I costumi di Halloween a costo zero

Martedì, 12 Ottobre 2021 08:16

Travestirsi è fondamentale per i bambini, e non solo durante i giochi di tutti i giorni. Le due feste principali dedicate alle maschere e ai costumi sono Halloween e Carnevale: approfittarne è d'obbligo, per far vivere dei momenti magici ai nostri figli e figlie!

E non serve acquistare costumi costosi e, diciamolo, poco sostenibili (li si indossa per qualche ora per poi dimenticarli in fondo all'armadio del garage!). Meglio puntare su ciò che abbiamo già in casa, inventando costumi di Halloween fai da te fai da te semplici, veloci ed ecologici.

Ecco dunque una selezione di travestimenti per Halloween a costo zero, da realizzare con ciò che già abbiamo in casa, riciclando poi i materiali o riutilizzando gli indumenti utilizzati (viva l'economia circolare e il riuso, futuro del pianeta!). Si tratta, peraltro, dei costumi più classici e paurosi, quelli che non possono mancare ad una festa di Halloween come si deve!

Streghe e stregoni

Non serve molto: solo degli abiti neri (maglietta e pantaloni, oppure un abito nero con i collant pesanti) e un cappello a punta (che di solito abbiamo già in casa: quello della strega è il travestimento più classico), che possiamo anche realizzare al momento con del cartoncino da riciclare. 

Puntiamo poi eventualmente sul make up, facendo vivere ai nostri bimbi e alle nostre bimbe la magia dello smoky eyes o del rossetto scuro!

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La mummia

Basta vestire i bambini e le bambine con degli abiti bianchi e ricoprirli poi con stracci e garze (sempre bianchi) che abbiamo in casa. Avvolgiamo le braccia, le gambe e il busto grossolanamente e fissiamo qua e là con delle spille da balia.

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Il fantasma

Un classico di Halloween: il fantasma. Basta conservare un vecchio lenzuolo, da trasformare in un fantasma semplicemente appoggiandolo sulla testa e ritagliando due occhietti, eventualmente accorciandolo con le forbici per evitare che il bambino o la bambina inciampi nei lembi inferiori.

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Il pipistrello

Una tuta nera, due orecchie in cartoncino nero incollate su un cerchietto e due ali di carta, sempre nera: realizzare il costume da pipistrello è semplice e possiamo farlo anche all'ultimo minuto!

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Il mostro

Per realizzare una maschera da mostro all'ultimo minuto e a costo zero basta recuperare gli scatoloni che certamente si trovano sempre in ripostiglio (quelli delle spedizioni!), tagliare i lembi superiori, ricavare gli occhi e decorare con un pennarello indelebile a tema "mostro"!

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Il teschio

Infine, ecco il teschio: non serve nulla, solo del make up. Attraverso il trucco (con ombretti, matite occhi e labbra e tutto ciò che abbiamo nel beauty) possiamo disegnare sul volto un teschio pauroso e tenebroso! Et voilà. I vestiti? Niente di troppo ricercato. Una tuta nera con cappuccio farà il suo dovere.

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Piacciono moltissimo ai bambini e alle bambine (ma anche un po' a noi adulti!): i supereroi e le supereroine (un po' come i dinosauri!) sono diventati nel tempo idoli di intere generazioni. Appassionano bambini e bambine in tutto il mondo e non sembrano perdere il loro fascino: sapete perché? I motivi sono precisi e risiedono nella stessa natura umana. A rivelare perché i bambini amano i supereroi è uno studio condotto dall'Università di Kyoto, dal titolo emblematico: Born to love superheroes, Nati per amare i supereroi.

Quando sono nati i supereroi

Ma facciamo prima un passo indietro: i supereroi sono un prodotto del secolo scorso che esprime benissimo la pop culture in tutte le sue sfaccettature. Si tratta di personaggi che possiedono alcuni superpoteri o abilità straordinarie, diverse da quelle dei "sempici" esseri umani, e che si contraddistinguono spesso per le loro virtù, su tutte il coraggio.

Se qualche cenno ai superpoteri c'era già nella letteratura vittoriana (pensiamo alle doti intellettive di Sherlock Holmes o alle avventure di Zorro), la nascita concreta del genere "superheroes" può essere a grandi linee ricondotta agli anni Trenta del Novecento, quando fece la sua prima apparizione Superman, nel primo numero della rivista Action Comics. Perché è considerato il primo supereroe? Perché possiede tutte le caratteristiche dei supereroi e delle supereroine: un'identità mascherata, un super potere, una debolezza (la kryptonite) e un costume che lo identifica.

