Cosa c'entrano verdure e gelato, direte? C'entrano, quando sfruttiamo il gelato e il "fatto in casa con i bimbi" per riuscire a far mangiare più verdure ai nostri figli.

Recentemente ho sperimentato un metodo: lasciare che i bambini selezioninino gli ingredienti tra la frutta e la verdura a disposizione e "fargli preparare il gelato" con questi ingredienti (sì, tra virgolette: dopo capirete perché) li rende più propensi a mangiarlo, e quindi a mangiare la frutta e la verdura che hanno scelto.

Insomma: la base è sempre un gelato basico (con pochi zuccheri), ma poi ci si sminuzzano all'interno ingredienti variegati. La "preparazione"? Semplicemente, frullare tutto nel mixer! Ma, come sappiamo, quando i bambini cucinano poi hanno la tendenza ad assaggiare tutto. E, in questo caso, anche le verdure.

Come ingannarli per scegliere gli spinaci? Basta dirgli che il gelato diventerà verde! Puntiamo sui colori, quindi, e vediamo che succede.

Far mangiare le verdure ai bambini con il gelato fatto in casa: il gelato fai da te colorato a base di frutta e verdura fresche

 

Cameretta: i trend per il 2021

Martedì, 12 Gennaio 2021 10:12

La cameretta e la nursery nel 2021 saranno chiare, naturali, belle da vedere e confortevoli da vivere: i trend 2021 relativi alla cameretta, infatti, prevedono tanto vimini, giocattoli di legno, colori chiari e divertimento. Ecco come trasformare la cameretta o la camera del neonato in una stanza cool e di tendenza per questo 2021!

Cameretta: i trend per il 2021, dal vimini ai colori da scegliere per una stanza fighissima e cool

Il vimini

Un materiale un po' boho-chic che è tornato negli ultimi anni e che ci piace perché naturale e dal sapore rustico. Ottimo per la culla, ma anche per i mobiletti e le piccole librerie.

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I giocattoli in legno e cartone

Come il vimini, il legno e il cartone riciclato sono materiali riscoperti nell'ultimo periodo e speriamo restino di tendenza per molto, molto tempo: sono naturali, versatili, molto più belli della plastica e decisamente ecosostenibili.

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I letti divertenti

A castello, a forma di casetta, di tenda... Non c'è una regola: per i bimbi più grandi, basta che il letto sia divertente (e preferibilmente arrampicabile!).

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La carta da parati

Geometrica o floreale, la carta da parati è tornata: ottima notizia, dato che permette di arredare anche le stanze più minimal rendendole super affascinanti e ricche di personalità.

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I colori chiari e naturali

Bianco, beige, grigio, cipria: questi i colori su cui puntare. E sono pure unisex e gender-free, che è un'altra tendenza 2021 per le nursery (finalmente, basta azzurro o rosa).

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I cassettoni recuperati

Non solo per il salotto, ma anche per la nursery: i cassettoni recuperati possono diventare un perfetto fasciatoio. Li si possono trovare in cantina, oppure da rigattieri e presso i mercatini dell'usato.

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I migliori libri per bambini usciti nel 2020

Lunedì, 11 Gennaio 2021 13:21

Siamo già al 2021 e lo scorso anno, oltre ad essere stato tremendamente difficile, ha rappresentato per molti un periodo di riscoperta della lettura. L'editoria, quindi, non si è fermata, ma ha sfornato, al contrario, titoli interessanti e fenomeni editoriali. Anche nel caso dei libri per bambini e dei libri per ragazzi ci sono state tante novità: abbiamo selezionato per voi le migliori del 2020 per un 2021 ricco di letture, passatempi rilassanti e insegnamenti attraverso avventure coinvolgenti e trame avvincenti.

I migliori libri per bambini usciti nel 2020: una selezione delle letture per bambini e ragazzi per un 2021 ricco di avventure

L'Ickabog

Al di là delle dichiarazioni poco condivisibili di J.K. Rowling, la scrittrice brittanica autrice di Harry Potter resta una delle penne più piacevoli da leggere. Stavolta è uscita con un libro che aveva da tempo nel cassetto, dedicato ai bambini più piccoli, che ha deciso di pubblicare a puntate durante il lockdown e di pubblicare in autunno. Si intitola The Ickabog.

I classici illustrati dai MinaLima

Continuano, per L'ippocampo, le uscite dedicate ai classici della letteratura per bambini illustrate dai MinaLima, il duo di graphic designer responsabile dei mondi visivi di Harry Potter e Animali Fantastici. Sono versioni curatissime, molto belle da vedere e da curare, interattive e quasi da collezione. Bellissime! Qui ne trovate un paio.

