Dopo la mappa del piacere femminile che vi abbiamo proposto nei giorni scorsi, è il momento di parlare dell’anatomia del corpo maschile, perché se è importante conoscere il nostro corpo per vivere al meglio e in maniera sicura il sesso, è altrettanto fondamentale sapere come sono fatti i nostri partner. L’educazione sessuale parte infatti da lì, dal nostro corpo, e il piacere è il risultato finale.

Sono ancora in molti, tuttavia, a non sapere come siamo fatti, né noi donne né gli uomini, un po’ per mancanza di educazione, un po’ per vergogna a chiedere. Ma non dovrebbe esserci alcuna vergogna, anzi: la curiosità in questo campo è fondamentale! Ed è per questo che oggi vi parliamo dell’anatomia del corpo maschile, per conoscerlo meglio, non averne paura e vivere più serenamente e coscientemente il sesso.

La mappa del piacere maschile, come sono fatti: l’anatomia sessuale maschile, il piacere, la procreazione e la sicurezza

IL PENE

Il pene è l’organo di riproduzione maschile ed è composto da tessuto erettile e muscoli involontari, vasi sanguigni e nervi. La punta si chiama glande ed è molto sensibile. Sulla punta sta l’apertura esterna dell’uretra, da cui escono lo sperma e l’urina. Possiamo dire che sia la zona più erogena del corpo dell’uomo, anche se ce ne sono svariate (e delle zone erogene maschili ve ne abbiamo parlato qui).

IL PREPUZIO

Si trova sulla punta del pene, proprio sul glande, ed è il pezzetto di pelle ripiegata che protegge il pene. Non tutti gli uomini però presentano il prepuzio: alcuni hanno subito la circoncisione, ed è per questo che il loro glande è completamente “nudo” (senza conseguenze sul piacere sessuale, ma con buone conseguenze sull’igiene: gli uomini non circoncisi devono infatti lavarsi molto meglio questa zona, igienizzando la parte sotto la pelle del prepuzio).

L’URETRA

Come dicevamo, l’apertura esterna dell’uretra si trova sulla punta del pene. L’uretra è un canale che va dalla vescica alla punta del pene e trasporta urina e sperma (in momenti diversi, grazie al fatto che durante i rapporti sessuali la vescica si chiude, grazie ad un muscolo adibito al compito).

LO SCROTO

Lo scroto è la sacca che contiene i testicoli dell’uomo, una borsa che fa sì che i testicoli rimangano staccati dal corpo, per evitare che questi si surriscaldino e che rimangano invece ad una temperatura di due gradi inferiore rispetto ai 36-37 gradi soliti.

I TESTICOLI

All’interno dello scroto stanno i due testicoli, due ghiandole sotto al pene che producono ogni giorno migliaia di spermatozoi (e che secernono e producono testosterone, l’ormone sessuale maschile) e che stanno “appesi” nello scroto grazie al cordone spermatico. La dimensione solita è di 4x3 centimetri e normalmente un testicolo sta più in basso dell’altro, per far sì che non si scontrino e attorciglino (anche se questo può accadere, provocando un dolore fortissimo e nausea al malcapitato: in questo caso è necessario recarsi immediatamente dal medico).

LA PROSTATA

Infine, ecco la prostata, o ghiandola prostatica, che si trova sotto alla vescica ed è la ghiandola adibita a produrre il 30% del liquido seminale. È grossa più o meno come una noce e se stimolata dona molto piacere all’uomo.

Giulia Mandrino

Le abbuffate non sono solo invernali, per quanto la si riterrebbe una pratica “da freddo”. Perché per quanto vero che nei mesi più caldi la fame pare abbassarsi, è altrettanto vero che può tranquillamente capitare di uscire a cena o di invitare gli amici e i familiari per un pranzo in compagnia ed esagerare con il cibo. Oppure, semplicemente, siamo in vacanza e ci sentiamo abbastanza tranquille da concederci uno strappo alla regola presso quel ristorantino di cui tanto abbiamo sentito parlare. Insomma: anche in estate le tentazioni ci sono ed è normale abbuffarsi, anche se con meno frequenza.

Il problema è che in estate si accusa di più questo peccato di gola, perché il caldo e l’affaticamento non fanno che esasperare gli effetti negativi che un’abbuffata ha sul nostro corpo.

Ecco allora che è il momento di un buon detox, e per farlo possiamo provare a modificare la nostra dieta per un solo giorno, un giorno che basterà per rimuovere ed eliminare la maggior parte delle tossine che si sono accumulate nel nostro organismo durante quella famosa abbuifata estiva.

Il detox di un giorno per depurarsi dalle abbuffate estive: come eliminare le tossine accumulate durante un’abbuffata nei giorni più caldi e tornare a sentirci in forma ed energiche

Innanzitutto, durante una giornata detox per contrastare un’abbuffata estiva dobbiamo sempre attenerci alle regole detossinanti che valgono sempre, e cioè l’evitare alcool, dolci, cibi confezionati, sale e zuccheri per preferire cereali naturali e integrali ricchi di fibre, le spezie depurative come curcuma e zenzero e condire solo con olio extravergine d’oliva.

