Scegliere una dieta vegetariana è sempre più diffuso, e non solo per (validissimi) motivi animalisti. Ora anche il pianeta ce lo sta chiedendo: l'industria alimentare degli allevamenti intensivi è, dopo il riscaldamento, la fonte principale di inquinamento in Italia.

Molte persone, tuttavia, non riescono a rinunciare alla carne e ai derivati come i salumi e gli insaccati. A questo proposito si sta facendo sempre più largo il concetto di flexitarianism, ovvero essere flexitariani, adottando una dieta flessibile che preveda la carne pochissime volte a settimana o al mese.

Chi sono i flexitariani

i flexitariani sono quelle persone che, pur non essendo del tutto vegetariani, scelgono di limitare molto il consumo di carne. Queste persone vengono anche chiamate semi-vegetariane, proprio perché di fondo tendono ad una alimentazione vegetariana, facendo eccezioni di tanto in tanto.

photo-1590779033100-9f60a05a013d.jpeg

Naturalmente non c'è una regola precisa riguardo a cosa questa dieta contenga, ma possiamo suppergiù descriverla in questa maniera: i flexitariani consumano prevalentemente verdure, ortaggi, cereali e legumi, inserendo la carne, il pesce, i derivati e i latticini solo poche volte a settimana, preferendo quelli acquistati direttamente in fattoria e dai contadini.

Un altro tipo di alimentazione simile a quella flexitariana? La pescatariana, che prevede l'assenza di carne con saltuarie eccezioni per il pesce.

I motivi della scelta

Perché una persona dovrebbe voler diventare flexitariana? Sembra un paradosso o un'inutilità, ma così non è. I motivi sono due: limitare il consumo di carne e latticini perché consapevoli dell'impatto ambientale degli allevamenti intensivi e dell'industria casearia; ma anche perché di fondo c'è la volontà di fare meno male agli animali, scongiurandone la macellazione e riducendo il consumo di latte e derivati, che significano comunque sfruttamento.

Motivazioni assolutamente valide: su Science Direct, alcuni studiosi hanno ipotizzato che se tutti seguissero una dieta flexitariana, in Europa si potrebbero ridurre le emissioni di ammoniaca del 33%.

Quando però non si riesce a rinunciare del tutto alla carne, è meglio scegliere una dieta flexitariana rispetto a continuare a consumare carne, salumi e derivati con la stessa frequenza di prima.

Oltretutto, seguire una dieta flexitariana può facilmente diventare una porta verso l'alimentazione vegetariana o vegana, poiché mostra concretamente (nei giorni in cui non si mangia carne) le possibilità che l'essere vegetariani porta con sé.

I consigli per diventare flexitariani

Ciò che si può mettere in atto per diventare flexitariani è prima di tutto la consapevolezza. Prima di prendere una decisione, è bene osservare quanta carne si consuma davvero ogni settimana. Spesso non ci si fa caso, ma in una famiglia tipica, il consumo di carne e derivati è davvero alto. Per prima cosa si può quindi provare a segnare su una agenda quanta carne si mangia in un mese, scrivendo i menu consumati ed evidenziando (proprio graficamente con un evidenziatore!) tutte le volte che compaiono pollo, carne, ragù, prosciutto, mortadella, salame, tacchino... 

Dopodiché, si può provare a limitare la carne solo al weekend, o solo a un paio di sere a settimana, o ancora solo quando si esce per cena al ristorante.

Ognuno può trovare il proprio equilibrio, cercando di trovare tutto il buono di un'alimentazione vegetariana senza sentire le privazioni (che tuttavia quando le motivazioni sono forti non si percepiscono più come privazioni, ma come opportuinità).

"Insalata di riso" è sinonimo di estate italiana. Ed è un'ottima cosa, dato che si tratta di un piatto semplice, povero, leggero e versatile, ideale per i pranzi di corsa, quelli in ufficio e quelli al parco o in spiaggia.

Ma spesso lo si prepara poco sano: prosciutto, formaggio grasso, pancetta, salumi, tanto sale... In realtà preparare un riso freddo o un'insalata di riso che siano sani, green e gustosi è possibile, anche per chi è vegetariano o per chi sceglie una dieta povera di carne e derivati (come i flexitariani o i pescatariani).

