La menta è una pianta aromatica preziosissima, non solo per i suoi innumerevoli benefici ma anche per il suo forte sapore, che piace alla maggior parte di noi adulti e dei bambini e che permette, in questo modo, di aromatizzare moltissimi piatti senza abusare di zucchero o sale.
Essendo perenne e molto resistente (si parla di pianta infestante!), la menta è semplice da coltivare in casa: basta tenerla in estate sul terrazzo e in inverno vicino ad una fonte di luce, in un semplice vasetto in ceramica, staccandone le foglie quando ne abbiamo bisogno. Ricrescerà molto in fretta, quindi non dobbiamo avere paura di strappare troppo.
Oltre alle proprietà cicatrizzanti e disinfettanti, le si riconosce la capacità di aiutare in caso di disturbi gastrointestinali, di aiutare il fegato e favorire la digestione. È inoltre ricca di vitamina C e sostanze antibiotiche naturali. La menta è quindi ottima in caso di cattiva digestione, diarrea, ma anche in caso di raffreddore e tosse, grazie al mentolo contenuto, che ha proprietà sedative e spasmodiche e che dilata la mucosa nasale.
Ma vediamo come utilizzarla quotidianamente inserendola nelle ricette di tutti i giorni!
Il mojito è sempre una buona idea, soprattutto se analcolico e naturale, poiché possiamo godere di un aperitivo gustoso ma comunque benefico. Per prepararlo bastano 20 ml di succo di limone o lime, due cucchiaini di zucchero di canna integrale e qualche foglia di menta, ai quali, dopo averli pestati nel fondo del bicchiere, aggiungeremo ghiaccio tritato, limonata e acqua tonica.
Nella stagione delle pesche, ottima è l’insalata a base di pesca e menta. Come base possiamo utilizzare la nostra verdura a foglia preferita (misticanza o spinacini ci stanno benissimo), alla quale aggiungeremo tre pesche tagliate a fette (che possiamo anche grigliare per dare un tocco in più) e delle foglie di menta. Il condimento perfetto è a base di olio e limone, senza aggiungere sale per apprezzare al meglio il sapore degli ingredienti.
In estate è deliziosa anche l’insalata anguria, feta e menta, la cui ricetta potete trovare qui. Gli ingredienti sono semplicissimi: dell’anguria, della feta (o del tofu marinato al limone nel caso volessimo preparare un’insalata totalmente veg) e delle foglie di menta.
Il tè verde alla menta è una bevanda tipica marocchina tranquillamente replicabile a casa se abbiamo a disposizione le nostre foglie di menta. Bastano mezzo cucchiaio di tè verde e qualche foglia di menta, da mettere in infusione in una teiera. Sul fondo della teiera adagiamo le foglie di tè verde e versiamoci sopra dell’acqua bollente (non moltissima), ruotando velocemente la teiera e buttando poi questa prima acqua (tenendo le foglie di tè). Aggiungiamo le foglie di menta lavate e un litro di acqua bollente, lasciamo in infusione per circa 5-7 minuti, eliminiamo le foglie di menta e versiamo.
Un’insalata che a noi piace moltissimo e che è super veloce da preparare: parliamo del fattoush libanese, a base di verdure fresche, pita e menta. Tagliamo dei pomodori, due cetrioli, una cipolla rossa, un ravanello e della lattuga e inseriamoli in una ciotola, sminuzzando dentro anche delle foglie di menta lavata. Prendiamo del pane pita e tagliamolo a cubetti, da scaldare in forno (oppure facciamo dei crostini tostati con il pane integrale che abbiamo in casa). Aggiungiamolo all’insalata e condiamo con limone e olio evo.
Ricetta veloce ed etnica che possiamo proporre in tavola una volta a settimana: ai bambini gli involtini piacciono moltissimo e questi sono super sani. Prendiamo 8 fogli di farina di riso, un po’ di germogli di soia, spaghetti di riso, 1 carota, 8 gamberi, un cipollotto e qualche foglia di lattuga e di menta. Peliamo e tagliamo la carota a fiammifero, quindi tagliamo a rondelle il cipollotto. Cuociamo per pochi minuti in acqua bollente i gamberi pelati, tagliamoli a metà per il lungo e lasciamoli da parte. Nella stessa acqua (una volta spenta) lasciamo ammorbidire per cinque minuti gli spaghetti di riso. Bagniamo poi i fogli di riso in acqua tiepida finché morbidi e componiamo i roll: al centro stendiamo i gamberi, le verdure e gli spaghetti e spolveriamo con le spezie, quindi chiudiamoli a involtino e rinforziamo avvolgendo intorno un altro foglio di riso.
Per preparare i nostri ghiaccioli alla menta utilizziamo come base l’acqua di cocco, le foglie di menta e tre cucchiaini di zucchero integrale di canna per sei ghiaccioli. Riempiamo gli stampini con la nostra acqua di cocco, lasciando un centimetro di spazio, quindi versiamo l’acqua in una ciotola (questo procedimento serve per farne le giuste quantità). All’acqua aggiungiamo lo zucchero di canna e la menta tritata,
La menta è uno degli ingredienti base perfetti per le acque aromatizzate, che possiamo preparare con gli ingredienti di stagione. La ricetta è semplice: in una brocca d’acqua aggiungiamo le nostre foglie di menta con del succo di limone e della frutta fresca mista (in base alla stagionalità), lasciamo macerare per qualche ora in frigorifero e gustiamo fresche. Qui e qui qualche spunto.
