(Foto)
L’Ikea Hack è di super tendenza: altro non è che la trasformazione dei (già bellissimi) mobili Ikea in qualcosa d’altro, di più funzionale o semplicemente di più in linea con il nostro gusto. Poteva questa tendenza non venire applicata anche ai mobili per bambini? Naturalmente no!
Ecco allora le più belle idee di Ikea Hacking per bambini, per trasformare i mobili della cameretta in qualcosa di ancora più magico, stiloso e scandi.
Qui basta davvero solo la fantasia: prendiamo gli sgabellini Flisat (https://www.ikea.com/it/it/catalog/products/40273593/) e dipingiamoli con dei colori atossici, disegniamo o incolliamo delle faccine e completiamo con una vernice fissante!
https://www.instagram.com/meri_orrainen/
Lo si costruisce partendo dal letto reversibile Kura. Questo lettino è reversibile perché si può scegliere di utilizzarlo come lettino basso con il baldacchino oppure come lettino alto dal quale accedere tramite una scaletta. Con assi di legno e manualità si può davvero inventare di tutto, come questo letto-casetta al quale i bambini non sanno resistere!
https://www.ikeahackers.net/2018/04/playhouse-bed-kids-room.html
In questo articolo troverete tutte le istruzioni per costruire con le proprie mani la learning tower montessoriana, lo strumento utilissimo per aiutare i bambini a fare da soli!
Come dicevamo il lettino Kura è reversibile ed è quindi possibile scegliere se utilizzarlo a baldacchino o con il letto in alto. Possiamo però fare anche un’altra cosa, ovvero trasformarlo in un lettino montessoriano: basta montarlo in modo che il lettino sia in alto, raggiungibile con la scaletta, e appoggiare un materasso nello spazio che si crea sul pavimento. Possiamo quindi mettere il materasso anche sopra, rendendo Kura a castello nel caso di fratellini o di amichetti che vengono spesso a dormire da noi, oppure lasciarlo libero come spazio gioco. L’importante è il materasso in basso: non avendo sponde ed essendo appoggiato sul pavimento è super Montessori.
https://www.instagram.com/p/BjhGsS2nht3/?taken-by=lucandjim
Sempre il lettino Kura (che è un po’ la superstar dei letti per bambini): se avete manualità con qualche vecchia asse di legno levigata potete portare il parco giochi nella camera dei bambini!
https://www.instagram.com/p/Bc7lVklg_co/?taken-by=ikeahackers
Già di nuovo. Perché stavolta con una semplice tenda sotto al letto possiamo farlo diventare una tana segreta perfetta per accogliere gli amici, per tenere un diario segreto, per leggere o per confidarsi, o semplicemente per costruire uno spazio protetto e tranquillo tutto per loro!
http://comfydwelling.com/furniture/40-cool-ikea-kura-bunk-bed-hacks.html
Basta capovolgere lo sgabello Frosta, attaccare delle rotelle (o lasciarlo stare così!) e infilare sulle gambe un tessuto bello spesso a forma di sacco.
https://www.limmaland.com/blog/filz-utensilo-basteln/
Il tavolino base è il classico Lack, il tavolino più economico che troviamo da ikea. Basta attaccare su un lato del piano un rullo per tende o di quelli per appendere le tazze in cucina, però con un lato apribile. Infilandoci un rullo di carta diventerà un perfetto tavolino per disegnare, e i bambini potranno fare scorrere il foglio ogni volta che vorranno.
http://missladyfingers.blogspot.com/2012/10/arts-craft-table-for-kids-on-budget.html
Giulia Mandrino
Regalare esperienze è meglio di donare giocattoli, e ve ne avevamo già parlato. E in generale non ricoprire i bambini di giocattoli è decisamente una scelta ammirevole.
Ma cosa regalare ai nostri bambini, quindi? Basta pensare fuori dagli schemi, uscire dalla mentalità della nostra società e staccarsi un attimo dalle abitudini: le alternative sono moltissime! E qui ve ne proponiamo qualcuna.
Vanno tanto di moda tra gli adulti (ci sono quelle relative al beauty, al design, alla cucina…) ma esistono anche per i più piccoli: parliamo degli abbonamenti alle scatole delle sorprese che, con un contributo mensile, arrivano direttamente a casa puntualmente ogni mese. Per i più piccoli, ad esempio, c’è myBoBox, che ogni mese propone attività creative pensate su misura per loro.
Focus Junior, Topolino, Paperinik, la Pimpa, il Giornalino, National Geographic Kids… Ce ne sono a bizzeffe, e se il vostro bimbo è un amante della lettura e delle edicole, l’abbonamento alla sua rivista preferita gli farà super piacere!
Sembra scontato ma non lo è: sono pochi i genitori che abituano i bambini a leggere, pensando che non apprezzino i libri. Ma come fanno ad apprezzarli se non li conoscono? L’amore per la lettura (che non è fine a se stesso ma che serve per la vita) si costruisce piano piano, proponendo libri e assecondando i gusti dei bambini. Magari amano i fumetti, magari amano le storie vere, magari apprezzano i romanzi, magari li preferiscono con tantissime figure…
Un ukulele, un flauto di pan, un tamburello, una batteria, una pianola… Non importa la tipologia, l’importante è la musica! Non è necessario che il bambino sia già un piccolo musicista: l’amore per la musica arriva in ogni momento della vita e con uno strumento tutto suo potrà sperimentare e provare la bellezza di creare delle melodie!
Non pensate a voi, ma a loro: lo sappiamo che certi artisti di oggi non li capiamo, ma volete mettere l’emozione di vedere dal vivo il loro cantante preferito? Il biglietto per il suo concerto sarà l’occasione per fargli vivere questa esperienza e per passare del tempo bellissimo insieme.
