Oggi parliamo di figlie femmine. Perché? Perché ci siamo rese conto che uno degli stereotipi più diffusi, anche tra i media d’intrattenimento, è quello della ragazzina stronza e bulletta. Un esempio su tutti? Il film “Mean Girls”, che ci ha fatto sorridere e per molte di noi è un cult (anche noi lo amiamo!); e che, per quanto simpatico, nasconde effettivamente qualche nota reale che non ci piace proprio.

Sono molti, insomma, i film e le serie tv che portano sullo schermo il cliché della ragazzina cattivella e insolente, preadolescente o adolescente, e anche se alla fine i messaggi nella finzione sono sempre positivi (fortunatamente sono la bontà e la gentilezza a vincere quasi sempre), qualche vena di verità c’è: il bullismo a scuola sembra dilagare, cyber o reale, e in effetti l’adolescenza è un periodo delicato, nel quale le nostre figlie, quando insicure o non abituate alla gentilezza, rischiano di scivolare prendendo una discesa difficile da risalire. Quella della cattiveria e della non empatia.

Crescere figlie gentili è più semplice di quanto crediamo: iniziamo fin da subito a insegnare empatia, gratitudine e gentilezza, per far sì che non diventino le bullette cattivelle che tutti temiamo


Durante le scuole medie e superiori le insidie in questo senso sono dietro l’angolo: molti di noi durante l’adolescenza hanno subìto episodi di violenza (più o meno forti, più o meno importanti, più o meno ripetuti). Bastava avere qualche brufolo in più, qualche chilo in più o qualche vestito alla moda in meno, no? È ancora così. Il bullismo purtroppo non sembra diminuire, ma, anzi, con i social e i mezzi di comunicazione che i ragazzi si ritrovano è ancor più semplice oggi nascondersi continuando a fare del male.

E il bullismo non è solo una prerogativa dei maschi. Per niente. Tra di noi c’è chi ricorda ancora la pressione psicologica buttata addosso da quella ragazzina alla moda che tutti seguivano, che ti metteva tutti contro se quel giorno non le andavi a genio e che dopo averti puntato il dito contro, ridendo, ti faceva vergognare davanti a tutta la scuola. Il bullismo purtroppo non ha sesso. E quest’età è pericolosa, perché se le nostre figlie non si sono fatte una corazza abbastanza forte rischiano non solo di soccombere davanti alle azioni malvagie, ma soprattutto rischiano di trovarsi dall’altra parte del dito, quello accusatore, per nascondere la propria insicurezza e diventando così loro stesse delle bullette (anche perché, lo dicono molti psicologi, il bullismo deriva dalla sofferenza: solitamente i bulli sono stati per primi bullizzati, anche a casa).

Gli strumenti per scegliere la strada giusta, quella della gentilezza e della consapevolezza di cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, non dobbiamo però fornirglieli il primo giorno delle medie. Dobbiamo iniziare molto prima, sin dai primi anni di vita (se non giorni). Perché la gentilezza è qualcosa che si vive, e che non si insegna solo.

Attraverso l’esempio e l’esperienza, dunque, dobbiamo prima di tutto insegnare l’inclusione. L’inclusione sociale, certo, ma anche quella emotiva. L’inclusione emotiva la si pratica abbracciando tutte le nostre emozioni, anche quelle negative, vivendole e non reprimendole. L’inclusione sociale, invece, la si vive cercando di entrare in empatia con tutti. Prima di tutto, quindi, con i nostri figli.

Se noi ascoltiamo i nostri figli, davvero e fino in fondo, allora loro per primi sapranno esprimersi. Ma soprattutto sapranno ascoltare gli altri, perché vedranno noi che prima di tutto siamo ascoltatori.

Cerchiamo di esprimere sempre ciò che proviamo, sia quando siamo felici sia quando siamo tristi o arrabbiati. In questo modo lo faranno anche i nostri bambini, con il tempo, e impareranno a riconoscere le emozioni e le situazioni.

Soprattutto, poi, pratichiamo sempre la gentilezza e la gratitudine. La gentilezza non significa solo essere educati (il “grazie” e il “per favore” sono solo la base), ma significa esserci davvero per l’altro, supportando e aiutando. E la gratitudine vuol dire cercare sempre di trovare il positivo della vita, esprimendo a parole e a gesti ciò che ci rende felici.