Il taboulé è un altro piatto della cucina mediorientale che ci piace moltissimo, che è sano e gustoso allo stesso tempo. È a base di burgul e prezzemolo e possiamo aromatizzarlo con la menta. Cuociamo il nostro burgul secondo i tempi sulla confezione, e nel frattempo sminuzziamo un mazzetto di prezzemolo, qualche foglia di menta e del cipollotto. Tagliamo anche qualche pomodoro rosso e un cetriolo. Mischiamo tutto in una ciotola insieme al burgul e condiamo con olio evo e il succo di un limone, mescoliamo bene e gustiamo.
La salsa Raita si prepara in questo modo: mescoliamo in una ciotola 300 grammi di yogurt greco, 1 cucchiaio di aceto, 1 cucchiaino di zucchero di canna integrale, 1 piccolo cetriolo tritato, 1 cipolla rossa tritata fine, 1 pomodoro tritato e due cucchiai di menta tritata finissima. Aggiungiamo sale e pepe a piacimento e utilizziamo la nostra salsa come base per il pinzimonio.
I crostini sono un ottimo aperitivo o una merenda sana, se preparati a dovere. Grigliamo del pane integrale in cassetta e condiamolo con della ricotta di pecora, dei fichi tagliati a rondelle e delle foglioline di menta tritata per un gusto bomba!
Un’altra ricetta etnica perfetta come secondo per cena: il tofu alla menta alla indiana si prepara semplicemente con tofu a cubetti, menta fresca, cumino, pepe e coriandolo. Qui trovate la nostra ricetta.
Se amate il pesto e il sapore forte della menta, questa è la vostra ricetta, perfetta per condire la pasta estiva ma anche come condimento leggero per le insalatone. In un frullatore tritiamo tutto: 40 foglioline di menta lavate bene, 40 grammi di ponoli, 50 ml di olio evo, sale, pepe e una spruzzata di pecorino grattugiato.
Fare in casa il gelato velocemente è super facile: basta tenere sempre in freezer qualche banana tagliata a rondelle. Tiriamola fuori dal congelatore, lasciamola ammorbidire per cinque minuti quindi mettiamola nel frullatore insieme a qualche foglia di menta sminuzzata. Frulliamo tutto per bene (e, se vogliamo, aggiungiamo qualche goccia di cioccolato fondente). Si formerà un gelato cremoso da mangiare al momento!
Perfetto per la fine dell’estate, il cocktail a base di melograno e menta è dolce e fresco al contempo e possiamo proporlo sia prima di cena che come bevanda post-pasto. Estraiamo i semi di due melograni quindi passiamoli nel passaverdura o nell’estrattore. Versiamo il succo nei bicchieri, da riempire poi con ghiaccio tritato, acqua frizzante, mezzo cucchiaino di zucchero di canna e qualche foglia di menta, guarnendo poi con alcuni chicchi di melograno rimasti.
Giulia Mandrino
Tabù: “In etnologia e in storia delle religioni, interdizione o divieto sacrale di avere contatto con determinate persone, di frequentare certi luoghi, di cibarsi di alcuni alimenti, di pronunciare determinate parole, e sim., imposti per motivi di rispetto, per ragioni rituali, igieniche, di decenza o per altri motivi”. Così si legge sul vocabolario Treccani. E basta applicare questo concetto alle mestruazioni per vedere che calza a pennello: del ciclo mestruale non si parla, non lo si nomina senza sentirsi provocatori, non si spiega apertamente cosa sia se non in un contesto rigido di educazione sessuale.
Ma perché dobbiamo continuare a vivere in equilibrio su un filo inutile? Perché non possiamo parlare tranquillamente, apertamente e senza vergogna di una condizione naturale, sana e (per quanto fastidiosa) necessaria che vive il 50% della popolazione mondiale?
Le mestruazioni sono un tabù da sempre. Già dal vocabolario: le mie cose, il barone rosso, le rosse, i parenti dall’America… Per non parlare delle assurde credenze che circolano attorno alle donne con il mestruo: la maionese che non monta, le piante che, se toccate, muoiono. O anche solo il non poter fare sesso o il non poter rimanere incinte durante le mestruazioni (entrambi falsissimi miti). Questa percezione di certo arriva da secoli e secoli di religioni (quelle monoteiste) che hanno sempre marchiato le donne mestruate e da credenze popolari radicate e assurde.
Nell’Antico Testamento si parla del sangue mestruale come capace di deteriorare i cibi e di sterilizzare i campi; Plinio il Vecchio addirittura proponeva di portare una donna mestruata nei campi per eliminare i parassiti. E sono molte le culture che tenevano le donne segregate in casa durante le mestruazioni.
Addirittura, nei libri di medicina su cui i dottori studiavano fino al secolo scorso si leggeva che le mestruazioni servivano per eliminare le sostanze tossiche accumulate nel corpo femminile, le menotossine, e fino a sessant’anni fa la legge italiana impediva alle donne di avere accesso alla magistratura perché “fisiologicamente tra un uomo e una donna ci sono differenze nella funzione intellettuale, e questo specie in determinati periodi della vita femminile”.
Perché quindi chiamarle fiori, zii, rosse e compagnia bella? Il primo passo per togliere il marchio a qualcosa che di marchio non ha bisogno è chiamarlo con il proprio nome (proprio come insegnano J.K.Rowling ed Hermione Granger: “La paura di un nome non fa altro che incrementare la paura della cosa stessa”). D’ora in poi, quindi, chiamiamole con il loro nome: mestruazioni. Ciclo mestruale. E impegniamoci a farlo con le nostre figlie sin dal momento in cui compare il menarca.