In più, dubbiamo bere moltissima acqua, molta di più rispetto ai mesi invernali, soprattutto nelle giornate più calde: l’idratazione è sempre fondamentale! Possiamo naturalmente affidarci anche alle tisane fredde e alle acque aromatizzate: in questo modo assumeremo anche i nutrienti della frutta e delle erbe utilizzate, godendo anche del delizioso sapore.

Svegliandoci dobbiamo subito fare colazione (rinunciare è controproducente!), preparandoci un bel piatto con frutta fresca di stagione, yogurt, delle fette biscottate integrali e del tè verde (con una spruzzata di limone).

Il pranzo come sempre dovrà essere il pasto più abbondante della giornata: detox non significa digiuno, ma semplicemente puntare su cibi leggeri, detossinanti e facilmente digeribili, che aiutino il nostro organismo a depurarsi. Puntiamo quindi sulla verdura, soprattutto cruda, scegliendo quella di stagione (e in estate fortunatamente abbiamo una vasta scelta), condendola con l’olio evo e con qualche spezia per insaporire meglio (provate ad evitare il sale, almeno per un giorno!). Possiamo arricchirla poi con dei semi misti e con dei cereali cotti al vapore, e, come pietanza da accompagnare, delle proteine leggere come pesce o pollo conditi con erbe e cotti al forno.

Lo spuntino ideale per una giornata di detox estivo sono le spremute di agrumi o di frutta di stagione accompagnate da qualche noce o mandorla. Possiamo anche concederci del cioccolato, ma che sia assolutamente fondente, e continuare con le nostre tisane dissetanti (fredde!).

La cena concluderà la nostra giornata di detox con un pasto leggero a base di legumi (quindi proteine naturali). Possiamo scegliere ad esempio un dhal di lenticchie (da mangiare anche freddo) o un’insalata di legumi. E, accanto alle proteine, abbiniamo i carboidrati buoni come le verdure al vapore e le patate dolci al forno.

Giulia Mandrino

6 pizze di frutta per l’estate

Venerdì, 03 Agosto 2018 13:43

(Photo credit: https://www.watermelon.org/Recipes/Pizza-Sweet)

Estate è tempo di frutta fresca, non solo per il caldo che ci fa mangiare più cibi freschi e dissetanti ma anche perché questa è una delle stagioni più ricche di varietà. Ecco perché possiamo sbizzarrirci cambiando ogni giorno colazione e merenda ed ecco perché possiamo lasciare andare la fantasia, preparando merende per bambini non solo sane perché a base di frutta ma anche molto invitanti alla vista!

Noi ultimamente stiamo approfittando dell’anguria: è il frutto perfetto per creare delle pizze di frutta sempre differenti!

6 pizze di frutta per l’estate: a base di anguria e frutta fresca, ecco le pizze estive più deliziose e invitanti di sempre

Frutti rossi e yogurt

Tagliamo una bella fetta tonda di anguria e dividiamola in spicchi. Ogni spicchio condiamolo con dello yogurt di soia bianco e dei frutti rossi a nostra scelta, completando con qualche fogliolina di menta fresca.

3875383.jpg

(foto http://www.eatingwell.com/recipe/254624/watermelon-fruit-pizza/)

La pizza di frutta arcobaleno

Basta condire ogni spicchio con un frutto dal colore differente: le more per il viola, i kiwi a fette per il verde, i pomodorini arancioni o le pesche per l’arancio, e così via. Alla base manteniamo sempre l’anguria cosparsa di yogurt, in modo che sia più saporita e che la frutta non scivoli via.

Rainbow-Watermelon-Pizza-4.jpg

(foto https://www.kitchenkonfidence.com/2017/06/rainbow-watermelon-pizza)

Pesche, fragole e frutta secca

Al posto dello yogurt stavolta utilizziamo come primo condimento l’oatmeal, dalla consistenza cremosa (la ricetta la trovate qui - https://www.mammapretaporter.it/alimentazione/cereali/10-ricette-di-oatmeal), quindi adagiamoci sopra delle pesche, delle fragole e della frutta secca spezzettata (noi amiamo noci e pinoli, ma anche le mandorle in scaglie).

DSC_0368.jpg

Banane, mirtilli e cocco

Semplice semplice: qualche rondella di banana, dei mirtilli, delle foglioline di menta fresca e delle scaglie di cocco per rendere tutto ancora più saporito.