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Dopo Superman, sono nati innumerevoli personaggi, da quelli della DC Comics fino agli Incredibili di Disney, comparsi in tutte le forme della narrativa, dal fumetto al cinema. La caratteristica comune? Il fatto di diventare idoli dei bambini e delle bambine e di appassionare ragazzi, ragazze, donne e uomini di tutte le età.

I bambini e le bambine amano i supereroi: ecco perché

Lo studio a cui ci riferiamo è stato condotto presso l'Università di Kyoto da un gruppo di ricercatori guidati da Masako Myowa. Secondo loro, i bambini mostrano sin dai primi mesi di vita (già a sei) un legame con le figure che proteggono i più deboli. Nella società, in generale, proteggere il più deboole attraverso un atto altruistico è ritenuto un atto di giustizia, virtuoso, e questa concezione potrebbe dunque essere innata negli esseri umani.

L'esperimento che ha portato a spiegare perché i bambini amino a livello inconscio e naturale i supereroi sin da piccoli si è svolto in questa maniera: gli studiosi hanno mostrato ai bambini piccolissimi delle animazioni in cui dei "personaggi" geometrici (molto stilizzati)  inseguivano altre figure mentre un terzo personaggio guardava da lontano. In una versione del cartone, il terzo elemento interveniva, mentre in un altro scappava nella direzione opposta. Quando ai bambini veniva mostrata una seconda animazione con personaggi "reali", preferivano la prima situazione, ovvero quella che prevedeva l'intervento da parte del personaggio nel quale questo proteggeva la parte debole.

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Pur non parlando, i bambini e le bambine hanno quindi dimostrato di capire le dinamiche del potere riconoscendo addirittura l'eroismo, e preferendolo. 

Man mano che crescono, quindi, sviluppano meglio il concetto di gustizia, continuando comunque a comprendere il "giusto" e lo "sbagliato" e mostrando inclinazione per il primo.

Accanto a questo, naturalmente sta il fascino per i poteri soprannaturali.

Perché i supereroi sono educativi

Dopo aver spiegato perché i bambini li amano, è essenziale capire che i supereroi sono una passione educativa e non meramente divertente o frivola. I ricercatori, infatti, hanno voluto ricercare le radici di questo amore proprio perché si tratta di un passatempo virtuoso. I bambini, secondo gli studiosi, riconoscono l'eroismo sin dai primi anni di vita e nelle prime fasi di sviluppo cognitivo, indagando da quando sono piccolissimi il senso di giustizia. L'adorazione per i supereroi è una conseguenza del riconoscimento dell'eroismo e della giustizia.

Perseguire questa passione e nutrirla è quindi una scelta benefica: i bambini e le bambine continueranno a ritenere la giustizia e il coraggio come valori positivi, ricercandoli anche nei loro gesti.

Anche i vostri bambini e le vostre bambine amano i supereroi? Ecco qualche libro che potrebbe piacergli!

Marcel Jacobs e Gianmarco Timberi, ma anche la staffetta 4x100, e poi Monica Contrafatto, Ambra Sabatini, e Martina Cairon, che hanno conquistato le tre medaglie del podio nei 100 metri per persone amputate alle ultime paralimpiadi: il 2021 per l'atletica leggera italiana è stato un anno pazzesco.

Sulla scia delle vittorie e dell'entusiamo, sono molti i bambini e le bambine che hanno espresso il desiderio di provare uno degli sport che stanno sotto al cappello dell'atletica leggera: corsa, salto in lungo, salto in alto, lancio del peso... Ma si tratta di discipline adatte ai bambini? E c'è un'età in cui è meglio cominciare? Ecco tutto ciò che dovete sapere sull'atletica leggera per bambini.

Cos'è l'atletica leggera

L'atletica leggera è l'insieme di discipline che si giocano attorno alla pista. Si tratta della corsa su pista, dei lanci, dei salti in elevazione ed estensione, delle prove multiple, delle corse su strada, della marcia, della corsa campestre e della corsa in montagna.

Rappresentano in qualche modo l'emblema dello sport, e anche il nome stesso lo suggerisce: atletica, infatti, deriva dal termine latino athlēta e dal greco  dal αθλητής (athletès), la cui radice è άθλος (àthlos), traducibile con "impresa".

