"Una buona notte di sonno": luogo comune? No, medicina. Gli studiosi da sempre mettono in correlazione il buon sonno notturno con il benessere. Dormire bene e senza troppi risvegli durante la notte è insomma benefico e dormire a sufficienza è necessario per stare bene e in salute. Un discorso che non si riferisce solo agli adulti, ma anche ai bambini e alle bambine. Soprattutto, possiamo applicarlo anche ai neonati e alla nanna dei primi mesi.
E anche se i primi mesi di vita di un bambino o di una bambina sono caratterizzati da un sonno irregolare (a cui si accompagna quello dei genitori che devono seguire i nuovi ritmi), non significa che dormire tutta la notte sia irrilevante. Anzi: più un neonato o una neonata dorme la notte, più si abbassa il rischio di sovrappeso durante l'infanzia.
Cosa c'entrano le due situazioni? A spiegarlo è uno studio condotto all'interno del Brigham and Women's Hospital e del Massachusetts General Hospital, che suggerisce come il sonno dei neonati sia strettamente correlato con la tendenza o meno a diventare sovrappeso durante i primi anni di vita.
I risultati dello studio a cui ci riferiamo sono stati pubblicati sulla rivista Sleep e sul sito sciencedaily. La ricerca voleva capire se la correlazione tra carenza di sonno e sovrappeso, già stabilità per gli adulti, valesse anche per i bambini e i neonati.
Lo studio è stato così condotto: la dottoressa Susan Redline (medica all'interno della Division of Sleep and Circadian Disorders al Brigham Hospital) e i suoi colleghi e colleghe hanno preso in considerazione 289 neonati e neonate nati all'interno del Massachusetts General Hospital tra il 2016 e il 2018, osservando e monitorando la loro nanna. Per analizzare i pattern hanno utilizzato degli orologi da caviglia, strumenti fatti apposta per individuare e misurare gli schemi del sonno e l'attività generale durante la notte e durante le giornate prese in considerazione. Allo stesso tempo, hanno chiesto ai genitori di tenere dei diari del sonno registrando gli orari della nanna e il numero degli episodi di risveglio.
Gli scienziati hanno poi raccolto i dati sulla crescita dei bambini e bambine, misurando altezza e peso e determinando l'indice di massa corporea, classificando come "sovrappeso" i bimbi e bimbe che risultavano sopra al 95esimo percentile della scala utilizzata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Ciò che emerso dalla ricerca è abbastanza chiaro: non solo meno ore di sonno sono direttamente correlate al sovrappeso in età infantile (nei primi sei mesi di vita), ma la stessa cosa accade nei bambini e nelle bambine che manifestano un alto numero di risvegli notturni.
Addirittura, una sola ora di sonno in più secondo i ricercatori e le ricercatrici sarebbe correlata ad un abbassamento del 26% del rischio di sovrappeso in età infantile. A questo si aggiunge il minor rischio di sovrappeso anche nei bambini che la notte registrano un minor numero di risvegli.
I motivi di questa correlazione in realtà non sono chiari, nemmeno a chi ha condotto lo studio. Si può solo speculare: probabilmente, dormire più ore e dormire un sonno migliore potrebbe essere benefico per la routine alimentare e per l'autoregolazione in termini di nutrizione.
A questa mancanza di spiegazioni si aggiunge il basso tasso di rappresentazione di alcune tipologie di famiglie (come quelle appartenenti ad un contesto socioeconomico più difficile e le famiglie afroamericane - dal momento che lo studio è stato condotto negli USA). Non solo: lo studio, per sua natura, non ha per ora preso in considerazione la durata e la qualità dell'allattamento (al seno o al biberon), fattore che potrebbe avere un impatto notevole sulla crescita dei bambini e delle bambine.
Gli studiosi e le studiose, quindi, hanno intenzione di proseguire con la raccolta di dati per capire meglio come i pattern del sonno influenzino lo stato di salute dei bambini, individuando poi i fattori chiave che impattano la correlazione sonno-peso.
Per i fan e le fan di Harry Potter è un periodo d'oro *se escludiamo le dichiarazioni transfobiche dell'autrice J.K. Rowling, che anche a noi non sono per niente piaciute*.
Per i vent'anni dall'uscita al cinema di Harry Potter e la Pietra Filosofale, infatti, sono previsti due appunatmenti IMPERDIBILI!