Ecco quindi una ricetta semplice e ricca di gusto per un'insalata di riso vegetariana davvero buona. Che dura in frigo anche cinque giorni, se ben coperta! Viva le ricette anti-spreco!

La ricetta dell'insalata di riso, ma vegetariana e super gustosa: come preparare il riso freddo green che dura qualche giorno in frigo

 

Fare scelte quotidiane ecologiche è ormai necessario, e non è appannaggio di poche persone illuminate o pedanti. Anzi: il cambiamento climatico è innegabile, e anche se prima di tutto sono le industrie e i governi a dover prendere provvedimenti, anche i comportamenti personali di ogni giorno hanno un forte impatto sull'ambiente. E dato che il futuro sono le giovani generazioni, instillare nei nostri bambini il senso ecologico è quanto mai fondamentale.

Di certo i nostri bimbi e le nostre bimbe hanno la fortuna di vivere in un'epoca di consapevolezza e di essere già abituati e abituate a certi gesti che per noi millennial erano un po' meno automatici, come ad esempio la raccolta differenziata o l'abitudine a portare con sé una borraccia per evitare il più possibile le bottigliette di plastica per l'acqua.

Detto questo, avere a cuore il pianeta non vuol dire solo riciclare. Vuol dire rispettare il più possibile la Terra, compiendo gesti personali consapevoli e costanti. Per farlo, è bene avere una coscienza green sin da piccolissimi. E noi genitori possiamo trasmetterla. Come? Ecco qualche consiglio per instillare nei bambini e nelle bambine l'amore per l'ecologia e il rispetto ambientale, per crescere adulti consapevoli del cambiamento climatico e disposti a cambiare le cose.

Spiegare con parole semplici il climate change

A volte lo diamo per scontato, perché ormai sappiamo di cosa si tratta, ma i bambini non sono a conoscenza di cosa sia il cambiamento climatico o di cosa comporti l'inquinamento. Fin da piccoli possiamo quindi insegnare loro l'importanza del riciclo e del riuso spiegando per prima cosa il motivo di tutto ciò. Ma non in maniera complicata. Basta usare le parole giuste, quelle più adatte ad ogni età.

Leggere libri per bambini

I libri sono sempre uno strumento molto utile, perché hanno le parole giuste anche quando noi non le troviamo. Se i bambini si annoiano, però, evitiamo di proporre loro saggi illustrati o libri per bambini con spiegazioni e lungaggini. Esistono anche romanzi appassionanti che coinvolgono e che mostrano come essere ecologisti sia cool e necessario. Per esempio, "Il convegno dei ragazzi che salvano il mondo", ma sono numerosi i titoli che troviamo in libreria. I librai e le libraie sapranno consigliarci al meglio!

Uscire

I nostri bambini passano troppo poco tempo all'aria aperta. Un'affermazione forte, è vero, ma tendenzialmente è così. Come fanno, quindi, a capire l'importanza di proteggere la natura se non la conoscono nemmeno? Se non toccano le cortecce, passano la mano tra i fiori d'erba, vedono crescere le carote nell'orto?

Spiegare il concetto di conseguenza

A volte la semplicità è la chiave di tutto. Per i bambini, è meglio essere il più grafici e diretti possibile. Ad esempio: se gettiamo una carta in terra, per quanto rimane lì? E vi immaginate se tutti lo facessero? Oppure: sai cos'è l'inquinamento? E perché fa molto male al corpo umano? E cosa c'entra il riciclo con la riduzione di questo smog? O ancora: hai presente i gas di scarico delle automobili come puzzano? E come invece un'auto elettrica sia pulita?

Fare una differenziata come si deve

L'educazione passa prima di tutto dall'esempio. Crescere con genitori consapevoli e impegnati sul fronte ecologico è quindi di certo un vantaggio. In casa si possono quindi adottare abitudini piccole ma importanti: la differenziata fatta bene, la riduzione della plastica (con la brocca depurante per evitare le bottiglie, i saponi solidi...), la scelta di energia rinnovabile...

Fare l'orto

Spesso i bambini non sanno da dove provenga il cibo, vedendolo solo sui banchi del mercato o del supermercato. Coltivare le proprie verdure può essere una strategia vincente per la consapevolezza green.