L'atletica leggera per bambini

Solitamente si identifica l'atletica leggera come uno sport per adulti: difficile immaginare un bambino che corre (se non per giocare!), no? Eppure questo insieme di discipline è adatto a tutte le età (anche gli anziani e le anziane ne beneficiano e ci sono moltissimi campioni master!). In realtà, se ci pensiamo un attimo l'atletica asseconda esattamente le tendenze dei bambini e delle bambine, che quando sono piccoli tendono a sfogare la propria energia proprio correndo e saltando.

Frequentare atletica leggera è possibile quindi sin dalla scuola elementare. Naturalmente, gli allenamenti saranno calibrati in base all'età e al livello dei bambini, che inizialmente sperimenteranno l'atletica leggera tramite un approccio ludico.

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Man mano cresceranno, a prescindere dalla disciplina scelta sperimenteranno l'importanza dell'allenamento, del riscaldamento iniziale, l'autocontrollo, la pazienza... Tutte virtù dello sport che l'atletica leggera incarna benissimo. E anche se è uno sport individuale, la squadra è comunque presente e nessuno è mai in panchina, perché tutti, alla fine, gareggiano.

A livello fisico, l'atletica fa naturalmente molto bene, in quanto permette di sviluppare movimenti e coordinazione seguendo le naturali inclinazioni dei bambini, che ne trarranno diversi benefici.

Quali sono gli sport più adatti ai bambini

Non c'è, come sempre, una disciplina più adatta di altre; l'importante è sempre seguire la tendenza dei bambini e delle bambine, che possono sia esprimere una preferenza, sia sentirsi più abili e portati ad una delle diverse discipline.

L'ideale è provare le diverse discipline per qualche tempo, dedicando focus e attenzione su ognuna e lasciando che siano i bimbi e le bimbe a individuare quella che fa più per loro.

Se lo conoscete, lo adorate. E se non lo conoscete, lo adorerete! Perché FAO Schwarz è IL negozio di giocattoli ed entro la fine dell'anno arriverà anche in Italia. Nel frattempo, l'azienda ha pensato ad un divertente concorso-gioco per tutti i bambini e bambine, che per spezzare l'attesa possono andare sul sito a sbirciare qualcosa.

Ma facciamo un passo indietro: in questo articolo vi racconterò tutto sull'arrivo di FAO Schwarz in Italia, il negozio di giocattoli per bambini e bambine più spettacolare e coinvolgente del mondo.

Cos'è FAO Schwarz

FAO Schwarz è, essenzialmente, il sogno di ogni bambino. Avete presente il mega negozio di giocattoli in cui Kevin entra in Mamma ho riperso l'aereo, mi sono smarrito a New York? Si tratta proprio di Fao Schwarz (anche se nel film ha un nome diverso). Fao Schwarz è infatti uno storico negozio di New York. Si trova al numero 30 di Rockefeller Plaza, aprì nel 1862 a Baltimora dall'idea di Frederick August Otto Schwarz (Fao!) ed è davvero spettacolare e magnifico: sembra uscito dalla mente di un bambino e ciò che vuole offrire è un'esperienza completa nel mondo dei giocattoli, con oggetti e prodotti particolarissimi e curati, peluche giganteschi e un personale che accompagna i bambini nel mondo della fantasia.

Nel mondo ci sono diversi negozi Fao: a Pechino, a Londra, a Boston... Il flagship di Milano sarà il primo ad essere inaugurato in tutta l'Europa continentale, e questo rende l'idea della straordinarietà della notizia.

FAO Schwarz a Milano

Entro il 2021, quindi, FAO Schwarz aprirà a Milano, in piazza Cordusio, con uno store di 660 metri quardi. L'apertura è stata possibile grazie ad un accordo esclusivo tra Prénatal Retail Group e ThreeSixty Group (proprietari del marchio).

Per annunciare l'arrivo del negozio di giocattoli che più di tutti ricalca l'immaginario dei bambini, la città si animerà così nei prossimi giorni di performance artistiche e animazioni ludiche, coinvolgendo i bambini e stuzzicando la loro fantasia. Biciclette delle meraviglie, impronte d'orso che cammineranno con i passanti, i famosi soldatini FAO Schwarz in carne ed ossa...

Non solo: FAO Schwarz ha pensato di dare la possibilità ai bambini di vincere alcuni giocattoli! Prima dell'apertura, quindi, sarà possibile partecipare al concorso. Ecco come.