Perché dobbiamo fare attenzione e ragionare: probabilmente ci sentiamo avanti, femministe, all’avanguardia, al passo con i tempi. Ma quando diciamo “mestruo” sentiamo ancora una vocina in fondo alla testa che ridacchia, che ci dice che stiamo dicendo qualcosa di proibito e provocatorio, e la nostra voce, inconsciamente, s’abbassa impercettibilmente. Eppure siamo tranquille, no? No. Perché la società ci ha portato a provare vergogna di qualcosa che di vergognoso non ha assolutamente nulla.
È naturale: per 2.400 giorni circa in una vita una donna sanguina dalla vagina. In età fertile, ogni 28 giorni, per quattro o cinque giorni, a una donna arrivano le mestruazioni. È naturale e necessario: sono gli ormoni che regolano la produzione delle cellule uovo ed è l’endometrio che, pronto per accogliere il feto, non trovandolo si sfalda. Punto. Tutti lo sappiamo, perché tutti abbiamo fatto educazione sessuale. E allora perché pare sempre qualcosa di cui ridere, vergognarsi o nascondersi?
Eppure i segnali di una “ripresa” ci sono. È di questi giorni la notizia degli assorbenti gratuiti in Scozia per tutte le studentesse, dalle scuole medie all’università; non molto tempo fa qualche parlamentare italiano aveva proposto una legge per eliminare l’IVA dagli assorbenti (nominata, in maniera ridicola, sminuente e irrispettosa, Tampon Tax, come se fosse qualcosa di irrisorio o inutile: ma ci pensate a quanto una donna spende in una vita tra assorbenti e tamponi?); e poi si vedono sempre più spesso mariti e fidanzati al super davanti al reparto assorbenti. Magari al telefono che chiedono “di che colore mi hai detto?”. Ma, in ogni caso, chapeau.
Le vacanze per me sono sempre un intenso momento di lavoro. Non solo perché essendo mamma non hai tregua 24 ore su 24. Non solo perché come blogger e social media manager non smetto mai di lavorare. Ma anche perché ho modo di osservare le persone, di parlare, di confrontarmi e quindi di avere nuovi spunti di lavoro al mio ritorno.
Possiamo dividere (chiaramente per eccesso) le persone in vacanza in due categorie, considerando lo stile di vita: il primo gruppo vede nella vacanza un momento di svago assoluto, il momento per "lasciarsi andare" per eccellenza. Per loro la vacanza è fatta per dormire, mangiare all’eccesso, feste, aperitivi e tanto, tanto sonno.
Il secondo gruppo, quello più pericoloso (a mio modo di vedere), considera le ferie il momento ideale per un percorso di detox, sport intensivo e redenzione. Cosa succede, in pratica, al detox-addicted? Il nostro samurai del benessere nei primi giorni si nutre di giorno a insalate e di sera a spritz e patatine, alternando colazioni inesistenti a brioches e cappuccino, per passare da spuntini inconsistenti a gelati confezionati e focacce al formaggio, il tutto condito con sensi di colpa e inadeguatezza perché, chiaramente, si sente un totale fallimento privo di forza di volontà.
Ma non importa. A questo punto il nostro samurai punta tutto sullo sport. D’altra parte quando aveva diciotto anni si allenava tre volte alla settimana giocando a basket, e a venticinque, quando era a casa con mammà (sì, con l'accento care signore dell'ortografia, qui non è mamma ma mammà), giocava a calcetto due volte a settimana, senza contare le corsettine post seratona, post alcol a profusione e post sconosciuta nel letto (“chissàchièpoiquestaesopratuttocomefaccioamandarlaviaora”, tutto attaccato perché sta sbiascicando ancora).
Partendo da questi presupposti il nostro nuovo wellness influencer punta la sveglia alle 6.30 del mattino e inizia a correre. Non importa se sono passati vent’anni dall'ultimo allenamento: lui si sente gggiovane e si redime dai peccati di gola con la corsa.
Sì, in poco tempo la pancetta sparirà, si sentirà un toro e tornerà la tartaruga. Abbronzato, tonico e bello. Non prende l'ascensore, perché lui è un guerriero del benessere. Non molla mai. E se può ti rompe anche un po' le palle quando sei stravolta dopo una giornata con i bambini e il pensiero di fare le scale con la borsa della spiaggia ti fa rimpiangere i power point per il tuo capo.
Quanto dura tutto ciò? Tranquille, dopo una settimana massimo da samurai del wellness cederà, causa dolore al menisco o strappo muscolare, trasformandosi in fiero sostenitore dello spirtz alle 11.30 e del gin tonic alle 18.30, passando per una colazione con brioche e cappuccino e un cornetto alle 16. E se provi a parlare della famosa encrateia greca, la moderazione, lui alzerà gli occhi al cielo (come facevi tu quando tua madre ti chiedeva di apparecchiare la tavola "perché questa casa non è un albergo”). Per la cronaca, questo è mio marito, ma tanto lui non legge mai i miei articoli, quindi...
Ma torniamo a noi. Perché il nostro provetto seguace della religione del benessere fallisce miseramente? Per lo stesso motivo per cui le diete la maggior parte delle volte non funzionano: la nostra vita, così come il nostro organismo, non sono dei tasselli a sé stanti, dei cassetti da svuotare o da riempire a piacimento.
Se dovessi usare una metafora visiva, da buona dislessica quale sono, proporrei un prisma realizzato con un fitto reticolo: non puoi pensare di modificarlo semplicemente tirando un filo. Ci vogliono tempo, osservazione, comprensione e azioni, ma prima è fondamentale capire, accettare, analizzare, fare piccoli cambiamenti, scoprire. A volte si sbaglierà, a volte alcuni sforzi non porteranno a nulla, questo dobbiamo metterlo in conto. Ma tutto, tutto serve.