Andare nelle fattorie didattiche

Lo stesso discorso vale per la carne e il latte. Si tratta di alimenti che non solo inquinano molto (l'industria degli allevamenti è tra le più impattanti), ma anche poco rispettosi degli esseri viventi. Le fattorie didattiche mostrano come dovrebbero venire trattati tutti gli animali, evitandone lo sfruttamento intensivo, che sia per la carne che per il latte e i formaggi.

Hai mai pensato di farcire un panino con delle fragole? O di aromatizzarci l'acqua? Questi succosi frutti rossi che sono di stagione in tarda primavera ed estate sono così deliziosi e versatili che è un peccato limitarsi a mangiarli nella macedonia o nei frullati.

Ecco 6 modi per gustare le fragole in maniera diversa dal solito, per rendere ancora più appetitosa la frutta (e facendo così scorta di vitamine e sali minerali).

Il panino con le fragole

Per colazione o merenda questo panino dolce è stratosferico, e si prepara in un istante.

pexels-photo-1030865.jpeg

Dopo aver tostato una fetta di pane integrale, spalmiamoci sopra della crema di cioccolata o di nocciole, quindi tagliamo a fette le fragole e sistemiamole sopra la crema. L'abbinamento fragole e cioccolato è da sempre tra i più raffinati: il motivo è uno, e cioè la delizia.

Il plum cake alle fragole

Solitamente il plum cake è fatto con lo yogurt o con le carote. In questo caso, puoi preparare un plum cake alle fragole seguendo questa semplice ricetta. La torta durerà poi qualche giorno e sarà perfetta per una colazione sana e homemade.

L'acqua aromatizzata

L'acqua aromatizzata la si può preparare con la frutta e le erbe aromatiche di stagione (come la menta e i frutti rossi in estate). Quando hai a disposizione le fragole, lasciale macerare nell'acqua frizzante o naturale con del succo di limone e delle foglie di menta. Dopo un paio d'ore l'acqua sarà pronta, gustosa e rinfrescante.

pexels-photo-7184408.jpeg

Sui bagel

I bagel non sono solo salati, ma anche dolci: basta farcirli con la marmellata, la cioccolata... O le fragole. Per esempio, l'abbinamento fragole+crema di formaggio spalmabile+miele è davvero una bomba, ideale per uno spuntino zuccherino dolce ed energetico.

pexels-photo-12043210.jpegNello yogurt

In estate e quando sono di stagione, possiamo approfittarne per dare una sferzata al gusto dello yogurt della mattina: invece di acquistare i cereali mixati con la frutta essiccata, possiamo prendere quelli base e tagliare nello yogurt la frutta fresca.

pexels-photo-11334018.jpeg

Nel risotto

Anche i ristoranti più chic ormai lo propongono: il risotto con i frutti rossi e le fragole è delizioso. Basta preparare il classico risotto con il brodo di verdure e aggiungere le fragole pulite e tagliate a pezzetti verso la fine della cottura. Doneranno un tocco acidulo al piatto, rendendolo più intrigante.

Dopo la storica sentenza della Corte Costituzionale italiana, che dichiarando illegittima e disparitaria la norma che prevede l'automatica assegnazione del cognome paterno quando un figlio viene riconosciuto ha stabilito anche che d'ora in poi il cognome automatico dovrebbe prevedere entrambi i cognomi dei genitori, secondo l'ordine deciso dalla coppia, sono molte le famiglie che stanno pensando di aggiungere retroattivamente il cognome della mamma.

Anche se la legge arriverà in seguito (la sentenza non è ancora normativamente attiva), le mamme, i papà e i figli (sì, anche loro, anche se sono già grandi e adulti!) che vogliano aggiungere il cognome materno possono già farlo. E la procedura non è così complicata come si sarebbe portati a pensare!

Insomma: anche chi è nato prima del 2022, quando non era possibile scegliere il cognome, può farlo retroattivamente.

Aggiungere il cognome materno: la richiesta

Come prevedibile, aggiungere il cognome materno è possibile semplicemente facendo una richiesta alla prefettura territoriale. Non servono intermediari come per esempio degli avvocati o delle avvocate, ma basta seguire la procedura indicata sulla sezione "Cambio nome e cognome" della propria prefettura, consultabile a questo sito

A seconda di chi si trovi a fare una richiesta (una persona maggiorenne o un genitore per un minorenne o un minorenne adotatto), i moduli saranno diversi, ma tendenzialmente ci sarà da pagare una marca da bollo di 16 euro e da compilare dei moduli che andranno poi firmati e inviati al prefetto tramite servizio postale.