Il concorso: il gioco delle meraviglie

Basta visitare il sito www.faoschwarz.it: i bambini e le bambine troveranno qui il Gioco delle Meraviglie, una virtuale caccia al tesoro con indovinelli e giochi per scoprire Milano e i giocattoli FAO Schwarz (alcuni sono davvero iconici!). Alla fine si riceverà un codice da portare con sé nel negozio una volta aperto: tramite un QR Code si potrà scoprire se si è tra i 500 vincitori di uno dei giocattoli in palio! E c'è anche un super premio: una merenda FAO Schwarz con cinque amici, che si prospetta davvero MAGICA! 

L'articolo è recente, si intitola Occurrence of Polyethylene Terephthalate and Polycarbonate Microplastics in Infant and Adult Feces ed è comparso sulla rivista Environmental Science & Technology Letters. L'ha condotto Kurunthachalam Kannan, professionist della New York University School of Medicine, e l'intento era cercare di capire le quantità di microplastica nelle feci degli adulti e dei bambini, per comprendere meglio il grado di inquinamento delle nostre acque.

Il risultato è abbastanza sconcertante: si parla di microplastiche presenti in quantità 10 volte maggiori nei bambini, rispetto agli adulti. Cosa significa, in parole povere? È pericoloso? E, soprattutto, possiamo fare qualcosa per limitare i danni?

Cosa sono le microplastiche

Le microplastiche sono minuscole particelle di diversi tipi di plastica che arrivano dagli oggetti di tutti i giorni (cannucce, bottiglie, indumenti...) e dalle sostanze che utilizziamo abitualmente (come le creme o i saponi, le tinte e i detersivi). Attraverso diverse strade arrivano anche all'acqua e agli oceani, causando un problema di inquinamento davvero enorme. Oltre a questo, si annidano dappertutto, anche nella polvere domestica, nel cibo e soprattutto nell'acqua che beviamo. Attraverso la digestione, quindi, entrano nel microcircolo e possono causare diversi problemi di salute.

 

La ricerca

I ricercatori della New York University School of Medicine hanno recentemente testato dei campioni di feci di tre neonati (nel meconio, quindi), sei bambini e 10 adulti, alla ricerca di tracce di plastica, PET e policarbonato per determinare quantitativamente la concentrazione di questi, dal momento che, pur consapevoli di quanto il corpo umano sia esposto alle microplastiche, ancora non si conosce esattamente la portata del fenomeno.

I risultati hanno portato a individuare tracce di microplastica in due dei tre neonati, e in tutti i campioni dei bambini e degli adulti. Nei bambini la concentrazione è risultata essere molto più alta rispetto a quella riscontrata adulti.

Bambini e microplastiche: perché il loro corpo è più esposto

Come si legge sulla rivista Parents.com, il dottor Kurunthachalam Kannan ha spiegato che i bambini sono esposti alla plastica ogni giorno, a partire dai giocattoli per arrivare ai cucchiai e ai biberon. Forse risiede quindi proprio in questo motivo, oltre che nel fatto che mettano tutto in bocca per esplorare il mondo attorno a loro, la ragione della più alta concentrazione di microplastiche nel loro organismo.

Cosa possiamo fare

Spesso i detrattori delle politiche green parlano dei gesti singoli definendoli inutili. Di certo è la classe dirigente a dover prendere posizione e ad agire su larga scala, ma anche alla luce di questi risultati è evidente che le scelte di tutti i giorni possono avere un'influenza decisamente importante. Per due motivi: cominciando a transizionare verso una vita plastic-free si crea un circolo virtuoso di consumo che porterà le aziende a fare scelte sempre più green; in secondo luogo, eviteremo di aggiungere microplastiche alle microplastiche già presenti, provando a diminuire l'esposizione domestica a cui vanno incontro i nostri bambini.

Quali scelte fare, quindi? In generale, preferiamo sempre giocattoli in legno o senza plastica, soprattutto nel periodo della dentizione.

Per quanto riguarda l'alimentazione, al posto dei contenitori, dei piatti e delle posate in plastica scegilamo vetro e metallo.

Proviamo poi ad eliminare la pellicola in plastica per la conservazione dei cibi, preferendo quella in cera riutilizzabile, e acquistiamo contenitori per il pranzo e gli avanzi che siano plastic-free e mai usa e getta.

Per l'acqua, scegliamo una brocca depurante o il depuratore domestico e stiviamo l'acqua in bottiglie di vetro.

