Avete presente quando è arrivato il momento del cambio e vi ritrovate senza pannolini? E l’ansia della pila che s’abbassa sempre di più con la consapevolezza di dover uscire apposta per fare rifornimento di pannolini? Sì, capita a tutti, perché siamo genitori, non supereroi. Possiamo essere i più organizzati del mondo, ma prima o poi quel momento arriva.
In quegli attimi tutto ciò che vorremmo è una magia: dei pannolini che arrivano direttamente a casa, togliendoci di dosso lo stress da rifornimento. Magari senza spendere un patrimonio, ma, anzi, risparmiando.
Bene: questa magia esiste, e non è una magia, ma un servizio semplice e comodissimo che abbiamo provato e al quale, ora, faremmo fatica a rinunciare!
L’idea è di Lillydoo, azienda di pannolini per bambini davvero ottima per qualità e per servizi, che ha pensato a tutti noi genitori sempre in movimento che cercano di rendere le giornate stress-free pensando sempre al benessere dei propri bambini.
Comodità, qualità e vantaggi, tutto in un pacchetto meraviglioso! Il servizio di pannolini in abbonamento Lillydoo è rivoluzionario, e vi spieghiamo subito perché, in pochissime parole: dite pure addio alle uscite in fretta e furia per comprare i pannolini, così come all’ansia di non saper dove mettere i pannolini quando ne compriamo in quantità industriali per paura che finiscano troppo velocemente.
Con Lillydoo, semplicemente, si risparmia tempo (non bisogna ogni volta uscire a comprare i pannolini quando rimaniamo senza, né fare il blitz al supermercato per fare enormi scorte!), denaro (perché con l’abbonamento i pannolini hanno sempre il 25% di sconto sul prezzo della confezione) e soprattutto non capita di restare senza pannolini: Lillydoo, infatti, spedisce con cadenza prestabilita i pannolini direttamente a casa, mensilmente, facendo il lavoro al posto nostro!
L’abbonamento (che è molto flessibile) funziona in maniera molto semplice: si sceglie la taglia del proprio bambino (che potremo cambiare man mano crescerà), le fantasie (perché anche queste sono bellissime!) e la data della prima consegna. Dopodiché, si potrà scegliere l’intervallo di consegna, ovvero la frequenza con la quale ricevere i pannolini, a seconda delle nostre esigenze. E quando decidiamo di cancellare, nessun problema: l’abbonamento può essere cancellato quando si vuole, senza alcun vincolo, direttamente dall’account, così come tutte le altre modifiche, che possono essere apportate in maniera veloce e semplicissima direttamente sul sito.
Soprattutto, ciò che riceveremo a casa sono pannolini di qualità, delicatissimi sulla pelle del bambino perché privi di profumi e lozioni, morbidissimi e rispettosi. Lasciano la pelle del bambino asciutta e grazie alla loro delicatezza sono perfetti per tutti i bambini, anche quelli con la pelle più sensibile. E non solo i pannolini: se ci teniamo alla delicatezza, al rispetto e alla qualità, Lillydoo propone anche una serie di salviette umidificate innovative e delicatissime, con il 99% di acqua, olio di mandorle bio e un tessuto morbidissimo, per completare la cura del nostro bambino in maniera perfetta.
Con il pacchetto prova possiamo quindi cominciare la nostra comodissima avventura con Lillydoo: pagando solo le spese di spedizione riceveremo in regalo una confezione contenente 10 pannolini Lillydoo (della taglia del nostro piccolo, super morbidi e dalla vestibilità perfetta) e 15 salviette umidificate per completare il cambio pannolino, in tessuto resistente, computabili, senza profumi, parabeni ed emulsionanti PEG (e quindi super delicate, da utilizzare senza problemi ogni giorno).
Quando parliamo di parto naturale intendiamo un parto fisiologico che non termina con il taglio cesareo. Quando ci stiamo avvicinando alla data del termine della nostra gravidanza, è normale chiedersi come si svolgerà il parto: solitamente, le fasi fisiologiche sono quattro, ovvero la preparazione con i prodromi da travaglio, la dilatazione, l’espulsione e il secondamento.
Ma vediamo insieme nel dettaglio queste fasi del parto naturale, per arrivare in sala travaglio e in sala parto preparate e più tranquille.
Innanzitutto, bisogna partire dal presupposto che con l’avvicinarsi della presunta data del parto la futura mamma può cominciare a sentire dolori e fastidi al basso ventre, e non solo a ridosso del vero momento del parto ma già qualche giorno prima. Sono dolori brevi, che durano pochi secondi e che possono verificarsi distanziati nel tempo. Più ci si avvicina al parto, quindi, più questi dolori aumentano di frequenza. Il basso ventre comincia a tendersi, il dolore aumenta, ed è questo il periodo detto “prodromico”: il nostro bambino sta incuneando la sua testa nel canale uterino. E questo provocherà, a volte, la rottura e la perdita del tappo mucoso.