240567_45a771ce85a8f6f8cc4c0a79212503f4d6628945.jpg_facebook.jpg

(foto https://www.mtlblog.com/foodgasms/watermelon-pizza-is-the-perfect-snack-for-your-pool-parties)

Avocado e feta

Se siete amanti del contrasto tra dolce e salato, questa pizza di anguria che pare un azzardo fa per voi, perché associa al dolce del cocomero il sapore deciso degli ingredienti che fanno da topping: cubetti di avocado, feta e aceto balsamico. Sì, è da provare, anche come stuzzichino prima di cena!

Watermelon-Pizza-with-Avocados-Feta-Bacon-Jalapenos-Honey-Lime-Vinagarette-Balsamic-Glaze.jpg

(https://soufflebombay.com/2015/08/watermelon-avocado-pizza.html)

Fragole e cioccolato

Fragole e cioccolato è sempre un’abbinata vincente: perché allora non condire la nostra pizza d’anguria con questi due ingredienti? Basta tagliare a fette le fragole e adagiarle sulla pizza (se vogliamo, incollandole con un po’ di yogurt) e condire tutto con del cioccolato fondente grattugiato.

Watermelon-Pizza4.jpg

(foto https://pureella.com/strawberry-chocolate-watermelon-pizza/)

Giulia Mandrino

Le 7 zone erogene maschili

Venerdì, 03 Agosto 2018 09:46

Dopo avervi parlato dell’anatomia femminile e delle 7 zone erogene che solitamente ci provocano piacere quando stimolate, è ora di parlare delle zone erogene maschili, importanti per noi quanto le nostre dal momento che, come il partner stimola noi, anche noi stimoliamo lui, per vivere in maniera profonda e completa il nostro rapporto intimo e fisico.

Conoscere il corpo del nostro partner è importantissimo ed è qualcosa che avviene gradualmente. Ogni uomo ha le sue zone corporee preferite, che quando toccate gli provocano piacere, e per conoscerle dovremo conoscerlo a fondo, facendo vari tentativi, parlandone, sperimentando (anche con sex toys o con strumenti appositi) e lasciandoci andare piacevolmente a vicenda. Tuttavia, come per le donne, anche se il piacere è tutto personale, anche per gli uomini ci sono certi punti del corpo più sensibili di altri, detti le “zone erogene maschili”.

Le 7 zone erogene maschili: quali sono i punti del corpo maschile che, solitamente, quando vengono stimolati provocano piacere nel partner

Il pene

Sarà banale dirlo, ma il pene non è solo l’organo genitale maschile ma è anche la zona erogena per eccellenza. Ricchissimo di terminazioni nervose, spesso basta sfiorarlo e toccarlo delicatamente per eccitarlo. Ecco perché possiamo andare sul sicuro quando non vogliamo andare sul sottile, stimolandolo con bocca e mani (ma sempre con delicatezza, almeno all’inizio: per certi uomini la punta è molto suscettibile e la pressione esercitabile varia molto da persona a persona).

Il frenulo

Il frenulo è un tessuto fibroso che salda prepuzio e glande, verso la parte inferiore dell’asta del pene che va verso lo scroto. Si trova, in altre parole, sulla parte inferiore della punta. Molto sensibile ed erogeno, va stimolato a dovere e se toccato con la lingua manda solitamente in estasi gli uomini.

Il perineo

Ormai non è un mistero: la zona che si trova tra lo scroto e l’ano è il perineo (che abbiamo anche noi, tra la vagina e l’ano), ed è una parte molto, molto sensibile ed erogena per l’uomo, poiché ricchissima di terminazioni nervose. Agli uomini piace sentirlo stimolato, prima e durante il rapporto. Basta accarezzarlo e strofinarlo per aumentare il piacere.

I testicoli

Alcuni preferiscono tocchi delicati, altri strizzate più potenti, ma i testicoli, solitamente, sono un punto che ai maschi piace quando viene toccato. In ogni caso dobbiamo provare piano piano e modulare la nostra pressione in base alla reazione del nostro partner. E non è obbligatorio utilizzare solo le mani: anche durante il sesso orale, quando a proprio agio, è possibile stimolarli. 

Il Punto G maschile, ovvero il Punto P

Dove “P” sta per prostata. Forse è ancora un tabù, perché per raggiungerlo è necessario inserire un dito nell’ano per raggiungere la prostata, ma questo è uno dei punti più eccitanti per un uomo, quando toccato (ma non molti amano l’idea di questa pratica, quindi sempre meglio chiedere!). Si trova dietro l’osso del pube, proprio sopra il perineo, ed è l’organo che produce il liquido seminale nell’uomo, che si mescola allo sperma durante l’eiaculazione. Toccarla, per alcuni maschi, è molto piacevole ed eccitante, ma è appunto fastidiosa per altri, per la modalità con la quale è raggiungibile: dobbiamo entrare con un dito nell’ano e cercare a circa 2 centimetri e mezzo nel retto. Qui si trova la prostata, una massa grande un po’ meno di una noce che quando stimolata provoca sensazioni mai provate prima, anche senza stimolare il pene.