Non di matematica o italiano, sia chiaro. Ma magari i bimbi hanno manifestato interesse nei confronti del flauto, della batteria, dello skateboard, della scultura, del cucito… Perché non regalare loro qualche lezione della loro attività preferita?
Cerchiamolo carino, che rispecchi le loro passioni (a forma di animale, supereroe, fatto con le Lego…) e doniamoglielo con una piccola banconota o qualche moneta già all’interno: il nostro bimbo imparerà il valore del denaro e l’importanza del risparmio! Vedrete come ci terrà a riempirlo. E alla fine si potranno usare i soldi risparmiati per un’esperienza (scelta da lui!) da fare tutti insieme.
Possiamo sceglierla di un negozio di giocattoli, di una libreria, di un negozio sportivo, di un negozio di cd: ai bambini piacerà moltissimo perché permetterà loro di scegliere ciò che vogliono, facendo anche loro capire il valore dei soldi e responsabilizzandoli.
Possiamo proporre ai bambini di donare una parte dei beni destinati al loro regalo ad un progetto benefico: spieghiamo loro che ci sono bambini in difficoltà che non hanno nulla, o che si trovano in un momento sfortunato della loro vita, e che ci sono associazioni che fanno tornare loro il sorriso. Scegliere insieme la destinazione è qualcosa di molto emozionante, e i bambini sono ricettivi in maniera pazzesca! Vedrete come piacerà loro fare del bene.
Giulia Mandrino
Le amicizie da cui i nostri bambini possono trarre ispirazione e insegnamenti di vita non sono solo quelle tra Anna e Elsa o Masha e Orso. Tanto di cappello ai cartoni animati che presentano personaggi e storie di affetto profonde, ma chi l’ha detto che i nostri figli non possano capire e apprezzare anche le amicizie più vere e profonde, più serie, storiche, simpatiche, inventate o reali?
Elena Sforza ha raccolto in un libro stupendo (davvero, STUPENDO) le 100 storie di amicizia più belle di tutti i tempi. L’ha fatto per mostrare al suo bambino e a a tutti i piccoli lettori che l’amicizia non è solo virtuale. Non è solo davanti ad uno schermo. Non è superficiale.
Questo libro è perfetto a tutte le età: non solo per i bambini che già leggono (la dicitura è “dai 5 anni”) ma anche per i piccolini (ogni storia può diventare una stupenda favola della buonanotte da leggere ad alta voce insieme) e per noi grandi, che scopriamo e riscopriamo le storie di amicizia più belle di sempre, quelle iconiche, quelle simpatiche, quelle reali e serie e quelle super significative.
“Racconti di amicizia” di Elena Sforza (pubblicato da Electa Kids) è una raccolta di mini racconti illustrati da moltissimi disegnatori. Ogni racconto porta la storia di una differente coppia di amici della storia, e nulla è scontato, perché non ci sono solo le amicizie classiche che potrebbero subito venirci in mente (anche se troviamo anche quelle, spiegate benissimo, come quella tra Patroclo e Achille, Artù e Lancillotto o Stanlio e Ollio). Perché, come dice introducendo il libro Elena Sforza, “gli amici sono la famiglia che ci siamo scelti”, e i nostri bambini possono capire davvero cosa significhi una grande amicizia, reale, che dura nel tempo e non teme confini o separazioni, litigi e scontri o divergenze.
Bellissime sono le amicizie immaginarie, quelle ormai iconiche come quella tra l’extraterrestre E.T. e il bambino Elliot, quella tra Thelma e Louise, Charlie Brown e Snoopy, Bagheera e Mowgli, Sherlock Holmes e John Watson, così come quelle reali di persone note o quelle tra coppie di amici che non ci aspettavamo, come George Lucas e Steven Spielberg (ma come, non sono concorrenti??) o Andrew Murray e Novak Dokovic, Yves Klein e Lucio Fontana.
Ma non sono solo le storie divertenti e leggere ad essere importanti, ed ecco quindi che l’autrice porta gli esempi, narrati divinamente, di amicizie serissime che hanno cambiato il mondo, come quelle tra Rosa Parks e Martin Luther King, Freud e Jung, Marx ed Engels, Che Guevara e Fidel Castro, San Francesco e Santa Chiara, Lady Diana e Madre Teresa. Il tutto intervallato da amicizie più glamour (ché nel libro non ci sono sezioni, ad indicare amicizie più o meno importanti - proprio perché ogni amicizia è unica!): Beyoncé e Gwyneth Paltrow, Ben Affleck e Matt Demon, George Clooney e Brad Pitt, Benji e Fede (ecco, qui le bimbe ne saranno felicissime!), Fedez e Rovazzi, Sienna Miller e Kiera Knightley…
Ah, alla fine le mamme degli anni Ottanta e Novanta saranno felici di sapere che Leonardo Di Caprio non è solo un bel faccino! Dev’essere proprio un buon amico, se compare ben due volte, per la sua amicizia con Tobey Maguire e con Kate Winslet!
Ciò che ne esce è la bellezza dell’amicizia vera, ma anche la sua potenzialità: ogni storia fa capire che l’amicizia è qualcosa di insostituibile che può aiutare nei momenti di difficoltà, può portare il buonumore, ma soprattutto può abbattere le barriere, può cancellare gli stereotipi e può addirittura salvare la vita. Come quella volta in cui Eugenio Montale nascose Umberto Saba nel suo scantinato per sfuggire ai tedeschi, rischiando la vita ma salvando di certo quella dell’amico e collega.