Questa fase può durare qualche ora o qualche giorno e non vi sono segnali e sintomi precisi: ogni donna può provare sensazioni differenti, poiché queste contrazioni preparatorie variano da corpo a corpo. Sono contrazioni sopportabili, leggere, ma che ci stanno avvertendo che qualcosa sta accadendo.
Queste contrazioni man mano si intensificano e provocano la dilatazione del collo dell’utero, che dovrà arrivare alla dilatazione completa di dieci centimetri per permettere il passaggio del bambino. Le contrazioni diventano più dolorose e regolari, più frequenti, ed è questo il segnale che dobbiamo andare in ospedale (quando le contrazioni arrivano ogni 5-6 minuti e durano ognuna dai 40 ai 60 secondi sappiamo che è il momento).
Anche qui non vi è una durata certa per la dilatazione: varia da donna a donna in base alle caratteristiche fisiche della mamma, a fattori mentali e alle caratteristiche del bambino. Per un parto fisiologico si raccomanda comunque di non superare le 18 ore (al termine delle quali solitamente il medico opta per un cesareo), 12 nel caso del secondo figlio e dei successivi.
Ed ecco che giunge il momento del parto vero e proprio, ovvero la fase in cui il feto uscirà dal canale vaginale per fare il suo ingresso nel mondo. Prima che avvenga, la mamma prova una sensazione di voglia di spingere ed è questo il momento di assecondare l’impulso assumendo la posizione più comoda. In questa fase la mamma quasi “riposa”: sembra che le contrazioni cessino, anche se il bambino continua a uscire progressivamente. Una piccola pausa prima dell’ultimo sprint, insomma, che dura circa 30 minuti e che permette ai tessuti vaginali della partoriente di adattarsi al passaggio del bambino.
Una volta che il bambino è nato, ecco l’ultima fase, quella dell’espulsione della placenta: avviene solitamente dopo circa 15-20 minuti dal momento della nascita del bambino, e quando tarda può essere stimolata da alcuni massaggi dell’ostetrica al ventre della madre. Quando proprio non accade, dopo un’oretta, si procede all’espulsione manuale con un intervento attivo in sala operatoria.
Il gioco dei mattoncini è certamente tra i nostri preferiti, un po’ perché i bambini si lasciano coinvolgere dalle costruzioni piacevolmente, un po’ perché è davvero molto educativo. A livello psicofisico quello dei mattoni e delle costruzioni è un gioco molto completo: permette ai bambini di sviluppare la loro manualità e la loro coordinazione e allo stesso tempo stimola la creatività, la fantasia, il senso geometrico…
Ma cosa succede se i classici mattoncini si fanno grandi grandi? Ne nasce un gioco meraviglioso, che permette tanto di giocare alle costruzioni quanto di realizzare la propria tana, che è un altro dei giochi perfetti per i bambini, perché risponde al loro bisogno di intimità, di indipendenza e di sicurezza.
Ecco perché quando abbiamo scoperto le costruzioni Gigi Bloks ci sono piaciute fin da subito: perché sono dei mega mattoncini leggeri e versatili che permettono ai bambini di costruire con le loro mani i luoghi più belli, intimi, fantasiosi e variegati che vengono loro in mente! E poi sono ecologici, cosa volere di più?
Gigi Bloks è un’azienda davvero innovativa che produce mattoncini e costruzioni per i nostri bambini in cartone, semplici da impilare e da incastrare, per realizzare progetti grandi e coinvolgenti stimolando la creatività dei bambini e la loro coordinazione.
Se già i bambini adorano costruire con le proprie mani seguendo la loro fantasia, questi blocchi ecologici in cartone diventano davvero preziosi perché permettono loro di costruire non solo piccoli oggetti o forme, ma grandi costruzioni come casette, castelli, fortini, cucine, garage, barche, fortezze, caverne… Tutti gli ambienti che stimolano quindi la loro curiosità!