Na na, na na na, na na, naaaa! Mettiamoci comodi e iniziamo a entrare nel mood tenebroso, confortevole e magico di Hogwarts!
Di ieri è la notizia della reunion: dopo quella di Friends, ecco quella del cast di Harry Potter. Di nuovo, a regalare questo momento imperdibile ai fan della saga è HBO, che a inizio gennaio 2022 (proprio il giorno di Capodanno) manderà in onda uno speciale per celebrare i vent'anni dall'uscita di Harry Potter e la Pietra Filosofale nei cinema di tutto il mondo (la reunion è stata annunciata proprio il 16 novembre, giorno in cui Harry Potter and the Sorcerer's Stone uscì nei cinema statunitensi, dopo l'anteprima londinese l'8 dello stesso mese).
Non è ancora stato annunciato chi in Italia trasmetterà l'evento (se va come andò per Friends e per altri prodotti HBO, probabilmente si tratterà di Sky e NowTv), ma possiamo cominciare a impostare i Google Alert.
Alla reunion di Harry Potter parteciperanno - l'hanno già confermato! - Daniel Radcliffe (Harry Potter), Emma Watson (Hermione Granger) e Rupert Grint (Ron Weasley), ma non solo. Anche Bonnie Wright (Ginny Weasley), Evanna Lynch (Luna Lovegood), Helena Bonham Carter (Bellatrix Lestrange), Robbie Coltrane (Rubeus Hagrid), Ralph Fiennes (Lord Voldemort), Jason Isaacs (Lucius Malfoy, Gary Oldman (Sirius Black), Imelda Staunton (Dolores Umbridge), Tom Felton (Draco Malfoy), James Phelps, Oliver Phelps (i gemelli Fred e George Weasley), Mark Williams (Arthur Weasley), Alfred Enoch (Dean Thomas), Matthew Lewis (Neville Longbottom) e Ian Hart (Raptor). Infine, non mancherà il regista Chris Columbus.
Tutto il cast, insomma, tornerà ad Hogwarts. Ma non è l'unica notizia.
Per celebrare i vent'anni di una delle saghe più amate (dai bambini? No, da tutti!) sono previste anche in Italia delle proiezioni speciali della pellicola: diverse multisale e sale proporranno infatti a inizio dicembre la visione sul grande schermo di Harry Potter e la Pietra Filosofale (che uscì in Italia il 6 dicembre 2001). Dal 9 al 12 dicembre, quindi, tenete d'occhio i cinema della vostra città: probabilmente avrete l'occasione di rivivere l'emozione di vent'anni fa e di fare vivere ai vostri bimbi e alle vostre bimbe un momento magico (forse irripetibile!).
Durante la gravidanza tra i problemi più comuni ci sono quelli riguardanti il tratto gastrointestinale e la digestione. I motivi risiedono negli ormoni in circolo in gran quantità nell’organismo, a cui si uniscono i cambiamenti fisiologici del corpo della futura mamma, che sta facendo spazio al bambino che, crescendo comprime gli organi circostanti.
Sopportare i disagi non è però obbligatorio, anzi. Stare bene in gravidanza è fondamentale per il benessere della mamma e del bambino e dunque anche nel caso dei disturbi digestivi è possibile cercare rimedi naturali che rendano la gravidanza più piacevole e meno difficoltosa.
Uno di questi è la scelta dell’acqua: non tutte le acque sono uguali, come sappiamo, e optare per un’acqua pensata tanto per la digestione quanto per il benessere del bambino è il primo passo per stare bene.
Ma facciamo un passo indietro. Perché la digestione risente della gravidanza? Tutto parte sin dalle prime settimane, quando l’aumento del progesterone nel sangue della donna provoca il rilassamento della muscolatura liscia. Tutta, non solo quella dell’utero. Questo significa che anche il tessuto che compone il tratto gastrointestinale si rilassa, portando a diversi disturbi. Questi disturbi possono essere i più svariati: l’aumento dell’appetito, la nausea, le difficoltà digestive, la stipsi, reflusso gastroesofageo con conseguente bruciore di stomaco…
Per regolarizzare tutto questo, facilitando la digestione durante la gestazione, ci sono alcuni consigli da prendere in considerazione.