Quando le emozioni sono lì, davanti agli occhi di tutti, noi e i nostri figli diventiamo più consapevoli. Consapevoli delle cose belle, ma soprattutto consapevoli delle cose brutte, di ciò che ci fa soffrire e di ciò che fa soffrire gli altri. Crescendo, quindi, i nostri bambini sapranno riconoscere ciò che ferisce gli altri, e in qualche modo sentiranno il bisogno di arginare tutto ciò, di aiutare, o almeno di non infierire. Perché sanno riconoscere quando qualcosa fa male, perché sanno cosa ferisce loro stessi.

Quando le nostre bambine ci diranno cosa non va, o quando ci faranno sapere che qualche bambino le sta trattando male, non andiamo in panico. Non arrabbiamoci. Non facciamo sentire la paura. Cerchiamo solo di fare esprimere loro ciò che sentono, cercando una soluzione insieme. È così che regaliamo loro la forza che servirà loro nella vita. Non risolvendo per loro le cose, ma facendo sì che usino la loro voce per parlare forte e chiaro.

Insegnando anche il girl power, quando necessario. Perché non possiamo nasconderci, il maschilismo esiste ancora e il bullismo lo riceveranno anche in quel senso, a scuola e sul lavoro da adulte. Ma la consapevolezza aiuta anche in questo senso!

Questa è la forza. Questa è l’empatia. Ed è questa che aiuterà a rendere gentili, inclusive e non cattive le nostre bambine.

Giulia Mandrino

(Foto: Comune di Monza - Ufficio Cultura)

C’è tempo fino all’11 febbraio 2018: chi si trova a Monza e dintorni non dovrebbe lasciarsela scappare. Parliamo della mostra “Suoni in gioco” allestita presso la Galleria Civica, un’esposizione ricca di installazioni interattive che piacerà moltissimo a tutti i bambini!

“Suoni in gioco”, una mostra sensoriale a Monza: fino all’11 febbraio alla Galleria Civica la mostra che stimola udito, vista e tatto

La mostra “Suoni in gioco” ha inaugurato a Monza (alla Galleria Civica, in via Manfredo Camperio 1) il 29 dicembre e sarà visibile (dal martedì al venerdì dalle 16 alle 19 e il sabato e la domenica negli orari 10-13 e 15-19) fino a domenica 11 febbraio (tutte le info le si possono trovare sulla pagina web dedicata, oppure basta inviare una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o chiamare lo 039.230.21.92).

Quello che ci è piaciuto fin da subito è la doppia valenza della mostra: prima di tutto è super sensoriale, dal momento che le installazioni interattive per i bambini stimolano moltissimo la loro curiosità a tutto tondo; in secondo luogo la mostra si rifà parecchio alla filosofia del riciclo: tutti i giochi sonori esposti sono infatti realizzati con oggetti di recupero quotidiano che nelle mani degli organizzatori (l’associazione culturale Erewhon in collaborazione con il Comune di Monza) si sono trasformati in qualcosa di magico e unico.

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(Foto: Comune di Monza, Ufficio Cultura)

Entrando nella galleria subito si viene immersi in questo mondo strano e affascinante: ruote, pentole, pannelli, bottiglie, tappi, campanellini… Il tutto combinato in macchine stravaganti, meccanismi sonori e sculture in movimento che i bambini possono toccare, guardare, ascoltare e mettere in moto.

Ciò che i bambini scoprono durante la loro divertente visita è la potenzialità creativa degli oggetti di uso comune. Non solo: toccano materiali differenti, si lasciano incuriosire, e capiscono attraverso l’esperienza come ogni materiale abbia un suo rumore e un suo suono, e come questo suono sia influenzato dagli altri materiali che si appoggiano l’uno sull’altro. Un tappo di bottiglia non fa lo stesso rumore se sfregato contro un cartone ondulato o contro una lamina in metallo. E le bottiglie di plastica, girando attaccate ad una ruota di bicicletta, riescono a ricreare un rumore divertente e inusuale!

Fatto da non sottovalutare, grazie a “Suoni in gioco” i bambini scoprono la musica, e non solo i rumori: attraverso l’attività ludica (apparentemente, agli occhi dei grandi, “futile” o “senza senso”) i più piccoli cominciano infatti a capire come gli oggetti possano essere strumenti musicali. È un primo approccio alla musica, insomma, che può diventare pretesto per cominciare a scoprire i “veri” strumenti musicali.