E non serve comprare costose cucine giocattolo, legno per realizzare una piccola casetta o materiali difficili. Bastano questi mattoni in cartone riciclato, che si trasformano di volta in volta in un nuovo elemento: bastano solo le mani e l’immaginazione! Perché sono facilissimi da usare e i bambini possono davvero sbizzarrirsi, tenendo il loro castello in salotto oppure smontandolo e costruendo un nuovo zoo, una nuova barca, una casetta, una tenda segreta…
Qualche idea? Perché non realizzare insieme la Tour Eiffel prima di partire per Parigi, oppure l’officina di un meccanico, un igloo, un supermercato, un piccolo teatro dove mettere in scena piccole recite, una macchina, un razzo spaziale, un cavallo…
È possibile scegliere tra varie misure (Xl o XXL, a seconda dei nostri progetti!): acquistando i Gigi Bloks (che troviamo anche sul sito dell’unico distributore italiano, Famideal, con un codice sconto del 25% riservato ai lettori di Mamma Pret A Porter! Basta inserire il codice GIGI25 dal 20 febbraio al 20 marzo 2019) riceveremo una pratica scatola al cui interno sono presenti i blocchi da montare, proprio come piccole scatole in cartone. I bambini, una volta costruiti i mattoncini, potranno lasciare andare la fantasia, costruendo in maniera semplice la loro casetta incastrando i mattoni tra loro in maniera intuitiva e facile facile.
E alla fine, perché no?, si può anche disegnare sui mattoni, essendo in cartone, per rendere la costruzione ancora più veritiera!
Quando le parole non ci vengono, possiamo non disperare. Ci sono sempre i libri. Che ci vengono in aiuto ogni qualvolta non troviamo gli argomenti e i termini giusti per parlare di cose serie ai bambini.
Anche quando parliamo di adozione, i libri per bambini possono rivelarsi strumenti perfetti, proponendoci metafore e storie alternative che parlano di un tema profondo, dolce e importante come quello dell’adozione. Che sia per parlare ai propri figli di come sono arrivati a casa o che sia per mostrare ai nostri bambini come esistano famiglie di tutti i tipi, questa selezione di libri è per voi.
Questo libro di Michael Escoffier e Matthieu Maudet edito da Babalibri è una prima lettura per bimbi piccoli piccoli semplicissima, dolcissima e molto diretta che con limpidezza e pochi fronzoli mostra la normalità dell’adozione, ambientandola nel mondo degli animali. Perché qui il postino porta a mamma scimmia e papà scimmia la loro scimmietta; porta a mamma e papà ippopotamo il loro piccolo pachiderma. E poi porta alla coppia di pinguini quel figlio che da tanto attendevano e che, oh!, non è un pinguino, ma un piccolo coccodrillo! Che, si scopre alla fine, si aggiunge alla schiera di altri cuccioli adottati, la tartaruga, la lucertola e l’uccellino. Un libriccino perfetto, quindi, per mostrare come la diversità, anche esteriore, non significhi nulla ma solo arricchimento.
Una favola da leggere e rileggere ad altra voce ai propri bambini per parlare di come essere adottati sia una ricchezza che fa crescere e di come la paura del diverso sia infondata: Leo Lionni, il magico illustratore di libri per l’infanzia che adoriamo, narra la vicenda del topolino Nicola, che si perde, viene adottato da una famiglia di uccelli e scopre come questi siano in realtà amorevoli e non pericolosi e cattivi come i suoi amici topolini gli dicevano! Il libro si presta a molte letture ed è molto adatto anche a quei bimbi che, adottati un po’ più grandicelli, hanno vissuto la paura di arrivare in una famiglia sconosciuta, che tuttavia aveva tantissimo amore da donargli.
Anne Wilsdorf, con illustrazioni ricche e deliziose, porta ai bambini una storia semplice, chiara e molto verosimile (con alcuni dettagli magici che appassionano i bambini!): parla di Fior di Giuggiola, bebè trovato in mezzo alla giungla da una bambina e accolto dalla sua famiglia nonostante le difficoltà iniziali.
Questa storia magica, scritta da Chen Jiang Hong, è davvero romantica e meravigliosa: con parole bellissime e illustrazioni superbe, parla di Lian, bambina racchiusa in un fiore di loto scoperta da un povero pescatore. I due si affezionano l’un l’altro e superano ogni difficoltà, soprattutto quelle legate ai giudizi e alle invidie del mondo esterno, portando ai bambini un esempio di giustizia e di amore immenso.
L'Ippocampo Ragazzi ha pubblicato questo libro di Marcus Malte & Régis Lejonc, un racconto scritto da un padre in attesa di sua figlia, una principessa sognata che lui ricopre d'amore attraverso poesie che la immergono nelle atmosfere e nei luoghi delle fiabe dell'infanzia. Il papà eroe fa evadere la sua principessa, le dà le sembianze di Biancaneve e di Aurora, della Sirenetta e di Cappuccetto Rosso, con illustrazioni davvero incredibili e uniche, magiche e delicate. Non importa l'aspetto di questa bambina, perché questo papà sa già che quando arriverà sarà il suo tesoro più grande. Proprio come tutti i papà adottivi in attesa.
