È velocissimo da cucinare, e soprattutto è amatissimo anche dai bambini. La versione veg dello spezzatino si fa con il seitan, ed è deliziosa! Noi utilizziamo le nostre pentole in ceramica Zisha di Siqur Salute: sono perfette perché tengono la temperatura costante e la cottura è quindi ideale.
L’argomento divorzio è molto delicato. Soprattutto, lo è quando ci sono di mezzo dei bambini. Il binomio divorzio e bambini è quindi da trattare con attenzione. Come sempre, ci sono molti modi per parlare del divorzio ai bambini, e in questo senso i libri possono venirci incontro aiutandoci in maniera positiva.
Questo libro di Jérôme Ruillier è davvero prezioso. Innanzitutto perché parla ai bambini attraverso un linguaggio che è loro familiare, quello dei colori. Come Leo Lionni con “Piccolo blu e piccolo giallo”, l’autore parla per macchie di colore (quindi è adatto già a partire dai 2 e 3 anni) raccontando come due persone che si amano decidano di fare una famiglia, mettendo al mondo un bimbo, ma come poi la vita li porti a voler prendere strade separate. Ciò che non cambierà mai è l’amore per questo bimbo. Il punto di vista è proprio quello del piccolo, un altro punto a favore di questa lettura.
“Due nidi”, di Laurence Anholt e James Coplestone, è un racconto in rima per bimbi dai quattro anni d’età che parla con gentilezza, rispetto e delicatezza della separazione dei genitori e di come il bimbo possa trovare conforto in entrambi i nidi, e cioè le due case tra cui d’ora in avanti si dividerà. Il bello di questo libro che parla ai bambini di divorzio è il lieto fine: non sempre si pensa con positività a questa situazione, ma è anche necessario cambiare prospettiva per vivere con serenità tutto.
Un libro perfetto (scritto da Beatrice Masini e Monica Zani) per i bambini (dai quattro anni) che sembrano non volere proprio accettare la situazione di separazione e divorzio dei genitori. È normale, e non dobbiamo quindi farne una colpa. Ma è anche necessario provare a mitigare questo sentimento, trovando strumenti che facciano capire ai bambini che è possibile esternare le emozioni, dare loro un nome e provare a viverle nella maniera più serena possibile. Il libro parla di Giulio, che proprio non accetta la separazione di mamma e papà, e che per quanto voglia ribellarsi deve fare i conti con una situazione che è reale. Ciò che deve fare è accettare i cambiamenti e vivere di conseguenza, affrontando i propri sentimenti e accettando il bene di chi gli sta attorno. Utilissimo perché aiuta i bambini a tirare fuori ciò che hanno dentro.
Una fiaba: questo è “Sotto il temporale”, scritto da Manuela Mareso e illustrato da Elena Tammaro. Attraverso un’impostazione classica con più favole, il libro parla ai bimbi più piccoli (quattro anni) che stanno vivendo la separazione familiare, cercando di attivare in loro le risorse più positive che hanno dentro di loro e facendo capire che, senza illusioni, si può comunque trovare del buono in questa situazione di disagio.
La storia di questo libro (adatto dai 7 anni) è deliziosa: l’autrice è Libby Rees, una bambina come tanti altri bambini, che durante la separazione dei genitori ha scritto questa lista di cose che la aiutavano ad affrontare la situazione. “Il divorzio spiegato ai miei” è il sottotitolo, ed è quindi davvero interessante lasciare che a parlare ai nostri figli sia una bambina come loro, che li aiuterà a trovare le cose per non abbattersi e andare avanti senza scoraggiarsi. Ognuno ha le sue, basta trovarle!