Lo stesso procedimento vale nel caso del cambio di cognome per passare da quello paterno a quello esclusivamente materno, e quindi non solo per l'aggiunta del doppio cognome.

Cosa fare in seguito

Quando il prefetto accoglie la richiesta, andando concretamente a modificare il nome aggiungendo o sostituendo il cognome, sarà necessario comunicare la variazione all'ufficio dello Stato Civile, rifacendo poi anche tutti i documenti, a partire dalla Carta d'Identità, dalla patente, dal passaporto e dal codice fiscale.

Anche i contratti attivi (quelli con la banca, i servizi di telefonia, le assicurazioni, i contratti di lavoro...) andranno aggiornati con il nuovo nome, e ad essere informata dovrà essere anche la scuola (nel caso di minorenni e/o studenti e studentesse), così come l'ASL territoriale.

Sembra faticoso? È vero, lo è. Ma non è giusto lasciarsi scoraggiare dalla burocrazia. Se oggi la Corte Costituzionale ha sancito che il cognome materno ha la stessa importanza di quello paterno, è giusto che anche chi è nato prima del 2022 possa - se lo desidera - riconoscere la parità familiare aggiungendo il cognome della propria madre.

Qualsiasi insegnante di lingua spiega il vero segreto dell’apprendimento di un idioma straniero: guardare dei contenuti multimediali in lingua originale, per allenare l’orecchio e per padroneggiare con maggiore velocità questa competenza. Naturalmente, quando questa regola viene applicata ai bambini, la resa è massima. Questo perché i bimbi hanno un cervello molto più reattivo, che apprende a una velocità maggiore rispetto agli adulti. Vediamo dunque di approfondire questo tema.

Come guardare un film in lingua originale e perché farlo

Per prima cosa, si parte con un elenco dei vantaggi appartenenti alla visione di un film in lingua originale, soprattutto se si parla di bimbi e di apprendimento. Innanzitutto, l’inglese parlato è molto diverso da quello meramente accademico, pertanto abituare il proprio ascolto alle diverse varianti e alla pronuncia corretta delle parole è un modo efficace per allenare il cervello a riconoscerle e, successivamente, a saperle utilizzare. Naturalmente conviene sempre preferire i contenuti con audio parlato da madrelingua, per apprendere tutte le sfumature dell’idioma. 

In secondo luogo, è bene che questa attività sia costante e ripetuta nel tempo: un solo film ovviamente non è sufficiente per padroneggiare una lingua, di conseguenza la capacità di listening deve essere allenata al pari di un muscolo, con esercizi dopo esercizi e senza mancare neanche una seduta di allenamento. Dove guardare questi contenuti? Oggi ci sono svariate opzioni da prendere in considerazione. 

Si comincia chiaramente con le piattaforme di streaming come Netflix e Amazon Prime Video, che permettono di impostare la lingua originale con tanto di sottotitoli, fondamentali per migliorare la comprensione dell’inglese parlato. Da non sottovalutare le piattaforme di streaming gratuite come Youtube, anch’essa ricca di titoli adatti anche ai piccini. 

Dai cartoni animati ai film: alcune opzioni da guardare in famiglia

Ci sono tantissime opzioni che i bimbi possono utilizzare per ottenere due risultati: passare del tempo insieme alla propria famiglia, e imparare l’inglese grazie ai contenuti in lingua originale. Prima di tutto, però, è importante abbonarsi a piattaforme come Netflix o Disney Plus, e dotarsi di una connessione ad internet illimitato per la propria casa, così da avere la garanzia della presenza di uno streaming stabile e senza interruzioni. In quel caso, infatti, la comprensione dell’inglese parlato risulterebbe molto più difficile. 

Per quanto concerne i contenuti da gustarsi tutti insieme in famiglia, rigorosamente in lingua originale, ecco il film di animazione Coco, utile anche per apprendere parte della cultura messicana. Si prosegue questa lista citando altre opzioni come, ad esempio, la saga di Harry Potter: una soluzione eccellente per intrattenere tutta la famiglia, e per permettere ai bambini di apprendere l’inglese divertendosi. 