Edito da Carthusia, questo grande libro illustrato di Beatrice Masini e Simona Mulazzani parla di Scoiattolo e della sua ricerca di una casa per l’inverno. Nessuna lo soddisfa, perché sta cercando la perfezione. Ma la perfezione non esiste e per trovare il proprio posto bisogna costruirlo con le proprie mani, invitando tutti a farne parte, come una grande famiglia.
Una favola ormai classica, amata davvero da tutti: Luis Sepulveda ha scritto un capolavoro per bambini che parla di una piccola gabbianella adottata da un gatto. Un abbinamento improbabile, lontano dalla “normalità”, ma che in realtà si rivela vincente, con le difficoltà che naturalmente ne derivano, perché ciò che conta sono l’impegno e l’amore, l’affetto e l’aiuto reciproco.
Invitare qualcuno a casa tua può essere stancante, specialmente se restano per un po’. Anche se l’ospite è un familiare o un caro amico, avere qualcuno che invade i tuoi spazi e che non puoi evitare in alcun modo può essere stancante.
E se potessi avere una pratica e privata stanza per gli ospiti? Perfetto! Bridge Timber è specializzata nella creazione di sale da giardino per i propri clienti e, personalmente, pensiamo che una stanza degli ospiti in giardino sia la soluzione ideale per una famiglia indaffarata e socievole.
Grazie al nostro processo di pianificazione, design e installazione, collaboreremo con te per costruire una sala da giardino di alta qualità.
Una volta installata, spetterà a te trasformarla nello spazio ideale per i tuoi ospiti e visitatori interessati a passare da te il weekend. Concentrati nel creare uno spazio rilassante e accogliente per i tuoi ospiti, così da dar loro un luogo dove poter ricaricare le batterie nei weekend festivi.
Potrai creare un ambiente confortevole e far sentire i tuoi ospiti al sicuro in uno spazio apposito per loro.
Certe volte le persone hanno bisogno di un po’ di spazio e tempo per riflettere nel weekend. Una stanza degli ospiti in giardino offre il meglio del meglio – li ospiterai in quella che è in pratica una stanza d’hotel, separata da casa tua ma senza farla sentire isolata.
A molti ospiti non piace avere la sensazione di esserti tra i piedi, perciò dare loro una vera e propria stanza offre loro privacy e indipendenza.
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È l’ideale per gli ospiti che non vogliono sentirsi intrusi e vogliono avere una stanza separata da casa tua dove poter riposare. Potranno andare e venire quando vogliono e sentirsi indipendenti da te al tempo stesso.
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La vita è imprevedibile e non sempre le cose vanno come uno se le aspetta. Se un familiare o un amico hanno bisogno di aiuto e di un posto dove stare, allora una stanza degli ospiti in giardino è una grande opzione.
Avere una soluzione a portata di mano quando qualcuno ha bisogno di un posto dove stare per un po’ per qualsiasi motivo è l’ideale. La stanza degli ospiti in giardino è proprio questo – invece che sperare che le cose si mettano meglio, puoi offrire ai tuoi cari la soluzione ideale.
È difficilissimo amare il proprio corpo. Ma non a causa nostra: sono le pressioni esterne (dei media, della società, dell’immaginario comune) a rendere difficile questo compito. Ma è un nostro dovere.
Amare il nostro corpo significa accettarlo, amarlo, prendersene cura, coccolarlo. Significa stare bene con se stesse, cercando il benessere, la salute e una visione del nostro corpo che sia armoniosa e soddisfacente. Non per gli altri, ma per noi stesse.
Soprattutto quando cerchiamo un bambino. Perché lo stress della non accettazione di sé non è salutare, né per noi né per il nostro futuro bambino. E non solo a causa dello stress, ma anche a causa degli standard assurdi ai quali ci hanno abituato.
Avere una sana relazione con il proprio corpo è fondamentale, soprattutto per la vita di una donna, che è bombardata costantemente dai media, dai social e dall’immaginario comune con immagini di corpi irraggiungibili, malsani e distorti. Sì, distorti, perché la perfezione non esiste: esiste solo il corpo femminile, sempre diverso, dalle mille forme e dai mille colori.
Questa relazione complicata con il corpo diviene però protagonista soprattutto quando si cerca un bambino, poiché non staccarsi da questa immagine significa mettersi in pericolo. È normale volere essere sempre in forma, ma che forma abbiamo in mente? Quella filiforme delle modelle di intimo? Quella ipertronica delle attrici che passano cinque ore al giorno in palestra? Quella photoshoppata delle influencer su Instagram? Be’, guardiamoci in faccia: quella non è la realtà.