I capezzoli

Si pensa che solo alle donne piaccia la stimolazione dei capezzoli, ma sono molti anche gli uomini che la apprezzano. Soprattutto con la lingua, più delicata delle dita. Come per la donna, la zona dei capezzoli è ricca di nervi e quindi molto sensibile, ma è sempre meglio chiedere perché non sono pochi i maschi che preferiscono non essere toccati in questa zona.

L’incavo delle braccia

Mani e braccia accarezzate in maniera piacevole e provocatoria: a molti maschi piace. Soprattutto perché qui si trova l’incavo del gomito, una zona particolarmente sensibile che a volte se stimolata dà molto piacere e porta all’eccitazione.

Giulia Mandrino

Rafting per bambini, bellissimo sport estivo

Venerdì, 03 Agosto 2018 07:53

Il rafting è lo sport che ci permette di navigare i fiumi in tutta sicurezza provando il brivido dell’avventura e sentendo la natura sulla nostra pelle, in tutta la sua forza. E chi pensa che sia un’attività sportiva solo per adulti deve ricredersi: il rafting per bambini è una bellissima idea, basta affidarsi a strutture competenti specializzate nell’accompagnare i più piccoli in questa avventura fluviale, per vivere la natura e provare stupende emozioni.

Rafting per bambini, bellissimo sport estivo: le strutture alle quali affidarsi per provare il rafting per bambini, sport naturale e avventuroso

I bambini impazziranno, quando dirai loro che la loro prossima avventura è il rafting: navigare sul fiume, cavalcare le onde in sella ad un gommone, bagnarsi, ridere ed emozionarsi… Il rafting è sempre bellissimo e ci permette di entrare in una nuova dimensione di contatto con la natura più vera, sfidando la forza dell’acqua seguiti da professionisti capaci che fanno della sicurezza un punto fermo.

In estate il rafting è davvero una buona idea: sfruttando le belle giornate possiamo navigare i fiumi più impervi e le più divertenti rapide, imparando un nuovo sport e una nuova modalità di immergersi nella natura, in maniera sicura ma super emozionante e divertente. E non dimentichiamo le abilità che vengono coinvolte e che i bambini possono imparare in maniera assolutamente diversa dal solito, come l’equilibrio, il lavoro di squadra e il nuoto sicuro.

In Valle d’Aosta, a Morgex, c’è una delle scuole migliori in questo senso, che organizza uscite sul fiume per famiglie, per ragazzi e per le scuole. Si chiama rafting.it (e si trova in via Saint Marc 5, a Morgex) e dà la possibilità di provare varie esperienze di rafting, pensate per i bambini e le famiglie alla prima uscita oppure per chi vuole ampliare la sua esperienza.

Ad esempio, possiamo scegliere l’opzione “Battesimo”, una vera e propria iniziazione alle acque del fiume, pensato per i bambini a partire dai 7 anni. L’uscita dura due ore e si snoda per tre chilometri sul fiume, lungo una discesa facile con rapide di secondo grado che porta da Morgex a La Salle. Sul gommone i bambini, in gruppo, sperimentano nuovi equilibri, cominciano a captare le basi della navigazione su fiume e si divertono in un percorso adrenalinico ma al loro livello. Prima dell’uscita gli istruttori tengono anche una interessantissima e utile lezione sulle tecniche di navigazione, sul materiale nautico e sulla sicurezza.

Il bello è che possiamo scegliere di fare questa uscita in famiglia oppure mandare i nostri bambini da soli, senza un genitore che li accompagni, affidandoli allo staff preparato ed efficiente.

Per i bambini (dai 7 anni) e le famiglie che già hanno provato l’esperienza del rafting si può quindi scegliere il Battesimo Top, con una percorrenza sul fiume di 6 chilometri (durata circa 2 ore e mezza) su due tratti di fiume, con difficoltà crescente e scenari ancora più emozionanti ai piedi del Monte Bianco in Valdigne, sotto Pré Saint Didier.

Infine, bello ed emozionante è il programma “Integrale”, per ragazzi dai 14 anni e per persone che abbiano già fatto l’esperienza del rafting. Si tratta di 14 chilometri di percorrenza della Dora Baltea tra Morgex e Salle, una lunga escursione con passaggi molto tecnici con rapide di quarto livello.

Tutte queste esperienze, come dicevamo, possono essere intraprese anche dalle famiglie, che possono prenotare un’escursione tutti insieme in base al proprio livello, per vivere una giornata stupenda e diversa immersi nella natura della Valle d’Aosta. E poi ci sono i programmi per le scuole, anch’essi molto interessanti, per tutti quegli insegnanti che vogliono avvicinare i ragazzi alla natura in maniera entusiasmante e concreta, per trasmettere davvero la passione per il verde e la bellezza dei nostri paesaggi, in una gita esperienziale outdoor completa e sicura.