Prima di tutto la scelta dell’acqua. Esistono alcuni tipi di acqua, come Fonte Essenziale, che aiutano a regolarizzare i processi digestivi. Soprattutto nelle ultime settimane di gravidanza, quelle caratterizzate dall’aumento di dimensioni del bambino, che spinge sugli organi circostanti. Le proprietà e i benefici di Fonte Essenziale sono addirittura riconosciuti dal Ministero della Salute e sono diversi gli studi condotti che dimostrano come quest’acqua sia efficace contro senso di gonfiore, pesantezza e stipsi, situazioni che colpiscono moltissime mamme in attesa soprattutto negli ultimi mesi.
Essendo ricca di solfati e magnesio, Fonte Essenziale depura infatti il fegato, stimola l’intestino e favorisce la corretta e regolare evacuazione, riducendo così il senso di gonfiore dello stomaco. Tutto questo grazie alla sua composizione e alla sua natura: Fonte Essenziale è infatti un’acqua naturale la cui sorgente si trova alle Terme di Boario, in Valle Camonica. Essendo un’acqua di origine termale, è ricca naturalmente di sali minerali di tipo solfato-calcico-magnesiaco. Come li ottiene? Attraverso un percorso di dieci anni durante il quale scorre attraverso le rocce del Monte Altissimo, purificandosi e arricchendosi dei minerali e oligoelementi che incontra sul suo cammino. E rimanendo allo stesso tempo povera di sodio.
Tra i sali minerali più importanti c’è invece il calcio, contenuto in alte percentuali. Questo rende Fonte Essenziale un’acqua utile per il corretto sviluppo delle ossa del futuro nascituro. Allo stesso tempo, è consigliata per recuperare il bilancio idrico corporeo prima e dopo il parto.
Per ottenere i benefici che vi abbiamo appena illustrato, è consigliato bere almeno due bicchieri di acqua Fonte Essenziale tutte le mattine a digiuno, a temperatura ambiente, ogni giorno. Se i primi effetti sono riscontrabili fin dalle prime assunzioni, è solo con un utilizzo costante che si potranno sperimentare tutti i benefici di quest’acqua davvero preziosa.
"Avventuroso" non significa spericolato. Significa "curioso", "coraggioso", "intraprendente". Significa, a livello ambientale, essere amante della natura. Significa avere voglia di sperimentare per scoprire.
La nostra epoca, tuttavia, punta molto sulla prudenza. Che è giusto, sia chiaro: la sicurezza è fondamentale! Ma allo stesso tempo essere troppo prudenti fa perdere un sacco di occasioni. Non solo di divertimento, ma anche di crescita, sia fisica sia psicologica. Anche perché frenandoli troppo, rischiamo di trasmettere loro il nostro senso di pericolo, la nostra ansia.
Non dobbiamo quindi smettere di urlare i nostri classici "Fai attenzione!", "Sii prudente!", "Stai attenta!". Ma possiamo imparare a dosarli e, soprattutto, possiamo instillare nei nostri figli e nelle nostre figlie il senso dell'avventura in tanti modi diversi, insegnando allo stesso tempo la prudenza. Come possono convivere le due cose? Pensiamo, ad esempio, alle forbici: imparare a ritagliare è una skill fondamentale che tuttavia fa paura, perché lo strumento che si tiene in mano è pericoloso. Eppure farlo è necessario e imparando i gesti si imparano al contempo il senso del pericolo e della precisione, l'attenzione e la prudenza.
Ecco quindi come crescere figli e figlie avventurosi, che sappiano cogliere le opportunità che la vita e la natura offrono senza per questo rinunciare alla sicurezza.
A noi genitori certe attività fanno paura, come arrampicarsi sugli alberi o gli scivoli particolarmente ripidi, ma è anche facendo questo che i nostri figli e figlie imparano a gestire i rischi. Soprattutto, imparano ad affrontare le loro paure, che è una skill necessaria per la vita. Quando queste attività fanno paura anche a loro, quindi, cerchiamo di rassicurarli o rassicurarle: certo, fa paura, ma facendo attenzione i rischi sono bassissimi e mamma e papà non metterebbero mai in pericolo i loro bambini!
Lasciamo quindi che ci parlino delle loro paure e spieghiamo loro perché è normale avere paura, ma che questa si può superare, soprattutto quando ci siamo noi a supervisionare.