Quando però non abbiamo focalizzato questo concetto, il pericolo è quello di ricreare questo standard sul nostro corpo, non solo ammazzandoci di diete, ma anche non accettandoci, e questo ha un’influenza assolutamente negativa sul nostro benessere psicologico, che ricade inevitabilmente anche su quello fisico.
Stare bene è fondamentale, su questo non ci piove: non stiamo infatti parlando di sana alimentazione e di sana attività fisica. Quelle sono imprescindibili. Stiamo invece parlando della malsana idea di volere essere semplicemente “più magre” anche quando il nostro peso forma è lì che ci guarda dalla bilancia, perché stiamo già bene così come siamo. È questo che porta a stili di vita sbagliati.
Il problema è che quando decidiamo di avere un bambino, dopo una vita passata a compararci con queste immagini di magrezza, è difficile rinunciarvi. E, soprattutto, l’insoddisfazione nei confronti del nostro corpo influisce moltissimo sul concepimento e sulla gravidanza. Perché le sensazioni che proviamo quando pensiamo al nostro stato fisico e alla nostra forma sono importantissime mentalmente e fisicamente. Stare bene con se stesse significa essere felici, ed essere felici significa abbassare notevolmente i propri livelli di stress psico-fisico, che sono al centro dell’attenzione quando parliamo di gravidanza.
Ecco perché quando decidiamo di diventare mamme la prima cosa che dovremmo fare sarebbe lavorare su noi stesse, cercando di stare bene e in salute: accettiamoci, stiamo bene con noi stesse, mangiamo bene, muoviamoci, ma sempre tenendo conto del benessere vero, non quello imposto dagli standard della società. Perché la maternità non cancellerà i nostri problemi di autostima, non farà scomparire i nostri complessi. Dobbiamo quindi lavorarci prima, dobbiamo abbracciare la nostra fisicità con la consapevolezza che il nostro corpo sarà al centro di un processo miracoloso. E questo vuol dire che avrà bisogno di coccole, di attenzione, di dolcezza. Non di critiche e stress da parte nostra.
Dobbiamo sempre essere consapevoli del rapporto strettissimo che c’è tra il nostro corpo e la nostra mente. Perché stare bene mentalmente e pensare in maniera positiva al nostro fisico farà miracoli: l’auto accettazione di sé è miracolosa, sì. Ci dà forza. Ci dà sicurezza.
Il nostro corpo diventerà la prima casa di nostro figlio. Ed entrambi meritano cura, mentale e fisica.
Questo libro potrebbe essere scambiato per un libro contro la noia (ricordate “Ufff…”?). E potrebbe anche esserlo, in certi sensi, perché mostra ai bambini come la fantasia possa essere sfruttata in maniera naturale e veloce per riempire i momenti più noiosi delle giornate!
Tuttavia basta sfogliarne qualche pagina per capire che nasconde molto, moltissimo di più: perché “A volte mi annoio” di Juan Arjona e Enrique Quevedo è un libro che apre un mondo, che mostra la bellezza della diversità, la meraviglia della fantasia, la stupefacente forza dell'essere noi stessi, con illustrazioni magiche che aprono mondi verosimili e parole semplici e dirette che conquistano tutti i bambini.
Come si fa ad essere se stessi quando dentro di noi abbiamo mille volti? È normale! Ed è normale anche volere essere qualcun altro, di tanto in tanto. Proprio come quando il protagonista di questo libro si annoia e veste i panni di una papera, di una mucca, di un informatico, di un’ambulanza…
“A volte mi annoio”, scritto da Juan Arjona e illustrato da Enrique Quevedo, è uscito recentemente per Coccole Books e ha subito conquistato i nostri occhi dalla copertina: quanto incuriosiscono le mille facce che ci guardano come da un bizzarro album di fugurine? Be’, sono tutte le facce che ogni giorno possiamo fare quando ci annoiamo, e i nostri bimbi lo sanno bene: basta fare una faccia da mostro per essere davvero un mostro, un leone, una principessa, un camion, una ciabatta…
Nel libro, insomma, viene messo in parole e in bellissimi disegni un gioco quotidiano dei nostri bimbi: quello dei travestimenti (anche senza travestimento! Basta recitare!), che nei momenti soprattutto di noia sfrutta la fantasia un po’ per scappare dalla realtà del momento, un po’ per sperimentare il mettersi nei panni di qualcun altro (e perché no, qualcos’altro).