E poi c’è un’altra cosa che amiamo moltissimo di questa scuola: presso il Centro Sportivo Comunale di Morgex, da cui partono le escursioni di rafting.it, è presente uno stupendo percorso di barefooting, ovvero un percorso a piedi nudi, per stimolare la sensoriali in maniera profonda e stimolante e per fare una diversa esperienza della propria fisicità in un mondo ormai fin troppo virtuale e sedentario.

barefooting2.jpg

Giulia Mandrino

10 ricette di oatmeal

Giovedì, 02 Agosto 2018 12:55

L’oatmeal è letteralmente la pappa d’avena. Ma non come la consideriamo noi, una pappetta per bambini e anziani. Anzi. È un pasto super in voga tra le celeb e nei paesi anglosassoni è tra le colazioni per eccellenza. Il bello dell’oatmeal (detto porridge nel Regno Unito) è che possiamo prepararlo con moltissimi ingredienti, mantenendo la ricetta base e variando i condimenti.

Ecco quindi le nostre 10 ricette preferite di oatmeal per partire alla mattina con un pasto sfizioso ed energetico, ricco di fibre e di carboidrati a lento assorbimento.

10 ricette di oatmeal: dieci idee per preparare l’oatmeal a colazione variando ingredienti e seguendo la stagionalità

La ricetta base

Basta prendere due o tre cucchiaiate di fiocchi d’avena bio e mescolarle con mezza tazza di latte di soia o di mandorla (mantenendo - circa - la proporzione di una parte di avena e due parti di liquido). Mettiamo in un pentolino e scaldiamo a fuoco lento, fino a che i fiocchi non avranno assorbito tutto il latte e si saranno ammorbiditi. In alternativa possiamo anche mettere in microonde per un minuto una tazza con avena e latte. O, ancora, possiamo mischiare l’avena con il latte la sera prima e lasciare riposare in frigorifero per una notte: al mattino non ci sarà bisogno di cottura. Possiamo addolcire con del miele o con dello sciroppo d’acero, senza esagerare.

photo-1525432299165-8dcfd8425a7c.jpeg

Oatmeal con lamponi e semi di girasole

Una volta preparata la ricetta base arricchiamo la nostra colazione mescolando all’interno dell’oatmeal dei semi di girasole e aggiungendo, sulla superficie, dei lamponi freschi e lavati.

Oatmeal con frutti rossi e mele disidratate

In estate approfittiamo della disponibilità dei frutti rossi per preparare questo porridge semplice ma gustosissimo, arricchito con fragole, lamponi e mele disidratate.

photo-1515968270336-3e94abcdac1a-2.jpeg

Oatmeal alla mela e cannella

La cannella andrà aggiunta (un cucchiaino) nel composto al momento della preparazione, mentre la mela andrà tagliata a cubetti o spicchi e aggiunta nel momento in cui consumiamo il nostro oatmeal. Per rendere più croccante il tutto possiamo arricchire con dei semi di papavero e delle noci pecan.

Oatmeal alla pesca

Tagliamo una pesca a fette: sarà il topping fresco e perfetto del nostro oatmeal, che andremo ad arricchire con uvetta, noci e gocce di cioccolato fondente.

photo-1504712598893-24159a89200e.jpeg

Oatmeal alla carota

Peliamo una carota e grattugiamola: aggiungiamola quindi all’oatmeal completando con dell’uvetta e delle mandorle in scaglie. Il sapore ricorderà quello della torta di carote!

Oatmeal con datteri

Datteri e uvetta completano il nostro oatmeal in maniera interessantissima, e per renderlo ancora più gustoso basta aggiungere mezzo cucchiaino di miele e una spolverata di cannella.

photo-1509050116816-7a997e5d2520.jpeg

Oatmeal super estivo con frutto della passione

Una combinazione di sapori con le fragole, i lamponi, le ciliegie e la menta a fare da topping, insieme ad un cucchiaio di polpa di frutto della passione, che rende il tutto ancora più esotico. A noi piace aggiungere anche delle gocce di cioccolato, che contrastano con la dolcezza e con il sapore un po’ aspro della frutta fresca.

photo-1497888329096-51c27beff665.jpeg

Oatmeal con marmellata fatta in casa

Se abbiamo appena preparato la marmellata fatta in casa con la frutta di stagione possiamo sfruttarla anche sul nostro oatmeal, semplicemente adagiandone un paio di cucchiaini sulla superficie. Se ai bambini solitamente l’oatmeal piace dolcificato, in questo modo non servirà aggiungere altro grazie agli zuccheri della frutta della nostra marmellata.

Oatmeal banane e mirtilli

Tagliamo una banana a rondelle e adagiamola sulla superficie dell’oatmeal insieme a qualche mirtillo fresco e a della frutta secca mista spezzettata (noci, mandorle e nocciole): il connubio è irresistibile.