Io prima di perdere i miei 25 kg ho passato cinque anni a cercare di dimagrire provando cibi e stili alimentari diversi, e più mi indottrinavo e seguivo diete più ingrassavo. Davvero.
Quindi, miei cari samurai del benessere, tranquilli, vi guido io. Passo dopo passo. Non ci saranno dottrine da seguire ma piccoli suggerimenti e spunti. E pian piano la matassa si sbroglierà e troverete il vostro equilibrio. Abbiamo 90 giorni di tempo!
Ho infatti deciso di intraprendere questo percorso sulla nostra pagina instagram per aiutarvi a trovare la vostra dimensione come io ho trovato la mia: ogni giorno troverete uno o due post con i compitini per la giornata (possiamo chiamarli suggerimenti!). Ci saranno settimane in cui troverete un compitino al giorno, altre in cui lavoreremo per tutti i sette giorni sullo stesso punto. In particolare quando ad ottobre inizieremo i giorni di detox (molto più semplici di quello che credete!) faremo 3 giorni senza uno specifico alimento, come suggerito dalla dottoressa Sara Gottfried.
Ma andiamo con calma: non vi consiglio di comprare alcun libro, ma di seguire semplicemente le mie indicazioni su Instagram.
Questa non è una dieta dimagrante, non è un periodo detox, non è uno stile alimentare: vuole essere semplicemente un percorso per aiutarvi a trovare il vostro personale stile alimentare. Incontreremo alcuni medici e nutrizionisti che ci daranno suggerimenti, alcuni dei quali saranno utili per creare il proprio stile alimentare, altri no. Ciò che vi chiedo è di non cambiare nulla, ma proprio nulla del vostro stile alimentare, almeno per ora. Niente curcuma o acqua e limone per sentirvi più il linea con questo percorso. Non siete samurai del benessere, siete Sara, Marco, Francesca, Simona, Andrea, Alessandra... Siete voi, con la vostra storia, i vostri pensieri, la vostra vita incasinata. Pian piano, con costanza e sopratutto con i giusti tempi, gli obiettivi saranno raggiunti.
Vi aspetto quindi su Instagram con le vostre domande e i vostri utilissimi suggerimenti e una volta a settimana troverete un piccolo riassunto sul nostro sito: vi chiedo però di essere il più possibile costanti con la lettura dei post giornalieri su Instagram, perché è necessaria una piccola cura quotidiana per creare un giardino lussureggiante!
Giulia Mandrino
La crema Budwig è sempre più nota, e un motivo c’è: si tratta di una crema perfetta per colazione che accosta alimenti nutrienti e benefici e che è adatta praticamente a tutti (naturalmente sempre sotto consiglio di un nutrizionista o di un dietologo). L’ha ideata la dottoressa Johanna Budwig, ma è anche grazie al metodo Kousmine che ha preso piede. Ma vediamo meglio perché e come possiamo preparare a casa la nostra crema Budwig.
La dottoressa Catherine Kousmine è un medico svizzero vissuto nel secolo scorso, la cui ricerca si è concentrata sull’impatto dell’alimentazione sulla salute e il suo ruolo nella prevenzione dei tumori. Secondo la scienziata alcuni alimenti avrebbero la capacità di disintossicare il nostro organismo prevenendo così varie tipologie di cancro.
Il suo metodo mette quindi a disposizione della salute il cibo e secondo la dottoressa una dieta sana e il colon in buono stato di salute (anche attraverso la pulizia intestinale con clisteri ed enteroclismi) sono alla base di una vita sana. Tra i principi troviamo l’eliminazione dello zucchero, dell’alcool e dei grassi cattivi, da sostituire con frutta fresca, verdura, semi oleose e granaglie amidacee.
La dottoressa Johanna Budwig, invece, è una scienziata tedesca che con i suoi studi ha evidenziato come i lipidi trasformati abbiano effetti negativi sul nostro organismo, poiché l’elaborazione industriale dei grassi distruggerebbe i campi di elettroni necessari alle cellule per funzionare in maniera corretta. L’alterazione del metabolismo dei grassi a sua volta influenzerebbe in maniera negativa la funzione di tutti gli organi, portando ad un cattivo stato di salute.
La Crema Budwig, quindi, è una crema equilibrata, sana e bilanciata ideata dalla dottoressa Budwig e inserita concretamente nel metodo Kousmine, che abbina vari alimenti di origine naturale e biologica (questo è fondamentale!) per ottenere una colazione completa e disintossicante.
La base della Crema Budwig possono essere ricotta (meglio se di pecora o capra) o yogurt (anche di soia per gli intolleranti o per chi evita i latticini) a basso contenuto di grassi. A questo si abbinano, mescolando bene, 2 cucchiai di olio di semi di lino o di girasole.
Si passa quindi agli ingredienti aggiuntivi: alla nostra crema base aggiungiamo una banana matura schiacciata (oppure semplicemente un cucchiaino di miele, che addolcisce), il succo di mezzo limone, 2 cucchiai di semi di lino appena macinati (basta un frullatore con la funzione specifica per i semi o un estrattore), 2 cucchiai di riso integrale crudo macinato o di avena cruda frullata e 1 porzione (200 grammi) di frutta fresca di stagione.