Occhio agli egizi

Per i bambini che amano i libri interattivi e illustrati ecco "Occhio agli egizi", una sorta di "Dov'è Wally" per scoprire tutti i segreti dell'Antico Egitto.

Che fine hanno fatto i dinosauri?

Questo libro è scritto da Francesco Barberini e Davide Bonadonna ed è un volume davvero interessante e completo che risponde a tutte (ma proprio tutte!) le domande dei bambini sui grandi lucertoloni preistorici.

Serpentine

Non c'è ancora in italiano, ma se i vostri bambini già leggono in lingua inglese, sappiate che è uscito "Serpentine", un sequel della trilogia di Philipp Pullman dedicata a "Queste oscure materie".

È tutto un ciclo

Per togliere l'aura di "tabù" che ancora aleggia attorno al tema del ciclo mestruale, ecco una graphic novel per ragazzi e ragazze che, oltre a parlare delle scuole medie e delle amicizie, spiega bene e senza vergogna (né scandalo) le mestruazioni. Ve ne ho parlato in questo articolo.

I "manuali di sopravvivenza"

E sempre parlando di scuole medie, dopo il "manuale di sopravvivenza senza genitori", Sarah Spinazzola ha scritto il "Manuale di sopravvivenza alle scuole medie", romanzo per ragazzi divertente, semplice e coinvolgente, che parla delle "loro cose" con la loro voce.

Fairy Oak

Se i vostri bambini e ragazzi sono fan di Fairy Oak (la serie fantasy della scrittrice Elisabetta Gnone), vi interesserà sapere che è uscito l'ultimo romanzo, "Fairy Oak - La storia perduta", su una storia perduta e recuperata dalle gemelle Vaniglia e Pervinca.

Banksy

Fausto Gilberti negli ultimi anni sta illustrando e narrando in maniera favolosa la vita degli artisti contemporanei ai bambini (ma anche a noi adulti!). L'ultimo titolo è dedicato a Banksy, che non ha bisogno di presentazioni.

Nei giorni scorsi è stato l’assalto al Campidoglio negli Stati Uniti d’America, ma le notizie cattive e spaventose sono ormai all’ordine del giorno. Il COVID, le bare trasportate nei camion militari, gli attentati, gli stupri, la violenza, l’omofobia, le uccisioni… Insomma, guardare il telegiornale non è semplice. Ma dobbiamo mettere in conto che i nostri figli verranno a conoscenza delle notizie, anche di quelle più tremende, e per questo dobbiamo prepararci a parlarne nella maniera migliore.

Come parlare ai bambini delle notizie spaventose: un approccio per introdurre i bambini alla crudeltà delle news in televisione

Tendenzialmente con i bambini il telegiornale non si guarda, vero? È così, perché si cerca di proteggerli dalla crudezza delle notizie. Ma quando le notizie sono estremamente risonanti, è impossibile evitarle. In primis perché se parla, e poi perché è normale tenere la tele accesa quando vogliamo informarci su quello che sta accadendo. È successo in questi giorni con il tentativo di colpo di stato dei sostenitori di Trump a Capitol Hill, era successo con gli attentati al Bataclan, con l’incendio di Notre Dame, con il Covid… E in generale, i bambini possono captare anche le notizie minori ma che comunque influenzano la nostra società e la nostra vita, come le violenze.

Purtroppo, dobbiamo pensarci, anche se è difficile farlo. Perché se la prima regola è limitare la visione dei telegiornali con i più piccoli, ci sono casi in cui è impossibile non farlo. E a farci riflettere su questo argomento è stato il presidente eletto degli USA Joe Biden, che ha affermato in conferenza stampa: “Pensate a ciò che stanno pensando i bambini guardando la televisione”, riferendosi alla distruzione di una cosa pubblica molto importante. Chissà che pensano, in effetti…

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Come fare, quindi, per parlare di queste cose tremende? Come affrontare le cattive notizie del TG con i bambini quando è inevitabile nascondergliele? È meglio introdurre noi gli argomenti o è preferibile attendere che siano loro a fare domande? Non c’è una risposta definitiva o corretta, ma qui proviamo a sintetizzare un approccio che potremmo adottare.

Prima di tutto è bene avere bene a mente il ruolo fondamentale che come genitori abbiamo: essendo i primi educatori dei nostri figli, è nostro compito aiutare i bambini a processare le informazioni che risultano per loro difficili o traumatiche.