Il tutto in un ambiente super analogico: niente tecnologia, niente digitale. Non diamolo per scontato: certo, le mostre interattive con elementi digitali sono bellissime e utili, ma in un’epoca come la nostra, fatta di tecnologia ad ogni angolo, trovare un pezzo di mondo nel quale per un attimo si possa staccare la spina per ritrovare il contatto con la realtà oggettiva, tattile e sensoriale è un sollievo. I bambini ne trarranno beneficio, ma anche e soprattutto gli adulti che li accompagneranno!

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(Foto: Comune di Monza, Ufficio Cultura)

Giulia Mandrino 

9 ricette sane con le lenticchie

Martedì, 23 Gennaio 2018 15:54

Le lenticchie sono tra i nostri legumi preferiti, sia per il loro sapore sia per l’essere parecchio versatili. Mangiare legumi è molto importante per la nostra alimentazione, soprattutto in caso di diete povere di derivati animali, poiché è da essi che possiamo prendere le proteine vegetali necessarie al nostro benessere.

Per proporre le lenticchie in tavola basta un po’ di fantasia: in questo modo anche i meno amanti dei legumi apprezzeranno il menù a base di lenticchie!

9 ricette sane con le lenticchie: dall’humus per il pinzimonio alle varie polpette per proporre i legumi ai bambini, i piatti più buoni e sani da preparare con le lenticchie

- La versione dell’humus con le lenticchie è deliziosa: noi la proponiamo spesso come aperitivo spezza fame prima di cena, con delle verdure crude tagliate a listarelle da immergere nella salsa come fosse pinzimonio. Basta frullare una lattina di lenticchie già cotte con due cucchiai di salsa tahina, il succo di mezzo limone e poco sale!

- Delizioso è poi il dal di lenticchie, il piatto indiano a base di legumi e spezie leggere. Sembra uno spezzatino e si prepara davvero in pochissimo tempo (deve cuocere per una ventina di minuti). Si accompagna benissimo con un riso basmati bianco. Qui trovate la nostra ricetta, corredata da un video per semplificarvi ancor più le cose!

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- Classicone della nostra cucina sono le polpette di lenticchie (la ricetta la trovate qui): sono semplicissime polpette di legumi arricchite con semi di chia e foglioline di menta (ma voi potete sperimentare anche altri sapori e spezie!), da cuocere in padella con pochissimo olio.

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- Se amate la pasta e fagioli, amerete anche la pasta e lenticchie. Il procedimento è lo stesso: dopo aver soffritto delle carote e delle cipolle tagliate finissimamente in poco olio, aggiungiamo in padella una lattina di lenticchie precotte con un goccio di brodo vegetale fatto in casa. Aggiungiamo dopo cinque minuti della salsa di pomodoro e lasciamo cuocere per circa 15 minuti minuti. Aggiungiamo quindi in padella la pasta (meglio corta e integrale) e copriamo con dell’altro brodo caldo in modo che cuocia. Assaggiamo, aggiungiamo eventualmente altro brodo e serviamo quando si sarà formato un bel sughetto.

- Fresca e deliziosa è l’insalata di quinoa, lenticchie e basilico. Sembra estiva, ma in realtà è ottima tutto l’anno, soprattutto da portare a pranzo in ufficio nella nostra schiscetta sana e naturale.

- Per un contorno saporito, ecco le patate e lenticchie al forno. Dopo aver tagliato a fettine quattro patate, sbollentiamole in acqua per cinque minuti. Scoliamole e disponiamole in una pirofila unta con dell’olio, come fossero sfoglie di lasagne. Copriamo il primo strato con le lenticchie precotte, quindi facciamo un altro strato con le fettine di patate e così via fino al bordo della pirofila. Spolveriamo l’ultimo strato con del pecorino grattugiato e inforniamo a 180 gradi per circa 15-20 minuti.

- Per questi mesi invernali perfetta è la vellutata di lenticchie e limone, una crema calda davvero saporita e ricca di benessere. Qui trovate la nostra ricetta.

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- Altra minestra calda e appetitosa a base di questi legumi è la tradizionale zuppa di lenticchie. Dopo aver tagliato a pezzetti piccoli un gambo di sedano, due carote e una cipolla rossa, mettiamoli a rosolare con un filo d’olio evo. Uniamo un goccio di salsa di pomodoro quindi aggiungiamo in padella 400 grammi di lenticchie precotte e brodo vegetale (non troppo, in modo che la zuppa rimanga bella densa). Lasciamo cuocere per venti minuti e serviamo con delle fette di pane integrale tostato.

