimentazione è fondamentale”, ha spiegato il dott. Vicariotto, “non solo perché aiuta a conservare il proprio microbiota intestinale, ma anche perché consente lo sviluppo corretto di quello del feto, passatogli dalla madre – come molte altre cose – durante i mesi di gestazione”. Oltre all’alimentazione, la madre può seguire una terapia di integrazione, sempre seguita dal proprio medico, per evitare eccessi e personalizzare il tutto.

Una volta nato, per il bambino sarà molto importante anche il latte materno, ma anche il contatto pelle a pelle con mamma e papà, come ha spiegato la dottoressa Lombardi Mistura: attraverso il parto naturale il bambino si “sporca” di batteri vaginali sani, ereditando il microbiota della madre. In caso di cesareo, questo microbiota si formerà attraverso il contatto skin to skin con i genitori.

Una volta cresciuto e svezzato, per il bambino sarà quindi fondamentale l’alimentazione: attraverso una dieta corretta ed equilibrata si rafforzerà il microbiota costruito nei mesi precedenti. E per far sì che il microbiota fiorisca sano, sono necessarie tanta frutta e verdura, che grazie alla loro fibra vegetale contribuiscono alla sopravvivenza di questi batteri buoni nell’intestino.

Anche l’integrazione, quando consigliata dal proprio medico o dal farmacista (non, quindi, presa a sproposito), può aiutare alla costruzione di un microbiota sano. Da Guna, ad esempio, troviamo due prodotti molto validi: “Colostrononi”, con colostro bovino liofilizzato e succo di noni, che aiuta a costruire un buon sistema immunitario, e ProFlora, pensato proprio per equilibrare la flora batterica intestinale con ceppi probiotici gastroprotetti, vivi e vitali e fibre prebiotiche.

Tutto questo contribuirà a donare al bambino un sistema immunitario equilibrato, per una vita sana e lunga, libera da infiammazioni croniche.

Ma il seitan cos’è? Semplicemente, si tratta di un ingrediente davvero versatile a base di glutine del grano di tipo tenero o farro o khorasan. È una sorta di impasto altamente proteico, e proprio per quest’alto contenuto di proteine è utilizzato nella cucina vegana e vegetariana per sostituire la carne.

Ma non solo per le sue proprietà: essendo appunto versatile, il seitan prende spesso il sapore della carne e degli affettati, e per questo permette di cucinare ricette della tradizione trasformandole in piatti vegetariani o vegani.

Cos’è il seitan e come possiamo utilizzarlo in cucina: da cosa deriva il seitan e come declinarlo in cucina per ricette variegate

Il seitan è, come dicevamo, un impasto con moltissime proteine che deriva dalla lavorazione del glutine del grano tenero, del farro o khorasan. La sua origine è orientale: nasce in Giappone ed è conosciuto dai tempi più antichi, quando venne preparato per la prima volta dai monaci buddisti.

Lo si può preparare in casa, ma ormai lo si trova anche nei negozi più o meno specializzati. Lo si ottiene lavorando la farina di frumento con dell’acqua, per estrarre il glutine. Il glutine viene poi bollito in una pentola di acqua con salsa di soia, aromi e alga kombu, diventando un impasto per preparare hamburger, panetti, salsicce, bistecche…

Come accennato, per sapore e per contenuto di proteine il seitan viene utilizzato come alternativa alla carne, anche se ha delle differenze da quest’ultima. Innanzitutto, è più morbido e gommoso, e il suo sapore è leggermente più dedicato rispetto alla carne e agli insaccati. Ma è simile anche per le calorie, dal momento che ne contiene 120 ogni 100 grammi circa. Il contenuto di grassi, tuttavia, è molto ridotto rispetto a quello della carne.

Se compriamo il seitan precotto, possiamo addirittura mangiarlo così, senza grandi preparazioni, un po’ come un carpaccio, condendolo con sale e olio.

Altrimenti, ci sono moltissime ricette per tutti i gusti. La più semplice è il seitan alla piastra, che ricorda il petto di pollo scottato sulla griglia. Basta tagliare il seitan a fette e grigliate con un filo di olio in una padella antiaderente o su una griglia, condendolo poi come preferiamo.

Buonissimo e “della tradizione” è il ragù di seitan, un ragù vegetariano che possiamo preparare a casa e che è davvero molto saporito e gustoso, ma a differenza di quello di carne ha molti meno grassi. Qui trovate la ricetta. E con lo stesso ragù possiamo preparare anche le lasagne.

Molto buono è anche il seitan con zenzero e mandarino (questa la ricetta), un piatto fresco ma sostanzioso per spezzare la routine.

Di nuovo dal sapore tradizionale, ecco la ricetta dello spezzatino di seitan, che ricorda la classica carne in umido delle nonne, dalla cottura, però, non troppo lunga.