Scorrendo le pagine si legge quindi la storia del protagonista che ogni giorno decide di essere qualcosa di diverso, portando gli altri a dire: “Eh già, è proprio una papera, è proprio un’ambulanza, è proprio un informatico!”. Recita così bene la sua parte da confondere tutti…
…Anche quando recita quella della “persona normale”, che legge, gioca con gli amici, va a scuola. Ma cosa significa “normale”? Basta sfogliare il libro fino alla fine. Perché la sorpresa della normalità è semplicemente non rinunciare a chi siamo davvero, con le nostre fantasie e le maschere che ci piacciono, perché è bello volere essere ciò che ci sentiamo ed è bello poterlo fare senza essere giudicati. Non servono molte parole: per questo il libro è bellissimo. Perché sfrutta moltissimo le immagini, piene di piccoli particolari, super ironiche e dettagliate, che alla fine parlano più delle parole, anche all’ultima fondamentale pagina.
“A volte mi annoio e faccio le facce. E non mi interessa”. Il “non mi interessa” si riferisce a ciò che dice la gente. Ed è bellissimo vedere quante cose possiamo fare e possiamo essere quando ce ne freghiamo del giudizio altrui. “A volte mi annoio” è quindi un libro perfetto per l’accettazione di se stessi, per imparare a non giudicare e a rispettare gli altri, per apprezzare la diversità che c’è attorno a noi.
Sara Polotti
La filosofia Hygge è uno stile di vita nordico che, dati alla mano, rende più felici. I genitori danesi sono felici e crescono figli felici, e tutto questo è dato proprio dall’Hygge, ovvero da uno stile di vita confortevole e amorevole che trasmette ai bambini fin da piccoli il valore dell’empatia, dell’altro e del lavoro di squadra.
Una vita Hygge significa una vita piena di confortevolezza e coccole, significa una casa sicura e piena d’amore, significa giornate insieme nelle quali ognuno dà il suo contributo, significa cercare di fare stare bene l’altro e stare bene con noi stessi.
Ma come possiamo rendere l’Hygge a misura di bambino?
La natura e il verde sono un pilastro dello stile di vita Hygge. Perché, certo, l’Hygge è una caratteristica della “casa”, ma “casa” prima di tutto è inteso come famiglia e come vita, e in secondo luogo non può esistere confortevolezza senza un po’ di verde. Il giardinaggio con i bambini è quindi un’attività perfetta per trasmettere ai bambini l’amore per la natura, la responsabilità, il senso ecologico, ma anche la bellezza delle attività svolte tutti insieme. Avete mai provato il giardinaggio in inverno con i bambini?
Come il giardinaggio, anche il giocare all’aperto è super Hygge. L’Hygge viene dai paesi scandinavi, e lì l’aria aperta è vitale. Prendiamo spunto dai danesi e usciamo ogniqualvolta ne abbiamo l’occasione!
La creatività deve essere sempre stimolata, e ogni gioco artistico è super Hygge. Lasciamo che i bambini si esprimano artisticamente ogni volta che ne sentono il bisogno e riempiamo casa con le loro opere d’arte! E per coniugare arte e natura possiamo svolgere attività artistiche che prevedono l’uso di materiali naturali che scoviamo durante le passeggiate con i bambini che scoviamo durante le passeggiate con i bambini.
Le bevande calde sono un must per la filosofia Hygge: un tappeto peloso, un caminetto acceso, qualche candela per creare un’atmosfera calda e un Pumpkin Spice Latte (la cui ricetta trovate qui) da preparare tutti insieme sono la ricetta perfetta per una serata Hygge meravigliosa.
La lettura è una delle attività più Hygge che esista e se siete appassionati lettori lo sapete bene. Anche i bambini possono scoprire la bellezza di questo hobby: basta che noi per primi mostriamo loro quanto è bello! Ma come appassionarli alla lettura? Ecco un articolo che vi può interessare: Come appassionare i bambini alla lettura.
Tra i libri più belli da leggere tutti insieme nelle serate a casa ci sono certamente quelli con un messaggio importante. Come questi, divertenti, appassionati e carinissimi, per trasmettere ai bambini il valore dell’empatia.
La tenda è il luogo perfetto nel quale sentirsi sicuri, accolti e in intimità (proprio come vuole la filosofia Hygge!) e i bambini la amano tantissimo. A loro bastano delle coperte e qualche cuscino per creare un meraviglioso nascondiglio in salotto, ma perché non portare la cosa al livello successivo e organizzare un campeggio in casa? Bastano una tenda (o qualche coperta arrangiata in maniera precisa), delle abatjour, una cena al sacco, qualche libro e qualche gioco in scatola per rendere una semplice serata in un’avventura favolosa. Qui trovate alcune idee per realizzare questo campeggio in salotto trovate alcune idee per realizzare questo campeggio in salotto.