Un tempo era normale andare in bicicletta (o in moto, se è per questo!) senza casco. Se ci pensiamo oggi è impensabile! Sfruttiamo quindi tutti gli strumenti di sicurezza che abbiamo a disposizione (caschi, gomitiere, polsiere, ginocchiere...) e facciamoli indossare, abituando i nostri figli e le nostre figlie sin da piccoli. In questo modo si godranno le attività più serenamente e saranno allo stesso tempo sicuri.
Ci sono anche molti libri che mostrano la bellezza delle avventure. Non solo i classici (prendiamo "Il giro del mondo in 80 giorni", "Harry Potter"...), ma anche le nuove letture accattivanti, coinvolgenti e belle da sfogliare, come ad esempio Il libro delle avventure perdute, una sorta di manuale per vivere al meglio le avventure all'aperto.
No, non sarai un genitore sconsiderato se incoraggerai tuo figlio o tua figlia a fare quella cosa che fa paura, come ad esempio la carrucola al parco avventura. Puoi spiegare che la paura è sensata ma che, se non hai mai fatto quella cosa, è solo svolgendola che scoprirai davvero il grado di paurosità! Non bisogna quindi negare la paura (esiste, c'è ed è sensata!), ma accompagnarla e accoglierla. Soprattutto quando l'attività è sicura e testata, in un ambiente protetto.
Anche perché solitamente poi i bimbi e le bimbe vogliono riprovarci e farlo e rifarlo all'infinito, una volta che provano l'attività!
Detto questo, quando la paura è effettivamente troppa e provoca una forte ansia nei bambini o nelle bambine, è giusto frenare, calmarsi, parlarne ed evitare di insistere. C'è un tempo per tutto!
Dare l'esempio eseguendo noi per primi l'attività è sempre un'ottima idea. Per due ragioni: per prima cosa, si mostra ai bimbi e alle bimbe più timorosi che non c'è pericolo e che la paura è superabile; in secondo luogo si mostra loro (e anche ai bimbi e bimbe più avventurosi!) come fare quella cosa in sicurezza, mettendo le mani così o lanciandosi cosà...
Portare i bambini fin da piccoli a teatro (proponendogli spettacoli adatti alla loro età oppure il balletto, che piace sempre moltissimo!) è un'ottima idea. E se i bambini mostrano interesse per questo ambiente, o se semplicemente hanno la tendenza a fare delle piccole scenette e a organizzare recite in casa, potresti prendere la palla al balzo: esistono corsi di teatro per tutte le età, sia a scuola che extrascolastici!
Fare teatro è per i bambini un'attività estremamente stimolante e benefica, sia che si tratti di bimbe e bimbe introversi e timidi, sia che ci si trovi davanti a piccoli esuberanti. Il teatro, come un po' tutte le arti performative, porta con sé diversi benefici e qui ti spieghiamo i principali.
Ecco, quindi, perché dovresti iscrivere tuo figlio o tua figlia ad un corso di teatro!
La skill più palese che il teatro porta con sé è la capacità di parlare in pubblico. Che non è fine a se stessa: rende i bimbi e le bimbe più sicuri di sé, gli dà gli strumenti giusti per organizzare le parole e la comunicazione e rende i loro pensieri più ordinati. Competenze, queste, che fanno bene non solo a livello personale, ma anche sociale.
Il teatro parrebbe aumentare la capacità di comunicazione dei bambini e delle bambine, migliorando il loro vocabolario e dando loro la possibilità di parlare con precisione, con self-confidence e con giudizio. Non a caso, esitono programmi di dramatizzazione e teatro proprio per aiutare i bambini ad espandere il proprio vocabolario. E questo beneficio non riguarda solo chi fa teatro, ma anche chi ci va.
Il teatro non è solo imparare a memoria le battute e recitarle di fronte ad un pubblico. Il teatro è fatto di immaginazione, creatività, flessibilità, prove... Non solo per calarsi nei ruoli o quando si improvvisa, ma anche per rendere il più verosimili le scene. E questo riguarda scenografia, costumi, movimenti...