Christine Nöstlinger è sempre una certezza: i suoi libri appassionano i piccoli lettori e le sue storie parlano sempre al cuore portando sulla carta la vita quotidiana. Questo libro, La famiglia Cercaguai, è quindi perfetto per i lettori un po’ più grandicelli (dai 9 anni). Anche loro, come i più piccoli, vivono la situazione con dubbi, paure e tristezza, e questo racconto bellissimo, che parla di una grande famiglia nella quale mamma e papà decidono di divorziare, farà capire loro che l’unica certezza in tutto ciò è l’amore. Anche comprensione, ironia e gentilezza fanno la loro parte! Un libro divertentissimo, che leggeranno tutto d’un fiato.
Sara Polotti
Un post impressionista che impressiona sempre tutti: conoscete Henri de Toulouse Lautrec? Se non ne avete mai sentito parlare, ora ve ne facciamo un’introduzione. E, conosciuto o non conosciuto, per le famiglie siciliane e per chi vorrà fare una capatina a Catania dal 7 febbraio c’è un’occasione imperdibile: la mostra a lui dedicata ospitata presso il Palazzo della Cultura!
Henri de Toulouse Lautrec è stata una di quelle figure storiche che ci mostrano come le difficoltà possano essere davvero superate: affetto da una malattia ossea dolorosa e deformante, riuscì comunque a diventare uno degli artisti più influenti e conosciuti della Belle Epoque, e le sue opere sanno trasportarci in un mondo fatto di cabaret, ballerine, vita bohémienne e teatri parigini.
I suoi manifesti pubblicitari sono iconici e riconosciuti (come quello dedicato alla soubrette Jane Avril o al Divan Japonais); i suoi dipinti bellissimi, con lo stile post impressionista; ma ci sono anche moltissimi acquerelli, illustrazioni, litografie. Tutto questo, insieme a fotografie e video, sarà esposto dal 7 febbraio al 3 giugno 2018 presso il Palazzo della Cultura di Catania (via Vittorio Emanuele II 121): s’intitola “La Ville Lumière”, l’esposizione dedicata a Toulouse-Lautrec, che celebra, come suggerisce il titolo, tanto il lavoro dell’artista quanto il fascino della capitale francese negli anni della Belle Epoque.
150 opere provenienti dall’Herakleidon Museum di Atene ci porteranno nella Parigi di fine Ottocento (con Montmartre, il Moulin Rouge, i teatri…). Curata da Stefano Zuffi, la mostra è perfetta per gli amanti dell’artista ma è anche ideale per chi si avvicina ora alla sua opera. Bambini compresi. Già. Perché anche se potremmo considerare l’opera di Henri de Tolouse Lautrec un po’ “osé” (ci sono anche prostitute e scene ritenute all’epoca poco rispettabili) in realtà tutto è sempre delicato e bellissimo da vedere.
Perfette sono quindi le visite guidate per le scuole che il Palazzo della Cultura di Catania propone. Durano 75 minuti e portano i bambini e i ragazzi a conoscere tanto l’epoca di riferimento, bellissima e affascinante, quanto le rappresentazioni di Henri de Toulouse Lautrec, frequentatore dei teatri e dei caffè parigini, dei sobborghi e del mondo popolare.
La vita di questo artista nato in una famiglia prestigiosa ma vissuto comunque nella difficoltà fisica sarà loro spiegata in ma nera curiosa e intrigante, conoscendolo da vicino attraverso le sue opere e anche con l’aiuto di fotografie e documenti dell’epoca.
La mostra sarà poi aperta dal lunedì alla domenica dalle 10 alle 20. I biglietti, comprensivi di un’utile audioguida (perfetti quindi se non vogliamo per forza prenotare una visita guidata), costano 13 euro l’intero e 11 il ridotto (per i ragazzi dagli 11 ai 18 anni). I bimbi dai 4 agli 11 anni pagano 4 euro, mentre il biglietto è omaggio per i bimbi fino ai 4 anni.
Per informazioni, contattare lo 095 883 791, oppure visitare il sito dedicato all’esposizione.