La gratitudine, come l’empatia, è uno dei pilastri Hygge, un aspetto della vita che attraverso le sane abitudini di accoglienza e amore viene trasmesso ai bambini. Uno dei giochi che più amiamo (che in realtà non è un gioco, ma molto, molto di più) è il barattolo della gratitudine: i bambini (e noi) scriveranno ogni giorno qualcosa per i quali sono grati, che ha fatto loro piacere o che li ha particolarmente colpiti in positivo. Il barattolo si riempirà e potrà essere letto a fine settimana. L’esercizio è quotidiano ed è favoloso vedere come piano piano gli occhi vedranno sempre più positività attorno a loro!
Creare routine condivise, dare uno spazio a tutti, accettare un po’ di disordine, aprire la casa agli amici, inondarla di musica: sono molti gli elementi che rendono una casa Hygge e a misura di bambino e qui trovate qualche esempio e qualche consiglio.
Una casa Hygge è una casa confortevole, e al di là di un po’ di sano disordine è importante che sia sempre pulita e accogliente. Fare le pulizie tutti insieme diventa quindi un’attività perfetta e super Hygge: i bambini si divertono, si responsabilizzano, acquisiscono indipendenza e soprattutto contribuiscono a creare l’ambiente perfetto della famiglia!
Non solo consapevoli, ma anche responsabili: è questo ciò che ogni genitore si augura. Di crescere figli responsabili, ovvero rispettosi, con la testa sulle spalle, consapevoli dei propri doveri, dei propri diritti e del proprio ruolo nel mondo.
Ma come fare per crescere i nostri bambini responsabili? Innanzitutto con il nostro esempio. E poi seguendo queste semplicissime regole quotidiane, che permetteranno non solo di crescere adulti responsabili, ma che renderanno la vita in famiglia molto più serena e rispettosa.
Perché, guardiamo in faccia la realtà: nessun bambino sano di mente HA VOGLIA di occuparsi delle faccende domestiche. Rendiamo quindi la cosa più divertente, innanzitutto facendole tutti insieme, magari prendendo una mattina specifica a settimana, scegliendo ognuno il compito che più gli si addice e aiutandosi a vicenda. Mettiamo della musica in sottofondo, scelta ogni volta da un membro della famiglia, balliamo, sorridiamo!
E non solo in senso concreto, ma anche figurato: ognuno deve comportarsi sapendo che ogni azione ha una conseguenza. E che le conseguenze bisogna affrontarle, belle o brutte che siano, prendendosi le proprie responsabilità, chiedendo scusa quando sbagliamo e senza giudicare l’altro. Ma questo è un concetto che si diffonde anche a livello pratico: quando i bimbi rompono qualcosa o combinano disastri, lasciamo che siano loro a porvi rimedio, pulendo (ad esempio). Certo che possiamo aiutarli, ma devono capire che la responsabilità prima di tutto è loro!
Lo sappiamo: a volte quando ci sentiamo dire “Mamma, papà, vi aiuto io”, vorremmo non aver mai sentito, perché quando siamo di fretta o quando qualcosa ci sta particolarmente a cuore e vorremmo fosse fatta con tutti i crismi l’aiuto dei bambini si rivela disastroso. Sì, è vero, ma è anche vero che per loro è importantissimo sapere che il loro aiuto è per noi prezioso, che la collaborazione è apprezzata e che il loro contributo è importante. Idem quando vogliono fare qualcosa senza il nostro aiuto: lasciamo che provino.
Nelle piccole cose quotidiane, soprattutto quelle consolidate, non stiamo sempre a dare ordini e a dettare regole: piuttosto chiediamo ai bambini cosa devono fare, quali sono i loro compiti della giornata e cose del genere, per far sì che pensino con la loro testa e prendano pian piano l’abitudine di responsabilizzarsi da soli. La mattina, ad esempio, non elenchiamo i compiti (“Lavati i denti”, “prepara lo zaino”, “metti la giacca”), ma chiediamo loro cosa devono fare (“Ora cosa devi fare?”, “è già ora di uscire?”, eccetera).