In generale, poi, facciamo attenzione a tutto ciò che compriamo, preferendo materiali naturali senza plastica, ma soprattutto puntiamo sull'economia circolare provando ad acquistare oggetti e mobili di seconda mano, per evitare lo spreco e i rifiuti inutli. E quando facciamo la lavatrice, infiliamo gli indumenti in apposite sacchette che catturano le microplastiche, gettandole poi nel cestino. Eviteremo, così, di buttarle nelle acque di scarico e quindi nei mari.

 

Mentire non è semplicemente dire qualcosa di buffo per fare ridere, quando entrambi si sa non essere vero. Dire le bugie è più articolato: si tratta di esprimere intenzionalmente qualcosa di falso, qualcosa che tu stesso sai essere falso ma che ti impegni a far credere a chi hai di fronte.

Ma quindi quand'è che i bambini cominciano a farlo? Quando capiscono davvero cosa significa mentire? Perché questo cambia le carte in tavola: quando possiamo, insomma, rimproverarli e fare capire loro - soprattutto - che mentire è sbagliato e che dialogo e verità sono sempre da preferire? Perché impartire una lezione quando questa non è recepibile, perché i bimbi non sanno ancora che stanno mentendo, è controproducente. Capire come funziona meccanismo quindi è molto utile.

Ecco tutto ciò che c'è da sapere sui bambini e le bugie e su quando, tendenzialmente, iniziano a mentire con coscienza.

Quando si inizia a mentire?

Non c'è un'età specifica, ma i bambini e le bambine iniziano a dire le bugie tra i due anni e mezzo e i quattro. Inizialmente, però, non possiamo ragionare sulla moralità della cosa come ragioniamo quando parliamo di adulti: i bambini e bambine impiegano infatti anni a capire i significati nascosti e morali delle bugie e non possiamo quindi ipotizzare nulla riguardo al comportamento morale futuro.

Mentire, per i bambini, è come sperimentare. Proprio come quando, intorno ai due anni, testano i limiti dei genitori e provano a imporre la loro persona sugli altri, o come quando da piccoli lanciano gli oggetti per vedere se qualcuno li raccoglie e glieli riporta.

L'importanza della percezione

Inizialmente, tuttavia, per i bambini mentire non è semplice e soprattutto non ha lo stesso obiettivo che avrebbe la bugia di un adulto. I bambini piccoli, infatti, non capiscono il concetto dell'individualità del pensiero: credono, in altre parole, che tutti coloro che stanno intorno a loro abbiano la loro stessa percezione. Pensano che tutti la pensino come loro e che vedano come loro. Pensiamo a quando giocano a nascondino intorno ai due, tre anni: si nascondono sotto il lenzuolo e sono davvero convinti che non li vediamo, perché loro non vedono noi.

È solo quando capiscono che le convinzioni, le visioni e i pensieri degli altri non coincidono con i loro che cominciano a mentire coscientemente e sperando in un ritorno. Ed è lì che capiamo che stanno mentendo davvero: anche durante i giochi, capiscono quando possono bluffare per vincere.

Il lato positivo del mentire

In realtà, qualcosa di positvo in tutto questo c'è: mentire è una caratteristica degli esseri umani e quando un bambino o una bambina sono arrivati a farlo, è perché hanno messo in atto un processo mentale del tutto normale e soprattutto complicato, segno che il loro sviluppo cognitivo è sulla giusta strada. Come spiega uno studio, arrivare a mentire è l'ultimo stadio di un processo di ragionamento lungo e tortuoso che parte con l'osservazione della realtà e dei comportamenti degli adulti. Capire, insomma, come si mente e quando è conveniente sarà pure sbagliato, ma è sintomo di intelligenza.

Ad un certo punto, i bambini e le bambine abbandoneranno il pannolino (che sia usa e getta, ecologico o lavabile). Ma quando arriva il momento dello spannolinamento? Non c'è un'età precisa, perché come per tutto il resto lo sviluppo cognitivo, fisico e motorio dei bebè ha i propri tempi. 

Più che concentrarci quindi su quando avviene lo spannolinamento, sarebbe bene imparare ad osservare il proprio figlio o la propria figlia, comprendendone il personalissimo sviluppo e capendo in base alle sue tendenze quando è arrivato il momento di togliere il pannolino. Perché ogni bambino ci arriva con i suoi tempi, ma ci sono alcuni segnali che tendenzialmente si ripetono. 