- Infine, la ricetta del cous cous con lenticchie che trovate sul nostro sito: il bello di questo piatto è che si prepara praticamente in cinque minuti, rivelandosi un salvacena perfetto, ricco di gusto e di tanta salute!

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 Giulia Mandrino

Le letture per parlare della Shoah ai bambini

Martedì, 23 Gennaio 2018 14:13

Doveroso in questi giorni è dedicare un po’ di tempo alla Memoria. Il 27 gennaio di ogni anno ricorre infatti il Giorno della Memoria, 24 ore durante le quali possiamo prendere l’occasione per riflettere sugli orrori del nazismo nei confronti degli ebrei e dei più deboli (anche se dovremmo ricordarcene sempre, non solo un giorno all’anno). Soprattutto, possiamo cominciare a parlare ai nostri bambini e bambine di questa situazione terribile che mai più dovrà accadere. E uno dei modi migliori per farlo, come sempre, è affidandosi ai libri.

Le letture per parlare della Shoah ai bambini: i libri per bambini e ragazzi sul nazismo e i suoi orrori

Per i più piccoli, ci sentiamo di consigliare “La Shoah spiegata ai bambini” di Paolo Valentini (con le illustrazioni della bravissima Chiara Abastanotti): attraverso una metafora delicatissima (protagonisti sono gli oggetti della bottega di una sarta) i bambini scoprono cosa significano i soprusi e le cattiverie senza motivo. Ecco la sinossi: “Nella bottega della sarta Nuvoletta Gentile, Bottoni, Fili di Seta, Aghi, Ditali, Spille e Tessuti lavorano in armonia per realizzare splendidi abiti da sposa. Fino all’arrivo del nuovo sindaco, il Generale coi Baffi, che impone le sue leggi crudeli a tutti gli abitanti del Piccolo Villaggio”.

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A partire dai 10 anni un classico di questa letteratura è “Quando Hitler rubò il coniglio rosa” di Judith Kerr, il racconto di Anna, bambina costretta con la sua famiglia a vagare di città in città a causa delle leggi razziali di Hitler.

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Bellissimo e molto tenero è anche il racconto narrato in “Un sacchetto di biglie” di Joseph Joffo. Consigliato a partire dai 10 anni, parla di un ragazzo francese perseguitato, con i suoi famigliari, a causa della sua religione nella Francia occupata dai tedeschi nella seconda guerra mondiale. È una storia vera, autobiografica, quindi il significato e il senso assumono ancor più importanza.

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Uri Orlev ha scritto invece “Corri ragazzo, corri”, la storia del piccolo Yoram scappato dal ghetto di Varsavia. Anche questo libro è adatto dagli 11 anni ed è denso di avvenimenti e tragedia: l’odio razziale, la perdita della madre…

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Ormai è un classico anche “L’amico ritrovato” di Fred Uhlman: il bello di questo libro è che, in mezzo all’orrore della guerra, si parla di un’amicizia profonda e delicata tra il figlio di un ricco aristocratico e il figlio di un medico ebreo. Oltre alla tragicità di un momento storico da non dimenticare, i ragazzi imparano anche l’empatia e l’importanza di non lasciarsi prendere dai pregiudizi.

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Per i lettori più grandi (dai 14 anni) è uscito in questi giorni un altro libro: “Ho guardato un nazista negli occhi” di Kathy Kacer. È il resoconto del processo ad uno degli ultimi nazisti più feroci rimasti in vita, Oskar Gröning, ma non è noioso o professionale come sembra: la storia è infatti narrata in prima persona da una ragazza di 19 anni che ne ha preso parte.

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Sempre per i più grandi (almeno liceali, anche se l’età consigliata è dai 12 anni: noi sentiamo che ci sia bisogno di un po’ più di maturità per digerire bene questo capolavoro), la lettura secondo noi perfetta è “Maus” di Art Spiegelman, la fortissima opera di graphic novel che senza nemmeno troppe metafore racconta per filo e per segno questo periodo buio, narrandola attraverso una storia di topi e gatti crudeli. È molto forte e veritiera, quindi è una lettura adatta a chi il nazismo già lo conosce e vuole capire fino in fondo cosa accadde durante la Shoah.