Giulia Mandrino

Le 7 zone erogene femminili

Giovedì, 02 Agosto 2018 09:16

Ricordate la puntata di Friends nella quale Monica spiega a Chandler le zone erogene femminili suddividendo il corpo in numeri? Ecco, possiamo trarre una conclusione: ognuna ha le sue zone preferite. Ognuna preferisce essere toccata in punti diversi. E certe donne si eccitano quando vengono stimolate in alcuni punti che ad altre, al contrario, non suscitano nulla.

Le zone erogene sono quei punti del corpo che, quando stimolati, provocano molto piacere, un piacere che porta spesso all’eccitazione sessuale. E non parliamo solo degli organi genitali, ma di tutte le zone del corpo. Come dicevamo, per ognuna sono differenti, quindi la regola è: non ci sono regole. Tuttavia ci sono alcuni punti del corpo di una donna che solitamente sono molto, molto ricettivi e sono quindi per la maggior parte delle donne delle zone molto piacevoli da stimolare.

Vediamo insieme quali sono.

Le 7 zone erogene femminili: quali sono i punti del corpo femminile più ricettivi quando stimolati

Il seno

Ve ne abbiamo già parlato spiegando l’anatomia femminile (in questo articolo: https://www.mammapretaporter.it/lady/coppia-e-sessualita/la-mappa-del-piacere-femminile-come-siamo-fatte): il seno è una zona molto sensibile del corpo femminile e spesso è uno degli elementi che vengono per primi stimolati durante i rapporti. I massaggi e le carezze sono spesso apprezzati da molte donne, che si eccitano grazie alle sensazioni date dalla pelle molto sensibile della mammella.

I capezzoli

Se il seno è composto prevalentemente da lipidi, e cioè da grasso, il capezzolo è la parte muscolosa del seno ed è molto più innervato di molte altre zone del corpo. Questo significa che in questa zona (non solo la punta ma anche l’areola) la sensibilità è alle stelle e baci, carezze e giochi con la lingua e con la bocca stimolano moltissimo l’eccitazione.

Il clitoride

Se i capezzoli sono ricchi di terminazioni nervose, lo è ancor di più il clitoride (o la clitoride), che quando stimolata fa davvero miracoli. Si trova all’esterno della vagina, all’attaccatura superiore delle piccole labbra, ma prosegue all’interno del nostro organo riproduttivo e di conseguenza è molto, molto sensibile. La si può stimolare con le mani o con la lingua e la bocca, lubrificandola o lasciando che si lubrifichi da sola. E le sensazioni percepite, una volta che ci si lascia andare, sono davvero potentissime.

Il perineo

Il perineo è la piccola area tra la vagina e l’ano, una zona di pelle sottile e ricca di fibre che quando stimolata attiva le moltissime terminazioni nervose e provoca molto piacere. La si può toccare, massaggiare o leccare, e in ogni caso la sensazione è davvero molto eccitante.

Il punto G

Sembra una leggenda, un mito, un tesoro inesistente, ma in realtà il famoso punto G esiste ed è annoverabile tra le zone erogene femminili. Come trovarlo? Il partner deve inserire un dito all’interno della vagina e spostarsi avanti di circa cinque centimetri, toccando così la zona anteriore della parete vaginale. Qui troverà, cercando, una piccola protuberanza granulosa che quando toccata (ma solo se siamo eccitate) provoca il famoso orgasmo del punto G, un orgasmo diverso e unico.

L'ombelico

In pochi lo sanno ma ombelico e clitoride sono strettamente collegati tra loro. Alla nascita sono generati dallo stesso tessuto e la sensazione che generano quando sfiorati, nelle donne, è molto simile. Ecco perché alcune di noi quando si toccano l’ombelico o quando se lo fanno toccare percepiscono una sensazione al clitoride, ed ecco perché per alcune la stimolazione dell’ombelico è estremamente eccitante.

I glutei

Anche i glutei sono molto, molto sensibili per alcune donne, che trovano eccitante tanto il massaggio prima del rapporto quanto l’essere toccate in questa zona durante la penetrazione, con il partner che continua a massaggiare con le mani la zona dei glutei e del solco che li divide.

Giulia Mandrino

L’Ayurveda è un tipo di medicina tradizionale che viene dall’India, che viene utilizzata da migliaia di anni e che nel paese indiano è integrata nel sistema sanitario nazionale. In Occidente, invece, è considerata una tecnica complementare.

La medicina ayurvedica si basa su prevenzione e cura attraverso pratiche e medicine non convenzionali che hanno lo scopo di prolungare la longevità, e per farlo non viene trattato solo il fisico, ma anche la mente e lo spirito, attraverso preparazioni a base di minerali, metalli purificati ed erbe. Essendo tuttavia una medicina anche preventiva, non si utilizzano solo medicinali e preparati, ma esistono anche buone regole ayurvediche che possiamo sfruttare ogni giorno della nostra vita, abitudini e buone pratiche che possono contribuire al nostro benessere.