Sara Polotti
GrandVision è un gruppo olandese presente in 44 paesi nel mondo. Solo in Italia sono presenti oltre 400 punti vendita, quindi con ogni probabilità anche voi lo conoscete, e saprete già la competenza e la qualità che caratterizzano questo marchio.
Anche noi lo conoscevamo già, ma la settimana scorsa abbiamo avuto la possibilità di partecipare ad un evento organizzato da loro, “Chi vede bene impara meglio!”, pensato per noi mamme che abbiamo a cuore gli occhi e la vista dei nostri bambini e che vogliamo affidarci sempre al meglio per garantire sicurezza, qualità e salute.
Già, perché gli occhi dei nostri bambini sono importantissimi, sono delicati, e hanno bisogno di attenzioni particolari. Non sottovalutiamo l’argomento!...e questo anche GrandVision Italy lo sa bene. Anche se i bambini sembrano vedere bene, una visita dall’oculista a intervalli regolari durante l’infanzia è doverosa.
Durante l’incontro abbiamo quindi potuto approfondire e conoscere tutto ciò che riguarda la vista dei bambini, capendo anche come questa si relazioni al loro essere studenti: quanto influisce la vista sulla vita scolastica? Moltissimo! E ora vi spieghiamo perché.
GrandVision, come accennato, è un gruppo olandese ormai leader nel settore dell’ottica retail anche in Italia. Nei loro negozi è possibile trovare occhiali da vista, da sole non solo da adulti ma anche per bambini (e in questo periodo. c’è anche un’offerta imperdibile sugli occhiali da vista e un concorso fantastico, il Fun&Talent, che permette, acquistando un occhialeda bambino di ottenere una card per usufruire di divertenti esperienze per un anno!).
Durante l’incontro “Chi vede bene impara meglio!” sono intervenuti il professor Paolo Nucci, esperto di oculistica infantile e Direttore della Clinica Oculistica Universitaria dell’Ospedale San Giuseppe di Milano e il dottor Pietro Gheller, optometrista, psicologo e docente presso l’Istituto “B. Zaccagnini”.
Lo scopo dell’incontro era quello di sensibilizzare noi genitori: la prevenzione riguardo ai problemi di vista è sottostimata. Ma è assurdo, se pensiamo che l’80% dell’esperienza di vita dell’uomo passa da questo organo di senso! La scarsa prevenzione e la mancanza di informazione sono perciò molto pericolose.
In Lombardia (nelle altre regioni invece viene svolto dal pediatra) un neonato alla nascita in ospedale è sottoposto all’esame dei sistemi ottici, o test del riflesso rosso, che ci permette di valutare lo stato della cornea e del cristallino. Grazie a questo esame, si può subito scoprire se il bambino ha una patologia oculare come ad esempio la cataratta congenita, patologia che va curata immediatamente e per la quale si deve intervenire operando nelle prime 4/6 settimane si vita.
Ma la visita dall’oculista, al di là delle prime, si può fare a qualsiasi età, anche se il bimbo è molto piccolo, poiché in ogni momento si possono individuare problemi rilevanti e correggerli subito. Ad esempio, le cataratte o i retinoblastomi, quando non in presenza di tumori o problemi molto gravi.
Per quanto riguarda i difetti visivi, anche in questo caso è molto importante prevenire. La miopia è il difetto più diffuso: in Oriente quasi l’80% della popolazione ne è affetta, mentre in Italia siamo vicini al 40%. Ma il valore sta aumentando sempre più. Sembra che questo fenomeno vada di pari passo con la scolarizzazione. Come facciamo a saperlo? Ad esempio, nelle popolazioni Masai la miopia è quasi sconosciuta. Perché, dunque, questo aumento di casi di miopia?
A causa della combinazione di due elementi: da un lato il comportamento acquisito negli anni, cioè la necessità di vedere sempre meglio da vicino e la non utilità del vedere da lontano (che in passato era necessaria per la caccia e la sopravvivenza). Quindi la combinazione di fattori “genetici” abbinata al comportamento costante di guardare da vicino hanno portato a questa evoluzione. Probabilmente il nostro corpo sta accettando l’idea che è meglio vedere da vicino piuttosto che da lontano. Sembra una sorta di adattamento darwiniano. E in questo entra in gioco anche l’utilizzo di dispositivi come iPhone, iPad, giornali, libri, quaderni… Ma oltre ai primi anni di scuola, un altro periodo delicato per la miopia è il periodo puberale dove la miopia può aumentare maggiormente.
Ci siamo chieste: esistono rimedi per rallentare la miopia? Sì, esistono, ma non per farla regredire. E questo metodo per rallentarla è l’utilizzo di un collirio all’atropina. Alcuni ricercatori di Singapore hanno dimostrato che a dosi diluite l’atropina riesce a controllare il difetto, poiché stimola la produzione di dopamina, che a sua volta irrigidisce l’occhio e ne diminuisce la deformazione dovuta alla miopia.
Un altro studio ha dimostrato invece che le attività all’aria aperta sono un rimedio al peggioramento della miopia. Le passeggiate all’aria aperta nei boschi permettono un importante rilassamento dell’occhio che porta al contenimento della miopia.
Quindi la combinazione dell’assunzione di atropina e di attività all’aria aperta possono aiutare a contenere la miopia. In alternativa, è possibile utilizzare delle lenti semirigide che tengono sotto controllo il problema. In tutti i casi è comunque sempre opportuno fare riferimento al proprio medico oculista.