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E, infine, "Il Diario di Anne Frank": classico, tradizionale, “lo conoscono tutti”. Eppure c’è un motivo. E ogni adolescente dovrebbe leggerlo. Perché qui è una ragazza che parla ad altri ragazzi, con il loro linguaggio e i loro sentimenti. Anche lei era un’adolescente come tanti, e non c’è lingua migliore per parlare ad un teenager se non quella del cuore di un altro teenager.

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 Sara Polotti

Avete mai visto un caseificio dal vivo? Non parliamo di quelli industriali, grandi, grigi e spenti, ma di quelli tipicamente altoatesini, incastonati nel cuore delle Alpi per produrre, da sempre, formaggi, yogurt e latticini buoni, veri e genuini.

Da poco abbiamo scoperto un luogo bellissimo nel quale passare una vacanza con i bambini: il rifugio Kreuzwiesenalm, sull’Alpe di Luson, che vale la pena, veramente, visitare!

Il rifugio Kreuzwiesenalm, per una vacanza in un vero caseificio: un rifugio meraviglioso sull’Alpe di Luson, per una vacanza diversa, didattica e divertente con i bambini

Il rifugio Kreuzwiesenalm, come dicevamo, è aperto nel periodo di Natale (dal 26 dicembre fino alla prima settimana di gennaio), ma anche durante i weekend di gennaio e febbraio (dobbiamo quindi affrettarci a prenotare!) e poi da maggio a ottobre (tutti i giorni). Le camere vengono circa 53 euro a persona con trattamento di mezza pensione, per un soggiorno di minimo 3 notti).

Questa apertura breve lo rende ancora di più un gioiello raro. Il rifugio, infatti, non è solo bellissimo: si trova sull’Alpe di Luson e dalle finestre si possono ammirare tutte le vette circostanti (le Dolomiti, la Plose, le Alpi del Sarentino e dello Stubai), quasi sempre innevate durante questo periodo dell’anno e quindi davvero bellissime da guardare!

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Il rifugio è però anche bello da vedere nella sua struttura: è infatti interamente costruito in legno di larice e in pietra degli anni Trenta, e all’interno il profumo della resina e dei materiali naturali è dappertutto. Tra i profumi dei paesaggi alpini e quelli della struttura, i nostri nasi si sentono davvero in vacanza e trasmettono benessere a tutto il corpo! Le camere sono altrettanto favolose: i letti in ferro o in legno e i classici, morbidissimi piumini bianchi candidi rendono l’ambiente ancora più affascinante. E poi, uscendo, ecco il rumore rilassante del torrente, il gallo che canta e la vista mozzafiato dei monti circostanti…

Altra nota positiva: no alla tivù, in questo rifugio!

La particolarità del Kreuzwiesenalm, tuttavia, è il suo essere in realtà un caseificio: al suo interno, infatti, si producono ancora con le tecniche tradizionali alpine i formaggi tipici della zona, come le tome al profumo di erbe alpine, il formaggio magro grigio, lo ziggolan e lo yogurt. Tutto a partire dal latte d’alpeggio, quello delle mucche che respirano ogni giorno l’aria incontaminata di questa zona.

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Il rifugio, infatti, non è in paese: in inverno, con la neve, lo si raggiunge o con il pick up che i proprietari mettono a disposizione oppure (fantastico!) con una passeggiata con le ciaspole sulla neve.

Le giornate, qui, possono quindi trascorrere tra la scoperta della produzione nel caseificio e le passeggiate alpine, le ciaspolate e gli sport invernali. E poi possono terminare, come in ogni albergo altoatesino che si rispetti, con un rilassamento in sauna: la sauna in legno allenta ogni tensione e corrobora, ma la parte più bella è certamente (per i più forti!) il laghetto alpino balneabile.

 Giulia Mandrino

Se vi interessa una vacanza in Alto Adige e Tirolo, qui trovate altri suggerimenti!

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Il ghiacciaio di Hitertux

Cosa fare in Tirolo con tutta la famiglia

 

Oggi parliamo del ruolo di “Mamma” come se fosse considerato un lavoro. Quindi mettiamo per un attimo da parte la distinzione tra mamme lavoratrici e mamme casalinghe e consideriamo semplicemente l’essere mamma full time come un’occupazione. Siete pronti?

Le ore che di media una mamma passa a “lavorare” in una settimana sono 98. Circa 14 al giorno.