Dopodiché, quando i bambini vengono esposti a queste notizie la prima cosa da fare è osservarli per capire come prendono la notizia. Non solo a livello primario, ma anche secondario. Ciò significa che la reazione potrebbe arrivare più tardi, sotto forma di domande, di stress, di ansia, di paura, di pipì a letto… Non c’è una regola e di conseguenza è improntante osservare i dettagli e la comunicazione non verbale dei bambini.

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In seguito, fondamentale è parlare apertamente ai bambini, chiedendo se hanno visto immagini che li hanno turbati e cosa ne pensano. In questo modo sapranno che possono parlare di tutto con noi, e non prendere le informazioni da qualcun altro. Il dialogo, infatti, è sempre consigliato. Ma solo se per primi noi genitori abbiamo già processato la cosa: meglio essere sicuri di ciò che proviamo e di cosa diremo, per evitare di sbottare, dire cose di cui ci pentiremo e mostrare ai bambini il pregiudizio.

Importrante, tuttavia, è anche chiedere cosa sappiano. Perché un conto è afferrare qualche notizia, un altro è costruirne una in testa con i pochi elementi captati. Se hanno capito di che si tratta, parliamone; se invece hanno un’idea sbagliata di ciò che sta accadendo, proviamo a raddrizzare quest’informazione con dati esatti e corretti, con parole adatte ai bambini.

A questo punto, chiediamo loro come si sentono, dicendogli che le emozioni ammesse non hanno limiti, che è normale provare sensazioni strane e che è normale avere domande, che possono farci in libertà e senza paura delle conseguenze. Solo così sapremo che le informazioni ricevute dai bambini sono corrette, mitigate da noi e calibrate per la loro mente, e i bambini non si rivolgeranno ad altri per comprendere meglio ciò che non capiscono. Perché prima o poi, se non lo fanno con noi, si apriranno con qualcun altro, statene certi.

Non dimentichiamo, poi, di parlare della notizia e di confrontarci, in maniera però positiva e propositiva e arrivando insieme alla “morale” e all’insegnamento che possiamo trarre.

Infine, facciamoli sentire al sicuro con le parole e con i gesti, parlandogli con parole adatte alla loro età, coccolandoli e dicendo apertamente che sì, il mondo è cattivo, ma mamma e/o papà saranno sempre lì per loro e con loro.

I cipollotti sono diversi dal porro: piccoli e sottili, sono altrettanto dolci e saporiti e danno quel tocco in più a moltissimi piatti. A volte, tuttavia, possono essere anche protagonisti, come nel caso di questa zuppetta davvero deliziosa, delicata e gustosa allo stesso tempo e, soprattutto, perfetta per scaldare le serate più fredde.

La ricetta della zuppa di cipollotti: come preparare una minestra densa a base di cipollotti sottili

 

Santa Lucia, Babbo Natale, le feste... Un bailamme di dolcetti, no? E i nostri bambini si ritrovano a guardare a tutto quel ben di Dio senza poterlo sbafare, perché, diciamocelo, se lo mangiassero tutto ci ritroveremmo dei mostri iperattivi fino a Pasqua! E ora arriva anche la Befana... E se invece dei classici cioccolatini e caramelle optassimo per qualcosa di più sano? Che non significa rinuncia, ma semplicemente qualcosa di alternativo che può comunque entusiasmare i bambini! Ecco dunque qualche idea di dolcetto alternativo da fare trovare nella calza della Befana nel giorno dell'Epifania.

"Dolcetti" alternativi da fare trovare nella calza della Befana: quali caramelle e dolcetti fare trovare nella calza della Befana, più sani dei soliti

Le girelle di frutta

Si possono fare o con l'essiccatore o in forno e sono deliziose: le girelle di frutta sono dolcetti a base di frutta fresca essiccata, dolci, zuccherini e molto gustosi (oltre che ricchi di vitamine vere!). La ricetta è questa.

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Le caramelle di gelatina

Anche queste possiamo farle in casa e sono davvero deliziose, oltre che belle da vedere! 

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Le caramelle di frutta vera

Se non abbiamo tempo, possiamo comprarle: esistono già confezionate. Basta scegliere le caramelle fatte con frutta vera, al 100% (come ad esempio queste), preferibilmente senza zuccheri aggiunti).

Le pastiglie Leone senza zucchero

Sarà che sono bellissime, con quella loro aura vintage: le pastiglie Leone sono davvero deliziose, e ora esistono anche senza zucchero.

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I cioccolatini senza cottura

Buoni, semplici e pieni di vitamine e minerali (sono a base di datteri!), i cioccolatini senza cottura possono essere preparati anche il giorno prima.