Ma quindi, quando è giusto fare i controlli alla vista dei nostri bambini? Gli esperti invitati da GrandVision Italy consigliano queste 3 tappe: la prima visita, successiva a quella che viene di default effettuata alla nascita, a 3 anni (in modo da individuare anche possibili difetti di vista come l’occhio pigro, grazie all’esame delle ombre) e la seconda (se tutto va bene) a circa 5/6 anni, così da fare un ulteriore controllo nel periodo prescolare. Le successive al bisogno e secondo le indicazioni del medico.
Nel periodo scolastico, poi, il consiglio è anche quello di ascoltare ciò che invitat il bambino ed eventualmente pianificare un controllo. Perché i segnali che indicano i difetti della vista possono arrivare direttamente da lui: può dire di fare fatica a vedere in ambienti semi bui; continua a strizzare gli occhi; dice di non vedere bene la lavagna; il sesto senso dei genitori e l’attenzione alle parole dei bambini devono quindi essere tenuti in conto.
Nel caso in cui siamo davvero in presenza di un difetto visivo, l’oculista saprà consigliare la via giusta. Ma non preoccupatevi se non dà subito un occhiale: la prescrizione dell’occhiale ora è meno aggressiva. Se il difetto è banale, può essere trascurato. Quindi se sentiamo che nostro figlio ha uno 0,5 di miopia non allarmiamoci se non viene messo un occhiale, perché non è un difetto invalidante. E poi l’occhio è un organo accomodante: tende cioè ad abituarsi a minori stimoli/sollecitazioni se viene assecondato. Quindi per difetti così piccoli, meglio evitare l’occhiale.
Ma ora passiamo alle patologie comportamentali e della vista, ovvero le risposte degli esperti invitati da GrandVision Italy alle domande che ogni mamma si fa pensando alla vista del proprio bambino.
Ipermetropia e iperattività sono collegati?
La risposta è semplice. No!
È possibile che la difficoltà a concentrarsi sia riconducibile alla vista?
Un bambino che ha un deficit di attenzione deve fare sempre un controllo oculistico, perché se avesse un vizio visivo rilevante, potrebbe isolarsi nel suo mondo non essendo possibile per lui vedere bene la lavagna e quindi essere erroneamente considerato un bambino con difficoltà di concentrazione.
Come fare a capire se un bambino ha problemi di vista in base a come tiene il quaderno a scuola? Perché mio figlio è sempre tutto storto sui libri…
La postura sul banco non indica nessun collegamento con problemi di vista, ma se la testa è sempre inclinata allo stesso modo a dispetto delle attività svolte. si deve fare una visita dall’oculista, anche se i bambini sono anarchici posturali, li potrete trovare in posizioni assurde anche solo per vedere la televisione senza che questo si associ a problemi. Stanno sperimentando e conoscendo il mondo e va bene così.
Legato a questo tema si può incorrere in qualche specialista che suggerisce della ginnastica oculare che però noi specialisti troviamo inutile e impossibile da fare. Non è possibile fare muovere singolarmente i muscoli oculari di un occhio e non è sano sottoporre il bambino a questa attività artificiosa
Quali consigli date se il bambino si vergogna a mettere gli occhiali?
Bambini che oggi soffrono per il fatto di dover portare gli occhiali non ci sono quasi più, ma solitamente se il bambino si vergogna degli occhiali è perché alla sua stessa mamma non piace che abbia gli occhiali. In età 6-9 anni il bambino vive molto di riflesso rispetto alla mamma. Forse la mamma può percepire gli occhiali come elemento esterno al viso del figlio, come oggetto estraneo e quindi non le piace il fatto di non vedere bene il viso del proprio figlio. Oppure può pensare che portare gli occhiali sia sinonimo di “difetto fisico”. Ma non è così, bisogna percepire il difetto visivo non come “difetto” ma come una caratteristica del proprio bambino. Come avere gli occhi azzurri o neri. Come il fatto di essere alto o basso. Se la mamma dice “ti stanno bene!”, il bimbo penserà che gli occhiali gli donano. Un altro consiglio è quello di proporre in alcuni casi lenti a contatto, perché ormai sono sicure e adatte ad ogni età.
Quindi le lenti a contatto possono essere utilizzate anche dai bambini?
Le lenti a contatto si possono mettere anche da piccoli, a partire dai 6/7 anni, età nella quale i bambini sono già in grado di gestire il mettere/togliere le lenti. L’utilizzo delle lenti a contatto è consigliato per chi, ad esempio, fa attività sportiva. I bambini più piccoli, invece, accettano volentieri le lenti a contatto purché sia la mamma a metterle, perché in questo modo si crea un momento intimo tra mamma e bimbo.
Quanto sono importanti gli occhiali da sole per i bambini?
Molto, perché prevengono e aiutano a prevenire la maculopatia o le altre patologia associate all’invecchiamento. Ormai l’aspettativa di vita degli esseri umani è di 80/90 anni, dunque bisogna prevenire e diminuire le possibilità che si possano sviluppare certe tipologie di malattie da invecchiamento.
Un po’ come l’attenzione per le scottature e la pelle esposta al sole, che aumenta le possibilità di avere un melanoma.
Altre caratteristiche che devono avere le lenti degli occhiali da vista e da sole:
- I Raggi ultravioletti nella vita quotidiana sono quelli che impattano maggiormente.
- Esistono vari tipi di lenti e dobbiamo essere informati per poter scegliere quelle giuste.
- Le lenti 0 sono lenti bianche che trasmettono tutto
- Le lenti 4 sono lenti più scure che filtrano più raggi
Le lenti degli occhiali hanno 2 classi di protezione dai raggi UVA
Classe 1 con filtro al 99%
Classe 2 con filtro al 95%
Quando acquisto un occhiale:
- Deve essere marchiato CE, sia la lente che la montatura
- Evitiamo di comprare articolo non certificato
- Chiediamo sempre la “dichiarazione di identità”
Quando si deve acquistare un occhiale che caratteristiche deve avere per essere adatto ai bambini?