Infine, ecco le cotolette di seitan: come le milanesi tradizionali, impaniamo delle fettine di seitan con dell’uovo e del pan grattato e facciamole dorare in padella con abbondante olio di semi di arachide caldo.

Si chiama menarca, e segna una tappa importante nella vita di una donna: la prima mestruazione fa paura, eccita, spaventa, instilla dubbi, fa tenerezza… Non c’è un sentimento univoco, ma è fuori dubbio che questo evento sia davvero importante, e come tale deve andare trattato.

Ma come affrontare l’argomento? Quando cominciare a parlarne? E come trovare l’equilibrio tra delicatezza e serietà?

La prima mestruazione delle nostre figlie, come affrontare l’argomento: come parlare alle nostre figlie del menarca e del ciclo mestruale

Rispetto al passato l’età in cui appare il menarca sta scendendo: si stima che solitamente il primo ciclo mestruale appaia tra i 10 e i 15 anni, suppergiù. In ogni caso, l’argomento dovrebbe essere introdotto prima, in modo da non farle trovare impreparate. In quel caso, infatti, lo spavento è normale: trovare del sangue sugli slip fa paura, se non sappiamo che sta succedendo.

Detto questo, la prima regola da seguire è: non facciamo diventare le mestruazioni un tabù. Quindi, prendiamo la palla al balzo e, quando le nostre bimbe vedono che ci cambiamo l’assorbente, lasciamo che ci facciano le domande che ritengono più opportune, rispondendo sinceramente.

Seconda regola: è superato il tempo in cui le mamme insegnavano alle figlie a chiamare le mestruazioni “le rosse”, “le mie cose”, “il barone rosso”, “lo zio d’America” e chi più ne ha più ne metta. Evitiamo i nomignoli e chiamiamo le mestruazioni con il loro nome! Non c’è niente di cui vergognarsi e il primo passo per togliere quest’aura “vergognosa” è chiamare le cose come stanno, senza renderle ridicole.

Il ciclo mestruale non dovrebbe creare imbarazzo o vergogna, e per raggiungere questo scopo trattare l’argomento con la serietà che merita è fondamentale. Anche perché le mestruazioni sono un passo importantissimo nella vita di ogni donna: volenti o nolenti, fanno percepire quel passo dall’infanzia all’età adulta.

Come dicevamo, dobbiamo però affrontare l’argomento con anticipo, in modo da preparare le nostre figlie. Come per tutto, la conoscenza e l’educazione sono fondamentali, per essere preparati, per evitare i pregiudizi e per non credere ai falsi miti (che, purtroppo, le nostre figlie sentiranno in continuazione, nonostante viviamo nel 2019). Parlarne in maniera tranquilla, sincera e serena è semplice: basta spiegare alle bimbe perché accade, come avvenga ciclicamente e come sia un sintomo del buon funzionamento del nostro corpo.

Prima che arrivi il menarca potremmo accorgerci di qualche cambiamento: i seni delle nostre bimbe cominciano a svilupparsi, così come i peli pubici e sotto le ascelle. È questo, dunque, il momento di tirare fuori l’argomento (se non lo si è già fatto), prendendo l’occasione per parlare dello sviluppo in generale.

Arrivato il menarca, il ciclo potrebbe arrivare già regolare, oppure irregolare per qualche mese, regolarizzandosi con il tempo (se ciò non avviene dopo due anni, è bene parlarne con il medico). Questo è dovuto agli ormoni, ancora ballerini, e a vari fattori come l’alimentazione e l’ambiente in cui si vive.

Importantissimo è spiegare che le mestruazioni non intralciano la vita di tutti i giorni (a discapito delle vecchie credenze): può fare male la pancia, possiamo sentirci strane (di umore ballerino) e possono esserci segnali pre-ciclo molto fastidiosi (non bisogna avere paura o vergogna!), ma in generale il ciclo mestruale non ci impedisce di fare ciò che vogliamo.

Tutto questo per un semplice motivo: non dipingere le mestruazioni come una seccatura, una vergogna o un tabù le rende più normali, più naturali e più accettate! Ed è fondamentale, soprattutto in una fase delicata come quella della preadolescenza.

Molto utili e interessanti in questo senso sono due libri per le nostre figlie: il primo si intitola “Solo per ragazze”, ed è un libro con tutte le risposte alle domande che frullano in testa ad una ragazza preadolescente, con un bel capitolo sulle mestruazioni e un utilissimo glossario finale.

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Il secondo è “Girl to Girl”, ed è un libro “A tu per tu con te stessa e il tuo corpo che cambia”.