Ecco quindi qualche dritta per capire se è arrivato davvero il momento del vasino o se è meglio aspettare, interpretando i piccoli gesti e comportamenti del proprio bebè. Seguendo i tempi del bambino e agendo quando si sente pronto, infatti, porta benefici: il tempo per imparare si riduce e lo spannolinamento avviene più armoniosamente!

I gesti quotidiani

Alcuni gesti quotidiani e comportamenti possono farci capire che i bambini e le bambine sono pronti a provare a stare senza pannolino. Innanzitutto, quando imitano le azioni dei grandi, direttamente o quando giocano da soli. Questo non è necessariamente un interesse verso lo spannolinamento, ma è un comportamento che indica ai genitori che i bambini sono pronti a fare un passo in più nella loro vita "adulta".

Altra tendenza che possiamo notare per capire che i tempi sono maturi è quella a rimettere a posto le cose, giocattoli o oggetti di casa che siano. I bambini e le bambine in questa fase tendono a rimettere "al proprio posto" ciò che trovano, mostrando quindi ordine e autorità, ma anche logica.

Infine, il periodo adatto allo spannolinamento è quello che segue i mesi in cui i bambini mostrano la propria indipendenza, sfidando spesso i genitori con i loro "no".

I gesti specifici

Attenzione anche ad alcuni gesti. Su tutti, l'abitidine a togliere e rimettere i pantaloni e la maglietta, o i vestiti in generale, mostrando impazienza o levandoli in momenti inopportuni, magari alzandoli e abbassandoli continuamente.

Altro segnale è la comunicazione sui loro bisognini: quando fanno la pipì o la cacca, in questo periodo i bambini e le bambine lo "annunciano". Ecco, anche questo è un segno di prontezza perché significa che stanno acquisendo sempre più consapevolezza su una funzione fisiologica che possono controllare.

L'interesse verso il wc e il vasino

Infine, da genitori dobbiamo fare attenzione a quando i bambini e le bambine mostrano interesse nel vasino o nel wc degli adulti, sia seguendoci spesso in bagno, sia facendo domande dirette e specifiche, oppure girandoci intorno.

Altri consigli utili

Oltre all'attenzione a questi segni, il consiglio ai genitori è quello di valutare anche il momento dello spannolinamento. Anche se si notano le tendenze sopraelencate, infatti, è sempre meglio scegliere un momento che sia davvero buono.

Evitiamo, quindi, lo spannolinamento quando c'è in corso qualche disturbo gastrointestinale, come la dissenteria o la stipsi. Lo stesso vale per i momenti di stress: se in famiglia è in corso un cambiamento (come un trasloco, una nuova nascita, una separazione...) è meglio attendere un attimo. Infine, valutiamo l'attitudine dei bambini: siamo intorno ai terrible twos e se i bambini e le bambine appaiono particolarmente agitati e poco cooperanti, è meglio aspettare che la fase passi o si attenui.

I bambini e le bambine (ma anche gli adulti!) con dislessia sono davvero moltissimi. Secondo i dati diffusi dal Miur, infatti, gli alunni a cui è stato diagnosticato un Disturbo Specifico dell'Apprendimento (o DSA) sono il 4,9% del totale. Di questo 4,9%, i disturbi riguardano per il 39,6% proprio la dislessia. Il resto è rappresentato da disortografia, discalculia e disgrafia.

Si capisce, quindi, che i disturbi dell'apprendimento non sono qualcosa di vago e raro, ma che rappresentano il modo di apprendere di una grossa fetta dei nostri ragazze e ragazzi. Sensibilizzare è quindi il primo passo verso una scuola più inclusiva (non si tratta di una malattia o di essere meno "bravi a scuola", ma semplicemente di imparare in maniea diversa!). Il secondo è abbracciare tutti i passi avanti che le scienze dell'educazione e dell'apprendimento compiono, offrendo così ai ragazzi e alle ragazze ciò di cui hanno bisogno per fare meno fatica.

Una buona notizia che riguarda la dislessia è arrivata proprio in questi giorni.

Dislessia, una bella notizia per rendere la lettura più semplice: una maggiore spaziatura tra le lettere per velocizzare la lettura e ridurre gli errori (e l'ansia)

Come riporta Ansa, per risolvere la difficoltà di lettura che i ragazzi con dislessia vivono ogni giorno un modo efficace è aumentare la spaziatura tra le lettere. Questo stratagemma grafico migliorerebbe infatti la leggibilità dei testi, permettendo ai ragazzi dislessici di aumentare la velocità di lettura riducendo gli errori.