Non puntiamo su montature modaiole solo perché piacciono, ma valutiamo se sono adatte al proprio bambino dal punto di vista fisico/ergonomico (non estetico)
Nella scelta della montatura è importante porre attenzione al ponte dell’occhiale che deve essere all’altezza del centro dell’anello dell’occhiali, altrimenti gli occhiali poggiano sulle guance del bambino. Se l’occhiale è troppo grande e non poggia correttamente sul naso, l’occhiale tende a scendere/cadere dal naso.
- Il ponte dell’occhiale deve assecondare la forma del naso, quindi meglio evitare gli occhiali con naselli
La montatura deve essere a prova di bambino, quindi NO agli occhiali con montatura invisibile
La montatura deve essere il più leggera possibile per evitare appesantimenti sulla struttura nasale ossea, che non è ancora definitiva
Le lenti non devono essere in vetro ma in policarbonato, 500 volte più resistenti
Le lenti devono essere anti graffio, perché ne va della qualità visiva
La lente, se possibile deve essere trattata con trattamento indurente e antiriflesso
Giulia Mandrino
I nonni sono qualcosa di così prezioso da non essere quantificabile. Non solo a livello pratico (i genitori che li hanno vicini sanno cosa vuol dire poter contare su un aiuto da parte dei nonni), ma soprattutto affettivo: un nonno è una figura imprescindibile, favolosa, amorevole e fondamentale per la crescita.
Ma i benefici non li ricevono solo i bambini e i genitori: anche gli stessi nonni possono dire di essere fortunati a ricoprire questo ruolo! Già, e non solo perché, a detta loro, fare il nonno è di gran lunga meglio del fare il genitore! Ma anche perché una recente ricerca ha rivelato che i nonni che si occupano dei nipotini vivono una vita più lunga.
Sono moltissimi i nonni che si prendono cura dei loro nipoti. Sono insostituibili, per i genitori che in questo modo possono fare affidamento su di loro e per i bambini, che si godono questa figura favolosa, un super genitore (perché anche loro sono genitori a loro volta!) che li ama sopra ogni cosa.
Ora uno studio pubblicato sulla rivista scientifica “Evolution and Human Behavior” mostra come il prendersi cura dei nipoti abbia dei benefici anche sulla salute. I nonni che fanno da “babysitter” (parola in realtà poco adatta, perché sono molto più che semplici babysitter!) allungano infatti la propria vita.
Lo studio è partito dall’analisi dei dati raccolti nel corso di vent’anni dall’istituto tedesco “The Berlin aging study”, che ha tracciato la salute di 500 individui dai 70 anni in su, e ha rivelato che i nonni che si prendono cura dei loro nipoti (o gli anziani che si prendono cura di un bambino o di altre persone, nipoti o meno) vivono più a lungo rispetto a quelli che, al contrario, non lo fanno. In altre parole, prendersi cura dei nipotini aumenta l’aspettativa di vita.
Le motivazioni sono semplici: per un nonno, prendersi cura di un nipote significa continuare a fare una vita attiva anche durante gli anni dell’anzianità. Per invecchiare bene, una persona ha bisogno di rimanere attiva fisicamente, mentalmente e socialmente, rilasciando lo stress accumulato, e un nipotino ti permette tutte queste cose, richiedendo un sacco di (piacevole) sforzo.
Dall’altro lato, però, c’è un’insidia. Le persone che nel corso della loro vita si sono dedicate alla cura delle altre persone hanno in realtà un’aspettativa di vita minore, a causa dello stress accumulato e della fatica provata, soprattutto nel caso di individui già affetti da depressione e ansia cronica. E questo potrebbe ricadere anche sui nonni, nel momento in cui gli si lascino i bambini per troppo tempo e con troppe responsabilità. Questo accade nel momento in cui i bambini vengono lasciati per la maggior parte del tempo ai nonni, lasciando loro l’intera educazione dei nipoti.
Questo significa che bisogna, come in tutto, trovare un equilibrio. Perché, non bisogna nemmeno dirlo, la casa dei nonni non è un albergo. Perché non possiamo pretendere che sostituiscano un genitore (se non nei casi eccezionali nei quali questo sia inevitabile).
Per concludere: lasciare che i bambini passino del tempo con i nonni è fondamentale: dà loro un’emotività più stabile e il supporto è innegabile. E allo stesso tempo è benefico per i nonni, che riducono il proprio stress (collegato al rischio di morte). Lasciamo che questo accada, bilanciando bene il tempo e tenendo sempre a mente la preziosità del loro aiuto!
Giulia Mandrino
Una colazione equilibrata sta alla base di una vita sana. Mantenere il peso forma e il benessere passa anche dal primo pasto mattutino: bisogna equilibrare gli zuccheri per togliere la voglia improvvisa di snack a metà mattina e i vuoti di fame. L’errore più grande? Una colazione ricca di zuccheri e povera di proteine.
Una colazione ideale è quindi lo yogurt (di latte vaccino, greco, di capra o di soya: gli altri sono buonissimi ma hanno un livello troppo basso di proteine, quindi non sono adatti per la colazione) con del muesli senza zucchero o con cereali sugar free con aggiunta di frutta, semi di chia, di lino, eccetera.
Il consiglio è quello di scegliere sempre yogurt bianco senza zucchero (aggiungendo solo, eventualmente, stevia, zucchero di cocco, miele, malto o sciroppo d’acero) e un buon muesli. Ecco quindi la nostra selezione!