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Consigli salvatempo per genitori

Mercoledì, 23 Ottobre 2019 07:46

Non importa il mestiere che svolgiamo, che siamo casalinghi o lavoratori, che lavoriamo in ufficio o da casa. Essere genitori è sempre un gioco di incastri, e spesso ci ritroviamo a cercare soluzioni e a mettere in atto piccoli trucchetti per risparmiare tempo, organizzare le giornate al meglio e passare così più tempo di qualità con i bambini.

Ma quali sono gli stratagemmi quotidiani che possono permetterci di risparmiare davvero tempo, evitando le classiche corse e guadagnando così del vero tempo da passare in famiglia?

Consigli salvatempo per genitori: i trucchi per risparmiare tempo ogni giorno, guadagnando momenti da passare in famiglia ed evitando di fare le corse

La spesa una volta a settimana

Fare la spesa il meno possibile può essere la prima soluzione. Invece di tante piccole spese, meglio farne una grande, con tutti i prodotti che possono essere conservati in dispensa, uscendo poi durante la settimana solo per le verdure fresche, la frutta e i prodotti freschi, meglio vicino a casa (scegliendo quindi il km zero, quando possibile). Altro trucco è scegliere un supermercato che conosciamo: si risparmia la metà del tempo rispetto ad uno in cui non abbiamo riferimenti.

L’abbonamento pannolini

Si risparmia, ci si toglie il pensiero, ci si rilassa: sottoscrivere un abbonamento pannolini come quello di Lillydoo è davvero un’ottima idea, perché facile, flessibile, intuitivo e intelligente. Si tratta di un abbonamento che permette, una volta iscritti, di ricevere ogni mese la quantità giusta di pannolini per il mese corrente, personalizzata per misura (i pannolini crescono insieme al bambino, basta un clic!), in modo da non dover fare le corse all’ultimo minuto quando ci accorgiamo che sono finiti i pannolini sul fasciatoio ed evitando il peso delle scatole di pannolini quando facciamo la spesa. Si risparmia davvero tempo, oltre che denaro (si risparmia sempre il 25% rispetto al prezzo di mercato), e soprattutto ci si toglie un pensiero spesso fastidioso.

Per chi volesse, è possibile ordinare un pacchetto prova al solo costo delle spese di spedizione, provando così la comodità del ricevere i pannolini direttamente a casa e testando sulla propria pelle l’altissima qualità dei pannolini Lillydoo, bellissimi da vedere e senza lozioni né profumi, in modo da evitare ogni problema di dermatite da pannolino.

Fare la lavatrice in maniera intelligente

Lavare i capi dei bambini a volte diventa uno stress, perché perdiamo tutto, dai calzini alle mutande. Per evitarlo, utilizzare i sacchetti per il bucato diventa molto comodo e utile, e permette di dividere i panni “per persona”.

Fare rete

Fare rete con gli altri genitori è sempre una buona idea, un po’ a livello di socializzazione ed empatia, un po’ perché ci si viene in aiuto vicendevolmente. E avere qualcuno che ci aiuta (soprattutto quando, magari, non abbiamo i nonni vicini) è manna dal cielo.

Tenere un’agenda o un calendario appeso

Appendere un calendario all’ingresso è molto utile: tutti possono inserire le proprie attività e gli impegni, e in questo modo si avrà sott’occhio la disponibilità di tutti, in modo da ottimizzare tempi e spostamenti.

Il lettino Montessori per bambini di un anno

Martedì, 22 Ottobre 2019 08:09

Il lettino Montessori è uno strumento che possiamo utilizzare a partire suppergiù dall’anno di età del bambino, ovvero da quando si regge in piedi da solo e, meglio ancora, da quando cammina senza aiuto. Permette di lasciare il bambino nella sua cameretta senza le restrizioni del classico lettino con le sbarre, lasciando libertà al bambino di salire e scendere senza farsi male (dal momento che il letto è praticamente ad altezza pavimento), implementando così la sua indipendenza.

Ma quale scegliere? Ecco i migliori lettini montessoriani per bambini di un anno per la cameretta dei bimbi.

Il lettino Montessori per bambini di un anno: quale lettino montessoriano scegliere quando il bimbo compie un anno

Ottimo per il rapporto qualità-prezzo (costa 190 euro), questo lettino Montessori è acquistabile su Amazon ed è davvero molto bello, oltre che montessoriano. Bianco, in legno, è a forma di casetta, una forma molto nordica e scandi che rende la cameretta anche stilosissima, e non solo Montessori.

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Costa solo 10 euro in più, ma stavolta è in legno grezzo: anche questo lettino acquistabile su Amazon è a forma di casetta ed è davvero amatissimo dai bambini, che si sentono protetti in uno spazio magico.

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Questo, invece, costa 175 euro ed è a forma di tenda indiana.