Non si finisce qui, dato che è obbligatorio citare anche un cartone animato come Alla Ricerca di Nemo, insieme ad un altro amatissimo cartone come Peppa Pig per i giovanissimi. Se invece si desidera andare sul classico, ecco un film evergreen come Mary Poppins.

L'ulitma in ordine di tempo è stata Federica Pellegrini: è bastata una mezza giornata al mare in costume per fare partire la speculazione. "Il pancino sospetto: è incinta?", dicevano i titoli di alcuni giornali. Ma pensiamoci: ogni settimana ce n'è una nuova. 

Siamo negli anni Venti del nuovo Millennio, eppure siamo ancora qua, a puntare l'obiettivo dei paparazzi sulle pance delle star. E (inevitabilmente e forse inconsciamente) a puntare gli occhi sulle donne attorno a noi.

Perché il toto-gravidanza fa male alla società

Insinuare che una celebrity sia incinta sembra innocuo. Sembra una curiosità tenera, dolce. Ma non lo è per niente. Si tratta di una curiosità in realtà morbosa e invadente, e soprattutto di una pratica che lede la libertà individuale. Un po' come gli hate speech e i commenti da parte degli hater, si pensa che i VIP non vengano scalfiti da certe considerazioni, ma sono esseri umani. E la pressione riguardo a una gravidanza può fare davvero molto male. Per tanti motivi.

Una persona, per esempio, potrebbe non volere figli.

Un'altra potrebbe volerli moltissimo e non riuscirci, vivendo momenti di sconforto davvero profondi.

Un'altra ancora potrebbe essere davvero in attesa, ma chi lo sa se sia un'attesa serena? Chi lo sa se la gravidanza non sia a rischio? Chi lo sa se quel bambino sia voluto o meno?

Insomma: evitare di speculare è una forma di rispetto. E non farlo sarebbe benefico anche per la società. Queste speculazioni sulle gravidanze VIP, infatti, non fanno che perpetuare stereotipi e concezioni vecchie, pericolose e poco rispettose. Come quella che una donna sia davvero donna solo se mamma. Che avere un figlio sia il fine ultimo di ogni coppia. Che allargare la famiglia sia necessario per la felicità.

La maternità è ancora vista come obbligo

Non sono quindi solo i "toto pancino" ad essere deleteri.

Hailey Bieber da quando ha sposato Justin non può stare in pace nemmeno per un attimo che i rotocalchi si chiedono perché non sia ancora incinta. Esatto: ancora. Come se fosse obbligatorio per una donna eterosessuale sposata dover figliare non solo appena le viene messo un anello al dito, ma in generale. Perché la scelta di non avere figli non è nemmeno contemplata. Pensiamo a Jennifer Aniston: ha fatto capire in tutti i modi che non sopporta le domande e le insinuazioni sulla sua maternità o la sua non maternità: la fanno sentire come se fosse "meno donna" solo perché non è diventata madre.

Non solo VIP: anche le persone normali soffrono il toto-pancione

Tutto questo si somma alla normale pressione della società, una società in cui la parità di genere non è ancora lontanamente raggiunta e nella quale si fatica a dare i giusti spazi e i legittimi diritti alle donne. La maternità, infatti, dovrebbe essere una scelta consapevole, e non un obbligo dettato dalle aspettative esterne.

Ah, e non dimentichiamo i risvolti estetici: perché, di grazia, una pancia un filino meno piatta dovrebbe per forza significare gravidanza? Un altro macigno che pesa sui pensieri delle donne di tutto il mondo occidentale, che ancora, a quanto pare, si arrocca sulla convinzione che "magro" sia sinonimo di "normale" e "bello".

Irrequietezza, pianti, stravolgimenti nella routine della nanna... Ad un certo punto, sono molti i genitori che si accorgono di questo cambiamento improvviso nel proprio neonato. Le cause naturalmente possono essere diverse, ma quando si tratta di neonati e lattanti dai 3 mesi circa in su, le probabilità che si tratti di uno scatto di crescita sono elevate.

Sì: i bambini crescono molto velocemente e questo può provocare sensazioni nuove che li scombussolano.