La selezione di muesli e granola di Ambrosiae (azienda italiana super healthy e golosa!) è davvero ottima. Da poco ha lanciato, oltretutto, due muesli proteici al gusto di albicocca e cocco e al gusto di cacao fondente, davvero ben bilanciati, raw e arricchiti con proteine vegetali.
Foodspring è una startup tedesca che viene dal lago di Costanza. I suoi prodotti nascono dalla ricerca di prodotti sani e biologici per sportivi ma da qualche anno è presente sul mercato anche una selezione di prodotti come shake biologici e proteici davvero portentosi, non solo per la provenienza biologica certificata delle materie ma anche per il fatto di essere arricchiti con proteine vegetali. Il loro muesli è davvero interessantissimo, senza zucchero e ricco di proteine ricavate dalla soia non ogm. E poi è ricchissimo di fibre!
Finalmente anche l’azienda di cereali più famosa al mondo ha realizzato una linea senza zuccheri aggiunti che possiamo trovare in tutti i supermercati. Unica pecca è il contenuto proteico un po’ basso, che può essere però superata abbinando il muesli a dello yogurt (e non da solo come snack).
Viene dall’Alto Adige ed è un’azienda che ci piace molto: sul sito è possibile creare il proprio muesli, scegliendo la base e gli ingredienti aggiuntivi. È quindi perfetto per chi non trova mai la giusta combinazione di gusti! Qui trovate tutte le informazioni di cui avete bisogno.
Lo troviamo da NaturaSì ed ha una lista di ingredienti abbastanza buona. È già ricco di fibre grazie alla frutta contenuta e contiene anche le scaglie di cocco, che lo rendono super goloso.
Sempre da NaturaSì (oppure online qui) troviamo il Muesli Proteico di Ki, con fiocchi di soia (ecco le proteine!) e semi di zucca saporitissimi. Non ha zuccheri aggiunti (ma solo quelli contenuti naturalmente negli ingredienti) ed è super ricco di fibre.
Se preferite preparare in casa il vostro muesli partendo da ingredienti sfusi, qui trovate la ricetta (con video) del nostro muesli fatto in casa dal sapore tropicale, a base di fiocchi di avena, cocco e frutta tropicale disidratata.
Giulia Mandrino
Con la gravidanza è assolutamente normale assistere all’espansione della pelle del corpo in quanto – soprattutto nella zona della pancia – l’addome necessita di spazio per ospitare la crescita del bimbo. Una situazione, questa, che causa anche la nascita di inestetismi della cute, quali ad esempio le smagliature alla fine della gestazione e che, com’è ovvio che sia, a seguito del parto può farsi frustrante. Non ci si deve però disperare, perché esistono dei modi per porvi rimedio: ecco i nostri 3 preziosi consigli per ritornare ad avere una pelle tonica dopo la gravidanza.
L’idratazione è fondamentale, in quanto permette di mantenere la pelle elastica quando poi si perde peso dopo il parto. Per questo motivo, è preferibile bere almeno due litri d’acqua al giorno e di idratare in modo costante la cute dopo la doccia.
Si consiglia per questo di spalmare una quantità abbondante di crema per il corpo, dopo ogni lavaggio o in alternativa utilizzare degli oli essenziali. Fra questi, si distinguono per la particolare azione idratante l’olio di cocco o l’olio di mandorle, insieme al classico olio extravergine di oliva.
Il secondo suggerimento che dovreste tenere in considerazione, è quello di dedicare parte del vostro tempo all’attività fisica e al movimento, una volta superata la gravidanza.
Anche questo sarà un passo importante che vi aiuterà a ritrovare l’elasticità perduta. Attenzione però: bisogna sempre porre molta attenzione ed evitare di farne troppo, perché l’eccessiva perdita di peso non fa mai bene e può essere deleteria. Fra gli esercizi maggiormente consigliati troviamo gli addominali, in quanto sono perfetti per tonificare e per consentire alla pelle di tornare elastica e in forma.
Anche l’alimentazione assume in questo caso un ruolo molto importante in quanto i giusti alimenti possono aiutare la pelle a ritrovare la tonicità perduta con la gravidanza. Tra i cibi maggiormente indicati, è possibile trovare la frutta secca e quella in guscio, ottima per trattare le smagliature, e anche frutta e verdura sono più che consigliate, soprattutto se consumate senza cottura. Un altro alimento molto interessante è il mais, anch’esso utile per elasticizzare la pelle e per prevenire le smagliature.
Infine, anche i frutti di mare e i legumi possono essere d'aiuto: I primi sono ricchi di rame e di vitamine, mentre i secondi sono una preziosa fonte di fibre e di carboidrati.
Avete presente le vacanze in Alto Adige? Cos’è che resta sempre nel cuore oltre ai paesaggi e all’aria sana delle montagne? Naturalmente le colazioni negli alberghi e nei bed and breakfast, che sembrano sempre più buone e sane di quelle che prepariamo a casa! La selezione di yogurt e cereali (oltre che di tutto il resto!) è sempre deliziosa e si capisce che è una bontà che viene dalla tradizione.
Da quando abbiamo scoperto iltuomuesli.it la nostra colazione quindi è cambiata: siamo riusciti a portare in tavola ogni giorno la bontà del muesli dell’Alto Adige. Ma dove sta la novità? Beh, nella scelta! Perché su questo sito è possibile creare il proprio mix di muesli, in base ai gusti e alle necessità!
Una colazione con yogurt e muesli è davvero un toccasana: se scegliamo yogurt di latte vaccino, greco, di capra o di soia e muesli (entrambi senza zuccheri aggiunti), infatti, riusciamo a soddisfare il bisogno mattutino di energia mantenendo stabile il livello di zuccheri nel sangue e facendo scorta di proteine.