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Per chi ama le forme più classiche e meno giocose, ecco dunque il lettino montessoriano classico, acquistabile a questo link, una sorta di scatola in materiale naturale che coccola il bimbo. È un letto piccolo, che con la crescita andrà sostituito, ma molto consigliato durante la prima infanzia, perché sicuro e accogliente.

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Per quanto riguarda le soluzioni Ikea, molti genitori scelgono il lettino Sniglar, segando poi le gambe e lasciando la struttura praticamente appoggiata per terra.

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Ultimamente, però, Ikea ha messo in commercio anche il letto impilabile Utåker: si tratta di due lettini impilabili in legno di pino grezzo (materiale naturale e sostenibile), utili per i fratelli o per chi in cameretta vuole un letto in più per gli amici dei bambini, e nei primi anni di vita (dai 12 mesi ai 4 anni) presi singolarmente questi lettini diventano perfetti giacigli montessoriani, perché, appunto, molto bassi. Quando il bimbo cresce possiamo impilare nuovamente i lettini, creando così un letto singolo un po’ più alto, che possiamo smembrare nel momento in cui abbiamo bisogno di un letto in più in camera.

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Infine, una soluzione giapponese, ovvero il futon: semplicemente, per creare un lettino montessoriano possiamo appoggiare a terra un materasso come questo, appoggiandolo sopra un semplice tatami.

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Come riconoscere le malattie esantematiche

Lunedì, 21 Ottobre 2019 14:09

Le malattie esantematiche sono quelle che si manifestano principalmente sulla pelle, accompagnate più o meno dalla febbre (e in effetti “esantema” deriva dal greco e significa proprio “fiorire”, a indicare la pelle che “fiorisce” con pustole, vescicole o eritemi). Oggi esiste l’eventuale vaccino per la maggior parte di esse, ed essenzialmente vengono infettati, quando non vaccinati, i bambini, e non la popolazione adulta, ma questo non significa che gli adulti non ne siano immuni e che, per quanto meno diffuse, siano malattie da prendere alla leggera. Anzi.

Alla prima comparsa dei sintomi, quindi, è assolutamente necessario recarsi dal medico, che saprà indicare quale sia la terapia adeguata alla situazione. Ecco, in ogni caso, un breve elenco delle principali malattie esantematiche (quelle che un tempo erano chiamate “malattie infettive”) per riconoscerle immediatamente.

Come riconoscere le malattie esantematiche: le principali caratteristiche delle principali malattie esantematiche, per distinguerle le une dalle altre

Varicella

Causata dall’Herspes Zoster Virus, la si prende per via aerea (ovvero attraverso la tosse, gli starnuti…), per contatto diretto e a contatto con il liquido contenuto nelle vescicole. Queste vescicole sono il sintomo più visibile della varicella: si accompagna a poca febbre (non sempre), a malessere generale e a inappetenza. Le macchie sono inizialmente piccole e isolate, dopodiché si trasformano in bollicine, che diventeranno croste. Il periodo di incubazione varia tra i 14 e i 21 giorni.

Morbillo

Il virus responsabile del morbillo fa parte della famiglia dei Paramyxovirus e la malattia ha un tempo di incubazione di circa una decina di giorni. Lo si prende per via aerea e per contatto diretto e può causare anche laringite, otite, polmonite ed encefalite (anche per questo è così grave). I sintomi sono le classiche macchioline (più piccole rispetto a quelle della varicella), la tosse, il raffreddore, la febbre e la congiuntivite.

Rosolia

Un virus appartenente alla famiglia dei Rubivirus è responsabile della scarlattina, che si manifesta con macchie rosa chiaro (prima sul viso e poi sul corpo), linfonodi ingrossati (quelli dietro alla nuca) e poca febbre, e che può portare a dolori alle articolazioni. Il periodo di incubazione va dai 12 ai 23 giorni.

Bocca mani piedi

Il nome deriva proprio dalla zona in cui compaiono le bollicine, ovvero i palmi delle mani, la pianta dei piedi, la bocca e le labbra. È una malattia esantematica causata da un virus della famiglia degli Enterovirus e porta a mal di gola e fastidio del cavo orale, oltre che alle bollicine e a una (non sempre presente) febbre.

Scarlattina

In questo caso la causa è un batterio, lo Streptococco Beta Emolitico di gruppo A, e la si prende per via aerea e contatto diretto. L’eruzione con cui si manifesta è fitta ma poco spessa e ad essa si uniscono la lingua infiammata, il mal di gola, le tonsille gonfie, i linfonodi del collo ingrossati, la febbre e il mal di testa.

Parotite

I cosiddetti “Orecchioni” si prendono per via aerea e contatto diretto e si riconoscono perché si gonfiano le ghiandole salivari, oltre che avere febbre, malessere generale e difficoltà a mangiare.

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Ultimo aggiornamento 21/10/2019

 

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