Quante ore lavora in media a settimana una mamma: quantificare l’impegno che richiede essere mamma come se fosse una professione dà un risultato che fa riflettere

La media di 98 ore a settimana di “lavoro da mamma” è stata calcolata durante uno studio finanziato dall’americana azienda Welch’s (produttrice di succhi e prodotti a base di frutta sani e nutrienti): hanno preso in considerazione 2000 mamme con figli di età compresa tra i 5 e i 12 anni (quindi non stiamo parlando delle neomamme, che comprensibilmente si occupano dei bambini praticamente 24 ore al giorno!).

L’obiettivo era capire quanto lavorano in un giorno e in una settimana, comparando quest’impegno ad una professione, cercando però di capire anche quali siano gli strumenti e gli aiuti necessari per rendere le giornate meno stressanti e più rilassate e per far sì che tutto fili liscio.

Ciò che le mamme hanno votato come strumenti più “lifesaver” (e cioè le manne dal cielo indispensabili per non affogare) le cose più disparate, ma ai primi venti posti troviamo questi: le babysitter, le salviettine umidificate, i pantaloni della tuta, ma anche Netflix e gli iPad (senza nasconderlo) e i pasti da asporto, così come il caffè, i pisolini strategici e la voce grossa quando proprio non è più possibile farne a meno.

Le giornate delle mamme, combinando i dati delle 2000 donne, cominciano circa alle 6.30 del mattino e fino alle 8.30 non c’è tempo di fermarsi. Spesso poi le 20.30 diventano le 21.30 o le 22.30, perché ogni volta c’è qualcosa di nuovo.

Se prendiamo questo dato per buono una mamma ha per sé solo un’oretta e poco più al giorno, quando è fortunata. Ecco perché i nonni, soprattutto, prendono il primo posto nella classifica dei “lifesavers”: averli vicini e disponibili è davvero utile. Lo stesso vale per le babysitter, nel caso, soprattutto, della mancanza dei nonni.

In tutto questo anche gli snack sani e veloci prendono un buon posto, poiché quando sopraffatte dagli impegni le mamme temono di non dare il meglio ai bambini, ripiegando su merende veloci ma non propriamente sane. I succhi di frutta veri, la frutta secca e altri prodotti confezionati di aziende di cui ci si possa fidare diventano quindi un altro di quegli strumenti indispensabili su cui si conta moltissimo.

A pensarla così è addirittura il 72% delle mamme intervistate, che si strugge davvero tra l’andare sempre di corsa e l’offrire ai bambini e alla famiglia il meglio in fatto di cibo. Come sapete, noi di mammapretaporter ci teniamo moltissimo, ed è per questo che le nostre ricette e i nostri consigli vanno sempre in questa direzione che vuole coniugare fretta e benessere! Perché, diciamolo, non tutte abbiamo il tempo, ogni giorno o ogni settimana, di preparare estratti freschi, congelare la frutta e la verdura per gli smoothies o preparare una torta per ogni mattina. Ma possiamo fare ciò che riusciamo, senza stressarci e trovando le soluzioni perfette per la nostra famiglia, che è diversa da tutte le altre.

Detto questo, dallo studio emerge anche la tendenza delle mamme a non chiedere aiuto: ecco, qui dobbiamo un po’ cambiare il nostro modo di agire e metterci in testa che chiedere un aiutino non significa fallire, ma, anzi, essere molto più efficienti. Avere l’intelligenza di capire quando non riusciamo a fare tutto da sole è davvero importante: non solo per i figli, che ne beneficeranno, ma anche per noi stesse, che potremo così davvero dedicarci a noi stesse facendo ricadere il nostro benessere su tutta la famiglia!

 Giulia Mandrino

 

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Comportamenti ecologici di tutti i giorni

Lunedì, 22 Gennaio 2018 09:16

Le nuove generazioni sono più consapevoli della necessità di rispettare l’ambiente e di non sprecare risorse come acqua o elettricità. Grazie al decreto La Buona scuola, voluto dal MIUR a partire dal 2015, è stata infatti inserita l’educazione ambientale fin dalla prima infanzia.

Anche i genitori hanno un ruolo fondamentale nel crescere bambini più attenti all’ambiente. Come insegnare ai vostri bambini ad essere eco friendly?