Il muesli è una miscela di fiocchi di avena e cereali con frutta secca, uvetta, noci, semi, cioccolato, eccetera… Fu inventata in Svizzera da Maximilian Oskar Bircher-Benner, nutrizionista e medico che la ideò perché mancava una colazione bilanciata e perfetta che provvedesse allo stesso tempo all’apporto di energia e a quello di vitamine e micronutrienti essenziali per l’organismo. Ecco quindi il muesli, o pappa di Bircher, che contiene moltissime fibre, minerali e vitamine (come la B1 e la B2) e che oltre a dare energia è ottimo per i tendini, le ossa e la salute cerebrale.
E poi è una colazione buonissima! Tuttavia, in molti vi rinunciano perché non riescono a trovare il mix perfetto di cereali: i muesli in vendita al supermercato e nei negozi biologici sono sempre confezionati e quasi mai sfusi e per questo non è possibile trovare la perfetta combinazione di cereali, frutta, semi e cioccolato.
La soluzione ce l’abbiamo però a portata di clic: si chiama “Il tuo muesli” e viene dal Trentino. Sul sito iltuomuesli.it è possibile infatti creare il proprio muesli con un mix di cereali, frutta e ingredienti aggiuntivi tutto scelto da noi, dall’inizio alla fine.
I suoi fondatori, Tobias, Philipp e Saskia, sono attentissimi alla qualità dei loro prodotti, per far sì che chi sceglie iltuomuesli.it sia certo che nella sua tazza arrivino ingredienti buoni e sani, provenienti soprattutto dalla loro zona, l’Alto Adige. L’azienda si trova a Vilpiano e il muesli è preparato a mano e autoprodotto nel loro stabilimento. Gli ingredienti sono quindi selezionati con cura e appositamente, dopodiché vengono confezionati e spediti a casa.
Basta solo andare sul sito, sulla pagina “Mixer muesli", e comporre passo passo il proprio muesli: si parte dalla base, che può essere di fiocchi di avena o di cereali misti; si passa poi all’arricchimento della base: la si può completare con dei fiocchi di proteine, di grano, con dell’amaranto soffiato, con i semi di lino…
Il terzo passaggio è la scelta della frutta: oltre alla classica uvetta si trovano i fichi, le banane, le more, le fragole, la papaia…
Si possono scegliere poi la granella e la frutta secca (anche i semi di girasole o di zucca!), la parte dolce (il cioccolato in tutte le sue forme più golose!) e i superfood per rendere ancora più benefico il nostro muesli mattutino. Dopodiché andiamo al carrello e ordiniamo il nostro muesli: arriverà direttamente a casa in un comodissimo barattolo.
Noi il nostro ormai lo abbiamo già scelto. E sapendo da dove arrivano gli ingredienti, alla mattina assaporiamo ancora più piacevolmente la nostra colazione, con la sensazione di essere tornati davvero in Trentino Alto Adige!
Giulia Mandino
La vellutata autunnale è qualcosa di portentoso. Non solo perché l’autunno porta con sé moltissime verdure di stagione, ma anche perché le prime serate di freddo sono perfette per gustare una zuppa calda, morbida e saporita in famiglia, non credete?
Ecco quindi una selezione delle nostre vellutate preferite, quelle da preparare nella bellissima stagione autunnale per scaldare pance, mani e cuori.
Le cime di rapa le si trovano verso la fine dell’autunno e sono deliziose. In una pentola dai bordi alti repariamo un soffritto con della cipolla rossa e dell’olio di oliva, quindi tagliamo a tocchetti tre patate e mettiamole a insaporire insieme alle cipolle, unendo anche 200 grammi di cime di rapa pulite. Dopo tre minuti copriamo il tutto con del brodo vegetale caldo e lasciamo cuocere a fuoco basso per circa 40/50 minuti. A fine cottura frulliamo tutto con un frullatore ad immersione e serviamo ben calda con una spolverata di semi misti e un filo di yogurt al naturale.
Dopo aver pulito e tagliato a tocchetti mezza zucca, mettiamola a rosolare in una pentola con dell’olio e mezzo gambo di porro (e una patata e mezza a cubetti). Aggiungiamo quindi un cavolo nero pulito e tagliato a striscioline, lasciamo insaporire quindi copriamo il tutto con del brodo vegetale. Lasciamo cuocere per un’oretta, quindi frulliamo tutto, aggiungiamo un cucchiaio di curry, mescoliamo bene e gustiamo, servendola con dei semi di zucca e dei tocchetti di caprino cremoso.
Una vellutata chiara e dal sapore delicato (ma molto particolare!), quella di sedano rapa. In una pentola mettiamo a rosolare una cipolla bianca in olio di oliva, quindi aggiungiamo un sedano rapa a tocchetti. Lasciamo insaporire e aggiungiamo anche mezzo barattolo di ceci lessati. Copriamo con brodo vegetale ben caldo e lasciamo cuocere per 50 minuti. Frulliamo tutto e serviamo con un filo di olio di oliva e del pepe in superficie, guarnendo con delle foglie di rucola fresca.
Prendiamo quattro patate dolci (o rosse), sbucciamole e mettiamole a rosolare in padella con dell’olio di oliva e una cipolla rossa pulita e tagliata a fettine e un cucchiaino di curry. Lasciamo cuocere per cinque minuti quindi copriamo abbondantemente con del brodo vegetale caldo. Lasciamo cuocere per un’oretta quindi frulliamo e aggiungiamo un altro cucchiaino di curry. Serviamo ben calda con dei semi misti in superficie.