Della frutta secca

Anche dei semplici sacchettini di sfiziosa frutta secca possono essere graditi, se i bambini ne sono golosi!

I lecca lecca alla frutta fatti in casa

Infine, la ricetta dei lecca lecca alla frutta da preparare in casa, più semplici da realizzare di quanto si creda.

L’inizio dell’anno nuovo è spesso e volentieri l’occasione per fare un bilancio dell’anno passato e per stilare una lista di buoni propositi per il nuovo anno (soprattutto nel 2021, dopo l’anno della pandemia che ha devastato il mondo!). Buoni propositi che puntualmente si frantumano alla seconda o terza settimana. Perché? Perché li vediamo come costrizioni.

Eppure un modo per mantenerli c’è. Un modo semplice, leggero e per niente pesante.

Come mantenere DAVVERO i propositi di inizio anno: il metodo semplice ed efficace per cambiare le proprie abitudini in senso positivo

Che tu voglia imparare ad accettarti di più, che tu voglia darti maggiormente allo sport, pensare di più a te stessa o a te stesso, smettere di fumare, dimagrire, ingrassare, leggere di più, usare meno l’automobile, stare di più con i tuoi figli o i tuoi genitori… Qualunque siano, insomma, i tuoi buoni propositi per il nuovo anno, sappi che c’è un metodo per mantenerli davvero. E non è la classica e semplice “forza di volontà”.

I “buoni propositi”, in ogni caso, sono molto diffusi. Così diffusi che sono moltissimi gli studi psicologici e scientifici che sono stati condotti attorno a questo tema. Ad esempio? Questo o questo. Ma quello che ci interessa più di tutti si intitola “A large-scale experiment on New Year’s resolutions: Approach-oriented goals are more successful than avoidance-oriented goals”. Traduzione: “Un esperimento su larga scala attorno ai buoni propositi per l’anno nuovo: gli obiettivi propositivi sono più efficaci degli obiettivi per evitamento”.

Cosa significa? Significa che a volte basta davvero guardare al proprio obiettivo in una luce e una prospettiva diversa per ottenere lo scopo. O, semplicemente, cambiare la frase.

In altre parole, per mantenere davvero i buoni propositi basterebbe cambiare l’approccio. Invece di dire: “Voglio smettere di…”, dobbiamo cominciare a dire: “Voglio cominciare a…”.

Dal “Devo evitare” al “Voglio iniziare”.

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Questo approccio, secondo la ricerca, è molto più efficace. Se, infatti, i buoni propositi “evitativi” sono stati raggiunti dal 47% delle persone studiate, nel caso degli obiettivi propositivi questa percentuale sale al 60%. Il 13% in più, che è tantissimo.

Nella pratica, come per le dipendenze (e le abitudini, se ci pensiamo, un po’ lo sono), anche i buoni propositi possono beneficiare della sostituzione. In altre parole, se eliminare un’abitudine o un comportamento radicato è pressoché impossibile, sostituirlo con altro è di certo più semplice e benefico.

Qualche esempio.

Dobbiamo smettere di fumare? Meglio provare a rendere la propria quotidianità più sana, puntando su comportamenti benefici come la dieta equilibrata e le camminate. Oppure, darsi l’obiettivo di “arrivare a 500 sigarette non fumate” (e ci sono app molto belle, come Kwit, che permettono di tenere il conto in maniera attiva a propositiva).

Dobbiamo dimagrire? Invece di dirci “Devo smettere di mangiare schifezze”, poniamoci l’obiettivo di mangiare più verdure gustose e fare più movimento.

Dobbiamo leggere di più? Invece di vederlo come un sacrificio, cerchiamo di trovare dei momenti vuoti che possiamo riempire con questo piacevole passatempo, come la metropolitana o la sera prima di dormire.

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Quello che vi propongo oggi è un esercizio (ma anche un gioco!) da fare in questi ultimi giorni del 2020 e i primi del 2021 insieme ai bambini. Bastano carta e penna (e qualche materiale artistico per decorare il risultato!) per stendere insieme una bellissima lettera per non dimenticare questo anno strano, difficile e pieno di sfide. E quando la apriranno nel futuro, sarà bellissimo!

“Caro me, ti ricordi il 2020?”: una lettera dei nostri bambini ai loro stessi del futuro

Il gioco di oggi prevede, semplicemente, la scrittura di una lettera. I bambini dovranno scrivere un pensiero ai loro stessi del futuro. L’oggetto? Il 2020. L’anno della pandemia. L’anno delle sfide.