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1. Dare loro un buon esempio

I genitori stessi attualmente sono più attenti a tutto quello che è bio ed hanno un ruolo fondamentale nel trasmettere ai più piccoli comportamenti virtuosi, come spegnere sempre gli interruttori della luce quando si lascia una stanza o non buttare cartacce per terra. Voi per primi siete un esempio e un modello per i vostri figli e se farete attenzione a piccoli gesti, vi imiteranno.

2. Ridurre, riciclare e riutilizzare

Basta applicare queste tre linee guida, che formano il cosiddetto “ciclo virtuoso dell’ecologia”, per tutelare l’ambiente e le risorse che ci offre. Dite no agli sprechi, a cominciare dal cibo: abituate i vostri bambini a non lasciare avanzi e cercate di fare la spesa in maniera più consapevole, comprando solamente quello di cui avete effettivamente bisogno.  
Insieme ai vostri bambini, potete differenziare i rifiuti e a dare nuova vita ad oggetti che non vi servono più. Date libero sfogo alla vostra fantasia e i vecchi barattoli di latta, ad esempio, diventeranno portapenne o vasi colorati, oppure un paralume potrà essere trasformato in un vaso.
Infine, è importante soprattutto riutilizzare le apposite vaschette di plastica per conservare gli alimenti o per il pranzo del giorno dopo e le borracce riutilizzabili per l’acqua.
Infine, i fogli scritti solamente da un lato possono servire per prendere appunti veloci o per stampare qualcos’altro.

3. Iniziate un programma di risparmio energetico

Potete anche insegnare ai vostri bambini come essere più indipendenti nella produzione di energia o di acqua calda per la vostra casa, approfittando del nuovo anno per installare un impianto fotovoltaico o solare termico.

Seguendo questi tre consigli, i vostri bambini diventeranno adulti che amano e rispettano l’ambiente.

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 Giulia Mandrino

Con il pane Injera (la ricetta la trovate qui) possiamo preparare un piatto etiope completo, gustoso e diverso dal solito: lo zighinì. Se dovessimo tradurre potremmo chiamarlo "spezzatino", anche se non lo è. Lo zighinì, infatti, è un piatto a base di carne (pollo, che noi spesso sosituiamo con tofu o seitan, ma anche con i fagioli) in umido, servito sul tipico pane sottile e accompagnato con verdure fresche o cotte. Come contorno, tuttavia, possiamo variare: lo zighirì si sposa benissimo con l'hummus di ceci oppure con degli spinaci o delle erbette stufati. Ma anche con le lenticchie!

Per la preparazione consigliamo le pentole in ceramica, che si prestano benissimo alla cottura lenta e lunga.

Lo zighinì etiope: la ricetta dello spezzatino africano da mangiare con il pane Injera

 

Pane soffice ma sottile (che ricorda delle crepes): potremmo definire così l'injera etiope, un pane a base di una farina particolare (il teff) che si fatica molto a trovare qui, ma che è buonissimo anche preparato con un mix di altre farine. Ecco la nostra ricetta. Ricordiamoci solo che l'impasto va preparato due giorni prima della cottura!

Dopodiché potremo preparare anche lo zighinì, piatto completo e gustosissimo.

Il pane injera etiope: la ricetta del pane sottile e spumoso africano per accompagnare i nostri piatti etnici

 

 

Ogni giorno è difficilissimo preparare una schiscetta per la scuola. Non tanto perché sia “difficile” prepararla, ma perché è faticoso trovare idee di pranzi o merende che siano sani, completi e gustosi allo stesso tempo.

Abbiamo quest’idea che preparare una lunch box per bambini debba per forza essere complicato, e che affidarsi alla velocità significhi dare loro cibi non sani o al contrario poco gustosi.

Ecco quindi 20 idee di lunch box sane e gustose per i bambini: le ricette veloci e semplici per i pranzi a scuola dei nostri figli

- Un’insalata di ceci e olive completata con delle verdure tagliate e dell’hummus a lato: per l’insalata basta mescolare dei ceci precotti con delle olive tagliate e condire il tutto con olio, sale e limone. Per l’hummus, basta seguire la nostra ricetta.

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- A noi piace molto anche riciclare gli avanzi, quindi è buona abitudine preparare una cena un po’ più abbondante in modo che rimanga qualcosa per il giorno dopo. La paella di verdure e pesce per bambini, ad esempio, è buonissima anche fredda, e possiamo proporla nella lunch box accompagnata con del pane integrale tostato e della frutta secca per terminare il pranzo. La ricetta della paella la potete trovare qui.