Il tutto contribuisce ad ottenere l’energia giusta per la giornata già di prima mattina, con il vantaggio di assumere grassi buoni e leggeri e di non intossicare ulteriormente il nostro organismo con alimenti confezionati o modificati, pieni di grassi cattivi o poco nutrienti.
Oltretutto, ha un basso contenuto calorico e i cereali integrali e la frutta apportano carboidrati a basso indice glicemico. La crema Budwig, poi, è ricchissima di fibre e vitamine, di acidi grassi polistaturi, di acido citrico e di proteine di qualità.
La nostra ricetta della crema Budwig è questa:
4 cucchiai di yogurt di soia bio
2 cucchiai di olio di semi di lino
1 banana schiacciata
Mezzo limone bio
2 cucchiai di olio di semi di lino
2 cucchiai di avena bio frullata finemente
200 grammi di mirtilli e lamponi
Per rendere il tutto più goloso possiamo aggiungere a piacimento anche dei cereali integrali e della frutta secca.
Giulia Mandrino
Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.
Sei anni. Sei anni fa sono nati loro, e pare ieri. Ma già vanno alle elementari e tra qualche giorno li sentiremo scivolare dalle nostre mani, tra le dita, senza riuscire a trattenerli più. Gioia e malinconia si mescoleranno come mai nella vita, perché la felicità nel vederli compiere un passo così importante si mischierà inesorabilmente con la consapevolezza che stanno crescendo e che la crescita porterà con sé autonomia e allontanamento.
Pensiamoli, coccoliamoli, riflettiamo e sorridiamo: è un momento che non tornerà più e che dobbiamo vivere fino in fondo!
Mamma, questo settembre il tuo bimbo andrà a scuola per la prima volta. La routine cambierà, la quotidianità si stravolgerà, i pomeriggi porteranno con sé i compiti, i momenti all’aria aperta diminuiranno, gli attimi insieme idem. Ci saranno nuove sfide, nuove difficoltà. Ma ci saranno anche grandissime gioie, grandissimi traguardi, bellissimi momenti e favolose conquiste.
Sembra che la vita “insieme” sia finita qui. Che i bimbi scappino via da noi nel momento in cui varcano il cancello della scuola. Impareranno così tanto che dovremo dire addio agli anni dell’infanzia insieme, no? Ma pensiamo a tutto ciò che di meraviglioso questi anni porteranno con sé. Proprio come quando quel test risultò positivo, o ci chiamarono per quella notizia incredibile, e insieme al terrore di una nuova vita ci siamo messi a pensare, immediatamente, al bello della nuova famiglia.
Sembrava impossibile eppure siamo sopravvissute a mesi e mesi di nausee, o a anni e anni di attesa di una chiamata dal tribunale, o a mesi e mesi di letto forzato. Siamo sopravvissute ai giudizi riguardo all’allattamento/non allattamento. Siamo sopravvissute agli ormoni che ci hanno assalito diventando mamme.
E ciò che di meraviglioso abbiamo guadagnato è stato incalcolabile: le prime parole, i primi passi, i pannolini puzzolenti ma che ci hanno permesso, con le coccole, di stabilire un legame corporeo con il nostro bimbo ancora più profondo. Le coccole nel lettone, le prime vacanze insieme, i nuovi amici con figli, le serate in casa sotto le coperte e le cene in balcone tutti insieme, sbrodolando felici.
Lo stesso accadrà ora, dal momento in cui il nostro bimbo lascerà la nostra mano per raggiungere il suo banco, sul quale sistemerà ordinatamente (forse solo per quel giorno!) matite e quaderni. Faremo fatica a lasciarlo andare, a guardarlo da lontano costruire la nostra vita, ma diventeremo più forti noi, non solo lui. Perché cresceremo, impareremo il nostro ruolo di guida e non di autorità, ci faremo da parte quando necessario e faremo sentire di esserci sempre e comunque, come quando era piccino, se necessario.
La scuola porta con sé nuove amicizie, nuove abilità, una nuova quotidianità nella quale nostro figlio troverà il suo angolino in casa, quello in cui fare i compiti in tranquillità. Porta con sé nuove guide magnifiche (gli insegnanti validi che i nostri figli incontreranno sul loro cammino), nuove esperienze e nuove speranze.
La speranza che i nostri figli trovino la loro strada, che acquisiscano gli strumenti necessari per diventare qualcuno nel mondo, che imparino i valori più veri, che sappiano mettere a frutto le nozioni imparate in maniera giusta, equa e davvero importante, che imparino che è giusto sbagliare, che trovino amici veri con i quali ridere, litigare, crescere, che capiscano che il lavoro duro è necessario nella vita, che comprendano che l’empatia e il cuore sono fondamentali in tutti i campi della vita (anche a scuola), che sappiano discernere il giusto dallo sbagliato e che capiscano davvero chi sono, con la consapevolezza che ognuno è qualcuno e nessuno è sbagliato!
Giulia Mandrino
Vignola è un bellissimo paese in provincia di Modena, famoso per le ciliegie e per la sua bellezza inconfutabile. Ricorda un borgo medievale ed è proprio qui che nel weekend dell’8 e 9 settembre prossimi si svolgerà Bambinopoli, manifestazione dedicata ai bambini con laboratori, incontri per genitori, giochi ed eventi per i più piccoli!
Alla sua diciassettesima edizione, Bambinopoli torna a Vignola, grazie all’associazione Vignola Grandi Idee e alla società bolognese Vivaevents (con il patrocinio dell’Università di Bologna). Bambinopoli è una manifestazione davvero imperdibile, per passare un weekend in famiglia tra laboratori e giochi per bambini e momenti di approfondimento per noi genitori.