Dire "bravi a scuola" è un po' riduttivo, lo sappiamo (le intelligenze sono moltissime!), ma in questo contesto è giusto segnalare che sono diversi gli studi che hanno mostrato come i ragazzi e le ragazze che fanno teatro a scuola o in orario extrascolastico performano meglio nei test standardizzati, che servono proprio a "misurare" gli obiettivi raggiunti a livello scolastico. Oltre a questo, gli stessi studi mettono il luce come chi segue un corso di teatro abbia migliore concentarzione in classe e sia più bravo negli esercizi di lettura.
Impegno e motivazione sono strettamente collegati e fare teatro lo mostra bene, mettendo in luce come la combinazione di questi due valori porti ad un risultato soddisfacente che emoziona e rende felici. Perché uno spettacolo riesca bene, infatti, c'è bisogno di impegnarsi davvero a fondo, con costanza e motivazione profonda.
Fare teatro richiede collaborazione, ma non solo tra gli attori sul palco. La cooperazione che si mette in atto per preparare uno spettacolo mette in relazione diversi dipartimenti: c'è chi si occupa delle luci, chi della scenografia, chi dei costumi, chi della promozione... E ognuno ha il suo compito, la sua abilità e la sua responsabilità. Una bella simulazione di come sarà il lavoro, una volta diventati adulti.
Giocare all'aperto non è solo educativo ed essenziale per la crescita armoniosa e completa dal punto di vista psicologico e fisico, ma è anche divertente e permette di creare tradizioni di famiglia davvero stupende. Soprattutto in autunno: la stagione non ancora freddissima e non più caldissima, con i suoi pazzeschi colori, è confortevole non solo tra le mura domestiche (molto Hygge!), ma anche all'aperto.
Tea castagnate e giochi con le foglie, ecco le attività d'autunno da fare con i bambini e le bambine, giochi tradizionali e naturali da non perdere in questa meravigliosa e coccolosa stagione.
In Italia sono molti i boschi in cui si può andare a fare una semplice castagnata in compagnia: portate con voi dei guanti protettivi (occhio a non pungersi con i ricci!) e un cestino di vimini e raccogliete le castagne. Dopodiché, una volta a casa si possono arrostire in padella o in forno e mangiarle davanti a un bel film sul divano!
Vi piace leggere? Piace farlo anche ai vostri figli? Bastano una coperta su un prato pieno di foglie e un bel maglione caldo: uscendo nelle ore di luce si può leggere all'aperto, un'esperienza tutta nuova super piacevole.
In inverno fa davvero molto molto freddo, mentre l'autunno è meno rigido: perché non provare a campeggiare in giardino? Basta coprirsi molto bene con sacchi a peli fatti apposta e piumoni e respirare l'aria frizzantina.
Anche i picnic, come il campeggio, non sono un'attività esclusivamente estiva o primaverile: coprendosi bene con maglioni caldi e calzature adatte si possono organizzare dei pranzi all'aperto davvero confortevoli e d'effetto. Ai bambini e alle bambine piaceranno un sacco. Menu? Tutte cose di stagione: zucca, castagne, cavolo nero...
Niente di più semplice e imperdibile, nella stagione autunnale: i prati si riempiono delle foglie cadute dai rami degli alberi e, con la nostra famiglia, possiamo giocarci in mille modi! Ad esempio lanciandole, oppure facendo dei grandissimi montoni di foglie su cui lanciarsi.
Alcune aziende agricole organizzano la raccolta delle mele: è un'attività divertente, sana e utile anche per fare amare la frutta ai bambini e alle bambine!
Invece di giocarci, si può anche scegliere di raccogliere le foglie secche che si sono staccate dagli alberi, portandole poi in casa e trovando loro un nuovo ruolo. Ad esempio? Possiamo creare una ghirlanda con dello spago, oppure semplicemente usarle come segnalibro naturale e alternativo.
Perché è importante l'educazione sessuale e perché non deve spaventare? Perché, prima di tutto, avere consapevolezza sullo sviluppo psicologico, relazionale e sessuale di se stessi e degli altri permette di crescere più armoniosamente e serenamente, nella sicurezza di se stessi e degli altri. In Italia, però, purtroppo l'educazione sessuale a scuola non è prevista: un bel guaio, dal momento che educare sessualmente i ragazzi e le ragazze è di vitale importanza. Per evitare gravidanze indesiderate, certo, ma anche e soprattutto per conoscere meglio se stessi, per approcciarsi ad un aspetto naturale della vita con più consapevolezza e attenzione e per proteggersi dalle malattie sessualmente trasmissibili.