L’esempio è sempre la migliore educazione. Noi per primi, quindi, facciamo ogni giorno scelte responsabili, anche le più piccole. Mostriamole ai bambini spiegando anche il perché. Ad esempio, quando aspettiamo che ci sia un cestino per buttare la cartaccia che abbiamo in mano; quando non parcheggiamo al posto riservato ai disabili; quando al supermercato scegliamo solo la frutta di stagione; quando chiediamo scusa perché riconosciamo di aver sbagliato…
Mai. Perché ha l’effetto del “Sei proprio stupido”. Per un bambino sentirsi dire ciò che è significa essere certo di quella cosa. Loro “sono” ciò che diciamo loro e non capiscono che stanno facendo gli stupidi in quel momento o che il loro comportamento è irrispettoso, non loro come persone.
Dare la colpa ai nostri bambini significa farli sentire male. Certo, avranno anche colpa, ma nel momento in cui si prendono le loro responsabilità e, ad esempio, chiedono scusa, allora si stanno comportando in maniera responsabile. Piuttosto che puntare il dito, quindi, parliamo delle situazioni, cercando di capire cosa fare e mostrando che c’è sempre un modo per risolvere i problemi anche quando la colpa è nostra. I bambini si sentiranno più sicuri e saranno meno inclini a mentire e a dare la colpa a qualcun altro. Perché è normale: se hanno paura di essere colpevolizzati, ci spiegheranno in mille modi che non è colpa loro (perché nella loro testa è così, non ci stanno nemmeno mentendo), non prendendosi le proprie responsabilità. È quindi un circolo virtuoso del quale dobbiamo fare parte attivamente anche noi mostrano come si possa essere responsabili, consapevoli e rispettosi sempre, anche quando sbagliamo.
Forse molti di voi già lo conosceranno, perché sono anni che Chicco è in prima linea nella difesa dell’infanzia, e il Chicco di Felicità è ormai un cult: l’anima solidale dell’azienda di puericultura torna quindi a brillare nel 2019, e stavolta lo fa con un nuovo simbolo, luccicante, bellissimo e dal cuore grande.
Un piccolo bracciale per aiutare le famiglie e i bambini in difficoltà: il Chicco di Felicità ci piace perché è bello, ma soprattutto perché umanamente prezioso.
Semplice e prezioso, ricco d’amore e di lucentezza, proprio come la luce che Chicco e CAF vogliono portare alle famiglie e ai bambini in difficoltà: il Chicco di Felicità proposto in questo 2019 è davvero bellissimo, indossabile ogni giorno, e diventa così simbolo quotidiano di speranza e aiuto, vita e solidarietà.
Come ogni anno, Chicco propone il suo Chicco di Felicità (ad oggi sono 550.000 le persone che hanno contribuito a ridare il sorriso ai bambini negli anni grazie a questa iniziativa!): quest’anno si tratta di un graziosissimo braccialetto con piccole maglie e una perlina colorata (un chicco!), semplice e delicato, disponibile in sei varianti a simboleggiare un diverso valore: verde per l’Accoglienza, rosa per il Rispetto, rosso vermiglio per la Solidarietà, nero per la Giustizia, bianco per la Speranza e lilla per la Fiducia. Indossandolo, quindi, porteremo sempre addosso il nostro messaggio di cura e speranza verso i bambini meno fortunati, che grazie al nostro gesto riceveranno anche un prezioso aiuto concreto grazie a specialisti che hanno a cuore il benessere dei bambini e delle loro famiglie.
Il ricavato delle vendite del Chicco di Riso, infatti, andrà a sostegno dell’Associazione CAF, il Centro di Aiuto ai Minori e alla Famiglia in crisi, e al progetto solidale per un programma di sostegno alle famiglie fragili, sostenendo l’accoglienza e la cura di bambini allontanati dalle proprie famiglie perché in gravi difficoltà.
L’obiettivo è quello di sostenere e proteggere le famiglie fragili, nelle quali i bambini si trovano in difficoltà, per fare ritrovare loro la fiducia negli adulti, la serenità e l’equilibrio. Tutto questo anche attraverso interventi specialistici, per prevenire il maltrattamento dei minori e per recuperare le competenze per preservare le relazioni tra genitori e figli.
Acquistando quindi il Chicco di Felicità nei negozi Chicco in tutta Italia o sull’e-commerce Chicco (qui le informazioni di servizio) contribuiremo ad un progetto davvero importante: costa 5 euro ed è perfetto come bijoux per noi o come regalo.
E accanto al Chicco di Felicità troviamo anche la linea Auguri di Cuore, con confezioni regalo e biglietti d’auguri che sostengono il progetto. Nei negozi Chicco in Italia potremo così acquistare eleganti scatole regalo in tre misure, tre fantasie (i quadretti Vichy per la piccola, le stelline per la media e le righe per la grande) e due colori, fucsia e blu, per impreziosire i nostri regali (al costo rispettivamente di 1,50 euro, 2 euro e 4 euro).