A dirlo è uno studio del dottor Steven Stagg della Anglia Ruskin University pubblicato sulla rivista Research in Developmental Disabilities. A partecipare sono stati 59 ragazzi tra gli 11 e i 15 anni provenienti da sei scuole britanniche delle zone del Cambridgeshire, dell'Hertfordshire e di Londra. La ricerca ha esaminato i benefici che la spaziatura tra le lettere e la differenziazione di colore apportano tra i bambini dislessici e non dislessici, arrivando a capire che un'extra-spaziatura riduce proprio gli errori di lettura, in entrambi i gruppi di bambini.

Oltre a ciò, spaziare maggiormente le lettere riduce, in entrambi i casi (dislessia o non dislessia), il numero di parole saltate nella lettura. Solitamente, infatti, i bambini con dislessia "mancano" qualche parola. E, infine, accelera il tempo della lettura. Nel caso dei bambini non dislessici del 5%, e per chi ha una diagnosi di dislessia addirittura del 13%.

Le differenze di colore, invece, sembrano non servire a nulla, secondo questo studio. 

"Crediamo che la maggiore spaziatura tra lettere riduca l'effetto "affollamento" che rende difficile il riconoscimento delle lettere e che rallenta la lettura", ha dichiarato il dottor Stagg, suggerendo quindi agli educatori e agli insegnanti di adottare questa misura quando producono schede o testi, rendendo le lezioni più inclusive e riducendo l'ansia che spesso colpisce i bambini e le bambine con dislessia

 

Come festeggiare la Festa dei Nonni

Mercoledì, 29 Settembre 2021 14:36

Ogni anno in Italia il 2 ottobre si festeggia la Giornata dei Nonni. Si chiama anche Festa dei Nonni ed è un'occasione davvero speciale: la festa deriva infatti da una tradizione cristiana, ovvero il ricordo liturgico degli angeli custodi, e questa immagine - al di là del proprio credo - è davvero evocativa e importante. 

I nonni, infatti, vengono associati agli angeli custodi, figure preziose che vegliano sui nostri bambini.

Le nonne e i nonni dovrebbero di certo venire festeggiati ogni giorno, ma il 2 ottobre possiamo approfittarne e rendere la giornata ancora più speciale.

La Festa dei Nonni

Come accennato, in Italia la Festa dei Nonni cade il 2 ottobre di ogni anno, giorno che nel calendario cattolico ricorda gli angeli custodi. In realtà la Chiesa festeggia però gli anziani, le anziane, i nonni e le nonne un altro giorno, ovvero l'ultima domenica di luglio, giorno in cui si ricordano i santi Anna e Gioacchino, mamma e papà di Maria e quindi nonna e nonno di Gesù Bambino.

La ricorrenza è civile e ad istituirla è stata nel 2005 una legge apposita, per ricordare, valorizzare e celebrare l'importanza di queste figure familiari che non sono solo preziose a livello affettivo, ma anche materiale. Pensiamo a quanto è prezioso l'aiuto delle nonne e dei nonni quando questi sono vicini: in pensione, spesso si occupano dei nipotini e delle nipotine, viziandoli di certo un po' ma alleggerendo le madri e i padri che lavorano e riempiendo d'amore le giornate dei bambini.

Oltre alla ricorrenza che ci permette di festeggiare i nonni e le nonne, ogni anno il 2 ottobre rappresenta anche la giornata in cui il Presidente della Repubblica Italiana premia i dieci nonne e nonne d'Italia, dopo che questi sono stati scelti da un'importante commissione di cui fanno parte i membri del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca.

Come festeggiare la Giornata dei Nonni

Per festeggiare la Giornata dei Nonni l'ideale è organizzare qualcosa da fare tutti insieme, sfruttando il tempo libero (soprattutto quando la Festa cade nel fine settimana!). Qualche idea? Andare al cinema tutti insieme, regalare ai nonni un biglietto per uno spettacolo teatrale da vedere insieme a loro, organizzare un picnic nella natura o una passeggiata, cucinare insieme per imparare le ricette di famiglia che si vogliono tramandare... Basta che ci si metta amore e che si coinvolgano al massimo i nonni e le nonne, facendo qualcosa che piace soprattutto a loro.