Ecco dunque come riconoscere gli scatti di crescita per gestirli e per affrontarli al meglio, e la loro correlazione con l'allattamento.

Cosa sono gli scatti di crescita

Gli scatti di crescita sono esattamente ciò che suggerisce il nome, ovvero accelerazioni in termini di crescita che avvengono solitamente durante il primo anno di età dei bambini e delle bambine. Non hanno, purtroppo, una durata definita: a volte persistono per un paio di settimane, altre volte passano nel giro di due giorni. 

L'impressione che i genitori potrebbero avere, è di non sapere più come gestire il bebè, non sapendo come rispondere alla sua irrequietezza che apparentemente non ha un senso preciso e immediatamente riconoscibile. 

La correlazione con l'allattamento: il bebè chiede più latte

Durnate gli scatti di crescita, alcuni bebè potrebbero richiedere più latte del solito, sconvolgendo la routine delle mamme che allattano al seno e dei genitori che allattano artificialmente. Sono però soprattutto le madri che allattano a provare la tensione maggiore: spesso non riconoscono lo scatto di crescita, si scoraggiano, temono di non avere abbastanza latte, si innervosiscono e abbandonano l'allattamento (soprattutto quando lo scatto dura a lungo, più di qualche giorno). In questo caso, il supporto del pediatra o della pediatra o di una figura professionale è essenziale. 

Come spiegano i pediatri di Uppa, in generale durante lo scatto di crescita è bene assecondare la richiesta di latte del neonato, sia al seno sia in formula (aumentando per i giorni dello scatto la quantità solita e tornando poi alle solite abitudini quando il bebè si calma e rallenta la frequenza delle poppate). Per capire che si tratta di richiesta di latte dettata dallo scatto di crescita e non di mancanza di latte, basta fare attenzione al pannolino: se la pupù è regolare, liquida e giallastra, e se le urine continuano ad essere piuttosto trasparenti, c'è da stare tranquilli.

Quando avvengono gli scatti di crescita

Tendenzialmente, gli scatti di crescita avvengono con alta frequenza durante il primo anno di vita, a partire dalle prime settimane e arrivando ai 12 mesi, ma continuano anche durante l'infanzia e l'adolescenza. Le sensazioni sono quelle di irrequietezza, dolori sparsi, stanchezza, aumento inspiegabile della fame e sonnolenza.

pexels-photo-3845342.jpeg

Se, tuttavia, per i neonati e i lattanti gli scatti di crescita sono regolari (avvengono più o meno a 3 settimane, 6 settimane, 3 mesi, 6 mesi, 9 mesi e 12 mesi di vita), via via che i bimbi e le bimbe crescono questi scatti si fanno meno frequenti nel tempo, fino a scomparire con lo sviluppo.

I sintomi degli scatti di crescita

  • Quando i bebè dormono maggiormente durante il giorno e si svegliano più spesso la notte.
  • Quando chiedono (come scritto sopra) più latte.
  • Quando mostrano segni di irrequietezza, in particolare durante l'allattamento, piangendo anche più spesso.

Come affrontarli

Non c'è una regola precisa, ma la presenza della mamma e del papà è essenziale: i bambini e le bambine durante gli scatti di crescita hanno bisogno di rassicurazione, di presenza, di contatto... Lasciare che dormano insieme nel lettone è quindi conigliatissimo, così come l'utilizzo di marsupi e fasce per portare i bebè.

Anche assecondare la fame e i ritmi del sonno e della fatica è essenziale, per ascoltare il corpo e aiutarlo durante il cambiamento che sta affrontando.

 

Mamma Pret a Porter non è una testata medica e le informazioni fornite hanno scopo puramente informativo e sono di natura generale, esse non possono sostituire in alcun modo le prescrizioni di un medico o di un pediatra (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, fisioterapisti, ecc.) abilitati a norma di legge. Le nozioni sulle posologie, le procedure mediche e le descrizione dei prodotti presenti in questo sito hanno un fine illustrativo e non devono essere considerate come consiglio medico o legale.

Breve, intenso e benefico: il pisolino non è per pigroni. È per genitori, lavoratori e persone che vogliono migliorare la propria memoria e la propria giornata. Concedendosi di fatto un attimo di relax che porta con sé notevoli benefici in termini di performance.