Se soffriamo di problemi di digestione o se stomaco e intestino ci danno sempre pensieri, ad esempio, possiamo affidarci ad alcune semplici pratiche che vengono proprio dalla tradizione ayurvedica e che possono risultare davvero benefiche per la nostra digestione.

Le 7 regole della digestione secondo l'ayurveda: le buone abitudini ayurvediche per digerire meglio e migliorare la salute di stomaco e intestino

L’Ayurveda di base è molto individuale. Ciò significa che il benessere sta nelle nostre mani ed è in stretta relazione con le nostre scelte quotidiane. Facendo attenzione a certi comportamenti possiamo quindi portare l’Ayurveda nella nostra vita migliorando la nostra digestione.

Innanzitutto dobbiamo concentrarci sul nostro benessere psichico e fare attenzione a non lasciarci andare allo stress, mangiando per nervosismo, per le arrabbiature o per la tristezza. Le emozioni spesso influiscono, anche inconsciamente, sulle nostre abitudini e la sfera del “mangiare” è la prima ad essere coinvolta. Spesso, infatti, mangiamo solo per stress o per malessere psicologico, ma la prima regola per stare bene a livello digestivo è tenere sotto controllo questo stimolo, mangiando solo quando ne abbiamo effettivamente bisogno.

Praticare il mindful eating (ve ne abbiamo parlato qui) può essere quindi una via verso la digestione ayurvedica: gestire lo stress e coccolarci può essere davvero miracoloso, anche per il nostro stomaco e il nostro intestino.

Masticare molto bene è la seconda regola. Si dice che la bocca sia il primo stomaco, ed effettivamente è vero, perché è proprio qui che avviene la prima digestione, con i denti che aiutano a sminuzzare e a ridurre in poltiglia il nostro cibo, che una volta che arriverà nello stomaco sarà in questo modo più semplice da processare. La regola ayurvedica parla chiaro: ogni boccone deve essere masticato per 32 volte.

La regolarità: anch’essa è importantissima. E nell’Ayurveda segue il sole: al mattino, quando sta nascendo, facciamo un pasto nutriente. A mezzogiorno, quando il sole è alto e il nostro sistema digestivo è ben sveglio, il pasto più abbondante della giornata (ma comunque mai eccessivo). E prima del tramonto, quando il sole sta tramontando, una cena leggera. Gli spuntini, quindi, vanno fatti, ma non troppo ravvicinati.

Camminare dopo mangiato è un’altra regola molto importante, che ci aiuta a digerire più in fretta e che stimola i livelli di zucchero nel sangue a tornare al loro equilibrio. Quindici/venti minuti di camminata leggera sono l’ideale.

Ricordiamoci, poi, di mangiare cibi sempre secondo la loro stagione, scegliendoli sempre locali e il più possibile a chilometro zero. Secondo l’Ayurveda i cibi freschi, cresciuti al sole, contengono molta più forza vitale rispetto a quelli stipati e trasportati per migliaia di chilometri.

Lo yoga, quindi, va in aiuto della digestione ayurvedica: il concentrarsi sul respiro e i delicati movimenti dello yoga aiutano a rilassare tutto il corpo, e la digestione ne esce appagata e rafforzata.

Infine, non sottovalutiamo il sonno, nemmeno per la digestione. Nella medicina ayurvedica i due sono strettamente collegati e dormire 8 ore a notte è fondamentale per ottenere una buona digestione. Questo perché il sistema nervoso influisce molto sul sistema digestivo e quando questo è stressato anche la nostra pancia è sottosopra.

Giulia Mandrino

Tutte probabilmente (speriamo!) nella nostra vita siamo state educate sessualmente. L’educazione sessuale è fondamentale, e lo è per due motivi. Il primo, importantissimo, è la preparazione nei confronti del sesso sicuro e della procreazione. Ma c’è anche un altro motivo che spesso riteniamo futile o secondario ma che in realtà è altrettanto primario: conoscere il proprio corpo significa essere in grado di raggiungere meglio il piacere, vivere meglio la sessualità e stare bene con se stessi.

Purtroppo, però, nonostante l’educazione sessuale a casa o a scuola, sono molti gli studi che indicano che sono ancora moltissime le persone che non conoscono anatomia e funzionalità degli organi genitali. Già, c’è chi ancora non sa cosa sia il clitoride, o chi è convinto che pipì e bambini escano dallo stesso “buco”. Fa ridere, forse. Ma conoscere l’anatomia è basilare, quando parliamo di educazione sessuale. Ma anche quando parliamo di soddisfazione: come possiamo infatti provare piacere o donare piacere al partner quando non sappiamo ciò che stiamo facendo e toccando?

Ecco allora il perché di questo articolo: conoscendo il corpo femminile potremo aumentare il nostro piacere, vivere meglio il sesso ed espandere le nostre esperienze, abbandonando i pregiudizi e le inibizioni e seguendo davvero ciò che il nostro corpo vuole.