Come fanno sapere dal Post, l'Italia è tra i pochissimi paesi europei ad escludere l'educazione sessuale dai programmi scolastici (insieme a noi solo Cipro, Bulgaria, Lituania, Polonia e Romania). La decisione se farla o no è quindi demandata ai singoli poli scolastici e ai singoli insegnanti. I nostri ragazzi e ragazze, quindi, rischiano di arrivare all'adolescenza senza conoscere nulla del proprio corpo, della propria identità di genere, dei propri sentimenti, delle relazioni fisiche e affettive...
Che fare? First of all, dovremmo togliere i pericolosi tabù legati alla sessualità fin da quando bambini e bambine sono piccoli, chiamando i genitali con i loro nomi (vagina o vulva e pene) e parlando apertamente del corpo, delle relazioni e della sessualità con il giusto tono a seconda dell'età. In questo, come sempre, possono venire in aiuto alcuni libri di educazione sessuale, adatti a tutte le età.
Questo libro è ideale per introdurre l'argomento corpo e sessualità ai bambini e bambine dai 3 ai 6 anni: parla del fisico, delle emozioni, dei sentimenti... Per cominciare a togliere il tabù del "come nascono i bambini", parlando loro con un linguaggio semplice, consono ed efficace.
Fa parte della stessa serie del libro precedente ma si rivolge ai bambini e bambine un po' più grandi, in età da scuola elementare, per rispondere a tutte le loro domande, che si fanno un po' più pressanti, più precise e più personali: sono più consapevoli del loro corpo e degli altri, ed è giusto che li guidiamo.
Negli scorsi mesi era uscito per Il Castoro "Sex Education - Il viaggio", romanzo basato sulle avventure di Otis, Maeve e compagnia bella (dell'omonima serie tv targata Netflix). Ora c'è anche il manuale di educazione sessuale: si intitola "Sex education - Il sesso, l'amore e le relazioni spiegati bene", un compendio finalmente serio ma scritto con le parole e il tono giusto per gli adolescenti e i ragazzi, che possono trovare qui consigli, nozioni e spiegazioni alla loro portata. Senza tabù e con il massimo rispetto. Proprio come Jean Milburn fa nella serie (o come Otis, d'altra parte!). Si tratta quindi di un manuale scritto da esperti ma proposto ai ragazzi e alle ragazze con il giusto tono, senza paternalismo e senza censura, per scoprire davvero fino in fondo se stessi e gli altri.
Non ci sono solo l'anatomia e i consigli per prevenire gravidanze e malattie sessualmente trasmissibili. Ci sono anche consigli sulle relazioni e sul proprio stile: un manuale davvero completo per sopravvivere agli anni in cui il giudizio degli altri pesa come un macigno.
Libri fondamentali, a parere nostro: conoscere la propria sessualità significa mettere in pratica più facilmente il rispetto per se stessi e per gli altri, vivendo la propria vita affettiva e sessuale più serenamente, più consapevolmente e in maniera più equilibrata. In maniera più sana. Tanto a livello fisico quanto psicologico.
Il governo ha messo in atto diverse agevolazioni per supportare le famiglie a livello economico, grazie all’attivazione di alcuni bonus rivolti alle mamme per la nascita o per l’adozione dei propri figli e anche delle nuove misure riguardo il congedo di paternità. Misure che vanno analizzate nel dettaglio per poterne usufruire, e che possono essere affiancate anche da altre iniziative, come quelle dell’ecobonus e del superbonus al 100%.
A partire dal settimo mese di gravidanza, la futura mamma può inoltrare la richiesta per il bonus “mamme domani”, erogato direttamente dall’INPS, valido anche per le coppie che decidono di adottare un bambino. Questo bonus prevede l’erogazione di una somma pari a 800 euro senza particolari requisiti da rispettare, visto che neanche l’ISEE rappresenta un indicatore utile per il rilascio del sussidio. Va detto che il suddetto bonus è valido fino al 31 dicembre 2021, dunque copre le nascite dal primo gennaio al termine di quest’anno.