Giulia Mandrino
Vivian Maier era una bambinaia: capirete, quindi, quanto il suo sguardo sia adatto ai bambini. La storia di questa fotografa è tra le più interessanti che possano esserci, e portare i bambini a vedere l’esposizione ospitata a Catania in questo periodo è una buonissima idea.
Esatto, una tata-fotografa. Ma in vita era conosciuta solo come tata. Le sue fotografie non le ha mai mostrate a nessuno, e hanno preso polvere in una soffitta fino a quando non sono state ritrovate, facendo scoprire al mondo un talento meraviglioso e degli scatti intimi, sociali e documentaristici di raro spessore.
Anne Morin e Alessandra Mauro, le curatrici, hanno quindi portato a Catania, presso la Fondazione Puglisi Cosentino, la mostra “Una fotografa ritrovata”, che sarà visibile fino al 18 febbraio 2018 (con ingresso intero a 11 euro, ridotto 9 e gratuito per i bambini fino ai 4 anni non compiuti).
Vivian Maier nacque a New York nel 1926 e per quasi tutta la sua vita svolse la professione di tata. Era quindi una fotografa solo per diletto, che scattava per se stessa. Ma il suo scattare era compulsivo, ossessivo, e non abbandonava mai la sua Rolleiflex, che aveva sempre al collo. Addirittura, moltissimi rullini non furono mai da lei sviluppati, a sottolineare il carattere della sua fotografia nascosta. Questi rullini (si parla di circa quindicimila negativi), insieme a varie stampe, furono ritrovati casualmente nel 2007, quando John Maloof li acquistò ad un’asta che metteva in vendita parte dell’archivio della Maier, per un mancato pagamento.
In questi scatti c’è di tutto: la vita newyorkese del secolo scorso, quella di Chicago (le due città nelle quali visse), piccoli dettagli, gente comune, bambini, adulti… Sono fotografie semplici, che arrivano dritto al cuore perché parlano la lingua degli esseri umani.
Portando i bambini alla mostra possiamo quindi cogliere l’occasione non solo per mostrare loro un’arte delicata e potente allo stesso tempo, ma per iniziare a fargli capire il concetto di storia e di tempo che passa, osservando questi bellissimi scorci passati.
Prima di recarci alla mostra possiamo acquistare (o prendere in prestito in biblioteca) il bellissimo libro-graphic novel “Lei. Vivian Maier”, edito da Orecchio Acerbo e scritto e illustrato da Cinzia Ghigliano.
È davvero fantastico: attraverso bellissime immagini, narra la storia della fotografa come fosse un libro per bambini, raccontando la sua vita e le sue fotografie, il suo modo di scattare e i suoi pensieri. Diventa quindi uno strumento utilissimo per introdurre i bambini alla sua arte (come spiegavamo nell’articolo dedicato alle visite ai musei con i bambini).
Giulia Mandrino
E se vi dicessimo che colmare il gap dello sport solo per seienni (in su) si può? Non solo: per i bimbi dai 2 ai 7 anni c’è una disciplina ancora troppo poco conosciuta che tuttavia è veramente speciale e utilissima. Si tratta del rugbytots, un programma di motricità per bambini che utilizza la palla ovale del rugby!
Il rugby non è solo fango e spintonate: è uno sport completo, a livello fisico ma soprattutto sociale, perché il divertimento è alla base di tutto, così come la correttezza sportiva.
Solitamente i bimbi cominciano con il rugby dai sei o sette anni. Per i più piccoli mancava questa disciplina, ed è così che nel 2006 in Inghilterra è nato il rugbytots, per sviluppare competenze fisiche e sociali a partire dalla palla ovale e dal gioco del rugby.
Nel rugbytots, a differenza del “vero” rugby, non c’è alcun contatto fisico: se quindi vi state facendo venire dei dubbi in merito alla sicurezza del rugby per bambini molto piccoli state pure tranquilli! Attraverso giochi e attività ispirate dalla palla ovale, dunque, il rugbytots vuole aiutare i bambini a sviluppare capacità sociali, fisiche e psicologiche molto utili per la crescita.