La mappa del piacere femminile, come siamo fatte: conoscere l’anatomia sessuale femminile per aumentare il piacere e vivere il sesso serenamente

La vulva

Partiamo dalla vulva, che è la parte esterna dei genitali femminili e comprende il monte di Venere (ovvero il cuscinetto adiposo che troviamo sopra l’osso del pube, sul quale crescono i peli); le grandi labbra vaginali, che proteggono l’ingresso della vagina; e infine le piccole labbra, le pieghe cutanee all’interno delle grandi labbra, che possono essere nascoste oppure sporgere. Questa zona è molto erogena, ma lo è soprattutto la clitoride, che si trova nella vulva.

La clitoride

La clitoride (o il clitoride) si trova all’esterno della vagina, e quindi nella parte della vulva, ma in realtà è un organo più interno che semplicemente arriva fino all’esterno. Si prolunga infatti per circa dodici centimetri all’interno del corpo, legato al tessuto erettile della vagina. Esatto, erettile: proprio come il pene maschile, la clitoride presenta una piccola asta, un glande e un prepuzio (che in questo caso si chiama cappuccio) e durante il sesso dona piacere alla donna. E questa è l’unica sua funzione. Possiamo osservarla con uno specchio: si trova proprio sull’apertura della vagina, dove le piccole labbra si congiungono in alto, e quando accarezzata si indurisce.

La vagina

Solitamente chiamiamo vagina tutto l’organo riproduttivo femminile, ma la vagina è solo la parte interna dei nostri genitali. Si tratta di un canale muscolare di circa 7-10 centimetri che accoglie il pene, funge da canale di passaggio durante la nascita del bambino e da canale di passaggio del flusso mestruale. È molto elastico e malleabile, e per questo a riposo il canale vaginale è stretto (le pareti si toccano), mentre quando è in funzione si allarga, tornando poi alla posizione originale. Solitamente le donne provano piacere soprattutto nella zona dell’ingresso, mentre via via ci si avvicina al collo dell’utero i nervi si diradano e di conseguenza le sensazioni sono meno forti.

La cervice o collo dell’utero

La vagina porta al collo dell’utero, una piccolissima e stretta zona di circa due centimetri che si trova in cima al canale vaginale e che con una piccola apertura permette il passaggio dello sperma all’interno dell’utero e, al contrario, la fuoriuscita del flusso durante il ciclo mestruale. Da qui passerà anche il bambino durante il parto: durante la gravidanza la cervice sarà chiusa, per aprirsi solo nel momento in cui il bimbo dovrà uscire. Quando, durante un rapporto, la penetrazione è particolarmente profonda (in certe posizioni) può capitare di sentire dolore, ed è proprio perché viene toccata questa zona. Non c’è da preoccuparsi: basta semplicemente cambiare posizione.

L’imene

L’imene è una membrana molto sottile che blocca l’ingresso della vagina e che in molte culture è ritenuta simbolo della verginità, perché teoricamente si rompe durante il primo rapporto sessuale. In realtà può accadere anche prima, poiché essendo così sottile bastano uno sforzo particolarmente duro durante lo sport o l’utilizzo di certi assorbenti interni per romperla. Durante il primo rapporto sessuale la rottura dell’imene potrebbe dare dolore, ma è meno probabile sentire male quando invece questa si rompe durante lo sport (solitamente nessuno se ne accorge!).

L’utero

L’utero è l’organo sessuale della donna, quello con più funzioni. È qui che si sviluppa il bambino durante la gravidanza, è qui che ogni mese l’endometrio, in assenza di gravidanza, provoca il ciclo mestruale, è qui che ha luogo l’ovulazione (quando l’ovulo esce dalle ovaie e arriva nell’utero attraverso le Tube di Falloppio).

Il seno

Anche il seno è un organo del piacere femminile e, se vi piace molto quando i propri seni vengono accarezzati, lo saprete bene. Non importa la dimensione e nemmeno la forma: il seno (che è formato da tessuto adiposo e da tessuto muscolare, quello del capezzolo) è una zona super sensibile. Soprattutto il capezzolo, muscolo formato da tessuti erettili pieni di terminazioni nervose che quando si eccita si ingrossa (basta pensare a quando lo stimoliamo con le dita o quando sentiamo freddo).

Giulia Mandrino

I pancake proteici sono una buonissima idea per la colazione: semplici da preparare, ci danno la giusta energia e possono essere accompagnati dalla frutta di stagione che preferiamo (e quindi possiamo mangiarli tutto l'anno!).

Rispetto ai classici pancake hanno molte più proteine e sono davvero molto gustosi.

Pancake proteici: la nostra ricetta per i pancake della colazione con molte più proteine rispetto a quelli classici

 

Sara

sara.png

Cecilia

Untitled_design-3.jpg