La traccia sarà questa:

Dicembre 2020

 

Caro me stesso del futuro/ Cara me stessa del futuro,

 

ti sto scrivendo direttamente dal 2020. Anzi, dagli ultimi giorni di questo 2020. Perché l’anno è appena finito ed è stato davvero strano e difficile.

 

Le cose che più sono cambiate sono state…

 

Mi sono mancati tanto…

 

La cosa che ho trovato più difficile e triste è stata…

 

Però ho anche imparato molte cose…

 

E, in fin dei conti, è stato bello (fare/concentrarsi/pensare/riscoprire…)…

 

Un caro saluto,

il te stesso/ la te stessa del 2020

 

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Alla fine, i bimbi possono decorare le letterine, infilarle in una busta, sigillarla e consegnarla a noi genitori, che gliela conserveremo fino al loro diciottesimo compleanno (o comunque fino ad una data particolare e significativa).

All’apertura sarà bellissimo e profondo leggere le risposte, ripensare a quest’anno e riscoprire ciò a cui eravamo grati.

Questa ricetta a base di pasta sfoglia al pesto è di una semplicità incredibile ma diventa perfetta durante le feste quando dobbiamo presentare in tavola qualcosa di sfizioso, bello da vedere e veloce da preparare. Basta avere della pasta sfoglia, del pesto e del formaggio cremoso come ad esempio dello stracchino. Ecco la mia ricetta velocissimissima per Natale e Capodanno!

Albero di Natale al pesto: la ricetta con la sfoglia

 

Il benessere è qualcosa di scientifico e non solo puramente emozionale. Le nostre scelte di vita e le nostre abitudini sono fondamentali per la serenità e per lo stare bene, e su questo non ci piove. Il 2020 ce l’ha fatto capire molto bene: isolamento, sedentarietà forzata, sentimenti di paura e di tristezza non aiutano di certo la nostra armonia mentale e fisica, ma allo stesso tempo ci fanno capire l’importanza dello stare bene.

La buona notizia è che questo “star bene” è possibile allenarlo, attraverso dei passi mentali che parrebbero essere la chiave del senso di soddisfazione e benessere umano. A stilarli sono stati alcuni ricercatori dell’Università del Wisconsin dopo attenti studi.

I quattro passi del benessere (secondo la scienza!): come allenare il proprio “star bene” secondo questa ricerca universitaria

Lo studio a cui ci riferiamo è stato pubblicato sulla rivista scientifica PNAS - Proceedings of the National Academy of Science degli Stati Uniti d’America e si intitola “The plasticity of well-being: A training-based framework for the cultivation of human flourishing”. Traduzione? “La plasticità del benessere: un quadro basato sull’allenamento per la coltivazione della crescita umana”.

I ricercatori (Cortland J. Dahl, Christine D. Wilson-Mendenhall e Richard J. Davidson) hanno svolto una ricerca i cui risultati indicano che il benessere può essere coltivato attraverso l’allenamento mentale, o mental training. Integrando diversi studi neuroscientifici e psicologici, hanno evidenziato come il benessere passi attraverso quattro dimensioni, o stadi: la consapevolezza, la connessione, la profondità e lo scopo.

Conoscendo questi “stadi”, la persona può dunque attivamente ricercare il proprio benessere, partendo dalla mente per arrivare al benessere fisico.

Prima di tutto, bisogna coltivare la consapevolezza, ascoltando se stessi e l’ambiente circostante. Un ottimo esercizio per allenarla è meditare (o pregare, per i credenti), una situazione che permette un ascolto profondo delle sensazioni, dei suoni e dei pensieri. Di se stessi.

In secondo luogo, è bene allenare la “connessione”, ovvero il legame con il mondo esterno e con le persone vicine. L’essere umano è un animale sociale e coltivare i legami è per lui fondamentale. Ecco perché è importante non isolarsi, anche quando questo sembrerebbe la soluzione o la necessità.

La profondità del pensiero è il terzo pilastro dell’allenamento mentale e coltivarlo significa conoscere se stessi, affidarsi alle proprie emozioni e seguire i propri pensieri, ascoltandoli sotto alla superficie. Ciò significa anche non abbarbicarsi sulle proprie convinzioni, ma lasciarsi guidare dalla propria mente e da ciò che si è, ascoltando comunque il mondo esterno e quello interno a noi stessi, scavando e indagando.

Infine, lo scopo, l’obiettivo, che deve essere sempre di fronte agli occhi, che può variare e prendere strade inaspettate e che va dunque ricalibrato in corsa, ma che è fondamentale per raggiungere il benessere.

Sara

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Cecilia

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