Il bonus bebè è molto simile al bonus mamme domani, poiché condividono alcuni elementi fondamentali, come la validità per i bimbi nati o adottati durante il 2021. Di contro, il bonus bebè prevede delle restrizioni in base al reddito familiare e quindi dall’ISEE: in media viene erogata una cifra di 160 euro al mese per le famiglie con un ISEE fino a 7 mila euro; l’importo scende a 120 euro per i redditi da 7.000,01 euro a 40.000 euro, mentre spettano 80 euro al mese alle famiglie con ISEE superiore a 40 mila euro.
Il bonus paternità, noto anche come congedo di paternità, dura 10 giorni ma la richiesta deve essere presentata entro 5 mesi dalla data di nascita o di adozione del bimbo. Durante il congedo è bene sottolineare che il papà ha diritto al 100% della propria retribuzione, e può avvenire seguendo due modalità: ovvero tramite indennizzo INPS o tramite indennizzo pagato dall’azienda o dal datore di lavoro. Sia per questo bonus, sia per i precedenti, si consiglia comunque di approfondire tutte le informazioni più importanti consultando i documenti ufficiali degli enti che li erogano, per avere una panoramica più precisa per poter inviare la richiesta.
Oltre ai bonus elencati poco sopra si aggiungono alla lista anche una serie di facilitazioni particolarmente utili, come nel caso del bonus bollette, che prevede una riduzione sulle spese dei consumi di luce e gas; il bonus mobili per l’acquisto dei complementi di arredo per la casa, o ancora le detrazioni dell’ecobonus, come quella della caldaia, un incentivo molto utile specialmente in inverno, e che si può approfondire sulle dedicate alle offerte sulla caldaia di VIVI energia, ad esempio, che trattano anche gli aspetti legati a questa agevolazione, oltre a fornire delle indicazioni utili per la scelta della propria caldaia. La lista non si esaurisce qui, dato che prevede la presenza di ulteriori bonus, come nel caso del bonus facciate e ristrutturazioni, insieme al bonus verde e al bonus elettrodomestici. Non potremmo poi non citare il superbonus al 110%, in assoluto uno dei più convenienti, il bonus zanzariere, il bonus idrico, il bonus acqua potabile e il bonus prima casa under 36.
Nessuno dice sia facile, lungi da noi. Sappiamo che essere genitori mette a dura prova la pazienza e urlare non è spesso controllabile. Ma d'altra parte rimproverare i figli e le figlie urlando ha risvolti negativi che non possiamo sottovalutare.
Riuscire a non perdere la pazienza modulando le proprie reazioni non è però così difficile (anche se in quei momenti sembra impossibile!). Per farlo, bisogna tenere a mente alcune cose, provando gradualmente a mettere in pratica un altro tipo di risposta.
Ecco quindi qualche consiglio che aiuterà le mamme e i papà che vogliono farlo a smettere di urlare sistematicamente ai propri figli e alle proprie figlie, impostando un dialogo diverso ma comunque efficace (e più positivo).
Prima di passare ai consigli è bene considerare i motivi che spingono i genitori a cambiare atteggiamento. Perdere la pazienza urlando (una conseguenza naturale e normalissima che accade quando le emozioni ci sopraffanno!) è infatti un metodo educativo non solo deleterio, ma anche controproducente. Ci vuole costanza e pazienza, ma cambiarlo è necessario e possibile.
Alcuni studi, come quello pubblicato qui, hanno dimostrato che le urla quotidiane rendono i bambini più aggressivi sia verbalmente che fisicamente. Questo perché a livello naturale e umano urlare esprime rabbia, e la rabbia è proprio ciò che i bambini e le bambine percepiscono quando le urla sono rivolte loro. La conseguenza diretta (anche se inconscia) è che i bambini si sentono meno sicuri e impauriti, soprattutto quando fanno qualcosa di sbagliato. Usare dialogo e calma, invece, gli fa percepire di essere comunque accettati nonostante gli errori (ed è questo un atteggiamento che porta ad imparare le lezioni, più che il rimprovero aggressivo).
A lungo termine, inoltre, le urla ai propri figli possono causare bassa autostima, ansia e aggressività in età adulta.
Non dimentichiamo, infine, che le urla sono un circolo vizioso, per due motivi: perché quando si comincia è difficile smettere; e perché, prendendo esempio da noi, anche i bambini e le bambine cominceranno a farlo, rischiando così di impostare la relazione su basi aggressive e poco efficaci a livello comunicativo.