Nel rugbytots, infatti, i giochi (come la corsa con il pallone ovale, il gioco del piede, le prese della palla, le attività di equilibrio nello spazio…) aiutano a sviluppare una piena consapevolezza del proprio corpo, così come l’autostima e il senso di lavoro di gruppo.
Tutto, nel rugbytots, è sviluppato in modo da essere un grande e divertentissimo gioco. Le attività sono presentate come cacce al tesoro di pirati, missioni spaziali e mille altre attività ludiche, di modo che per i bambini tutto sia un gioco, come giusto che sia.
Il rugbytots è diviso per età. I bambini di 2 e 3 anni partecipano insieme ai genitori alle attività, che si configurano come una divertente introduzione al rugby nella quale, tuttavia, vengono stimolati ad imparare altre cose, come i numeri, le forme o i colori (con palloni leggeri in schiuma espansa, per la sicurezza totale).
I bambini dai 3 ai 5 anni nel rugbytots saranno invece spronati a sviluppare le proprie competenze fisiche e sociali, con un’attrezzatura sempre più simile a quella del rugby, espiiorando lo spazio, cercando la palla, segnando le famose mete e sperimentando la propria agilità.
I cinque e settenni si avviano invece verso il rugby più “vero”, cominciando a capire cosa significa il gioco di squadra e iniziando a prendere confidenza con le regole del gioco, in maniera seria e professionale, sempre giocando e divertendosi.
Tutti i bambini e le bambine che vogliono provare questa fantastica disciplina avranno una possibilità unica durante questo weekend: domenica 4 febbraio 2018, infatti, è previsto un open day di prova gratuita presso Mirtillo Club (in via Canova 4) a Monza. Si terrà dalle 9.30 alle 12, e per avere tutte le informazioni basta inviare una mail a Silvia (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.), oppure chiamarla al 3917425673.
Sul sito di Rubgytots Italia, poi, possiamo trovare i corsi in tutta Italia di Rugbytots. Basta controllare questa pagina!
Giulia Mandrino
Ecco una ricetta ispirata alla tradizione indiana ma adattata ai gusti dei più piccini: così ho scelto spezie come la paprika dolce e il curry di Madras, adatto come spieghiamo in questo articolo, anche per i più piccini.
Al posto delle spezie vi consiglio anche di provare la variante con la menta: basta frullare qualche foglioline di menta nello yogurt e, se avete piacere, potete aggiungere una punta di aglio in polvere e un cucchiaino di fieno greco.
Un secondo di pesce che richiede pochi minuti e che generalmente è apprezzato dai bambini: possiamo sostituire facilmente il pesce spada con un merluzzo o un altro pesce azzurro se abbiamo piacere.
Un metodo perfetto per riciclare le polpette rimaste la sera prima: completare il piatto inserendole nella pasta al forno, deliziosa e nutriente (e infatti la proponiamo non più di una volta al mese! Non è esattamente light). A noi piace in una versione classica, con del ragù (di seitan) e della besciamella naturale, con una gratinatura che fa impazzire tutti!
I cannelloni sono un piatto irrinunciabile della nostra tradizione: sono deliziosi, e ogni tanto uno strappo alle regole light ci sta. A noi tuttavia piace comunque trasformare la classica ricetta in qualcosa di più naturale. Questa versione prevede pomodoro e legumi, ed è quindi perfetta per bilanciare carboidrati e proteine.
Mmm, che delizia i bagel! A noi piacciono moltissimo, perché si prestano bene tanto alle preparazioni da colazione quanto ai pranzi veloci. Sono solitamente salati, ma li avete provati dolci? La nostra versione prevede il cacao, e alla fine i nostri bagel risultano buonissimi a colazione o merenda. Basta mangiarli così al naturale oppure spalmare della crema di cioccolata fatta in casa con delle banane, o ancora della marmellata bio!