I regali più graditi

Di certo i regali più graditi sono quelli che prevedono del tempo passato insieme (come gli spunti che avete appena letto!) ma ci sono anche altri regali a cui potete pensare per fare capire alla nonna e al nonno che sono davvero amati.

Un mazzo di fiori o una pianta, ad esempio, nella loro classicità possono essere un gesto simbolico davvero potente.

Anche una fotografia di famiglia: un'idea è scattarla tutti insieme proprio il 2 ottobre, vestendosi bene e organizzando un set fotografico casalingo, per poi stamparla, incorniciarla e regalarla alle nonne e ai nonni, che potranno appenderla in casa.

Sempre a tema fotografie, un bel regalo è un album che contenga un po' di immagini scattate negli ultimi anni. Spesso tendiamo a tenerle sul telefono, ma è bellissimo anche sfogliarle fisicamente.

Infine, un regalo assai gradito dalle nonne e dai nonni è un bel libro, magari da leggere insieme ai nipoti, ad alta voce, oppure un bel romanzo per rilassarsi quando i nipotini e le nipotine non ci sono!

Il mondo dei bambini è un universo colorato e particolare dove anche fare regali, scegliere l’abitino giusto o il giocattolo più adatto, ci mette di fronte diverse scelte. Trovare prodotti sicuri e soprattutto con quel qualcosa in più di autentico, che non sia fatto in serie, che non sia solo per il consumo ma anche per la durata e che sia stato lavorato con cura, magari riprendendo tecniche tradizionali, non è così semplice, senza contare che trovare marchi artigianali online è più arduo rispetto ai prodotti delle grandi produzioni. Oggi un sito particolare, Mooza, si occupa di rendere disponibili i prodotti artigianali italiani da ogni regione: amanti del fatto a mano e rigorosamente made in Italy, in diversi ambiti del nostro lifestyle, dove trovare anche idee regalo per bambini.

Non solo artigiani ma anche designer emergenti con idee originali che sviluppano piccole collezioni o anche pezzi unici e che portano avanti una filosofia di lavoro che privilegia la qualità della lavorazione insieme alla creatività.

Eccovi una piccola rassegna di 5 brand artigianali con le loro idee fuori dal coro.

Kimono Shoes - Modello Unico

Pensato per il mondo neonato, questa brand artigianale di Brescia crea scarpine davvero particolari per celebrare la vita che nasce. Ispirate allo stile giapponese, ogni modello è unico, i tessuti e i colori di ogni modello, infatti, non si ripetono, proprio come ogni bambino che nasce è unico.

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Pafff! Studio Venezia

Un progetto nato tra artigiani e designer appassionati di tessuti, filati e pattern all’inglese con la voglia di creare capi interamente confezionati a mano, fatti anche con tessuti vintage quasi introvabili e quindi non replicabili. Lo stile è confortevole ed allegro, e anche un po’ trendy, in modo che i bambini possano divertirsi con ciò che indossano, liberi di giocare e con un gusto originale!

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Pupis

Un brand a misura di bambino. Per allontanarsi dalla filosofia dell’usa e getta e ritornare al mondo delle bambole e dei pupazzi che ci accompagnavano per tutta la nostra infanzia, questo brand crea dolcissimi e morbidi pupazzi e bambole interamente a mano, con ogni accessorio curato nei minimi dettagli. Il brand ha anche a cuore il rispetto per l’ambiente, infatti tutti i tessuti e le imbottiture utilizzate sono biologici ed eco-compatibili.

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BarabanKids

Nato da una coppia di genitori con il desiderio di creare vestiti e accessori per i propri due bambini, BarabanKids è un progetto che oggi realizza tutto a mano in Italia con materiali biologici e con stampe personalizzate. Il nome del marchio prende ispirazione da una favola di Gianni Rodari intitolata “Il Tamburino magico”, dove Barabàn è il suono del tamburino di un soldatino che ritorna dalla guerra. Entrambi i fondatori hanno esperienza nel design e nel settore moda, e oggi portano avanti il loro brand, iniziato un po’ per gioco, con tanta passione per i più piccoli.

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Uuby Kids

I bambini hanno voglia di conoscere, esplorare, muoversi. Per questo brand “crescere è un viaggio meraviglioso” e per questo l’immaginario è quello di un bambino-viaggiatore libero di andare incontro alla vita. Per dare ai bambini la possibilità di muoversi in completa libertà i capi sono realizzati a mano 100% made in Italy.

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Sara

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Cecilia

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