Questa edizione sarà dedicata a “Ieri, oggi e domani”: durante i due giorni di Bambinopoli i bambini e i genitori potranno passeggiare tra passato, presente e futuro per capire e toccare con mano come sia cambiata l’infanzia nel corso del tempo, attraverso laboratori, giochi, spettacoli ed incontri che si snoderanno lungo tutto il centro cittadino modenese, che si trasformerà in una città a misura di bambino.
A Bambinopoli si troveranno così rivisitazioni storiche (proprio nella Rocca di Vignola, un castello delizioso e suggestivo che piace moltissimo ai più piccoli che si riempirà di figure storiche, cantastorie, giullari e artigiani di mestieri antichi!), un trenino che porterà a spasso bimbe, bimbi e genitori nei tre paesi magici della città (il Pane dei Balocchi e dello Sport, il Paese dei Campanelli e il Paese delle Meraviglie), giochi, laboratori, artisti di strada, aree dedicate all’elettronica, letture animate e spettacoli, che coinvolgeranno tutti i piccoli divertendoli e insegnando loro, attraverso le attività ludiche, le regole della buona educazione, della sana alimentazione e del rispetto dell’ambiente.
I genitori potranno anche partecipare a tavole rotonde, conferenze e incontri nelle aree dedicate ai talk per capire come siano cambiate infanzia ed educazione nel corso dei secoli, focalizzandosi sulla relazione tra i bambini e i nuovi media, sull’importanza dell’educazione all’aperto che ormai sembra perdersi e sul ruolo fondamentale della lettura per i bambini, grazie agli approfondimenti tenuti dai docenti specializzati dell’Università di Bologna.
Altro focus importante sarà quello dedicato all’integrazione dei bimbi con disabilità, in un’area dedicata a loro nella quale si susseguiranno laboratori e attività giocose per spronare all’inclusione sociale e alla comunicazione.
Ma non finisce qua: nel solco dello Zecchino d’Oro e dei talent show più amati degli ultimi anni, domenica 9 settembre 2018 Bambinopoli organizza Bambinopoli Got Talent, il talent show per i piccoli coraggiosi che vorranno esibire il proprio talento sul palco di Viale Mazzini, presentati da Andrea Barbi e dal suo Coccodrillo! Per partecipare basta iscriversi attraverso il form presente sul sito internet dell'evento.
Giulia Mandrino
Se ormai è tempo di pensare alla cameretta e hai letto i precedenti contributi (quello su come allestire la cameretta in stile montessoriano e quello sui materiali montessoriani), sai che mi occupo di progettazione di spazi per bambini.
Il bambino per orientarsi nello spazio ha bisogno di punti di riferimento e di ordine e definendo bene gli angoli della cameretta lo possiamo aiutare a compiere questo processo e diventare autonomo.
In questo ultimo articolo ti suggerirò delle aree che potrai creare all’interno della tua abitazione (nella zona giorno o nella sua cameretta).
Tra le aree di cui ti parlerò, se è possibile, è bene che quella del riposo e del guardaroba si trovino nella cameretta. Le altre potrai decidere dove collocarle a seconda dello spazio a disposizione.
Angolo del riposo/lettura: dotato di un lettino montessoriano adagiato su un tappeto o una base doghe (per consentire l’aerazione del materasso); un piccolo comodino in cui riporre fazzoletti, un bicchiere d’acqua/biberon, ciuccio- se in uso-, un oggetto che sta a cuore al bambino come un peluche o una copertina che lo accompagna nel momento della nanna. E’ presente anche una poltrona o sedia a dondolo da dedicare all’allattamento e alle coccole. Può essere sistemata qui anche una cesta o una libreria montessoriana con alcuni libri selezionati a seconda dell’età del bambino.
Angolo guardaroba: allestito con vani aperti così che il bambino possa scegliere in autonomia i vestiti da indossare. L’adulto seleziona in precedenza e lascia a disposizione i capi che saranno disposti in una cesta -con immagine rappresentativa di ciò che contiene -o gruccia ad una altezza accessibile. Il guardaroba più in alto avrà sportelli o cassetti chiusi in modo che l’adulto possa riporvi ciò che non vuole lasciare a disposizione del bambino in quel momento. E’ presente inoltre: una cesta in cui riporre i capi sporchi e un gancio in cui appendere vestiti da indossare nuovamente, uno specchio fissato in verticale in modo che il bambino possa guardarsi mentre si veste o si sveste.
Angolo del gioco del far finta: allestito con oggetti di uso quotidiano con i quali il bambino possa sperimentare il gioco simbolico e l’imitazione dell’adulto. Una piccola cucina in legno, con qualche tegamino in metallo, un tavolino con degli attrezzi da falegname, una cesta con un paio di foulard, un cappello, un paio di scarpe per travestirsi.
Angolo dell’esperienza creativa: un tavolino e una sedia accoglieranno il bambino per colorare, incollare, dipingere, ma anche incastrare, impilare, costruire, rovesciare. I materiale vengono lasciati a disposizione su uno scaffale adiacente o un cesto sul tavolino o una mensola; sono pochi per volta e vengono ruotati di tanto in tanto a seconda degli interessi. E’ presente anche un cestino per i rifiuti e un contenitore per le produzioni da conservare.
Tana: è uno spazio intimo in cui il bambino possa rifugiarsi, al suo interno si possono collocare un paio di cuscini, un peluche, qualche librino. Può essere creata con una tenda indiana da interno, con un vecchio lenzuolo fissato fra due pareti, uno scatolone capiente.