Soprattutto fino agli 8-9 anni, i bambini non hanno piena consapevolezza dei loro comportamenti, soprattutto socialmente. E se è vero che da piccoli "testano i nostri limiti" (è una fase necessaria allo sviluppo!), quando crescono non sono così furbi e meschini. Anche la gestione delle emozioni è qualcosa che a loro non riesce immediato. Pensare quindi che non ci stiano mettendo alla prova è già un primo passo.
Spesso, infatti, si perdono le staffe quando ci si sente presi in giro o sfidati. Anche se parrebbe così, loro non lo stanno facendo.
Meglio, quindi, intendere le urla, la rabbia e i capricci come un comportamento che può essere indirizzato in un altro modo. Se gridiamo, il circolo vizioso si attiva. Se, invece, respiriamo, proviamo a capire, spieghiamo bene ciò che vogliamo e agiamo con più calma, questo potrebbe spezzarsi.
Reagire significa urlare o discutere animatamente, spesso di fronte a comportamenti irrazionali e a richieste che non hanno senso. Il problema è che reagendo ci arrabbiamo, ma l'arrabbiatura e le urla non portano da nessuna parte. Da genitori possiamo quindi provare a pensare per un attimo: "Dove mi porterà, arrabbiarmi e urlare? Da nessuna parte".
Diciamolo quindi chiaro e tondo: "Non mi arrabbierò perché non ha senso e perché peggiorerà le cose. In questa famiglia non si urla per questi motivi". Anche semplicemente andandote la rabbia si stempererà. Oppure, come sempre, a questo punto possiamo ricorrere al dialogo calmo.
Capiterà di certo di urlare, anche quando vorremmo non farlo. L'arrabbiatura può però diventare un'occasione di insegnamento. I bambini e le bambine stanno infatti imparando come gestire le loro emozioni e i loro sentimenti, e capiscono come farlo anche guardando noi. Possiamo quindi diventare un esempio.
Dopo avere urlato, quindi, lasciamo sbollire e calmiamoci, e chiediamo scusa spiegando bene cosa accade quando perdiamo le staffe. L'importante è fare capire che c'è modo e modo di relazionarsi con gli altri, e che la gentilezza e la calma sono sempre da preferire. Per mostrare concretamente come funziona, basta indicare le sensazioni del momento: non è molto meglio parlare, invece di urlare?
"Non esiste cattivo tempo, solo cattivo abbigliamento": per spronare i nostri bambini a giocare sempre di più all'aperto (è importantissimo!) è necessario equipaggiarli al meglio, per godere dei benefici e non rischiare incidenti. In inverno soprattutto: pioggia, freddo e tempo avverso possono dissuadere, ma basta vestirsi bene per uscire a divertirsi!
Quando nevica oltre alla tuta, al cappellino e ai guanti sono importantissimi gli stivaletti da neve per bambini e bambine, che tengono i loro piedini al caldo e all'asciutto senza limitare troppo i loro movimenti.
Ecco dunque una selezione di stivali da neve per bambini, i migliori secondo noi, per uscire a giocare nella neve spensierati e sicuri.
Sono bizzarri e bellissimi: i classici Moon Boot non passeranno mai di moda e sui nostri bambini fanno sempre un figurone. Non sono estremamente comodi (non sono adatti alle camminate!) ma sono ideali per tenere i piedini al caldo, per le giornate sulla slitta e sul bob e come semplici doposci.
Sono tradizionali e molto comodi per i giochi sulla neve perché proteggono il piede dall'acqua grazie al piede in gomma, tenendo poi calde le gambe man mano salgono verso il polpaccio.
Stesso concetto per le Crocs da neve per bambini e bambine: piede in gomma e gamba imbottita per proteggere dalla neve e assicurare caldo per i giochi esterni.
Per i piedini più frettolosi, un po' di pelo può aiutare: questi stivaletti da neve sono ideali per il freddo più estremo.
Se oltre ai giochi avete in mente qualche piccola escursione o passeggiata, al posto degli stivaletti è meglio optare per le scarpe da montagna per bambini con copertura in gore-tex, in modo che i piedi stiano all'asciutto con la giusta vestibilità e senza impedimento ai movimenti. Rispetto agli stivali da neve le scarpe hanno una suola con un grip più forte e sicuro e un collo del piede più flessibile.