Questa vellutata uscirà di un bellissimo colore viola! Basta fare rosolare una cipolla rossa in un filo d’olio quindi aggiungere tre patate viola pulite a tocchetti e le cimette di un broccolo viola. Lasciamo rosolare pochi minuti quindi copriamo con il nostro solito brodo vegetale caldo. Lasciamo cuocere per 50 minuti quindi frulliamo tutto. Serviamo con un filo di yogurt al naturale.
Dopo aver fatto rosolare una cipolla (o un porro) tritata in un filo di olio di oliva, versiamo in padella due barattoli di lenticchie rosse già cotte. Lasciamo insaporire aggiungendo anche un centimetro di radice di zenzero grattugiata, quindi copriamo con del brodo vegetale caldo. Lasciamo cuocere per 30 minuti e frulliamo.
Il radicchio può essere quello tondo o quello lungo. Prendiamone due e tagliamoli a striscioline. In una padella mettiamo a dorare una cipolla rossa tritata, quindi aggiungiamo il radicchio e lasciamo insaporire. Aggiungiamo anche un barattolo di ceci quindi copriamo con il brodo vegetale e lasciamo cuocere per trenta minuti. Alla fine frulliamo tutto.
In una pentola capiente mettiamo a rosolare un porro a rondelle. Aggiungiamo 50 grammi di pinoli, quindi tagliamo due topinambur a tocchetti e uniamoli. Lasciamo rosolare pochi minuti quindi copriamo con del brodo vegetale ben caldo, lasciamo cuocere per 50 minuti e frulliamo. Serviamo ben caldo con dei pinoli in superficie.
Una vellutata rossa che piace anche ai bambini! Dopo aver messo a dorare una cipolla rossa tritata in padella con un filo d’olio, aggiungiamo 200 grammi di barbabietola a tocchetti e un barattolo di ceci già cotti. Aggiungiamo del brodo vegetale bollente quindi lasciamo cuocere per circa 40 minuti. Frulliamo tutto e gustiamo, guarnendo con dell'erba cipollina e mezzo uovo sodo.
I funghi sono super autunnali! Prendiamo 300 grammi di funghi porcini e mettiamoli a cuocere in padella con un filo d’olio e uno spicchio d’aglio. In un’altra padella facciamo rosolare mezza cipolla con un filo d’olio e aggiungiamo una patata grande a tocchetti. Copriamo con del brodo bollente e lasciamo cuocere per 40 minuti. A fine cottura aggiungiamo anche i funghi (tenendone da parte qualcuno per guarnire) e frulliamo tutto. Possiamo spolverare con del peperoncino in polvere, lasciando le porzioni dei bambini al naturale.
Giulia Mandrino
Svezzamento uguale monotonia? Assolutamente no! Seguire la stagionalità anche durante lo svezzamento vuol dire dare la possibilità ai nostri bambini di sperimentare diversi sapori e colori e questo li porterà probabilmente ad apprezzare di più i cibi che proponiamo loro.
Ecco quindi la nostra selezione di pappe per l’autunno, seguendo la stagionalità e variando spesso gli ingredienti per assicurare varietà e benessere naturale.
Prepariamo la sogliola cuocendone al vapore 50 grammi (già bella pulita) e aggiungendo insieme due fette di zucca a tocchetti. Cuociamo per trenta minuti fino a che tutto sarà morbido. Omogeneizziamo tutto aggiungendo un cucchiaio di farina di farro oppure con del farro in chicchi bollito e serviamo, condendo con un cucchiaino di olio evo a crudo.
In un pentolino facciamo cuocere in un po’ di brodo di verdura 40 grammi di farro in chicchi. Nel frattempo, cuociamo al vapore 50 grammi di salmone pulito e qualche cimetta di broccolo. Una volta cotti (circa 30 minuti) omgeneizziamoli con un tritaverdure e uniamo il farro mescolando, quindi serviamo. Al posto del farro in chicchi possiamo utilizzare anche della farina di farro per rendere il tutto più cremoso.
Prendiamo una patata dolce e sbucciamola, quindi tagliamola in tocchetti. Cuociamola al vapore per circa un quarto d’ora. Peliamo e tagliamo anche una pera, quindi aggiungiamola nel boccale del vapore con la patata e cuociamo ancora per altri cinque minuti. Frulliamo tutto e serviamo condendo con un filo d’olio a crudo.
Cuociamo al vapore 50 grammi di merluzzo pulito con un finocchio a tocchetti e una patata dolce a pezzetti, per circa mezz’ora (quando la patata sarà bella tenera). Omogeneizziamo tutto, quindi aggiungiamo della pastina cotta in acqua bollente oppure del semolino, condiamo con olio a crudo e serviamo.
Una pappa dolce: cuociamo al vapore una pera a tocchetti (per circa venti minuti), quindi frulliamola con due cucchiaini di ricotta e una spolverata di cannella. Serviamola così, dolce, alla sera!
Altra pappa dolce, stavolta con la mela: cuociamo una mela a tocchetti al vapore, quindi omogeneizziamola con del latte di mandorla. Aggiungiamo una manciata di fiocchi d’avena frullati e lasciamo che questa farina assorba bene la pappa, quindi serviamo.
Laviamo qualche cimetta di cavolfiore e cuociamola per mezz’oretta al vapore. Passiamolo al passaverdura, quindi mescoliamo la crema ottenuta con della farina di orzo, cercando di ottenere una consistenza cremosa. Serviamo condendo con un filo di olio evo a crudo e un pochino di formaggio caprino grattugiato.
Giulia Mandrino