In generale ricorda che:
Per definire uno spazio può essere sufficiente collocare un tappeto che delimita lo spazio visivamente, posizionarvi una cesta contenente pochi materiali lo renderà ordinato e il gioco è fatto.
Privilegia lo spazio ampio, ma non esagerare e non riempire di troppi arredi o oggetti gli ambienti.
Può esserti utile sdraiarti a terra e vedere dal punto di vista del tuo bambino.
E se hai ancora dubbi o domande, contattami per una consulenza on-line.
Chiara Palmieri, pedagogista & interior designer, curatrice del sito Passione a mano libera
giugno 2018
Sono buone perché permettono di sperimentare sapori diversi e consistenze nuove. Sono buone perché possono essere gustate da tutti, anche a chi è intollerante al glutine. Sono buone perché più leggere del solito.
Stiamo parlando delle bruschette rivisitate, preparate senza pane ma con basi differenti (ma altrettanto deliziose!).
Queste bruschette sono deliziose e semplicissime da preparare. Basta avere qualche bella melanzana bio, da lavare bene e tagliare (con la buccia) a rondelle spesse. Queste rondelle andranno poi sulla griglia, e mentre cuociono (in circa 5-10 minuti a seconda dello spessore) le condiamo. Come base possiamo scegliere del tofu oppure del pecorino grattugiato o spalmabile, e come ingredienti topping dei pomodorini tagliati, del prezzemolo, delle olive taggiasche… Qui non c’è limite alla fantasia, proprio come per le normali bruschette.
(https://blog.giallozafferano.it/loti64/bruschette-di-melanzana-ricetta/)
Il principio è lo stesso di quello delle bruschette di melanzane, ma è perfetto per chi non ama il sapore amarognolo di questa verdura. Le zucchine sono infatti più dolci e piacciono più spesso anche ai bambini. Anche stavolta le tagliamo belle spesse, a barchetta (quindi tagliandole un po’ in diagonale, in modo che rimanga più superficie utile rispetto alle rondelle, dato che le zucchine sono solitamente più piccole delle melanzane), le grigliamo e le condiamo con i nostri ingredienti preferiti.
La polenta è un piatto invernale, ma nessuno vieta di prepararla in estate (certi bambini la mangerebbero sempre, e poi è perfetta per chi è intollerante al glutine perché fatta con farina gialla di mais). Non serve mangiarla calda: è buona anche fredda, tagliata a fette e grigliata. Mentre la grigliamo condiamola con della ricotta di pecora spalmabile, oppure semplicemente con un mix di verdure condite con olio e limone e un pizzico di pepe, con qualche fogliolina di basilico. Super fresche, queste bruschette che parrebbero invernali!
(http://www.nutritiouseats.com/polenta-bruschetta/)
Anche il riso è tranquillamente mangiabile da chi è intollerante al glutine ed è preferito da chi vuole stare più leggero. Al posto del pane possiamo quindi utilizzare per le nostre bruschette le classiche gallette di riso (o di mais), condendole con i classici ingredienti da bruschetta. Oppure possiamo provarle a merenda, come bruschette all frutta: utilizziamo dello yogurt greco come base e condiamo poi con della frutta fresca di stagione tagliata a cubetti.
(http://www.santiveri.com/it/ricette/gallette-di-riso-con-frutta-e-yogurt-vegano)
Infine, ecco le bruschette di avocado. Come si fanno? Grigliando l’avocado! Possiamo grigliarlo in forno o su un tostapane piatto, tagliandolo a metà, togliendo il nocciolo e appoggiando il lato polposo sulla griglia. Lasciamo cuocere per cinque minuti, togliamo dalla cottura, condiamo con i nostri ingredienti e, se necessario, rimettiamo in forno (stavolta al contrario, con la parte panciuta del frutta che fa da appoggio) per scaldare un attimo gli ingredienti. Possiamo condire con del formaggio di capra spalmabile e verdure oppure con il cuscus rimasto dalla sera prima e qualche erbetta mista.
(https://food52.com/recipes/36747-grilled-avocado-halves-with-cumin-spiced-quinoa-and-black-bean-salad)
Giulia Mandrino
Il benessere dell’organismo passa in primo luogo dall’alimentazione e dalle nostre abitudini quotidiane. E quando l’organismo sta bene, anche la nostra pelle ne risente in meglio. È chiaro che quando siamo in presenza di patologie specifiche o di fastidi particolari il dermatologo saprà indirizzarci verso ciò che è meglio per noi, ma in generale mangiando sano e facendo attenzione al nostro fisico anche la nostra pelle ne beneficerà!
Ecco quindi alcuni consigli e alcuni elementi da inserire nella nostra dieta quotidiana per dare una spinta alla nostra pelle, per depurare la cute e per essere, quindi, sempre più belle.
Ogni organismo ha le sue intolleranze e la pelle ne risente, quando le sottovalutiamo o non le conosciamo. Chiediamo quindi al nostro medico di prescriverci degli esami in questo senso e stiamo attente nel caso in cui ci siano intolleranze a specifici cibi: assumendoli, infatti, anche la pelle viene influenzata, dato che le intolleranze aumentano i disturbi cutanei. E a volte basta semplicemente eliminare gli alimenti responsabili delle intolleranze per attenuare o addirittura fare scomparire i problemi della pelle.
Alcuni cibi, come il kefir, il kimchi o i crauti, sono ricchi di probiotici che aiutano a depurare l’intestino e il fegato. Grazie ai loro batteri buoni ristabiliscono l’equilibrio della nostra flora batterica e questo ha moltissimi benefici anche sulla nostra pelle. (Se vi interessa approfondire l'argomento, qui il nostro articolo su probiotici, prebiotici e simbiotici).