- Anche le polpette sono buone anche fredde, quindi nella lunchbox possiamo mettere le polpette curcuma e piselli, accompagnate con dell’insalatina da condire e da frutta fresca di stagione. Per le polpette, ecco la ricetta.

- Se i bambini amano l’insalata (sì, esistono bambini a cui piace! Provate ad abituarli proponendola piano piano), una schiscetta molto buona è quella formata da insalata fresca mista con della guacamole fatta in casa con mirtilli e frutta secca per completare il pranzo.

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- Da un lato del dal di lenticchie (un piatto a base di lenticchie, pomodoro, verdure e spezie, che si prepara super velocemente in una ventina di minuti) e dall’altra del riso basmati (semplicemente bollito). Per completare, delle noci già sgusciate con del kiwi a cubetti disidratato (lo troviamo al supermercato o nei negozi bio).

- La pasta fredda è sempre molto buona se scegliamo i giusti ingredienti (e anche qui possiamo prepararla la sera prima e lasciarne per il pranzo): scegliamo una versione fresca (come gli spaghetti con asparagi e pomodori saltati in padella) e accompagniamola con del semplice petto di pollo grigliato e delle mele a fette.

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- Una lunchbox semplice ma gustosissima: del riso venere alla menta con verdure e semi di girasole e, accanto, del pane sottile alle mandorle (la ricetta la trovate qui).

- Le polpettine di pesce sono una buona occasione per proporre anche ai bambini più schizzinosi il pesce una volta alla settimana: mettiamole nella schiaccietta con del riso venere bollito e della frutta fresca.

- Tortellini (non in brodo, naturalmente! Basta scolarli e condirli con un filo d’olio e qualche pisellino), verdura fresca e una mela: semplice ed efficace!

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- Un hamburger di ceci servito con della guacamole e del pane sottile alle mandorle: anche questa lunchbox è semplice ma super gustosa. E per completare, qualche chicco d’uva (quando di stagione!).

- La frittata (anche senza formaggio) è comoda perché compatta e buona anche fredda. Mettiamone una fetta nello scomparto principale e accompagniamola con delle carote tagliate spesse con dell’humus nel quale intingerle e qualche fetta di mela.

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- Due bruschette accompagnate da verdura fresca oppure da tanta frutta appetitosa come le fragole o l’uva. E per completare un ovetto sodo!

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- Del cus cus servito con lenticchie in padella e verdure spadellate (si prepara in cinque minuti!), speziato al punto giusto come piace ai bambini: un piatto che noi amiamo servire a cena e che il giorno dopo è già una perfetta lunchbox. Basta completare con della frutta!

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- Una schiscetta semplicissima: un sandwich (fatto con del pane integrale tostato con formaggio spalmabile di capra e verdure grigliate), dei cetrioli a fette, della frutta e qualche veggie chips!

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- Con le nostre piadine integrali fatte in casa possiamo preparare un wrap (ad esempio a base di zucchine grigliate, pomodori, insalata e humus) da servire nella lunchbox con qualche edamame, della frutta fresca e della frutta secca.

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- Buonissime sono le cotolette di verdure impanate! Proponiamole con dei fagiolini (o cornetti) bolliti e conditi e con delle noci e mandorle sgusciate.

- Alle sfogliette di biete, pinoli e uvetta possiamo aggiungere nella lunchbox del pane integrale a fette, una banana e qualche anacardo.

- Un classico che solitamente piace anche ai bambini e che è buonissimo anche freddo è la pasta alla ligure: pasta patate, fagiolini e pesto. A questo primo piatto possiamo aggiungere nella schiscetta dei bambini semplicemente della frutta fresca (la pasta è molto nutriente!) e magari un estratto fatto in casa la mattina in una borraccia.

- I muffin sono sempre invitanti: mettiamone due (salati) nella lunchbox (come questi con patate e broccoli) e accompagniamoli con dei gambi di sedano o dei peperoni ripieni di formaggio fresco spalmabile e della frutta fresca.

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- Infine, un sandwich con pane integrale imbottito con ricotta e verdure grigliate con, accanto, dei broccoli al vapore e degli edamame, con qualche pop corn (senza burro!) per fare uno strappo alla regola!

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 Giulia Mandrino

Sara

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Cecilia

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