Ma il riposino non dev'essere un riposino qualsiasi. Deve essere quel Power Nap studiato dai ricercatori della Sarlaand University, in Germania, ovvero un momento dedicato al sonno che può davvero ricaricare le batterie in maniera super efficiente. Ed essendo breve e intenso, ce lo si può concedere anche nel caso ci si stia occupando di un neonato.

Lo studio tedesco

Alla Saarland University, i ricercatori e le ricercatrici hanno provato a misurare gli effettivi benefici dei pisolini durante il giorno, per capire se questi siano davvero un boost per l'energia. Prima di tutto, i risultati hanno mostrato loro come i riposini straregici migliorino le prestazioni mnemoniche: la performance della memoria, infatti, migliorerebbero di cinque volte. "Anche un breve ciclo di sonno di circa tre quarti d'ora migliora di cinque volte la capacità di recuperare informazioni dalla memoria", dichiarano infatti gli studiosi e studiose. 

La ricerca, peraltro, non si basa solo sull'osservazione della memoria dei partecipanti, ma dall'analisi dell'attività cerebrale tramite un EEG. L'ippocampo, in particolare, è stato esaminato a fondo, in quanto protagonista del trasferimento delle informazioni nel cassetto della memoria a lungo termine. "Abbiamo osservato in particolare un tipo di attività cerebrale, la "sleep splinder", che gioca un ruolo importante nel consolidamento della memoria durante il sonno". Si tratta di rapide oscillazioni dell'elettroencefalogramma che appaiono appunto durante il sonno e i riposini. Maggiore è il numero di sleep splinder che appaiono sull'EEG, più solida è la memoria delle informazioni processate.

Alla fine, in base all'osservazione dell'EEG e alle risposte mnemoniche dei partecipanti, lo studio ha concluso che un breve sonnellino in ufficio, a scuola o a casa implementa significamente la memoria e le informazioni ricordate. 

Come sfruttare al meglio il Power Nap

Il Power Nap per essere un Power Nap che si rispetti (e che funzioni) deve essere piuttosto breve (tra i 45 e i 60 minuti al massimo, ma c'è anche chi riesce ad addormentarsi profondamente e risvegliarsi in 20 minuti).

Per essere efficace, gli studiosi consigliano di farlo - per sfruttare i benefici mnemonici e di performance - subito dopo un intenso periodo di concentrazione: un breve e rilassante sonnellino può aiutare moltissimo a cementificare quanto svolto.

Il Power Nap con il neonato

Quando ci si prende cura di un neonato, il sonno può spesso scarseggiare, perché i ritmi si sconvolgono notevolmente, seguendo quelli del lattante. Le mamme e i papà, quindi, si ritrovano in situazioni poco piacevoli di privazione del sonno, che tuttavia possono essere attenuate proprio con un power nap. Non è semplice, è vero, ma provare a dormire per almeno 30 minuti mentre il bebè sta facendo uno dei suoi pisolini diurni è un'ottima idea. Al di là della memoria, infatti, il power nap rilassa molto il corpo e la mente permettendo loro di ricaricarsi. Dormire abbassa infatti anche i livelli di stress, fisico e mentale.

 

Ti potrebbe interessare anche: Perché le mamme non dovrebbero rinunciare al sonno, senza sensi di colpa

È vero, è molto calorico. Ma non serve mangiarne in quantità enormi! E nemmeno rinunciarvi. Il burro d'arachidi, in realtà, se non è zuccherato è energico, sì, ma anche ricco di nutrienti, come le proteine e l'acido oleico. Possiamo quindi prepararlo in casa con un solo ingrediente (esatto! Le arachidi, buonissime anche nei biscotti), proprio come il burro di mandorle, senza aggiungere né sale né zucchero, e spalmare poi il nostro burro di arachidi fatto in casa su una fetta di pane integrale abbrustolito a colazione o a merenda, senza esagerare.

Ecco dunque la ricetta del buonissimo burro d'arachidi fai da te, da preparare semplicemente frullando delle arachidi.

 

Burro di arachidi buonissimo fatto in casa: la ricetta del semplice peanut butter fai da te

pexels-karolina-grabowska-6659687.jpg

Sara

sara.png

Cecilia

Untitled_design-3.jpg