I segni del tempo non sono solo le rughe e non compaiono solo in età avanzata. Parliamo anche delle macchie e della perdita di tonicità della pelle. Come fare per contrastare questi segni? Sembra scontato, ma la frutta e la verdura fresca, con i loro antiossidanti, sono il nostro alleato migliore. Contrastano i radicali liberi e rallentano così il processo di invecchiamento della pelle, che nel momento in cui consumiamo grandi quantità di questi cibi immediatamente starà meglio. Puntiamo sui frutti rossi, sull’uva, sugli agrumi, sui pomodori e sui cavoli, così come sul cioccolato fondente e sul tè verde.
Quando ci concentriamo solo su certi cibi e cadiamo nell’abitudine di consumare sempre quelli (anche nel caso di cibi sani) rischiamo di limitare l’apporto nutritivo del nostro organismo. I nutrienti di cui il nostro corpo ha bisogno sono moltissimi e sono sparsi tra gli alimenti naturali. Anche per quanto riguarda la pelle. Gli antiossidanti, ad esempio, si trovano nei frutti rossi e nelle crucifere; la luteina negli spinaci (per contrastare la secchezza della pelle); la betaina (per proteggere i capillari e limitare così i rossori) nella barbabietola; la quercitina nella mela; l’acido ellagico nel melograno e nell’uva… E così via.
Anche l’acqua è un elemento fondamentale per la salute della pelle. Essa aiuta gli organismi a svolgere numerose funzioni biologiche e permette alle cellule di ricevere nutrimento. Capiamo, quindi, che privare il corpo dell’acqua significa anche privare la pelle del suo primario costituente (la secchezza è solo una delle conseguenze negative). Cerchiamo di bere sempre due litri di acqua al giorno (anche attraverso tè e tisane non zuccherati) e di mangiare molta frutta e verdura.
Se con il pokè hawaiano vi abbiamo incuriosito (qui trovate l’articolo dedicato, per scoprire cos’è, da dove arriva e come si prepara), allora starete già pensando a come prepararlo a casa, no? Noi ormai l’abbiamo inserito tra i nostri piatti settimanali, per la sua freschezza, i suoi benefici e la sua leggerezza. E anche perché è semplicissimo da preparare, con ingredienti che possiamo trovare dappertutto e variando i sapori a seconda della voglia, del gusto e della stagione in cui ci troviamo.
Ecco quindi le nostre ricette di pokè bowl preferite, per tutta la famiglia (e se preferite evitare il pesce crudo con i bambini, basta optare per le ricette di pokè vegano oppure cuocere i cubetti di pesce!).
La pokè bowl con il tonno fresco e crudo è un po’ la versione tradizionale di questo piatto. Una ricetta semplice, quindi, è quella di una ciotola con alla base della quinoa bollita fredda, dei semi misti e, sopra, i cubetti di tonno crudo, da completare con del cipollotto fresco tagliato a rondelle. Possiamo condire con del limone oppure mantenere i sapori tradizionali con della salsa di soia.
Anche il salmone è un pesce che troviamo spesso nelle pokè bowl, perché piace davvero a tutti (e se non lo amiamo crudo possiamo optare anche per quello affumicato oppure appena scottato in padella). Riempiamo la ciotola con del riso bianco bollito o al vapore e appoggiamoci sopra il nostro salmone a cubetti. Tagliamo poi delle fette di avocado e delle strisce di alga nori, per condire poi con olio di sesamo, semi di sesamo e salsa di soia.
Una versione vegana delle pokè bowl è quella con il tofu, tagliato a cubetti a sostituire il pesce. Come base possiamo usare un mix di cereali (riso integrale, farro e orzo), alla quale uniremo il tufo a cubetti e un mix di mirtilli e frutti rossi misti. Per condire basterà della salsa di soia.
Il tonno crudo e le spezie, si sa, stanno benissimo: una versione deliziosa di pokè bowl è quindi quella con tonno speziato. Basterà marinare i cubetti di tonno in un mix di olio e spezie, quindi comporre la nostra ciotola con riso, il tonno, delle verdure crude miste tagliate a dadini e un olio di sesamo mischiato con paprika e curry. Una spolverata di semi di sesamo nero renderà il tutto ancora più goloso.
Simile alla pokè bowl con salmone e avocado, qui aggiungiamo anche dei fagioli edamame, dolci e nutrienti, del cipollotto e un dressing composto da maionese veg (qui la ricetta), succo di limone, zenzero grattugiato e salsa di soia (da mischiare in una ciotolina, mescolare e versare sulla nostra bowl).
(http://www.cookingwithcocktailrings.com/mains/2016/4/11/salmon-poke-with-creamy-togarashi-sauce)
Sembra qualcosa di dolce, da mangiare come dessert, ma in realtà questa pokè bowl è deliziosa e freschissima ed è perfetta per i pranzi estivi. Basta creare una base di riso bianco (buonissimo è il basmati, da cuocere per assorbimento dell’acqua) e completare con un mix di verdure fresche di stagione, una manciata di palline di anguria (o cubetti, proprio come vuole la tradizione del pokè) e spolverare con dei semi di sesamo, condendo poi con salsa di soia e olio di sesamo.
(https://www.twospoons.ca/single-post/2018/07/12/Watermelon-Poke-Bowls-with-Tamari-Dressing?utm_campaign=tailwind_tribes&utm_content=tribes&utm_medium=social&utm_source=pinterest&utm_term=395711568_13096902_477436)
Giulia Mandrino